
Una riforma urgente dei meccanismi di revisione dei prezzi nei contratti pubblici, affinché il diritto al cibo non resti schiacciato tra l’aumento dei costi e la mancanza di risorse, e le imprese possano continuare a garantire ogni giorno un servizio che è, prima di tutto, un presidio di equità sociale. E' l'appello che Anir Confindustria rinnova al Governo e al Parlamento.
Secondo Anir "negli ultimi cinque anni i prezzi dei beni alimentari in Italia sono aumentati del 25%, quasi otto punti percentuali in più rispetto all’inflazione generale, come certifica l’Istat. Un dato che fotografa con chiarezza la situazione del settore della ristorazione collettiva, che sostiene da solo un aumento esponenziale dei costi mentre cresce, di giorno in giorno, la domanda sociale di accesso al cibo pubblico — mense scolastiche, sanitarie, aziendali e sociali".
"I costi continuano a salire, ma i contratti pubblici restano bloccati da anni", spiega Massimo Piacenti, presidente di Anir Confindustria. "Oggi ci troviamo nella condizione paradossale di dover garantire ogni giorno milioni di pasti a prezzi fermi al passato, mentre il costo di ogni singolo ingrediente, dell’energia e del lavoro cresce mese dopo mese. E nonostante questo, la domanda di accesso al cibo, soprattutto pubblico, aumenta: per molte famiglie il pasto servito nelle mense scolastiche o sociali è ormai l’unico pasto equilibrato della giornata. Siamo di fronte a una vera e propria istanza sociale, che il nostro settore affronta da solo", continua. "Il concetto di cibo pubblico -aggiunge Paolo Valente, direttore generale di Anir Confindustria – sintetizza il nostro ruolo: garantire, in modo industriale ma con finalità pubblica, un bene primario, un diritto universale. Non si tratta solo di alimentare, ma di educare, includere e costruire coesione. Per questo chiediamo che il valore sociale del pasto e delle imprese che lo rendono possibile venga riconosciuto e sostenuto dalle istituzioni con strumenti adeguati e strutturali", conclude. Anir Confindustria ribadisce infine la necessità che la revisione automatica dei prezzi nei contratti pubblici di servizi – già prevista per i lavori – venga estesa al settore della ristorazione collettiva, per assicurare stabilità economica alle imprese e continuità a un servizio che ogni giorno tiene insieme economia, salute e diritti.

Nei primi nove mesi dell'anno Italian Exhibition Group, società leader in Italia nell’organizzazione di eventi fieristici internazionali e quotata su Euronext Milan, ha fatto registrare una "solida crescita organica degli eventi organizzati" come testimoniano i risultati approvati dal Cda. Sullo stesso periodo del 2024 i ricavi sono saliti a 190,8 milioni di euro (+6,3%) con un adjusted Ebitda a 45,1 milioni, + 5,3% rispetto al 30 settembre 2024 mentre l'adjusted Ebit si attesta a 29,6 milioni, con una marginalità al 15,5%. Il risultato prima delle imposte è pari a 24,9 milioni, +1% annuo mentre la Posizione Finanziaria Netta Monetaria è a 45,9 milioni. Ieg conferma la guidance di fatturato nella parte alta del range (260-262 milioni) e l'upgrade dell'Ebitda (a 69-71 milioni). Il gruppo anticipa un aggiornamento del Piano Industriale 2025-2030 previsto nel prossimo mese di febbraio
Per l'amministratore delegato del Gruppo IEG Corrado Peraboni: "L'andamento dei primi nove mesi dell'anno evidenzia una crescita solida e sostenuta, che conferma la capacità del Gruppo di creare valore anche in un contesto caratterizzato dall'assenza di alcuni eventi biennali. Nonostante il 2025 sia infatti un anno "dispari", IEG ha continuato a registrare risultati positivi, grazie a una crescita organica in grado di compensare pienamente l'effetto della biennalità e a un portafoglio di manifestazioni sempre più riconosciuto e competitivo".

Potrebbe esserci il corpo di Emanuela Orlandi sepolto nei cunicoli sotto la Casa del Jazz a Roma? L'avvocato Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi, non lo esclude del tutto. "Ogni approfondimento che viene fatto in relazione a una persona scomparsa è sempre positivo - afferma all'Adnkronos dopo le attività di scavo iniziate questa mattina[1] - che si tratti del giudice Paolo Adinolfi o di Emanuela Orlandi o di altre persone di cui non si cui non si conosce la fine".
"Quella era la casa di Enrico Nicoletti ( il cassiere della Banda della Magliana, ndr) e un approfondimento - sostiene Sgrò - sarebbe stato necessario già con la seconda inchiesta della procura di Roma, poi archiviata, sulla scomparsa di Emanuela, nata dalle dichiarazioni di Sabrina Minardi, ex fidanzata di Renato De Pedis, boss della Banda della Magliana. Al momento parliamo di suggestioni ma ogni approfondimento può essere utile".
"Qualsiasi cosa possa trovarsi in quel tunnel è importante per non lasciare nulla di intentato”, insiste l'avvocato Sgrò ricordando poi che Pietro Orlandi "in passato aveva ricevuto una segnalazione che in quel tunnel potessero esserci i resti di Emanuela ma - chiarisce la penalista - si tratta di una delle tante segnalazioni che riferivano di altri mille posti. Siamo nell’ambito della suggestione”.

Gennaro Gattuso a caccia del 'miracolo' per evitare i playoff. L'Italia sfida oggi, giovedì 13 novembre, la Moldavia nella penultima giornata del gruppo I di qualificazione ai Mondiali 2026, di scena in Stati Uniti, Messico e Canada. La Nazionale azzurra ha già ottenuto la matematica certezza di un posto ai playoff di marzo, battendo Israele nell'ultimo turno e mantenendo una flebile speranza di chiudere al primo posto il gruppo, posizionamento che gli permetterebbe di volare direttamente alla fase finale della rassegna iridata senza passare per gli spareggi.
Al momento gli azzurri si trovano al secondo posto con 15 punti, a -3 dalla Norvegia.Per la terza volta consecutiva gli azzurri sembrano quindi condannati a provare ad accedere al Mondiale dalla porta secondaria, ma c'è una combinazione che permetterebbe a Gattuso di conquistare il primo posto. Gli scandinavi dovrebbero non vincere in casa contro l'Estonia, partita in programma alle 18, e venire sconfitti poi proprio dall'Italia nella sfida, a quel punto decisiva, dell'ultima giornata del gruppo, in programma domenica 16 novembre a San Siro.
Haaland e compagni infatti possono contare su una differenza reti di +26 contro il +10 azzurro, un margine di 16 gol quasi irrecuperabile, che gli permetterebbe di chiudere davanti in caso di arrivo a pari punti. Anche qualora l'Italia battesse la Moldavia e superasse la Norvegia a San Siro, a volare alla fase finale senza passare dai playoff sarebbero quindi gli scandinavi.

Ogni grande storia porta con sé un gesto gentile, nei film tanto quanto nella vita reale. E oggi che si celebra la Giornata mondiale della gentilezza si riscopre il potere dei gesti di attenzione che, proprio come le grandi storie del cinema, possono migliorare la qualità della vita, anche a lavoro. La gentilezza può infatti diventare reale leva strategica per il benessere di un ufficio, un team o persino un’intera azienda, mentre la sua assenza rappresenta uno dei segnali di una cultura aziendale tossica, la quale incide 10 volte più della retribuzione sul rischio di turnover, come affermato dal Mit sloan management review. Creare un’atmosfera inclusiva e valorizzante è quindi cruciale per combattere lo stress e l’isolamento emotivo che spesso si presentano a lavoro, e il cinema può aiutare a creare un’atmosfera migliore in cui le persone si sentono viste, ascoltate e riconosciute.
Per allenare le proprie skills (tra cui la gentilezza) è nata 'Il cinema insegna', piattaforma che trasforma migliaia di scene cinematografiche in strumenti di formazione emozionale. Manager, speaker, docenti, coach, imprenditori e consulenti possono integrare le scene suddivise per temi – motivazione, comunicazione, leadership, empatia, teamwork, relazioni gentili e molto altro – nei corsi di formazione, meeting, convention, seminari, e anche a scuola, per allenare le competenze umane attraverso l’emozione e collegare ciò che si vede sullo schermo alle dinamiche quotidiane (anche guidati dalle schede di riflessione, esercizi e domande guida a corredo di ciascuna clip).
“Quando guardiamo una scena di film - spiega Virginio De Maio, fondatore de 'Il cinema insegna' - il nostro cervello non distingue tra realtà e finzione. Le neuroscienze lo confermano: lo schermo attiva la nostra corteccia limbica, la sede delle emozioni, stimolando empatia e riconoscimento. E' come se vivessimo in prima persona ciò che accade sullo schermo, ed è questo il segreto della formazione audiovisiva. Le scene giuste, scelte con cura, diventano specchi empatici: ci fanno sentire ciò che gli altri provano e ci allenano alla comprensione, alla compassione, alla gentilezza. In azienda, un gruppo che osserva insieme una scena diventa una piccola comunità emotiva: le emozioni condivise uniscono, abbassano le difese e aprono spazi di dialogo. Per questo dico sempre che un film ben scelto può insegnare più di cento slide: perché tocca il cuore prima ancora della mente”.
E proprio in occasione della Giornata mondiale della gentilezza, il fondatore de Il cinema insegna, Virginio De Maio, propone cinque pellicole imperdibili da guardare per scoprire come la gentilezza sia un linguaggio universale capace di cambiare e migliorare la vita sia professionale che personale.
Lo stagista inaspettato, di Nancy Meyers
Ben è un settantenne vedovo che, annoiato dalla vita da pensionato, diventa stagista in una start-up diretta da una giovane ceo oberata di lavoro. In un mondo che corre, Ben ricorda a tutti che la gentilezza non è fuori moda: è rispetto, pazienza e presenza silenziosa, la migliore soft skill che un’azienda possa avere.
Perché vederlo: mostra come il rispetto intergenerazionale e l’ascolto reciproco creino coesione e fiducia. Guardarlo in azienda permette di far emergere un modello di mentoring gentile, in cui esperienza e freschezza si incontrano.
Un amico straordinario, di Marielle Heller
La storia vera del celebre conduttore televisivo Fred Rogers, capace di disarmare con la gentilezza un giornalista cinico e arrabbiato. L’amicizia che nasce tra i due permette al giornalista di cambiare la sua visione del mondo in positivo, riavvicinandosi alla moglie e a suo figlio, e riconciliando la relazione con suo padre.
Perché vederlo: insegna che la gentilezza è una scelta quotidiana e che l’ascolto autentico guarisce i rapporti. In azienda si rivela un film utile per lavorare sull’empatia e sull’intelligenza emotiva, soprattutto nei contesti conflittuali.
Green Book, di Peter Farrelly
Durante un viaggio negli Stati Uniti degli anni ’60 in cui è ancora in vigore la segregazione razziale, due uomini - un buttafuori italoamericano e un pianista afroamericano - imparano a conoscersi e rispettarsi nonostante i pregiudizi reciproci.
Perché vederlo: Green Book è un capolavoro sulla potenza della gentilezza come antidoto al pregiudizio. E' perfetto per riflettere su diversity & inclusion e sull’importanza del dialogo tra le differenze all’interno dell’azienda.
Julie & Julia, di Nora Ephron
Julie Powell apre un blog per raccontare il suo viaggio culinario: completare in un anno le 524 ricette contenute in un libro scritto 50 anni prima dalla celebre Julia Child. Due donne di epoche diverse si ispirano così a vicenda grazie alla passione per la cucina e alla condivisione dei propri fallimenti.
Perché vederlo: il film insegna che la gentilezza nasce dal riconoscere l’altro come fonte d’ispirazione. La sua visione in azienda stimola la collaborazione e la gratitudine, elementi chiave di una cultura aziendale sana.
Ted Lasso, di Bill Lawrence e Jason Sudeikis
Una serie tv che racconta la storia di un allenatore di calcio atipico che, dal non essere affatto visto di buon occhio inizialmente, riesce a conquistare tutti grazie alla sua umanità, umorismo e capacità di valorizzare ogni membro della squadra.
Perché vederla: questa serie tv dimostra che la gentilezza è carisma applicato alla leadership. Un vero e proprio manifesto per chi vuole guidare un’azienda con empatia e costruire team coesi.

Quella di oggi è "una giornata che per le nostre relazioni bilaterali, per i nostri rapporti si può definire storica, non solamente perché è la prima volta che i nostri governi si incontrano in un formato di questo tipo, ma anche per quantità e la qualità delle intese bilaterali tecniche e governative che sono state sottoscritte". Così la premier Giorgia Meloni, al termine del vertice intergovernativo Italia-Albania a Villa Pamphilj.
Meloni ricorda che il protocollo sui migranti siglato nel 2023 con l'Albania "metteva in campo un meccanismo innovativo che oggi trova interesse e riconoscimento da parte di molti altri Stati dell'Unione europea" e "in molti hanno lavorato per frenarlo o per bloccarlo, ma noi siamo determinati ad andare avanti perché questo meccanismo dal nostro punto di vista ha il potenziale di modificare l'intero paradigma nella gestione dei flussi migratori". "Abbiamo fatto discutere in questi ultimi due anni con il primo ministro Rama per il nostro protocollo per il quale ancora una volta voglio ringraziare il primo ministro, il suo governo e l'intero popolo albanese, perché quello che è stato dimostrato all'atto della firma di quel protocollo è che l'Albania si comporta già come una nazione membro dell'Unione europea", ha detto la premier.
"Quando entrerà in vigore il patto di migrazione e asilo, i centri" per i migranti in Albania "funzioneranno esattamente come avrebbero dovuto funzionare dall'inizio", ha poi risposto Meloni alla stampa al termine del vertice. E sui ritardi aggiunge: "La responsabilità non è la mia. Sono passati 2 anni e noi arriveremo 2 anni dopo a fare esattamente quello che avremmo potuto fare 2 anni prima e penso che ciascuno si assumerà le proprie responsabilità".
Per quanto riguarda l'adesione dei Balcani all'Ue "siamo stati tra le nazioni capofila per quella che noi continuiamo a non considerare un allargamento dell'Ue ma una riunificazione dell'Europa. Non siamo noi a decidere chi sia europeo e chi non lo sia e l'Albania è certamente una nazione europea: sta a noi chiaramente favorire questo percorso di riunificazione nel modo più serio ma anche più veloce possibile".
"Per noi oggi è una giornata assolutamente storica, perché per la prima volta il governo albanese si siede con quello italiano per parlare di progetti e un futuro comune", le parole del premier albanese Edi Rama che, rispondendo alle domande dei giornalisti sul protocollo migratorio siglato due anni prima con Roma, ammette: "Lo rifarei cento volte con l'Italia. Con altri Paesi mai, e gliel'ho detto: 'non siete l'Italia, è un problema'." Gli altri Paesi "sono rispettati, ammirati e tutto. Ma se non sono l'Italia, non possono chiedere all'Albania tutto quello che gli viene in mente. Solo l'Italia può, e noi siamo sempre disposti a rispondere 'sì', perché ci sentiamo partner integrale di questo Paese", ha aggiunto.
"Negli anni in cui ho guidato l'Albania, non ho mai avuto dubbi sulle buone intenzioni, l'amore e il voler fare di tutti i governi italiani. Ma questo governo ha anche il fare, e siamo molto grati per la "grande sorella d'Italia" (Meloni, ndr), ma anche i suoi ministri sono disponibilissimi a darci una mano. Grazie all'impegno fraterno del ministro della Difesa italiana Guido Crosetto, siamo in grado di progettare in diverse direzioni concretamente per rafforzare le nostre capacità di difesa e di difesa comune - ha proseguito, ringraziando anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani - che da grande europeo di lunga data è sempre stato un amico dell'Albania che ci sta sostenendo in tutte le sedi, non solo diplomaticamente ma anche sull'aspetto economico e dei progetti comuni".
A proposito del procedimento d'ingresso nell'Unione Europea, Rama afferma che "quando Giorgia sarà nella doppia veste di presidente del Consiglio italiano e di quello europeo, nel 2028 partiremo con i negoziati politici" per completare l'adesione all'Unione Europea, definita "la ciliegina sulla torta". "Se saremo nelle mani di Giorgia, saremo nelle migliori possibili per poter aprire quella porta che ci è chiusa da centinaia di anni. Siamo pronti a fare un accordo con l'Unione Europea di non utilizzare né il veto né il voto. Siamo seguaci fanatici dei valori europei e quindi non abbiamo intenzione di mettere veti - ha continuato - Siamo pronti a sottoscrivere di essere rappresentati dal Commissario Europeo italiano. Sarebbe troppo avere due commissari europei per lo stesso Paese, perché siamo lo stesso Paese".

Il Papillomavirus umano Hpv "è responsabile del 100% dei tumori della cervice uterina e di una quota significativa dei tumori dell'ano, della vulva, della vagina, del pene e dell'orofaringe. L'infezione, molto diffusa nella popolazione generale, può essere prevenuta efficacemente grazie a strategie integrate di vaccinazione e screening, come sottolineato anche dalla nostra società scientifica in occasione della Giornata internazionale di sensibilizzazione sull'Hpv". Lo ricorda Enrico Di Rosa, presidente della Società italiana di igiene (Siti), in vista della Giornata di sensibilizzazione per l'eliminazione del tumore della cervice uterina e degli altri tumori Hpv-correlati, lunedì 17 novembre. La Siti rinnova il proprio impegno nel contrasto all'Hpv e dei tumori correlati con un appello: "Grazie alla vaccinazione e allo screening oncologico si ha un'opportunità concreta di eliminare il tumore della cervice uterina come problema di sanità pubblica".
Nel 2020 l'Organizzazione mondiale della sanità ha definito un obiettivo ambizioso, ovvero eliminare entro il 2030 il tumore della cervice uterina attraverso 3 traguardi fondamentali: 90% delle ragazze vaccinate contro l'Hpv entro i 15 anni; 70% delle donne sottoposte a screening con test ad alte prestazioni entro i 35 anni e nuovamente entro i 45 anni (target innalzato al 90% dallo EU Beating cancer plan); 90% delle donne con lesioni cervicali precancerose o invasive trattate in modo tempestivo. Questo percorso - sottolinea la Siti - richiede un impegno collettivo e continuo, perché solo l'azione coordinata può colmare i ritardi ancora presenti (le coperture vaccinali italiane sono purtroppo ancora lontane dall'obiettivo del 90%) e avvicinarsi agli standard richiesti anche tramite l'organizzazione di politiche vaccinali senza distinzioni di sesso o genere (gender neutral).
L'Italia, coerentemente con il Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2023-2025, che tra i suoi obiettivi ha il rafforzamento della prevenzione del cancro della cervice uterina e delle altre malattie Hpv correlate - evidenzia la Siti - ha adottato la vaccinazione universale contro l'Hpv, riconoscendo che la protezione delle sole ragazze non è sufficiente a controllare la diffusione del virus. "Vaccinare anche i ragazzi significa interrompere più rapidamente la circolazione virale; proteggere direttamente gli uomini da tumori Hpv-correlati, come quelli del pene, dell'ano e dell'orofaringe; garantire equità di prevenzione e ridurre il gender gap ancora evidente nelle coperture vaccinali e tutelare le persone più vulnerabili, per le quali l'immunità di gruppo non è sufficiente", precisa Di Rosa.
La vaccinazione dei maschi è dunque un tassello indispensabile per raggiungere l'eliminazione, rimarcano gli igienisti. Una società che vaccina entrambi i generi è una società che si protegge meglio, e Paesi con coperture vaccinali molto elevate dimostrano in modo inequivocabile che la prevenzione funziona. In Australia, ad esempio, si è registrata una drastica riduzione delle lesioni cervicali precancerose e una previsione di eliminazione del tumore della cervice uterina nel giro di pochi anni. In Scozia, invece, una quasi completa scomparsa delle lesioni Cin3 nelle giovani donne vaccinate prima dell'esposizione al virus. Questi risultati mostrano che l'obiettivo Oms non è solo realistico - puntualizza la Siti - ma raggiungibile con un impegno deciso nella vaccinazione universale e nello screening, e pertanto è necessario incrementare le coperture vaccinali contro il Papillomavirus e ridurre i divari regionali di offerta.
La Carta di Loreto, documento di advocacy promosso dalla Società italiana di igiene, sezione Marche - ricorda la Siti - richiama la necessità di un approccio multisettoriale e integrato per rafforzare la prevenzione dell'Hpv, sottolineando in particolare l'importanza di: un miglior coordinamento tra operatori sanitari, istituzioni e scuole; attività strutturate di recall e reminder per recuperare i non vaccinati; integrazione sistematica tra vaccinazione e screening; comunicazione chiara, coerente e basata sulle evidenze; coinvolgimento della società civile e delle agenzie educative. Per Di Rosa "la Carta rappresenta un modello di lavoro condiviso, che può essere esteso ben oltre i confini regionali. E in questa direzione si muove la Siti, che rivolge un appello a tutte le istituzioni, ai professionisti sanitari e alla società civile affinché si rafforzi l'impegno comune su 5 fronti: aumentare in modo significativo le coperture vaccinali, con particolare attenzione ai ragazzi e alle coorti non ancora protette; attivare un piano straordinario di recupero delle vaccinazioni anti-Hpv e dello screening cervicale; rendere sempre più accessibile e capillare lo screening cervicale utilizzando test ad alte prestazioni; garantire percorsi diagnostico-terapeutici rapidi ed equi per tutte le donne con lesioni precancerose o tumori invasivi; contrastare la disinformazione rafforzando una comunicazione trasparente e scientificamente fondata".
L'eliminazione del tumore della cervice uterina non è una sfida astratta, ma un obiettivo concreto e raggiungibile, sono convinti gli specialisti. Le esperienze internazionali lo dimostrano: dove si vaccina molto e si offre uno screening di qualità, il burden della malattia crolla rapidamente. Per questo la Siti richiama con forza "l'importanza della vaccinazione di ragazze e ragazzi, anche attraverso la chiamata attiva e il recupero in tempi brevi dei soggetti non vaccinati, della piena integrazione tra prevenzione primaria e secondaria e del coinvolgimento attivo di tutti gli attori del sistema. Proteggere oggi significa salvare vite domani. Lavoriamo insieme per un futuro libero dai tumori Hpv-correlati".

Sono oltre 6.000 i visitatori che hanno varcato la sede dello stabilimento di Pedrignano (PR), il più grande e sostenibile pastificio del mondo. Lo fa sapere il Gruppo Barilla, che conferma il proprio impegno come azienda aperta, trasparente e vicina alle persone, proprio in occasione Settimana della cultura d’impresa (da 14 al 28 novembre). Le visite guidate rientrano nel progetto 'Porte aperte', un’iniziativa che promuove la conoscenza diretta della tradizione, della qualità e dell’innovazione che da quasi 150 anni rendono Barilla un’eccellenza italiana nel mondo. Consumatori, associazioni, enti, istituzioni e scolaresche hanno potuto scoprire da vicino il percorso che unisce cultura, storia e tecnologia: dalla Collezione Barilla d’Arte Moderna all’Archivio storico Barilla, fino all’esplorazione dello Stabilimento di Pedrignano.
Il 2025 ha registrato più di 260 gruppi partecipanti, con un indice di gradimento prossimo al 100%: un segnale forte dell’interesse e dell’apprezzamento del pubblico per un’iniziativa che valorizza l’apertura e la trasparenza come principi fondanti della cultura d’impresa Barilla. Barilla ha inoltre aderito al programma Imprese aperte Parma, offrendo sessioni di visita dedicate sia ai privati sia agli studenti dell’Its tech & food academy e dell’Università di Parma, con l’obiettivo di avvicinare le nuove generazioni alle professioni e alle competenze della filiera alimentare.
Il successo di 'Porte aperte' si conferma anche per il 2026, con oltre 90 gruppi già prenotati. Per chi non riuscisse a partecipare alle visite, è sempre possibile conoscere da vicino la storia del marchio al Museo della Pasta, realizzato con il contributo del Gruppo Barilla nella corte agricola di Giarola (PR), insieme al Museo del Pomodoro-info su www.museidelcibo.it. Infine, nel cuore di Parma, la storica Bottega Barilla accoglie i visitatori con un percorso immersivo che unisce passato e futuro, tradizione e innovazione. I programmi delle prossime visite e degli eventi Imprese aperte Parma 2026 saranno disponibili da maggio su www.impreseaperteparma.com/barilla.

La gestione del dolore cronico nel nostro Paese segue percorsi molto diversi, che cambiano proprio da regione a regione. Ci sono contesti dove la rete funziona, dove il paziente non viene lasciato solo. Ma ci sono anche realtà molto indietro, dove orientarsi è difficile, dove mancano riferimenti, dove l'accesso non è né tempestivo né equo. Cosa si sta facendo concretamente per rendere reale il diritto a non soffrire, previsto dalla legge 38 del 2010, per trasformare quella che oggi spesso è una lotteria territoriale in un sistema vicino al paziente? Sono i temi di 'Dolore cronico - L'impegno delle istituzioni per assicurare l'accesso diretto alle cure', quinto e ultimo episodio della serie vodcast 'E tu, sai cosa si prova?', realizzata da Adnkronos in partnership con Sandoz, disponibile sul canale YouTube di Adnkronos e su Spotify.
Il 25 febbraio 2025 è stato siglato il nuovo Manifesto sul dolore cronico, definito Manifesto 2.0, che invita ad andare "verso una nuova consapevolezza della patologia per garantire un'appropriata presa in carico del paziente con dolore cronico". La sua forza non sta solo nei contenuti, ma nella modalità con cui è nato: una vera alleanza di società scientifiche, clinici, istituzioni nazionali e regionali, aziende, stakeholder sanitari, pazienti e cittadini. Un lavoro sinergico, condiviso, inclusivo, che punta finalmente ad applicare e rendere viva una legge che in Italia abbiamo da quindici anni.
L'onorevole Ilenia Malavasi, membro della Commissione Affari sociali della Camera dei deputati, lo dice chiaramente: "Non c'è nel nostro Paese una cultura della cura del dolore cronico". Questo è ancora oggi l'ostacolo più grande. Si continua a percepire il dolore solo come sintomo, conseguenza di altro. E non come patologia autonoma, complessa, invalidante, con un impatto enorme sulla qualità della vita. Esiste anche una componente culturale profonda: "La sofferenza non è sempre considerata una patologia". Il risultato è conosciuto: diagnosi tardive, percorsi lunghi, accessi impropri. E "c'è anche un dato di genere molto marcato": sono spesso le donne a convivere più a lungo senza cure adeguate. Per Malavasi servono due leve immediate: sensibilizzazione dei cittadini e formazione della classe medica, a partire dai medici di medicina generale, fino alle scuole di specializzazione e ai percorsi universitari dedicati.
Nel suo intervento Tiziana Nicoletti, responsabile coordinamento Associazione malati cronici e rari di Cittadinanzattiva, sottolinea come la legge 38, pur essendo "un presidio di civiltà", sia "poco conosciuta e poco applicata". Il dato che emerge dall'indagine di Cittadinanzattiva è fortissimo: "Il 70% dei cittadini non conosce la legge". E il 60% di questi è già affetto da una patologia cronica. Significa che chi avrebbe più bisogno di sapere non ha gli strumenti per esercitare il proprio diritto. E senza informazione, non esiste empowerment. E senza empowerment, non esiste domanda e i sistemi non cambiano.
Secondo Paolo Fedeli, Head of Corporate Affairs di Sandoz, il Manifesto è uno strumento per evidenziare ciò che funziona e per rendere "plasmaticamente evidente" il valore di ciò che è già disponibile, ma non ancora uniformemente accessibile. La chiave, per Fedeli, non è reinventare: "E' mettere a sistema, integrare, comunicare, far dialogare centri, territori, formazione e reti". E, soprattutto, "fare in modo che le Regioni producano concretamente piani di potenziamento coerenti". Malavasi ribadisce un punto cardine: "Bisognerebbe proprio ripartire da una formazione trasversale di tutti i professionisti della sanità". Perché il primo interlocutore del paziente, il medico di famiglia, deve riconoscere il dolore cronico per quello che è e indirizzare nel posto giusto subito. "Una diagnosi più rapida - osserva - significa meno costi, meno liste d'attesa inappropriate, meno pellegrinaggi tra specialisti. E significa anche distinguere nettamente cure palliative e terapia del dolore, evitando sovrapposizioni concettuali che frenano sviluppo e applicazione".
Nicoletti chiude con l'appello di inserire davvero la terapia del dolore dentro i nuovi assetti del Dm77. Il dolore cronico è una realtà ancora in costruzione, ancora non uniforme, ancora troppo condizionata dal codice postale. Ma esistono strumenti, esiste una legge, esistono alleanze e scenari possibili, come spiega la serie Vodcast 'E tu, sai cosa si prova? Comprendere e affrontare il dolore cronico', online sul canale YouTube e nella sezione podcast di adnkronos.com e su Spotify.

Monia Bortolotti è stata assolta dai giudici della Corte d’Assise di Bergamo dall'accusa di avere ucciso i suoi due neonati, Alice e Mattia, rispettivamente di 4 e 2 mesi, nel 2021 e nel 2022. Nel caso della bambina l'omicidio non è provato per la Corte, mentre per il fratello si è tenuto conto delle perizia che sancisce la totale incapacità di intendere e di volere al momento dei fatti.
La pm Maria Esposito aveva sostenuto la necessità di una nuova perizia psichiatrica e aveva chiesto per la 29enne l’ergastolo e sei mesi di isolamento diurno. Bortolotti non è dunque imputabile, ma sulla base delle stessa valutazione psichiatrica è stata ritenuta socialmente pericolosa, dunque resterà in una Rems (strutture psichiatriche per le misure di sicurezza) per almeno dieci anni.
Celebrazione in nuova aula magna intitolata a ex segretario Pci... 
Nasce l'Intergruppo parlamentare sulla sclerosi multipla e le patologie correlate, presentato oggi alla Camera. L'Intergruppo è promosso dall'Aism (Associazione italiana sclerosi multipla) e dalla Fism (Fondazione italiana sclerosi multipla), con il sostegno della deputata Luana Zanella e della senatrice Tilde Minasi, e l'adesione di parlamentari dei diversi schieramenti tra Camera e Senato.
L'iniziativa nasce per rafforzare la voce delle oltre 144mila persone con sclerosi multipla e delle circa 2mila con neuromielite ottica e malattia associata agli anticorpi anti-Mog (Mogad). Sono patologie croniche e progressive che colpiscono in età giovanile e investono la vita di intere famiglie, chiamate ad adattarsi ai cambiamenti imprevedibili che la malattia impone e, nei casi più gravi, a fornire l'assistenza quotidiana dei caregiver familiari. Nel complesso, si stima che in Italia siano circa 500mila le persone coinvolte direttamente e indirettamente da queste patologie: pazienti, familiari e caregiver che convivono ogni giorno con i bisogni sanitari e sociali spesso complessi e affrontano le sfide della piena partecipazione e inclusione sociale.
L'Intergruppo opererà come spazio parlamentare trasversale, promuovendo atti di indirizzo, audizioni e iniziative legislative per dare concretezza agli obiettivi dell'Agenda della sclerosi multipla e trasformare l'ascolto e il confronto in azione politica.
"La sclerosi multipla rappresenta oggi una sfida crescente per la nostra società, colpendo migliaia di persone in modo sempre più diffuso - ha sottolineato Zanella, vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera e co-presidente dell'Intergruppo parlamentare - Di fronte a questa realtà, è necessario promuovere un impegno comune e concreto per costruire un'agenda politica e sociale centrata sulla persona e sulle sue esigenze. In linea con le mozioni '1000 azioni oltre la sclerosi multipla', approvate proprio un anno fa alla Camera, l'obiettivo dell'Intergruppo parlamentare Sclerosi multipla e patologie correlate è quello di favorire l'integrazione e il dialogo tra istituzioni, comunità scientifica e associazioni, mettendo in rete competenze, esperienze e conoscenze per migliorare la qualità della vita dei cittadini con queste patologie e delle loro famiglie. Solo attraverso una collaborazione ampia e condivisa potremo garantire risposte più efficaci e inclusive".
"L'istituzione dell'Intergruppo parlamentare sulla sclerosi multipla e patologie correlate - ha evidenziato Minasi, componente della Commissione Affari sociali del Senato e co-presidente dell'Intergruppo - è un impegno politico trasversale che dà continuità agli indirizzi già approvati dalla Camera con le mozioni '1000 azioni oltre la sclerosi multipla' e con il lancio della consultazione per l'Agenda 2030 sulla Sm promossa da Aism: dal confronto passiamo ai fatti per dare risposte concrete alle persone e alle loro famiglie". Le priorità sono chiare: "Presa in carico personalizzata e omogenea su tutto il territorio con Pdta realmente operativi; continuità assistenziale lungo tutto il percorso di cura; sostegno alla ricerca e piena inclusione lavorativa. Questo lavoro si muove in coerenza anche con la riforma della disabilità, oggi in sperimentazione, che mira a rendere esigibili i diritti e semplificano i percorsi dei cittadini con sclerosi multipla e patologie correlate". La senatrice esprime "un impegno politico chiaro: l'Intergruppo non sarà una vetrina, ma un luogo di lavoro permanente. Porteremo le istanze di Aism in Parlamento fino a trasformarle in scelte concrete, perché i diritti riconosciuti diventino davvero diritti esigibili, senza differenze territoriali".
"Negli anni la nostra comunità è diventata sempre più capace di produrre conoscenza e di proporre soluzioni concrete, mettendo le persone con sclerosi multipla e patologie correlate al centro del dibattito pubblico - ha affermato Francesco Vacca, presidente di Aism - Con l'Intergruppo questa capacità diventa parte del lavoro parlamentare: significa trasformare l'ascolto e il confronto in azione politica, e costruire insieme a istituzioni, ricerca e società civile un sistema capace di rispondere davvero ai bisogni di salute, inclusione e partecipazione".
"La nascita dell'Intergruppo rappresenta un riconoscimento importante del lavoro di questi anni e della corrispondenza tra l'Agenda della sclerosi multipla e patologie correlate e quella del Paese - ha dichiarato Mario Alberto Battaglia, presidente di Fism, l'ente di ricerca di Aism - Serve un patto politico stabile per trasformare la conoscenza scientifica in equità di accesso e diritti esigibili per tutti".
"Questo passaggio istituzionale consolida un percorso di collaborazione tra mondo politico, scienza e Terzo settore - ha concluso Paolo Bandiera, direttore Affari generali e Relazioni istituzionali di Aism - L'Intergruppo, sotto la guida congiunta dell'onorevole Zanella e della senatrice Minasi, è uno spazio di confronto concreto tra Parlamento, comunità scientifica e clinica e associazioni, sostenuto da un comitato tecnico-scientifico ampio e competente. E' uno strumento operativo per dare risposte alle oltre 144mila persone con sclerosi multipla e patologie correlate e ai loro caregiver".

Dejan Stankovic su tutte le furie... in italiano. L'ex centrocampista, tra le altre, di Lazio e Inter, oggi allenatore, ha rassegnato le dimissioni da tecnico dello Spartak Mosca nonostante la vittoria dell'ultima giornata contro l'Akhmat, battuto 2-1 in trasferta. Di Stankovic però non si sta parlando per questioni di campo, ma per un'intervista diventata virale.
Rispondendo alle domande di un giornalista russo che chiedeva il suo parere su alcune decisioni arbitrali dubbie, Stankovic ha prima risposta in inglese, cercando di mantenere la calma, per poi perdere completamente la testa, iniziando a parlare in italiano: "Perché mi provochi con questa domanda?", ha chiesto a muso duro al giornalista, con l'interprete accanto in palese difficoltà.
"Sai qualcosa di calcio? Sai chiedermi qualcosa di calcio?", ha continuato, "Con quale formazione ho giocato? Con quali giocatori ho giocato? Perché ho fatto quelle sostituzioni? Non sai niente, sai solo dire le ca***te, tu come gli altri. Vuoi che faccio un commento sull'arbitro?", prima cambiare ancora lingua e andarsene imbestialito.

Così Claudio Gasperini, direttore Uoc Neurologia e Neurofisiopatologia Ao San Camillo-Forlanini di Roma e vicepresidente Società italiana di neurologia, intervenuto alla conferenza stampa per la presentazione dell'Intergruppo
"Abbiamo lavorato tantissimo in un connubio tra associazionismo e comunità scientifica. Oggi essere qui alla Camera" per la nascita dell'Intergruppo parlamentare sulla sclerosi multipla "vuol dire che abbiamo sensibilizzato così tanto su un tema che non ha colore politico: i nostri pazienti hanno bisogno di risposte". Così Claudio Gasperini, direttore Uoc Neurologia e Neurofisiopatologia Ao San Camillo-Forlanini di Roma e vicepresidente Società italiana di neurologia, intervenuto alla conferenza stampa per la presentazione dell'Intergruppo.
"Oggi abbiamo toccato il tema della rete che può dare risposte diagnostiche e terapeutiche, ma anche socio-sanitarie. L'obiettivo è ottenere un mondo senza disabilità - ha aggiunto Gasperini - Oggi riusciamo ad imparare molto sulla malattia, facciamo diagnosi all'inizio della patologia e addirittura prima che il paziente possa avere un sintomo. Poi trattiamo la malattia prima che ci sia la progressione e questo aiuta i tanti giovani pazienti".

Giorgia Palmas ha rotto il silenzio sulla polemica scoppiata a Ballando con le stelle nel corso della puntata di sabato 8 novembre, quando il marito e concorrente Filippo Magnini aveva espresso il suo malumore nei confronti della giuria.
"Ho l'impressione che a me facciate le pulci. Fate notare sempre qualcosa che non va, a prescindere dai voti. Io non sono Roberto Bolle, sono un concorrente. Non capisco cosa pretendiate da me"[1], aveva detto il concorrente, che poi ha aggiunto: "Mi devo togliere un sassolino e fare il rosicone fino alla fine. Ho visto clip bellissime per altri concorrenti, penso di essere stato l'unico a cui qualcuno ha rotto le scatole facendo riferimento a mia moglie. Quello che ho sentito non mi è piaciuto: 'Se lei è qui balli male, se non c'è balli bene'...". Parole che hanno scatenato una vera polemica.
Ospite oggi a La volta buona, Giorgia Palmas ha commentato quanto accaduto in diretta: "Le battute siamo tutti liberi di farle. A qualcuno possono piacere, a qualcuno no", ha esordito la showgirl, facendo riferimento alla frase pronunciata da Guillermo Mariotto. Secondo il giurato, infatti, la presenza della moglie in studio a Ballando avrebbe irrigidito Magnini.
"La battuta però se viene ripetuta più volte rischia di diventare pesante. Ballando è per Filippo un'esperienza meravigliosa. Non avrei mai pensato che si sarebbe fatto coinvolgere così tanto in questa nuova disciplina, che è il ballo. Ci sta mettendo anima e cuore", ha aggiunto Palmas. E sullo sfogo di sabato scorso, la showgirl ha spiegato: "Quello che è successo è uno sfogo. Non ha sbagliato, è umano, fa parte delle fragilità dell'essere umano".
"La giuria - ha aggiunto la showgirl - è liberissima di dare tutti i giudizi che vuole, ma allora i concorrenti sono liberi di esprimersi".
In collegamento, Milly Carlucci ha espresso la sua opinione a riguardo: "Nessuno di noi ha mai tappato la bocca a nessuno, bisogna solo essere urbani. Ci sta tutto il suo sfogo, è giusto dire quello che si prova in quel momento".
L'assessore sfiduciato dai Progressisti 'Il 20 da Lollobrigida'... 
"Dopo cinque trimestri consecutivi con una performance a livelli record, abbiamo nuovamente raggiunto risultati straordinari, con ricavi nei primi nove mesi pari a 9,6 miliardi di euro, in crescita del 4% su base annua, e un Risultato operativo (Ebit) adjusted in crescita del 10%, a 2,5 miliardi di euro". E' quanto dichiara l'ad di Poste Italiane, Matteo Del Fante, commentando i risultati del gruppo.
Acconto sul dividendo a livelli record e pari a 0,40 euro per azione, 518 milioni di euro totali, in pagamento il 26 novembre , in crescita del 21% rispetto all’anno precedente. E' quanto ha deliberato il cda di Poste Italiane ieri con l'aprovazione dei risultati finanziari dei primi 9 mesi del 2025. "La solidità dei risultati raggiunti conferma ancora una volta la nostra capacità di generare una crescita sostenibile e redditizia in tutti i segmenti di business, grazie a una solida esecuzione commerciale e a un'efficace gestione dei costi. Confermiamo, pertanto, la piena fiducia nel raggiungimento della guidance aggiornata per l’intero esercizio 2025, che prevede un Risultato operativo (Ebit) adjusted pari a 3,2 miliardi di euro e un utile netto pari a 2,2 miliardi di euro" ha commentato l'ad di Poste Italiane, Matteo Del Fante.
"Stiamo accelerando sulle iniziative che valorizzano le sinergie con Tim. Nel primo trimestre del 2026 Poste Mobile avvierà la migrazione verso l’infrastruttura mobile di Tim, a seguito della firma del contratto Mvno. Il 29 settembre abbiamo lanciato 'Tim Energia powered by Poste Italiane' in oltre 750 punti vendita Tim, - spiega Del Fante - con risultati iniziali che mostrano un andamento commerciale solido e promettente. Stiamo, inoltre, lavorando attivamente su ulteriori opportunità di cross-selling e iniziative di ottimizzazione dei costi, attraverso attività di procurement congiunto. Comunicheremo gli sviluppi al mercato in modo graduale, man mano che i relativi accordi verranno finalizzati. Abbiamo, inoltre, compiuto un nuovo passo decisivo verso l’innovazione digitale con la firma di una lettera di intenti, per dare vita a una joint venture con Tim Enterprise, dedicata ai servizi It basati sul cloud.
l passaggio di PosteMobile alla Rete Tim avrà come effetto una diminuzione dei costi per Poste Italiane e contestualmente un aumento di ricavi per Tim. Lo ha detto Matteo Del Fante, Amministratore Delegato di Poste Italiane, commentando al Tg Poste le prime sinergie tra Poste Italiane e Tim dopo l’acquisizione del 24,81% delle azioni dell’azienda di telecomunicazioni.
“Abbiamo comunicato al mercato tre risultati concreti che sono stati apprezzati” ha spiegato Del Fante. “Passeremo il nostro contratto di utilizzo delle antenne della nostra PosteMobile a Tim, con un risparmio importante per Poste Italiane che abbiamo quantificato in 20 milioni annui e un ricavo per Tim che prima non c’era. Il secondo (risultato, ndr) è partito il 29 settembre e riguarda la distribuzione in 750 negozi primari di Tim del nostro prodotto luce e del nostro prodotto gas, che hanno ricevuto un ottimo riscontro”.
Il terzo risultato, infine, riguarda una nuova collaborazione su tecnologia e innovazione. “Abbiamo annunciato un accordo – ha spiegato Del Fante – per sviluppare insieme una joint venture, un'iniziativa comune con Tim sulla tecnologia. Tim già vende servizi di connettività, servizi di cloud, servizi di intelligenza artificiale, di cyber security, di Internet of Things, e potrà avere a disposizione anche la nostra spinta, il nostro supporto tecnologico tramite questa iniziativa comune che diverrà nei prossimi mesi una società in cui si andranno a concentrare gli investimenti nel digitale”.
"La migrazione dei nostri clienti alla Super App è stata completata con successo. Ad oggi la Super App è utilizzata da 15 milioni di clienti, con 4,1 milioni di utenti attivi su base giornaliera nel mese di novembre 2025, un dato che supera il numero complessivo di utenti delle nostre precedenti app considerate insieme. L'investimento di Poste in Tim resta strategico" e al momento "siamo al lavoro su possibilità di cross selling anche nel settore delle assicurazioni e in quello dei pagamenti".
“Le aree che sono andate bene sono quelle strategiche” ha spiegato Del Fante in un’intervista al Tg Poste. “A partire dalla logistica – ha continuato - dove abbiamo avuto in questo trimestre una crescita di volumi del 14%: siamo cresciuti di più in questi ultimi tre mesi di quanto siamo cresciuti nei primi sei mesi dell'anno. Inoltre, siamo arrivati al 45% di consegne effettuate dai nostri portalettere”.
Del Fante ha elencato, inoltre, gli ottimi risultati registrati dalle altre divisioni di business: “Benissimo le assicurazioni, specialmente il ramo danni, ma è andato benissimo anche il ramo vita. Ottimo lavoro sul risparmio postale e bene anche sui prodotti di PostePay, come l'energia”. Prosegue inoltre la strategia di digitalizzazione del Gruppo: “abbiamo un'unica sola App per i nostri clienti – ha detto Del Fante - che sta andando benissimo. Questa settimana abbiamo tagliato per la prima volta il traguardo dei 15 milioni di App scaricate e attive. Di questi, due terzi circa sono clienti che hanno l'App e vengono anche in ufficio postale, rispecchiando il nostro modello che vuole dare la possibilità al cliente di scegliere”.

"La salute è un diritto, lo ricordano anche l'Organizzazione mondiale della sanità e il nostro sistema sanitario nazionale. Per tutelare questo diritto, i percorsi di cura - che partono dagli screening, passano per la diagnosi e il trattamento e arrivano al follow-up - devono raggiungere i pazienti in modo tempestivo, appropriato ed equo. Le donne che hanno subito violenza vivono una situazione critica che mette ancora più in luce le disuguaglianze nell'accesso ai percorsi di cura. Una bassa percentuale di loro, infatti, aderisce ai programmi di screening". Così Chiara Gnocchi, Country Communication & Patient Engagement Head di Novartis Italia, commenta i risultati dell'indagine presentata oggi a Milano all'evento 'La salute è di tutte' organizzato da Dire - Donne in rete contro la violenza, con il supporto della farmaceutica. Il dato emerso dalla survey, che ha coinvolto la rete di centri antiviolenza Dire su tutto il territorio nazionale, "non ci ha però stupito - osserva Gnocchi - perché si tratta di una situazione che vediamo su tutto il territorio italiano relativamente ai programmi di screening che il ministero della Salute offre a tutte le donne. Meno del 50% aderisce e c'è una forte disuguaglianza tra il Nord e il Sud".
"Supporteremo Dire in 5 dei suoi centri antiviolenza, con screening gratuiti sia di prevenzione senologica che cardiovascolare - afferma Gnocchi - Questo impegno, che viviamo profondamente nel sistema in cui operiamo, si aggiunge al nostro impegno all'interno della nostra azienda, dove abbiamo sviluppato un Piano per la parità di genere che ha l'obiettivo importante di avere un ambiente di lavoro che sia inclusivo ed equo. Da donna - aggiunge - mi sono sempre chiesta come mai una donna si prende cura in primis degli altri, dei propri cari, dei figli, dei genitori, del compagno, e solo dopo di se stessa", una situazione che si amplifica quando la fiducia e l'autostima della donna è minata dalla violenza. "Queste stesse donne infatti dichiarano che, nel momento in cui entrano nei centri antiviolenza - sottolinea Gnocchi - il focalizzarsi su di sé è una leva importante per il loro benessere psicologico e fisico".
Si era fermato sulla statale 128 bis per verificare il carico... 
Giuseppe Conte è il leader italiano più popolare tra i giovani. E' il risultato di un sondaggio di Swg per Domani. Il presidente del Movimento 5 stelle con il 35% di fiducia tra gli under 25 supera di due punti la presidente del Consiglio, e leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, che si ferma al 33%. Percentuali che però si ribaltano tra gli over 25: per la premier il gradimento è del 40%, per il numero uno pentastellato scende al 26.
Rimanendo sui giovani, tra i più popolari ci sono Carlo Calenda, di Azione, al 28%, Riccardo Magi, di +Europa, al 25%, Nicola Fratoianni, di Avs, al 24%, Elly Schlein, segretaria del Partito democratico, al 23%, Matteo Salvini, leader della Lega e vicepremier, al 20%, e Matteo Renzi, di Italia viva, al 19%. Solo la numero uno del Nazareno e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti sono più graditi agli adulti che ai giovani: per la leader dem la differenza è di un punto percentuale, per il segretario del Carroccio la distanza è di quattro.
Quanto, invece, ai partiti, il campione di giovani si colloca al centrosinistra per il 26%, al centrodestra il 22, al centro il 12, il 40% non si colloca affatto. Il voto giovane è più frammentato e penalizza Fratelli d’Italia, che è il primo partito ma al 22,3% contro il 33,1 degli adulti. Seguono il Pd al 19,6 contro il 22,3 degli adulti, il 13 di M5s contro il 12,5, Alleanza verdi-sinistra (9,9 contro 6,0) e Azione (6,4 contro il 2,5).
Sul piano internazionale, Pedro Sanchez, il premier spagnolo, è il leader più apprezzato tra i giovani, 33%, ma un 30% se lo portano a casa anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen - che invece è gradita solo al 23% degli adulti -, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron (16% tra gli adulti). Al 31%, poi, troviamo il presidente degli Stati Uniti d'America, Donald Trump (18% tra gli adulti).

La Procura di Arezzo ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo in relazione alla morte per soffocamento di Leonardo Ricci, il bambino di due anni morto ieri all'asilo nido 'Ambarabà ciccì coccò' di Soci, frazione del comune di Bibbiena[1], nel Casentino. L'indagine, al momento ancora senza indagati, è coordinata dalla pubblico ministero Angela Masiello con la procuratrice capo Gianfederica Dito. Gli accertamenti, secondo quanto apprende l'Adnkronos, dovranno chiarire se vi siano responsabilità legate a omissioni, negligenze, imperizie o imprudenze da parte del personale della struttura, maestre ed educatrici.
Cosa è successo al nido
Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri di Bibbiena, il piccolo sarebbe rimasto impigliato con il laccio del giubbottino a un ramo di un arbusto nel giardino dell'asilo, morendo per soffocamento accidentale. Le educatrici si sarebbero accorte immediatamente dell'accaduto e avrebbero tentato manovre di rianimazione fino all'arrivo dei soccorsi del 118, ma ogni tentativo si è rivelato purtroppo inutile.
Su disposizione del magistrato di turno Angela Masiello l'intera area esterna e l'edificio scolastico sono stati posti sotto sequestro. Sono stati eseguiti i rilievi tecnici per chiarire le cause esatte del decesso e verificare il rispetto delle misure di sicurezza e vigilanza previste dalla normativa. Gli investigatori hanno inoltre raccolto le testimonianze del personale scolastico e analizzato le caratteristiche del giardino, delimitato da una siepe di arbusti alti circa due metri che fungeva da area di gioco.
Autopsia e lutto cittadino per 3 giorni
Il corpo del bambino si trova all'obitorio dell'ospedale San Donato di Arezzo, dove nei prossimi giorni verrà eseguita l'autopsia. L'esame autoptico ha lo scopo di confermare la causa di morte, il soffocamento, escludendo l'ipotesi del malore.
Il sindaco di Bibbiena, Filippo Vagnoli, ha proclamato il lutto cittadino per tre giorni. "Siamo sconvolti da una tragedia che lascia senza parole. In questo momento serve solo rispetto, silenzio e profondo cordoglio", ha dichiarato il primo cittadino.
Il vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, monsignor Andrea Migliavacca, ha espresso solidarietà e vicinanza alla famiglia del piccolo Leonardo. "Partecipo al dolore della famiglia e della comunità per la morte del piccolo Leonardo, che accompagno con la preghiera all’incontro con Dio e che già confido nel suo abbraccio di amore. Sono vicino e sostengo la famiglia con il mio cordoglio, il pensiero e la preghiera", ha scritto in vescovo in un messaggio.
La parrocchia di Soci ha organizzato per questa sera, giovedì 13 novembre, un incontro di preghiera per sostenere la famiglia del piccolo. Al termine, ci sarà una fiaccolata per le vie del paese. Il sindaco Filippo Vagnoli si è unito all'invito per questa sera rivolto alla popolazione.

Eva Grimaldi ha raccontato a La volta buona il percorso legato agli interventi chirurgici al seno, rivelando di aver rischiato la vita a causa di gravi complicazioni post-operatorie.
Ospite oggi, giovedì 13 novembre, nel salotto di Caterina Balivo, l'attrice ha spiegato di aver subito un'infezione profonda da una delle protesi e aggravata da una complicata gestione medica poco adeguata[1]. "È stata operata da un chirurgo molto famoso", ha aggiunto la padrona di casa.
A causa dell'infezione, l'attrice è rimasta un anno senza seno: "Sono stata in sala operatoria in una stessa giornata due volte. Dopo tanti mesi con il drenaggio, mi sono diretta da un chirurgo competente, e il problema è stato risolto".
Altri articoli …
- Violenza di genere, Semenzato: "Sostenere donne in accesso a prevenzione e cura"
- Tommaso Marini e la polemica sullo smalto, cosa ha detto a 'La volta buona'
- Diabete, parodontologi 'malattie gengivali complicano il tipo 2'
- Fumo, Pellegrino (Fdi): "Serve svolta verso generazione tobacco free entro il 2040"
- Meregaglia (Cergas): "In Francia e Irlanda con tassazione tabacco consumi ridotti di 4 punti"
- Salute, Carelli (Dire): "Prendersene cura è leva per uscire da violenza di genere"
- Fumo, Ronzulli (Fi): "Sì a leva fiscale su tabacco ma ogni euro deve tornare in prevenzione"
- Fumo, Giulia Veronesi: "Resta grande emergenza sanitaria, serve il coraggio di agire"
- Finzi (AstraRicerche): "Il 60% degli italiani favorevole al raddoppio del prezzo delle sigarette"
- Fiere, al via Myplant & Garden Middle East 2025, dal 15 al 17 novembre a Dubai
- Salute, indagine centri antiviolenza: quasi 1 donna su 2 rinuncia a prevenzione e cura
- Artigiano in Fiera, dal 6 al 14 dicembre in mostra il 'vivere bene'
- Sette nuovi specializzati in Nefrologia all'Ateneo di Cagliari
- Gaza, Hamas oggi consegna salma di un altro ostaggio. Violenze in Cisgiordania, Rubio preoccupato
- Ballando con le... stampelle: "Ecco perché l'infortunio è dietro l'angolo"
- Parigi, 13 novembre 2015: le ore del terrore che sconvolsero la capitale
- Gaudenzi: "Atp Finals a Torino dopo il 2026? Non è stata ancora presa una decisione"
- Cancro seno, Fondazione Aiom: "Ogni anno in Veneto 5.200 nuovi casi"
- Pensioni, Tra Quota 103 Opzione donna e vecchiaia ordinaria cosa vogliono gli italiani?
- Carlo prepara il 'benvenuto' ad Andrea a Sandringham dopo lo sfratto dalla Royal Lodge
Pagina 110 di 1053
Leggi Tutte le Notizie di oggi in Sardegna
Sarda News - Notizie in Sardegna
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Per proporre i tuoi feed o un contenuto originale, scrivici a info@sardanews.it
Per tutti gli aggiornamenti seguici su TELEGRAM
o su Facebook https://www.facebook.com/sardanotizie



