
Nella stagione della super influenza, spinta dalla variante K del virus A/H3N2, cresce l'attesa per il nuovo bollettino dell'Istituto superiore di sanità. L'aggiornamento della sorveglianza RespiVirNet - tradizionalmente pubblicato di venerdì - ieri (26 dicembre, giorno di Santo Stefano) non è uscito e arriverà lunedì 29, come precisato dall'Iss in un'aggiunta in testa all'ultimo bollettino relativo alla settimana dall'8 al 14 dicembre. Cosa dobbiamo aspettarci? "Sicuramente un dato in salita", prospetta il virologo Fabrizio Pregliasco che prevede un numero di infezioni respiratorie acute "intorno al milione" con "una prevalenza della quota di influenza".
Quando è atteso il picco di contagi
Quella attuale "è ancora una fase espansiva - spiega all'Adnkronos Salute il direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva della Statale di Milano - e lo dimostra il fatto che la settimana scorsa erano ancora i bimbi piccoli i più colpiti, con una crescita molto alta dell'incidenza" nella fascia d'età 0-4 anni. "Gli effetti complessivi delle feste di Natale, dei viaggi-baci-abbracci - precisa l'esperto - li vedremo alla riapertura delle scuole" e il picco della curva epidemica è atteso in gennaio.
I sintomi dell'influenza
Oltre al solito cocktail di virus respiratori, sottolinea il direttore sanitario dell'Irccs ospedale Galeazzi-Sant'Ambrogio di Milano, "di sicuro circolano anche alcuni enterovirus" con nausea, vomito e dissenteria: la cosiddetta 'influenza intestinale'[1] che "come sappiamo influenza non è. Anche le abbuffate di questi giorni - evidenzia Pregliasco - possono essere causa di forme diarroiche legate a disbiosi, a problemi digestivi, e magari a qualche infezione" di origine alimentare.
Slitta il bollettino dell'Iss
Fra i medici più social, lo slittamento natalizio del bollettino non è passato inosservato. "Purtroppo i dati ufficiali sull'influenza dell'Iss (che escono ogni venerdì) non stanno uscendo e io non posso scrivere il bollettino - ha commentato ieri il virologo Roberto Burioni -. Capisco che è festa, ma le malattie non conoscono feste e chi decide di fare il medico (o di occuparsi di temi medici) deve mettere in conto questo aspetto della professione", puntualizza il docente di Virologia e Microbiologia all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, aggiungendo un "p.s.: il bollettino, dovuto oggi, uscirà lunedì. Nessun problema per la sanità pubblica, ma saprebbe stato opportuno comunicarlo in anticipo. Mi dicono che il lavoro dei colleghi dell'Iss nei festivi avviene senza alcun riconoscimento economico. Questo è ingiusto e il lavoro va sempre pagato", rimarca Burioni.
Gli fa eco l'infettivologo Matteo Basseti: "Dovremo aspettare fino a lunedì 29 dicembre per sapere quanti sono stati i casi di influenza nella settimana di Natale in Italia. Lo aspettavamo per venerdì 26/12 (giorno in cui esce ogni settimana il report), ma era festa e quindi niente dati. Pensate se negli ospedali si facesse la stessa cosa…", chiosa il direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.

Torna in campo il Milan. I rossoneri sfidano oggi, domenica 28 dicembre, l'Hellas Verona - in diretta tv e streaming - a San Siro nella 17esima giornata di Serie A. La squadra di Allegri è stata impegnata a Riad nelle Final Four di Supercoppa italiana, dove è stata battuta in semifinale dal Napoli, mentre nel precedente turno di campionato ha pareggiato in casa con il Sassuolo per 2-2.
Milan-Hellas Verona, orario e probabili formazioni
La sfida tra Milan ed Hellas Verona è in programma oggi, domenica 27 dicembre, alle ore 12.30. Ecco le probabili formazioni:
Milan (3-5-2): Maignan; Tomori, De Winter, Pavlovic; Saelemaekers, Fofana, Modric, Rabiot, Bartesaghi; Nkunku, Pulisic. All. Allegri
Hellas Verona (3-5-2): Montipò; Unai Nunez, Nelsson, Bella-Kotchap; Cham, Niasse, Gagliardini, Bernede, Valentini; Giovane, Orban. All. Zanetti
Milan-Hellas Verona, dove vederla in tv
Milan-Hellas Verona sarà trasmessa in diretta televisiva e in esclusiva sui canali Dazn, visibili tramite smart tv. Il match sarà disponibile anche in streaming sull'app e sulla piattaforma web di Dazn.

E' previsto per oggi, domenica 28 dicembre, l'atteso faccia a faccia tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per provare a porre fine alla guerra tra Ucraina e Russia. L'incontro si terrà alle 19 ora italiana, le 13 in Florida, ha reso noto la Casa Bianca, che ha diffuso l'agenda odierna di Trump. Sul tavolo, a Mar-a-Lago, il piano in 20 punti che dovrebbe costituire la base del dialogo anche con Vladimir Putin.
I nodi da sciogliere
Il piano è ancora provvisorio. Eloquente, in tal senso, le dichiarazioni che Trump ha rilasciato a Politico nella giornata di venerdì: "Senza la mia approvazione, Zelensky non ha nulla". Il presidente ucraino, alla vigilia del meeting, ha dichiarato che le bozze fondamentali relative a un quadro di pace e alle garanzie di sicurezza sono in fase avanzata di definizione.
E ha aggiunto che l'incontro si concentrerà su delicate questioni territoriali, inclusa la regione orientale del Donbass e la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Le concessioni territoriali rappresentano l'ostacolo più significativo nei negoziati in corso. Zelensky cercherà di rinegoziare la proposta Usa che imporrebbe alle forze ucraine un ritiro completo dal Donbass. Kiev auspica un congelamento dei combattimenti lungo le attuali linee del fronte, mentre Mosca persegue il pieno controllo del Donbass, pur controllando solo il 70% dell'oblast del Donetsk.
Gli Stati Uniti hanno avanzato una proposta di compromesso che prevede una zona economica libera qualora l'Ucraina rinunci all'area. Zelensky ha ribadito che qualsiasi decisione che implichi un compromesso territoriale dovrebbe ricevere l'approvazione del popolo ucraino, potenzialmente attraverso un referendum. La Russia, a oggi, non ha segnalato pubblicamente quali proposte potrebbe accettare. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che Mosca non intende commentare i documenti statunitensi, sostenendo che le dichiarazioni pubbliche potrebbero compromettere i negoziati.
Putin tira dritto
Putin, intanto, tira dritto. Mosca continua a colpire l'Ucraina con raid massicci, che non risparmiano obiettivi civili. Il presidente russo, in mimetica durante la vista ad un centro di comando, ha rivendicato nuovi progressi delle sue truppe in diverse aree dell'Ucraina. In particolare, Putin ha sottolineato la liberazione della città di Hulyaypole nella regione di Zaporizhzhia e di una serie di centri nel Donetsk: Dimitrov, Rodinskoe, Myrnograd.
Non è casuale che tali successi, smentiti dallo stato maggiore ucraino, siano stati evidenziati alla vigilia dell'incontro Trump-Zelensky. Mosca alza ulteriormente la posta e punta il dito contro Kiev: l'Ucraina, secondo Putin, non starebbe lavorando per porre fine al conflitto in maniera pacifica[1]. "Se le autorità di Kiev non desiderano risolvere la questione in modo pacifico, risolveremo tutti i compiti dinanzi a noi durante l'operazione militare speciale con la forza delle armi", ha detto il leader del Cremlino, prospettando un epilogo della guerra dettata dalle operazioni sul terreno.
La videocall Zelensky-leader Ue
Prima di recarsi in Florida, Zelensky ha tenuto una videochiamata con i leader Ue che ancora una volta hanno assicurato "pieno sostegno a Kiev".
Con gli alleati europei e non solo del 'gruppo di Berlino', Zelensky ha discusso i documenti chiave che saranno al centro dei suoi colloqui di oggi con Trump, incentrati sulle questioni di sicurezza e su temi economici, e ha presentato loro "un programma per i prossimi giorni, settimane, di riunioni". I partner europei hanno detto che ci avrebbero pensato e che ci lavoreranno, ha aggiunto Zelensky. "Gli europei ancora non conoscono tutti i dettagli. Non possono ancora sapere tutto. Abbiamo discusso dei 20 punti, inclusa la nostra posizione su questioni territoriali, sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia e questioni finanziarie. Per noi ora è più semplice", ha spiegato.
"Come abbiamo detto, il 90% dei nostri 20 punti sono già finalizzati, perché abbiamo soluzioni. Ad alcuni possono piacere, ad altri no", ha aggiunto, precisando comunque che Kiev riceverà il finanziamento varato dall'Ue di 100 miliardi di dollari. Le garanzie di sicurezza di cui Kiev ha bisogno dovranno essere fornite dagli Usa e dagli Europei, ha spiegato Zelensky. "Sono necessarie posizioni forti sia al fronte che in diplomazia per impedire a Putin di manipolare ed eludere una vera e giusta fine della guerra. Il mondo ha abbastanza forza per garantire sicurezza e pace", ha scritto inoltre su X.
E' importante "mai come in questo momento, mantenere l’unità di vedute tra partner europei, Ucraina e Stati Uniti per porre fine a quasi quattro anni di conflitto"[2], ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ha partecipato alla call.
Lavrov: "Truppe europee dei Volenterosi sarebbero obiettivo legittimo"
Le truppe europee della Coalizione dei
Volenterosi, qualora dovessero essere dispiegate in Ucraina,
sarebbero un obiettivo legittimo per le forze armate russe. Lo ha
dichiarato il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, in
un'intervista all'agenzia di stampa Tass.
"Le ambizioni dei politici europei li accecano letteralmente: non
solo non si preoccupano degli ucraini, ma sembrano non preoccuparsi
neppure della propria popolazione. Come si spiega, altrimenti, il
dibattito in corso in Europa sull'invio di contingenti militari in
Ucraina sotto forma di una 'Coalizione dei Volenterosi'? Lo abbiamo
già affermato cento volte: in tal caso diventerebbero un obiettivo
legittimo per le nostre forze armate", ha osservato Lavrov.

"Una settimana tosta" per l'influenza che, complice la variante K, costringe al letto tanti italiani tra Natale 2025 e Capodanno. Il nuovo bollettino sull'andamento dell'influenza in Italia verrà pubblicato lunedì 29 dicembre e quindi "non sappiamo esattamente quello che è successo nella settimana di Natale", dice il professor Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.
"Ma ciò che si percepisce sentendo le persone, e guardando i ricoveri in ambito ospedaliero, è che è stata una settimana davvero tosta, con un aumento importante nel numero dei casi di influenza, e probabilmente ce ne saranno ancora di più nella settimana successiva", aggiunge prima di evidenziare che, tra i sintomi 'tradizionali', ci sono anche disturbi non sempre associati all'influenza.
"Attenzione: l'influenza di quest'anno dove colpisce? C'è la classica febbre a 38, 38 e mezzo, ma soprattutto" un interessamento della "pancia, con nausea, vomito e diarrea", dice Bassetti, sottolineando che "è' una forma davvero importante che colpisce anche la pancia".
I fastidi e i sintomi ben noti a chi è stato colpito dal virus variano dal dolore diffuso (alla schiena e alle articolazioni, mal di testa, mal d'orecchie, mal di pancia), alla febbre (superiore a 38,5°), dalla tosse (secca o catarrosa) al mal di gola, passando per il naso che cola.

"Una settimana tosta" per l'influenza che, complice la variante K, costringe al letto tanti italiani tra Natale 2025 e Capodanno. Il nuovo bollettino sull'andamento dell'influenza in Italia verrà pubblicato lunedì 29 dicembre e quindi "non sappiamo esattamente quello che è successo nella settimana di Natale", dice il professor Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.
"Ma ciò che si percepisce sentendo le persone, e guardando i ricoveri in ambito ospedaliero, è che è stata una settimana davvero tosta, con un aumento importante nel numero dei casi di influenza, e probabilmente ce ne saranno ancora di più nella settimana successiva", aggiunge prima di evidenziare che, tra i sintomi 'tradizionali', ci sono anche disturbi non sempre associati all'influenza.
"Attenzione: l'influenza di quest'anno dove colpisce? C'è la classica febbre a 38, 38 e mezzo, ma soprattutto" un interessamento della "pancia, con nausea, vomito e diarrea", dice Bassetti, sottolineando che "è' una forma davvero importante che colpisce anche la pancia".
I fastidi e i sintomi ben noti a chi è stato colpito dal virus variano dal dolore diffuso (alla schiena e alle articolazioni, mal di testa, mal d'orecchie, mal di pancia), alla febbre (superiore a 38,5°), dalla tosse (secca o catarrosa) al mal di gola, passando per il naso che cola.

L'Italia chiude l'anno con la promozione dei mercati per la politica di bilancio responsabile e la stabilità del governo Meloni, ma con una stima di crescita dello 0,5%, più che dimezzata rispetto ai pronostici di un anno prima. A pesare innanzitutto fattori esogeni come la doccia fredda dei dazi americani, il perdurare dei conflitti e la conseguente incertezza sui mercati finanziari, che ha scatenato venti avversi alla ripresa. Ma anche endogeni, perché - come rilevato dall'Ocse - lo stesso consolidamento ha smorzato il Pil imbrigliando le spese in deficit.
Il maxi debito superiore al 136% del Pil quest'anno, anche per il peso del Superbonus, che farà sentire il suo onere per diversi anni, hanno reso ineludibile il consolidamento dei conti che ha ripagato in termini di credibilità davanti agli investitori come indica uno spread ai minimi dal 2009 intorno a 70 punti, con risparmi significativi sul pagamento degli interessi sul debito.
Il giudizio delle agenzie di rating
La disciplina sui conti con l'anticipo a quest'anno dell'obiettivo di deficit sotto il 3%, invece che il prossimo, hanno però ripagato in termini di credibilità sui mercati con relative promozioni delle agenzie di rating come non si vedevano da decenni. Moody's ha alzato il rating a Baa2 (da Baa3) a fine novembre (non accadeva da 23 anni), Dbrs ha riportato l'Italia nella categoria 'A' (A low) a ottobre, e Fitch l'aveva già promossa a BBB+ a settembre. Un fattore cruciale per un paese che ha importanti esigenze di rifinanziare un debito pubblico che in valori assoluti ad ottobre ha toccato un nuovo record storico di 3.131,7 miliardi di euro (+50,7 mld rispetto al mese precedente) secondo la Banca d'Italia.
Deficit in calo e debito sotto controllo
Intanto sul deficit l'Italia incassa la sua vittoria e da sorvegliato speciale in Ue diventa modello in Ue. Il deficit, dato al momento nel Dpb al 3% è atteso infatti calare sotto questa soglia, permettendo lo stop alla procedura Ue in primavera. Poi, sempre secondo l'ultimo Dpb, calerebbe ulteriormente al 2,8% nel 2026, 2,6% nel 2027 e a 2,3% nel 2028. Il debito è sotto controllo, nonostante il pesante fardello del superbonus dei precedenti governi. Per il 2025 il rapporto debito/pil è previsto al 136,2% e nel 2026 al 137,4% per poi iniziare l'inversione di tendenza nel 2027 a 137,3%. La discesa continuerà nel 2028 quando il rapporto calerà al 136,4.
Il Pil 2025 non solo rallenta rispetto al 2024, con un crescita programmatica stimata a +0,5%, dopo +0,7% dell'anno prima. Ma è più che dimezzato rispetto alla previsione del +1,2% del Piano strutturale di bilancio del 27 settembre 2024. Colpa delle tensioni commerciali innescate da Trump, in primis che hanno provocato una lunga incertezza sui mercati imprevedibile fino ad un anno prima, e degli effetti dei conflitti in corso.
La Manovra taglia le tasse al ceto medio
La sfida per gli anni a venire per l'Italia e per la zona euro sarà ripensare il modello di crescita spostando il traino della crescita dall'export ai consumi interni. Il tutto mentre i Big Ue non brillano né per crescita, né gestione dei conti con la Germania 'grande malato' d'Europa che, dopo la recessione del 2024, archivia il 2025 con una crescita ai decimali (+0,2% secondo le ultime stime) e la Francia, ancora in balia della crisi politica, con il debito in impennata libera al 117,4% del pil, secondo gli ultimi dati Insee.
Il graduale attenuarsi delle incertezze sui dazi dovrebbe favorire il commercio internazionale dell'Italia che punta anche ad altri sbocchi per le sue merci, dall'America Latina agli Emirati e l'Asia. Per il biennio 2026-2027 si prevede una crescita dello 0,7 % in ciascun anno; nel 2028, la crescita salirebbe a +0,8%, trainata dai consumi e dagli investimenti. Su tutto giocherà un ruolo significativo anche l'effetto trascinamento degli investimenti del Pnrr. La Finanziaria da 22 miliardi di euro risente del necessario consolidamento dei conti ma mette le basi per la rafforzare la crescita. A partire dal taglio della seconda aliquota Irpef dall’attuale 35% al 33% per il ceto medio (dopo la riduzione delle tasse per i redditi più bassi lo scorso anno) che punta a dare ossigeno ai lavoratori con redditi entro i 50mila euro sostenendo il potere d'acquisto. Tra le misure chiave anche il pacchetto Imprese con il super ammortamento triennale e i nuovi stanziamenti per Transizione 4.0 e Zes; gli interventi per il lavoro con l'aliquota ridotta al 5% sugli incrementi contrattuali per i redditi fino a 33mila euro e i rinnovi effettuati anche nel 2024. (di Luana Cimino)

Il 2025 è stato un anno difficile per gli agricoltori italiani e più in generale europei. Molte ombre si sono addensate e poche luci hanno rischiarato il settore agroalimentare. E la grande manifestazione del 18 dicembre a Bruxelles, con migliaia di allevatori e contadini in piazza, è stata la prova tangibile di un grande disagio, espresso al colmo dell'esasperazione contro le politiche di Ursula von der Leyen che, a loro dire, mirano a smantellare la Pac 2023-2027 con un fondo unico e un consistente taglio delle risorse, ma non solo, i trattori sono scesi anche contro la proposta di accordo di libero scambio con il Mercosur. Una protesta che ha avuto come primo risultato il congelamento dell’accordo con i Paesi del Sud America all’inizio del nuovo anno. Un rinvio strategico per consentire di operare una revisione a garanzia di maggiori tutele al settore agricolo, ovvero la cosiddetta reciprocità sull’import agroalimentare, più volte invocata, a fronte del divario tra gli standard produttivi europei e quelli in vigore nei Paesi del Sud America.
Dazi
A fine anno poi è arrivata anche una nuova ‘mannaia’ dalla Cina, con l'aumento dei dazi sui prodotti lattiero caseari europei, a partire dal 23 dicembre. Con un vero e proprio blitz infatti Pechino ha stabilito di raddoppiare le tariffe, dal 21,9% sono passati al 42,7%, laddove le vendite di formaggi italiani in Cina hanno raggiunto nel 2024 un valore di 71 milioni di euro, con un aumento del 207% rispetto al 2020, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat.
I dazi cinesi sui formaggi freschi sono provvisori e antidumping ma va detto che si aggiungono alla già difficile situazione per l’export agroalimentare made in Italy, colpito duramente quest'anno dalle tariffe statunitensi, imposte da Trump al 15%, con un’ulteriore penalizzazione per la pasta italiana al +107% a causa di una misura protezionistica su alcuni marchi.
Cucina italiana patrimonio Unesco
Tuttavia, non sono tutte ombre ad aver contrassegnato il 2025. Una buona notizia è giunta pochi giorni fa da Nuova Delhi quando l’Unesco ha incoronato la cucina italiana come Patrimonio immateriale dell’Umanità[1]. Un riconoscimento che, oltre al prestigio, potrebbe tradursi in una maggiore leva economica per l’export di cibo e bevande made in Italy e, non ultimo, per incentivare il turismo enogastronomico sempre più apprezzato dai connazionali e dagli stranieri. Il settore agroalimentare, tra l'altro, secondo alcune stime, si appresta a segnare nuovi record nel 2025. L’export dovrebbe superare i 70 miliardi di euro, traguardo già raggiunto nel 2024.
Coltivaitalia
Gli agricoltori e gli allevatori italiani poi guardano al prossimo futuro con fiducia ed estrema attenzione in attesa del disegno di legge Coltivaitalia, fortemente voluto dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, in fase di approvazione in Parlamento. Sarà una boccata d’ossigeno in quanto stanzia 1 miliardo di euro per il settore. In particolare, 300 milioni sono destinati al Fondo di sovranità alimentare per stimolare le colture strategiche, 300 milioni per incrementare l’auto approvvigionamento nazionale di carni rosse e sostenere il comparto zootecnico e altri 300 milioni sono destinati al Piano olivicolo nazionale, finalizzato al rilancio dell’olivicoltura, in grave crisi negli ultimi anni, per la Xylella, la siccità e la concorrenza sleale delle importazioni di olio.
Buone prospettive si profilano per gli imprenditori agricoli più innovativi, specialmente tra le nuove generazioni, sempre più confidenti nelle biotecnologie ovvero le Tea (Tecnologie di Evoluzione Assistita), grazie al risultato raggiunto nel 2025 con l'accordo raggiunto tra Parlamento e Consiglio. Queste tecniche sono promettenti per il miglioramento genetico delle piante, senza essere equiparabili agli Ogm, e possono ridurre l’uso di agrofarmaci. Un passo importante anche se il negoziato è ancora aperto. L’Italia comunque è la prima nazione europea ad aver avviato una sperimentazione in campo delle Tea.
Nel bilancio annuale l'agroalimentare può annoverare altre misure di rilievo portate avanti con il Pnrr agricolo che ha superato 8,5 miliardi di euro, focalizzandosi su digitalizzazione, transizione ecologica e sostenibilità. Una misura chiave è rappresentata dal Parco Agrisolare, con una potenza installata di 1.700 Mw e un totale di 3,2 miliardi di euro messo a disposizione.
Inoltre, sempre nel 2025 il governo ha aumentato il sostegno ai contratti di filiera, con lo sblocco di oltre 2 miliardi di euro per ammodernare e aumentare la qualità delle produzioni. E a fine 2025, un'altra importante novità è stata introdotta dal governo con il disegno di legge di tutela dei prodotti alimentari (o agroalimentari) italiani, volta a contrastare l'italian sounding, migliorare la tracciabilità e la sicurezza alimentare, con nuove norme penali come il reato di "agropirateria" e sanzioni amministrative più severe. (di Cristina Armeni)
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Il ministero della Salute ha pubblicato online sul proprio sito la nuova circolare volta a "contrastare l'uso improprio e la diffusione illegale del fentanyl e dei suoi analoghi", diramata attraverso la Direzione generale dei dispositivi medici e del farmaco, Ufficio centrale stupefacenti. Con il documento vengono "rafforzati i controlli sulle prescrizioni" dell'analgesico e viene "introdotto un decalogo operativo per farmacie e operatori sanitari", spiega il dicastero.
La circolare
La circolare, si legge sul portale ministeriale, invita "tutte le strutture sanitarie, le farmacie e gli Ordini professionali" a "potenziare i controlli sulle prescrizioni dei farmaci contenenti fentanyl e analoghi e fornisce indicazioni operative in attesa della completa dematerializzazione delle ricette, strumento chiave per prevenire furti, falsificazioni e usi impropri".
Il documento ribadisce "l'importanza della collaborazione tra operatori sanitari, istituzioni e forze dell'ordine per prevenire l'uso improprio e non terapeutico di sostanze stupefacenti e garantire la sicurezza della filiera farmaceutica", e indica "tra le misure proposte un decalogo di buone pratiche per le farmacie, che include la verifica dell'autenticità delle ricette, l'accertamento dell'identità del paziente, il controllo della congruità delle prescrizioni e la segnalazione tempestiva di eventuali irregolarità o sospetti di frode".
Le regole
Più nel dettaglio, ecco le regole alle quali "le farmacie sono invitate ad attenersi in presenza di prescrizioni contenenti fentanyl o analoghi, benzodiazepine ecc. soprattutto se presentate su ricetta cartacea", si legge nella circolare:
"1) Verificare con attenzione l'autenticità della ricetta, valutando qualità della stampa, firma del medico, timbro, eventuali correzioni o incongruenze;
2) Accertare l'identità dell'assistito, ai sensi dell'art. 45 del Dpr 309/901 (ove applicabile);
3) Controllare l'esistenza di precedenti prescrizioni del medesimo medico, segnalando eventuali situazioni incoerenti o sospetti (ove applicabile);
4) Contattare il medico prescrittore in caso di dubbi sulla legittimità o appropriatezza della prescrizione o in caso di dubbi sull'identità del medico verificarne l'effettività al seguente link: https://portale.fnomceo.it/cerca-prof/index.php;
5) Verificare la congruità del quantitativo prescritto in base alla posologia (ove applicabile);
6) Monitorare l'eventuale ripetitività ingiustificata delle richieste da parte dello stesso paziente;
7) Registrare puntualmente la dispensazione nei sistemi informativi previsti, ove disponibili, anche a supporto delle attività di controllo;
8) Segnalare immediatamente alle autorità competenti eventuali casi di sospetta falsificazione, smarrimento, furto o danneggiamento delle ricette o del medicinale;
9) Valutare se procedere con la dispensazione in caso di dubbi sull'autenticità o sull'appropriatezza della prescrizione;
10) Conservare con cura la documentazione, assicurando la piena tracciabilità e rendendola disponibile in caso di controlli o approfondimenti".
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Operazione dei carabinieri a Cagliari, in carcere 33enne e 67enne... Abbuffate di Natale, i consigli della nutrizionista per tornare in forma: "No digiuni ma fare sport"

Cenoni, pranzi e aperitivi durante le feste sono un'occasione per stare in famiglia e con gli amici. "Giusto, quindi, trasgredire e concedersi delle 'coccole'. Tuttavia, dal 26 al 30 dicembre, così come con l'inizio del nuovo anno, è bene prendere le scarpe da ginnastica per andare a camminare o, se si preferisce, salire in sella alla bicicletta se non si ha voglia di andare in palestra". Tra i tour de force enogastronomici di Vigilia e Natale e il cenone di San Silvestro "niente 'bibitoni detox' né digiuni intermittenti. Per smaltire le calorie in eccesso il movimento resta l'unica arma efficace". Così Silvia Migliaccio, specialista in endocrinologia e nutrizione umana, presidente della Società italiana di scienze dell'alimentazione (Sisa), spiega all'Adnkronos Salute come ritornare gradualmente a un'alimentazione sana, evitando diete drastiche, per rimettere in sesto l'organismo prima del cenone di Capodanno.
"In questi giorni è bene bilanciare gli eccessi con pasti più leggeri - raccomanda Migliaccio - privilegiando proteine magre e verdure, mantenendo una buona idratazione (acqua, tisane) e reintroducendo carboidrati integrali nei pasti successivi, senza saltare i pasti, e preferendo cotture leggere per aiutare la digestione e preparare il corpo al rientro alla normalità, evitando stress e sensi di colpa". E alla domanda se faccia bene ricorrere alla crono-nutrizione, il regime alimentare che si fonda sull'assunzione di determinati alimenti in precisi momenti della giornata seguendo i ritmi della cronobiologia, l'esperta risponde: "Cenare presto per non ingrassare è inutile senza uno stile di vita sano. Oggi, dopo la cena, davanti alla Tv c'è chi mangia cioccolatini, snack vari e patatine. E' bene ricordare che oltre all'orario della cena occorre fare attenzione a cosa si mangia e alle quantità. Se si segue la dieta mediterranea e si fa sport non si corrono rischi".
Tra i consigli per i giorni successivi alle abbuffate di Natale, sono 8 i suggerimenti della nutrizionista:
"1) Iniziare da idratazione e depurazione, bere molta acqua e tisane (zenzero, finocchio);
2) Limitare sale, alcolici e bevande gassate per contrastare la ritenzione idrica;
3) A pranzo e a cena prediligere verdure per aiutare il fegato e l'intestino, carni bianche come petto di pollo alla griglia e pesce al vapore e cereali integrali (riso, pasta integrale);
4) Non saltare i pasti, evitare il digiuno;
5) Se oltre al primo non si vuole rinunciare al secondo e alla frutta, allora niente pane né dolci;
6) Fondamentale anche l'attività fisica leggera, riprenderla in modo graduale: il movimento aiuta la digestione e il metabolismo;
7) Non autoflagellarsi per gli eccessi, l'importante è sapere che una trasgressione ha un prezzo: il movimento;
8) Per perdere peso non esiste una pozione magica, ma servono costanza e consapevolezza: attività fisica e pesare le porzioni di pane e pasta".
A chi già segue una dieta, sotto stretto controllo di uno specialista in nutrizione, Migliaccio consiglia la 'dieta di compenso' (kcal 950/1.000) per "compensare appunto gli stravizi" ai quali non abbiamo rinunciato durante le festività. Colazione: 100 grammi di latte 1,8% (parzialmente scremato), caffè a piacere, un cucchiaino di zucchero, una fetta biscottata. Oppure: tè a piacere con un cucchiaino di zucchero, 2 fette biscottate. Metà mattina: una mela o un kiwi o un cappuccino. Pranzo: tonno sott'olio sgocciolato (una confezione da 80 g) o formaggio spalmabile light (80 g); pomodori o insalata o fagiolini a piacere; un cucchiaino di olio extravergine di oliva; pane (40 g) o un pacchetto di crackers da 25 g. Pomeriggio: uno yogurt magro da 125 grammi anche alla frutta o, in alternativa, un cioccolatino. Cena: petto di pollo o pesce (150 g, peso netto e crudo); insalata verde mista o zucchine a piacere; un cucchiaino di olio extravergine di oliva; pane (40 g).

Primo forfait eccellente agli Australian Open 2026. Con il primo Slam della stagione che si avvicina (inizierà il 12 gennaio), si intensifica anche la preparazione dei tennisti, con Jannik Sinner tornato ad allenarsi sui soleggiati campi degli Emirati Arabi prima di fare ritorno in patria. L'azzurro dovrà difendere il titolo conquistato lo scorso anno a Melbourne, ma chi non potrà sognare, almeno stavolta, il primo Slam della carriera è Jack Draper.
Il tennista inglese, scivolato al decimo posto del ranking Atp, è ancora reduce da un infortunio al braccio sinistro rimediato al secondo turno dello scorso Wimbledon, quando perse contro Marin Cilic e fu costretto a saltare il resto della stagione, perdendo punti importanti e l'occasione di qualificarsi alle Finals di Torino.
A dare l'annuncio del forfait è stato lo stesso Draper, con un video pubblicato sui propri canali social: "Io e il mio team abbiamo deciso di non partire per l'Australia quest'anno. È stata davvero una decisione difficile essendo l'Australian Open uno dei quattro tornei più importanti del nostro sport", ha detto rivolgendosi ai suoi fan, "purtroppo soffro ancora per questo infortunio, sono nelle fasi finali del percorso recupero e tornare in campo così presto in partite al meglio dei cinque set non sarebbe la scelta più intelligente per me e per il mio tennis".
"Ho affrontato un bel po' di ostacoli finora, ma questo è stato di gran lunga il più difficile, impegnativo e complesso che abbia mai avuto", ha spiegato Draper, "è strano: tutto questo sembra rendermi sempre più resiliente, più affamato e mi fa desiderare ancora di più di diventare il giocatore che voglio essere. Non vedo l'ora di tornare in campo nel 2026 e competere di nuovo".
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