
Due nuovi Medical Center della Fondazione Policlinico universitario Campus Bio-Medico apriranno nel 2027 a Roma nei quartieri Eur Torrino e San Paolo, potenziando l'offerta sanitaria in 2 aree strategiche della Capitale per offrire ai cittadini cure sempre più efficaci e accessibili, grazie anche all'attività svolta in 'Tariffa amica', oltre a quella in regime privato e assicurato. I nuovi centri - informa la Fondazione in una nota - estenderanno il modello di prossimità del policlinico, fondato sull'integrazione tra territorio e ospedale, in grado di unire innovazione, qualità clinica e attenzione alla persona.
Il poliambulatorio del Campus Bio-Medico nel quartiere Eur Torrino aprirà a inizio 2027 in via Amsterdam, a meno di 10 minuti di auto dalla via Pontina e dalla via del Mare, e si svilupperà su oltre 2mila metri quadrati distribuiti su 2 piani. Sarà dotato di 32 ambulatori specialistici, uno chirurgico e ambienti dedicati alla diagnostica per immagini, che comprenderanno risonanza magnetica 3 Tesla con tecnologia Whole Diffusion, ecografia, mammografia, radiografia, mineralometria ossea computerizzata (Moc) e Cone Beam. Completerà l'offerta un punto prelievi. Il nuovo poliambulatorio rappresenterà un presidio moderno e facilmente accessibile, pensato per rispondere in modo concreto ai bisogni di salute della popolazione nel quadrante sud della città.
Il Medical Center del Campus Bio-Medico in zona San Paolo, invece, aprirà nell'autunno 2027 in via Ostiense, a pochi passi dalla Basilica di San Paolo fuori le mura e dalla fermata della metropolitana B di Roma. Si estenderà su 4 piani per un totale di 2.655 metri quadrati. Il centro sarà focalizzato su check-up personalizzati e medicina preventiva, con 16 ambulatori specialistici, un ambulatorio chirurgico e una dotazione tecnologica di diagnostica avanzata che comprende risonanza magnetica 3 Tesla con tecnologia Whole Diffusion, Tac di ultima generazione, mammografia, Moc, Rx Polifunzionale, Cone Beam e 4 stanze per le ecografie. A questi servizi si aggiungeranno un punto prelievi e un'area odontoiatrica con 4 riuniti operativi. L'attività della struttura sarà specialmente dedicata alla Tariffa amica, l'iniziativa di privato sociale del policlinico che consente di effettuare visite specialistiche ed esami diagnostici a prezzi calmierati. L'obiettivo è rendere l'accesso alle cure di qualità sempre più equo e sostenibile, a beneficio delle famiglie e dei cittadini. La riqualificazione dell'immobile, inoltre, permetterà di restituire al quartiere un centro di prossimità e cura in un'area storica di Roma in profonda trasformazione.
"Con queste 2 nuove aperture la nostra Fondazione compie un passo importante nel percorso di crescita e di servizio alla collettività - dichiara il presidente della Fondazione Policlinico universitario Campus Bio-Medico, Carlo Tosti - E' un progetto che nasce da una visione chiara: portare la professionalità e i valori che ci contraddistinguono sempre più vicino ai cittadini, nel solco di quella scienza per l'uomo che guida da sempre la nostra istituzione. Con questi nuovi centri vogliamo rendere più semplice l'accesso alle cure e ai percorsi di prevenzione, garantendo servizi affidabili e in sintonia con la vita quotidiana delle persone, là dove vivono, lavorano e studiano".
"I 2 nuovi Medical Center del Campus Bio-Medico nei quartieri Eur Torrino e San Paolo rappresentano una tappa strategica del piano di sviluppo del nostro policlinico - afferma l'amministratore delegato e direttore generale della Fondazione, Paolo Sormani - Sono spazi pensati per rafforzare sempre più l'integrazione ospedale-territorio ampliando la nostra rete di prossimità con strutture moderne, tecnologicamente avanzate e focalizzate sulla persona, in linea con la nostra missione che ha sempre al centro l'umanizzazione delle cure. In questo quadro, la Tariffa amica gioca un ruolo fondamentale: ci permetterà di offrire prestazioni di alto livello a prezzi sostenibili, così da rendere concreto il nostro impegno per una sanità accessibile e solidale. In una sola frase: un'unica missione, più luoghi di cura".
Le 2 nuove strutture - ricorda la nota - si aggiungono ai poliambulatori già operativi in via Longoni nel quartiere Prenestino e a Porta Pinciana nel cuore di Roma e al Centro per la salute dellanziano (Cesa) di Trigoria, rafforzando la rete di presidi sanitari nella regione e creando una filiera integrata tra policlinico e territorio in grado di offrire continuità assistenziale e percorsi di prevenzione facilmente accessibili alla cittadinanza e alle comunità locali.
Dal 14 al 15 novembre a Cagliari convegno Breast Cancer Update...
Operazione congiunta Agenzia delle dogane e Guardia di finanza... 
In Italia si stima che oltre 1,2 milioni di persone convivano con una demenza, di cui circa 600mila con malattia di Alzheimer, con più di 4 milioni di familiari che assolvono al ruolo di caregiver. Con il progressivo invecchiamento della popolazione, questi numeri sono destinati a crescere sensibilmente nei prossimi anni. Ma il Paese è pronto per affrontare questa nuova sfida? In questo contesto è stata presentata oggi in Senato - promossa da Guido Quintino Liris, membro della V Commissione permanente Bilancio di Palazzo Madama, e alla presenza di numerosi rappresentanti istituzionali - l'iniziativa di un'indagine conoscitiva sullo stato della rete nazionale Alzheimer. L'obiettivo è raccogliere dati, testimonianze e analisi per verificare il grado di prontezza del Servizio sanitario nazionale nella presa in carico dei pazienti e per orientare futuri interventi legislativi. L'indagine mira inoltre a definire le azioni necessarie per garantire l'integrazione delle terapie già disponibili in altri Paesi (come Usa, Cina, Giappone e Australia) nel Ssn italiano, e a proporre un modello di governance uniforme che riduca le disuguaglianze oltre che assicurare un accesso equo e tempestivo ai percorsi di diagnosi, cura e assistenza.
"L'Alzheimer rappresenta una delle più grandi sfide del nostro tempo, non solo dal punto di vista sanitario, ma anche sociale, economico e umano - afferma Liris - Oggi più che mai è necessario un impegno condiviso per costruire una nuova governance nazionale capace di garantire equità, tempestività e qualità nei percorsi di diagnosi, cura e assistenza". L'indagine prevede una serie di audizioni che coinvolgeranno ministero della Salute, ministero dell'Università e della Ricerca, Conferenza delle Regioni, Aifa, Istituto superiore di sanità, Agenas, società scientifiche, associazioni di pazienti ed esperti di settore e sarà avviata tra gennaio e febbraio 2026.
L'iniziativa - spiegano in una nota gli organizzatori - nasce dalla consapevolezza della necessità di aggiornare il quadro di governance e di rafforzare la capacità organizzativa del sistema, adottando un approccio sistemico che integri prevenzione, diagnosi precoce, accesso alle innovazioni terapeutiche e presa in carico sul territorio. Il Piano nazionale demenze del 2014, infatti, se a suo tempo ha rappresentato un passo avanti importante, oggi mostra evidenti limiti rispetto alle esigenze attuali: non tiene conto, ad esempio, delle innovazioni e dei progressi in ambito diagnostico e terapeutico, né delle attuali sfide demografiche. Di conseguenza, la mancanza di linee guida aggiornate e integrate con le nuove tecnologie e approcci terapeutici limita la capacità dei professionisti sanitari nella fornitura di cure adeguate. "Su questo tema - sottolinea Alessandro Padovani, già presidente della Società italiana di neurologia e direttore della Clinica Neurologica dell'università di Brescia - ci sarebbe molto da dire, ma potremo cominciare con il modello delle reti oncologiche, ovvero di un sistema che permetta di definire livelli di complessità dal territorio al centro hub, che prevede lo sviluppo di gruppi multidisciplinari in grado di gestire la complessità delle nuove terapie biologiche e personalizzate e focalizzati sulla cura integrata del paziente in ottica olistica e di benessere a 360 gradi".
"La risposta alla sfida dell'Alzheimer passa da un dialogo costante tra pubblico e privato, fondato sulla condivisione di conoscenze - evidenzia Adele Patrini, presidente di Fondazione per la sostenibilità sociale - È per questo che la Fondazione si pone anche come ponte tra il mondo delle aziende e quello delle istituzioni, favorendo un confronto trasparente e costruttivo che metta al centro il paziente e la qualità delle cure. Collaboriamo da tempo con il cluster neuro e con aziende come GE HealthCare ed Eli Lilly che, insieme, rappresentano un modello virtuoso di alleanza tra ricerca, innovazione e istituzioni. Modello che si pone l'obiettivo di contribuire alla costruzione di una governance nazionale capace di valorizzare l’innovazione a favore dei pazienti".
"Oggi abbiamo visto un esempio concreto di come le istituzioni, i clinici e le aziende possano fare squadra per migliorare la vita dei pazienti - dichiara William Vaccani, General Manager Pharmaceutical Diagnostics di GE HealthCare Italia - La diagnostica per immagini gioca un ruolo fondamentale nel percorso terapeutico dei pazienti affetti da malattia di Alzheimer. In questo contesto, GE HealthCare investe nell'innovazione tecnologica e farmaceutica in ambito Pet e risonanza magnetica per portare soluzioni a supporto dei pazienti e dei loro caregiver". Aggiunge Federico Villa, Associate Vice President Corporate Affairs & Patient Access Italy Hub-Lilly: "L'Alzheimer è oggi una delle principali priorità di salute pubblica, con enormi ricadute sociali che gravano su famiglie e comunità locali. Da oltre trent'anni Lilly è in prima linea nella ricerca di opzioni terapeutiche per questa patologia. E' fondamentale intervenire precocemente: una diagnosi precoce può restituire tempo e qualità di vita. Ecco perché, oggi più che mai, è necessaria una forte sinergia tra pubblico e privato per implementare diagnosi e presa in carico precoce, collaborando nello sviluppo di nuovi modelli sanitari che rendano accessibile l'innovazione terapeutica a tutti coloro che sono ancora in attesa di una speranza di cura".

"Guardare all’Arabia Saudita oggi significa guardare al futuro dell’imprenditoria europea". A dirlo all'Adnkronos/Labitalia Gianni Gallucci, direttore generale di Gallucci e segretario generale di Yes for Europe, in occasione della sua partecipazione al Biban Forum 2025 e in vista della prossima missione istituzionale organizzata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale il 25 e 26 novembre. Dopo anni segnati da crisi geopolitiche, conflitti e instabilità dei mercati, Gallucci sottolinea la necessità di diversificare i propri orizzonti commerciali e di esplorare nuovi scenari di crescita.
"L’aumento dei dazi - spiega Gallucci - imposti dagli Stati Uniti e l’incertezza legata ai rapporti commerciali transatlantici stanno mettendo sotto pressione molte filiere produttive europee. In questo contesto, il Medio Oriente e in particolare l’Arabia Saudita, rappresenta un mercato strategico per bilanciare il rischio Paese, aprendo nuove rotte di collaborazione economica e culturale che permettono alle imprese di rafforzare la propria presenza globale".
"Le difficoltà - sottolinea - che il mondo della moda e del manifatturiero stanno attraversando, unite alle tensioni nei rapporti commerciali internazionali, ci spingono a guardare verso mercati più dinamici, solidi e aperti alla collaborazione. L’Arabia Saudita oggi rappresenta esattamente questo: una piattaforma per costruire valore nel lungo periodo".
Grazie alla Vision 2030, il Regno Saudita sta trasformando la propria economia, investendo in innovazione, design, turismo, sostenibilità, cultura e formazione. "E' un Paese - prosegue Gallucci - che sta ridefinendo la propria identità economica e culturale e che guarda con grande interesse all’esperienza e alla qualità del Made in Italy. I clienti non cercano solo prodotti, ma storie, competenze e partnership: un terreno ideale per le imprese europee che vogliono crescere e innovare" La storia della Gallucci, azienda calzaturiera di famiglia dal colore arancio che affonda le proprie radici centenarie nel distretto marchigiano, riflette pienamente questo spirito di adattamento e visione strategica. Oggi, accanto alla produzione di calzature per bambini, l’azienda distribuisce anche una linea di scarpe da adulto di alta qualità, scelta che nasce proprio dalla volontà di diversificare i mercati e i segmenti di prodotto di fronte a un contesto globale sempre più complesso.
Attualmente, l’azienda distribuisce principalmente in Europa, Russia e Nord America. Nel corso degli anni, la qualità delle calzature e degli accessori in pelle 100% Made in Italy ha conquistato clienti d’eccellenza: la famiglia reale svedese, la famiglia reale belga, celebrità internazionali come Madonna, Jennifer Lopez, Sarah Jessica Parker, e sportivi di fama mondiale come Klay Thompson, Stephen Curry e Kevin Durant. Nel 2017, Gallucci ha avviato una partnership con la NBA (National Basketball Association), realizzando prodotti esclusivi per gli atleti in occasione dell’All Star Game, e nel 2020 ha fornito le calzature ai giocatori del Cagliari Calcio per celebrare il centenario della società. Attraverso Yes for Europe, che riunisce le associazioni dei giovani imprenditori di oltre venti Paesi europei, Gianni Gallucci porta avanti la stessa visione di apertura e collaborazione internazionale, promuovendo progetti e scambi che favoriscano la nascita di nuove reti imprenditoriali euro-mediterranee.
“Il nostro obiettivo -sostiene - è creare ponti e non confini. L’Arabia Saudita è oggi una delle destinazioni più attrattive per chi vuole connettere tradizione e modernità, visione e concretezza. E' il momento per le imprese europee di esserci, insieme, con fiducia e strategia".
Gli oltre 1600 arbusti erano stati scoperti la scorsa estate...
Presidente Consiglio 'davanti a guerre significato più profondo'...
'Una ferita profonda nella memoria del nostro Paese'...
Azienda rivede fermate per 'alleggerire pressione del traffico'... 
in collaborazione con: Cosmedica
Uno dei trattamenti estetici maggiormente richiesti negli ultimi anni sono i trapianti di capelli. Questo perché ai nostri giorni abbiamo una tecnologia tale da riuscire ad andare a risolvere disparate casistiche, dando una soluzione definitiva. Questo può essere grazie alle tecnologie ma anche alle procedure di routine affiancate e l’attenzione individuale verso ogni casistica. Tutti questi aspetti fanno la differenza che porta a propendere il paziente nel fare la sua scelta.
L’offerta internazionale è copiosa, ma spiccano certi paesi piuttosto che altri per vari motivi. Uno dei paesi con ingente richiesta è la Turchia, che si conferma come meta di destinazione del turismo medico specializzato, per chi soffre di caduta dei capelli. Tutte le procedure sono svolte in modo sicuro e professionale, per questo il trapianto capelli Turchia è oggi apprezzato a livello internazionale. I vantaggi di scegliere come meta questo paese non sono solo di tipo tecnologico. Andiamo ad analizzare 5 cliniche richieste e capiamo perché la scelta del trapianto capelli Turchia è gettonata.
Il Boom del Settore del Trapianto Capelli in Turchia
Da dieci anni la Turchia è diventato un vero e proprio paese di riferimento nel settore della tricologia. Andare a fare il trapianto di capelli Turchia è un'opzione che porta vantaggi al paziente. Fra i cinque principali vediamo:
1. Il costo trapianto capelli Turchia[1] è molto più vantaggioso rispetto ad altri paesi fra cui gli Stati Uniti e l’Italia.
2. Il personale è qualificato e multilingue, si può avere anche un interprete in aiuto.
3. Ci sono strutture moderne e vengono utilizzati metodi dell'avanguardia.
4. In aggiunta al trattamento, è possibile anche avere tutto il pacchetto di spostamento e logistica.
5. Il paziente viene anche seguito nella fase post operatoria.
Andando ad analizzare i dati per quelli che sono gli interventi di trapianto in Turchia, questi sono in crescita costante del 20% annuo, il che implica che gli utenti si fidano e la scelgono come meta. Vediamo quindi quali sono le cliniche più apprezzate dai clienti.
Top 5 Cliniche per Trapianto Capelli Turchia
Numerose sono le cliniche per il trapianto capelli in Turchia[2]. Queste cliniche vengono considerate efficienti per tutte le motivazioni sopra menzionate. Conosciamole insieme.
1. Cosmedica
Cosmedica è presente in Turchia da oltre ben da oltre 16 anni e viene guidata nel settore dal Dottor Levent Acar, che è uno specialista di esperienza pluriennale con alle spalle oltre 20.000 interventi di successo e ha un approccio estremamente professionale, andando a utilizzare delle tecniche come la DHI Sapphire e la FUE.
In questa clinica si utilizzano delle strumentazioni e delle tecniche avanzate. Fra i suoi fiori all'occhiello il fatto che il suo team è comunque parlante inglese, con possibilità di avere traduttori nella lingua richiesta e i prezzi medi possono andare dai 2.000 ai 3.000 euro rispetto ai prezzi medi dalla tecnica DHI Saphire completa in Italia, che si aggirano sui 6-8000 euro.
2. Medhair Clinic
Al secondo posto posizioniamo la Medhair Clinic, dove si applicano il trapianto di capelli FUE e DHI. Una delle caratteristiche di questa clinica è quella di offrire il trapianto "chiavi in mano": si occuperà anche in questo caso di tutto la clinica. Il paziente viene seguito passo dopo passo con spiegazioni chiare su cosa succederà e sulle routine da adottare.
Lo staff organizza il viaggio, la logistica e la cura post operatoria. Sul sito della clinica è presente una copiosa galleria che mette in evidenza quelli che sono gli effetti del trapianto di capelli prima e dopo[3] in maniera da potersi fare un'idea chiara. Agiscono anche su altre parti del corpo quale potrebbe essere, per esempio, la barba.
3. Elithair Clinic
Specializzata in alopecia androgenetica, questa clinica è quella che viene definita la più grande al mondo nel settore della tricologia: infatti ha una superficie di circa 18.000 metri quadrati disposti su 12 -13 piani e si trova nella città di Istanbul. La clinica adotta delle tecniche all'avanguardia come per esempio la NEO FUE che è stata strutturata in questa versione della clinica stessa.
Inoltre, vanta il sistema sleep - deep che promette di gestire i trattamenti senza alcun dolore. Come le altre cliniche ha pacchetti all inclusive e la cura dei capelli trapiantati anche in fase post operatoria da remoto.
4. Smile Hair Clinic
Questa clinica si focalizza soprattutto sull'analisi dell'area donatrice, andando a progettare con cura il numero di innesti e la distribuzione estetica di tutte le unità follicolari quindi personalizzandola. In questa, come in altre cliniche, i follicoli piliferi vengono prelevati dalla parte posteriore della testa in quanto ci sono zone con maggiore capacità di essere aree donatrici: la metodologia applicata è la FUE o la DHI. Lo scopo principale è quindi dare già al paziente quale sarà il risultato finale come risultato finale dello studio attento della posizione di ogni unità follicolare.
5. Hair Palace
Hair place è una clinica specializzata, che utilizza le tecniche della FUE e DHI, offre anch’essa pacchetti all-inclusive. L’obiettivo primario della clinica è creare una esperienza rilassata al paziente con molta attenzione individuale anche all’aspetto psicologico e questo implica l’accompagnarlo in tutto il percorso, spiegandogli come e cosa avverrà passo dopo passo: in alcuni casi questa particolare attenzione al paziente deve essere alla base.
Le domande più frequenti dei pazienti
Un percorso come un intervento di trapianto, benché abbia una anestesia locale, implica un coinvolgimento fisico ed economico. Questo porta naturalmente al sorgere di domande da parte dei potenziali pazienti. Fra le varie richieste quelle a seguire sono le più comuni.
1. Una delle prime domande principali che si pongono i pazienti è se sia sicuro fare un trapianto in Turchia. La risposta è affermativa, perché le cliniche sono certificate e seguono dei protocolli internazionali. Bisogna però sempre dare un occhio al curriculum del chirurgo.
2. Una seconda domanda che sorge è se vi è differenza di prezzo soprattutto con l'Italia e la risposta anche in questo caso è affermativa: i costi sono più bassi del 50-70%.
3. Ci si domanda poi quali siano le tecniche disponibili. In cliniche come Cosmedica le tecniche applicate sono la FUE e la DHI Sapphire, che sono metodologie moderne con risultati meno invasivi rispetto alle tecniche precedenti quale la FUT.
4. Un'altra domanda frequente da parte dei pazienti è cosa aspettarsi dopo l’intervento. La crescita richiede un percorso: il risultato non è immediato. Le cliniche Turche seguono con attenzione la fase post operatoria. Le prime settimane sono incentrate alla fase di guarigione del cuoio capelluto. Si incomincia ad avere una ricrescita naturale dei capelli dopo il trapianto fino al raggiungimento di una chioma armoniosa e folta dagli 8 ai 12 mesi post intervento.
Considerazioni Finali
Arrivando a delle considerazioni finali, le offerte su trapianti di capelli a livello internazionale sono oggi molto diffuse in tanti paesi, ma bisogna tenere in considerazione che i costi cambiano da paese in paese. Con il trapianto capelli Turchia con un budget minore ci si può permettere delle tecniche più avanzate, che vanno a beneficio del paziente stesso.
Per questo motivo la Turchia è diventata una meta molto interessante per chi soffre di alopecia androgenetica e di caduta dei capelli, perché riesce a risolvere in una maniera qualitativamente elevata il proprio problema, pur contenendo l'aspetto economico.
Ottantuno lavoratori in bilico. Usb: 'sanità senza precariato'... 
Da ottobre 2021 a ottobre 2025 i prezzi dei beni alimentari in Italia sono aumentati del 24,9%, un incremento superiore di quasi 8 punti percentuali rispetto a quanto evidenziato nello stesso periodo dall’indice generale dei prezzi al consumo (+17,3%). Lo rileva l'Istat nel Focus nella nota sull'andamento dell'economia italiana.
Alla forte crescita negli anni 2022-2023 ha contribuito lo choc sui listini dell’energia, che ha colpito in misura rilevante il settore degli alimentari non lavorati, sia in modo diretto, dato il rilevante peso degli input energetici, sia in modo indiretto, alimentando l'incremento del prezzo di importanti prodotti intermedi, come i fertilizzanti.
Negli ultimi due anni, la dinamica di crescita è stata più contenuta e, in parte, sostenuta dal recupero dei margini di profitto delle imprese del settore agricolo.
L'Istat rileva inoltre il Pil stazionario nel terzo trimestre. Secondo la stima preliminare, nel terzo trimestre il Pil italiano è rimasto invariato rispetto ai tre mesi precedenti. Il risultato è stato inferiore a quello di Francia e Spagna e analogo a quello della Germania. La domanda nazionale (al lordo delle scorte) ha fornito un apporto negativo, mentre la componente estera netta ha contribuito positivamente. L’incremento congiunturale nullo è stato il risultato di un aumento in agricoltura, una contrazione dell’industria e di una stazionarietà nei servizi. La variazione acquisita per il 2025 è pari a +0,5%.

in collaborazione con: lineonline
Chi lavora ogni giorno in cantiere, in officina o in fabbrica sa bene quanto sia importante indossare delle scarpe antinfortunistiche affidabili[1]: queste rappresentano uno degli equipaggiamenti di sicurezza più importanti, perché spesso fanno la differenza tra un piccolo incidente e un infortunio vero e proprio.
Non a caso negli ultimi anni è stata posta ancora più attenzione agli standard di sicurezza che definiscono le calzature antinfortunistiche: il 2025 è stato l’anno che ha visto attuare il grosso dei cambiamenti dovuti all’aggiornamento della normativa europea EN ISO 20345.
La nuova versione, pubblicata nel 2021 ed entrata in vigore nel 2022, sostituisce la vecchia norma del 2011 e introduce una serie di miglioramenti concreti, nati per aumentare la sicurezza, la comodità e la durata delle scarpe da lavoro.
Nuove classi di sicurezza
Le vecchie sigle che rappresentano le classi di sicurezza della scarpe come S1, S2 e S3 restano, ma sono state introdotte due nuove classi: S6 e S7. Le novità di queste? Il riferimento a scarpe completamente impermeabili, pensate per chi lavora in ambienti molto umidi o all’aperto.
Un’altra importante novità è la resistenza agli idrocarburi (FO) non più considerata obbligatoria nelle classi S1-S3, ma diventata ora un requisito aggiuntivo.
Le principali novità tecniche
La nuova EN ISO 20345:2022 ha introdotto test più realistici, materiali innovativi e sigle aggiornate per garantire maggiore sicurezza e comfort.
Ecco, in breve, le principali novità da sapere:
• Protezione dalla perforazione
Introdotti tre nuovi tipi di lamina contro la perforazione da oggetti:
P → indica una lamina in acciaio, molto resistente;
PL → indica una lamina tessile, leggera e flessibile;
PS → indica una lamina tessile rinforzata e garantisce la massima protezione da oggetti sottili.
La lamina tessile è quella da prediligere se si è alla ricerca di scarpe antinfortunistiche leggere[2].
• Test antiscivolo e resistenza all’acqua
In passato, per distinguere una scarpa antiscivolo, si utilizzavano le sigle SRA, SRB e SRC. Adesso queste sono state sostituite da un’unica sigla: SR.
Questa può sembrare una banale semplificazione ma in realtà, sta a indicare che il test a cui è stata sottoposta la scarpa è più preciso e soprattutto, realistico: la suola viene testata su superfici bagnate e scivolose simili a quelle che si sperimentano realmente sul posto di lavoro.
Anche per quanto riguarda la resistenza all’acqua, sono state introdotte alcune novità importanti:
la vecchia sigla WRU è stato sostituita da WPA, che indica quanto la parte superiore della scarpa sia in grado di resistere all’acqua.
In passato, il controllo WRU si limitava a verificare la resistenza all’acqua sullo strato superficiale della scarpa; ora invece, la sigla WPA indica un test volto a misurare in modo preciso quanta acqua penetra e quanta viene invece assorbita dalla tomaia della scarpa.
Se si è alla ricerca di una scarpa completamente impermeabile, la sigla a cui prestare attenzione è WR (dall’inglese, water resistance).
A cosa prestare attenzione oggi
In pratica, oggi la nuova EN ISO 20345:2022 è ormai una realtà consolidata: dal 2022 i produttori certificano i nuovi modelli seguendo questi standard e tutte le scarpe in commercio dovranno adeguarsi a queste regole.
Prima di acquistare un nuovo paio di scarpe antinfortunistiche o un capo di abbigliamento da lavoro[3], è quindi essenziale verificare sempre che il modello scelto sia conforme alle normativa aggiornate.
Lineonline.it è da anni un punto di riferimento affidabile per chi cerca prodotti conformi e garantiti dai migliori marchi del settore.

"L'ho accoltellata e voglio darle fuoco". Momenti di terrore a Ficarazzi, nel Palermitano, dove un 24enne, già noto alle forze dell’ordine e affetto da disturbi psichici, è stato arrestato in flagranza dai carabinieri per atti persecutori nei confronti della ex compagna. A far scattare l’intervento dei militari è stata una chiamata al 112 proprio del giovane che, in preda al delirio, ha detto loro di trovarsi in un casolare abbandonato, di aver accoltellato la fidanzata e di volerle dare fuoco. Giunti immediatamente sul posto, i carabinieri hanno trovato la donna, sotto choc, che ha raccontato loro di essere stata poco prima afferrata per la gola e minacciata con un coltello. Anche davanti ai carabinieri, il 24enne, che già aveva iniziato ad appiccare le fiamme ad alcune sterpaglie all’interno del casolare, ha continuato a minacciarla di morte.
Il giovane, trovato con due coltelli (uno a serramanico di 12 centimetri e uno da cucina con la lama di 9 centimetri) e un accendino, è stato bloccato e arrestato. Agli investigatori dell'Arma la vittima ha raccontato i mesi di paura vissuti, le persecuzioni e le centinaia di messaggi con minacce che l’hanno costretta a vivere in uno stato di costante d’ansia. L'arresto del 24enne è stato convalidato e il gip di Termini Imerese ha disposto la custodia cautelare in carcere.

Sorpresa per Achille Polonara. Il cestista azzurro è tornato a casa dopo il trapianto di midollo osseo e il comaper 10 giorni per combattere la leucemia mieloide diagnosticatagli lo scorso giugno. Ad attendere il giocatore, che ha firmato per la Dinamo Sassari, infatti c'era Bruno Barbieri, che ha preparato per lui un pranzo di bentornato con il suo piatto preferito, i tortellini alla panna.
Una sorpresa organizzata da Nicolò De Devitiis e andata in onda nell'ultima puntata delle Iene di martedì 11 novembre. Il servizio testimonia il ritorno a casa del campione e l’abbraccio con i suoi figli, Achille Jr. e Vittoria, che lo attendevano con trepidazione, oltre al coraggio della moglie Erika Bufano, che lo ha sostenuto in ogni momento.
Visualizza questo post su Instagram
Un post condiviso da Nicolò De Devitiis (@divanoletto)[1]
Il tutto è stato documentato anche da un post Instagram di De Devitiis, che pubblicato un carosello di foto sul proprio profilo scrivendo: "Bentornato finalmente a casa Achillone!! A Le Iene il rientro definitivo a casa con due sorprese speciali".

È finita nella bufera per essersi vantata di aver usato un pass disabilità per saltare la fila al parco divertimenti. Lei è Camilla De Pandis, tiktoker da 1,5 milioni di follower sulla piattaforma, ha 20 anni ed è di Milano. Ha realizzato un video vlog mentre si trovava negli Stati Uniti per una vacanza tra amici. Più precisamente, Camilla ha trascorso circa due settimane a Miami con un giorno di trasferta a Orlando, in Florida.
Lì, la ragazza è entrata nel parco Universal Studios procurandosi un pass per disabilità falso per saltare la fila delle attrazioni. Nel filmato, Camilla si mostrava divertita e compiaciuta del 'trucco' definendolo un gesto di furbizia. Il contenuto, tuttavia, ha scatenato una pioggia di critiche e indignazione sui social, che l'hanno accusata di aver mancato di rispetto alle persone con disabilità.
Travolta dalle polemiche, la tiktoker è intervenuta con un commento social per chiedere scusa ammettendo l'errore: “Abbiamo sbagliato a fare il pass per saltare la fila e lo ammetto, mi dispiace. Non abbiamo preso in giro i bambini con disabilità, è stato un gesto immatura preso dal momento e sono dispiaciuta di questo”. Le parti incriminate del video sono state rimosse per evitare di “normalizzare una cosa sbagliata”.
“Sono la prima che ha avuto a che fare nella sua vita con persone di diverse disabilità, non era in alcun modo un voler prendere in giro nessuno, era tutto legato al saltare la fila non assolutamente a mancare di rispetto a nessuno”, ha aggiunto Camilla.

"Il Piano Mattei non è solo un’iniziativa italiana ma è ormai una strategia di respiro europeo e internazionale, che guarda lontano e sta riscuotendo sempre maggiore condivisione". Così la presidente Giorgia Meloni in un passaggio del suo videomessaggio al Parlamento europeo sul Piano Mattei per l’Africa e Global Gateway.
Il Piano Mattei "non è più un’idea, ma è una realtà operativa che sta producendo risultati concreti. Voglio ricordare tre numeri su tutti: il coinvolgimento diretto di ormai 14 Nazioni africane, oltre un miliardo di euro di risorse già impegnate dall’Italia per progetti nel Continente africano, la sinergia con il Global Gateway che vale più di un miliardo e duecento milioni di euro".
L'Italia "continuerà a essere un ponte tra Europa e Africa, mettendo a disposizione la competenza delle proprie imprese, la forza delle sue istituzioni, la sua grande tradizione di dialogo", ha detto ancora Meloni aggiungendo che il Piano Mattei è "un tema che sta particolarmente a cuore alla sottoscritta e al governo italiano". E ricordando che coinvolge "14 nazioni africane" e può contare su "oltre un miliardo di euro di risorse già impegnate dall'Italia per progetti nel continente africano". C'è inoltre una rilevante "sinergia con il Global Gateway, che vale più di un miliardo e 200 milioni di euro".
Cooperazione che oggi, ricorda la presidente del Consiglio, si concentra su "quattro grandi iniziative strategiche", vale a dire "la realizzazione del corridoio infrastrutturale di Lobito, per collegare l'Africa Occidentale a quella Orientale, unendo Angola, Repubblica Democratica del Congo e Zambia", per migliorare il collegamento con i porti sull'Atlantico dei giacimenti minerari del Katanga e di Lusaka. Altro ambito di cooperazione, "lo sviluppo delle filiere produttive del caffè in diverse nazioni africane", nonché "l'estensione verso l'Africa Orientale del cavo Blue Raman, la dorsale marittima che collegherà l'India all'economia europee passando per il Medio Oriente".
Infine, "il Mediterranean Ia Hub for Sustainable Development di Roma, che coinvolgerà centinaia di startup africane, per applicare l'intelligenza artificiale ai diversi settori del piano. Stiamo portando avanti questo lavoro - aggiunge Meloni - perché siamo convinti che investire nel futuro dell'Africa significhi investire nel futuro dell'Europa stessa". Meloni ricorda poi "la presentazione di poche settimane fa a Bruxelles del Global Gateway Hub, la piattaforma permanente che coordinerà i progetti e gli investimenti europei nel continente africano. Lo spirito che guida la nostra azione - ribadisce infine - è quello che si ispira a Enrico Mattei, un grande italiano, un visionario che, con il suo patriottismo pragmatico, ha servito l'interesse nazionale, costruendo ponti e cooperazione con gli altri popoli".
Il portiere azzurro: 'Buffon mi ha fatto innamorare dei guanti'... 
Al via davanti ai giudici della Terza Corte di Assise il processo per Mark Antony Samson, reo confesso dell’omicidio della sua ex fidanzata Ilaria Sula. La giovane è stata uccisa lo scorso marzo nell’appartamento di via Homs, nel quartiere Africano a Roma, con tre coltellate al collo e abbandonata in una valigia in fondo a un dirupo nella zona di Capranica Prenestina.
Alla luce di tutti gli elementi emersi nel corso dell’indagine i pm capitolini, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, che contestano l’accusa di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione, oltre a quelle dei futili motivi e della relazione affettiva con la vittima e l’occultamento di cadavere, hanno chiesto e ottenuto il giudizio immediato[1].
In aula a piazzale Clodio è presente l’imputato e i genitori, il fratello e gli amici della vittima con una con la foto della studentessa uccisa e la scritta “Giustizia per Ilaria”.
“O torna con me o la uccido[2]”, ero uno dei messaggi trovati dagli inquirenti nel telefonino del giovane e da cui emerge il ‘progetto’ del femminicidio. Nell’ordinanza con cui lo scorso aprile è stato convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere, il gip Antonella Minunni aveva sottolineato come “ciò che colpisce è il suo atteggiamento di forte autocontrollo e lucidità[3], in particolar modo nella fase successiva all'omicidio di Ilaria. Nonostante egli avesse detto più volte di non riuscire a vivere senza Ilaria e a non immaginare una vita senza di lei, dopo averla brutalmente uccisa ed essersi liberato del cadavere della ragazza, riesce a rientrare nella normalità sin da subito”. La posizione della madre di Samson, accusata di concorso in occultamento di cadavere aggravato dal nesso teleologico, è stata invece stralciata e il prossimo 28 novembre il gip dovrà esprimersi sulla richiesta di patteggiamento a due anni.

Troppi psicofarmaci a bambini e ragazzi sotto i 17 anni? No agli allarmismi "i dati sull’aumento dell’uso in età evolutiva non devono essere letti come un segnale di allarme, ma come uno stimolo alla riflessione e alla responsabilità condivisa", spiegano Stefano Vicari, direttore della Neuropsichiatria infantile dell’ospedale Bambino Gesù di Roma e Gabriele Masi, referente del Coordinamento primari emergenze psichiatriche in età evolutiva proponendo una riflessione sul recente Rapporto Osmed sull’uso dei farmaci in Italia, che, nel 2024, segnala che la prevalenza nell’uso di psicofarmaci sotto i 17 anni quasi triplicata rispetto al 2020, passando dallo 0,26% allo 0,57%. "Un dato che richiede invece una lettura attenta e articolata", dicono i due specialisti che scrivono "queste riflessioni come coordinatori dei primari reparti di emergenza psichiatrica per l’età evolutiva (0–18 anni), in un momento in cui i dati sull’uso di psicofarmaci nei minori stanno suscitando un ampio dibattito".
Cosa dice il Rapporto Osmed
"Da un lato - precisano - serve prudenza, affinché ogni prescrizione sia frutto di un’attenta valutazione e di un monitoraggio continuo; dall’altro, non possiamo ignorare che molti bambini e adolescenti con disturbi psichici in Italia non ricevono ancora un aiuto adeguato. Psicofarmaci in età evolutiva: tra allarme e consapevolezza". Prima di tutto, "non è tanto l’aumento numerico in sé a essere significativo, quanto la domanda che dobbiamo porci: questo maggiore ricorso ai farmaci risponde davvero ai bisogni clinici dei bambini e degli adolescenti?", evidenziano sottolineando che "in Italia, le stime indicano che solo 1 ragazzo su 15-20 tra quelli che potrebbero trarre beneficio da una terapia farmacologica la riceve davvero. È la percentuale più bassa tra i Paesi europei a noi più simili". La prescrizione di psicofarmaci in età evolutiva "deve sempre avvenire con grande prudenza e competenza, da parte di specialisti esperti, seguendo alcuni principi fondamentali", segnalano Masi e Vicari.
I principi da valutare
Questi i principi: 1) Valutazione globale. La decisione di prescrivere un farmaco deve inserirsi in una comprensione approfondita della situazione del minore, tenendo conto non solo degli aspetti medici, ma anche di quelli psicologici, familiari e sociali; 2) obiettivi chiari e verificabili. I sintomi da trattare devono essere ben definiti, osservabili e monitorabili nel tempo, così da poter valutare se il farmaco stia davvero aiutando. 3) Monitoraggio costante, Dopo l’inizio della terapia, è essenziale verificarne con regolarità efficacia e tollerabilità. Entro tre mesi deve essere effettuata una valutazione complessiva del rapporto rischi-benefici per decidere se proseguire, modificare o sospendere il trattamento. 4) Revisione periodica. Poiché i disturbi in età evolutiva possono cambiare con lo sviluppo o grazie ad altri interventi terapeutici, è necessario prevedere momenti in cui, anche in presenza di buoni risultati, si valuti una graduale riduzione o sospensione del farmaco, per verificare se il miglioramento possa mantenersi anche senza terapia.
Per i due esperti "parlare genericamente di psicofarmaci può essere fuorviante. Questo termine comprende categorie di farmaci molto diverse tra loro per efficacia e per possibili effetti indesiderati. Gli stimolanti (utilizzati per l’Adhd), i farmaci serotoninergici (per la depressione o il disturbo ossessivo-compulsivo), gli stabilizzanti dell’umore (per il disturbo bipolare) e i bloccanti dei recettori D2 (usati nelle psicosi, nei disturbi del comportamento nell’autismo o nella disabilità intellettiva) hanno profili d’uso molto differenti.
Questi ultimi, in particolare, richiedono controlli periodici accurati, soprattutto se usati a lungo, poiché presentano un rischio maggiore di effetti collaterali. Alla luce di ciò, è utile considerare alcuni punti chiave e guardare i numeri reali, non solo le percentuali. Dire che l’uso degli psicofarmaci 'è triplicato' può sembrare allarmante, ma il dato va contestualizzato: in Italia, la prevalenza è passata dallo 0,26% allo 0,57%. Si tratta di un aumento, certo, ma i livelli restano molto più bassi rispetto ad altri Paesi europei. In Francia le percentuali sono circa tre volte superiori, e in Spagna ancora più alte — per non parlare dei Paesi nordici. Pensare che solo l’Italia abbia trovato il 'giusto equilibrio' e che tutti gli altri sbaglino sarebbe un errore: come spesso accade, la verità sta nel mezzo.
E ancora. "Parlare genericamente di 'psicofarmaci ai bambini' è impreciso. L’aumento riguarda l’intera fascia sotto i 18 anni, ma con un picco tra i 12 e i 17 anni, cioè soprattutto negli adolescenti. È in questa età che emergono le forme più complesse e severe di disagio psichico, che spesso richiedono, accanto alla psicoterapia e al sostegno familiare e sociale, anche un intervento farmacologico mirato".
Inoltre "parlare solo della 'prevalenza d’uso' non basta: bisogna chiedersi quante persone avrebbero effettivamente bisogno di un trattamento e non lo ricevono. È giusto preoccuparsi per chi assume un farmaco, ma dovremmo preoccuparci altrettanto — forse di più — per chi non riceve alcun trattamento, pur avendone necessità", concludono gli esperti secondo i quali "la vera sfida non è solo limitare l’uso dei farmaci, ma garantire che chi ne ha davvero bisogno possa accedere a cure appropriate, integrate e tempestive. Parlare di salute mentale nei più giovani significa promuovere una cultura dell’ascolto, della competenza e della cura, perché il benessere psicologico dei ragazzi è — e deve restare — una responsabilità di tutti".

È morto all'età di 59 anni l'ex senatore ed ex sindaco di Albisola Superiore, in provincia di Savona, Franco Orsi. Il politico, eletto con Forza Italia, che aveva ricoperto anche la carica di vicepresidente della Regione dal 2000 al 2005, ha avuto un malore che si è rivelato fatale ieri sera, nella sua abitazione di Sassello.
Lo ricorda il presidente di Regione Liguria Marco Bucci: "Apprendo con profonda tristezza la notizia della scomparsa di Franco Orsi, già senatore della Repubblica, ex vicepresidente della Regione Liguria e sindaco di Albisola Superiore". "Da sempre impegnato per la Liguria e il suo territorio - prosegue Bucci -, Orsi ha dedicato gran parte della sua vita all’attività politica e amministrativa, animato da passione, competenza e spirito di servizio verso la comunità. Alla sua famiglia e ai suoi cari rivolgo le più sincere condoglianze e la vicinanza della Regione Liguria in questo momento di dolore".

Ancora polemica tra Filippo Magnini e la giuria di Ballando con le stelle. Dopo lo scontro andato in onda nella puntata di sabato 8 novembre, l'ex nuotatore è tornato sui social con un nuovo velato attacco.
Durante le prove con la maestra Alessandra Tripoli, Magnini ha registrato un vide selfie ironico dal tono pungente: "Da ogni situazione bisogna prendere il lato sempre positivo e questa settimana il lato positivo è che ballerò di più...", ha esordito Magnini.
E poi ironicamente ha aggiunto: "E te ne dico un'altra... so quando uscirò e cioè per primo, allo spareggio. Quasi tutto positivo, quasi... adesso sotto perché dobbiamo preparare tre balli in quattro giorni", ha concluso. Nel prossimo appuntamento Magnini sfiderà Andrea Delogu - di ritorno in pista dopo due settimane di assenza - e Marcella Bella.
Il video è stato interpretato da molti come un riferimento diretto alle tensioni con la giuria di Ballando, dopo la discussione in diretta televisiva[1]. Durante la scorsa puntata Magnini aveva espresso il proprio malcontento contro la giuria: "Ho l'impressione che a me facciate le pulci. Fate notare sempre qualcosa che non va, a prescindere dai voti. Io non sono Roberto Bolle, sono un concorrente. Non capisco cosa pretendiate da me", aveva detto il concorrente.
L'ex nuotatore aveva poi rincarato la dose: "Mi devo togliere un sassolino e fare il rosicone fino alla fine. Ho visto clip bellissime per altri concorrenti, penso di essere stato l'unico a cui qualcuno ha rotto le scatole facendo riferimento a mia moglie. Quello che ho sentito non mi è piaciuto: 'Se lei è qui balli male, se non c'è balli bene'...", aveva aggiunto Magnini.
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