"Sei impazzito a lasciare sola un bambina di 6 anni?", il messaggio di Ilary Blasi a Francesco Totti

"Ma sei impazzito a lasciare da sola in casa una bambina di 6 anni? Ho sentito due volte" nostra figlia "stasera e mi ha detto che è a casa da sola da più di due ore perché tu sei a cena fuori". E' questo il messaggio di Ilary Blasi inviato all'ex marito Francesco Totti la sera del 26 maggio del 2023, alle 23.19, depositato agli atti nel corso dell'udienza di opposizione all'archiviazione nel procedimento che vede indagato l'ex numero 10 della Roma per abbandono di minore[1] insieme all’attuale compagna Noemi Bocchi e alla tata che vive nello stesso palazzo.
Per i pm che sollecitano l’archiviazione, a cui si sono opposti i legali di Blasy, “non vi è mai stato un reale pericolo per i minori, la più piccola aveva un telefono con il quale poteva chiamare la madre, era con bambini più grandi e la tata, pur non presente, era ‘verosimilmente’ disponibile a salire subito perché vive nello stesso palazzo”.
"Il dato certo è che la bambina è stata abbandonata - afferma all'Adnkronos il legale di Blasi, l'avvocato Fabio Lattanzi - L’altro dato certo è che la moglie del portiere ha mentito dicendo che era in casa. La domanda è perché ha mentito. Aspettiamo fiduciosi la decisione del giudice". Al termine dell'udienza di oggi a piazzale Clodio il gip si è riservato di decidere nei prossimi giorni.

Donald Trump gode di una salute cardiovascolare "eccellente" e non presenta alcuna anomalia agli organi interni. È quanto emerge dagli esami del presidente degli Stati Uniti condotti nell’ambito del check-up medico completo richiesto per la sua fascia d’età, tra cui una risonanza magnetica eseguita durante una visita a sorpresa in ospedale lo scorso ottobre, circostanza che aveva inizialmente alimentato speculazioni sulle sue condizioni fisiche. Il responso è contenuto in un report diffuso dalla Casa Bianca e illustrato dal medico personale del presidente, Sean Barbabella.
Nel documento, si chiarisce che le analisi effettuate rientrano nelle procedure standard previste per un "executive physical" - il controllo sanitario approfondito riservato ai capi di Stato - e hanno finalità preventive: "Identificare eventuali problemi in fase precoce, confermare lo stato generale di salute e garantire che il presidente mantenga vitalità e funzionalità a lungo termine".
Barbabella sottolinea che "le immagini cardiovascolari del presidente sono perfettamente normali: non ci sono evidenze di restringimenti arteriosi che possano compromettere il flusso sanguigno né anomalie al cuore o ai principali vasi". Il report precisa inoltre che "le camere cardiache sono di dimensioni normali, le pareti vascolari appaiono lisce e in buone condizioni, e non vi sono segni di infiammazione o coaguli". In conclusione, "il sistema cardiovascolare mostra un’eccellente salute".
Anche l’esame dell’addome non ha rilevato alcuna criticità: "Tutti i principali organi appaiono molto sani" si legge nel testo, che conferma come "tutti i parametri valutati rientrino nei limiti della norma, senza preoccupazioni acute o croniche". "Questo livello di approfondimento è standard per un presidente dell’età di Trump e conferma che continua a godere di un’eccellente salute complessiva", conclude il report.
Assemblea a Uta in vista dell'arrivo di 92 detenuti... 
Oltre 150 imprenditori italiani operativi negli Emirati Arabi Uniti hanno preso parte a 'L’evento degli italiani a Dubai', l’appuntamento organizzato da FenImprese Dubai con l’obiettivo di celebrare il valore, la crescita e la visione strategica dell’imprenditoria italiana all’interno di uno dei mercati più dinamici e competitivi del mondo. La serata, ospitata nella cornice di 'L’Atelier de Joël Robuchon', nel cuore del Difc gate village, "ha registrato un’affluenza senza precedenti, confermando l’importanza del ruolo svolto da FenImprese come punto di riferimento istituzionale, relazionale e strategico per le aziende italiane presenti negli Emirati", spiegano da Fenimprese.
L’evento ha visto la partecipazione delle massime cariche della Federazione: Luca Vincenzo Mancuso, presidente nazionale, Andrea Esposito, direttore nazionale, Simone Razionale, coordinatore nazionale Al loro fianco, il padrone di casa: Daniele Pescara, presidente di FenImprese Dubai e coordinatore internazionale delle sedi estere FenImprese.
Durante gli interventi istituzionali, il direttivo nazionale ha espresso parole di forte apprezzamento nei confronti del Presidente Pescara, riconoscendone: l’impegno costante nel rafforzamento della Federazione negli Emirati, la capacità di costruire una rete solida, credibile e qualificata di imprenditori italiani, il contributo determinante nell’organizzazione e nel successo della serata. Il Presidente Mancuso, aprendo ufficialmente l’evento, ha sottolineato come Dubai stia rappresentando "un hub strategico per la pmi italiana, un luogo dove innovazione, semplificazione fiscale e visione internazionale creano un terreno fertile per la prosperità".
Nel corso dell’evento è emerso con chiarezza come FenImprese Dubai sia oggi una delle realtà più attive e strutturate nel supportare l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Grazie alla direzione del Presidente Pescara, la sede emiratina ha saputo: "aggregare una comunità imprenditoriale attiva, coesa e orientata alla crescita, fornire supporto operativo e istituzionale alle aziende in fase di avviamento o espansione, creare un ecosistema di networking basato su fiducia, competenze e opportunità concrete. Dubai, con il suo ruolo di piattaforma globale per il commercio, la finanza e l’innovazione, rappresenta un punto cruciale della strategia internazionale della Federazione", spiegano da Fenimprese.
La serata ha ospitato anche l’intervento di Marianna Gatto, podcaster e creator italiana, ideatrice del format digitale Mariana in Dubai'. Sul suo canale YouTube racconta ogni settimana la vita quotidiana negli Emirati: luoghi, esperienze, consigli pratici e visioni autentiche sulla città che non sempre emergono dalle narrazioni tradizionali. Durante l’evento, Marianna ha presentato in anteprima Tic – the italian connection, il nuovo progetto editoriale e digitale dedicato a chi desidera comprendere a fondo le opportunità e le dinamiche degli Emirati Arabi.
I 150 imprenditori presenti hanno dato vita a un momento di networking ad altissimo livello, che ha valorizzato la competenza e l’eccellenza del Made in Italy nei settori: consulenza aziendale, innovazione tecnologica, food beverage, immobiliare, design e architettura, finanza, servizi professionali, investimenti.

“Ci sentiamo come fossero entrati in casa nostra, feriti. Questa è la casa di Dio e noi siamo la famiglia di Dio. La sentiamo come casa nostra, è casa nostra e sappiamo quello che è avvenuto. Le indagini sono in corso, e accerteranno quanto accaduto. Chi ha compiuto quel gesto è sempre un figlio di Dio e lo perdoniamo. Da questo episodio questa comunità parrocchiale deve uscire più forte”. Così il cardinale vicario di Roma, Baldassarre Reina, dal pulpito della parrocchia San Nicola di Bari, a Ostia, profanata martedì scorso con escrementi umani lasciati in diversi punti della chiesa, incluso l’altare[1]. Questa sera, durante la messa di purificazione in corso, acqua santa è stata cosparsa su tutti i muri dell’edificio.
“Alla luce di quanto accaduto, che tanto ci ha ferito, proviamo le stesse sensazioni di quando succede qualcosa di brutto - ha detto Reina - Scoraggiarsi innanzitutto. Anche io, quando ho saputo, ho pensato ‘come si può arrivare a tanto?’. Poi però da qui dobbiamo uscire più forti, attraverso un forte senso di famiglia, di chiesa. Il male lo si vince con il bene. Nessuno potrà garantirci che cose simili non accadranno, ma dobbiamo stringerci affinché riusciamo a superare il male con il bene, affinché non sia offesa la chiesa, la comunione, la nostra presenza di cristiani in questo mondo. Stringerci per essere quella chiesa, quella casa di cui parla Gesù, costruita sulla roccia”.
“Sgomento e amarezza ci hanno sorpresi davanti a un atto sacrilego, ma poi un cristiano senso di resilienza ci ha spinti a prendere in mano la situazione, non solo concretamente, pulendo, ma anche spiritualmente, pregando e digiunando”. Così una rappresentante della comunità parrocchiale di San Nicola di Bari.
Fratelli d'Italia e il Pd calano, il M5S cresce. E' il quadro del sondaggio Swg per il Tg La7 oggi 1 dicembre 2025, con le intenzioni di voto in caso di elezioni. Il partito guidato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni si conferma ampiamente la prima forza pur perdendo lo 0,3%. Fratelli d'Italia scende al 31,3% ma conserva oltre 9 punti di vantaggio sul Pd della segretaria Elly Schlein, che cede lo 0,1% e si attesta al 22,2%. In crescita il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, che guadagna lo 0,2% e arriva al 12,7%.
Fuori dal podio, stabile Forza Italia che rimane al 7,9% e viene agganciata dalla Lega, che guadagna lo 0,2% in una settimana. Passo indietro di Verdi e Sinistra, che cedono lo 0,1% e ora valgono il 6,9%.
Staccate Azione (3,3%), Italia viva (2,4%), +Europa (1,5%) e Noi Moderati (1,2%). Le altre liste, nel complesso, valgono il 2,7%.

Il discorso di Mario Draghi sull'intelligenza artificiale, pronunciato oggi alla cerimonia di inaugurazione del 163esimo anno accademico del Politecnico di Milano, può segnare una discontinuità nell'analisi dell'approccio all'AI e, in particolare, rispetto ai rischi che corre l'Europa se non colma il ritardo che ha già accumulato. E' un discorso lungo e articolato che poggia su una tesi di fondo: in questa fase la crescita è possibile solo con l'innovazione tecnologica, senza si rischiano stagnazione prima e impoverimento poi.
La premessa è che l'AI "può essere solo uno strumento, ma ciò che la rende eccezionale è la sua capacità di diffondersi nell’economia in tempi molto più rapidi rispetto alle precedenti rivoluzioni tecnologiche" e che "la divergenza tra i Paesi che abbracciano l’innovazione - e quelli che esitano - si allargherà sensibilmente e rapidamente negli anni a venire. È per questo che l’Europa vive oggi un momento di verità". Il punto di arrivo del ragionamento, che l'ex presidente della Bce esplicita fin dall'inizio, è che "se non colmiamo questo divario e non adotteremo queste tecnologie su larga scala, l’Europa rischia un futuro di stagnazione, con tutte le sue conseguenze".
Parlando del rapporto tra opportunità e rischi legati all'intelligenza artificiale, Draghi evidenzia due punti fondamentali. Primo: "La velocità e l’ampiezza della sostituzione del lavoro non sono determinate solo dalla tecnologia, ma dalle politiche che vengono attuate dai governi: dipenderà dalle scelte che questi faranno se la prosperità creata con l’uso dell’IA verrà condivisa con tutti i lavoratori oppure, come sta avvenendo attualmente, affluirà solo ad alcuni". Secondo: "Ciò che è spesso assente nelle discussioni sul tema è la considerazione di quanto queste tecnologie possano aiutare a ridurre alcune delle diseguaglianze che più incidono sulla vita quotidiana delle persone". Emblematico il caso dell'istruzione, oggi affidata spesso alle opportunità che concede il contesto di provenienza e la 'fortuna' negli incontri che si fanno. L'AI, osserva Draghi, "ha il potenziale per ridurre questa componente casuale. I sistemi di tutoraggio personalizzato possono adattarsi al ritmo e alle esigenze di ogni studente, offrendo in linea di principio a ogni bambino un accesso a un’istruzione di alta qualità".
Poi c'è il tema delle regole. "Una politica efficace in condizioni di incertezza richiede adattabilità: la capacità di rivedere le ipotesi, riequilibrare quei pesi, adeguare rapidamente le regole man mano che emergono evidenze concrete sui rischi e sui benefici". Il problema è che "alcune delle regole che ci siamo dati ostacolano la fase successiva all’innovazione soprattutto per le imprese giovani, che non dispongono delle risorse necessarie per affrontare la complessità giuridica e la frammentazione nei mercati dei ventisette paesi membri".
Il primo passo per riportare l’Europa sulla strada dell’innovazione, suggerisce l'ex presidente della Bce, "è quindi cambiare questa cultura della precauzione: ridurre l’onere della prova che imponiamo alle nuove tecnologie e attribuire al potenziale dell’IA lo stesso peso che attribuiamo ai suoi rischi. Ma soprattutto occorre agilità nel saper riconoscere quando la regolamentazione è stata resa obsoleta dagli sviluppi della tecnologia e cambiarla rapidamente". (Di Fabio Insenga)

La pista dell'omicidio-suicidio, con il marito che avrebbe ucciso la moglie prima di togliersi la vita, è al momento quella ritenuta più probabile dagli investigatori nella tragedia di via Giampaolo Orsini, nel quartiere di Gavinana a Firenze, dove domenica pomeriggio sono stati trovati senza vita Franco Giorgi, 74 anni, antiquario noto in città, e la moglie Gianna Di Nardo, 68 anni, ex dipendente comunale in pensione. A scoprire i due corpi è stato il figlio della coppia, Tommaso, 35 anni, entrato nell'abitazione intorno alle ore 14.30 dopo che i genitori non rispondevano al telefono.
I carabinieri del nucleo operativo e della scientifica, arrivati subito dopo l'allarme, hanno trovato i coniugi a terra tra ingresso e soggiorno[1], circondati da ampie tracce di sangue presenti in più stanze dell'abitazione. Entrambi presentavano numerose ferite da arma da taglio. È stato sequestrato un coltello da cucina, ritenuto compatibile con le lesioni.
Nell'appartamento non sono stati rilevati segni di effrazione né risultano mancanze di oggetti di valore. Elementi che, insieme ai primi rilievi, avvalorano la ricostruzione secondo cui Giorgi avrebbe aggredito la moglie e poi avrebbe rivolto il coltello contro sé stesso. La Procura - con la procuratrice Rosa Volpe e il pubblico ministero di turno Alessandro Piscitelli - mantiene comunque un profilo di prudenza: ipotesi prevalente, ma non definitiva.
Le autopsie, che saranno eseguite all'Istituto di Medicina Legale di Careggi nei prossimi giorni, dovranno chiarire tempi, traiettorie e compatibilità delle ferite. Una valutazione preliminare lascia supporre la presenza di lesioni da difesa sul corpo della donna, mentre sull’uomo non ne sarebbero state individuate. Se confermato, questo quadro rafforzerebbe la pista dell'omicidio-suicidio.
Gli investigatori stanno inoltre acquisendo le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona per escludere definitivamente l’ingresso di terze persone nelle ore precedenti al fatto. L'ipotesi di un estraneo è ritenuta poco probabile ma non è stata ancora formalmente esclusa.
Resta poco chiaro che cosa possa aver scatenato la violenza. Alcuni parenti avrebbero riferito che Giorgi, negli ultimi tempi, manifestava forte fragilità psicologica, sebbene gli inquirenti sottolineino che questo elemento non basterebbe, da solo, a spiegare la tragedia. In casa non sono stati trovati biglietti o messaggi d'addio. I carabinieri hanno sequestrato i telefonini dei coniugi, che verranno analizzati nel tentativo di ricostruire le ultime ore.

La Niña non ci sta a essere elencata tra gli artisti che Sanremo 2026 ha lasciato a casa. La cantante, all'anagrafe Carola Moccia, lo ha scritto chiaramente sui social. "In questi giorni ho letto il mio nome tra 'gli esclusi' di Sanremo. Ma non si può essere esclusi da qualcosa a cui non si prende parte: non ho mai inviato alcun brano al Festival, quindi non c'è nessun mistero e nessun retroscena. È una scelta semplice e radicale, maturata nel tempo", sottolinea.
"In questi anni - spiega - ho sfiorato da vicino quei mondi, ne ho osservato i meccanismi, le luci, le gerarchie. È anche grazie a quella distanza vigile che ho capito dove, per me, la musica resta viva e necessaria".
"Il modo in cui oggi Sanremo mette in scena la musica[1] - rimarca - appartiene a un altro paesaggio: un grande dispositivo che decide dove puntare la luce e dove toglierla, secondo logiche che hanno poco a che fare con la cura, l'ascolto e la ricerca. Non è un giudizio morale, è una distanza di linguaggio. Io non mi riconosco in quel racconto. La mia musica preferisce altri luoghi e altri tempi: i palchi dei club, dei teatri, dei festival, dove ci si può guardare negli occhi e respirare insieme", afferma.
"E a proposito di incontri veri: il tour è ufficialmente sold out. Grazie per la fiducia e per l'amore con cui state accompagnando questo percorso. Ci vediamo prestissimo", conclude.

Ammontano a oltre 13 milioni 520 mila euro i fondi del bando Mur Fis 3 assegnati all’università di Roma Tor Vergata. Un successo straordinario per 10 progetti finanziati. E con sei ulteriori progetti idonei, inseriti utilmente nelle graduatorie del bando.
Tre i macrosettori del bando Fis3 social sciences and humanities, physical sciences and engineering, life sciences cui hanno applicato i ricercatori e le ricercatrici degli atenei nazionali, per il bando finanziato dal ministero dell’Università e della Ricerca per 475 mln di euro. Fis è un progetto che ricalca per prestigio, finanziamenti e tipologia i bandi europei: previsti finanziamenti per progetti di ricerca di elevato contenuto scientifico, condotti da ricercatori emergenti (Starting Grant), da ricercatori in carriera (Consolidator Grant) e da ricercatori affermati (Advanced Grant).cSono state presentate in tutto 87 domande dai ricercatori di Roma Tor Vergata. Questi sono i vincitori menzionati nel decreto di approvazione ministeriale pubblicato nei giorni scorsi e suddivisi per settori di ricerca.
Per social science and humanities: Alessandro Casini (Event-studies in macroeconomics and finance: identification, estimation and inference on the causal effects of policy announcements); Federica Pierini (Tracking the burden of past infectious diseases from genetic, archaeological, and historical resources); Giancarlo Spagnolo (Public procurement as an innovation policy: design, competences and outcomes); Alessandra Molinari (The islamic connection: Sicily, Tunisia and Egypt as the hinge between the Mediterranean, India and China ( 9th-14th centuries)).
Per physical sciences and engineering: Tommaso Giovannini (In-Silico modeling and design of advanced plasmonic nanoreactors for sustainable catalysis); Daniele Mazzarella (revolutionize organocatalysis through electrochemistry); Matteo Russo (The kinetic library: an open-access archive of mechanism designs with prompt-to-print generative ai); Alessandro Porchetta (Dna-actuated biomimetic compartments that sense and process molecular information). Per Life sciences: Massimo Federici (Deciphering the causal role of metabolome in metabolic syndrome); Maria Teresa Voso (clinical and laboratory exploration of adverse-risk acute myeloid leukemias).
“Sono estremamente grato ai nostri ricercatori alle nostre ricercatrici per le loro ricerche di punta – ha orgogliosamente commentato Nathan Levialdi Ghiron rettore dell’università di Roma Tor Vergata - un’eccellenza del nostro Ateneo che acquisisce peso sempre maggiore a livello nazionale”. “I progetti finanziati coinvolgono molti dei nostri dipartimenti che voglio ringraziare per il lavoro di squadra adottato nelle procedure di presentazione delle domande di partecipazione: si è trattato di vere e proprie task force interne operative guidate dai direttori dei dipartimenti che hanno contribuito affinché si potesse arrivare a questi mirabili successi”, ha concluso. Proprio recependo l’impegno dei direttori di dipartimento, il rettore si è impegnato a garantire i contratti richiesti dal bando e per questo sono previste azioni mirate.
E Pilloni terzo al campionato europeo iQFOiL in Sicilia...
Primo cantiere ad aprire sarà quello di via Papa Giovanni XXIII... 
La premier Giorgia Meloni, parte civile insieme al deputato di Fratelli d'Italia Manlio Messina nel processo milanese a carico di Fabrizio Corona e di Luca Arnau, direttore della testata giornalistica online 'Dillingernews': i due sono accusati di diffamazione aggravata per aver diffuso, il 20 ottobre 2023, la fake news sulla presunta relazione tra la presidente del Consiglio e l'onorevole siciliano. Meloni sarà sentita come testimone a Montecitorio il prossimo 21 maggio. L'appuntamento è fissato per le ore 11. E' quanto stabilito nell'udienza di oggi davanti al Tribunale di Milano dove stati sentiti alcuni testimoni dell'accusa.
La prossima udienza è fissata per il prossimo 16 marzo a Milano quando verranno sentiti gli ultimi testimoni e lo stesso Fabrizio Corona si sottoporrà all'esame in aula per spiegare la sua verità. Il 21 maggio, invece, verrà sentita Giorgia Meloni. Montecitorio è la sede che viene utilizzata in questi casi. A maggio la premier è chiamata come testimone e all'udienza pubblica, oltre allo stesso Corona, potrà partecipare la stampa.

È disponibile in Italia un nuovo dispositivo medico destinato al supporto della perdita di peso negli adulti con sovrappeso o obesità, in associazione a dieta ed esercizio fisico. Si tratta di Plenity, un dispositivo medico di classe III, approvato dall’Agenzia americana Food and Drug Administration e con marcatura CE. Nello studio clinico Glow (Gelesis Loss Of Weight) - pubblicato su Obesity e condotto su 436 pazienti - Plenity ha dimostrato che, tra coloro che hanno assunto il prodotto, nel 59% dei casi hanno perso almeno il 5% del proprio peso e 3 persone su 10 hanno perso una media del 14%, non interferendo con l’assorbimento di vitamine e con un profilo di sicurezza sovrapponibile al placebo. (Video[1])
Il prodotto è distribuito da Theras Lifetech, azienda italiana attiva nella gestione del dolore cronico e del diabete, che affronta così una nuova sfida ad alto impatto: l’obesità. La patologia riguarda oltre 27 milioni di connazionali, con un impatto sociale, economico e sanitario ormai riconosciuto a livello globale. In quanto dispositivo medico - informa l’azienda in una nota - Plenity agisce in modo puramente meccanico, senza effetti sistemici. È composto da 2 ingredienti di origine naturale: carbossimetilcellulosa e acido citrico. Assunte le 3 capsule contenute in un blister monodose con 2 bicchieri d’acqua, prima di pranzo e cena, forma nello stomaco un idrogel che occupa circa un quarto del volume gastrico medio, favorendo un senso di sazietà precoce e prolungato e permettendo una riduzione spontanea dell’introito di cibo: agisce come un piatto di 350 grammi di insalata (circa 4 buste). Il gel attraversa l’intestino senza essere assorbito e viene completamente eliminato dall’organismo, mentre l’acqua viene riassorbita naturalmente.
“Plenity è un idrogel”, spiega Alessandro Sannino, Professore di Scienza dei Materiali e Chief Scientific Officer di Gelesis, che ha sviluppato il dispositivo. “ A contatto con l’acqua forma una rete tridimensionale capace di mantenere la propria consistenza anche sotto sollecitazione. Questo gli conferisce una consistenza elastica. Non si tratta di un liquido viscoso - chiarisce - ma di un solido soffice, capace di espandersi e adattarsi ai diversi ambienti del tratto gastrointestinale. Le capsule si attivano nello stomaco: si aprono, rilasciano particelle che si idratano e si gonfiano, aumentando di volume in modo uniforme. Il materiale rimane gonfiato nell’intestino tenue e si disgrega completamente nel colon, dove viene espulso senza lasciare residui. È un comportamento completamente reversibile, pensato per accompagnare il corpo in ogni fase della digestione senza interferenze né effetti collaterali”. Il materiale rimane gonfiato nell’intestino tenue e si disgrega completamente nel colon, dove viene espulso senza lasciare residui. È un comportamento completamente reversibile, pensato per accompagnare il corpo in ogni fase della digestione senza interferenze né effetti collaterali”.
“L’obesità non è un vizio, non è pigrizia, non è una colpa. È una malattia cronica, recidivante, multifattoriale - aggiunge Mikiko Watanabe, medico dell’obesità e PhD Researcher presso Sapienza Università di Roma - Plenity aiuta a personalizzare l'approccio e soprattutto non dà effetti collaterali significativi quindi possiamo accettare anche un beneficio moderato, purché sostenibile. È ideale per persone con sovrappeso o per coloro a cui la terapia farmacologica non è indicata, per il mantenimento del peso perso - precisa - e potenzialmente anche per controllare gli attacchi di fame che molte persone hanno nel tardo pomeriggio”.
Tutti i componenti - rimarca la nota - sono di origine naturale, non lascia residui, non altera il pH intestinale, non produce metaboliti attivi. Il suo profilo di sicurezza, dimostrato da trial clinici, è tra i più alti oggi disponibili nel settore, tanto che negli Usa è passato da prodotto prescrivibile a Otc, cioè di libera vendita. Non sono state rilevate differenze rilevanti negli effetti collaterali rispetto al placebo e in ogni caso gli eventi avversi registrati sono stati lievi e transitori.
“In Theras riteniamo la sicurezza e la tollerabilità di Plenity dei punti centrali. Si tratta di un dispositivo medico con una composizione di origine naturale, pensato per inserirsi facilmente nella vita quotidiana delle persone - afferma Isabella Alessandrini, Medical Affairs Manager, Theras Lifetech - È fondamentale comprendere che anche una perdita del 3% o del 5% del peso corporeo può migliorare significativamente la salute, contribuendo a motivare ulteriormente la persona. Alcuni dati preliminari molto interessanti sembrano suggerire che l'azione del dispositivo non si limiti all’aumento del senso di sazietà, ma potrebbe influenzare anche la regolazione glicemica postprandiale e forse persino la modulazione della flora batterica intestinale. Ci aspettiamo molto dalla real-world evidence - conclude Alessandrini - A volte, i dati della vita reale riservano risultati persino superiori rispetto a quelli osservati negli studi clinici tradizionali, grazie alla possibilità di identificare sottogruppi di persone che rispondono particolarmente bene al trattamento. Sarà fondamentale capire quali caratteristiche individuali siano associate ai benefici maggiori”.

Un botta e risposta divertente e autoironico, quello che vede protagonisti Adriano Celentano e Claudia Mori in un audio pubblicato sulle pagine social ufficiali del Molleggiato, Celentano l’Inesistente. In sottofondo la musica dello Zecchino d'Oro che fa da cornice a uno scambio inaspettato tra i due.
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"Ma che amore questi bambini, sono bravissimi a cantare questi bambini dello Zecchino d’Oro", commenta Claudia Mori, entusiasta. Pronta la risposta di Celentano: “Eh, sono bravi caspita, sono bravissimi”. Poi la domanda che innesca la risata: “Senti Adriano, ma tu a quanti anni hai iniziato a parlare?”. La replica è una perla di comicità surreale: “Ah, io ho cominciato presto, avevo 13 o 14 anni”. Risate immediate di Claudia: “Ahahah, un fenomeno…”. E Celentano, rincarando la dose: “Sì, caspita, mi invidiavano tutti”, tra nuove risate condivise. Un momento leggero e spontaneo che sta rapidamente facendo il giro del web.

Il vicepresidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, Elio Masciovecchio, ha partecipato all’incontro convocato dalla ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, presso la sede ministeriale di via Veneto.
Il confronto si è svolto alla presenza del senatore Sergio Rastrelli, relatore in commissione del Disegno di legge delega al Governo per la riforma della disciplina degli ordinamenti professionali. In questa occasione Masciovecchio ha espresso un parere generalmente favorevole ai principi delineati nel ddl e ha evidenziato le priorità che dovranno orientare i successivi decreti legislativi di attuazione: la laurea abilitante, la formazione continua come diritto del professionista e l'equo compenso.
Queste indicazioni e osservazioni sono anche frutto del lavoro congiunto portato avanti dal Cni all'interno della Rete delle professioni tecniche. Il Consiglio nazionale intende continuare a lavorare in stretta collaborazione con le istituzioni per garantire che la riforma risponda alle esigenze degli ingegneri e tuteli il ruolo della professione a beneficio dell'intero sistema Paese.
A marzo 2026 l'Alguerunway in notturna, aperte le iscrizioni... 
Quattro persone sono state arrestate in Corea del Sud con l’accusa di aver violato oltre 120.000 telecamere Ip installate in abitazioni e attività commerciali, utilizzando poi le immagini registrate per produrre materiale sessualmente esplicito destinato a un sito web con sede all’estero. Lo riferisce la Bbc, citando la polizia locale, secondo cui gli hacker avrebbero sfruttato vulnerabilità dei sistemi – come password troppo semplici – per accedere ai dispositivi, sempre più diffusi come alternativa economica ai tradizionali impianti di videosorveglianza.
Le telecamere compromesse si trovavano in appartamenti privati, sale karaoke, studi di pilates e perfino in una clinica ginecologica. Uno dei sospetti avrebbe violato da solo 63.000 dispositivi, realizzando 545 video e vendendoli in criptovalute per circa 35 milioni di won (oltre 20mila euro), mentre un altro avrebbe hackerato 70.000 telecamere e commercializzato 648 filmati per circa 10mila euro. I due sarebbero responsabili di oltre il 60% dei contenuti pubblicati nell’ultimo anno sul sito illegale ora sotto indagine. La polizia ha inoltre fermato tre persone accusate di aver acquistato o visionato i video.
Le autorità hanno annunciato misure drastiche per bloccare la piattaforma e collaborare con agenzie estere per risalire al suo gestore. "L’hacking delle telecamere Ip e le riprese illegali causano immense sofferenze alle vittime e sono reati gravissimi: li estirperemo con indagini energiche", ha dichiarato Park Woo-hyun, responsabile delle investigazioni informatiche. La polizia sta contattando i proprietari delle telecamere violate per assisterli nella rimozione dei contenuti e, soprattutto, invita gli utenti a cambiare regolarmente le password per proteggere la propria privacy.

Sarà un disco dedicato alle donne che ''sono la colonna sonora della mia vita''. Cristiano Malgioglio, in una intervista in esclusiva all'Adnkronos, anticipa l'uscita del suo nuovo album ''che si chiamerà probabilmente 'Amore e spine'" e che sarà composto da brani ''in dieci lingue diverse, ognuno dei quali dedicato a una cantante che ha avuto un ruolo fondamentale nella mia vita'', racconta. Un'antologia autobiografica, spiega Malgioglio, composta dalle cover più amate delle sue cantanti internazionali preferite, anticipato dal singolo 'Chi lo sa', già disponibile su tutte le piattaforme, per il quale invece ha riscritto un testo in italiano di un brano della cantante francese Zaz. ''In questo pezzo c'è la malinconia di un amore perduto - prosegue il cantante - il brano all'inizio volevo chiamarlo 'La mia vita è tutto un film' ma era troppo lungo e ho preferito intitolarlo 'Chi lo sa' perché nel testo dico: 'chi lo sa, chi lo sa, se penso al mio destino'. Gli autori del brano sono francesi ma mi hanno dato la possibilità di fare il testo in italiano". (IL VIDEO[1])
''Chi lo sa' è una storia d'amore struggente - prosegue Malgioglio - un amore difficile da superare e che mi riguarda direttamente. Però è anche un brano dove c'è tanta allegria con echi di flamenco. Un mio amico brasiliano mi ha detto che c'è molta 'saudade'. Il testo è stato scritto interamente da me, la musica da Davide Esposito che è napoletano ma vive in Francia ed è uno dei più grandi autori internazionali: ha scritto canzoni anche per Céline Dion. Il singolo uscirà presto anche in Francia. Lunedì farò anche il video che presenterò prossimamente. Il regista che ho scelto è Gaetano Morbioli, uno dei più bravi del panorama italiano che ha lavorato anche con la Pausini, Ramazzotti e Zucchero''.
Il disco sarà in dieci lingue diverse, perché, tranne il primo singolo, si tratterà di cover che Malgioglio eseguirà nella lingua originale. "Per il brano di Noa canterò in ebraico, per Jasmine Amber in arabo, per Cesaria Evora in creolo, per Dusty Springfield in inglese, per Gloria Estefan in spagnolo. Ma non ve le svelo tutte. Adesso sto provando a cantare in greco per omaggiare Anna Vissi ma la lingua è molto difficile". Alle grandi cantanti italiane non dedica "per ora nessuna canzone - svela - ma se dovessi scegliere un pezzo prenderei 'Maschio' di Annalisa': 'se fossi maschio io mi venderei', un pezzo che è più adatto al mio linguaggio''.
Un disco sentimentale e dedicato alle donne che ''attraverso queste canzoni si potranno rispecchiare facilmente e diventare ancora più forti", sottolinea Malgioglio. "Ho creato questo album ragionando con il cervello di una donna non con il cervello di Cristiano Malgioglio, perché le donne sanno scrivere molto meglio degli uomini, hanno molta più sensibilità, sono molto più forti e conoscono bene la parola 'amore'''. Sulla scelta di fare un nuovo disco Malgioglio conclude: "In questa fase della mia vita mi sono chiesto: 'Che fine ha fatto il Cristiano Malgioglio di Mina, della Carrà, della Vanoni e di Calentano? Negli ultimi anni mi sono dedicato molto di più alla televisione, così ho deciso di tornare a cantare delle canzoni belle, cantabili, eleganti e sensuali come le cose che sono riuscito a fare durante la mia carriera. Sono molto soddisfatto e non vedo l'ora che esca''. (di Alisa Toaff).
L'impianto abbandonato e due cave saranno recuperate...
Trampolieri e danze sospese dal 6 al 29 dicembre in 17 comuni... 
Nicola Pietrangeli è morto oggi, lunedì 1 dicembre, all'età di 92 anni e ha raccolto l'affetto di tutto il mondo dello sport e non solo. Particolarmente commossi i tennisti azzurri, di ieri e di oggi, che sono cresciuti nel suo esempio. Da Panatta e Barazzutti fino a Musetti e Fognini, passando per Paolini, Garbin e Volandri, con un messaggio speciale arrivato anche da Nadal e dal presidente della Federazione Angelo Binaghi.
Il mondo del tennis ha abbracciato per l'ultima volta Pietrangeli, primo italiano a trionfare in uno Slam (al Roland Garros nel 1959) e capitano nello storico trionfo del 1976 in Coppa Davis, torneo di cui è il primatista mondiale per partite giocate (164), incontri vinti in singolare (78-32) e in doppio (42-12).
I cuori di Musetti, Cobolli e Paolini
Per salutare Nicola Pietrangeli Lorenzo Musetti ha ripostato il comunicato della Federazione nelle proprie storie Instagram, aggiungendo un cuore spezzato. Lo stesso post è stato condiviso anche nelle storie di Jasmine Paolini, che ci ha aggiunto un cuore nero in segno di lutto. Tre cuori anche per Cobolli su Instagram.
I messaggi di Fognini e Nadal
"Caro Nick, se ne va un pezzo enorme della nostra storia. Questa foto a Montecarlo per me vale tutto: il tuo esempio, la tua ironia, la tua luce. Hai insegnato a tutti cosa significa vincere davvero. Buon viaggio, leggenda", ha scritto su Instagram Fabio Fognini postando la foto insieme a Montecarlo.
"Ho appena saputo della triste notizia della partenza di un grande del tennis italiano e mondiale. Le mie più sentite condoglianze a tutta la sua famiglia, il suo figlio Filippo, e tutta la famiglia del tennis italiano. RIP Nicola", ha scritto Rafa Nadal sui propri canali social.
Volandri: "Perdiamo un gigante"
"Oggi il nostro tennis perde un gigante. Nicola Pietrangeli è stato il primo idolo e il primo vero punto di riferimento per chiunque abbia amato questo sport. Per noi che indossiamo o abbiamo indossato la maglia azzurra, non è mai stato soltanto un grande campione del passato. Dalla battuta ironica al consiglio più serio, aveva sempre il modo giusto per farti riflettere e per ricordarti cosa significhi rappresentare l’Italia. Era libero, diretto, autentico: per questo unico". Queste le parole del capitano di Coppa Davis Filippo Volandri.
Garbin: "Punto fermo e custode del nostro tennis"
Ad omaggiare la memoria di Pietrangeli anche Tathiana Garbin, capitana di Billie Jean King Cup: "Nicola per me è stato molto più di un grandissimo campione. È stato un punto fermo del nostro tennis, una presenza che sentivi sempre lì, anche quando non era fisicamente accanto a te. Per la mia generazione, e per tutte quelle che sono venute dopo, rappresentava una guida silenziosa: un esempio, una voce autorevole, il custode vero della nostra storia".
"Aveva un modo unico di trasmettere amore per questo sport e per la maglia azzurra. Bastavano poche parole, una battuta, un aneddoto… e subito ti ricordava quanto fosse speciale ciò che stavamo vivendo. Era diretto, sincero, autentico. Ascoltarlo era un privilegio, perché ogni volta ti lasciava qualcosa dentro", ha concluso.
Panatta: "Era un amico, anche se ci beccavamo"
"Nicola era mio amico, anche se ci beccavamo ogni tanto, ma era un gioco che facevamo. Lo voglio ricordare con allegria, è stato un personaggio straordinario, al di là di essere un campione assoluto che ha vinto praticamente tutto quello che c'era da vincere nel periodo in cui giocava", ha detto Adriano Panatta su Nicola Pietrangeli.
"Alla mia nascita lui era un 17enne che giocava al tennis Parioli ed era già una promessa, poi abbiamo fatto un po' il cambio della guardia io e lui -ricorda Panatta a 'Storie Italiane' su Rai1-. Abbiamo anche giocato insieme, ci siamo divertiti abbiamo fatto le vacanze insieme. Io e Nicola eravamo molto amici".
"La cosa che mi faceva più male in questo ultimo periodo era che non volevo che soffrisse: lui ha avuto un colpo tremendo quando è morto Giorgino poco tempo fa. L'ultima volta che l'ho chiamato, pochi giorni fa, gli ho detto 'alzati dal letto, accidenti a te'. Lui mi diceva che non voleva alzarsi. Però ha fatto una vita bellissima", conclude il vincitore del Roland Garros nel 1976.
Bertolucci: "Uomo di classe e personalità, massimo rispetto"
"Sapevamo che purtroppo stava molto male. Nicola è stato il mio primo grande amore tennistico, quando ero ragazzino lo guardavo con la bocca spalancata. Era un uomo di classe e di personalità ed era una persona schietta e sincera. Abbiamo trascorso dei momenti meravigliosi insieme e abbiamo avuto anche qualche scontro, ma rimane il massimo rispetto per il grandissimo campione che è stato. È sempre stato un grande personaggio, andare a cena con lui era sempre un piacere", ha detto Paolo Bertolucci al microfono de 'La Politica nel Pallone' su Gr Parlamento.
"Ha girato il mondo, ci ha presentato persone importanti e ci teneva sempre all'eleganza, tanto che era elegante anche nel campo da tennis - aggiunge l'ex capitano azzurro di Coppa Davis -. Non ha mai accettato il cambiamento del tennis e la modernizzazione del mondo, ma è giusto che Nicola venga ricordato per quanto ha dato al tennis e allo sport in generale. Senza la sua battaglia a livello politico, l'Italia della Davis del 1976 non sarebbe nemmeno mai partita per il Cile", ha concluso.
Barazzutti: "Era di famiglia, abbiamo vissuto una vita insieme"
"Sono molto dispiaciuto per la comparsa di Nicola, perché prima di tutto era una persona di famiglia. Abbiamo praticamente vissuto una vita insieme, per quanto mi riguarda da quando ero ragazzino lo vedevo giocare in televisione, era un po' il mio idolo, l'ho incontrato come giocatore in campo, è stato compagno mio di Coppa Davis, quando io ero un ragazzino, è stato il mio capitano quando abbiamo vinto la Coppa Davis e in questi ultimi 20 anni siamo sempre stati insieme, abbiamo condiviso tante cose". Questo il ricordo di Corrado Barazzutti all'Adnkronos.
"Nicola era un amico, era una persona alla quale ero molto vicino e un grande personaggio sportivo. Eta un ambasciatore nel mondo del tennis e dello sport, un ambasciatore di principi e di valori, un grande personaggio sportivo che ha dato tantissimo al tennis e allo sport italiano", ha concluso l'ex capitano di Coppa Davis.
Pescosolido: "Oggi è giorno triste, perdiamo un simbolo"
"Oggi è un giorno molto triste per il tennis italiano e in generale per il nostro sport. Perdiamo un simbolo, una leggenda. E' stato con lui che sono arrivate le prime vittorie per il nostro tennis, è stato il primo a vincere uno torneo del Grande Slam, a Parigi. Giocatore di grande tecnica, di un'eleganza unica, con uno dei più bei rovesci della storia". Così all'Adnkronos l'ex giocatore azzurro di Coppa Davis Stefano Pescosolido.
"E' stato il giocatore simbolo della Coppa Davis, detiene il record di partite giocate e di partite vinte nella competizione -ricorda Pescosolido-. Da giocatore non l'ha mai vinta pur essendo arrivato in finale ma poi fece un capolavoro nel 1976 vincendola da capitano, riuscendo a unire un gruppo con personalità forti e molto diverse tra loro", ha concluso Pescosolido.
Binaghi: "Lui il primo a insegnarci a vincere, gli devo molto"
Angelo Binaghi lo ricorda come molto più di un campione: "È stato il primo a insegnarci cosa volesse dire vincere davvero, dentro e fuori dal campo. È stato il punto di partenza di tutto quello che il nostro tennis è diventato. Con lui abbiamo capito che anche noi potevamo competere con il mondo, che sognare in grande non era più un azzardo".
"Quando si parla di Nicola, si pensa subito ai record, alle Coppe Davis, ai titoli e ai trionfi che resteranno per sempre nella nostra storia. Ma la verità è che Nicola era molto di più. Era un modo di essere. Con la sua ironia tagliente, il suo spirito libero, la sua voglia inesauribile di vivere e di scherzare, riusciva a rendere il tennis qualcosa di umano, di vero, di profondamente italiano", ha aggiunto Binaghi.
"Parlare con lui era sempre un piacere e una sorpresa: potevi uscire da una conversazione ridendo a crepapelle o con una riflessione che ti restava dentro per giorni. Nel mio ufficio c’è una foto a cui tengo moltissimo: io bambino, raccattapalle in una sfida di Coppa Davis a Cagliari, e davanti a me proprio lui, Nicola Pietrangeli. Ogni volta che la guardo, mi sembra di tornare a quel giorno. E mi rendo conto che, in fondo, tutto per me è cominciato lì. Quella foto non è solo un ricordo: è un simbolo. Il simbolo di come un bambino possa innamorarsi di uno sport grazie a chi lo incarna in modo così pieno e naturale. Per me Nicola non era solo il più grande giocatore della nostra storia. Era il tennis, nel senso più profondo del termine", ha proseguito Binaghi nel suo racconto di una icona del tennis mondiale.
"Gli devo molto, come uomo e come presidente. Non solo per quello che ha fatto per la Federazione e per tutti noi, ma per come lo ha fatto: con stile, con coraggio, con quella sua irriverenza che era il segno dei veri fuoriclasse. A modo suo, Nicola non è mai cambiato: diretto, sincero, incapace di essere banale. Anche quando provocava, lo faceva con un’intelligenza che nasceva dall’amore profondo per il nostro sport. Oggi ci piace pensare che abbia raggiunto in cielo Lea, e che insieme stiano già giocando uno straordinario doppio misto, divertendosi come solo loro sapevano fare. Due icone del tennis italiano, inseparabili anche lassù". ha sottolineato Binaghi.
"Ma per noi che restiamo, è un colpo durissimo. Nel giro di poco più di un anno abbiamo perso due pezzi della nostra anima. Due persone che hanno scritto la nostra storia e che continueranno a ispirarci, ogni giorno, dentro e fuori dal campo. Ci mancherà la sua voce, ci mancherà il suo sorriso, quella sua capacità di dire sempre quello che pensava, senza paura e senza filtri. Oggi salutiamo un monumento del nostro sport, ma anche un amico vero. Uno di quelli che ti dicono le cose in faccia, che sanno farti arrabbiare e poi ridere un secondo dopo. E questo, nel mondo di oggi, vale più di mille trofei. Grazie, Nicola. Per tutto quello che ci hai dato, e per tutto quello che continuerai a rappresentare per il tennis italiano", ha concluso Binaghi.
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