In carcere Bancali ha tentato anche di colpirlo con un estintore...
L'evento venerdì 5 dicembre a Donigala Fenughedu... 
Scintille a La volta buona tra Valerio Scanu e Caterina Balivo. Durante la puntata di oggi, martedì 2 dicembre, si è consumato un simpatico battibecco tra il cantante e la padrona di casa mentre scherzavano sulla loro rispettiva età.
Tutto è cominciato quando Scanu ha commentato la decisione di Can Yaman e Sara Bluma - secondo alcune indiscrezioni, la loro relazione sarebbe giunta al capolinea - di non seguire più i rispettivi profili social: "Conviene non seguirsi proprio sui social, questo meccanismo è una poracciata. L'ho fatto anche io ma anni fa, poi basta". "Tu sei molto più grande di lui infatti", ha risposto Balivo, pungendo il suo ospite, con una frecciatina bonaria.
"Tu sei molto più grande", ha ribattuto Scanu, con ironia. "Io sono molto vecchia e lo so caro, sono felice di essere", ha continuato Balivo, indicando poi la data di nascita '1980'. Sanu ha reagito con tono giocoso: "1980? Solo?".

“È una dichiarazione fatta al Financial Times, un’affermazione di fatto che ha creato più clamore rispetto al vero contenuto delle sue parole”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine dell’assemblea di Alis, commentando le parole dell'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. “Lui ha detto che dobbiamo avere una posizione attiva nel proteggere la Nato, l’Europa e l’Occidente da eventuali attacchi: mi sembra una tempesta in un bicchiere d’acqua”, ha chiosato.
Inoltre, “bisogna vedere bene le parole che ha detto in inglese, non la loro traduzione italiana” Insomma, “bisogna essere prudenti non ne farei un caso” perché una “difesa proattiva” è un modo di “prevenire gli attacchi” non significa invece “fare attacchi preventivi”, ha spiegato Tajani.

Sabrina Salerno sarà ospite stasera, martedì 2 dicembre, per un'intervista esclusiva a Belve. Dal flirt con Berlusconi al rapporto complicato con il padre: la showgirl e cantante si racconterà senza filtri a Francesca Fagnani.
Sabrina Salerno chi è
Sabrina Salerno nasce a Genova nel 1968 e già nei primi anni dell’adolescenza partecipa ad alcuni concorsi di bellezza, assicurandosi i titoli di ‘Miss Lido’ e ‘Miss Liguria’. Questo le permette di accedere poi all’edizione 1984 di ‘Miss Italia’. Nel 1985 partecipa alla trasmissione ‘Premiatissima’, l’anno successivo esordisce invece come cantante con il singolo ‘Sexy Girl’, brano che le consente di partecipare al ‘Festivalbar’. Il singolo viene poi incluso nel suo album d’esordio, Sabrina, uscito nel 1987.
Grazie al brano ‘Boys (Summertime Love)’ ottiene grande successo in tutta Europa, in particolare nel Regno Unito e in Spagna. Grazie ai videoclip diventa una dei sex symbol degli Anni ’80.
Partecipa al ‘Festival di Sanremo’ nel 1991, dove si presenta insieme alla collega Jo Squillo con il brano ‘Siamo donne’. Negli anni 2000 Sabrina Salerno ottiene diversi ruoli, sia a teatro sia al cinema. Nel 2021 partecipa al dance show di Rai 1, Ballando con le stelle, e si classifica terza.
La vita privata
Nel 1994 Sabrina Salerno frequenta l’imprenditore tessile Enrico Monti, papà del suo figlio primogenito Luca Maria. I due si sposano nel 2006. Prima del marito, negli anni 80 la cantante ha avuto una relazione con l’attore francese Pierre Cosso.
Sabrina Salerno, più volte, ha raccontato di aver avuto un rapporto conflittuale con il papà, che ha avuto l’opportunità di conoscere solo quando aveva 12 anni. Ospite a 'Io e Te' di Pierluigi Diaco, Sabrina ha raccontato: "Io ho costretto mio padre a riconoscermi, ma l’ho dovuto fare perché continuava a sostenere che non ero sua figlia. Ho fatto il test del DNA".
Inoltre, la cantante ha una sorella che condivide con il padre, Emanuela. Entrambe, però, hanno impiegato molti anni prima di ricongiungersi. Le due sorelle non sono mai state riconosciute dal papà.
Il tumore
Sabrina Salerno dopo aver effettuato una mammografia, ha scoperto di avere un tumore maligno al seno. Nel 2024 la cantante è stata operata: “La prevenzione e la diagnosi possono salvarci la vita”, aveva scritto la Salerno a corredo di uno scatto che la ritraeva all’ospedale poche ore prima di entrare in sala operatoria. Lo scorso 9 gennaio, Sabrina Salerno ha finito il ciclo di radioterapia. Ed è stata lei stessa ad annunciarlo su Instagram: “È stato un percorso tosto, nel senso che, fisicamente, non ho avuto grandi problemi ma, mentalmente, l’idea, ogni sera, di pensare a quello che ho avuto, mi agitava un po’”. E con grande coraggio, ha ammesso: “Mi sono aggrappata ai commenti positivi, ai consigli delle persone che ci erano già passate, che mi hanno dato mille rassicurazioni e mi hanno dato tanto coraggio”.
Presentata l'iniziativa di Confcooperative Nord Sardegna...
Avviso Protezione civile per Sulcis Iglesiente, Tirso e Logudoro... 
Alla fine è sempre una questione di soldi ed era davvero un ingenuo chi credeva che Andrew Mountbatten-Windsor, che è tutt'altro che uno sprovveduto - senza i titoli, le onorificenze, la dimora da re e, forse, perfino i cani della regina Elisabetta che aveva in 'affidamento congiunto' con l'ex moglie Sarah - al netto di tutto questo ben di dio sottratto dal fratello, il sovrano Carlo, se ne sarebbe stato zitto e buono, accettando di essere trattato come un appestato, reietto da tutto il Regno Unito. Che vada a Sandringham, l'ex duca di York decaduto perché in loschi affari con il finanziere pedofilo suicida Jeffrey Epstein, oppure in esilio dorato in Bahrein, come auspicherebbe Charles, una cosa è certa, ed è che non lo farà gratis.
Cosa Andrew vuole si sa, ciò che invece è da vedere è quanto possa o sia costretto a concedere re Carlo, purché il fratello si tolga dai piedi, per la gioia non solo sua, ma anche del figlio erede al trono William, per il quale lo zio rappresenta una vergogna per la Corona che un giorno metterà sul capo, e della moglie Kate, che di recente ha dichiarato che tutto ciò che non vorrebbe è di trovarsi a tu per tu con Andrea mentre passeggia candidamente a cavallo per il parco di Windsor. Quindi, invece di lanciarci in incerte speculazioni, parliamo dei fatti ovvero delle pretese dell'ex principe, ergo della sua buonuscita.
Scrivono i giornali britannici che re Carlo starebbe affrontando l'ennesimo grattacapo per quanto riguarda la sistemazione di suo fratello, che per il momento ha rinviato il proprio trasferimento nella tenuta di Sandringham, nel Norfolk, a ben oltre Natale (a causa delle spese di trasloco e di ristrutturazione della nuova casa dove andrà a vivere). Da questa scelta, sarebbe nata una nuova faida tra i due fratelli, con fonti che affermano che Andrew vuole solo essere trattato "equamente" e per questo motivo il reale caduto in disgrazia starebbe ora "snocciolando richieste e ultimatum" sulla sua eventuale sistemazione nel Norfolk, sempre che non se ne voglia andare a vivere nel Bahrein, scambiando dunque un regno, divenuto ormai inospitale, con un altro più amichevole, quello di re Hamad bin Isa Al Khalifa.
Insomma, Andrea per ora chiede una casa di buone dimensioni, con sei o sette camere da letto nella tenuta di Sandringham (sempre meno delle 30 a cui è abituato nella Royal Lodge), completa di personale, tra cui un cuoco, un giardiniere, una governante, un autista e la polizia per la sicurezza. Una fonte ha dichiarato al Daily Beast : "Andrew farà esattamente ciò che gli è stato chiesto e vuole solo essere lasciato in pace. Rinuncia all'affitto di una delle case più belle d'Inghilterra e si aspetta di essere trattato equamente". Un ex cortigiano ha aggiunto che "sarà sempre una questione di soldi" per quanto riguarda Andrew: "Verrà sostanzialmente svincolato dal contratto di locazione, quindi contratterà su ogni minimo dettaglio dell'accordo". C'è solo da aspettare, a questo punto, la risposta di Buckingham Palace.

Il premio Alis, è stato consegnato oggi al ministro dell'Agricoltura e Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida dal presidente di Alis, associazione logistica dell'intermodalità sostenibile, nel corso dell'assemblea di Alis.
"Il suo impegno per la promozione del Made in Italy, la sovranità alimentare e la qualità produttiva - si legge nella motivazione del riconoscimento - rappresenta un modello di equilibrio tra tradizione e innovazione decisamente significativo e il ruolo del ministro nella presentazione e promozione della candidatura della cucina italiana a patrimonio culturale immateriale dell'umanità Unesco, testimonianza concreta, della capacità di unire tutela delle radici culturali e promozione internazionale". "Attraverso politiche concrete, visione europea e vicinanza alle imprese e ai settori da noi rappresentati, ha contribuito a rafforzare il legame tra agricoltura, logistica e competitività, valori che Alis condivide e sostiene in ogni sua azione" continua la motivazione.

"Vogliamo prima di Natale che avvenga qualcosa, con un decreto, con un provvedimento?". Lo ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nel corso della presentazione del libro di Gianni Alemanno e Fabio Falbo, 'L'emergenza negata, il collasso delle carceri italiane', con riferimento a un provvedimento per far terminare l'ultima parte della pena fuori dal carcere. "Chi ha il potere di farlo dia respiro" a queste persone.
Questo tentativo di avere un provvedimento "l'abbiamo fatto prima di Ferragosto perché c'era l'emergenza caldo - ha spiegato la seconda carica dello Stato - Proviamo con un'altro tipo di emergenza, quella della bontà, perché la bontà pare che abbia dei ritmi anch'essa. Sotto Natale la bontà aumenta e a Natale manca non molto", ha detto ancora con riferimento a una misura per ridurre il numero di detenuti, per dare un freno al sovraffollamento.
"Senza nulla togliere alle problematiche che ho sentito sviluppare in maniera egregia da chi prima di me ha preso la parola, si può discutere, ma il mio invito è facciamo uscire, anche dalla riunione di oggi, un invito a chi ha il potere e la potestà di farlo, di affrontare oggi anche solo la lampadina, non il lampadario, non la luna, ma di dare un po' di respiro a quelle carceri al collasso, lasciando che chi la pena l'ha già quasi interamente scontata possa magari continuare a scontarla dentro di sé o magari in un altro modo", ha affermato La Russa.
Il presidente del Senato ha poi sottolineato che "la pena in nessun caso può ledere la dignità di una persona. E allora la prima occasione in cui la dignità di una persona viene lesa è quando si trova a scontare la propria pena in una condizione di sovraffollamento, in una condizione in cui i bisogni basilari dell'uomo vengono pressati, vengono costretti a un ritmo che lede la dignità dell'uomo, su questo io mi sento di continuare a fare una battaglia".
Fondi riprogrammati da utilizzare nel triennio 2026-2029... 
Una donna di 84 anni è morta dopo essere stata investita da un autoarticolato guidato da un uomo di 75 anni. L'incidente è avvenuto questa mattina su via Prenestina, nel quartiere di Tor Tre Teste, a Roma.
Sul posto le pattuglie del V gruppo Casilino della polizia locale di Roma Capitale: il camion è stato messo sotto sequestro mentre il 75enne alla guida è stato sottoposto ai test di rito.

Oltre 1.300 persone sono morte in Indonesia, Sri Lanka, Thailandia e Malesia a causa delle devastanti alluvioni che hanno colpito l'Asia meridionale e sudorientale, provocate da piogge record. Secondo un'analisi dell'Afp basata sui dati della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa), diversi Paesi hanno registrato precipitazioni eccezionali, le più intense degli ultimi 13 anni: in alcune zone del sud-est asiatico è caduto fino a un metro di pioggia in più rispetto alla media di novembre del periodo 1991-2020, complice il riscaldamento globale che intensifica gli effetti di monsoni e cicloni tropicali.
Il bilancio più grave riguarda l'Indonesia, dove sono stati confermati finora 712 morti, 500 dispersi e 1,2 milioni di sfollati, soprattutto nelle province di Aceh, Sumatra Settentrionale e Sumatra Occidentale. Gli ambientalisti, insieme allo stesso governo indonesiano, indicano la deforestazione come una delle principali cause di frane e inondazioni improvvise.
Nelle aree più colpite continuano a mancare cibo, carburante e beni essenziali, con i prezzi che sono schizzati alle stelle. Molte strade restano interrotte e le scorte iniziano a scarseggiare. "Le persone hanno paura di restare senza carburante", ha raccontato una residente di Banda Aceh, rimasta in fila per ore a un distributore. Il governo ha annunciato l'invio urgente di 34 mila tonnellate di riso e 6,8 milioni di litri di olio da cucina, ma molti abitanti hanno denunciato ritardi negli aiuti.
Anche nello Sri Lanka, colpito dal ciclone Ditwah, la situazione è drammatica. Frane e inondazioni hanno devastato interi villaggi ed il bilancio ufficiale è già di 410 morti e 336 dispersi. Il presidente Anura Kumara Dissanayake ha dichiarato lo stato di emergenza, definendo l'ondata di maltempo "la più grave catastrofe naturale nella storia del Paese". Le forze armate, con il sostegno di India e Pakistan, stanno evacuando migliaia di persone rimaste isolate, mentre a Colombo le acque stanno lentamente defluendo. L'allerta frane resta altissima nelle regioni centrali.
Eventi estremi si stanno moltiplicando in tutta l'Asia. Una tempesta eccezionale ha colpito il Golfo del Bengala, causando almeno 176 morti nel sud della Thailandia e due nel nord della Malesia. In Vietnam, le alluvioni di metà novembre hanno provocato almeno 90 vittime, soprattutto nella regione montuosa di Dak Lak, dove si è registrato il record storico di precipitazioni. Anche Laos e Cambogia hanno superato i precedenti massimi di pioggia. Le Filippine, invece, sono state colpite da due tifoni consecutivi: Kalmaegi, che ha lasciato dietro di sé 230 morti, e Fung-wong, con altre 30 vittime nel nord del Paese.
In molte regioni asiatiche la situazione sta lentamente migliorando, ma centinaia di migliaia di persone restano nei centri di accoglienza senza accesso regolare ad acqua potabile e generi alimentari. Le organizzazioni umanitarie hanno avvertito che, se i collegamenti non verranno ripristinati rapidamente, il rischio di grave carenza di cibo sarà imminente. "Le comunità di Aceh rischiano fame e malnutrizione entro una settimana", ha messo in guardia Islamic Relief, che ha inviato una nave con 12 tonnellate di aiuti.
Intanto i soccorritori continuano a recuperare vittime e a raggiungere i villaggi ancora isolati. In molte aree, hanno raccontato i sopravvissuti, le inondazioni sono arrivate "come un'onda improvvisa", lasciando pochissimo tempo per mettersi in salvo. Le autorità temono che il bilancio delle vittime sia destinato a salire man mano che si raggiungono le zone più remote e si scava tra le macerie.

L'approvazione anche da parte dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) di nuove opzioni terapeutiche per il cancro al seno metastatico e in stadio avanzato "è importante per le migliaia di donne che attendono questo tipo di soluzione, ma è altrettanto importante che i nuovi farmaci trovino subito applicazione perché qualche mese di ritardo può fare la differenza su queste pazienti". Lo ha detto Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia, intervenendo oggi a Milano all'incontro con la stampa organizzato da AstraZeneca per mettere in luce le prospettive offerte dalle terapie innovative per il carcinoma mammario avanzato o metastatico.
D'Antona si sofferma su quanto le donne con cancro al seno oggi siano più preparate rispetto al passato, anche grazie al supporto del medico di famiglia e di realtà come quella da lei presieduta che "rappresenta circa 200 associazioni sul territorio, sempre a disposizione". Alcune delle volontarie di Europa Donna, sottolinea, "lavorano nelle Breast Unit dopo un'opportuna formazione estesa anche alle nuove linee terapeutiche, in modo che possano trasferire le opportunità disponibili alle pazienti associate sul territorio".

L'approvazione anche da parte dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) di nuove opzioni terapeutiche per il cancro al seno metastatico e in stadio avanzato "è importante per le migliaia di donne che attendono questo tipo di soluzione, ma è altrettanto importante che i nuovi farmaci trovino subito applicazione perché qualche mese di ritardo può fare la differenza su queste pazienti". Lo ha detto Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia, intervenendo oggi a Milano all'incontro con la stampa organizzato da AstraZeneca per mettere in luce le prospettive offerte dalle terapie innovative per il carcinoma mammario avanzato o metastatico.
D'Antona si sofferma su quanto le donne con cancro al seno oggi siano più preparate rispetto al passato, anche grazie al supporto del medico di famiglia e di realtà come quella da lei presieduta che "rappresenta circa 200 associazioni sul territorio, sempre a disposizione". Alcune delle volontarie di Europa Donna, sottolinea, "lavorano nelle Breast Unit dopo un'opportuna formazione estesa anche alle nuove linee terapeutiche, in modo che possano trasferire le opportunità disponibili alle pazienti associate sul territorio".

"Per il carcinoma della mammella ormono-positivo (Hr+) e Her2-negativo (Her2-) sono disponibili nuove opportunità legate agli inibitori della pathway Pi3k, ma è fondamentale gestire il test molecolare per selezionare le pazienti e offrire loro l'accesso ai nuovi trattamenti". Lo ha detto Nicola Fusco, direttore della Divisione di Anatomia patologica dello Ieo (Istituto europeo di oncologia) e professore di Anatomia patologica presso il Dipartimento di Oncologia ed Emato-oncologia dell'università di Milano, intervendo all'incontro con la stampa promosso oggi a Milano da AstraZeneca, per discutere delle prospettive offerte dalle terapie innovative per il carcinoma mammario avanzato.
I test molecolari citati dall'esperto "sono molto complessi e prendono in considerazione tante variabili", ha spiegato Fusco, evidenziando l'aspetto legato alla disponibilità di "tecnologie che siano sufficientemente sensibili e specifiche per quella specifica domanda clinica". Fusco ha poi sottolineato come l'impiego dei test molecolari sia "una sfida da abbracciare come gruppo multidisciplinare, consentendo anche alle pazienti gestite in un centro periferico di avere accesso ai test di eccellenza", conclude.

"Il sottotipo di malattia a recettore ormonale positivo (Hr+) e Her2- negativo è il più frequente tra i tumori alla mammella. Oggi emerge come novità terapeutica la possibilità di identificare dei bersagli specifici responsabili di fenomeni di resistenza alla terapia endocrina, come l'alterazione della pathway Pi3k/Akt. Lo studio di fase 3 CAPItello-291 ha valutato l'utilizzo di capivasertib, un inibitore di Akt, in combinazione con fulvestrant in pazienti che avevano sviluppato endocrino-resistenza. La combinazione si è dimostrata vantaggiosa, con un dimezzamento del rischio di progressione di malattia e la possibilità di ritardare la chemioterapia". Così Valentina Guarneri, direttrice dell'Unità operativa complessa di Oncologia 2 dello Iov, l'Istituto oncologico Veneto, e professoressa di Oncologia medica all'università di Padova, commentando lo studio CAPItello - pubblicato sul 'New England journal of medicine' - all'incontro con la stampa promosso oggi a Milano da AstraZeneca per approfondire le prospettive offerte dalle terapie innovative per il carcinoma mammario avanzato o metastatico.
Il tumore della mammella "è il più frequente in Italia, con circa 53mila nuove diagnosi ogni anno - spiega l'oncologa - Grazie allo screening e ai miglioramenti delle terapie, la maggior parte delle pazienti oggi può guarire dopo la diagnosi. Tuttavia, una parte di loro può recidivare e una alcune pazienti si presentano già con malattia metastatica all'esordio". I tumori alla mammella non sono tutti uguali ed è per questo importante scegliere il trattamento più adeguato. Per farlo "è necessario valutare alcuni biomarcatori che consentono di individuare la strategia terapeutica più opportuna", sottolinea Guarneri che rimarca l'importanza di "lavorare di concerto con i patologi e i biologi molecolari per cercare le alterazioni specifiche e poter candidare le pazienti a un trattamento potenzialmente più efficace".
A partire da giugno 2026 con Volotea, Aeroitalia e EasyJet... 
Per la prima volta in Italia le tesi dei dottorandi in materie agroalimentari diventano uno strumento operativo per il mercato del lavoro. È quanto prevede il protocollo d’intesa firmato da UniCredit, Università di Bari e Foglie che introduce un sistema permanente di trasferimento della conoscenza dalle aule universitarie alle imprese agricole. L’accordo – formalizzato attraverso una convenzione quadro che disciplina attività di divulgazione, orientamento professionale, produzione multimediale e formazione congiunta – permette di raccogliere, classificare e rendere consultabili i risultati scientifici dei dottorandi in forma utilizzabile da aziende, tecnici, cooperative e operatori di filiera.
A questa infrastruttura si affianca un percorso formativo strutturato in collaborazione con UniCredit: a partire da gennaio 2026 saranno attivati moduli dedicati all’accesso al credito per l’impresa agricola, alla gestione del dialogo banca–impresa, alla costruzione del modello economico di una nuova attività, alla redazione del business plan, all’analisi dei fabbisogni finanziari e ai criteri di sostenibilità integrata per le PMI del comparto.
I corsi, erogati da specialisti e volontari della banca, saranno rivolti a imprenditori agricoli, giovani tecnici, studenti e professionisti che operano nelle filiere del Sud. L’accordo prevede inoltre seminari tematici, produzioni video girate nei campi sperimentali e nei laboratori universitari, attività di orientamento ai mestieri dell’agroalimentare e la programmazione di Job Day mirati all’incontro tra competenze scientifiche emergenti e imprese che richiedono profili avanzati su suoli, irrigazione, genetica vegetale, agricoltura digitale e riduzione degli input.
“La ricerca universitaria contiene soluzioni immediate per molte delle sfide delle nostre filiere: uso efficiente dell’acqua, fertilità del suolo, rese produttive, energia, nuove varietà, adattamento climatico", commenta Ferdinando Natali, regional manager Sud di UniCredit. "Rendere disponibile ai territori questa conoscenza significa rafforzare l’intera catena del valore e offrire ai giovani competenze realmente spendibili. Il nostro contributo si concentra su strumenti concreti: formazione bancaria e manageriale, competenze sul credito, supporto ai modelli di impresa e creazione di collegamenti stabili tra chi fa ricerca e chi produce valore economico. È un elemento di competitività e sviluppo sociale per il Sud”, spiega.
Secondo Foglie – Giovani Editori Associati, “portare le tesi fuori dagli atenei significa riconoscere il valore professionale del lavoro dei dottorandi e metterlo al servizio delle imprese. I risultati delle loro ricerche rappresentano un patrimonio che può influenzare scelte agronomiche, investimenti e modelli produttivi. Il nostro compito è tradurre questi contenuti, renderli accessibili e costruire un ponte stabile tra scienza e lavoro". L’iniziativa si configura "come uno dei primi modelli nazionali capaci di trasformare in modo sistemico il sapere accademico agricolo in competenze operative, con ricadute dirette sulla qualità delle produzioni, sull’innovazione delle filiere e sulle opportunità professionali”.

Resta ancora complesso il percorso verso una piena inclusione lavorativa delle persone con disabilità nonostante alcuni passi in avanti. Tra le persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo che potrebbero lavorare, solo il 40% risulta occupato, mentre il 30% è alla ricerca di un impiego. Pregiudizi, scarsa conoscenza della disabilità e l’assenza di servizi capaci di facilitare l’incontro tra domanda e offerta restano gli ostacoli principali nella ricerca di un impiego. Alla vigilia della 'Giornata internazionale della disabilità' (3 dicembre), la Fondazione studi consulenti del lavoro, in collaborazione con l’Associazione nazionale di famiglie e persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo (Anffas), ha diffuso un’anticipazione di una più ampia indagine, condotta su un campione di quasi 500 famiglie con persone con disabilità, che sarà presentata nei primi mesi del 2026, per offrire un quadro aggiornato sullo stato dell’inclusione professionale.
Dalle prime evidenze emerge che, nonostante un livello di istruzione medio-alto (il 43% possiede un diploma e il 15% una laurea) sono soprattutto le attività manuali e artigiane a garantire maggiori opportunità di accesso al lavoro. I settori più ricettivi risultano turismo (25%) e commercio (20%). Sul fronte contrattuale, solo il 28,5% degli occupati può contare su un contratto a tempo indeterminato, mentre il 13% lavora a termine e il 30,8% è inserito in un tirocinio.
Anche l’orario di lavoro riflette un quadro articolato: il 95% svolge attività part time, nel 55% dei casi per propria scelta, nel 40% dei casi su richiesta dell’azienda. Tra chi è in cerca di lavoro, il 55,3% utilizza i servizi pubblici e privati dedicati al collocamento, che nel 64% dei casi sono gratuiti, ma nel 20% a carico della famiglia. Per migliorare il livello di inclusione, quasi la metà degli intervistati (49%) indica la necessità di potenziare figure specializzate, come il disability manager. Seguono la richiesta di maggiori opportunità lavorative, anche attraverso strumenti contrattuali più flessibili (38%), e il rafforzamento dei servizi pubblici e privati dedicati a chi è in cerca di lavoro (37%).
“I dati che emergono confermano che c’è ancora molta strada da fare per garantire un accesso equo e dignitoso al lavoro delle persone con disabilità”, ha dichiarato il presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, Rosario De Luca. “È fondamentale intensificare le politiche attive anche tramite i nuovi strumenti digitali introdotti nel contesto del collocamento. Rafforzare i servizi dedicati e promuovere una maggiore conoscenza delle diverse forme di disabilità deve essere impegno di tutti, compreso il mondo delle imprese e quello professionale, per creare contesti lavorativi ancor più inclusivi e capaci di valorizzare le competenze di tutte le persone”, ha aggiunto.
“Ancora oggi, purtroppo, le persone con disabilità, e contestualmente le loro famiglie, hanno davanti un percorso ad ostacoli per riuscire ad entrare nel mondo del lavoro e la situazione è spesso più grave per le persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, le cui capacità sono oggetto di pregiudizi e stereotipi”, ha dichiarato Roberto Speziale, presidente nazionale Anffas.
“Eppure, sono proprio loro a chiedere a gran voce di poter avere pari opportunità in ambito lavorativo per un lavoro vero e questo non solo per una questione di vita indipendente, ma per poter dare il loro contributo alla società al pari di tutti gli altri cittadini, come peraltro richiamato dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, che tutela il diritto al lavoro e vieta ogni forma di discriminazione. È quindi necessario l’impegno di tutti gli attori a vario titolo coinvolti per continuare a sensibilizzare e promuovere maggiore consapevolezza al fine di far rispettare un diritto sancito da normative nazionali e internazionali. Normative che prevedono, tra le altre cose, anche fattori come l’accomodamento ragionevole, ancora purtroppo poco conosciuto o non considerato”, ha concluso.
Nell'Isola 60mila stranieri, quasi il 4% della popolazione...
Dal 5 al 7 dicembre al Teatro Doglio... Altri articoli …
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