
Estratta la combinazione vincente del concorso di oggi, sabato 29 novembre, del Superenalotto: 8, 16, 29, 61, 65, 69. Numero Jolly: 17. Numero SuperStar: 85. Nessun '6' né '5+1'. Centrati invece undici '5' che vincono 17.379,07 euro ciascuno. Il jackpot per il prossimo concorso sale a 85,6 milioni di euro.
Quanto costa una schedina?
La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro.
L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.
Quali sono i punteggi vincenti?
Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:
- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;
- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;
- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;
- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.
Come faccio a sapere se ho vinto?
E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.

Oscar Piastri si prende la pole position nelle qualifiche del Gran Premio del Qatar. Oggi, sabato 29 novembre, il pilota australiano della McLaren ha fatto segnare il miglior tempo, chiudendo in 1'19"387 davanti al compagno di scuderia, e leader del Mondiale, Lando Norris e alla Red Bull di Max Verstappen. Quarto e quinto tempo per le Mercedes di George Russell e Oscar Piastri.
Deludono ancora le due Ferrari: Charles Leclerc partirà in decima posizione, mentre Lewis Hamilton non è riuscito a superare il Q1 e scatterà 17esimo.
1. Oscar Piastri (McLaren)
2. Lando Norris (McLaren)
3. Max Verstappen (Red Bull)
4. George Russell (Mercedes)
5. Kimi Antonelli (Mercedes)
6. Isack Hadjar (Racing Bulls)
7. Carlos Sainz (Williams)
8. Fernando Alonso (Aston Martin)
9. Pierre Gasly (Alpine)
10. Charles Leclerc (Ferrari)
11. Nico Hulkenberg (Sauber)
12. Liam Lawson (Racing Bulls)
13. Oliver Bearman (Haas)
14. Alexander Albon (Williams)
15. Yuki Tsunoda (Red Bull)
16. Esteban Ocon (Haas)
17. Lewis Hamilton (Ferrari)
18. Lance Stroll (Aston Martin)
19. Gabriel Bortoleto (Sauber)
20. Franco Colapinto (Alpine)

Giallo calcio d'angolo in Milan-Lazio. Oggi, sabato 29 novembre, alla metà del primo tempo il centrocampista rossonero Luka Modric ha portato il pallone sulla bandierina convinto di avere conquistato un corner dopo un rimpallo con un giocatore avversario. Pronto alla battuta, l'ex mediano del Real Madrid ha scoperto che in realtà l'arbitro Giuseppe Collu ha fischiato rimessa dal fondo.
Modric è corso a protestare dal direttore di gara, che gli ha spiegato la sua decisione. Il croato è quindi tornato verso il centro del campo scuotendo la testa, non sembrando particolarmente convinto della chiamata arbitrale.

Una donna è rimasta ferita da un colpo di arma da fuoco in strada a Nole Canavese, nel torinese. Secondo una prima ricostruzione la donna, una 38enne, al culmine di una lite tra conviventi si sarebbe puntata l’arma alla testa sparandosi. A quanto si è appreso, la donna, che sarebbe rimasta ferita marginalmente al capo, è stata soccorsa dai sanitari del 118 e trasportata in ospedale. Sul luogo dell’accaduto, dove sarebbe stato presente anche il compagno della donna, sono giunti i carabinieri per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti.
Prima vittoria allo Stadium per Spalletti, allarme per Vlahovic... 
Una bandiera statunitense e un manifesto raffigurante il ministro della Difesa Guido Crosetto con la scritta 'Non ci arruoliamo' sono stati bruciati durante il corteo di Roma "contro l'economia di guerra e per la Palestina libera". L'azione da parte di alcuni esponenti del movimento studentesco universitario Cambiare Rotta, che hanno postato le immagini sul profilo social del collettivo.
"Solidarietà e sostegno a Guido Crosetto per l'ignobile gesto di cui è stato vittima oggi a Roma, dove i manifestanti pro Pal hanno bruciato un manifesto con la sua immagine" dice in una nota il deputato e responsabile organizzazione di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli. "Se pensano di intimorirci con questi vili atti si sbagliano di grosso: non cederemo al loro odio e alla loro violenza".
Big match in Serie A. Il Milan ospita la Lazio oggi, sabato 28 novembre - in diretta tv e streaming - a San Siro nella 13esima giornata di campionato. La squadra di Allegri è reduce dalla vittoria nel derby contro l'Inter, 1-0 firmato Pulisic ed è seconda in classifica con 25 punti, a -2 dalla Roma capolista.
I biancocelesti di Sarri invece hanno vinto all'Olimpico contro il Lecce 2-0 nell'ultimo turno e hanno raggiunto l'ottavo posto, salendo a 18 punti e rilanciandosi in zona Europa.
Nella prossima giornata di Serie A la Lazio ospiterà il Bologna, mentre il Milan sfiderà in trasferta il Torino.
(Adnkronos) - Big match in Serie A. Il Milan ospita la Lazio oggi, sabato 28 novembre - in diretta tv e streaming - a San Siro nella 13esima giornata di campionato. La squadra di Allegri è reduce dalla vittoria nel derby contro l'Inter, 1-0 firmato Pulisic ed è seconda in classifica con 25 punti, a -2 dalla Roma capolista.
I biancocelesti di Sarri invece hanno vinto all'Olimpico contro il Lecce 2-0 nell'ultimo turno e hanno raggiunto l'ottavo posto, salendo a 18 punti e rilanciandosi in zona Europa.
Nella prossima giornata di Serie A la Lazio ospiterà il Bologna, mentre il Milan sfiderà in trasferta il Torino.
Vegetazione, arredi e percorsi dialogano con testi e autori... 
Era considerato il genio che ha trasformato la parola in teatro e il teatro in vita: è morto nella sua casa nel Dorset, all'età di 88 anni, Tom Stoppard, drammaturgo, sceneggiatore e scrittore britannico, vincitore dell'Oscar e del Golden Globe per la sceneggiatura del film "Shakespeare in Love" (1988), diretto da John Madden, interpretato da Joseph Fiennes e Gwyneth Paltrow, e autore di alcune delle opere teatrali più importanti del secondo Novecento.
La carriera
La sua carriera, che ha spaziato dal teatro alla radio, dal cinema alla televisione, ha ridefinito il concetto di drammaturgia contemporanea, unendo brillantezza linguistica, profondità filosofica e humour sofisticato. Stoppard ha lasciato un segno indelebile nella cultura mondiale, vincendo numerosi premi tra cui Tony Award e Laurence Olivier Award e trasformando la parola in strumento di riflessione, gioco e umanità. Tra i suoi drammi spiccano "Rosencrantz e Guildenstern sono morti", "I mostri sacri", "Ogni bravo ragazzo merita un favore", "The Real Thing", "The Coast of Utopia" e "Leopoldstadt". Commendatore dell'Ordine dell'Impero Britannico dal 1978 e Cavaliere dal 1997, Tom Stoppard si poteva fregiare del titolo di Sir per il suo impegno artistico e culturale riconosciuto anche dalla regina Elisabetta II.
"Ricorderemo Tom per le sue opere, per la loro brillantezza e umanità, per il suo spirito arguto e irriverente, per la generosità d'animo e per il suo profondo amore per la lingua inglese", si legge nel comunicato diffuso dalla famiglia tramite l'agenzia che rappresentava l'artista, United Agents.
Chi era
Nato a Zlín, in Cecoslovacchia, il 3 luglio 1937 con il nome di Tomáš Straussler, Stoppard visse un'infanzia travagliata: la sua famiglia, ebrea non praticante, fu costretta a fuggire dall'invasione nazista prima a Singapore e poi in India. Durante l'esodo morì il padre, Eugen Straussler, medico di professione. La madre, Martha Bečkova, si risposò con il maggiore inglese Kenneth Stoppard, da cui Tom prese il cognome. Nel 1946 la famiglia si stabilì definitivamente in Gran Bretagna. Qui il giovane Tom Stoppard completò gli studi e intraprese la carriera giornalistica, prima come cronista, poi come critico teatrale, affinando già nei primi anni quella precisione linguistica e quella sensibilità per il teatro che avrebbero caratterizzato tutta la sua opera.
Il successo arrivò nel 1967 con "Rosencrantz e Guildenstern sono morti", tragicommedia surreale ispirata ai due personaggi secondari dell'Amleto di William Shakespeare. L'opera, presentata al National Theatre e poi trasposta in film nel 1990 - diretto dallo stesso Stoppard e premiato con il Leone d'Oro alla Mostra del Cinema di Venezia - segna una tappa fondamentale nel teatro contemporaneo. I protagonisti, sospesi tra l'assurdo e la riflessione esistenziale, diventano strumenti per esplorare il senso della vita, la casualità e l'inevitabilità della morte, con un'ironia sottile e un'0ntelligenza verbale straordinaria.
Negli anni successivi, Stoppard consolidò la sua fama con opere come "I mostri sacri" (1974), "15 Minute-Hamlet" (1976), "The Real Thing" (1982) e "Traversata burrascosa" (1984). La sua scrittura combina ingegno linguistico, giochi di parole e profondità filosofica, dando vita a drammi sofisticati, surreali, ma sempre con un cuore umano palpabile. In "Dogg's Hamlet, Cahoot's Macbeth" (1979), per esempio, il linguaggio stesso diventa materia di riflessione, e in "Arcadia" (1993) la passione per la matematica e la letteratura si intreccia in una narrazione affascinante. Parallelamente al teatro, Stoppard si affermò anche nel cinema. Collaborò con registi del calibro di Terry Gilliam ("Brazil"), Steven Spielberg ("L'Impero del Sole", "Indiana Jones e l'ultima crociata"), fino l trionfo con John Madden ("Shakespeare in Love"). Questa versatilità dimostra come il suo genio non fosse confinato al palcoscenico: la complessità dei personaggi, la raffinatezza dei dialoghi e la capacità di unire leggerezza e profondità filosofica hanno fatto di ogni suo lavoro un classico contemporaneo.
Negli anni 2000, Stoppard ha continuato a scrivere opere teatrali acclamate: "The Coast of Utopia" (2002), che gli valse il quarto Tony Award alla migliore opera teatrale, "Rock 'n' Roll" (2006) e "Leopoldstadt" (2020), dedicata alla memoria della sua famiglia ebraica. Ogni opera mostra la capacità unica di Stoppard di fondere storia, filosofia, humour e umanità, e la sua eredità rimane una delle più ricche del teatro moderno.
Oltre alla carriera artistica, Stoppard fu un instancabile sostenitore dei diritti umani. Negli anni Settanta visitò la Cecoslovacchia e l'Unione Sovietica come membro di Amnesty International, incontrando dissidenti come Václav Havel e Vladimir Bukovsky. Scrisse articoli per riviste internazionali, denunciando abusi politici e culturali dei regimi comunisti, e dimostrando un impegno civile che si riflette anche nelle sue opere teatrali, spesso permeate da riflessioni sulla libertà e sulla responsabilità morale.
Stoppard è stato sposato tre volte. Il primo matrimonio fu con Jose Ingle (1965-72), mentre il secondo, con Miriam Moore-Robinson (1972-92), terminò quando Stoppard lasciò la moglie per l'attrice Felicity Kendal; ha due figli, nati dai precedenti matrimoni, tra cui l'attore Ed Stoppard. Nel 2014 si era sposato con Sabrina Guinness. La sua vita privata, pur lontana dai riflettori, rispecchiava la stessa complessità e intensità della sua opera.
Tra i riconoscimenti più prestigiosi ottenuti si ricordano anche i dottorati onorari da università come Oxford, Cambridge e Yale. (di Paolo Martini)

Si va a schiantare contro il guardrail e la barriera taglia in due l'auto. Il conducente resta incastrato, ma senza gravi ferite. E' successo la scorsa notte a Lodi, lungo la statale 235, all'ingresso di un distributore di carburante.
Sul posto, un quarto d'ora prima dell'una, sono intervenute le squadre del comando provinciale dei vigili del fuoco di Lodi. Con cesoie e divaricatore, i vigili del fuoco sono riusciti a estrarre l'automobilista 27enne, rimasto incastrato nell'abitacolo. L'uomo, con lievi ferite, è stato portato in codice giallo dal 118 all'ospedale di Rozzano nel Milanese.

Infortunio per Dusan Vlahovic in Juventus-Cagliari. Oggi, sabato 29 novembre, l'attaccante serbo si è fermato al 30' del primo tempo a causa di un problema muscolare alla coscia accusato durante una conclusione verso la porta avversaria. Vlahovic, che arrivava da un altro problema muscolare, ha chiesto subito il cambio ed è uscito dal campo con la maglietta sul viso, in lacrime.
Arrivato in panchina ha detto a Spalletti: "Mister, mi sono fatto molto male", come rivelato dai bordocampisti di Dazn. Sensazioni molto negative quindi per l'infortunio di Vlahovic, con l'allenatore della Juventus che ha inserito al suo posto Jonathan David, reduce dal gol decisivo in Champions League contro il Bodo.

Il capo di Stato Maggiore dell'Esercito Carmine Masiello polemizza con l'Università di Bologna. "Per creare un pensiero laterale nell'esercito, per dare la possibilità di pensare in maniera differente e uscire dallo stereotipo, ho deciso di avviare un corso di laurea in Filosofia per i miei giovani ufficiali" dice. "Ho chiesto all'Università di Bologna di avviare un corso di laurea per 10-15 dei miei ufficiali. Non hanno voluto avviare questo corso per timore di militarizzare la Facoltà. Non posso giudicare le scelte che competono ad altre istituzioni, però rappresento che un'istituzione come l'esercito non è stata ammessa all'Università”. E' stata, aggiunge, una "cosa che mi ha sorpreso e deluso". "Questo è sintomatico dei tempi che viviamo e di quanta strada c’è da percorrere, perché la nostra opinione pubblica, in generale, e i giovani, in particolare, capiscano quale è la funzione delle forze armate nel mondo che stiamo vivendo".
Bernini: "Scelta discutibile"
Il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha sentito telefonicamente il rettore dell’Alma Mater di Bologna, Giovanni Molari, sulla scelta di non attivare un corso di Filosofia per giovani ufficiali. Nonostante il rispetto della procedura prevista, che rimette all’autonomia del dipartimento, quello di Filosofia nello specifico, la decisione, il ministro ha condiviso la delusione del generale Carmine Masiello per la mancata attivazione del corso.
Per il ministro "non è soltanto una scelta discutibile, ma una rinuncia alla propria missione formativa. Un dipartimento che teme la 'militarizzazione' davanti a un percorso di studi rischia di compromettere la funzione stessa del sapere: aprire, non chiudere; includere, non escludere. Non esiste libertà senza sicurezza, e non può esserci sicurezza senza una Difesa preparata e capace di leggere la complessità del nostro tempo. Una società che diffida dei propri servitori in uniforme dovrebbe interrogarsi sulle proprie fragilità, non sul ruolo delle Forze Armate".
Cattaneo (FI): "Solidarietà a Masiello"
"Apprendo con stupore dai media di un rifiuto dell’Università di Bologna a collaborare con l’esercito Italiano per la formazione dei suoi ufficiali" dice Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia e responsabile dei Dipartimenti del partito. "Esprimo solidarietà alla forza armata e al suo Capo di Stato Maggiore Masiello. L’esercito e le altre forze armate sono uno strumento prezioso della Repubblica, una forza a disposizione di tutta la comunità nazionale sulla base dei compiti affidati dalla Costituzione e dalle leggi. Dalle missioni all’estero alle attività per la sicurezza in Italia, dagli impegni Nato alle attività di supporto alla popolazione civile sono così tante le operazioni utili svolte che il rifiuto di un’università così importante a collaborare davvero non si capisce".
Fassino (Pd): "Desolante rifiuto"
"Mi auguro che le autorità accademiche di una delle più antiche e prestigiose università del mondo rivedano il loro rifiuto" ha dichiarato Piero Fassino, vicepresidente della commissione Difesa della Camera e deputato del Pd. "Che l'università di Bologna abbia rifiutato la richiesta del Capo di Stato maggiore generale Masiello di attivare un corso di filosofia per 15 ufficiali è la triste e desolante conferma della deriva del mondo accademico sempre più incline a battaglie ideologiche e manichee anziché essere luogo di formazione e creazione di sapere".

"È andata via come lei avrebbe voluto. Una morte improvvisa, totalmente inaspettata". Con queste parole Mario Lavezzi ha ricordato, ospite a Verissimo, Ornella Vanoni, la regina della musica italiana, morta lo scorso venerdì all'età di 91 anni.
Il compositore e grande amico di Vanoni ha raccontato il momento in cui ha scoperto della sua morte: "Erano le 22.30, ho ricevuto una chiamata, io sono scoppiato e ho passato il telefono a mia moglie", ha detto Lavezzi che si è precipitato a casa di Vanoni: "La sua assistente ci ha raccontato che aveva appena mangiato e aveva chiesto un po' di gelato, quando glielo ha portato lei aveva il capo chinato sulla spalla sinistra". "Era mia sorella", ha aggiunto, commosso.
Negli ultimi giorni di vita, Ornella aveva lamentato dei dolori alla schiena: "Diceva che aveva un dolore pazzesco e che non riusciva nemmeno a respirare. Ha vissuto due mesi con diversi problemi fisici, tra cui una pericardite", ha spiegato Lavezzi a Silvia Toffanin.
L'ultimo progetto di Ornella era un brano con Gino Paoli: "Doveva uscire un loro duetto dal titolo 'quando ti rivedrò'", ha detto Lavezzi commosso, sottolineando come queste parole oggi assumono un significato diverso.

Allarme per nuove truffe telefoniche in Italia attraverso numeri con prefissi stranieri, con un nuovo fenomeno, chiamato 'spoofing', sempre più diffuso. In tutto il Paese si stanno diffondendo chiamate e messaggi che nascondono vere e proprie truffe telefoniche o spam. Il fenomeno è aumentato nelle ultime settimane, dopo che era già stato lanciato l'allarme per chiamate moleste da parte di call center dall'Italia, ma anche dall'estero, e dopo che l'Agcom aveva istituito il cosiddetto "filtro anti spoofing", cercando di contrastare un fenomeno che ora sembra aver trovato nuove 'soluzioni' e modalità.
Cos'è lo spoogfing
Lo spoofing è l'ultima frontiera della truffa telefonica. Si tratta di una tecnica utilizzata per ingannare fingendosi un qualcun altro o, in questo caso, fingendosi un altro numero. I call center stranieri falsificano quindi il prefisso, facendo apparire sul display del malcapitato un numero italiano, così da avere maggiori probabilità di risposta da parte dell'utente.
La truffa, in ogni caso, può avvenire in varie modalità: per email, inviando quindi un messaggio con un indirizzo falso, che però assomiglia a un ente reale e può quindi trarre facilmente in inganno un occhio non attento; falsificando l'indirizzo IP, facendo quindi sì che sembri che il traffico arrivi da un altro computer.
Si può creare un sito web falso, apparentemente identico a quello attraverso cui si vuole ingannare l'utente, con l'obiettivo di rubarne i dati o portarlo, nel caso peggiore, all'inserimento dei dati della carta di credito.
Allarme prefissi stranieri: quali evitare
Ma come detto in Italia suona forte l'allarme per il boom di chiamate provenienti da prefissi stranieri[1]. La truffa, in questo caso, avviene spesso promettendo posti di lavoro o facili guadagni, ed è volta ad hackerare i dispositivi dei malcapitati, a rubare i loro dati personali o a estorcere denaro. La maggior parte delle volte a rispondere non sono persone fisiche ma voci elettroniche o registrate, mentre i messaggi arrivano su app di messaggistica come WhatsApp o Telegram. Oltre al messaggio di testo in allegato si trovano link che rimandano a pagine che possono contenere virus o portare i truffatori ad accedere ai dispositivi o ai dati personali.
La soluzione però, per non cadere in queste trappole, è semplice: non rispondere e bloccare ogni numero sospetto, sia cellulare o fisso. Prefissi come +44, +46 o +31, tra i più frequenti e appartenenti rispettivamente a Regno Unito, Svezia e Paesi Bassi, possono essere 'indizi' fondamentali per riconoscere potenziali truffe.
Mai, inoltre, richiamare in caso di chiamata persa o squillo volutamente breve. Si tratta infatti di un tipo diverso di truffa, volto a far spendere un'enormità del credito cellulare dell'utente e appropriarsi direttamente della cifra in questione, oppure ad attivare abbonamenti a pagamento indesiderati.

"Sto meglio, ho ripreso 20 chili, mi hanno tolto il cortisone e sono felice di guardarmi ora allo specchio". Con queste parole Costantino Vitagliano ospite oggi a Verissimo ha parlato delle sue condizioni di salute e degli ultimi due anni della sua vita segnati da una malattia autoimmune, che provoca problemi ai vasi sanguigni.
"Ho vissuto dei giorni da incubo. Avevo delle ansie pazzesche, pensavo che fosse finito un ciclo di vita. Pensavo solo in negativo, non avevo le forze di fare nulla. Sono stato 40 giorni a pensare che non ce l'avrei fatta, le persone intorno mi hanno dato tanta energia", ha detto Vitagliano ospite nel salotto di Silvia Toffanin, che oggi, grazie alle cure, non rischia più la vita.
Costantino è papà di Ayla, nata nel 2015: "Sono davvero orgoglioso di mia figlia. Prima ero troppo preso da me e da quello che era il mio lavoro, non pensando che oggi la cosa più importante è questa: fare il papà", ha detto a Verissimo.
Vitagliano temeva di non essere in grado di fare il padre: "Elisa (Mariani, la mamma di Ayla, ndr) mi ha dato la cosa più bella della mia vita e io all'inizio non la capivo, non mi sentivo pronto, avevo paura, pensavo di non essere all'altezza, oggi le dico grazie per avermi fatto questo dono".

La famiglia, che viveva nel bosco a Palmoli nel chietino, ha accettato di trasferirsi nel casolare, offerto da un ristoratore di Ortona, Armando Carusi in comodato d'uso gratuito. Catherine e Nathan ci si trasferiranno presto, seppur temporaneamente, in attesa che siano eseguiti i lavori nella loro casa.
Nathan, il padre dei tre bambini, si è recato nella struttura, situata sempre in un bosco e ha accettato la residenza autonoma offerta, "immersa nella natura con almeno due ampie stanze di cui una cucina, un pozzo dove poter prelevare l'acqua, il bagno a secco e locali per gli animali", spiega il ristoratore, aggiungendo che si sta preparando il contratto di comodato d'uso gratuito.
"Nella giornata di ieri abbiamo provveduto al deposito del reclamo avverso l'ordinanza del Tribunale per i Minorenni che ha disposto l'allontanamento dalla casa familiare dei bambini Trevallion Birmingham" scrivono, in una nota, gli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas, legali di fiducia della famiglia, precisando che è stata accettata l'offerta di un alloggio provvisorio. Il ricorso è contro l'allontanamento dei tre figli dall'abitazione di Palmoli. I bimbi si trovano in una casa famiglia a Vasto. "La presentazione del gravame muove, di certo, dalla improcrastinabile necessità di instare per la revoca dell'ordinanza ma, parimenti, dalla doverosa contestualizzazione di passaggi chiave sottesi a una corretta lettura di una vicenda che, a tratti, è stata, purtroppo, oggetto di strumentalizzazioni speculative. Il reclamo ha consentito oggi, per la prima volta, di rappresentare in maniera tecnica e particolareggiata, le argomentazioni relative agli aspetti ritenuti pregiudizievoli per i minori: in maniera semplificata, quand'anche qui non esaustiva, abbiamo avuto modo di dedurre sulle questioni igienico sanitarie, oggetto di presentazione di Scia, che saranno risolte, a breve, mediante interventi tecnici mirati, così come una minuziosa analisi della vita dei minori e del metodo dell'unschooling ha consentito di chiarire che non vi è mai stata una deprivazione del rapporto tra pari".
"Catherine e Nathan - sottolineano i legali - hanno sempre, e solo, avuto a cuore il bene dei loro figli e la scelta di vivere nella loro casa di Palmoli, ed in via più generale di crescere i loro bambini in un'ottica di potenziamento di valori non stereotipati, lungi dall'essere frutto di una negligente approssimazione educativa era, ed è, espressione di una filosofia di vita in cui hanno creduto e continuano fermamente a credere. E' innegabile che la vicenda è stata ammantata di criticità legate ad una puntuale interpretazione di segmenti processuali che, se correttamente individuati e chiariti, avrebbero potuto condurre, sin da subito, ad un approdo diverso". I due avvocati spiegano anche che "i genitori hanno deciso, pur di ovviare alle criticità igienico-sanitarie riscontrate, di accettare per il tempo necessario all'attuazione delle migliorie abitative richieste, un immobile offerto da un privato cittadino. Nessun passo indietro, ma un passo avanti che consente di tornare a vivere secondo il proprio credo e la propria voglia di libertà".

"La storia più importante della mia vita". Benedetta Porcaroli ospite oggi, sabato 30 novembre, a Verissimo ha parlato della sua relazione con l'attore Riccardo Scamarcio.
"L'amore va bene, è un buon momento - ha confessato l'attrice -. Nonostante quello che ci circonda che a tratti è faticoso, rimango positiva con l'attitudine. Negativi col pensiero ma positivi nella vita e nei fatti". La loro storia d'amore è iniziata durante le riprese de 'L'ombra del giorno', film del 2021 in cui erano entrambi protagonisti: "Stiamo insieme da quattro anni, ho perso il conto. È sicuramente la storia più lunga della mia vita, andiamo molto d'accordo".
Porcaroli ha poi parlato del forte legame con il fratello Guglielmo, che Toffanin ha presentato come il secondo uomo più importante della sua vita: "Il fratello maschio ti uccide, ha una tenerezza che mi colpisce nel profondo del cuore. C'è qualcosa di struggente che ritrovo in mio fratello", ha detto commossa.

Bufera per le parole di Francesca Albanese dopo gli atti di violenza compiuti ieri nella redazione del quotidiano La Stampa a Torino. Trentaquattro persone sono state identificate e denunciate dai poliziotti per aver partecipato all'irruzione nella redazione del quotidiano durante le manifestazioni per lo sciopero generale di ieri. Albanese, relatrice speciale dell'Onu sui territori occupati, intervenendo all'evento 'Rebuild Justice. Ricostruire la giustizia' a Roma ha condannato il raid parlando anche di "monito per la stampa". "A quanto pare stanno provando ad affossarmi. Non c’è stato nessuno scivolone, vergognatevi. Tutto quello che ho detto e che continuo a dire è che condanno la violenza e condanno l’attacco di ieri a La Stampa", ha detto nel pomeriggio Albanese dal palco del corteo di Roma. "Ma la violenza anche dentro a un sistema violento finisce per rafforzare il sistema che ci opprime", ha affermato ancora.
Meloni: "Grave suggerire che responsabilità sia della stampa"
Sull'aggressione a La Stampa si esprime la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: "È molto grave che, di fronte a un episodio di violenza contro una redazione giornalistica, qualcuno arrivi a suggerire che la responsabilità sia - anche solo in parte - della stampa stessa. La violenza non si giustifica. Non si minimizza. Non si capovolge", scrive sui social la premier. "Chiunque cerchi di riscrivere la realtà per attenuare la gravità di quanto accaduto compie un errore pericoloso. La libertà di stampa - conclude la presidente del Consiglio - è un pilastro della nostra democrazia e va difesa sempre, senza ambiguità".
Le reazioni alle parole di Albanese
Le parole di Albanese vengono stigmatizzate da numerosi esponenti politici. "Trovo decisamente sconcertanti le parole pronunciate da Francesca Albanese riguardo l’assalto che i ProPal hanno fatto alla redazione della Stampa. È inconcepibile paventare che chi subisce un qualsiasi episodio violento se lo sia in qualche modo meritato", afferma Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento. "In questo specifico caso la signora Albanese arriva a insinuare che i giornalisti non facciano il loro lavoro in modo intellettualmente onesto e che non riportino i fatti. Sono illazioni che minano uno dei pilastri della nostra democrazia: la libertà di stampa e con essa la libertà di pensiero. È ancora più grave che tali parole siano state pronunciate da una persona che pochissimi giorni fa, nell’ambito delle 'Giornate del premio Lucchetta' a Trieste in cui vengono assegnati importanti riconoscimenti giornalistici, ha ricevuto il premio della fondazione Lucchetta Ota D’Angelo Hrovatin, fondazione che mi auguro condannerà con forza le dichiarazioni di Albanese", aggiunge.
"Fino a quando dovremo sopportare questa Albanese? Finge di condannare gli atti di violenza contro La Stampa, salvo poi affermare che l’episodio dovrebbe essere ‘un monito per i giornalisti’. Albanese è davvero una persona incommentabile e stupefacente. Ci chiediamo ancora quando verrà rimossa dagli incarichi che immeritatamente ricopre. È con Hamas o con l’Onu? Sta bene o sta male? Ci poniamo queste domande, indignati per ciò che dice e per ciò che fa, soprattutto perché lo fa vantando un titolo, addirittura internazionale, che non merita affatto", dice il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri.
"Albanese è un’altra di quelle figure - come Ilaria Salis - di cui la sinistra si dovrà a un certo punto vergognare. Speriamo", scrive su X Carlo Calenda, leader di Azione. "La violenza non è mai un monito, e si condanna e basta, senza 'se e ma'. Sorpresa ma non troppo, dalle dichiarazioni di Francesca Albanese. Spero comprenda almeno la gravità delle cose che dice", scrive su X la vicepresidente del Parlamento europeo ed eurodeputata del Partito democratico, Pina Picierno.
"Che significa, "do la solidarietà a La Stampa ma sia un monito"? Le parole di Francesca Albanese sono molto gravi. Significa che i giornalisti italiani sono occupati da 'neosionisti, nazisti, fascisti'? Qual è il monito? Che bisogna stare attenti a ciò che si scrive? Rimango veramente perplesso e basito", dice il vicecapogruppo di FdI alla Camera, Alfredo Antoniozzi.
Il post di Albanese
Albanese torna sul tema con un post pubblicato su Facebook: "Condanno fermamente gli attacchi di ieri alla Stampa, alla cui redazione e personale tutto va la mia solidarietà. La rabbia verso un sistema mediatico che distorce la realtà, in Palestina e altrove, è comprensibile, MA la violenza – anche dentro un sistema violento – finisce per rafforzare chi opprime e quindi va respinta. Chi abbraccia la violenza, nel nostro sistema, fa male a noi tutte e tutte che questo sistema cerchiamo di cambiarlo. Ne è la prova il fatto che le migliaia di piazze che ieri hanno detto NO all'economia di guerra, in Palestina e nel mondo, rimangono oscurate da questa singola notizia. Nel giorno di solidarietà con il popolo Palestinese invito a tutti a resistere all'oppressione nello spirito palestinese di Sumud, della resilienza, DNA morale della sopravvivenza come umanità condivisa e solidale, in nome de e verso la giustizia, per tutte e tutti. ASSIEME SIAMO UNO/A, e con amore e in solidarietà ce la facciamo", conclude.
Si è chiusa a Orotelli la sesta edizione del concorso letterario... 
E' finito in copertina della rivista 'Science' con le firme principali di Claudio Ottoni, associato di Antropologia e di Marco De Martino del dipartimento di Biologia dell’università di Roma Tor Vergata, uno studio innovativo dal titolo The dispersal of domestic cats from North Africa to Europe around 2000 years ago, l'analisi di 87 genomi di gatti antichi e moderni suggerisce che i gatti domestici non si siano diffusi in Europa con gli agricoltori neolitici. Al contrario, sono stati introdotti in Europa circa 2.000 anni fa, probabilmente dal Nord Africa. Inoltre, una precedente introduzione (durante il I millennio a.C.) di gatti selvatici provenienti dall'Africa nord-occidentale potrebbe aver originato l'attuale popolazione selvatica in Sardegna. I primi gatti domestici trovati in Europa provengono da siti archeologici di epoca Imperiale Romana, suggerendo quindi che l’impero Romano potrebbe aver contribuito significativamente alla diffusione del gatto. I dati confutano quindi precedenti ipotesi che i gatti domestici fossero arrivati in Europa con gli agricoltori del Medio Oriente tra i 6000 e 7000 anni fa. Lo studio fa parte del Progetto Felix (https://www.ercfelix.com) finanziato dall’European Research Council e dal National Geographic.
Analisi genetiche precedenti di gatti selvatici e domestici moderni avevano dimostrato che il gatto selvatico africano (Felis lybica lybica), attualmente diffuso in Nord Africa e nel Vicino Oriente, è l'antenato dei gatti domestici. La sepoltura di un gatto insieme allo scheletro completo di un essere umano risalente al 7500 a.C. a Cipro ha portato all'ipotesi che i gatti fossero stati domesticati nel Levante, durante il Neolitico preceramico (9600-7000 a.C.). I gatti potrebbero aver svolto il ruolo di controllori di animali infestanti e parassiti (topi prima di tutti) attirati dalle raccolte di grano delle prime comunità agricole. Una visione più tradizionale, basata su testimonianze iconografiche e funerarie risalenti al 2200 a.C. circa, indicava l'Egitto faraonico come luogo originario della domesticazione dei gatti. Tentativi di rendere i gatti domestici in Egitto potrebbero anche essere precedenti, nel periodo predinastico, intorno al 3700 a.C., come dimostra una sepoltura di due esemplari adulti e di quattro gattini nel sito di Hierakonpolis.
“I nostri risultati - commenta Ottoni - suggeriscono che la diffusione dei gatti domestici sia avvenuta diversi millenni dopo il Neolitico, e probabilmente dal Nord Africa piuttosto che dal Levante. Le civiltà mediterranee durante il I millennio a.C. furono probabilmente i principali responsabili dello spostamento di F. l. lybica, che coinvolse almeno due popolazioni geneticamente distinte di origine nordafricana”. “Una popolazione – prosegue - comprendeva probabilmente gatti selvatici dell'Africa nord-occidentale che furono introdotti in Sardegna e fondarono le attuali popolazioni di gatto selvatico sull'isola. La seconda popolazione che si è diffusa durante il periodo Romano Imperiale contribuì al patrimonio genetico dei gatti domestici moderni Europei”.
Ciò che emerge dallo studio, conclude il docente di Roma Tor Vergata “è che offre un nuovo quadro interpretativo per l'origine geografica dei gatti domestici, suggerendo un processo di domesticazione più ampio e complesso che potrebbe aver coinvolto più regioni e culture del Nord Africa. È necessario continuare a lavorare per restringere il campo delle popolazioni originarie degli attuali gatti domestici e chiarire i processi culturali e socioeconomici che hanno portato alla loro domesticazione e diffusione globale”.
In linea con i risultati di De Martino e colleghi, uno studio di DNA antico di campioni felini da siti archeologici in Cina degli ultimi 5000 anni, pubblicato su Cell Genomics il 27 novembre 2025, rivela che i gatti domestici sono arrivati in Cina relativamente tardi, probabilmente introdotti dai mercanti della via della seta circa 1.400 anni fa, dopo oltre 3.500 anni di simbiosi tra esseri umani e gatti selvatici.

È stato presentato a Palazzo Brancaccio “Il Paese delle tradizioni” il nuovo libro di Beppe Convertini, realizzato in collaborazione con Unpli (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia). Un volume che attraversa l’Italia più vera, raccontando tradizioni popolari, sagre e riti religiosi che custodiscono la memoria collettiva dei territori. La serata, condotta dalla giornalista del Tg 1 Valentina Bisti, si è svolta alla presenza di Angelo Mellone, direttore dell’intrattenimento del Daytime Rai, e del presidente di Unpli, Antonino La Spina. Un’occasione importante per ribadire il valore dei piccoli centri e delle tradizioni che rendono il Paese ricco di identità. Ospiti della presentazione Anna Falchi, Vira Carbone, Francesca Fialdini, Mario Ermito, Monica Marangoni, Miriana Trevisan, Roberta Garcia, Nadia Bengala, Federica Gentile, Luca Sardella, Sofia Bruscoli, Marzia Roncacci, Federica De Denaro, Adriana Russo, Veera Kinnunen, Sara Ricci, Simona Borioni.
Durante il suo intervento Angelo Mellone ha evidenziato quanto sia essenziale continuare a raccontare l’Italia anche attraverso programmi televisivi e libri che ne valorizzino la profondità culturale: "È fondamentale continuare a realizzare programmi che raccontino l’Italia più autentica e leggere libri come questo, perché visitando i piccoli centri c’è chi ritrova le proprie radici e chi, invece, scopre per la prima volta un patrimonio unico. Del resto, viene spontaneo chiedersi se non sia più appagante vivere in un borgo ricco di storia, relazioni e identità, piuttosto che in una periferia urbana spesso priva di anima. Ogni luogo custodisce racconti che meritano di essere condivisi, e la televisione pubblica ha il dovere di far emergere e valorizzare queste bellezze". Il conduttore e attore Beppe Convertini, ricordando i tanti riti ed eventi vissuti in prima persona ha sottolineato come in un mondo che corre sempre più veloce si rischia di perdere le proprie radici: "Ho intrapreso un viaggio emozionante alla scoperta delle tradizioni popolari che ancora resistono, sopravvivono tra piazze, feste, riti antichi, artigianato e cucina in compagnia di Antonino La Spina presidente di Unpli".
"Il Paese delle tradizioni - ha proseguito Convertini - è un diario di incontri e racconti che attraversa l’Italia più autentica: quella dei piccoli borghi, in cui i rituali sono tramandati di generazione in generazione, i mestieri di un tempo vengono preservati come tesori e le comunità si stringono ancora intorno ai simboli identitari. Dalle processioni con le grandi macchine a spalla (Patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco) alle feste che celebrano i prodotti del territorio, dalle antiche usanze del Carnevale di Romeno in Val di Non alla spettacolare ’ndocciata di Agnone in Molise". Anche il Presidente di Unpli, Antonino La Spina, ha espresso con orgoglio la sua partecipazione al progetto: "È un grande piacere per me essere parte di questo viaggio insieme a Beppe Convertini, nel cuore dell’Italia più autentica. Dopo l’esperienza condivisa su Rai 1 con Azzurro Storie di Mare, proseguiamo il nostro racconto grazie all’impegno instancabile delle Pro Loco e dei tantissimi volontari, custodi della memoria viva dei territori. Il libro di Beppe è un omaggio sentito alla passione, alla solidarietà e allo spirito di comunità che rendono speciali le nostre realtà locali. Attraverso queste pagine, si restituisce voce e dignità a chi ogni giorno fa grande l’Italia, custodendo tradizioni, valorizzando la bellezza e mantenendo vivo il legame con la nostra identità più profonda".
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