
(Adnkronos) - Conclusa la chirurgia e avviata la terapia adiuvante per il tumore al seno in fase iniziale, molte donne entrano in una fase di cura molto particolare: il tumore è stato rimosso, l'obiettivo ora è impedire che si ripresenti. Ma questo passaggio è spesso uno dei momenti psicologicamente più complessi. Si vive tra sollievo e timore, tra progettualità e incertezza. E si devono continuare cure - le terapie adiuvanti - che richiedono adattamento, gestione degli effetti collaterali, riorganizzazione della quotidianità: dalla famiglia al lavoro, fino alla sfera relazionale. "Della paura della recidiva si parla poco, è uno dei bisogni meno considerati e meno riconosciuti", sottolinea Anna Costantini, past president e consigliere nazionale Sipo, Società italiana di psiconcologia, in un articolo pubblicato pubblicato su 'E' tempo di vita’ (etempodivita.it), progetto editoriale promosso da Novartis.
Il timore della ricomparsa della malattia attraversa "tutti i pazienti oncologici", osserva la psiconcologa, come una sorta di "spada di Damocle": una minaccia ancora percepita anche quando le prospettive cliniche sono molto favorevoli. "La paura può essere lieve, moderata o addirittura severa - spiega Costantini - E quando diventa grave può condizionare scelte, relazioni, qualità di vita. Per questo va intercettata e trattata". Secondo l'esperta, la diagnosi oncologica "apre sempre una crisi di senso, un riorientamento dell'intera prospettiva esistenziale. Si attraversano shock, paura, tentativi di ritrovare un baricentro e, poi, la ricerca di aiuto". E' qui che lo psiconcologo può intervenire offrendo uno spazio protetto per osservare e gestire le proprie reazioni.
Un ruolo importante nel recupero, specialmente dopo la fine dei trattamenti attivi per un tumore al seno e l'inizio della terapia adiuvante, è svolto dall'attività fisica . "Durante il movimento aumenta il Bdnf, fattore neurotrofico cerebrale che favorisce la sopravvivenza dei neuroni - illustra la psiconcologa - e vengono rilasciate serotonina e dopamina, con effetti positivi sul tono dell'umore. L'esercizio fa bene all'assetto ormonale, al sistema immunitario e può aiutare nelle forme lievi di depressione".
Tra i temi rimasti ancora zone d'ombra c'è anche la sessualità. "In letteratura vengono chiamati 'suoni del silenzio' - evidenzia Costantini - perché né i medici chiedono, né i pazienti parlano. Ma una consulenza sessuologica e, se necessario, una terapia sessuale può consentire di individuare le difficoltà, comprenderne le cause e recuperare una sessualità soddisfacente e piena". La quotidianità, però, è raramente lineare. L'esperta parla di un "prima e dopo" che porta cambiamenti nel rapporto con gli amici, con i colleghi, e nella percezione di sé. "Alcune persone provano pudore, si ritirano, non si sentono comprese. E' essenziale poter esprimere le proprie emozioni", avverte Costantini. Del resto, anche gli altri possono trovarsi smarriti: "Gli amici soffrono, spesso non sanno cosa dire e può capitare che si allontanino" anche per l'incapacità di affrontare "con autenticità una malattia che fa paura".
Un percorso psicologico adeguato può incidere anche sul proseguimento delle cure nel lungo periodo, favorendo un migliore benessere psicosociale e sostenendo la motivazione terapeutica. Molto dipende dalla qualità delle relazioni precedenti. Il suggerimento finale della psiconcologa è chiaro: per chi ha avuto la malattia si possono "aiutare gli amici a comprendere" il proprio stato, se desidera mantenere la relazione. "Oppure si può scegliere di lasciar andare chi non riesce a esserci davvero". L'articolo completo e altri approfondimenti sono disponibili nel sito etempodivita.it.
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(Adnkronos) - La Fiorentina è al lavoro per trovare un accordo con Stefano Pioli per una separazione consensuale che sia il più indolore possibile dal punto di vista economico. Parallelamente, si intensificano le valutazioni sul suo possibile sostituto, con diversi profili al vaglio della società. Tra i nomi sul tavolo c’è quello di Paolo Vanoli, ex tecnico di Venezia e Torino, da tempo considerato un’opzione credibile per la panchina gigliata. Ma nelle ultime ore è tornata a circolare con forza anche la candidatura di Roberto Mancini, un nome dal peso specifico importante sia per il curriculum sia per il legame con Firenze.
L’ex ct azzurro, allenatore della Fiorentina nella stagione 2001/02, quando portò in bacheca l’ultima Coppa Italia del club, avrebbe dato una prima apertura di massima al progetto gigliato. Nessuna decisione definitiva è stata ancora presa, ma la sensazione è che la Fiorentina voglia chiudere la questione in tempi rapidi, per dare stabilità all’ambiente e programmare con chiarezza il futuro. Sullo sfondo restano le ipotesi di un ritorno di Raffaele Palladino, ancora sotto contratto, o l'arrivo di Thiago Motta, che potrebbe rilanciarsi dopo l'esperienza negativa sulla panchina della Juventus. .
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(Adnkronos) - Questa mattina un 64enne è morto in un’azienda di materiale edile a San Giorgio Piacentino (Piacenza). L’uomo, un cliente, stava caricando del materiale su un proprio mezzo quando è stato investito da un muletto. I tentativi di rianimazione da parte da parte del 118 sono stati vani. Sul posto anche il personale di Medicina del Lavoro dell’Ausl di Piacenza e i carabinieri.
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(Adnkronos) - È tornato a casa già da alcuni giorni l’uomo che un paio di settimane fa era stato colpito in pieno volto dal corno di una capra. Un brutto incidente che aveva provocato la perforazione del bulbo oculare e lo sfondamento della base cranica. Giunto al Policlinico universitario di Messina, l'uomo è stato sottoposto a un primo delicato intervento multidisciplinare che ha visto in azione Nino Germanò e Giovanni Raffa per la parte neurochirurgica e Alessandro Meduri e Felicia Ferreri per l’occhio. In prima battuta è stato necessario un intervento neurochirurgico per riparare lo sfondamento della base cranica e ricostruire le membrane che avvolgono il cervello. Più articolata l’azione sull’occhio che ha richiesto in fase acuta un primo intervento per ricucire il bulbo perforato e una seconda operazione a distanza di una settimana.
Dopo aver scongiurato il pericolo di infezioni cerebrali, infatti, è stato necessario ritornare in sala per la ricostruzione della retina, completamente lacerata. Un intervento complesso, durato otto ore, durante il quale la retina è stata riattaccata in vitrectomia, iniettando olio di silicone all’interno del bulbo oculare. Dal controllo effettuato a distanza di una settimana la base cranica è stata perfettamente riparata e la retina risulta nella posizione corretta per l’anatomia dell’occhio e il paziente ricomincia a vedere.
"Un esempio di buona sanità - sottolinea il direttore generale Giorgio Giulio Santonocito - che valorizza l’attività e l’impegno delle unità operative complesse di Neurochirurgia e di Oftalmologia del Policlinico. Eventi traumatici come questo sono la dimostrazione evidente dell’importante ruolo che un’Azienda ospedaliera universitaria riveste per la collettività. Poter contare su molteplici professionalità e specialità consente di offrire ai nostri cittadini trattamenti spesso salva vita. Un plauso - conclude - ai nostri professionisti per l’impegno quotidiano costante e un augurio di guarigione piena per questo giovane paziente".
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(Adnkronos) - Il mese di novembre è tradizionalmente dedicato alla sensibilizzazione e all'awareness sul tumore della prostata, la neoplasia più frequente tra gli uomini. La Fondazione Policlinico universitario Gemelli Irccs di Roma ha fatto il punto della situazione rispetto alle novità in ambito chirurgico con Bernardo Rocco, professore ordinario di Urologia dell'università Cattolica del Sacro Cuore e direttore della Uoc di Urologia del Gemelli.
Quali sono i campanelli d'allarme che dovrebbero portare un uomo dall'urologo? "I sintomi del tumore della prostata possono essere aspecifici e confusi con quelli dell'ipertrofia prostatica benigna; ma in ogni caso è buona regola sottoporsi a visite di controllo periodiche, a partire dai 50 anni, soprattutto se in famiglia ci sono stati altri casi di questo tumore - risponde Rocco - I sintomi ai quali prestare attenzione sono: necessità di urinare di frequente (soprattutto la notte), difficoltà a trattenere la pipì o al contrario ad iniziare la minzione, presentare un flusso di urina ridotto o che si interrompe, presenza di sangue nelle urine (o nel seme), dolore durante la minzione (o l'eiaculazione) o dolore a livello della parte bassa della schiena, delle anche o delle cosce".
Come prevenire il tumore della prostata? "A livello di igiene di vita, le misure sono le stesse consigliate per la prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari e di altri tumori: consumare una dieta equilibrata e ricca di frutta e verdure (in particolare pomodori, broccoli e cavolfiori), povera di grassi animali, carni rosse e cibi processati; consumare alimenti ricchi di vitamina D, esporsi al sole una decina di minuti al giorno - suggerisce Rocco - e se necessario correggere i deficit con l'assunzione di supplementi; fare esercizio fisico costante (almeno mezz'ora, per la maggior parte dei giorni della settimana), mantenere il peso forma (il sovrappeso e l'obesità possono aumentare il rischio di questo tumore), non fumare (o smettere), consumare alcol con molta moderazione. Purtroppo, non è possibile intervenire su fattori di rischio impattanti quali l'età, l'appartenenza ad alcuni gruppi etnici (gli afro-americani sono più a rischio), la genetica".
Quali sono le novità in ambito diagnostico per questa neoplasia e in cosa consiste lo screening? "Molto importante è sottoporsi con regolarità al dosaggio ematico del Psa - spiega il direttore della Uoc di Urologia di Fondazione Policlinico Gemelli Irccs di Roma - e alla visita urologica a partire dai 50 anni (ma anche prima, a partire dai 40-45 anni, se in famiglia ci sono stati casi di tumore della prostata). Se il livello del Psa è elevato (da 4 a 10 ng/dl è considerato bordeline, mentre sopra i 10 ng/ml la possibilità di avere un tumore della prostata secondo l'American Cancer Society è di oltre il 50%) e l'esplorazione rettale della prostata risulta sospetta, il medico prescriverà ulteriori esami (ripetere un secondo Psa, effettuare una risonanza magnetica della prostata, sottoporsi ad una biopsia prostatica)".
Le novità sul fronte della diagnosi radiologica "vengono da un recente studio ('Prime' diagnostic clinical trial) pubblicato su 'Jama', che ha evidenziato la non inferiorità della Rmn biparametrica rispetto a quella multiparametrica (che consta di 3 sequenze e prevede la somministrazione di mezzo di contrasto) nell'individuare un cancro della prostata. Questo consente di risparmiare sui tempi di esecuzione dell'esame (che si ridurrebbero da 30-40 minuti a 15-20) e permette di evitare la somministrazione del mezzo di contrasto (il gadolinio per la Rmn), che richiede la presenza di un medico. Di certo la diagnosi precoce è un salvavita e ha riscritto la storia di questa neoplasia; oggi oltre il 90% dei pazienti è vivo a 5 anni dalla diagnosi", sottolinea l'urologo.
Quali novità ci sono state sul fronte del trattamento chirurgico? "La grande rivoluzione degli ultimi 20 anni è stata la chirurgia robotica - ricorda lo specialista - Studi osservazionali e prospettici (non randomizzati) evidenziano che questa ha un impatto significativo nel ridurre la mortalità correlata al tumore, rispetto alla chirurgia tradizionale. Ma non solo. Enorme - osserva - è anche l'impatto sulla qualità di vita del paziente, grazie ad una maggior precisione e ad una minore invasività: dolore post-operatorio ridotto, tempi di recupero più rapidi per quanto riguarda la continenza urinaria e la funzione sessuale, degenza ospedaliera più breve. Il tutto con un'efficacia oncologica paragonabile a quella della chirurgia tradizionale. Altre novità riguardano ambiti di malattia più avanzata e le terapie sistemiche (le più recenti riguardano il trattamento con radioligandi) di cui si occupano gli oncologi e radioterapisti".
Quali piattaforme robotiche si utilizzano al Gemelli? "Siamo uno dei centri che in questo momento ha disposizione ben tre piattaforme robotiche (da Vinci, Hugo Medtronic e Toumai) di ultima generazione; ma altre sono di prossimo arrivo. Questo ci consente di personalizzare al massimo il trattamento e ci permette di essere in prima linea sulla ricerca e lo sviluppo dell'avanzamento tecnologico, nonché di essere partner clinici dei principali gruppi mondiali per quanto riguarda la tecnologia e i device", evidenzia Rocco.
Lo specialista è arrivato al Gemelli da circa 1 anno. E "in quest'anno - rimarca - abbiamo più che raddoppiato il numero di procedure relative alla diagnosi e alla cura del tumore prostatico (+116% di prostatectomie radicali per tumore)".
Quali altri novità ci sono state in questi mesi nella presa in carico delle persone con tumore della prostata al Gemelli? "Insieme agli altri professionisti che si occupano del trattamento di questo tumore (oncologi, radioterapisti) - conclude Rocco - qui al Gemelli abbiamo formalizzato e certificato un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale (Pdta) per la diagnosi e il trattamento del tumore prostatico".
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(Adnkronos) - Gli Stati Uniti si appresterebbero a condurre un test di un missile balistico intercontinentale, che può essere armato con una testata nucleare, il primo da quando la settimana scorsa Donald Trump ha annunciato la ripresa dei test nucleari Usa dopo uno stop di circa 30 anni. Lo rivela Newsweek, sulla base di una serie di avvisi alla navigazione, secondo cui il lancio del Minuteman III - che non sarebbe armato - potrebbe avvenire tra mercoledì e giovedì.
Il missile Icbm verrebbe lanciato dalla base della forza spaziale di Vandenberg, in California, per raggiungere il sito di test di difesa missilistica balistica Ronald Reagan sull'atollo di Kwajalein nelle Isole Marshall nel Pacifico centrale, insieme a cinque zone designate per i detriti.
"La Russia e la Cina testano armi nucleari senza dirlo. Anche gli Usa faranno test", ha detto Trump in una lunga intervista trasmessa da 60 Minutes, storico programma della Cbs. "Abbiamo più armi nucleari di qualsiasi altro Paese. La Russia è seconda. La Cina è terza, molto distante, ma sarà al livello della Russia tra cinque anni", ha aggiunto il presidente americano accendendo i riflettori sul tema della denuclearizzazione: "E' un tema molto importante. Abbiamo abbastanza armi nucleari per far saltare in aria il mondo 150 volte".
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(Adnkronos) - "Esprimiamo apprezzamento per le previsioni contenute nella legge di Bilancio 2026, che dimostrano attenzione sui problemi della sanità in Italia e un segnale concreto verso le professioni infermieristiche. Le misure previste rappresentano infatti un importante riconoscimento dell'essenzialità e del valore del ruolo degli infermieri all'interno del Servizio sanitario nazionale, collocandosi nel solco della continuità rispetto a quanto già previsto dalla scorsa Manovra". Lo ha dichiarato Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), durante l'audizione delle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato sul disegno di legge di Bilancio per l'anno finanziario 2026. "In un contesto contrassegnato dall'invecchiamento della popolazione e dalla crescente domanda di assistenza territoriale - ha detto Mangiacavalli - il rafforzamento del ruolo degli infermieri rappresenta una scelta lungimirante e necessaria per il Paese".
La Fnopi - riporta una nota - accoglie dunque positivamente la previsione di aumenti retributivi attraverso l'ulteriore incremento dell'indennità di specificità infermieristica - da 285 a 480 milioni di euro annui da mettere a terra nell'ambito della contrattazione collettiva nazionale - che favorisce la fidelizzazione del personale e migliora la motivazione e il benessere organizzativo, elementi essenziali per garantire qualità e sicurezza delle cure. L'indennità per gli infermieri non deve essere considerata come un beneficio accessorio, ma come uno strumento di politica sanitaria, capace di incidere concretamente sull'efficienza, sull'equità e sulla resilienza del sistema. La Federazione auspica poi che "l'indennità di esclusività, già prevista per la dirigenza medica e sanitaria, venga estesa anche ai dirigenti delle professioni sanitarie".
Ancora, gli infermieri guardano "con molto interesse" alla tassazione agevolata con imposta sostitutiva al 15% sui compensi erogati per prestazioni aggiuntive svolte dal personale sanitario, con l'obiettivo di rendere più vantaggiosi questi compensi per garantire la continuità dell'assistenza e la risposta a situazioni critiche, pur nella consapevolezza che è solo con nuove assunzioni sarà possibile migliorare le attuali condizioni di lavoro e assicurare servizi più efficaci alla cittadinanza. Per questo, per la Fnopi "ben vengano le autorizzazioni a nuove immissioni in servizio, per garantire una risposta adeguata alla crescente domanda di cure e assistenza della popolazione".
"Essenziale però garantire che le risorse siano distribuite in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, evitando disparità tra regioni e assicurando pari opportunità di accesso ai servizi e di crescita professionale", ha sottolineato Mangiacavalli, apprezzando anche le "disposizioni volte a valorizzare la peculiare attività svolta nei servizi pubblici di pronto soccorso: una misura che contribuirà a contrastare la crescente difficoltà nel reperire personale disposto a lavorare in ambienti ad alta intensità assistenziale, spesso caratterizzati da carichi di lavoro e stress elevati, turni notturni e festivi, e una forte pressione emotiva".
"Il quadro delineato dalla Manovra - per Fnopi - testimonia l'attenzione delle istituzioni al complesso percorso in atto volto al riconoscimento delle competenze, della dedizione e della responsabilità degli infermieri nel sistema della sanità, confermandone il contributo essenziale alla tutela della salute pubblica. Pur nelle difficoltà economiche contingenti, questi interventi rappresentano un nuovo passo significativo per rendere la professione infermieristica più attrattiva, sostenibile e capace di rispondere efficacemente ai bisogni di pazienti e cittadini".
Mangiacavalli auspica che "queste misure siano accompagnate da un piano strutturale di investimento nella formazione, nella ricerca infermieristica e nello sviluppo di nuovi modelli organizzativi, in grado di promuovere l'autonomia professionale e l'integrazione multidisciplinare". La Fnopi ha quindi rinnovato la propria disponibilità a collaborare con le istituzioni per garantire che le previsioni della legge di Bilancio si traducano in azioni concrete a beneficio del sistema sanitario nel suo complesso, posto che, senza una strategia di valorizzazione delle professioni infermieristiche, rischierebbe di indebolirsi irrimediabilmente, perdendo uno dei suoi pilastri fondanti.
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Servizio attivo nei nove ambulatori vaccinali della Asl 1... 
(Adnkronos) - La relazione con Giulio Berruti è terminata? "Sì, purtroppo è vero, sì". Maria Elena Boschi, deputata di Italia viva, a Un giorno da pecora su Radiouno conferma la fine del rapporto con l'attore Giulio Berruti. "E' vero, anche se in questi casi fa molto fico e molto corretto dire ‘no comment'… Come sempre dopo la fine di una storia così importante penso che ci sia un dispiacere profondo per tutti", dice Boschi.
La coppia si era formata nel 2019 con le prime foto pubblicate dai magazine. Nei mesi scorsi, complice la partecipazione a Pechino Express, Berruti si era espresso sulla volontà di avere un figlio. "Io e Maria Elena Boschi stiamo provando ad avere figli da un po'", le parole durante il programma.
Leggi tutto: Boschi: "Con Giulio Berruti è finita, dispiacere profondo"
Attimi di paura ma nessun ferito nel nord Sardegna... 
(Adnkronos) - Inizia domani, martedì 4 novembre, e proseguirà fino a venerdì 7 novembre la 28esima edizione di Ecomondo. L'evento, organizzato da Italian Exhibition Group (Ieg) e punto di riferimento in Europa e nell'area del Mediterraneo per la green, blue e circular economy, conferma il suo ruolo di piattaforma internazionale di ricerca e innovazione, riunendo istituzioni, imprese e mondo scientifico per discutere sfide e opportunità legate alla politica ambientale e alla transizione verso un’economia circolare. Ecomondo 2025 sarà inaugurata con una Opening Cerimony in programma martedì 4 novembre alle 10:30 all’Innovation Arena - Hall Sud, da Maurizio Ermeti, residente di Italian Exhibition Group, Michele De Pascale, presidente della Regione Emilia-Romagna, Jamil Sadegholvaad, sindaco di Rimini, Fabio Fava, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo, e l’onorevole Jacopo Morrone, presidente della Commissione Bicamerale Ecomafie. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, non sarà presente domani per impegni istituzionali, ma parteciperà a Ecomondo giovedì 6 novembre. La giornata di apertura di Ecomondo coinciderà inoltre con la prima sessione della 14esima edizione degli Stati Generali della Green Economy organizzati dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione con il ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) e promossi dal Consiglio Nazionale della Green Economy, che faranno il punto sullo stato della green economy europea nel nuovo contesto globale. Seguirà, mercoledì 5 novembre, una sessione plenaria internazionale, per la prima volta interamente in lingua inglese per ampliare ulteriormente la portata dell'appuntamento.
Saranno oltre 1.700 i brand espositori presenti, di cui il 18% esteri, e 380 gli hosted buyer provenienti da 66 Paesi. Completano il quadro le delegazioni ufficiali in arrivo da 30 Paesi e circa 90 associazioni di settore internazionali, grazie alla sinergia con l’Agenzia Ice e il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Il programma convegnistico delle quattro giornate prevede oltre 200 eventi, di cui 70 a cura del Comitato Tecnico Scientifico, con approfondimenti su temi cruciali come Raee e materie prime critiche, tessile, finanza sostenibile, gestione delle risorse idriche e blue economy, Ai, digital twin, bioenergie, economia circolare e gestione predittiva delle risorse. Particolare attenzione sarà rivolta al continente africano, attraverso la quinta edizione dell’Africa Green Growth Forum. Tra gli appuntamenti della giornata d’apertura, 'Esg Ceo Summit - Futuro sostenibile tra compliance e competività', a cura del Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo, giunto alla seconda edizione, che riunirà Ceo e rappresentanti di grandi aziende per esplorare le condizioni per una transizione ecologica giusta e in cui le imprese europee abbiano un ruolo primario nel contesto globale; 'Gestire il rischio climatico: strumenti assicurativi e obblighi per le imprese', a cura di Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo&Forum per la Finanza Sostenibile.
E ancora: 'Buone pratiche di economia circolare dei Raee, dei Rifiuti di Batterie e dei Rifiuti di Imballaggi: dagli sviluppi normativi fino alla presentazione di casi industriali', a cura del Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo ed Erion; 'European and Mediterranean nature-based, digital and cyber-physical initiatives projects to innovate water management', a cura del Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo, Utilitalia, Irsa-Cnr (Water Research Institute), l’Università Politecnica delle Marche, Ispra, Water4All e Water Europe; 'La rigenerazione costiera come fattore chiave per l’adattamento ai cambiamenti climatici' a cura del Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo, ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Ispra, Gnrac, Cpmr. Ecomondo 2025 si estenderà su 166mila metri quadrati di superficie espositiva per un totale di 30 padiglioni suddivisi in sette macroaree tematiche: Waste as Resource, Water Cycle&Blue Economy, Sites&Soil Restoration, Bioenergy&Agriculture, Earth Observation&Environmental Monitoring, Circular and Regenerative Bio-Economy, con il ritorno di Sal.Ve, il Salone biennale del Veicolo per l’Ecologia, in collaborazione con Anfia. A queste si aggiungono sei distretti verticali dedicati a Blue Economy, Circular Healthy City, Paper District, Textile District, Trenchless District e l’Innovation District, che ospiterà 40 Start-up e Pmi innovative italiane e internazionali, oltre all’iniziativa Green Jobs&Skills, dedicata all’incontro tra domanda e offerta di lavoro nel settore della sostenibilità e della transizione ecologica. Novità di Ecomondo 2025, una serie di tour tematici su plastica, acqua, suolo e innovazione, disponibili in italiano e in inglese, con oltre 500 posti gratuiti al giorno.
Leggi tutto: Al via Ecomondo 2025, hub internazionale della transizione ecologica
Piano di Spoke 2 di e.INS illustrato a Nuoro giovedì 6...
Al Centro Servizi Culturali attività dal 13 al 16 novembre... 
(Adnkronos) - "Finché il governo italiano sperpererà i soldi dei contribuenti, l'Italia crollerà, dall'economia alle torri". Lo ha dichiarato sul proprio canale Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, commentando il cedimento che ha interessato la Torre dei Conti ai Fori Imperiali.
"A titolo di promemoria, a maggio di quest'anno il ministero degli Esteri italiano ha riferito che 'il sostegno italiano all'Ucraina, inclusi gli aiuti militari e i contributi versati attraverso i meccanismi dell'Ue, ammonta a circa 2,5 miliardi di euro, di cui circa un miliardo di euro destinato ai rifugiati, 310 milioni di euro a sostegno del bilancio dello Stato e 93 milioni di euro per attività umanitarie' ", conclude la Zakharova nel suo post.
Leggi tutto: Torre dei Conti, Mosca: "L'Italia crollerà tutta, spreca i soldi finanziando Kiev"

(Adnkronos) - "Finché il governo italiano sperpererà i soldi dei contribuenti, l'Italia crollerà, dall'economia alle torri". Sono le parole della portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova che sul proprio canale Telegram commenta il cedimento che ha interessato la Torre dei Conti ai Fori Imperiali, a Roma. Il crollo viene associato alla carenza di risorse visto l'impegno finanziario di Roma per sostenere l'Ucraina.
"A titolo di promemoria, a maggio di quest'anno il ministero degli Esteri italiano ha riferito che 'il sostegno italiano all'Ucraina, inclusi gli aiuti militari e i contributi versati attraverso i meccanismi dell'Ue, ammonta a circa 2,5 miliardi di euro, di cui circa un miliardo di euro destinato ai rifugiati, 310 milioni di euro a sostegno del bilancio dello Stato e 93 milioni di euro per attività umanitarie' ", conclude la Zakharova nel suo post.
Le parole di Zakharova diventano un caso, con reazioni veementi dalla politica italiana. "Le parole della portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova sono inaccettabili, stupide e volgari. E tanto più gravi mentre i soccorritori - a cui va il nostro ringraziamento - ancora stanno scavando per tirare fuori dalle macerie un operaio", dice a stretto giro Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera.
"Sono anni che vengono tollerate uscite improvvide e offese al nostro paese da esponenti del governo russo. Chiediamo al ministro degli esteri di convocare l’ambasciatore russo per esprimere lo sdegno del nostro governo e di tutti i cittadini per affermazioni ciniche che manifestano solo l’intolleranza e la violenza di un regime autoritario e aggressivo".
"Farabutti i russi e i loro sostenitori qui in Italia", scrive Carlo Calenda, leader di Azione, su X.
"La portavoce del Cremlino Zakharova invece di preoccuparsi per i giovani russi mandati a morire in Ucraina per la folle guerra imperialista di Putin, prende in giro l’Italia per il crollo della Torre dei Conti a Roma. Dopo aver inserito nella lista nera il presidente Mattarella, siamo di fronte all’ennesimo atto di provocazione nei confronti del nostro Paese. Il vicepremier Salvini, ammiratore di Putin, forse riderà alle battute che stanno facendo in Russia mentre si sta cercando di estrarre un operaio che lavora nel cantiere, ma il governo dovrebbe reagire con decisione e convocare subito l’ambasciatore", dice il segretario di +Europa, Riccardo Magi.

(Adnkronos) - Si terrà mercoledì mattina l'udienza di convalida del gip di Enna per i tre fermati per l'omicdio del sedicenne Giuseppe Di Dio a Capizzi (Messina). La procura di Enna, che coordina le indagini, ha chiesto al gip la convalida del fermo di Giacomo Frasconà, 20 anni, che ha sparato con una pistola illegalmente detenuta, del fratello Mario di 18 anni e del padre Antonio, 48 anni che lo hanno accompagnato al bar.
L'agguato è avvenuto infatti davanti al bar di via Roma dove il giovane sarebbe sceso dall'auto e avrebbe iniziato a sparare uccidendo Giuseppe Di Dio - per errore - e ferendo un 22enne che - a suo dire - sarebbe stato il vero bersaglio del killer. "Il 12 ottobre abbiamo avuto una lite, hanno preso la mia auto a pedate. Avevano questa fissazione che mi dovevano sparare", ha raccontato al Tg1 il 22enne spiegando che due settimane prima sarebbe stato minacciato da Giacomo e Mario Frasconà, davanti la sua abitazione. "Mi hanno detto solo - ricorda - vieni al cancello... Ma non sono andato perché sapevo che avevano questa pistola". Convinto di essere lui il vero bersaglio del killer si dice dispiaciutissimo per la famiglia del ragazzo. "Ora - ammette - mi sento più al sicuro. Spero che i tre rimangano in carcere a vita".
Intanto sono proseguiti da questa mattina gli interrogatori. I carabinieri del comando provinciale di Messina hanno sentito le persone che sabato sera si trovavano davanti al bar. Passati al setaccio dagli inquirenti anche i video delle telecamere di sorveglianza della zona per ricostruire l'esatta dinamica della sparatoria.
Per il giorno dei funerali di Giuseppe, il sindaco di Capizzi ha annunciato il lutto cittadino.
A lutto anche la scuola dove andava Giuseppe, l'istituto Ettore Majorana di Troina. "Ci stringiamo con profondo dolore attorno alla famiglia per la prematura scomparsa del nostro caro alunno, Giuseppe Di Dio. Ricorderemo per sempre il suo sorriso", il messaggio postato sul profilo social della scuola.
Leggi tutto: Sedicenne ucciso a Capizzi, mercoledì i tre fermati davanti al gip per la convalida

(Adnkronos) - Mixed signals. Sono così definiti in inglese i messaggi contrastanti che Donald Trump ha lanciato ai microfoni di 60 Minutes, a due mesi dall'avvio dell'operazione al largo delle coste di Caracas, iniziata con raid mirati contro imbarcazioni di "narcoterroristi" e diventata il più grande dispiegamento militare americano nella regione dell'ultimo decennio. Da una parte il presidente americano ha detto di "dubitare" che gli Stati Uniti andranno in guerra contro il Venezuela, dall'altra però si è detto convinto che Nicolas Maduro abbia "i giorni contati".
Parole destinate a rafforzare le accuse di Maduro, incriminato negli Stati Uniti per narcotraffico, che afferma che Washington sta usando i raid contro i presunti narcos per "imporre un cambio di regime" a Caracas e prendere il controllo del petrolio venezuelano. Da settembre a oggi sono oltre 15 i raid condotti contro imbarcazioni nel Mar dei Caraibi, e recentemente anche nel Pacifico, da parte delle forze militari Usa, con l'uccisione di almeno 65 persone definite dall'amministrazione Trump "narcoterroristi", senza però fornire prove specifiche a sostegno.
I raid hanno provocato le condanne dei leader della regione, in particolare il presidente colombiano Gustavo Petro che ha accusato il governo americano di "omicidio" di un innocente pescatore e "violazione della sovranità nelle nostre acque territoriali" con Trump che ha risposto tacciandolo di essere il "leader dei narcos". Senza contare che molti esperti, ed esponenti del Congresso, hanno messo in dubbio la legalità di questi raid, ai quali è stato affiancato il dispiegamento militare.
Nel corso degli ultimi due mesi gli Usa hanno dispiegato 10mila militari nella regione, ammassato almeno otto navi della Marina Usa e un sottomarino di fronte alle coste settentrionali dell'America del Sud, hanno ordinato a bombardieri B-52 e B-1 di sorvolare le coste del Venezuela e diretto verso la regione lo Strike Group della portaerei Gerald Ford, considerata dall'Us Navy "la più efficace e letale del mondo". "Si tratta di regime change, probabilmente non invaderanno, la speranza è che questo mandi dei segnali", ha recentemente detto alla Bbc Christopher Sabatini, esperto di America Latina della Chatham House, sottolineando che il 'build up" militare è teso ad "incutere paura" ai militari venezuelani e all'entourage di Maduro in modo da spingerli a ribellarsi al leader chavista che ha assunto il potere alla morte di Hugo Chavez nel 2013 e poi rieletto nel 2018 e poi del 2024, in un voto contestato da opposizione e comunità internazionale, con Usa e Ue con non lo riconoscono come presidente legittimo.
La postura aggressiva di Washington nei confronti di Maduro è anche il risultato della soluzione di un conflitto interno all'amministrazione Trump riguardo alla politica con Caracas, che ha visto dalla scorsa estate l'imporsi dei fautori del cambio di regime, guidati dal segretario di Stato Marco Rubio. In effetti nei primi mesi della nuova presidenza Trump, sembrava essersi imposta la fazione dialogante, guidata dall'inviato speciale Richard Grenell, che era anche volato a Caracas per incontrare Maduro, riportando poi a casa un gruppo di prigionieri americani, insieme ad accordo per aprire agli Usa il cruciale mercato petrolifero e minerario venezuelano.
In estate però è arrivata la svolta e Rubio, che definiva Maduro "un orribile dittatore" senza nascondere che stava lavorando ad "una politica" per costringerlo a lasciare il potere, ha rovesciato i termini del discorso, dicendo che non si trattava più di promuovere la democrazia, ma di difendere il territorio nazionale dall'infiltrazione del narcotrafficanti e della gang come il Tren de Aragua che avrebbero in Maduro il vero leader con il Venezuela quindi "governato da un'organizzazione di narcotrafficanti".
Una narrativa che sembra aver convinto Trump, scriveva nei giorni scorsi Foreign Affaris, che a luglio ha così ordinato al Pentagono di ricorrere alla forza militare letale per colpire i narcos che, secondo l'amministrazione, rispondono direttamente a Maduro e ai suoi luogotenenti. Due settimane dopo l'amministrazione ha raddoppiato la taglia messa sulla testa di Maduro, da 25 a 50 milioni di dollari. E a metà ottobre Trump ha rivelato di aver autorizzato operazioni clandestine della Cia in Venezuela: "Ora guardiamo alla terra, perché abbiamo bene sotto controllo il mare", affermava riferendosi al dispiegamento navale. Di fronte all'intensificarsi della tensione e del rafforzamento delle posizioni militari Usa nella regione, Maduro, che in questi 12 anni ha fatto precipitare il Paese in una crisi politica e economica senza precedenti, con quasi 8 milioni di persone che hanno lasciato il Paese, ha continuato pubblicamente ad accusare Trump di voler "provocare una nuova guerra", mentre in privato si è rivolto a Cina, Russia e Iran, sollecitando aiuto e assistenza militare, secondo quanto rivelato dal Washington Post nei giorni scorsi.
Infine bisogna considerare le posizioni dell'opposizione venezuelana, su cui sono stati accesi i riflettori nelle scorse settimane quando il comitato di Oslo del Nobel, ha conferito alla pasionaria anti-Maduro Maria Corina Machado il premio Nobel della pace. Grande alleata di Trump, che quindi non ha potuto lanciare contro di lei strali e anatemi per avergli sottratto il premio che secondo lui gli spettava ad ogni diritto, la neo Nobel per la pace sostiene a gran voce la strategia militarizzata contro Maduro, affermando che ricade su di lui la responsabilità di fare un passo indietro per evitare l'escalation.
"Maduro e la sua struttura di narcoterrorismo sono stati sostenuti dal traffico di droga, di oro, di armi e anche di essere umani, e dobbiamo tagliarlo", ha detto Machado in una recente intervista alla Cnn, appoggiando e giustificando i raid letali americani. "Abbiamo bisogno dell'aiuto del presidente degli Usa per fermare la guerra" che Maduro starebbe conducendo contro il suo stesso Paese.
E' però di parere diverso Henrique Capriles, candidato alle presidenziali del 2012 e del 2013 che considera il Vente Venezuela di Machado un partito "estremista" e rifiuta l'idea di un intervento armato Usa, chiedendo nuovi negoziati con Maduro: "Continuo a credere che i negoziati siano sempre migliori per il futuro del Venezuela", ha detto l'ex governatore dello stato di Miranda accusato da parti dell'opposizione di essere un 'venduto' per aver vinto un seggio nell'Assemblea Nazionale controllata dal partito di governo in elezioni da altri boicottate.
Secondo un sondaggio realizzato a fine agosto dalla società di ricerca londinese Panterra, il 70% dei venezuelani si oppone al governo Maduro, con il 60% che è favorevole al sostegno Usa alla leadership di Machado, e solo il 16% in favore di nuovi negoziati con Maduro. In una lunga analisi Foreign Affairs concludeva che "aperto o segreto ogni tentativo di cambio di regime in Venezuela andrebbe incontro a sfide formidabili", ricordando che finora i tentativi coperti sono falliti ed è "improbabile che le minacce della forza o i raid aerei costringeranno Maduro a fuggire". E anche se Washington dovesse riuscire a deporre Maduro, "il gioco a lungo termine del cambio di regime sarebbe rischioso, storicamente il dopo di queste operazioni sono state caotiche e violente".
Leggi tutto: Venezuela, i 'giorni contati' di Maduro: la tentazione del regime change di Trump

(Adnkronos) - Antonino Biroccio è il nuovo General manager, presidente e amministratore delegato di Gsk Italia. Nato a Reggio Calabria, classe 1973, laureato in Chimica farmaceutica con dottorato in Genetica e Biologia molecolare, nel suo primo giorno di mandato Biroccio ha deciso di presentarsi subito ai giornalisti di settore in un incontro al Circolo della stampa, a Milano, perché "immediatezza, trasparenza e cooperazione - spiega - sono in cima alle mie priorità e sentivo l'urgenza di presentarmi ai giornalisti con cui lavoriamo quotidianamente e condividiamo l'impegno a migliorare la cura della salute in Italia".
Sulla nota definizione sarcastica di Leo Longanesi "italiani buoni a nulla ma capaci di tutto", Biroccio osserva che "negli stereotipi siamo quelli che vivono con poca fatica grazie a buon cibo, arte e natura che crescono spontanee a queste latitudini. Per gli addetti ai lavori", però, "abbiamo un sistema sanitario universale invidiato dai più, università e ricercatori sopraffini e maestranze che sanno tradurre in eccellenza i progetti e le produzioni più complicate. Questo, e non altro, è il motivo per cui in Europa, nel settore farmaceutico, siamo secondi solo alla Germania e riusciamo ancora ad attrarre investimenti in un mondo globalizzato dove siamo il fanalino di coda nel favorire l'innovazione".
Gsk - ricorda la farmaceutica - è presente in Italia dagli inizi del '900 e ha sempre continuato a crescere come una multinazionale a ciclo completo. Oggi conta 2 centri ricerche e 2 stabilimenti produttivi, 4.200 dipendenti, 1,6 miliardi di euro di fatturato di cui un terzo legati all'export in oltre 100 Paesi di tutto il mondo. Gli investimenti nel Paese, pari a 324 milioni di euro, rappresentano il 20% del fatturato e l'8% degli investimenti totali in ricerca e produzione di tutte le farmaceutiche presenti in Italia. "Tutti questi importanti traguardi, come azienda e come Paese, possono essere vanificati se non cogliamo la trasformazione in atto - avverte Biroccio - L'obiettivo primario del mio mandato sarà quello di contribuire a favorire l'innovazione, quella vera, che una volta introdotta migliora le condizioni di salute e di vita, di prosperità economica, generando attrattività e competitività, con un occhio di riguardo alla coperta corta dei costi, in particolare quelli sanitari, messi severamente sotto pressione da una popolazione in progressivo invecchiamento, con maggiori necessità di salute".
"Gsk non potrebbe mai fare tutto da sola - precisa l'azienda - ma può stimolare la discussione, condividere esperienze, analisi e mettere a disposizione gli investimenti già fatti, o in corso di realizzazione, che portano i nostri farmaci e vaccini alle persone di tutto il mondo anche con 2 anni di anticipo rispetto alla loro introduzione in Italia".
"Abbiamo Think-tank internazionalmente riconosciuti - sottolinea Biroccio - che dimostrano come le vaccinazioni raccomandate per adulti fragili, se correttamente organizzate in tutto il Paese, porterebbero un risparmio di oltre 10 miliardi di euro, pari a una Finanziaria. Abbiamo una delle popolazioni più vecchie in Europa che ha bisogno di salute e contribuisce all'economia, che lavora ancora, che mobilizza un quarto del Pil e dei consumi delle famiglie italiane: una silver economy che guarda anche alla sostenibilità del nostro sistema sanitario per un futuro di speranza, dove i bisogni medici sono urgenti, come in oncologia".
Gsk lavora già in tutti questi ambiti - rimarca l'azienda - con 2 centri ricerche a Siena sui vaccini, di cui uno specializzato in vaccini antibatterici e anticorpi monoclonali, ma anche con uno stabilimento a Rosia (Siena) che produce per tutto il mondo i vaccini Gsk più innovativi per gli adulti, e un impianto a Parma specializzato nell'introduzione di nuovi farmaci antivirali di ultima generazione e centro di eccellenza per la produzione di anticorpi monoclonali in immunologia, malattie respiratorie ed oncologia.
"Con gli anticorpi monoclonali - evidenzia il nuovo vertice di Gsk Italia - ci siamo prefissati obiettivi ambiziosi, nelle malattie reumatiche e in quelle respiratorie, mediate dall'interleuchina 5, ma soprattutto in oncologia. Parma è al centro di tutto questo con la sua piattaforma tecnologica e in particolare quella per la produzione dei cosiddetti Adc, fra i farmaci più promettenti per i tumori più difficili da trattare". Quella degli anticorpi monoclonali coniugati, tipicamente a un citotossico, è una piattaforma tecnologica guardata con interesse da tutti gli specialisti per l'efficacia terapeutica - rimarca l'azienda - ma è anche una grande sfida tecnologica produttiva per abbinare, in sicurezza e qualità, farmaci così diversi per arrivare a un effetto terapeutico maggiore della loro semplice somma.
"Il farmaco Adc di Gsk per il mieloma multiplo è prodotto a Parma per tutto il mondo - precisa Biroccio - è già stato approvato da Ema", l'Agenzia europea dei medicinali, "ed è in attesa di registrazione in Italia, mentre il 23 ottobre scorso ha avuto il via libera anche dalla Fda statunitense. Ma non è tutto, perché il 27 ottobre abbiamo siglato un accordo con Syndivia per un altro candidato Adc che andrebbe a rafforzare la nostra linea di candidati Adc in sviluppo per il tumore prostatico, e il giorno successivo abbiamo ottenuto la Odd (Orphan Drug Designation) in Europa per un altro nostro candidato Adc nella terapia del microcitoma".
"Non basta però avere davanti un futuro promettente in prevenzione, oncologia, immunologia o altra area - osserva Gsk - Bisogna poter collaborare con tutti gli attori della salute, con obiettivi condivisi e con priorità comuni di sviluppo, organizzazione e accesso, in modo che l'innovazione diventi reale e accompagni le dinamiche di sviluppo del Paese, tenendo conto di tutte le priorità e dei costi ad esse associati". Per questo, conclude Biroccio, "il mio impegno da oggi sarà quello di collaborare con medici, pazienti, istituzioni e associazioni di riferimento per far avanzare solo un tipo d'innovazione: quella reale, che arriva al letto del paziente, che diminuisce i costi sociali, che attrae investimenti esteri nel nostro Paese, che aumenta il nostro export e quella a cui vogliamo avere accesso, tutti noi, con la stessa tempestività degli altri cittadini europei".
Leggi tutto: Gsk: Antonino Biroccio nuovo General manager, presidente e Ad in Italia
La seduta dell'Aula convocata per mercoledì 5 novembre...
Bankitalia, bene imprese alimentari, turismo e occupazione... 
(Adnkronos) - Il sì per confermare la riforma della giustizia vincerebbe 56% a 44% nel referendum. E' quanto emerge da un sondaggio Youtrend per SkyTg24. I favorevoli alla riforma sarebbero in aumento, infatti, in un analogo sondaggio svolto da Youtrend a luglio i sì erano avanti di appena due punti, 51% a 49%.
''Nessun magistrato di buon senso può pensare che si sia attentato all’indipendenza. Perché nella legge costituzionale questo principio è consacrato a chiare lettere. Capisco che i vertici dell’Anm siano contrari: nessun tacchino si candida al pranzo di Natale. Ma nella riservatezza molti confessano di essere favorevoli al sorteggio, che li svincola dall’ipoteca delle correnti''. Lo dice in un'intervista al 'Corriere della Sera' il ministro della Giustizia Carlo Nordio e aggiunge: ''Così come molti sindaci del Pd, segretamente, erano favorevoli all’abolizione dell’abuso d’ufficio. Ogni magistrato sa che la carriera dipende dal Csm , condizionato dalle correnti. Per chi non è iscritto diventa difficoltoso. Anche il procuratore Gratteri lo sa. Infatti è pro sorteggio''.
Questa riforma ''fa recuperare alla politica il suo primato costituzionale. Il governo Prodi cadde perché Mastella, mio predecessore, fu indagato per accuse poi rivelatesi infondate. Mi stupisce che una persona intelligente come Elly Schlein non capisca che questa riforma gioverebbe anche a loro, nel momento in cui andassero al governo''. E sull'ipotesi che adesso si possa toccare l’obbligatorietà dell’azione penale, Nordio precisa: ''Non l’abbiamo fatto e non lo faremo. È stata Italia viva di Renzi a lamentarsi che non abbiamo toccato né l’obbligatorietà né la responsabilità civile dei magistrati. Più realisti del re. Lo abbiamo fatto per evitare che sembrasse un’iniziativa punitiva verso la magistratura''.
Quanto all'Alta Corte, spiega Nordio, ''è un organismo previsto dalla bicamerale di D’Alema di trent’anni fa. Composto di elementi ultra qualificati. Garanzia di indipendenza dallo strapotere correntizio che tutti definiscono deviato e inaccettabile''. Il presidente della Repubblica ''presiederà i due Csm, quello dei giudici e quello dei pm. Conferirgli anche una funzione disciplinare sarebbe stato investirlo di responsabilità incompatibili con la sua alta carica''. ''Berlusconi ha subito numerosi processi - aggiunge - Anche opinionisti di sinistra hanno parlato di accanimento. Ma della necessità di separazione e sorteggio ne avevo già scritto nel ’95. Mi permetto di rivendicarne il copyright''.
Leggi tutto: Riforma della giustizia, sondaggio: sì in crescita nel referendum

(Adnkronos) - "Il Napoli lì davanti dà fastidio". Firmato, Antonio Conte. L'allenatore dei campioni d'Italia punge dopo l'ennesimo weekend di Serie A caratterizzato da episodi contestati e polemiche. "L'ambiente deve starci vicino, non andate dietro a chi crea problematiche, in eccesso o in difetto. Il Napoli lì davanti dà fastidio, il Napoli che lotta per le prime posizioni dà fastidio, io lo capisco, gli altri devono entrare in quest'ottica. Nonostante le difficoltà siamo lì e questo fa paura", dice Conte, in conferenza stampa alla vigilia del match di Champions League contro l'Eintracht Francoforte.
"Stiamo uniti, l'annata sarà difficile e complessa, ve lo sto dicendo dall'inizio -aggiunge Conte-. Onore ai ragazzi che con tutte le difficoltà che ci sono io vedo la classifica e vedo ancora noi lì davanti e domani se vinciamo andiamo a 6 punti in Champions, se non ci riusciamo gli altri saranno stati più bravi, amen, ma troveranno sempre un gruppo forte".
"Non penso che il campionato italiano sia dietro la Bundesliga, il livello è uguale -prosegue il tecnico salentino-. A volte devi affrontare partite importanti facendo meno rotazioni. In questo momento fuori portata è la Premier League per via di tantissime cose. Dalla potenza economica, alle infrastrutture, hanno avuto una crescita enorme. Alla Germania possiamo invidiare che fanno meno partite in campionato, è un vantaggio, così come la lunga sosta invernale. Il Bayern Monaco fa un torneo a parte, per il resto ci sono squadre del nostro livello".
Leggi tutto: Serie A e polemiche, Conte punge: "Napoli primo dà fastidio"
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