
(Adnkronos) - Primo premier in carica ad essere incriminato in Israele nel 2019, Benjamin Netanyahu è accusato di corruzione, frode e abuso di ufficio in tre vicende distinte, ma collegate. Per tutti e tre i capi d'imputazione si è dichiarato ''non colpevole'', parlando di ''tentato golpe'' e di ''caccia alle streghe'' da parte della sinistra. E mercoledì dovrà testimoniare nel processo a suo carico presso il tribunale distrettuale di Gerusalemme, dopo che i giudici hanno respinto la sua richiesta di rinviare l'udienza per due ''incontri diplomatici e urgenti'', uno dei quali con il presidente cipriota Nikos Christodoulides. L'udienza era già stata spostata a mercoledì per via della festività di Sukkot e i giudici non hanno ritenuto fosse opportuno rinviare oltre.
Nel cosiddetto caso 1000, Netanyahu è accusato, insieme alla moglie Sara, di avere ricevuto regali sotto forma di casse di sigari e champagne per un valore di oltre 260mila dollari da miliardari in cambio di favori politici. Ed è questo il caso a cui ha fatto riferimento il presidente americano Donald Trump intervenendo alla Knesset e rivolgendosi al presidente israeliano Isaac Herzog. ''Ho un'idea. Signor presidente, perché non gli concede la grazia?'', ha detto Trump aggiungendo "sigari e un po' di champagne, chi se ne importa".
Nei mesi scorsi, quando il presidente americano aveva scritto su Truth social che il processo a Netanyahu andava ''annullato immediatamente o va concessa la grazia a un grande eroe'', il leader dell'opposizione Yair Lapid aveva detto che Trump "non dovrebbe interferire in un processo giudiziario in un paese indipendente".
Nel caso 4000, invece, l'accusa nei confronti di Netanyahu è quella di aver varato regolamenti favorevoli per centinaia di milioni di dollari alla compagnia di telecomunicazioni Bezeq, in cambio di una copertura a lui favorevole da parte del sito di informazione di Walla, il cui editore Shaul Elovitch era anche maggiore azionista della Bezeq. Infine, nel caso 2000, Netanyahu avrebbe chiesto una copertura giornalistica a lui favorevole sul quotidiano Yedioth Ahronot, in cambio di misure economicamente dannose per un giornale rivale.
Il processo, iniziato il 24 maggio del 2020, si è protratto per anni, in parte a causa delle ripetute tattiche dilatorie di Netanyahu. L'ex capo dell'agenzia per la sicurezza interna israeliana ha accusato il primo ministro di aver cercato di usare i poteri esecutivi per rallentare il caso. La legge israeliana non richiede che il premier incriminato si dimetta fino all'eventuale condanna.
Durante il suo attuale mandato, iniziato alla fine del 2022, Netanyahu ha promosso riforme giudiziarie di ampia portata, criticate da alcuni come un tentativo di indebolire il potere dei tribunali. Tali proposte hanno generato imponenti manifestazioni, interrotte solo dall'inizio del conflitto a Gaza. Il Primo Ministro israeliano è inoltre oggetto di un mandato d'arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale (CPI) per sospetti crimini di guerra commessi durante l'offensiva governativa contro i militanti di Hamas a Gaza.
In un post sulla sua piattaforma social Truth Social a giugno, Trump ha descritto i processi a carico di Netanyahu come una "caccia alle streghe politica", paragonandola alla "caccia alle streghe che sono stato costretto a sopportare". Trump ha ripetutamente accusato i suoi oppositori politici di aver utilizzato il Dipartimento di Giustizia per perseguitarlo durante il suo periodo fuori dalla carica.

(Adnkronos) - A poche ore dall'approdo in Consiglio dei Ministri, la manovra finanziaria 2026 ancora non è chiusa. Ad assicurarlo alle imprese è stato proprio il titolare del Mef, Giancarlo Giorgetti, nel corso degli incontri che hanno impegnato il governo e le associazioni datoriali ieri mattina a Palazzo Chigi. Quattro ore, due round, oltre trenta sigle ascoltate da una fitta pattuglia dell’esecutivo, con il sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano e, oltre a Giorgetti, i ministri degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, del Lavoro Marina Calderone, degli Affari europei Tommaso Foti e dell’Industria, Adolfo Urso, insieme al sottosegretario per le Politiche e il Sud, Luigi Sbarra, e il consulente per i rapporti con le parti sociali, Stefano Caledoro.
Al centro, le richieste del mondo imprenditoriale, tutte rivolte a stimolare i consumi e rinvigorire la produzione: una soglia più alta per il taglio dell’Irpef, la parziale defiscalizzazione degli aumenti contrattuali e delle tredicesime, più incentivi all’industria per sostenere la competitività, il nodo scorsoio del costo dell’energia.
Le risorse stimate per questa finanziaria, come prospettato nel documento programmatico di finanza pubblica, partono da un conto di circa 16 miliardi di euro (lo 0,7% del pil): tra le possibili voci di copertura non si esclude un contributo anche dalle banche con cui, a quanto si apprende, sembra proseguano i contatti bilaterali, continuando a ragionare su misure concordate che non abbiamo effetti negativi sui mercati.
L’esecutivo resta abbottonato, almeno per ora. “Giorgetti non ha dato numeri, ha parlato pochissimo e ascoltato, ci ha ribadito le linee generali che sono già nel documento e ci ha detto che la manovra non è chiusa”, spiega il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa. Ma questo non basta a rassicurare le aziende. ''Da gennaio terminano tutti gli incentivi e l'industria italiana è nuda, senza strumenti per competere in uno scenario dominato da incertezza, dazi e rischio delocalizzazione'', è il monito di Confindustria, che ''alla luce delle indicazioni fornite dal governo sul quadro generale della prossima manovra”, torna a esprimere “preoccupazione per la mancanza, al momento, di misure forti a sostegno degli investimenti”.
Viale dell'Astronomia incalza sulla “necessità” di attuare il piano straordinario da 8 miliardi l’anno proposto all’assemblea annuale di Bologna e mette in guardia dal “rischio stagnazione”. Bisogna puntare su “interventi concreti per rilanciare gli investimenti, rafforzare l'accesso al credito e valorizzare ed estendere il modello delle Zes” e rendere strutturale il Fondo di Garanzia con una dotazione finanziaria “adeguata”, prevedere “un'Ires premiale 2.0 realmente efficace, senza vincoli che ne limitino l'impatto". Accanto, i temi condivisi con i sindacati: la sterilizzazione del fiscal drag e il contrasto al dumping nella contrattazione, che “incidono direttamente sulla competitività del sistema produttivo''. Insomma, nello scheletro attuale della legge di bilancio “manca la parola crescita”, ha riassunto il numero uno degli industriali, Emanuele Orsini, dall’assemblea di Assolombarda.
Quello dell’Ires è un tema caro anche a Confcommercio, che infatti propone di renderla “strutturale” per quelle società “che investono in innovazione e creano nuova occupazione” e contestualmente “di avanzare nel processo di abolizione dell'Irap a cui sono ancora sottoposte le società di persone e quelle di capitali”. Sul fronte fiscale le associazioni chiedono di fare di più sul taglio dell’Irpef: “La pressione fiscale è troppo alta, lo stesso Dfp stima, per il 2025, 342 miliardi di gettito delle imposte dirette”, meno rispetto all’anno scorso, ma ancora “su livelli record”, fa presente Confesercenti.
Per questo, la sforbiciata dell’aliquota dal 35 al 33% deve essere allargata anche ai redditi fino a 60mila euro, altrimenti “rischia di non avere effetti percepibili sul potere d'acquisto e quindi sulla domanda interna per consumi” (su questo punto, il governo, nell’incontro di venerdì scorso con i sindacati, aveva ipotizzato qualche ‘margine’, di cui però non sono ancora chiari i contorni). Allo stesso modo, anche detassare i primi mille euro di 13esima potrebbe rivelarsi “un importante sostegno per le famiglie”. Anche Legacoop chiede “un deciso cambio di passo nelle politiche di crescita”, a partire dalla parziale defiscalizzazione degli aumenti contrattuali su cui potrebbe esserci “una possibilità reale: abbiamo iniziato a interloquire con il ministro del Lavoro già da tempo”, sostiene il presidente Simone Gamberini.
Ci sono poi le richieste di ‘categoria: gli edili, che da un lato apprezzano la conferma del bonus ristrutturazione al 50% per la prima casa, dall’altra chiedono “una rivisitazione di tutti gli incentivi” e “la cedolare secca sugli affitti commerciali” per evitare il fenomeno della desertificazione commerciale, l’Ance insiste per mettere subito a terra interventi sulle emergenze casa, rischio idrogeologico e costo dei materiali, gli agricoltori invocano il rafforzamento del credito agricolo e agevolazioni per l'ammodernamento delle aziende, insieme a misure per l'internazionalizzazione del settore.
Leggi tutto: Manovra, Giorgetti a imprese: "Non è chiusa, su banche si ragiona"

(Adnkronos) - Donald Trump protagonista assoluto della giornata che può segnare una svolta in Medio Oriente, con la liberazione di 20 ostaggi rapiti da Hamas in Israele il 7 ottobre e con la firma dell'accordo per la pace a Gaza. Il presidente degli Stati Uniti, primo regista dell'operazione diplomatica, trascorre una decina di ore tra Israele ed Egitto. Atterra a Tel Aviv, si sposta a Gerusalemme per intervenire alla Knesset e incontrare familiari degli ostaggi, poi vola a Sharm-el-Sheik per il vertice con una ventina di leader internazionali. Quindi, in serata, risale sull'Air Force One e torna negli Usa. Un tour de force per un 13 ottobre in primissima fila, in una giornata che - tra obiettivi centrati ed elogi unanimi - regala anche più di una perla, in pieno stile Trump.
Si comincia dalla Knesset, dove due deputati della sinistra protestano in maniera plateale interrompendo il presidente con riferimenti al genocidio a Gaza e al mancato riconoscimento della Palestina. I parlamentari vengono bloccati rapidamente ed espulsi. Trump, con un'espressione tra il sorpreso e l'irritato, attende che l'ordine venga ripristinato (Video). "E' stato molto efficiente...", dice elogiando l'intervento della security. "E ora torniamo a parlare di Steve...", dice riprendendo il filo del discorso, sospeso sugli elogi del suo inviato speciale Steve Witkoff.
Nel suo discorso di oltre un'ora davanti al Parlamento, Trump trova anche tempo e modo per perorare la causa del premier Benjamin Netanyahu. "E' un tipo tosto, è complicato trattare con lui. E' un vincente, ha fatto un ottimo lavoro", dice a più riprese il presidente americano prima di tirare fuori il jolly: Trump si rivolge direttamente al presidente israeliano Isaac Herzog e chiede pubblicamente un aiuto per l'amico Bibi. "Presidente, perché non gli concede la grazia?", chiede a bruciapelo. Dopo il discorso fiume, con un'agenda stravolta dal ritardo ("In Egitto non troviamo più nessuno"), Trump vola a Sharm. E lo show continua.
A Sharm-el-Sheik, il numero 1 della Casa Bianca è il padrone di casa del summit e accoglie i leader presenti. Arriva Emmanuel Macron e con il presidente francese va in scena il consueto match di braccio di ferro (Video). La stretta di mano, come già avvenuto in passato, è una prova di forza che dura mezzo minuto abbondante. Si parte con la presa tradizionale, poi si cambia 'impugnatura': Trump detta il ritmo, Macron fatica a liberarsi e alla fine, come evidenzia il 'Var', deve usare anche la mano sinistra per bloccare il braccio del 'collega'.
Davanti ai fotografi ecco lo sceicco Mansour, in rappresentanza degli Emirati Arabi Uniti e Trump mostra di apprezzare in particolare una qualità del paese. "Un sacco di soldi, soldi senza limiti", dice strappando un sorriso all'interlocutore. Nell'album del viaggio di Trump trova spazio anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. "E' una giovane donna bellissima, di successo, è incredibile. In Italia è molto rispettata", dice Trump. "Non dovrei dirlo, se dici una cosa del genere in America la tua carriera politica è finita: correrò il rischio, è bellissima" (Video).
Trump calls Italian Prime Minister Meloni "beautiful" and says calling a woman beautiful in the U.S. is the "end of your political career."
— Daily Wire (@realDailyWire) October 13, 2025
"I'll take my chances."😂 pic.twitter.com/nNdpaIhfd9
Trattamento decisamente diverso viene riservato al premier britannico Keir Starmer. Trump non lo vede, non sa se ci sia. Lo cerca e lo chiama, il premier si fa avanti verso il microfono, pensa magari di dover offrire il suo contributo dal podio. Macché. "Tutto bene? Grazie per essere venuto", il messaggio di Donald che rimanda il povero Starmer, a dir poco perplesso, al proprio posto (Video).
Momento 'Paperissima' con il premier canadese Mark Carney. Trump, nei ringraziamenti, lo promuove a presidente. Alla fine dell'evento, Carney torna sul lapsus ma lo fa con il microfono aperto. "Mi hai promosso a presidente", dice il canadese. "Ho detto 'presidente'? Almeno non ho detto 'governatore'", replica subito Trump, con un ironico riferimento al sogno di vedere il Canada come 51esimo stato americano.
'Il veleno è nella coda' e non manca in chiusura la stoccata. "Conosco molti di voi da così tanto tempo -dice Trump rivolgendosi ai leader-. Amici miei, siete persone fantastiche. Ce ne sono un paio che non mi piacciono, ma non vi dirò chi sono. In realtà ce ne sono alcuni che non mi piacciono per niente, ma non scoprirete mai chi sono. Forse sì...". Si accettano scommesse.

(Adnkronos) - Non riesce a ribaltare i pronostici, come aveva auspicato Giorgia Meloni solo venerdì, Alessandro Tomasi. L'esponente di Fratelli d'Italia per la Toscana è il primo candidato del centrodestra che in questa tornata di elezioni regionali perde. Ma non l'animo. Arrivato al quartiere generale organizzato dal suo partito a risultato ormai acquisito, ma non ufficiale, il sindaco di Pistoia è il primo dei suoi a parlare, almeno da Firenze, in cui si intravedono solo tre esponenti nazionali di Fratelli d'Italia e l'ex candidata alla presidenza nel 2020, Susanna Ceccardi, della Lega.
Tomasi ammette la sconfitta e si congratula con Eugenio Giani: "Noi saremo disponibili a parlare, a discutere dei temi insieme a lui che riguardano il bene dei toscani" ma, avverte, se il primo atto del nuovo Consiglio regionale sarà il reddito di cittadinanza, "faremo la guerra". E la farà anche lui, perché la sua intenzione, dice, è quella di lasciare l'incarico a Pistoia per fare il consigliere regionale della minoranza, dopo tutto "le mie idee, la mia storia politica vale molto di più del mio sedere". "Ora inizia un'altra partita e dalle sconfitte si costruiscono le vittorie. Sono assolutamente determinato, siamo determinati ora vediamo che cosa iniziamo a fare quando costruiremo l'opposizione", avverte. Quanto alla battaglia, fatta con il cuore, sapeva che era "difficilissima e complessa, con avversari tosti, difficili, nella regione più difficile", e infatti "non è un caso" che il centrosinistra provi "qui un laboratorio politico per sfidare Giorgia Meloni alle nazionali".
E' soddisfatto, quasi contento per il risultato ottenuto, e nonostante il tempo a disposizione per la campagna elettorale sia stato poco - solo a fine agosto è arrivata l'investitura ufficiale per la sua corsa -, l'affluenza sia andato sotto il record negativo storico del 2015: "Le campagne elettorali corte, le regioni che votano in modo separato, secondo me non aiutano la democrazia, sia chi vince, sia chi perde", dice ancora. Ma soprattutto nonostante da parte degli altri partiti della maggioranza l'apporto alla causa non sia stato il massimo. "Non ho nulla da recriminare agli alleati", specifica, anche se "nella coalizione nessuno ha dato il massimo" per arrivare a quel 51% richiesto per sbaragliare la concorrenza. E la Lega? "Dovete chiedere a loro, faranno l'analisi loro di come hanno deciso di impostare la campagna elettorale, di come hanno deciso di comporre le liste", se la sbriga.

(Adnkronos) - Enrica Bonaccorti torna sui social dopo l'annuncio della sua malattia per ringraziare i fan e gli amici per l'affetto ricevuto. "Mi avete stravolta con il vostro affetto! Vorrei abbracciarvi tutti, dirvi grazie uno per uno, conoscere anche quelli che non conosco e che mi danno tanta forza con le parole più affettuose che potessi immaginare! Ho risposto e continuerò a rispondere a quanti più posso, ringraziandovi perché ho ripreso a respirare la vita quando ho smesso di nascondermi e l’ho detto", scrive.
"Intanto mi sono liberata del senso di colpa di non rispondere più a nessuno - spiega la Bonaccorti - di essere scomparsa anche coi più cari amici che hanno pensato che ce l’avessi con loro, o con il pubblico che mi accusava di non aver partecipato neppure al ricordo di Pippo Baudo e di essere rimasta in vacanza! Altro che vacanza…". "E poi sono abituata alla sincerità, sono a disagio altrimenti - prosegue la conduttrice - Dai vostri messaggi ho capito da quanto bene sono circondata e anche da quanti hanno attraversato lo stesso momento. Grazie per aver condiviso la vostra esperienza, anche questo mi ha dato forza e speranza, ho fatto bene ad aprirmi come tanti mi avete detto, grazie anche per questo".
Infine, un cenno alle sue condizioni attuali di salute: "Spero di potervi dare notizie belle appena ci saranno, in ogni caso non mi nasconderò più. Vi abbraccio forte forte", conclude la Bonaccorti.

(Adnkronos) - Taffo Funeral Services, impresa leader nel settore funerario e protagonista di una delle più innovative strategie di comunicazione del panorama italiano, cambia nome e diventa Tanuba. La decisione di abbandonare il nome Taffo nasce da motivi strategici e valoriali: proteggere e rafforzare l’identità di una community di oltre un milione di persone che nel tempo è diventata parte integrante del brand. L’obiettivo è evitare strumentalizzazioni legate a un cognome e trasformare un patrimonio di persone, idee e partecipazione in un’identità condivisa, solida e collettiva.
Il nuovo nome, Tanuba, fonde 'Taffo' con 'Anubi', l’antica divinità egizia protettrice dei defunti, evocando il legame con le origini e la proiezione verso il futuro. Accanto alla nuova identità nasce anche la mascotte Tanuba, una baretta in giacca e cravatta scelta direttamente dalla community, simbolo concreto di coinvolgimento e partecipazione collettiva.
Oggi il gruppo conta oltre quaranta sedi in Italia. Il modello di franchising centralizzato consente di mantenere coerenza nei valori e nella qualità del servizio, garantendo economie di scala e uniformità operativa. Il gruppo registra un fatturato annuo compreso tra i 15 e i 16 milioni di euro, confermando una crescita costante e una solidità economica che lo posizionano come riferimento nel mercato funerario nazionale e internazionale.
Leggi tutto: Taffo cambia nome, diventa 'Tanuba' per evitare strumentalizzazioni

(Adnkronos) - Donald Trump e lo 'scherzo' a Keir Starmer. Nel vertice di Sharm-el-Sheik, che sancisce la pace a Gaza, il presidente degli Stati Uniti è il mattatore assoluto. Trump è il 'padrone di casa' anche se il summit va in scena in Egitto. Nelle dichiarazioni alla fine dell'evento, il presidente americano parla dal podio mentre gli altri leader lo 'scortano' alle spalle.
"C'è il Regno Unito?", chiede Trump. Alle sue spalle avanza il premier britannico Keir Starmer, che si avvicina al microfono pensando probabilmente di dover pronunciare qualche parola. "Va tutto bene?", chiede Trump. "Benissimo", risponde Starmer. "E' bello che lei sia qui", chiosa il presidente americano: fine. Starmer rimane interdetto, ma non ha alternative. Il premier britannico torna al proprio posto.
Leggi tutto: Trump illude Starmer, il 'trabocchetto' davanti alla stampa

(Adnkronos) - Quella di oggi è "una giornata storica e sono ovviamente fiera che l'Italia ci sia. Mi piace pensare che sia anche un ringraziamento al lavoro che abbiamo fatto in questi mesi, in particolare sul piano umanitario ma anche sul piano politico, in un supporto costante e silenzioso a tutti gli sforzi che venivano fatti verso una cessazione delle ostilità". Così la premier Giorgia Meloni, al termine del summit di Sharm el-Sheikh dove è stato firmato l'accordo di pace per Gaza tra Israele e Hamas.
Quello avviato oggi "è un percorso molto lungo, noi oggi abbiamo una prima fase ma è anche un'occasione che non si vedeva da tantissimi anni per arrivare a una pace seria, giusta in Medio Oriente, che per me si fonda sempre sulla prospettiva dei due Stati". Se è più vicino il riconoscimento della Palestina da parte dell'Italia? "Se viene attuato il piano certo che è più vicino. Io punto ad avere uno Stato della Palestina e quindi, quando ci saranno le condizioni che sono state poste anche dal Parlamento, certo".
Meloni riconosce che l'accordo "è un grande successo di Donald Trump, credo che abbia ragione nel dire che è il suo più grande successo diplomatico, anche se noi gli auguriamo di raggiungerne altri a partire dall'Ucraina, ma penso che dobbiamo anche ringraziare i mediatori che hanno lavorato per questo risultato".
"L'Italia è qui per dire che c'è, che è pronta a fare la sua parte su tutti gli aspetti" a partire da quello "umanitario", assicura la premier. "Noi andremo avanti con la nostra iniziativa 'Food for Gaza', ce n'è particolarmente bisogno oggi, ma penso che l'Italia possa fare la differenza anche sul piano sanitario, non soltanto continuando ad evacuare le persone, particolarmente bambini che hanno bisogno di essere curati nei nostri ospedali, ma anche portando strutture sanitarie sul posto", ha aggiunto. Sul piano della sicurezza, "voi sapete che i nostri carabinieri già da anni a Gerico formano la polizia palestinese. Siamo impegnati anche nella missione Ue a Rafah".
L'Italia è pronta "a implementare" la sua presenza militare a Gaza "fino ad arrivare alla partecipazione a una forza di stabilizzazione. Ciò richiede un passaggio parlamentare, sul quale spero che una volta si potrebbe anche votare all'unanimità".
"Sul piano della ricostruzione siamo pronti a fare la nostra parte" sia "con la cooperazione allo sviluppo" sia "coinvolgendo il nostro settore privato. Tutti sanno che la nostra è una nazione rispettata, ben voluta, che riesce a dialogare con tutti, che però lo fa con franchezza, guardando i risultati".
Leggi tutto: Pace a Gaza, Meloni: "Giornata storica, più vicini a riconoscimento Palestina"

(Adnkronos) - "Giovane e bellissima", con queste parole Donald Trump parla di Giorgia Meloni a margine del summit sulla pace in Medio Oriente. "Abbiamo qui una giovane donna. Non mi sarebbe permesso dirlo - negli Stati Uniti, di solito, è la fine della carriera se lo fai - ma correrò il rischio: è una donna giovane e bellissima. Voleva essere qui, è incredibile. In Italia è una politica di grande successo. Non ti dispiace se dico che sei bellissima? Perché lo sei davvero", dice il presidente americano mentre alle spalle ha la premier italiana e gli altri leader esteri.
Già prima di posare per la foto di rito il presidente aveva salutato Meloni con una calorosa stretta di mano davanti a flash e telecamere e le aveva detto: "Beautiful woman". La premier italiana era l'unica donna presente tra gli oltre venti leader internazionali riuniti a Sharm el-Sheikh per il vertice sulla pace in Medio Oriente.
Leggi tutto: Vertice in Egitto, Trump elogia Meloni: "Bellissima donna, negli Usa non posso dirlo"

(Adnkronos) - Fratelli d'Italia non cresce ma aumenta il vantaggio su Pd e Movimento 5 Stelle. E' il podio definito oggi dal sondaggio Swg per il Tg La7 con le intenzioni di voto se si andasse alle elezioni il 13 ottobre 2025. Fratelli d'Italia non si sposta rispetto al rilevamento della scorsa settimana e si conferma ampiamente primo partito, con un incremento del margine sulla concorrenza. La formazione guidata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni rimane al 30,8% ma allunga rispetto a Pd e M5S. Il Partito Democratico della segretaria Elly Schlein cede lo 0,1% e scende al 21,8%. Il M5S di Giuseppe Conte perde lo 0,2% e si attesta al 13,4%.
Passo indietro anche per la Lega (-0,1%), ora all'8,7%, e per Forza Italia (-0,2%), scesa al 7,8%. Verdi e Sinistra non si spostano dal 6,8%. Staccate Azione (3,1%), Italia Viva (2,4%) e +Europa (1,9%), mentre le altre liste non rilevate singolarmente valgono nel complesso il 3,3%.
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(Adnkronos) - "La grande sfida oggi è coniugare sostenibilità ambientale, economica e sociale. A Bruxelles lo ripetiamo da anni, ma manca ancora un equilibrio vero tra questi tre elementi”. Lo ha affermato Paolo De Castro, presidente di Nomisma, intervenendo a Roma alla conferenza per i 40 anni di Assofertilizzanti. “Gli obiettivi ambientali dell’Unione Europea sono giusti – ha spiegato – ma se non vengono condivisi e applicati anche dai Paesi con cui commerciamo, si rischia di creare distorsioni di mercato e penalizzare i nostri agricoltori. L’Europa non è sola al mondo: continuare ad alzare gli standard senza reciprocità significa danneggiare la nostra agricoltura e, paradossalmente, ingannare i consumatori, che finiscono per acquistare prodotti extra-Ue realizzati senza le stesse regole”. De Castro ha invitato l’Europa “a prendere coscienza di non essere più quella degli anni Sessanta o Settanta, capace di dettare da sola la linea al resto del mondo”, e ha citato come esempio il rinvio del provvedimento sulla deforestazione. “Se il resto del mondo non ti segue – ha concluso – non puoi applicare regole solo in casa tua, lasciando a terra interi settori produttivi”.

(Adnkronos) - “Ci stiamo confrontando con Bruxelles su temi cruciali legati alla sostenibilità. Il Green Deal europeo è condizionante, e la nostra posizione è critica ma costruttiva. Ci preoccupa molto l’arrivo del Cbam e l’ipotesi di eliminare le agevolazioni IVA sui fertilizzanti, misure che colpirebbero soprattutto le aziende agricole più piccole”. Lo ha dichiarato Paolo Girelli, presidente di Assofertilizzanti, intervenendo alla conferenza per i 40 anni dell’associazione a Roma.
“Destano forte preoccupazione anche i possibili divieti all’uso dell’urea nelle aree sensibili, in particolare nella Pianura Padana – ha aggiunto –. Le nostre aziende dispongono di tecnologie in grado di ridurre l’impatto ambientale senza penalizzare la produttività. Rinunciare all’urea significherebbe compromettere rese e qualità, con un beneficio ambientale minimo, appena dello 0,1% in termini di emissioni clima-alteranti: sarebbe una follia”. Girelli ha ricordato che “l’industria italiana dei fertilizzanti ha già sviluppato prodotti innovativi e a basso impatto, dagli inibitori della nitrificazione ai concimi a rilascio controllato, fino agli organo-minerali e ai biostimolanti. Servono soluzioni condivise e comparabili con quelle di altri Paesi europei, come la Germania – ha concluso – dove è stato introdotto il concetto di ‘urea inibita’ e l’obbligo di interramento entro 48-72 ore. Chiediamo un confronto aperto e onesto per evitare scelte che penalizzino il nostro settore e la qualità del made in Italy agroalimentare”.

(Adnkronos) - “Abbiamo chiesto lo slittamento di un anno non per rinviare l’applicazione, ma per avere il tempo di ridiscutere la normativa a livello europeo, perché la visione ereditata dalla precedente Commissione, con Timmermans in testa, rischia di essere devastante per l’agricoltura e l’agroalimentare europeo”. Lo ha dichiarato Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, intervenendo a Roma alla conferenza per i 40 anni di Assofertilizzanti. “Le politiche di rinaturalizzazione, così come concepite, avrebbero provocato un disastro economico e sociale, riducendo fino al 60% l’uso di alcune molecole e la capacità produttiva interna – ha spiegato – costringendoci a importare da Paesi dove quelle stesse norme non valgono. È un paradosso ambientale ed economico che va assolutamente corretto”. Prandini ha sottolineato la necessità di “investire di più nella ricerca e nell’innovazione, dal digestato alle nuove molecole e alla concimazione chimica”, aggiungendo che “la riduzione degli strumenti a disposizione delle imprese agricole mette a rischio la sovranità alimentare e la sostenibilità stessa del sistema. Essere più sostenibili – ha concluso – significa investire in tecnologia, agricoltura di precisione, satelliti e droni. L’agricoltura italiana ed europea è la più sostenibile al mondo, ma se la indeboliamo, falliamo sia economicamente che ambientalmente. Dobbiamo dialogare con l’Europa e far valere il nostro modello, evitando visioni ideologiche che non conoscono la realtà produttiva”.

(Adnkronos) - “Dobbiamo continuare a produrre di più e meglio, con una sostenibilità anche economica e una reale reciprocità nelle regole, altrimenti rischiamo il paradosso agricolo: ci si chiede di fare cose che altrove non si fanno, con costi e limiti maggiori per le nostre imprese”. Lo ha dichiarato Giordano Emo Capodilista, vicepresidente di Confagricoltura, intervenendo a Roma alla conferenza per i 40 anni di Assofertilizzanti. “Non possiamo accettare – ha proseguito – di dover ridurre la qualità dei nostri prodotti e allo stesso tempo importare materie prime da Paesi dove non valgono le stesse norme ambientali. Questo non è solo un problema produttivo, ma anche sociale, perché mette a rischio la sopravvivenza delle imprese agricole e delle aree interne”. Capodilista ha sottolineato come “l’agricoltura sia un settore strategico” e che “gli agricoltori italiani stanno già andando nella direzione della sostenibilità, come dimostra la riduzione dell’uso di azoto e l’impiego di pratiche innovative come l’interramento, gli inibitori e i fertilizzanti a rilascio lento. Non dobbiamo buttare via il bambino con l’acqua sporca – ha aggiunto – fermando pratiche che stanno già migliorando l’impatto ambientale, ma che devono restare sostenibili anche economicamente. Serve continuità e collaborazione lungo tutta la filiera”. Il vicepresidente di Confagricoltura ha infine auspicato una revisione della direttiva nitrati “alla luce delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale” e ha sollecitato “chiarezza normativa sull’uso del digestato in agricoltura, che può rappresentare un’importante risorsa se regolata in modo corretto”.

(Adnkronos) - "Ha vinto la Toscana illuminata e riformista. Il risultato è stato chiaro fin dai primi scrutini. Ed è un voto che guarda al futuro. E' una soddisfazione straordinaria". Eugenio Giani è stato riconfermato presidente della Regione Toscana, conquistando il suo secondo mandato con "un risultato netto che, già dalle prime proiezioni, non ha lasciato spazio a dubbi".
Il campo largo di centrosinistra, ha spiegato Giani nella conferenza stampa nel suo comitato elettorale alla Casa della Cultura a Firenze, dove ha festeggiato la vittoria con i leader nazionali Elly Schlein, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, si è imposto "con un margine di circa sei punti percentuali in più rispetto al risultato di cinque anni fa e una differenza di circa quindici punti sul candidato del centrodestra, Alessandro Tommasi".
"Ringrazio tutti i toscani, è un’emozione vedere un risultato così evidente e chiaro già dalle prime battute degli scrutini", ha dichiarato Giani. "Questo voto indica una Toscana che decide con autonomia, con il proprio cervello, ispirata ai valori di libertà, democrazia e giustizia sociale. Una regione che guarda avanti con uno spirito progressista e illuminato".
Il presidente della Regione ha rivendicato il lavoro svolto nei cinque anni appena trascorsi, elencando alcune delle iniziative più significative della sua amministrazione: dagli asili nido gratuiti alla legge sul fine vita medicalmente assistito, fino all'investimento sulla sanità pubblica, definita "tra le eccellenze del Paese".
Giani non ha nascosto la difficoltà della campagna elettorale, soprattutto nella sua fase finale: "Nell'ultima settimana mi sono trovato contro la premier, i due Vicepremier, tutti i ministri... sembrava una mobilitazione quasi feudale, come accaduto in altre regioni. Ma alla fine ha vinto la Toscana, quella che pensa, che sceglie con autonomia, che non si fa trascinare".
Nonostante si trattasse di elezioni regionali singole, con una minore attenzione mediatica rispetto ad altri appuntamenti elettorali, l'affluenza – secondo Giani – è rimasta in linea con quella di dieci anni fa: "Il 48% dei votanti è un dato da leggere in quel contesto. E sono particolarmente fiero che la mia provincia, Firenze, abbia superato il 53% e che il mio comune, Sesto Fiorentino, abbia raggiunto quasi il 60%".
Giani ha espresso soddisfazione per tutte le quattro liste che lo hanno sostenuto: "il Partito Democratico che si attesta oltre il 35%, la lista Giani Presidente - Casa Riformista che supera l’8%, Alleanza Verdi-Sinistra (Avs), accreditata intorno al 6%, E infine il Movimento 5 Stelle, attorno al 5%, nonostante un percorso d’adesione non privo di frizioni. Un risultato plurale che dà forza a un progetto inclusivo e progressista, capace di interpretare la complessità della nostra regione", ha sottolineato Giani, che ha anche riconosciuto il buon risultato della candidata Antonella Bundu di Toscana Rossa, in rappresentanza delle forze alternative a sinistra.
Nel suo intervento, Giani ha voluto sottolineare la valenza nazionale del risultato: "Questo voto è un segnale che parte dalla Toscana e parla al Paese. Quando c’è un buon governo progressista, capace di rispondere ai bisogni delle persone, si crea consenso. Questo può essere il modello su cui costruire una coalizione vincente anche a livello nazionale".
Il presidente della Toscana ha voluto ringraziare la segretaria del Pd, Elly Schlein, definendola "sempre presente e vicina", dalla partenza della campagna elettorale all’evento finale di chiusura a Firenze. Ha poi espresso gratitudine anche a Emiliano Fossi, segretario regionale del Pd.
In conclusione, Giani ha voluto lanciare un messaggio di unità: "Da questo momento sarò il presidente di tutta la Toscana. Sarà fondamentale il dialogo, anche con Alessandro Tommasi, con cui il confronto è sempre stato rispettoso e costruttivo. Continueremo a lavorare per una Toscana che sia laboratorio di buon governo, esempio per il centrosinistra nazionale". (di Paolo Martini)
Leggi tutto: Toscana, Giani riconfermato presidente: "Ha vinto una regione illuminata e riformista"


(Adnkronos) - Nel 2024 il fatturato generato da ingegneri e architetti liberi professionisti si sia mantenuto a livelli elevati, simili a quelli del 2023, pari a 16,7 miliardi di euro. Per il 2025, nonostante il forte clima di incertezza, si prevede un leggero incremento del fatturato (+0.9%), grazie alla forza trainante degli investimenti. E' quanto si legge nel Report elaborato e curato dal Centro studi Cni diffuso in occasione del 69° Congresso nazionale degli ordini degli ingegneri d’Italia in corso ad Ancona.
Il fatturato del comparto Servizi di ingegneria e architettura (Sia) allargato (ingegneri, architetti, società di ingegneria, geometri, geologi e periti industriali) ammonta a 21,9 miliardi di euro, registrando pertanto un incremento poco più che doppio rispetto al 2020. Tutto questo è corrisposto ad un incremento del contributo dato dalle attività di ingegneria svolte dai liberi professionisti alla formazione del Pil.
Nel 2020 l’incidenza del fatturato generato dagli ingegneri e architetti operanti nella libera professione sul valore aggiunto del macro comparto dei servizi (1.114 miliardi di euro) era pari allo 0,8%. Nel 2024 tale incidenza è passata all’1,2%, confermando un incremento del peso strategico di tali attività nel quadro economico nazionale.
Permane - evidenzia il report- una differenza abbastanza sostanziale sia nel valore del fatturato che del reddito medio tra ingegneri e architetti iscritti ad Inarcassa, quindi tra professionisti che esercitano in via esclusiva la libera professione (sono esclusi da questi dati i professionisti con gestione separata Inps e le società di ingegneria). Nel 2023 il volume d’affari degli ingegneri iscritti ad Inarcassa è stato pari a 6,2 miliardi di euro superiore agli architetti, che hanno realizzato un volume d’affari di 5,1 miliardi.
Dal 2023 il reddito medio degli ingegneri ha superato la soglia dei 60.000 euro annui, raggiungendo per la precisione i 62.529 euro. Si tratta di un traguardo importante, tenendo conto che fino al 2020 il reddito medio annuo per un ingegnere libero professionista si attestava sotto i 35.000 euro.
Per il 2024 si stima un leggero ridimensionamento di tale valore che potrebbe poi mantenersi anche per il 2025. Sebbene i Superbonus 110% siano stati dismessi, forte è l’impressione che per molti professionisti la domanda di servizi di ingegneria si mantenga ancora su livelli elevati in ambiti come ad esempio la progettazione di edifici non residenziali, interventi di ristrutturazione edilizia e di messa in sicurezza di strutture, ingegneria della sicurezza antincendio, progettazione di opere pubbliche.
Nell'ultima parte dell’anno 2025 risultano introvabili quasi 7000 ingegneri su un fabbisogno di 12.000 ingegneri espresso dal sistema produttivo. Questo dato rappresenta un elemento fisso di ogni rilevazione periodica sui fabbisogni di figure professionali ed ha assunto dimensioni preoccupanti subito dopo la fase pandemica. A gennaio 2025 risultavano di difficile reperimento più di 9.000 laureati in ingegneria, su un fabbisogno di oltre 16.000 ingegneri.
Nella parte alta della classifica delle figure professionali maggiormente richieste oggi in Italia, figurano sempre i laureati in ingegneria. Secondo le rilevazioni del Sistema Informativo Excelsior, nel 2024, ad esempio, vi è stata una richiesta di oltre 24.000 laureati in ingegneria industriale e gestionale, di oltre 14.000 ingegneri civili e di oltre 13.000 ingegneri meccanici. Se si sommano le tre specializzazioni, gli ingegneri sono, nell’ambito delle professioni a più elevata specializzazione, quelli di cui il mercato ha espresso la domanda più elevata. Parallelamente però gli ingegneri risultano essere le figure più difficili da reperire insieme ai progettisti in ambito Ict. Sempre nel 2024 gli ingegneri industriali e gestionali, quelli energetici e meccanici e quelli civili hanno occupato rispettivamente il secondo, il terzo ed il quarto posto per livello difficoltà di reperimento incontrato dalle imprese. Anche gli ultimi dati, relativi a settembre 2025 confermano questa difficoltà. Degli oltre 90.000 laureati nelle varie discipline per i quali il mercato esprime attualmente una domanda, gli ingegneri sono quelli per i quali si registrano i più elevati livelli di difficoltà di reperimento. In particolare attualmente il livello di difficoltà di reperimento di ingegneri industriali è pari al 62%, quello per gli ingegneri elettronici e dell’informazione e pari al 54% e quello per gli ingegneri civili è pari al 55%.
Il sistema universitario immette nel mercato oltre 25.000 laureati magistrali provenienti dai corsi di ingegneria. La domanda di specialisti nell’area tecnica si intensifica però verso aree dell’ingegneria di più recente affermazione se messe a confronto con il filone più tradizionale e consolidato dell’Ingegneria civile. E’ cresciuta repentinamente negli ultimi 4 o 5 anni la domanda di ingegneri che operano nell’ambito delle Ict e nel ramo gestionale e sebbene il numero di iscritti in tali classi di laurea sia in aumento questo trend non riesce a compensare la domanda espressa dal mercato. Va detto, però, che un cambio è in atto chiaramente: il Centro studi Cni ha rilevato come per la prima volta nel 2024 fra tutte le classi di ingegneria in Italia, il maggior numero di laureati e laureate provenga da ingegneria gestionale (oltre 4.500 nuovi laureati magistrali), il secondo posto è occupato dai laureati in ingegneria meccanica, il terzo da ingegneria informatica ed il quarto da ingegneria biomedica. Ingegneria civile si posiziona al sesto posto nel 2024 con poco meno di 1.600 laureati magistrali. Però il numero di laureati disponibili nelle aree di specializzazione maggiormente richieste non sono numericamente sufficienti per fare fronte alla domanda del sistema produttivo.
Attualmente molte imprese e studi professionali hanno difficoltà a reclutare ingegneri operanti in ambito civile, più direttamente connessi con il settore delle costruzioni. Nel 50% dei casi la ricerca va a vuoto. Il dato sorprende in quanto per il settore civile vi è stata sempre una certa disponibilità di ingegneri. Dopo la crisi da Covid-19 tuttavia il settore delle costruzioni, sia quello relativo agli edifici residenziali che quello concernente le opere pubbliche, ha registrato una evidente fase espansiva, con ricadute positive non solo sulle organizzazioni di grandi dimensioni operanti nel settore dell’ingegneria, ma anche sugli studi professionali più tradizionali, generando un incremento forte della domanda di figure professionali ancora oggi difficile da soddisfare.
Se è vero che negli ultimi 4 anni il reddito medio degli ingegneri ha registrato un salto in avanti notevole, restano forti sperequazioni per esempio tra le diverse classi d’età. Un ingegnere iscritto ad Inarcassa con età compresa fra 31 e 35 anni registra un reddito medio annuo di 36.000 euro a fronte degli 80.000 euro di chi si colloca nella fascia d’età tra 51 e 55 anni. Questo aspetto ne richiama poi un secondo, ovvero il fatto che la libera professione ed il sistema ordinistico siano sempre meno attrattivi per i giovani che, infatti, optano per il lavoro dipendente.
Uno degli aspetti che maggiormente caratterizzano oggi la figura dell’ingegnere è quello di contribuire con le proprie competenze ed il proprio operato a creare un contesto sicuro, nel quale operano soggetti diversi: sicurezza nei luoghi di lavoro, sicurezza degli edifici, sicurezza contro eventi naturali avversi, sicurezza e affidabilità delle infrastrutture materiali e immateriali attraverso le quali transitano persone, merci, dati e informazioni, sicurezza e affidabilità dei processi produttivi.
Attualmente l’ingegneria della sicurezza si esplicita in 4 grandi ambiti in cui sono state sviluppate negli anni metodiche di prevenzione e di intervento sempre più precise e sofisticate: la prevenzione in chiave antisismica; la prevenzione e la mitigazione del rischio derivante da dissesto idrogeologico; la prevenzione dai rischi sui luoghi di lavoro; la prevenzione dei molteplici rischi derivanti da incendio e dalla gestione di sostanze pericolose.
Più volte, negli ultimi 15 anni, il Consiglio nazionale degli ingegneri ha avanzato alle Istituzioni competenti una serie di proposte finalizzate a rendere più efficaci le politiche pubbliche per gli interventi riparativi a seguito di eventi catastrofali e soprattutto per la prevenzione dei rischi, nella consapevolezza che intervenire con opere di prevenzione generi costi per la collettività minori di quelli di ricostruzione.

(Adnkronos) - Prende il via domani a Villa Erba di Cernobbio la nuova edizione del Digital innovation forum-ComoLake 2025, il summit internazionale organizzato da Micromegas Comunicazione, che riunisce per quattro giornate Premi Nobel, scienziati, leader industriali e rappresentanti delle istituzioni europee per discutere il futuro del digitale, dell’intelligenza artificiale e del quantum computing.
I lavori partiranno alle 9 con i saluti istituzionali del sindaco di Cernobbio Matteo Monti e di Antonio Franceschetti, presidente della Fondazione Innovazione Digitale Ets, promotrice del Forum. Seguiranno interventi introduttivi di Alberto Tripi (Confindustria) e del fisico Ugo Moschella (Università dell’Insubria), prima delle lectio magistralis di Gian Francesco Giudice (Cern), Marc Mézard (Université Bocconi) e Luciano Maiani, già presidente del Cnr e medaglia Dirac.
La prima sessione plenaria, dedicata a 'Reti e Infrastrutture', vedrà protagonisti i vertici di Almawave, Inwit, Aws, Google, Open Fiber, Accenture, Reply, Tim, Ei Towers, Boldyn Networks, Cloudera, Amazon e Cellnex Italia, in un confronto guidato da Barbara Carfagna (Rai) sui nuovi modelli di connettività e sul ruolo strategico dell’Europa nel rafforzare la leadership tecnologica. Nel pomeriggio il dialogo tra scienza e impresa sarà al centro delle 'keynote lecture' dedicate alla fisica fondamentale, con la partecipazione del Premio Nobel per la Fisica Gerardus ’t Hooft, di Thibault Damour, Mariafelicia De Laurentis e ancora Maiani, Mézard e Giudice, che chiuderanno la giornata con la tavola rotonda 'Dalla fisica fondamentale alle tecnologie emergenti'.
Un ulteriore momento di approfondimento tematico sarà garantito dalla tavola rotonda 'Forum paneuropeo dell’industria quantistica' moderata da Alessio Jacona (Ansa) con Fabio Beltram (Scuola Normale Superiore), Alessandro Curioni (Ibm), Antonio La Gatta (Presidenza del consiglio dei ministri), Tommaso Macrì (QuEra Computing), Irwan Owen (D-Wave) e Marco Pistoia (IonQ). Un confronto per fare il punto sul quantum computing. Tra gli interventi istituzionali sono attesi Alessio Butti (Presidenza del consiglio dei ministri), Adolfo Urso (ministro delle Imprese e del Made in Italy) e Bruno Frattasi (direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale). Accanto alle plenarie, ComoLake aprirà anche i lavori delle sessioni tematiche parallele dedicate a fotonica e intelligenza ottica e mobilità elettrica e smart cities. In questi panel si confronteranno rappresentanti di aziende come Enel, Cellnex Italia, Inwit e Ntt Data, e accademici di Insubria, Politecnico di Milano e QuEra Computing.
"ComoLake è il luogo in cui istituzioni, imprese e ricerca possono dialogare concretamente sull’impatto dell’innovazione nella vita reale -spiega Antonio Franceschetti, presidente della Fondazione Innovazione Digitale-. Il nostro obiettivo è superare la logica dei convegni autoreferenziali e costruire uno spazio di confronto aperto, dove la tecnologia diventi motore di inclusione, crescita sostenibile e competitività per l’Europa e per il Paese".
Organizzato da Micromegas Comunicazione e promosso dalla Fondazione Innovazione Digitale Ets, ComoLake 2025 conferma la sua vocazione a piattaforma europea di confronto tra scienza, economia e istituzioni, in un dialogo che guarda alla trasformazione digitale e quantistica del prossimo decennio. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito ufficiale www.comolake.it.

(Adnkronos) - In mattinata un operaio di 29 anni, originario del Bangladesh, è morto in seguito a un incidente sul lavoro in un’azienda metalmeccanica a San Giorgio di Piano (Bologna). L’uomo era regolarmente residente in Italia ed era dipendente della Righi Lavorazioni Meccaniche con ha sede nella zona industriale di Stiatico. Secondo le prime ricostruzioni, sembra che la vittima stesse lavorando a un macchinario e sia stato colpito da un oggetto in lavorazione. Dopo la segnalazione, il 118 è intervenuto sul posto ma non c’è stato nulla da fare. Sul luogo anche i carabinieri e il personale di Medicina del lavoro dell'Ausl. Fim, Fiom e Uilm Bologna hanno proclamato uno sciopero di due ore a fine turno per domani con presidio dalle 15.30 davanti ai cancelli dell’azienda.
Leggi tutto: Incidente sul lavoro nel bolognese: operaio 29enne muore in azienda metalmeccanica

(Adnkronos) - Maledizione infortuni in casa Milan. La squadra rossonera dovrà fare i conti con il ko di Alexis Saelemaekers, che ha accusato un problema fisico durante gli impegni della Nazionale belga. Gli esami a cui si è sottoposto oggi, lunedì 13 ottobre, l'esterno hanno evidenziato una "lesione al flessore della gamba destra".
Il 26enne belga salterà quindi sicuramente la sfida di Serie A con la Fiorentina, in programma domenica prossima, per essere poi sottoposto a nuovi esami tra una settimana. I tempi di recupero dovrebbero aggirarsi intorno ai 20 giorni, con il giocatore che non sarebbe a disposizione di Allegri nemmeno per la sfide contro il Pisa del 24 ottobre, mentre potrebbe tornare a disposizione per la trasferta di Bergamo contro l'Atalanta il 28.
Leggi tutto: Milan, infortunio al flessore per Saelemaekers: quando torna in campo

(Adnkronos) - L’urea è una commodity irrinunciabile per la produttività agricola, grazie al suo elevato contenuto di azoto, il più alto tra i fertilizzanti. Un mezzo tecnico essenziale, soprattutto per le filiere cerealicole, poiché garantisce rese adeguate e qualità delle produzioni. È quanto emerge dallo studio di Nomisma sull’impatto della fertilizzazione azotata e dell’urea in Italia, commissionato da Assofertilizzanti, l’associazione di Federchimica che rappresenta i fabbricanti di fertilizzanti nazionali. La ricerca è stata presentata in occasione del 40° anniversario dell’Associazione, che coincide con la Giornata Mondiale dei Fertilizzanti, nel corso di una tavola rotonda che ha riunito rappresentanti del mondo agricolo, delle associazioni di categoria, delle istituzioni e dell’università.
Il quadro che ne risulta è abbastanza chiaro: l’azoto è un elemento nutritivo essenziale per la crescita delle colture e in Italia circa il 44% deriva dall’urea, sebbene la sua distribuzione incida per il 16% del volume distribuito di tutti i fertilizzanti (Istat 2023). Nonostante negli ultimi dieci anni si sia già operata una riduzione del 20% dei fertilizzanti azotati, segno di una maggiore sensibilità sull’ottimizzazione d’uso dei mezzi tecnici in agricoltura, un’ulteriore restrizione come la messa al bando dell’urea nel bacino padano andrà inevitabilmente a compromettere la produttività di filiere di punta dell’agricoltura italiana.
Lo studio analizza anche l’impatto del divieto sull’uso dell’urea in termini di riduzione delle rese agricole, in particolare nelle colture cerealicole. In uno scenario in cui nel Bacino Padano si producono annualmente circa 4,4 milioni di tonnellate di mais da granella, si stima una diminuzione del 36% nella produzione (pari a circa 1.6 milioni di tonnellate in meno l’anno), un calo del 17% su circa 2.1 milioni di tonnellate di frumento tenero, del 25% su 551mila tonnellate di frumento duro e, addirittura, del 63% su 1.4 milioni di tonnellate di riso. Queste perdite avrebbero ricadute significative su numerose filiere agroalimentari d’eccellenza italiane.
Le prospettive peggiorano gravemente in uno scenario di totale assenza di fertilizzanti azotati: le produzioni calerebbero del 61% per il mais, del 57% per il frumento tenero, del 78% per il frumento duro e del 77% per il riso, con gravi conseguenze sulla sicurezza alimentare nazionale e sulla competitività del comparto agricolo italiano. In assenza di urea, oltre al calo produttivo di mais, frumento e riso, si rileverebbero anche dei cali qualitativi, che genererebbero una contrazione complessiva del valore per l’intero comparto dei cereali fino al 45% e questo in un Paese che già si distingue per un impiego di azoto significativamente inferiore rispetto ai principali Paesi dell’Ue, sia in valori assoluti che per unità di superficie coltivata.
I dati mostrano come da un punto di vista ambientale l’applicazione dell’urea incida sulle emissioni di gas serra in maniera estremamente contenuta: appena lo 0,1% delle emissioni totali italiane e solo l’1,3% di quelle agricole. Dati che confermano come il suo divieto non avrebbe effetti significativi sulla mitigazione delle emissioni di gas climalteranti.
Inoltre, da diversi anni esistono soluzioni tecnologiche applicabili all’urea per mitigarne gli impatti ambientali. Tra queste i polimeri ricoprenti o i cosiddetti inibitori dell’ureasi: molecole innovative con performance scientificamente comprovate, in grado di contenere le perdite di ammoniaca in atmosfera fino a una media del 70–80%. “L’industria dei fertilizzanti gioca un ruolo fondamentale per garantire la sicurezza alimentare del nostro Paese e crediamo che una gestione sempre più razionale, responsabile ed evoluta dei fertilizzanti sia una sfida da affrontare insieme a tutto il comparto agricolo, per guardare al futuro dell’agricoltura italiana" ha dichiarato Paolo Girelli, presidente di Assofertilizzanti-Federchimica.
"Siamo fortemente preoccupati del provvedimento che prevede il divieto di impiego dell'urea, - prosegue - poiché non sono stati presi in considerazione i suoi effettivi impieghi e la sua indispensabilità per la filiera cerealicola italiana". "La complementarità nell’uso di tutte le tipologie di fertilizzanti rappresenta un principio fondamentale che la nostra Associazione promuove da sempre". Lo studio elaborato da Nomisma offre un contributo concreto e di grande valore al dibattito nazionale sull’impiego sostenibile dei fertilizzanti, mettendo in evidenza la necessità di mantenere un equilibrio tra produttività, qualità delle colture e tutela dell’ambiente.
"L’analisi evidenzia come una gestione non efficiente della fertilizzazione azotata possa generare perdite economiche rilevanti. In particolare, l’ipotesi di un blocco dell’uso dell’urea nel Bacino Padano avrebbe effetti estremamente negativi su alcune colture chiave del nostro sistema agroalimentare. Il mais, ad esempio, è una componente essenziale per sostenere il comparto zootecnico e le grandi produzioni Dop; il frumento costituisce la base delle filiere 100% italiane dei prodotti da forno, dolciari e della pasta; mentre il riso italiano assicura una quota significativa dell’approvvigionamento europeo. Senza soluzioni tecnicamente ed economicamente sostenibili, si rischia di compromettere in modo serio la produttività e la redditività delle aziende agricole dell’area padana" ha dichiarato Paolo De Castro, presidente di Nomisma.
Leggi tutto: Agricoltura: Assofertilizzanti, divieto uso urea causerebbe perdita 45% valore cereali

(Adnkronos) - Scoppia il caso Neymar in Brasile. L'attaccante verdeoro, tornato al Santos dopo la parentesi dorata in Arabia Saudita con la maglia dell'Al Hilal, è stato escluso dai convocati del ct Carlo Ancelotti per le due amichevoli asiatiche contro Corea del Sud, battuta 5-0, e Giappone, in programma domani, martedì 14 ottobre.
Nonostante l'ex attaccante del Barcellona sia tornato a giocare in patria proprio per conquistarsi un posto nella spedizione verdeoro che parteciperà ai Mondiali 2026, di scena in Stati Uniti, Messico e Canada, Ancelotti non lo ha ancora convocato da quando è stato nominato ct. Decisioni che, ovviamente, hanno fatto rumore: "Quando è in forma, ha un livello tale per giocare in qualsiasi Nazionale e squadra del pianeta”, ha detto l'ex tecnico, tra le altre, di Milan e Napoli in conferenza stampa.
Ancelotti non chiude comunque le porte a una possibile convocazione di Neymar per i prossimi Mondiali, a patto di avere una condizione fisica accettabile, con una prima lista che arriverà il prossimo marzo: "I convocati di marzo potrebbero essere praticamente gli stessi che parteciperanno ai Mondiali. Vogliamo vedere come alcuni giocatori si sono integrati, ma l’idea è che il gruppo si stia già delineando", ha concluso Ancelotti.
Leggi tutto: Brasile, scoppia caso Neymar. Ancelotti non lo convoca: "Deve essere in forma"
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