Consorzio di Bonifica al lavoro per sostenere aziende e comunità...
In sette anni spesa famiglie italiane aumentata del 137%...
Aeroitalia, 'nessun impatto su sicurezza'. Passeggeri riprotetti...
La ministra sarà a Cagliari il 28, 'venga da noi in fabbrica'...
Fonti Giunta, 'menzogna che l'esecutivo stia tagliando i fondi'... 
Il legale della famiglia nel bosco a Palmoli (Chieti), Giovanni Angelucci, ha deciso di rimettere il proprio mandato denunciando "troppe pressanti ingerenze esterne". "Purtroppo, - dice in una nota - ieri sera, dopo un’accurata riflessione, ho scelto – non senza difficoltà – di rinunciare al mandato difensivo conferitomi dai coniugi Nathan Trevallion e Catherine Birmingham. Sono stato costretto a questa decisione estrema, l’ultima che un professionista serio vorrebbe assumere, poiché negli ultimi giorni i miei assistiti hanno subito interferenze esterne tali da incrinare la fiducia alla base del rapporto tra avvocato e cliente". La scelta sarebbe maturata anche a seguito dei ripetuti rifiuti dei coniugi riguardo alle soluzioni proposte.
"Ieri avremmo dovuto incontrarci nel pomeriggio per effettuare insieme il sopralluogo in un’abitazione a pochi chilometri dalla loro, messa gratuitamente a disposizione da un imprenditore della ristorazione di Ortona originario di Palmoli. Una soluzione che si aggiungeva a quella suggerita dal sindaco Masciulli. Tuttavia – afferma l'avvocato – nessuna delle due ipotesi è stata ritenuta accettabile dai coniugi Trevallion-Birmingham e l’incontro non ha avuto luogo[1]".
"Va aggiunto – prosegue l’avvocato – che nella stessa giornata avrei dovuto acquisire un’ulteriore firma da Nathan per procedere al deposito, presso il Genio civile, del progetto di ristrutturazione straordinaria dell’immobile. Mi è stato però riferito che tali interventi sarebbero stati, a loro avviso, troppo invasivi e impattanti. Per questo hanno deciso di non firmare né autorizzare il deposito del progetto predisposto dal tecnico di fiducia. Inoltre, sempre ieri mattina, un geometra del posto, dopo essersi messo in contatto con me, si è recato nella ‘casa del bosco’ insieme a un rappresentante della ditta Ssap San Salvo Appalti Spa, disponibile a farsi carico dei lavori di ristrutturazione. Anche questa offerta, però, sarebbe stata respinta dal signor Trevallion". Angelucci avrebbe dovuto depositare il ricorso alla Corte d'Appello dell'Aquila, contro la decisione del Tribunale per i minorenni, entro sabato 29 novembre.

Violenti nubifragi hanno colpito Thailandia e Indonesia provocando inondazioni eccezionali e frane che hanno sommerso case, campi, strade e automobili. Decine le vittime e i feriti, mentre molte persone risultano disperse.
Particolarmente colpita l'isola di Sumatra, dove le piogge torrenziali hanno innescato eventi alluvionali repentini e frane, determinando un bilancio provvisorio di almeno 10 decessi e 6 persone disperse. Le operazioni di soccorso si sono rivelate particolarmente complesse nelle sei reggenze della provincia di Sumatra settentrionale, a causa dello straripamento dei corsi d'acqua provocato dalle precipitazioni monsoniche della settimana precedente. Le esondazioni hanno travolto villaggi collinari con fango, rocce e alberi, lasciando dietro di sé una scia di distruzione, ha dichiarato la polizia nazionale in un comunicato.
Le squadre di intervento hanno recuperato, nella giornata di mercoledì, almeno cinque salme e tre individui feriti nella città di Sibolga, la zona maggiormente colpita. Le ricerche sono tuttora in corso per quattro residenti locali risultanti dispersi. Nel vicino distretto di Tapanuli centrale, le frane hanno interessato diverse abitazioni, causando il decesso di un'intera famiglia composta da quattro persone. Le alluvioni hanno inoltre sommerso quasi 2.000 unità abitative ed edifici.
Nel distretto di Tapanuli meridionale, frane e inondazioni hanno sradicato alberi, provocando la morte di un abitante del villaggio e il ferimento di un altro. Filmati diffusi sui social media documentano il flusso d'acqua che lambisce i tetti, mentre i residenti cercano disperatamente di mettersi in salvo. In alcune località, l'innalzamento repentino delle acque ha trasformato le arterie stradali in veri e propri torrenti impetuosi, trasportando tronchi d'albero e detriti.
Il capo della polizia di Sibolga, Eddy Inganta, ha confermato l'allestimento di rifugi di emergenza e ha esortato i residenti delle zone a rischio a procedere con un'evacuazione immediata, dato che le persistenti precipitazioni potrebbero innescare ulteriori frane. "Il maltempo e gli smottamenti ostacolano seriamente le operazioni di soccorso", ha dichiarato Inganta, sottolineando come l'accesso alle aree colpite rimanga limitato.
Il terremoto
La zona nord dell'isola è inoltre stata colpita da un terremoto di magnitudo 4.5. Secondo il Centro Nazionale di Sismologia, il sisma si è verificato ad una profondità di 150 chilometri. Questo non è stato l'unico evento sismico a colpire l'Indonesia nell'ultimo periodo. Solo nel mese di ottobre un terremoto di magnitudo 6.6 ha interessato la regione della Papua occidentale.
I disastri di martedì sono avvenuti proprio mentre l’Agenzia nazionale per la mitigazione dei disastri annunciava la conclusione ufficiale delle operazioni di soccorso in due aree dell’isola di Giava, dopo dieci giorni di ricerche. Oltre mille soccorritori erano stati impiegati nella ricerca di persone sepolte sotto frane innescate da piogge torrenziali, che avevano causato 38 decessi nei distretti di Cilacap e Banjarnegara, nel Giava centrale. Al termine delle operazioni, almeno due persone a Cilacap e undici a Banjarnegara risultavano ancora disperse.
Oltre 30 morti in Thailandia
Hanno invece causato la morte di almeno 33 persone le inondazioni record causate dalle forti piogge che hanno colpito la Thailandia, dove le autorità hanno schierato navi ed elicotteri militari a supporto delle operazioni di soccorso della protezione civile. L'alluvione ha colpito dieci province nel sud del paese, dove la città di Hat Yai, un centro commerciale al confine con la Malaysia, ha registrato le precipitazioni più intense degli ultimi 300 anni.
Oltre 2 milioni di persone sono state colpite dalle inondazioni. L'esercito ha annunciato l'invio di una portaerei e di una flottiglia di 14 imbarcazioni cariche di aiuti umanitari e cucine da campo che possono distribuire 3mila pasti al giorno. A bordo della portaerei si sono imbarcate equipe mediche con strutture e materiale ospedaliero. Sono stati inoltre inviati imbarcazioni, camion e moto d'acqua per evacuare i residenti, ha affermato il governatore della provincia di Songkhla, dove si trova Hat Yai. Ieri il governo ha dichiarato Songkhla zona disastrata.

C’era un tempo in cui scommettere su Marilyn Manson era semplice: lo amavi o lo detestavi, senza mezze misure. Oggi la puntata è più rischiosa, e molti l’avrebbero data per persa: che il Reverendo potesse davvero tornare, e soprattutto tornare così. L’unica data invernale italiana alla ChorusLife Arena di Bergamo è la conferma che l’ex Antichrist Superstar non ha mai smesso di esercitare il suo richiamo sui fan, dopo anni di controversie e assenza dalla scena. Un concerto andato sold out nel giro di pochi giorni lo scorso aprile, quando è stata annunciata una seconda leg del tour europeo, e la tappa all’Alcatraz di Milano nel febbraio scorso. Ne sono la prova i fan, in coda fin dalla notte precedente, sfidando le temperature polari che stanno mettendo alla prova la Lombardia pur di guadagnarsi la transenna o avvicinarsi il più possibile al loro idolo. Vogliono assaporare il ritorno, guardarlo negli occhi, non perdere nemmeno un istante. Manson lo sa e ricambia con uno dei suoi monologhi taglienti: “Con la droga ho sempre avuto un flirt: mi ha perseguitato, mi ha invitato a fare viaggi romantici nel deserto…e io proprio lì, in una grande buca, l’ho seppellita” dice al pubblico prima di lanciarsi in ‘The Dope Show’, l’inno tossico e seducente da ‘Mechanical Animals’, con cui nel 1998 la rockstar smascherava l’industria dell’intrattenimento.
Marilyn Manson, al secolo Brian Hugh Warner, è sorprendentemente in forma: lo ripete spesso lui stesso, quasi cinque anni di sobrietà dall’alcol che oggi si vedono tutti. È più asciutto, più controllato, e con una voce che richiama da vicino i fasti di ‘Holy Wood’. Sul palco è un animale in piena corsa: non sta fermo un secondo, salta, agita le braccia, incita le prime file e si lascia travolgere dall’energia della platea. Spara una sequenza micidiale di classici — ‘The Beautiful People’, ‘Disposable Teens’, ‘Long Hard Road Out of Hell’ e ‘Mobscene’, con una grande insegna rossa luminosa stile ‘The Golden Age Of Grotesque’, fino a una ‘Coma White’ resa ancora più cinematografica dalla nevicata che cade fitta sulla scena. E poi c’è ‘Tourniquet’: un’autocitazione perfetta, l’ingresso su trampoli altissimi, stampelle e casco, come un fantasma dal suo stesso passato che torna a reclamare il proprio spazio. Non mancano i brani dell’ultimo lavoro in studio, ‘One Assassination Under God – Chapter One’, uscito il 22 novembre 2024 e già seguito dall’annuncio di un secondo capitolo. L’apertura con ‘Nod If You Understand’ scopre subito le carte: il nuovo corso di Marilyn Manson ha muscoli, idee e una direzione precisa. Lo confermano brani come ‘As Sick As The Secrets Within’ e ‘One Assassination Under God’, cantate in coro dal pubblico. Merito anche del ritorno in grande stile di Tyler Bates, produttore e musicista che riporta nel progetto quella tensione elettrica e quell’estetica dark che mancavano al Reverendo da anni. Sul palco è al suo fianco, e la chimica tra i due è evidente. Niente Bibbie strappate, fiamme o eccessi blasfemi: quel Marilyn Manson appartiene a un altro decennio. La scena di questo tour è essenziale ma dal colpo d’occhio potentissimo: croci rovesciate ridotte all’osso, fasci di luci blu e rosse, un minimalismo che esalta il resto. Lui si presenta in total black, elegantissimo persino con una giacca da smoking accesa da due fulmini di strass, cambia pochi abiti ma gioca con gli accessori: gli iconici cappelli, una serie di guanti e un bolero celeste che diventa subito feticcio di serata.
È evidente che oggi Marilyn Manson giochi una partita diversa: è concentrato sulla performance, sulla musica, su ciò che negli ultimi anni era stato soffocato dal rumore delle vicende giudiziarie. Le accuse di violenza domestica, cadute di recente, avevano spostato l’attenzione lontano dai dischi e dai palchi, ma ora la rockstar sembra voler reclamare ciò che gli appartiene. Controverso per definizione, adorato dai fan e respinto da chi non ha mai sopportato il suo immaginario, oggi appare cambiato: più riflessivo, meno incline allo shock gratuito, consapevole del peso della propria storia. Non spaventa più nessuno, ed è quasi un bene, perché a parlare, finalmente, è di nuovo la musica. E la voce regge eccome: lo si è visto all’Alcatraz, lo si conferma a Bergamo, e lo testimonia un ultimo album accolto in modo sorprendentemente positivo dalla critica. Il messaggio è chiaro: il trono del genere non l’ha mai davvero abbandonato. E lo dimostra anche la sua agenda futura. Questo ritorno non finisce a Bergamo: Marilyn Manson ha già annunciato tre date estive in Italia nel 2026 - Ferrara, Roma e Bari - un segnale inequivocabile che la sua seconda vita artistica è appena cominciata. (di Federica Mochi)
In collaborazione con realme
realme ha svelato il proprio posizionamento strategico per il comparto fotografico del suo nuovo flagship, il GT 8 Pro, che si presenta sul mercato con l'appellativo di "Best Street Snap Shooter." Il dispositivo mira a trasformare la fotografia da smartphone da semplice cattura di immagini a strumento di espressione personale e creatività, grazie a tre elementi chiave: la partnership con RICOH GR, l'innovazione hardware con il teleobiettivo da 200MP e funzionalità video di livello professionale.
L'azienda ha motivato la stretta collaborazione con RICOH GR, maturata in quattro anni di sviluppo, come una risposta all'omologazione nel settore: "In un momento in cui molti utenti non cercano solo specifiche tecniche ma strumenti che li rappresentino davvero, la fotografia da smartphone rischia sempre più di diventare omologata." Il risultato è un sistema pensato per chi vuole "cogliere l’attimo con spontaneità, raccontare la propria visione del mondo e farlo con stile, libertà e personalità."
Snap By No Rules: il cuore fotografico Ricoh GR
Il sistema fotografico del GT 8 Pro è frutto di una collaborazione strutturata che ha portato il DNA della street photography direttamente nello smartphone. L'attenzione si è concentrata su ogni dettaglio, "dall’ingegneria delle lenti, all’esperienza di scatto, fino alla resa dei colori."
Al centro del sistema si trova una fotocamera principale da 50MP GR-certified, la prima progettata secondo gli standard ottici di RICOH GR. Questa lente 7P, abbinata a un rivestimento antiriflesso a 5 strati ultra-low reflective, è studiata per ridurre in modo efficace riflessi e bagliori, restituendo immagini sempre nitide e fedeli, anche in condizioni di luce complesse.
L'esperienza d'uso è potenziata dalla modalità esclusiva RICOH GR: con un semplice swipe, l'interfaccia si trasforma in un mirino immersivo che include le due lunghezze focali iconiche (28 mm e 40 mm) e il classico suono dell’otturatore. La personalizzazione stilistica è garantita da cinque profili colore ispirati alle pellicole GR: Pellicola Positiva, Pellicola per negativi, B&N ad alto contrasto, Standard e Monotono.
Il teleobiettivo Ultra Clarity da 200MP e i video 4K cinematici
L'innovazione hardware è rappresentata dal primo teleobiettivo da 200MP Ultra Clarity nel suo segmento con ampio sensore da 1/1.56", che assicura un'eccellente sensibilità alla luce, garantendo immagini dettagliate anche in condizioni di scarsa illuminazione. Il modulo supporta uno zoom ottico 3x, uno lossless 6x e raggiunge 12x con una qualità notevole, permettendo di catturare scene distanti con un ottimo livello di dettaglio. Questo teleobiettivo eccelle anche nei ritratti, sfruttando la nuova piattaforma Snapdragon e algoritmi avanzati per riprodurre fedelmente texture e luci complesse. Lo zoom ottico 3x, definito "golden focal length," è ottimizzato per restituire una profondità di campo naturale, valorizzando il soggetto con una elevata resa espressiva.
A completare il comparto fotografico interviene una nuova fotocamera ultra-grandangolare da 50MP (campo visivo di 116 gradi). Sul fronte video, il GT 8 Pro eleva gli standard con la possibilità di registrare in 4K a 120 fps con supporto Dolby Vision (disponibile sia su fotocamera principale che teleobiettivo), garantendo contenuti fluidi e un'estetica cinematografica immediata.
Per i creator più esigenti, sono disponibili anche la registrazione in 4K 120 fps a 10 bit in Log e 8K a 30 fps.

"Imperfect Photography": l'autenticità come campagna
Per sottolineare il proprio posizionamento lifestyle-first, realme ha lanciato la campagna "Imperfect Photography." Con questa iniziativa realme vuole celebrare "la bellezza dell’autenticità attraverso scatti spontanei e non costruiti, dove tecnologia, stile e narrazione personale si fondono in modo naturale."
Il progetto, ambientato nelle strade di Milano, ha coinvolto il fotografo Emanuele di Mare e influencer (tra cui Patrizio Morellato e Gianmarco Petrelli) che sono stati catturati in momenti di vita quotidiana utilizzando esclusivamente la fotocamera del GT 8 Pro. Ogni talent ha interpretato la campagna attraverso uno dei filtri ispirati a RICOH GR, confermando che "la fotocamera del GT 8 Pro diventa il mezzo per immortalare emozioni vere, senza post-produzione, ritocchi o filtri artificiali."

Kevin Wu, CMO Italy di realme, ha sintetizzato la visione: "Con la campagna ‘Imperfect Photography’ vogliamo celebrare la bellezza dell’autenticità e della spontaneità. Il realme GT 8 Pro è pensato per essere uno strumento creativo immediato, capace di cogliere l’essenza dei momenti reali, senza filtri. È il compagno ideale per chi vive la fotografia come un’estensione del proprio stile di vita."
I risultati di questa campagna saranno presentati ufficialmente in occasione dell'evento di lancio del 2 dicembre a Milano.

Stasera, mercoledì 26 novembre, alle 21.20 su Rai 3, 'Chi l’ha visto?', torna sul caso di Claudio Mandia, il ragazzo che stava per compiere 18 anni si è tolto la vita dopo essere stato messo in punizione ed espulso dalla scuola che frequentava. I genitori, che erano partiti per andarlo a riprendere a New York, scesi dall'aereo scoprono che si è ucciso.
Da quel giorno, non hanno mai smesso di lottare per avere giustizia e chiedono: “Come mai non siamo stati avvertiti che aveva minacciato il suicidio in caso di espulsione?” Documenti e testimonianze inedite a 'Chi l'ha visto?'. In studio con Federica Sciarelli, il papà del ragazzo.
E poi il caso di Marzia Capezzuti, la giovane donna sequestrata e torturata da una famiglia a Pontecagnano: parla in tribunale la figlia di Barbara Vacchiano. Attimi di estrema tensione quando urla diretta alla madre: “Assassina”. La figlia dell'imputata – sentita come testimone durante il processo – ripresa dall'avvocato risponde: “Io sono sua figlia, ho il diritto di chiamarla assassina”.
Infine, il caso di Liliana Resinovich: quattro anni dopo la sua morte, il marito Sebastiano Visintin afferma che un uomo è andato da lui per raccontargli di aver dato dei sacchi neri alla moglie, simili a quelli che coprivano il suo corpo. In diretta il fratello della donna, Sergio, che si è da sempre battuto per la verità.

L'Antistrust apre un procedimento cautelare contro il colosso tech Meta per abuso di posizione dominante. Secondo l’Autorità, si legge in una nota, le nuove condizioni contrattuali di WhatsApp business solution Terms, introdotte il 15 ottobre scorso, e l’integrazione di nuovi strumenti di interazione o funzionalità di Meta AI in WhatsApp, possono limitare produzione, sbocchi o sviluppo tecnico nel mercato dei servizi di AI Chatbot.
L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha ampliato il procedimento istruttorio avviato nei confronti di Meta platforms, Meta platforms Ireland, WhatsApp Ireland e Facebook Italy sulle condizioni contrattuali WhatsApp business solution. "Tali condizioni escludono dalla piattaforma WhatsApp, a decorrere dal 15 ottobre 2025, le imprese concorrenti di Meta AI nel mercato dei servizi di Ai Chatbot", si aggiunge nella nota.
Contestualmente, l’Autorità ha avviato anche il procedimento per l’adozione di eventuali misure cautelari sulle nuove condizioni contrattuali di WhatsApp business solution terms (introdotte il 15 ottobre 2025) e all’integrazione di ulteriori nuovi strumenti di interazione o funzionalità di Meta Ai in WhatsApp. Secondo l’Autorità, questa modifica delle condizioni contrattuali è suscettibile di limitare la produzione, gli sbocchi o lo sviluppo tecnico nel mercato dei servizi di AI Chatbot, a danno dei consumatori, e costituisce una possibile violazione delle norme europee in materia. "Inoltre, l’Autorità ritiene che tale violazione della normativa sulla concorrenza da parte di Meta possa pregiudicare, in modo grave e irreparabile, la contendibilità del mercato, a causa della scarsa propensione dei consumatori a cambiare le abitudini che ostacola il passaggio a servizi concorrenti", conclude la

L'Atalanta torna in campo in Champions League. Oggi, mercoledì 25 novembre, i nerazzurri affrontano l'Eintracht Francoforte nella quinta giornata della fase campionato. Trasferta tedesca per la squadra di Raffaele Palladino, a caccia della prima vittoria sulla panchina della Dea dopo il ko contro il Napoli in campionato. Atalanta fin qui a 7 punti, Eintracht Francoforte a quota 4. Ecco orario, probabili formazioni e dove vedere la partita in tv e streaming.
Eintracht Francoforte-Atalanta, orario e probabili formazioni
Ecco le probabili formazioni di Eintracht Francoforte-Atalanta, in campo stasera alle 21:
Eintracht Francoforte (3-4-2-1) Zetterer; Collins, Koch, Theate; Kristensen, Chaibi, Larsson, Brown; Götze, Bahoya; Burkardt. All. Toppmöller
Atalanta (3-4-3) Carnesecchi; Kossounou, Djimsiti, Ahanor; Bellanova, de Roon, Ederson, Zappacosta; De Ketelaere, Krstovic, Lookman. All. Palladino
Eintracht Francoforte-Atalanta, dove vederla
Eintracht Francoforte-Atalanta è visibile in diretta e in esclusiva su Sky Sport, canali Sky Sport Uno e Sky Sport (252). Partita disponibile anche in streaming su Sky Go e Now.

L’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro resterà nella stanza speciale del quartier generale della polizia federale a Brasilia per iniziare a scontare la condanna a 27 anni di carcere per il tentato colpo di Stato. Lo ha stabilito la Corte Suprema, dichiarando esaurite tutte le possibilità di ricorso e rendendo così definitiva la sentenza emessa lo scorso settembre.
La Corte ha confermato anche le condanne dell’ex ministro della Giustizia Anderson Torres (24 anni) e dell’ex deputato Alexandre Ramagem (16 anni), entrambi coinvolti nel complotto per mantenere Bolsonaro al potere dopo la sconfitta elettorale del 2022.
Bolsonaro si trova in detenzione cautelare da sabato scorso, dopo che la polizia federale ha accertato un suo tentativo di liberarsi del braccialetto elettronico che monitorava i domiciliari concessi la scorsa estate. Il suo team di difesa insiste affinché il 70enne ex presidente possa scontare la pena ai domiciliari, citando le sue condizioni di salute, ma la Corte ha confermato per ora la sua permanenza nella stanza riservata ai detenuti "protetti".

L'Inter torna in campo in Champions League. Oggi, mercoledì 26 novembre, i nerazzurri affrontano l'Atletico Madrid al Wanda Metropolitano nella quinta giornata della fase campionato. I nerazzurri, tra le prime della classe con 12 punti dopo quattro gare, vanno a caccia di un successo importante anche in termini di morale dopo il ko rimediato nel derby contro il Milan. Dall'altra parte, gli spagnoli hanno conquistato fin qui 6 punti nel torneo. Ecco orario, probabili formazioni e dove vedere la partita in tv e streaming.
Atletico Madrid-Inter, orario e probabili formazioni
Ecco le probabili formazioni di Atletico Madrid-Inter, in campo stasera alle 21:
Atletico Madrid (4-4-2) Musso; Molina, Gimenez, Lenglet, Ruggeri; Llorente, Barrios, Koke, Baena; Griezmann, Alvarez. All. Simeone.
Inter (3-5-2) Sommer; Akanji, Bisseck, Bastoni; Carlos Augusto, Barella, Calhanoglu, Zielinski, Dimarco; Thuram, Lautaro. All. Chivu.
Atletico Madrid-Inter, dove vederla
Atletico-Madrid-Inter è visibile in diretta su Amazon Prime Video. Partita visibile anche in streaming sull'app di Amazon Prime.

"Certe vite sfumano, veloci come le canzoni". L'immagine poetica celebrata in un pezzo iconico da una star nostrana, Luciano Ligabue, è più reale che mai. A confermarlo è la scienza: di fama si vive e si muore, diversi anni prima rispetto a chi non ha mai sperimentato l'ebbrezza della notorietà. Per la precisione, sotto la luce abbagliante dei riflettori i cantanti che diventano star sembrano spegnersi in media circa 4 anni prima rispetto ai coetanei che non hanno raggiunto lo status di celebrity. E secondo gli autori dello studio pubblicato online sul 'Journal of Epidemiology & Community Health', proprio la fama potrebbe essere un fattore critico nell'accorciare loro la vita, al di là dei rischi del mestiere. E' quanto i ricercatori dell'università Witten/Herdecke (Germania) hanno osservato nel lavoro condotto su celebrità di Regno Unito, Europa e Nord America.
Lo studio
Gli esperti osservano che gli effetti della fama sono paragonabili ad altri rischi per la salute. Come il fumo occasionale, che comporta un rischio di morte più elevato del 34%. Ricerche precedentemente pubblicate indicavano già che i cantanti famosi tendono a morire prima del loro grande pubblico. Ma non è chiaro se sia la notorietà in sé, le esigenze dell'industria musicale o lo stile di vita associato all'essere un musicista a contribuire a questo rischio elevato. Per far luce su questo enigma, i ricercatori hanno confrontato retrospettivamente il rischio di morte di 648 cantanti, metà dei quali aveva raggiunto lo status di celebrità e l'altra metà no. Ciascuna delle 324 star è stata confrontata con i colleghi meno noti in base ad anno di nascita, sesso, nazionalità, etnia, genere musicale e status di cantante solista/principale in una band.
La maggior parte (83,5%) era di sesso maschile e l'anno medio di nascita era il 1949, ma la fascia di età variava dal 1910 al 1975. Oltre la metà dei cantanti (61%) proveniva dal Nord America, mentre i restanti dall'Europa/Regno Unito. La gran parte era bianca (77%), con solo il 19% di etnia nera e il 4% di altre etnie o di etnia mista.
I cantanti più a rischio
E la maggioranza apparteneva al genere rock (65%), seguito da R&B (14%), pop (9%), new wave (6%), rap (4%) ed elettronica (2%). Oltre la metà dei cantanti (59%) faceva parte di una band; il 29% era un solista e il 12% si esibiva sia da solista che in una band.
Il campione di cantanti famosi è stato estratto dalla 'Top 2000 Artists of All Time', database che aggrega classifiche globali basate su elenchi pubblicati da critici musicali, giornalisti e professionisti del settore, ma non su sondaggi del pubblico o dati di vendita. Sono stati inclusi solo gli artisti attivi dopo il 1950 e prima del 1990, per raccogliere informazioni sufficienti sul rischio di morte entro la fine di dicembre 2023.
L'analisi dei dati ha mostrato che, in media, i cantanti famosi sopravvivevano fino all'età di 75 anni, mentre quelli meno famosi arrivavano fino all'età di 79 anni.
La band protegge. Anzi, no
Sebbene l'appartenenza a una band fosse associata a un rischio di morte inferiore del 26% rispetto a chi cantava da solo, l'inclusione di questa variabile non influenzava l'effetto complessivo della fama, poiché i cantanti famosi avevano comunque il 33% di probabilità in più di morire prima rispetto ai loro colleghi meno noti. Solo 2 (0,6%) delle star hanno raggiunto la fama postuma. Il rischio elevato di morte nei casi analizzati è iniziato solo dopo aver raggiunto la fama ed è rimasto significativamente associato per tutto il periodo della vita da celebrità.
Ciò suggerisce, ragionano gli autori, che l'aumento del rischio di morte non è attribuibile a differenze di base o a una causalità inversa per cui una morte precoce contribuisce alla fama, ma che questo rischio emerge specificatamente dopo il raggiungimento della fama. "Il che - spiegano - evidenzia la fama come un potenziale punto di svolta temporale per i rischi per la salute, inclusa la mortalità. Oltre alle spiegazioni occupazionali, i nostri risultati suggeriscono che la fama aggiunge ulteriore vulnerabilità all'interno di un gruppo già a rischio".
Le conclusioni
Gli autori puntualizzano che si tratta di uno studio osservazionale e, in quanto tale, non è possibile trarre conclusioni definitive su un rapporto di causa-effetto. Si precisa anche che il campione di studio non era globale e si limitava ai cantanti, il che significa che tali osservazioni potrebbero non essere applicabili ad altre regioni del mondo o ad altri ambiti della fama, come la recitazione o lo sport.
Ma una possibile spiegazione di questi risultati potrebbe risiedere nello "stress psicosociale unico che accompagna la fama, come l'intenso controllo pubblico, la pressione dovuta alle prestazioni e la perdita della privacy", ipotizzano gli studiosi. "Questi fattori di stress possono alimentare disagio psicologico e comportamenti di adattamento dannosi, trasformando la fama in un peso cronico che amplifica i rischi professionali esistenti".
La notorietà porta una notevole sicurezza finanziaria, fattore che viene spesso associato a un invecchiamento sano. Ma in realtà dallo studio emerge che "essere famosi appare così dannoso da annullare qualsiasi potenziale beneficio associato a un elevato status socioeconomico. Ancora una volta, questo evidenzia la maggiore vulnerabilità" delle star, "indicando la necessità di una protezione e di un sostegno mirati per questa popolazione".

"Sinner ha avuto un trattamento di favore, lo dico con invidia". Con queste parole Filippo Magnini ha commentato, ospite a Belve, le accuse sul caso doping che lo hanno coinvolto nel 2018[1], facendo un paragone con le recenti accuse rivolte al tennista altoatesino.
"Io ho avuto un trattamento diverso dal suo. Penso che lui sia stato trattato così perché era un'atleta in attività, io invece sono stato trattato come una persona normale accusata di doping", ha detto Magnini, ricordando come Sinner sia stato controllato e scagionato nell'arco di pochi giorni. "Tutti gli atleti dovrebbero essere trattati nello stesso modo", ha aggiunto. "Se la sentenza di Sinner fosse arrivata dopo 2 anni, lui avrebbe perso 2 anni di tornei e non sarebbe stato giusto".
Magnini ha poi commentato il comportamento della stampa in relazione al suo caso: "La stampa è stata corretta nei confronti di Sinner. Sono finito su tutti i giornali e mi hanno accusato di doping, senza accertarsi che fosse vero. Dopo 20 anni di carriera mi aspettavo più rispetto, sono stato massacrato".
Spazio ai suoi successi sportivi e alle 'invidie'. Il campione di nuoto con Francesca Fagnani ha ripercorso i suoi record, a partire da quello conquistato in 48 secondi e 200 primi, celebrato con un tatuaggio sul braccio a forma di corona. "Quando si batte il record poi comincia l'incubo che qualcun altro lo batta", ha osservato Fagnani.
Magnini ha risposto in maniera diretta: "In Italia sì, e dico in italia perché noi siamo un paese invidiosi, nello sport in particolare", ha detto lo sportivo che ha ammesso di essere stato lui stesso invidioso dei successi altrui. "Ho sempre avuto il terrore che qualcun altro mi battesse, una volta che sei in alto puoi solo cadere e molti sperano che tu cada perché la caduta del campione affascina sempre", ha aggiunto.
Il fuoriclasse ha ammesso di averlo sentito spesso su stesso: "Chi spera che tu fallisca, ti guarda sempre più attentamento di quelli che sperano che tu vinca".

Le forze russe stanno sfondando la barriera difensiva ucraina a nord e a est di Huliaipole, creando una seria minaccia alla fortificazione di difesa della regione di Zaporizhzhia. Kiev ha riposizionato le forze lungo il fiume Zarichne in vista di una battaglia cruciale, dopo che Mosca ha ammassato nella zona 40mila militari mentre proseguono, a poco meno di 100 chilometri a nordest, nella regione del Donetsk, gli scontri per il controllo di Pokrovsk, dove gli ucraini però ancora prevalgono.
"Le forze ucraine mantengono le posizioni e una certa capacità di operare a Pokrovsk malgrado settimane in cui gli sforzi russi per prendere il controllo della città si sono intensificati", scrive l'Institute for the Study of War. All'interno della cittadina sono riusciti a infiltrarsi circa 500 soldati russi ma sono fra loro relativamente poco coordinati e capita che si sparino fra loro.
A nordest di Pokrovsk, le forze russe avanzano anche nella direzione di Siversk. "Mentre l'attenzione di tutti si concentra su Huliaipole e Pokrovsk, problemi sistemici stanno emergendo anche in altre direzioni", ha denunciato l'attivista e blogger militare ucraino Serhii Sternenko, precisando che si tratta di una zona, quella che corre lungo la direzione Siversk/Yampil, in cui "la crisi apparirà presto in tutta la sua importanza". Anche qui, il problema è lo stesso che altrove: aumentano gli attacchi dei droni russi contro la logistica ucraina.
Huliaipole è stata creata negli anni Settanta del Settecento proprio come barriera difensiva e da allora rimane la base della difesa di Kiev nella regione. Ed è la base intorno a cui l'eroe anarchico ucraino Nestor Makhno che creò le prime fattorie collettive.
"I difensori ucraini hanno respinto sette attacchi da parte dei russi vicino agli insediamenti di Zelenyi Hai, Zatyshshia, Solodke, e nella direzione di Varvarivka e Dobropillia", ha reso noto lo stato maggiore ucraino, secondo cui ci sono stati anche raid aerei contro Huliaipole e Zaliznychne. Il ministero della Difesa a Mosca ha rivendicato la cattura di un piccolo insediamento due chilometri a nord di Huliaipole, Zatishschia.
Ma l'avanzata di Mosca è lenta, anche se molto meno dello scorso anno. Ed è molto costosa in termini di perdite, anche se non ci sono più gli attacchi in cui soldati trattati come carne da cannone venivano mandati allo sbaraglio. La Russia ha potenziato i suoi droni ed è in grado di colpire la logistica ucraina per controllare le strade e impedendo veloci ritirate delle forze di Kiev. "Ma il tasso di perdite è ancora molto pesante. Sono in grado di sostituire i caduti, soprattutto rispetto agli ucraini. Ma lo stesso sorprende che mentre le forze militari sono il loro asset migliore, lo trattino come qualcosa di totalmente sacrificabile, Spendono un sacco di risorse in una guerra che non sono in grado di spingere in modo decisivo in un modo o nell'altro", ha denunciato Emil Kastehlmi, analista al Black Bird Group, citato dal Washington Post. Alla fine, le forze di Mosca combattono da mesi per avanzare di qualche isolato in una qualche piccola città", riassume un militare ucraino.

All'indomani della vittoria larga in Campania del 'suo' Roberto Fico, arrivata (anche) grazie all'unione della coalizione progressista, Giuseppe Conte non si lascia incantare né dai risultati entusiastici, né tantomeno dalle sirene dei colleghi delle opposizioni e tira dritto per la sua strada. Prima di sedersi al tavolo per definire il programma dell'alternativa per battere Giorgia Meloni alle politiche del 2027, il presidente del Movimento 5 stelle vuole sentire dalla sua base, dalla sua comunità quali sono le priorità da mettere nell'agenda politica condivisa. E dunque il cantiere. Che non rappresenta di fatto nessuno stop alla costruzione di un campo - largo, progressista, di sinistra, che dir si voglia - piuttosto lo rimanda a quando si avranno le idee più chiare, con l'obiettivo di riportare alle urne la maggioranza dei cittadini che, ora, anche dove si stravince, decidono di rimanere a casa.
"Il Movimento - spiega Conte in un lungo post sui social - non è nato per accontentarsi, per garantirsi pratiche di potere. La rivoluzione del Movimento nasce per favorire la più ampia partecipazione dei cittadini alla vita politica. È il momento di costruire un programma per far rialzare l’Italia". Come, però? La risposta è presto detta: a un anno di distanza dall'Assemblea costituente, l'ex premier lancia una Nova 2.0, in cui si aprirà "il cantiere di un nuovo programma di forte cambiamento, di proposte forti per i nostri giovani, per l’Italia, per l’Europa".
"Quello che uscirà da questo nostro processo di apertura ai cittadini e alle istanze dal basso lo porterò poi nel confronto con le altre forze politiche del campo progressista per dare al Paese un nuovo programma di governo. Un programma che non potrà essere frutto di un mero scambio di vedute tra dirigenti di partito, che non potrà contenere compromessi al ribasso".
Ma non subito, però. Secondo quanto si apprende, infatti, questa nuova fase di costruzione di idee e proposte non dovrebbe vedere la luce prima dell'inizio del nuovo anno. "C'è da dare battaglia sulla manovra - è il ragionamento che arriva dalle parti di Campo Marzio -. I cittadini e le imprese sono in ginocchio, con la legge di bilancio il governo non li aiuta e per noi adesso è fondamentale concentrarci su questo".
"Ho una importante novità da annunciarvi. Oggi potrei accontentarmi di una schiacciante vittoria, per aver battuto con un candidato del M5S - il nostro Roberto Fico[1] - di ben 25 punti un esponente di primo piano del Governo Meloni. Ma non posso chiudere gli occhi sul fatto che molte, troppe persone non si sentono coinvolte dalla politica. Non vanno a votare. Non credono che la politica possa cambiare la loro vita", sottolinea Conte.
"Il Movimento non è nato per accontentarsi, per garantirsi pratiche di potere. La rivoluzione del Movimento nasce per favorire la più ampia partecipazione dei cittadini alla vita politica. E si sviluppa contrastando le incrostazioni di un sistema politico sempre più autoreferenziale. È il momento di costruire un programma per far rialzare l’Italia in cui crollano gli stipendi reali, la povertà è ai massimi storici, si taglia sulla scuola, le persone rinunciano a curarsi, aumenta l’insicurezza nelle città, la crescita è a zero e saremo ultimi in Europa nel prossimo triennio mentre si ipoteca il futuro dei ragazzi buttando miliardi in armi e spese militari".
"In questi anni abbiamo sperimentato, con il M5S, un nuovo modo di ascoltare e far partecipare le persone alle decisioni, di farle incidere nelle scelte pubbliche. Esattamente un anno fa lo abbiamo sperimentato con Nova. E ora quel metodo che ha messo insieme i nostri iscritti, la società civile, gli esperti voglio replicarlo con il Movimento per costruire priorità e programmi che partano dal basso e in cui ognuno potrà contare e contribuire alle scelte".
"Apriamo il cantiere di un nuovo programma -annuncia Conte- di forte cambiamento, di proposte forti per i nostri giovani, per l’Italia, per l’Europa. Quello che uscirà da questo nostro processo di apertura ai cittadini e alle istanze dal basso lo porterò poi nel confronto con le altre forze politiche del campo progressista per dare al Paese un nuovo programma di Governo. Un programma che non potrà essere frutto di un mero scambio di vedute tra dirigenti di partito, che non potrà contenere compromessi al ribasso. Lavoreremo a un programma che serva davvero ai cittadini, alle famiglie, alle imprese. Che miri davvero a cambiare la nostra società".
"Perché l’Italia merita molto di più di chi saltella sulla sofferenza di famiglie e imprese. Perché abbiamo già dimostrato che l’Italia può vincere battaglie in Europa, anche se parte isolata, se ha la visione e la forza per correre avanti, per proporre svolte contro la povertà, il malaffare, la corruzione. Possiamo farlo ancora con la partecipazione, con l’ascolto, con il coraggio di operare scelte forti, di metterci sempre in discussione. Avanti, possiamo cambiare le cose insieme".

La prima bozza del piano Trump per porre fine alla guerra in Ucraina nasce durante il volo di ritorno dal Medio Oriente di metà ottobre del presidente americano e la sua delegazione. Secondo una ricostruzione del Wall Street Journal, dopo aver contribuito all'accordo tra Israele e Hamas, Donald Trump incarica il genero Jared Kushner e l’inviato Steve Witkoff di preparare una proposta per chiudere anche l'altro grande conflitto ancora irrisolto. I due iniziano così a scrivere le prime linee di quello che diventerà un quadro di pace in 28 punti. È in quel momento, secondo funzionari statunitensi, che prende forma l’idea di un’iniziativa diplomatica parallela, condotta fuori dai canali istituzionali.
Le richieste
Nei giorni successivi, il lavoro dei due consiglieri si intensifica fino a coinvolgere Kirill Dmitriev, emissario del Cremlino con stretti legami con Vladimir Putin e da tempo in buoni rapporti con Kushner. Dmitriev vola a Miami il weekend prima di Halloween per tre giorni di incontri riservati, tra cene e lunghe discussioni a casa di Witkoff. I tre condividono una visione generale dell’accordo possibile, ma Dmitriev pone sul tavolo richieste molto più nette: niente ingresso dell’Ucraina nella Nato, ritiro totale dal Donbass e da altri territori contesi, e una drastica riduzione dell’esercito ucraino. Il suo contributo, spiegano fonti americane, nasce dal tentativo di "ottenere il via libera" di Putin.
Parallelamente, la bozza viene condivisa anche con la parte ucraina. Witkoff e Kushner invitano a Miami il consigliere per la sicurezza nazionale ucraino, Rustem Umerov, che giudica il documento "più favorevole alla Russia che all’Ucraina" e consiglia di informare direttamente il presidente Volodymyr Zelensky. Il 16 novembre, in una telefonata descritta come "franca ma costruttiva", Kushner e Witkoff illustrano il piano al leader ucraino, che li ringrazia - e ringrazia Trump - ma avverte che la proposta "richiede molto lavoro". Una seconda chiamata nello stesso fine settimana conferma che Kiev vuole tenere aperti i canali di dialogo, pur considerando irricevibile la bozza iniziale.
Il 'terremoto'
Il vero terremoto arriva quando il piano trapela sulla stampa[1]. Le condizioni, giudicate eccessivamente sbilanciate verso il Cremlino, scioccano gli alleati europei e scatenano una crisi diplomatica. Il segretario di Stato Marco Rubio, che aveva ricevuto il documento solo in quelle ore del 18 novembre[2], durante la visita alla Casa Bianca del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, viene subissato di telefonate da parlamentari americani ed europei furiosi. Alcuni senatori riferiscono che Rubio ha attribuito l’influenza russa a un "interlocutore senza nome", pur ricordando che anche Kiev aveva contribuito ad alcune parti del testo.
La riunione di Ginevra
Intanto la Casa Bianca - già impegnata in un percorso diplomatico ufficiale - è costretta a integrare il piano nella propria strategia, mentre a Kiev l’inviato Dan Driscoll ricorda che Washington ha sospeso in passato gli aiuti militari, lasciando intendere che potrebbe farlo di nuovo se l’Ucraina respingesse qualsiasi ipotesi di negoziato. Per contenere il contraccolpo politico, Rubio - dopo aver assicurato che "il piano è stato redatto dagli Usa" - si riunisce d’urgenza a Ginevra con Witkoff, Kushner e rappresentanti ucraini ed europei. Nell’occasione vengono concordate modifiche per rendere il piano più accettabile a Kiev[3], tra cui un aumento del limite massimo delle forze armate ucraine e la rimozione del passaggio che avrebbe vietato l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Funzionari statunitensi assicurano che la versione finale garantirà gli obiettivi fondamentali di Kiev.

E' attesa al vertice di maggioranza di oggi o domani l'operazione-verità sui nodi della manovra 2026. Intanto l'Italia, già promossa con il rialzo del rating da Moody's, ha incassato il via libera della Commissione Ue[1] alla Legge di Bilancio.
A quanto si apprende la riunione potrebbe tenersi già oggi, mercoledì 26 novembre, o con più probabilità domani, eventualmente prima del Consiglio dei ministri. Ad ogni modo, secondo quanto indicato dal viceministro all'Economia Maurizio Leo, entro questa settimana si dovrebbe trovare la quadra sulle modifiche più spinose, dalle banche agli affitti brevi. Ogni ritardo si ripercuoterebbe sull'esame in commissione Bilancio al Senato allungando i tempi del voto definitivo a poco più di un mese dalla scadenza limite del 31 dicembre.
Sul fronte delle modifiche è slittata alle 9 di stamattina la comunicazione degli emendamenti inammissibili in commissione attesa ieri. Per ogni emendamento depennato e per contenuti o coperture ogni gruppo potrà comunque presentare un'altra proposta di modifica, ha fatto sapere il relatore di Fratelli d'Italia Guido Liris. Dopo la scure delle ammissibilità sul fascicolo dei 414 emendamenti segnalati si verificherà se potrà essere aggiunto "qualche emendamento più importante sia dei relatori che del governo ma certamente con il protagonismo del Parlamento”, ha detto ancora Liris.
Nodo principale per le modifiche a saldi invariati è infatti quello delle coperture, tanto più che la politica di bilancio prudente del governo ha ricevuto la promozione di Bruxelles. "Gli sforzi delle autorità italiane per portare il deficit di bilancio al di sotto del 3% del Pil già quest'anno siano sufficienti per uscire dalla procedura per deficit eccessivo" nella prossima primavera, ha detto il commissario Ue Valdis Dombrovskis. Resta però la nota dolente del pil che arranca, segnando un modesto +0,4% per la Commissione Ue quest'anno. L'Italia "dovrebbe lavorare su quelle riforme strutturali che migliorano la crescita", ha sottolineato.
Per quanto riguarda il sostegno dato all'economia dai fondi Ue, "il meccanismo di ripresa e resilienza (che alimenta il Pnrr, ndr) è una spinta importante per l'economia italiana in termini assoluti. L'Italia è il principale beneficiario, quindi è importante anche garantire una transizione graduale, ora che ci troviamo di fronte alla scadenza del meccanismo di ripresa e resilienza, verso un uso più forte dei finanziamenti di coesione per sostenere il livello di investimenti pubblici", ha spiegato. Intanto giovedì è atteso il via libera Ue alla revisione del Pnrr che dovrebbe portare ossigeno per oltre 5 miliardi di euro agli interventi della Legge di Bilancio.

Maria De Filippi e il suo 'alter ego' segreto a Belve. La conduttrice televisiva è tornata nello studio di Rai 2 per un nuovo faccia a faccia con l'amica Francesca Fagnani, cogliendo l'occasione per svelare un hobby finora tenuto nascosto.
De Filippi è arrivata in studio con il suo tablet con cui ha ammesso di passarci intere notti a giocare a burraco online, ovviamente sotto falsa identità. "Mi faccio chiamare 'Cattivik' e sono capace di giocare anche per due ore di fila, soprattutto la notte", ha raccontato con ironia facendo riferimento al nickname ispirato dal personaggio dei fumetti ideato da Bonvi nel 1965 e disegnato da Silver.
Un siparietto simpatico che ha coinvolto anche la padrona di casa, Fagnani, che si è avvicinata a De Filippi e al suo tablet per interagire con gli "amici virtuali". Maria De Filippi in perfetto stile 'Mr Robot' gioca senza rivelare la sua vera identità. A quel punto Fagnani ha provocato la conduttrice: "Scrivigli che sei Maria De Filippi". La conduttrice l'ha fatto. La risposta dall'altra parte? Gelida: "Si, e io so il papà".

Luciano Spalletti lo aveva detto in conferenza stampa alla vigilia di Bodo-Juve: "Se ho freddo? Con me è dura, perché io sono stato cinque anni in Russia, ho fatto una figlia lì e mi piaceva stare lì. È una difficoltà reale per abitudini e rimbalzi e sicuramente pagheremo qualcosa, ma ci adatteremo". La Juve si è adattata al freddo polare della Norvegia, vincendo 3-2 in rimonta, allo scadere, contro i padroni di casa. E il tecnico bianconero si è lasciato andare a un'esultanza già diventata cult per il suo primo successo in Champions sulla panchina della Juventus. Sfidando il gelo della serata norvegese.
Al gol del definitivo 2-3 di David, il tecnico toscano si è tolto il berretto di lana, sfidando in maniera audace le temperature estreme ed esultando con i componenti del suo staff per festeggiare un successo di grinta e carattere. Una vittoria fondamentale nella corsa ai playoff di Champions League. Fotografata da festeggiamenti destinati a rimanere nella storia di questa stagione.
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