Riconoscimento per la tesi "La voce pungente del Corriere"...
Il medico Roberto Pili: 'esempio virtuoso di rete territoriale'... Torre dei Conti, appello degli inquirenti: "Chi ha video del primo crollo si rivolga ai carabinieri"

Chi ha assistito al primo crollo della Torre dei Conti a Roma e ha girato video, si rivolga ai carabinieri della Compagnia di Roma Centro. E' l'appello degli inquirenti che indagano sul crollo della ai Fori Imperiali costato la vita a Octay Stroici, l'operaio 66enne di origini romene rimasto per oltre 11 ore sotto le macerie. L’obiettivo è raccogliere elementi che potrebbero tornare utili per ricostruire i primi momenti del crollo.
I pm intanto hanno acquisito tutti gli atti relativi ai lavori, dai documenti relativi alla gara per verificare i requisiti delle tre aziende appaltatrici a quelli precedenti sull’iter seguito per l’affidamento per valutare la correttezza della procedura amministrativa, così come il decreto del 2022 che ha stabilito l’intervento e la relazione tecnica datata 30 maggio 2025 che potrebbe aver certificato la sicurezza strutturale dell’edificio.
Oltre ai lavoratori e i titolari delle tre società appaltatrici, gli inquirenti ascolteranno tutti coloro che avrebbero lanciato alert su possibili rischi di cedimento della struttura. Nell’inchiesta, coordinata dal pool di magistrati composto dai procuratori aggiunti Antonino Di Maio e Giovanni Conzo con i pm Mario Dovinola e Fabio Santoni, si procede, al momento contro ignoti, per disastro colposo e omicidio e lesioni colposi commessi in violazione della norma antinfortunistica.

"Dal 9 ottobre sono entrate in vigore nuove regole sui bonifici istantanei in Europa. Queste obbligano le banche a offrire il servizio gratuitamente, a costi non superiori a quelli dei bonifici ordinari, e a implementare la verifica del beneficiario (verification of payee - VoP). Questo sistema controlla la corrispondenza tra il nome del beneficiario e l'Iban, riducendo i rischi di frodi ed errori, anche se il cliente può decidere di procedere pure in caso di discrepanze. Le nuove regole riducono notevolmente i rischi nel processo di condivisione dei bonifici, ma sarebbe un errore abbassare la guardia e pensare che le problematiche siano destinate a scomparire in breve tempo. Come in Sis Id abbiamo individuato che le frodi possono essere supportate a loro volta da un utilizzo criminoso dell’Intelligenza artificiale". E' quanto dice di Anna Ongaro, country manager per l’Italia di Sis Id.
"Mentre il volume complessivo delle frodi continua a crescere - spiega - i metodi operativi cambiano volto: furto d’identità, deepfake vocali, falsificazione di Iban, phishing mirato. In questo contesto, da alcuni anni le istituzioni finanziarie investono massicciamente nell’Intelligenza artificiale. Oggi, quasi nove operatori finanziari su dieci utilizzano modelli capaci di rilevare anomalie, valutare i rischi o analizzare il comportamento delle transazioni. Il risultato: costi di trattamento dimezzati e una capacità di rilevamento che può raggiungere il 95%".
"Ma con l’avanzare della tecnologia - avverte - il fronte si sposta. I truffatori usano gli stessi strumenti: l’Ia generativa per creare falsi ordini di bonifico, sintesi vocale per imitare dirigenti, falsificazione di documenti in pochi secondi. Secondo i dati del Boston consulting group, solo il 25% delle banche si dichiara pronta a integrare in modo sicuro modelli generativi e agentivi nei propri sistemi di protezione. In altre parole, la battaglia non riguarda più l’adozione dell’Ia, ma la qualità della sua gestione: supervisionare, spiegare, controllare. E' questa la sfida per fare conto su un’Ia affidabile".
"Per conciliare efficacia e riservatezza - fa notare - si impone una soluzione: il 'federated learning’'. L'apprendimento federato è un metodo di machine learning decentralizzato e collaborativo che permette di addestrare un modello senza che i dati privati vengano trasferiti da dispositivi locali a un server centrale. Il principio è semplice ma efficace: ogni attore – banca, impresa, fintech – addestra localmente un modello di Ia sui propri dati. Invece di centralizzare i file, si condividono solo i parametri aggiornati. Questi contributi vengono poi aggregati per produrre un modello globale, più robusto, senza che i dati sensibili lascino mai il loro ambiente d’origine".
"Perché questo approccio convince? Perché rispetta la sovranità dei dati e il Gdpr; inoltre, rileva schemi di frode trasversali che nessun attore vedrebbe da solo; infine, migliora la precisione del 20% in media senza scambio di dati grezzi. L’idea richiama, in un certo senso, le logiche comunitarie già note nella cybersicurezza: più aziende condividono gli allarmi per rafforzare la difesa collettiva. Applicata al settore finanziario, questa intelligenza distribuita apre la strada a una cooperazione antifrode di nuova generazione, capace di evolversi al ritmo delle minacce", prosegue.
"Le imprese - osserva - spesso prime vittime, individuano segnali deboli nei pagamenti o nelle catene di fornitura. Le banche, dal canto loro, dispongono di una visione d’insieme dei flussi e di strumenti di rilevamento in tempo reale. Eppure, questi due mondi condividono ancora troppo poche informazioni. Creando basi di allerta condivise e protocolli comuni di segnalazione, potrebbero anticipare meglio gli attacchi e limitarne la diffusione. Esistono già iniziative pionieristiche. L’alleanza tra Nasdaq Verafin e Biocatch copre 2.600 istituzioni finanziarie e oltre 10.000 miliardi di dollari in attivi, mentre Mastercard decision intelligence ha triplicato l’efficacia del rilevamento riducendo i falsi positivi del 22%. Ma questi progressi restano spesso isolati. Per diventare la norma, devono essere inseriti in un quadro comune, sostenuto e riconosciuto dai regolatori".
"L’Europa - ricorda - ha già posto le basi di questo terzo pilastro: quello della regolamentazione di fiducia. Tre testi costituiscono oggi il fondamento di questo approccio: il Gdpr, garante della protezione dei dati; il regolamento Dora, che impone una maggiore resilienza digitale alle istituzioni finanziarie; infine, l’Ai Act, il Regolamento sull'Intelligenza Artificiale dell'Unione Europea che regolamenta l’uso etico dell’Ia. Queste regole non sono ostacoli: offrono, al contrario, una base comune di cooperazione. Favorendo la trasparenza e la tracciabilità dei modelli, permettono a banche e imprese di collaborare sotto supervisione pubblica, in un clima di fiducia giuridica".
"In Francia, la verifica automatizzata dei beneficiari dei bonifici (Vop o Verification of payee), promossa dai regolatori, illustra questa convergenza tra innovazione e sicurezza. Essa mira a stimolare e obbligare la comunicazione e la collaborazione tra i diversi organismi di pagamento, ma anche con i loro clienti aziendali. L’obiettivo è arrivare a un insieme di dati ‘’sani’’ e quindi a flussi di pagamento sicuri. Domani, una rete europea di segnalazione automatizzata potrebbe proseguire questa dinamica: una piattaforma comune, sotto controllo delle autorità, per collegare i segnali di frode rilevati in ciascun paese membro", continua.
"Per essere efficace - sottolinea - il contrasto alla frode deve basarsi su un triangolo di fiducia: in primo luogo, le imprese, principali sentinelle’; poi le banche, custodi dei flussi; infine, le autorità pubbliche, garanti del quadro e della neutralità. L'apprendimento federato, associato a un quadro normativo rigoroso, dimostra che è possibile coniugare innovazione, riservatezza e solidarietà tecnologica. Di fronte a frodi ormai potenziate, solo una risposta collettiva - tecnologica, umana e istituzionale - permetterà di preservare la fiducia, quel fattore invisibile senza il quale nessuna economia può reggere".

Documenti e dati sono i capisaldi della difesa civica. E il difensore civico è colui che accorcia la distanza tra l’amministrazione e la cittadinanza. Questi i temi principali analizzati oggi nell’incontro dal titolo “Il diritto di accesso ai documenti, ai dati e all’informazione. Trasparenza reale e strumenti di tutela”, organizzato nella Sala Mechelli del Consiglio Regionale del Lazio. L’incontro è stato promosso dal Difensore Civico della Regione Lazio e Presidente del Coordinamento nazionale dei Difensori civici delle Regioni e delle Province Autonome italiane, Marino Fardelli. L’iniziativa nasce per approfondire il tema del diritto di accesso ai documenti, ai dati e alle informazioni pubbliche, considerato un pilastro essenziale della democrazia amministrativa e un indice di qualità della pubblica amministrazione.
Negli ultimi anni la trasparenza ha assunto un ruolo centrale, con l’introduzione dell’accesso civico e il potenziamento degli strumenti di tutela che consentono ai cittadini di partecipare attivamente alla vita pubblica e di esercitare un controllo diffuso sull’operato delle istituzioni. La trasparenza non è soltanto un obbligo per le amministrazioni, ma un diritto dei cittadini e una garanzia di democrazia. Una giornata aperta ai ragazzi che hanno potuto partecipare a tutti gli interventi, divisi in due differenti panel. Ad aprire i lavori Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio Regionale del Lazio e presidente della Conferenza delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province Autonome italiane, che, “ringraziando gli organizzatori”, si dice anche “consapevole dell’importanza dell’incontro soprattutto di questi tempi”. Tra gli interventi anche Giuseppe Busia, presidente dell’autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), che definisce l’appuntamento “una bellissima e importantissima iniziativa, perché i cittadini devono essere inclusi e avere accesso completo alle informazioni”. Per Fardelli si tratta di “includere il più possibile i giovani che saranno i cittadini di domani”.
Tra gli ospiti anche Guido Giusti, difensore civico della Regione Emilia-Romagna e vicepresidente del Coordinamento nazionale dei Difensori civici delle Regioni e delle Province Autonome Italiane, che sostiene che “l’accesso agli atti rappresenta un caposaldo della democrazia”. Per Paola Baldovino, difensore civico della Regione Piemonte e vicepresidente del Coordinamento nazionale dei Difensori Civici delle Regioni e Province Autonome Italiane, “è fondamentale appassionare i ragazzi alle materie giuridiche, ed è per questo che momenti come questo sono importanti”. Per Sergio Santoro, presidente onorario del Consiglio di Stato, “è giusto parlare di strumenti perché senza gli strumenti giusti questo diritto non si realizza, questo diritto alla conoscenza”.

Si è tenuta oggi la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2025/2026 dell’Universitas Mercatorum, l’Università delle camere di commercio italiane del Gruppo Multiversity, leader in Italia nel settore dell’education. Un appuntamento dedicato all’innovazione, alla creatività e alla formazione come leve strategiche per la competitività del sistema produttivo, in un contesto di trasformazioni globali. L’evento, presieduto dal rettore Giovanni Cannata, ha visto la partecipazione di rappresentanti del mondo accademico, istituzionale e imprenditoriale.
Durante la cerimonia è stata conferita la laurea magistrale honoris causa in Comunicazione digitale e marketing ad Alberta Ferretti, cavaliere del lavoro e imprenditrice della moda italiana, alla presenza della preside della facoltà di Scienze della società e della comunicazione Alessandra Micozzi, che ha tenuto la laudatio. La laurea riconosce il contributo di Alberta Ferretti alla valorizzazione del Made in Italy e alla costruzione di un modello di impresa fondato su creatività, cultura e responsabilità sociale.
“Ricevere questa laurea magistrale honoris causa è per me un riconoscimento che va oltre la mia persona: celebra il valore del Made in Italy, la forza della creatività e la responsabilità che abbiamo come imprenditori nel rappresentare la nostra cultura nel mondo”, dichiara Alberta Ferretti. “Accolgo questo onore con profonda emozione, come un invito a continuare a dialogare con le nuove generazioni. La comunicazione digitale ha trasformato il modo di raccontare la moda, ma non i suoi valori fondamentali: autenticità, bellezza e rispetto per il lavoro umano. Credo profondamente che la moda sia un linguaggio universale capace di unire estetica, etica e visione”.
Giovanni Cannata, rettore di Universitas Mercatorum, ha commentato “Il conferimento di questa laurea honoris causa rappresenta non solo un meritato riconoscimento personale per Alberta Ferretti, per il valore autentico e la bellezza che ha saputo generare attraverso le sue creazioni, ma anche un omaggio al grande patrimonio culturale, creativo e imprenditoriale che la moda italiana incarna nel mondo. L’Universitas Mercatorum consolida il suo ruolo di università digitale all’avanguardia, nata dalle imprese per le imprese, e impegnata nella riduzione delle disuguaglianze educative e sociali attraverso una formazione accessibile, di qualità e inclusiva. L’innovazione e il sapere sono strumenti fondamentali per promuovere una società più equa, competitiva e sostenibile. A tutti i nostri studenti, veri protagonisti del cambiamento, auguro di affrontare con entusiasmo questo nuovo anno accademico”.
Nel corso della cerimonia, Giuliano Amato, professore emerito dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza e dell’Istituto universitario europeo, ha tenuto la lectio magistralis dal titolo 'La formazione della classe dirigente'. Nel suo intervento ha riflettuto sul ruolo della conoscenza in tempi di cambiamenti accelerati e di come le università rappresentino un elemento fondante per la formazione di una classe dirigente competente e animata dal senso civico.
“Oggi - ha aggiunto Amato - mancano nella formazione della classe dirigente quei fondamentali processi che avvenivano nei partiti. Il disegno dei costituenti vedeva nella preparazione delle classi intermedie la chiave per la gestione degli interessi comuni. Meccanismo che si è appannato, perché le formazioni intermedie vivono sovrastate dal cicaleccio dei social, che dominano la comunicazione. Rendendo i cittadini non classe dirigente, ma influencers. Sono ancora centrali i formatori di sapere, le università, le scuole di eccellenza, anche se le competenze fuggono verso le attività professionali o di impresa, lasciando ad altri la gestione degli affari comuni”.
I saluti istituzionali di Luciano Violante, presidente di Multiversity, Fabio Vaccarono, ceo di Multiversity e presidente di Universitas Mercatorum, e Andrea Prete, presidente di Unioncamere, hanno sottolineato la missione condivisa di un sistema formativo aperto, dinamico e orientato all’innovazione. “Noi di Mercatorum e di Multiversity potremmo rinchiuderci nei nostri successi, nei nostri prestigiosi risultati; ma verremmo meno a un dovere nei confronti del Paese. Il mondo delle Università non può considerarsi un sistema di monadi, un istituto sconnesso dagli altri. C’è bisogno di sinergia, di qualità e di spirito di servizio. Per essere presenti sulle frontiere dello sviluppo, energia, spazio, fondali marini, digitale, è richiesta una formazione del capitale umano adeguata” ha affermato Luciano Violante, presidente di Multiversity. “Pertanto, è necessaria una forte cooperazione tra tutte le università di qualità, pubbliche e private, analogiche e digitali, mettendo da parte le divisività e facendo leva su quello che ci unisce: dare una formazione adeguata alle giovani generazioni. Dobbiamo testardamente trovare il modo di dialogare e costruire insieme, ne abbiamo il dovere e la responsabilità”.
“Con l’intelligenza artificiale, coniugare creatività e competenze digitali pone le basi per un futuro sostenibile e inclusivo. E' la sintesi tra ingegno e sensibilità che caratterizza il percorso di Alberta Ferretti, unione tra imprese e cultura, e la visione del professore Giuliano Amato, con la formazione al centro di libertà e coesione sociale. L’Università Mercatorum interpreta questo dialogo tra innovazione e tradizione, per accompagnare studenti e imprese nella costruzione del domani” ha evidenziato Fabio Vaccarono, ceo di Multiversity e presidente dell’Universitas Mercatorum.
“Universitas Mercatorum è un punto di riferimento del sistema delle università telematiche e non solo. Siamo convinti, come Unioncamere, che in questa fase storica il possesso dei saperi conti più del possesso dei mezzi di produzione e la preparazione del capitale umano sia il fattore più importante all’interno delle imprese. Di qui la rilevanza di un ateneo come questo”, ha osservato Andrea Prete, presidente Unioncamere.
Dai look hot al ring, Sydney Sweeney diventa la pugile Christy: "Duro allenamento e 15 chili in più"

Guantoni, lividi, sacrifici e sudore: Sydney Sweeney abbandona il glamour di Hollywood per entrare sul ring come Christy Martin, la pugile donna di maggior successo degli Anni' 90, che interpreta nel film 'Christy', diretto da David Michôd e presentato in anteprima al Toronto Film Festival. "Prima di arrivare sul set, mi sono allenata per circa tre mesi: ogni giorno facevo un'ora di pesi al mattino, tre di boxe e un'altra di pesi la sera. In questo percorso, sono stata seguita da un preparatore atletico e da una nutrizionista per aumentare di peso, ho preso 16 chili", racconta l'attrice, in collegamento da Los Angeles. "Questo ruolo è stata una sfida fisica e mentale: ho chiesto alle donne che erano con me sul ring di colpirmi forte. In quei momenti, state guardando me che realizzo il sogno di essere una pugile".
Nelle sale americane dal 7 novembre (per l'Italia non c'è ancora una data di uscita), 'Christy', di cui Sweeney è anche produttrice, non è solo un biopic sportivo. È una storia di riscatto in un ambiente dominato dagli uomini: è stata la prima donna a comparire sulla copertina di 'Sports Illustrated', è rimasta imbattuta per un decennio ed è stata la prima donna a entrare in una Hall of Fame di boxe. E mentre incassava colpi e successi sul ring, ha affrontato una relazione violenta e tossica con il suo allenatore e marito Jim Martin tra le mura di casa. "Penso che sia necessario mostrare le donne come individui complessi. Noi abbiamo molteplici sfaccettature, non siamo una cosa sola", dichiara l'attrice. "È necessario mostrare che si può essere forti, come Christy, anche quando si è vittima di abusi, e che si può uscire da situazioni del genere trovando la forza dentro di noi per rialzarci. Può capitare a chiunque", dice la star della serie 'Euphoria'. "Christy è una delle donne più ispiranti e straordinarie che abbia mai conosciuto", conclude.
Alla voce 'attrice del momento' c'è il nome di Sydney Sweeney. Di recente, ha fatto parlare di sé per aver sfoggiato un abito trasparente al Gala 'Power of Women'. E non solo. È al centro di una polemica a seguito di una campagna pubblicitaria per un paio di jeans[1], il cui slogan recita 'Sydney Sweeney has good jeans', dove la parola 'jeans' si pronuncia come 'genes' ('geni'). Ma questo gioco di parole non è andato giù a molti, che hanno accusato il brand di promuovere un canone estetico bianco e stereotipato. A metterci il carico, ci ha pensato il presidente degli Stati Uniti[2] Donald Trump, che sul social Truth ha scritto: "Sydney Sweeney, registrata come elettrice repubblicana, è la protagonista della pubblicità più 'hot' in circolazione", accusando così i progressisti di 'cancel culture'. L'attrice, dopo giorni di silenzio, ha commentato la polemica: "Io so chi sono e so quali sono i miei valori. So che sono una persona gentile e che amo tanto. Quindi non lascio che gli altri mi definiscano. Ho fatto una pubblicità di un jeans. La reazione mi ha colto decisamente di sorpresa, ma io adoro i jeans. Li indosso sempre". Mentre ha definito "surreale" la dichiarazione di Trump. "Ho letto tanti articoli che parlavano di un calo delle vendite nei negozi, ma non è vero". Ma tutto questo chiacchiericcio "non mi fa né caldo e né freddo", assicura l'attrice. (di Lucrezia Leombruni)
Esercitazione al Porto di Napoli, coinvolte Sardegna e Sicilia... 
"Dai dati del ministero della Salute, visibili anche sul sito, sappiamo che in Italia si associano al fumo di sigaretta 93mila decessi all'anno. Circa 2 terzi (oltre 60mila) sono prevalentemente legati al cancro del polmone, ma non solo. Il fumo di sigaretta è il più diffuso fattore di rischio del cancro della vescica. Ma 93mila morti ogni anno non solo sono una strage, ma rappresentano un peso anche economico per il Servizio sanitario nazionale, che si stima essere oltre 25 miliardi di euro. Da qui l'idea di promuovere la campagna contro il fumo 'Aumentare di 5 euro il prezzo delle sigarette e dei prodotti da fumo', che ci vede al fianco di Fondazione Aiom, Airc e Fondazione Veronesi, perché non possiamo assistere senza reagire a quanto il fumo di sigaretta e anche i nuovi prodotti arrecano danno a chi li utilizza e alla nostra comunità". Così Francesco Perrone, presidente di Aiom - Associazione italiana oncologia medica, intervendo alla presentazione dell'iniziativa in un convegno nazionale al Senato promosso da Aiom alla vigilia del suo XXVII Congresso nazionale, su iniziativa della vicepresidente del Senato Mariolina Castellone.
"Si riconosce e si attribuisce al fumo un numero impressionante di morti per anno in Italia, per cancro al polmone, che ovviamente è il più frequente, ma anche per altri tipi di tumore come il cancro della vescica e per altre patologie, cardiovascolari e respiratorie - spiega Perrone - E' un'abitudine, comprendiamo non è semplice smettere, ma siamo convinti che l'aumento drastico del prezzo sia la strategia più efficace. Ci sono segnali in tal senso in altri Paesi europei che hanno implementato politiche di questo tipo, e per tale motivo raccoglieremo le firme e speriamo di riuscire nell'arco di qualche mese a ottenere una discussione in Parlamento di una legge che preveda un incremento drastico del prezzo dei prodotti da fumo".
"Nessuno nega che il finanziamento del Ssn stia crescendo nel corso di questi anni, il problema è che non basta e questo significa che bisogna in qualche modo che tutti facciamo la nostra parte - sottolinea il presidente di Aiom - Noi continueremo a dire che se un 40% dei tumori è associato in qualche modo a un fattore di rischio, di questo 40% la metà è associato al fumo e questo significa che il fumo è la priorità assoluta se vogliamo agire e fare qualcosa per senso di responsabilità nei confronti dei singoli cittadini e della collettività". E sul Ssn: "E' un bene di cui il Paese non può assolutamente fare a meno. Ma questo Servizio sanitario nazionale pubblico si regge e continuerà a reggersi e a funzionare se viene finanziato adeguatamente, se riusciamo a razionalizzare l'uso delle risorse, ma anche se riusciamo a ridurre il carico di malattia. Ridurre il carico di malattia significa fare opinione e fare azioni per ridurre l'impatto della patologia, prima di tutto il fumo", conclude Perrone.

"Siamo contenti di avere al nostro fianco Fondazione Airc e Fondazione Veronesi, oltre alle istituzioni, nella lotta contro il fumo, resa necessaria dai dati epidemiologici e clinici. Le campagne fatte finora non hanno prodotto i risultati sperati, non hanno cambiato in maniera soddisfacente le abitudini al fumo. Ora invece è necessaria un'azione drastica per ridurre l'abitudine al fumo, come un aumento importante del costo delle sigarette e dei prodotti del tabacco. Sappiamo che nell'immediato questo provvedimento rappresenterà per i fumatori un disagio, ma nel tempo potrebbe portare a un doppio vantaggio: disincentivare l'acquisto dei prodotti e quindi fare in modo che i tabagisti smettano di fumare, e fare in modo che lo Stato incassi più soldi che noi chiediamo vengano impiegati per potenziare il Servizio sanitario nazionale". Così all'Adnkronos Salute Massimo Di Maio, presidente eletto di Aiom - Associazione italiana oncologia medica, intervendo alla presentazione della proposta di legge di iniziativa popolare contro il fumo voluta da Aiom, Fondazione Aiom, Fondazione Airc e Fondazione Veronesi, in un convegno nazionale al Senato promosso da Aiom alla vigilia del suo XXVII congresso nazionale, su iniziativa della vicepresidente del Senato Mariolina Castellone.
"L'avvio della raccolta di firme per aumentare di 5 euro il prezzo delle sigarette è quel che noi chiamiamo un 'win-win', uno strumento deterrente al tempo stesso virtuoso per le casse del Ssn - spiega Di Maio - Il prezzo italiano delle sigarette è più basso rispetto a quello di altri Paesi europei come Francia e Svizzera. Quindi semplicemente noi stiamo chiedendo di uniformare questo prezzo per scoraggiare le persone a fumare, al pari di quanto fanno già le altre nazioni. Quei soldi sarebbero destinati al Servizio sanitario nazionale per la prevenzione, perché in Italia sulla prevenzione investiamo appena il 5% del Fondo sanitario nazionale".
Sono 32 gli agenti che hanno risposto all'appello dell'Avis... 
"Abbiamo creato un progetto che viene denominato “Il difensore civico tra i banchi di scuola”, lanciato qualche settimana fa, il cui tema è quello di creare dei cittadini consapevoli, lavorare sul capitale umano, lavorare su temi che nelle scuole vengono fatti in modo un po’ disordinato”. Lo dice Marino Fardelli, difensore civico della Regione Lazio e presidente del Coordinamento nazionale dei difensori civici delle Regioni e delle Province Autonome Italiane, intervenuto dal palco dell’incontro dal titolo “Il diritto di accesso ai documenti, ai dati e all’informazione. Trasparenza reale e strumenti di Tutela”, in corso presso la sala Mechelli del Consiglio Regionale del Lazio. “Noi cerchiamo di dare ai ragazzi tutti gli strumenti per essere cittadini consapevoli. La difesa civica è uno di questi perché oggi loro sono cittadini giovani ma un domani si troveranno a combattere con l’amministrazione e troveranno degli ostacoli, tra i quali chiedere la trasparenza, per poter interpretare delle leggi e arrivare a degli uffici”, continua Fardelli. “Perché ci rendiamo conto che c’è una difficoltà e quindi prendiamo la sfida e dialoghiamo con i cittadini sui temi di trasparenza, difesa dei diritti e accesso agli atti”, conclude.

All’età di 86 anni sogna di aprire un suo caseificio e si è iscritta alla nuova edizione del corso di formazione per diventare casari, organizzato dalla Scuola lattiero-casearia del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop, attraverso la società in house Mbc Service. Graciela Zar, origini argentine, ma da anni residente in provincia di Roma, madre di tre figli, ha energia ed entusiasmo contagiosi ed è tra i più appassionati studenti dell’edizione 2025 del corso, che conta 10 iscritti, tra cui 3 donne.
L’iniziativa, attiva dal 2017, è ripartita e prevede 250 ore di lezioni teoriche e pratiche, con uno stage finale nei caseifici soci del Consorzio. Il percorso formativo, riconosciuto dalla Regione Campania, consente di ottenere la qualifica di 'Addetto alle lavorazioni lattiero-casearie', vanta un placement di oltre il 90% e ha 'diplomato' oltre 100 allievi provenienti da ogni continente, dagli Usa all’Australia.
Graciela Zar è l’alunna più adulta mai registrata nella storia della Scuola del Consorzio. Nata a Buenos Aires da padre italiano e madre belga, è figlia di allevatori di bestiame: “Vivevamo nella Pampa argentina, in spazi immensi nel cuore della provincia di Buenos Aires, dove mio padre allevava gli animali, da qui la mia passione per i bovini in particolare”, racconta. Graciela arriva in Italia a 27 anni, si laurea alla Pontificia Università Gregoriana di Roma in Scienze Sociali e lavora come segretaria all’ambasciata argentina in Italia.
“Poi è emersa la mia passione per il cibo - fa sapere - e con mio marito abbiamo aperto un locale a Pisoniano, in provincia di Roma, dove si ballava tango e si mangiavano bistecche argentine. Lo abbiamo gestito fino a qualche anno fa, ora ci ritorno spesso per riunirmi con le mie amiche. Ho tanti interessi ancora, nonostante la mia età, ma per fortuna tutti mi dicono che non la dimostro”.
Il suo nuovo progetto è aprire un allevamento di bufale con annessa produzione di mozzarella Dop: “Sono una grande consumatrice di mozzarella di bufala e un giorno sullo smartphone mi è apparso l’annuncio del corso, così ho contattato il Consorzio e mi sono iscritta. Il corso è molto interessante e coinvolgente, con docenti bravissimi, che mi hanno dato ulteriore carica per il futuro. Mi sono lanciata in questa avventura e spero che qualcosa verrà fuori, altrimenti pazienza. Intanto cerco un socio per realizzare il caseificio, ma possibilmente più giovane di me”, annuncia Graciela.
“Siamo molto felici di avere con noi la signora Graciela, a testimonianza che la passione per il nostro prodotto non conosce limiti. Auguro a lei e agli altri studenti un percorso di successo e di realizzare l’obiettivo di lavorare nella filiera bufalina. Noi li guideremo con tutta l’esperienza e la forza del nostro comparto, che proprio attraverso progetti del genere getta le basi per costruire il suo futuro”, commenta il presidente del Consorzio, Domenico Raimondo.

All’età di 86 anni sogna di aprire un suo caseificio e si è iscritta alla nuova edizione del corso di formazione per diventare casari, organizzato dalla Scuola lattiero-casearia del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop, attraverso la società in house Mbc Service. Graciela Zar, origini argentine, ma da anni residente in provincia di Roma, madre di tre figli, ha energia ed entusiasmo contagiosi ed è tra i più appassionati studenti dell’edizione 2025 del corso, che conta 10 iscritti, tra cui 3 donne.
L’iniziativa, attiva dal 2017, è ripartita e prevede 250 ore di lezioni teoriche e pratiche, con uno stage finale nei caseifici soci del Consorzio. Il percorso formativo, riconosciuto dalla Regione Campania, consente di ottenere la qualifica di 'Addetto alle lavorazioni lattiero-casearie', vanta un placement di oltre il 90% e ha 'diplomato' oltre 100 allievi provenienti da ogni continente, dagli Usa all’Australia.
Graciela Zar è l’alunna più adulta mai registrata nella storia della Scuola del Consorzio. Nata a Buenos Aires da padre italiano e madre belga, è figlia di allevatori di bestiame: “Vivevamo nella Pampa argentina, in spazi immensi nel cuore della provincia di Buenos Aires, dove mio padre allevava gli animali, da qui la mia passione per i bovini in particolare”, racconta. Graciela arriva in Italia a 27 anni, si laurea alla Pontificia Università Gregoriana di Roma in Scienze Sociali e lavora come segretaria all’ambasciata argentina in Italia.
"Poi è emersa la mia passione per il cibo - fa sapere - e con mio marito abbiamo aperto un locale a Pisoniano, in provincia di Roma, dove si ballava tango e si mangiavano bistecche argentine. Lo abbiamo gestito fino a qualche anno fa, ora ci ritorno spesso per riunirmi con le mie amiche. Ho tanti interessi ancora, nonostante la mia età, ma per fortuna tutti mi dicono che non la dimostro”.
Il suo nuovo progetto è aprire un allevamento di bufale con annessa produzione di mozzarella Dop: "Sono una grande consumatrice di mozzarella di bufala e un giorno sullo smartphone mi è apparso l’annuncio del corso, così ho contattato il Consorzio e mi sono iscritta. Il corso è molto interessante e coinvolgente, con docenti bravissimi, che mi hanno dato ulteriore carica per il futuro. Mi sono lanciata in questa avventura e spero che qualcosa verrà fuori, altrimenti pazienza. Intanto cerco un socio per realizzare il caseificio, ma possibilmente più giovane di me”, annuncia Graciela.
“Siamo molto felici di avere con noi la signora Graciela, a testimonianza che la passione per il nostro prodotto non conosce limiti. Auguro a lei e agli altri studenti un percorso di successo e di realizzare l’obiettivo di lavorare nella filiera bufalina. Noi li guideremo con tutta l’esperienza e la forza del nostro comparto, che proprio attraverso progetti del genere getta le basi per costruire il suo futuro”, commenta il presidente del Consorzio, Domenico Raimondo.
Lorenzo Musetti torna in campo ad Atene. Oggi, giovedì 6 novembre, il tennista azzurro affronta il francese Alexandre Muller, numero 43 del mondo - in diretta tv e streaming - nei quarti di finale dell'Atp 250 greco. Musetti è reduce dalla vittoria in rimonta contro lo svizzero Stan Wawrinka, battuto in tre set con il punteggio di 4-6, 7-6 (5), 6-4.
In caso di passaggio del turno, in semifinale Musetti affronterà lo statunitense Sebastian Korda.

"I lavori di ristrutturazione dell'edificio di via dell'Impresa a Roma, ritratti nelle immagini fotografiche, non sono stati appaltati dalla Presidenza e non riguardano le porzioni dell'edificio che sono locate alla stessa". Così in una nota la presidenza del Consiglio dei ministri, in merito all'articolo pubblicato in data odierna dal quotidiano 'La Repubblica", dal titolo 'Gli operai al lavoro senza casco sui ponteggi di Palazzo Chigi'.
"Come è noto, infatti, l'immobile non è di proprietà della Presidenza del Consiglio ma di un soggetto privato e i lavori documentati dall'articolo interessano le porzioni dell'edificio che la proprietà ha affittato ad altri soggetti privati per fini commerciali", viene sottolineato.
"Pur non avendo alcuna responsabilità", la presidenza del Consiglio "ha provveduto a segnalare tempestivamente alla proprietà dell'immobile - Coima Sgr - la necessità di rispettare rigorosamente le norme sulla sicurezza sul lavoro. Tale segnalazione è stata, inoltre, inviata alle autorità competenti" puntualizza Palazzo Chigi. "Dispiace constatare, ancora una volta, la decisione di alcuni organi di informazione di pubblicare notizie senza fondamento e che accusano il Governo di gravi violazioni di legge", conclude la nota.

"Il ruolo del difensore civico serve a colmare quel vuoto che si crea tra l’amministrazione pubblica e i cittadini, oggi affrontiamo il tema del diritto di accesso ai documenti e dati fondamentali". Lo dice Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio Regionale del Lazio e presidente della Conferenza delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province Autonome italiane, intervenuto all’incontro dal titolo “Il diritto di accesso ai documenti, ai dati e all’informazione. Trasparenza reale e strumenti di Tutela”, in corso presso la sala Mechelli del Consiglio Regionale del Lazio. “L’argomento è sentito e per questo va correttamente affrontato - spiega Aurigemma -. Oggi penso ci sia la possibilità di poter affrontare tematiche importanti".
“È un tema che consente di avere un contatto e un rapporto diretto, le Regioni rappresentano quel patto fiduciario tra istituzioni e cittadini e - prosegue Aurigemma - le istituzioni devono capire la percezione che i cittadini hanno del loro territorio e, in questo contesto, il ruolo del difensore è fondamentale, perché ci permette di capire cosa non va sul territorio e come porre rimedio”, dice. “Bisogna garantire la continuità democratica che spesso c’è all’interno delle amministrazioni. Io continuo a ripetere da anni che in Italia il primo partito è il partito delle persone che non vanno a votare e dobbiamo ridare la fiducia a queste persone per fargli scegliere la propria proposta politica. Ecco che oggi il Consiglio Regionale è qui per sostenere l’accesso ai documenti”, conclude Aurigemma.

Lorenzo Musetti torna in campo ad Atene. Oggi, giovedì 6 novembre, il tennista azzurro affronta il francese Alexandre Muller, numero 43 del mondo - in diretta tv e streaming - nei quarti di finale dell'Atp 250 greco. Musetti è reduce dalla vittoria in rimonta contro lo svizzero Stan Wawrinka, battuto in tre set con il punteggio di 4-6, 7-6 (5), 6-4.
Successo in tre parziali anche per Muller, che ha rimontato l'argentino Tomas Etcheverry negli ottavi del torneo dopo aver battuto anche il tedesco Struff all'esordio nel torneo.
Musetti-Muller, orario e precedenti
La sfida tra Musetti e Muller è in programma oggi, giovedì 6 novembre, alle ore 14. I due tennisti si sono affrontati in un solo precedente, vinto dal francese nel 2023.
Musetti-Muller, dove vederla in tv
Musetti-Muller sarà disponibile in diretta televisiva e in esclusiva sui canali SkySport. Il match sarà visibile anche in streaming su Sky Go, NOW TV e Tennis TV.
Le specifiche del Dipartimento Affari regionali...
Sì punta a nuova generazione di professionisti dell'audiovisivo... Dall'Ue un nuovo riconoscimento all'Irccs ospedale San Raffaele di Milano. Dario Bonanomi, responsabile dell'Unità di Neurobiologia molecolare, è tra i vincitori dei Snergy Grant 2025 annunciati oggi dall'Erc, lo European Research Council. Lo scienziato lavora al progetto MINerVA, dedicato allo studio della barriera emato-nervosa che proteggei i nervi. Il programma ha ottenuto un finanziamento del valore complessivo di 10 milioni di euro - l'ammontare massimo previsto - per una durata di 6 anni. MINerVA è stato presentato da un gruppo internazionale composto da 4 ricercatori: oltre a Bonanomi, Isabelle Brunet dell'Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale (Francia), Tambet Teesalu dell'università di Tartu (Estonia) ed Ellie Tzima dell'università di Oxford (Regno Unito). "Con questo riconoscimento, l'Irccs ospedale San Raffaele e l'università Vita-Salute San Raffaele raggiungono 37 progetti Erc finanziati dal 2007, confermando la propria tradizione di eccellenza e competitività internazionale nella ricerca biomedica", sottolineano dal San Raffaele.
"Sono profondamente grato per l'opportunità di guidare un'iniziativa così ambiziosa e innovativa come MINerVA, resa possibile dal finanziamento Erc Synergy - commenta Bonanomi - Questo progetto non è solo una sfida scientifica, ma anche un'opportunità per creare un ambiente di ricerca interdisciplinare, dove giovani scienziati possano crescere e contribuire a sviluppare nuove soluzioni terapeutiche per chi convive con dolore cronico e neuropatie ancora prive di cure efficaci". L'obiettivo del programma - spiega una nota da via Olgettina - è esplorare una struttura neurovascolare ancora poco conosciuta, la barriera emato-nervosa che protegge la rete di nervi periferici responsabile del movimento, della sensibilità e della funzione degli organi. Questa barriera garantisce un ambiente controllato, proteggendo le fibre nervose da tossine e agenti patogeni. Tuttavia, a causa della complessa anatomia dei nervi, le sue proprietà sono rimaste finora poco conosciute e studiate. "Studiare la barriera emato-nervosa è cruciale perché rappresenta una linea di difesa fondamentale per i nervi periferici - evidenzia Bonanomi - La sua integrità è essenziale per garantire il corretto funzionamento del sistema nervoso periferico che regola movimenti, sensibilità e funzioni vitali degli organi. Quando questa barriera viene compromessa, come accade in diverse condizioni patologiche, si possono sviluppare disturbi gravi e invalidanti. Tra questi, il dolore neuropatico indotto da chemioterapia è una delle manifestazioni più diffuse e debilitanti: si stima che possa colpire più del 70% dei pazienti oncologici trattati con farmaci neurotossici".
L'obiettivo di MINerVA è riuscire a caratterizzare la composizione cellulare e molecolare della barriera; analizzare la risposta alle sollecitazioni meccaniche quotidiane; studiare le alterazioni in condizioni patologiche, come il dolore neuropatico indotto da chemioterapia. Grazie a queste conoscenze, il team potrà sviluppare una nuova classe di peptidi sintetici per attraversare la barriera e favorire la somministrazione diretta di farmaci, aprendo nuove prospettive terapeutiche per disturbi dei nervi periferici. Oggi, rimarca Bonanomi, "la mancanza di conoscenze approfondite sulla barriera emato-nervosa limita lo sviluppo di trattamenti efficaci e impedisce di intervenire in modo mirato. MINerVA nasce proprio per colmare questo vuoto: comprendere la struttura e il funzionamento della barriera significa aprire nuove strade terapeutiche per milioni di pazienti che oggi convivono con sintomi invalidanti e poche opzioni di cura. Il progetto si propone di trasformare questa interfaccia neurovascolare da enigma biologico a bersaglio terapeutico".
Bonanomi, nato a Bergamo nel 1976, dal 2015 è responsabile dell'Unità di Neurobiologia molecolare dell'Irccs ospedale San Raffaele meneghino, si legge nella nota. Dopo aver studiato Biologia all'università di Milano, ha conseguito un dottorato in Biologia cellulare e molecolare al San Raffaele dove, sotto la supervisione di Flavia Valtorta, ha studiato il traffico di membrana nei neuroni e il traffico delle vescicole sinaptiche. Ha poi svolto attività di ricerca post-dottorato al Salk Institute for Biological Studies (La Jolla, California) nel laboratorio di Samuel Pfaff, occupandosi dello sviluppo dei motoneuroni, della navigazione assonale e della formazione dei circuiti neuromuscolari. Ha successivamente ricevuto un finanziamento Erc Starting Grant e il Career Development Award dalla Fondazione Giovanni Armenise–Harvard, che gli hanno permesso di fondare il suo laboratorio al San Raffaele come responsabile del gruppo dellìUnità di Neurobiologia molecolare.
La sua attività di ricerca si concentra sulle interazioni neurovascolari durante lo sviluppo e la rigenerazione nervosa, e sui meccanismi patologici coinvolti nei disturbi neurodegenerativi come la sclerosi laterale amiotrofica (Sla). Nel corso della sua carriera ha ricevuto altri riconoscimenti, tra cui la borsa di studio della Fondazione italiana sclerosi multipla (2002) e il premio Antonio Marzullo per la ricerca universitaria conferito dall'università di Trieste (2000).
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