
(Adnkronos) - È fuori pericolo l’uomo di 59 anni accoltellato nel pomeriggio di oggi dal figlio di vent’anni a Vanzago, nel Milanese. La posizione del giovane, portato alla caserma dei Carabinieri di Legnano, è al vaglio degli inquirenti, che dovranno chiarire la dinamica e il movente dell’aggressione al padre, sottoposto nelle ultime settimane a un trattamento sanitario obbligatorio.
Il ventenne - a quanto si apprende - si è giustificato, dicendo di aver accoltellato il padre al torace e alla schiena per difendere la madre. Una versione che gli inquirenti dovranno verificare. In casa al momento dell'aggressione era presente anche il figlio maggiore, di trent'anni.
La vittima, soccorsa dal 118 e trasportata in elisoccorso all'ospedale di Legnano, all'arrivo dei sanitari era cosciente, ma le sue condizioni erano apparse gravi.
Leggi tutto: Milano, 20enne accoltella il padre: "L'ho fatto per difendere mia madre"

(Adnkronos) - Altro successo dell'Italia di Pozzecco agli Europei di basket oggi, martedì 2 settembre, e vede il primo posto nel girone C di Eurobasket. Gli azzurri partono male, ma alla fine riescono a ribaltare la Spagna di Sergio Scariolo e si impongono 67-63 nella quarta partita del gruppo che vale la terza vittoria consecutiva a Limassol.
La squadra di Pozzecco aveva infatti già battuto la Georgia e la Bosnia, mentre aveva perso il match d'esordio contro la Grecia.
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(Adnkronos) - Carlos Alcaraz continua la sua corsa verso il primo posto del ranking Atp. Oggi, martedì 2 settembre, il tennista spagnolo ha battuto il ceco Jiri Lehecka, numero 21 del mondo, nei quarti degli Us Open raggiungendo la semifinale dello Slam americano, l'ultimo della stagione e a cui Jannik Sinner arriva da campione in carica. E proprio il sorpasso all'azzurro come numero uno del mondo, che potrebbe diventare effettivo se Alcaraz dovesse portare a casa un risultato migliore di Sinner, è l'obiettivo primario dello spagnolo.
"È davvero difficile non pensarci, ogni volta che scendo in campo cerco di non pensarci", ha detto a fine partita Alcaraz allargando il sorriso, "se penso troppo al numero uno del ranking, mi metto pressione. Voglio solo scendere in campo e cercare di fare la mia parte. Seguire i miei obiettivi e portare a casa la partita. Cercare di divertirmi il più possibile. Il numero uno è lì, ma cerco di non pensarci troppo".
Leggi tutto: Alcaraz, obiettivo sorpasso a Sinner nel ranking: "Difficile non pensarci"

(Adnkronos) - "Dicono che sono morto? Davvero?". Donald Trump, dopo quasi una settimana lontano dalle telecamere, torna in pubblico con una conferenza stampa nello Studio Ovale alla Casa Bianca. Il presidente degli Stati Uniti, 'missing' da mercoledì scorso, è stato al centro di voci incontrollate sulle condizioni di salute. Su X, tra venerdì e sabato, è decollato l'hashtag 'trumpisdead' (Trump è morto) e Google, negli Stati Uniti, è stato invaso dalle ricerche sulle condizioni di salute del numero 1 della Casa Bianca. Ora, Trump torna a parlare davanti ai media. L'occasione è l'annuncio del trasferimento del comando delle forze spaziali americane in Alabama. In realtà, dopo la comunicazione iniziale arriva una raffica di domande su argomenti di ogni tipo, compresi i rumors sulla salute.
"La scorsa settimana ho fatto molte conferenze stampa, sono andate tutte benissimo. Non ho fatto niente per 2 giorni e hanno iniziato a dire 'c'è qualcosa che non va'. Biden non faceva nulla per mesi e andava tutto bene...", dice Trump riservando una stoccata all'ex presidente. "Ho fatto un'intervista durata circa un'ora, ho partecipato a programmi, ho fatto post su Truth. Nel mio golf club ho visto molte persone, sono stato molto attivo nel weekend. Ecco perché i media, che si sono chiesti 'starà bene?' sono così poco credibili...", chiosa.
Leggi tutto: Trump torna in tv: "Dicono che sono morto? Faccio un sacco di cose"

(Adnkronos) - Carlos Alcaraz vola in semifinale agli Us Open 2025. Il tennista spagnolo ha battuto oggi, martedì 2 settembre, il ceco Jiri Lehecka, numero 21 del mondo, nei quarti di finale dello Slam americano, l'ultimo della stagione e a cui il rivale Jannik Sinner arriva da campione in carica. Alcaraz ha conquistato il match dopo quasi due ore di partita, imponendosi in tre set con il punteggio di 6-4, 6-2, 6-4 e ora in semifinale troverà il vincente della sfida, in programma nella notte, tra Novak Djokovic e Taylor Fritz, finalista lo scorso anno.
Basta un break ad Alcaraz per conquistare il primo parziale, con lo spagnolo apparso fin da subito concentrato al servizio e incisivo in risposta. Lo spagnolo continua a crescere e vince anche il secondo set, mentre Lehecka sembra accusare la pressione dell'avversario e cede 6-2. Il ceco si prova a scuotere nel terzo set, tiene meglio il campo deve ancora arrendersi alla superiorità di Alcaraz, che vola quindi in semifinale agli Us Open.
Leggi tutto: Alcaraz vola in semifinale agli Us Open, Lehecka battuto. E ora aspetta Djokovic

(Adnkronos) - Nessun 6 né 5+1 al concorso di oggi, martedì 2 settembre, del SuperEnalotto. In due hanno centrato il 5 vincendo rispettivamente 83.408,24 euro. Centrati, invece, tre '5' che vincono 58.934 euro ciascuno.Il jackpot stimato per il prossimo concorso a disposizione dei punti 6 sale così a 46.400.000,00 euro.
La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.
La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.
Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:
- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;
- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;
- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;
- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;
- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.
E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.
La combinazione vincente di oggi del SuperEnalotto è: 16, 19, 28, 44, 60, 78; Numero Jolly 9; Super Star 73.
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(Adnkronos) - "Emilio Fede è stato un padre professionale che ha visto in me delle capacità incredibili di scovare le notizie e portare immagini belle, mi doveva educare alla televisione di un alto livello, a livello nazionale". Così il giornalista Paolo Brosio, con lui al Tg4, ricorda all'Adnkronos il suo 'mentore' Emilio Fede - morto oggi a 94 anni - e il rapporto che lo legava al giornalista appena scomparso.
"Io venivo dalla provincia, avevo fatto Nazione, il Resto del Carlino, Giorno, poi nel Secolo XIX a Genova, ero già cronista di nera giudiziaria, però avevo lavorato solo in televisioni private. Per lavorare per un telegiornale nazionale dovevo coniugare bene le riprese, come voleva lui, quindi mi insegnò tutto, ma io feci in fretta, ero una spugna", racconta.
"Mi affezionai tanto a lui e lui a me, io mi ero separato, lui capiva perché anche lui viveva sempre questo rapporto particolare con sua moglie: non si è mai distaccato, però era un po' tormentato perché era un'anima irrequieta", racconta Brosio. "Però è stato un grande giornalista sulla notizia, su quello era un fenomeno", dice.
"In più aveva la capacità di commentare le immagini, di far girare le immagini perché aveva fatto l'inviato, era partito da zero dalla Gazzetta del Popolo a Torino, faceva la fame: quindi è partito da zero, è arrivato ai livelli più alti ed era un uomo di un'intuizione, di un'intelligenza giornalistica sulla notizia eccezionale", dice ancora.
"Il carattere era tremendo", prosegue. "Quando ho lasciato Emilio Fede per andare a 'Quelli del calcio' - avevo sempre fatto la nera ma mi piaceva anche lo sport, lo spettacolo, il costume - lui mi tirò la macchina da scrivere, prendendo in testa la povera Brunella, la segretaria che dice 'scappa, scappa che ti tira la macchina', racconta con il sorriso.
"C'erano tanti di quegli episodi che non hai idea, poi lui si accorgeva subito se facevo tardi, che era uscito la sera tardi con le ragazze perché lo vedeva dalla messa in onda che avevo le occhiaie, allora io mi truccavo per non far vedere le occhiaie", racconta ancora. "Perché lui era un po' un malandrino, anche lui, e quindi mi beccava subito", dice. "Era un po' come un padre padrone, che però mi voleva bene e mi cazziava anche", dice. "Lui cazziava tutti, non solo me, però siccome io andavo in onda più di tutti, venivo cazziato", dice. "Gli insegnamenti di Fede hanno prodotto frutti che non finiscono più, oggi Emilio Fede è volato in cielo. Io come uomo di fede, cristiano, cattolico, ti dico che è un momento di grande dolore, però al contempo, so che lui sarebbe contento se sapesse che gli dico queste cose adesso e lo sentirà sicuramente che gli dico queste cose", dice. "Perché c'è un legame tra noi indissolubile, professionale, umano e anche familiare", conclude.
Leggi tutto: Emilio Fede, Brosio: "Mi tirò una macchina da scrivere..."

(Adnkronos) - Vittorio Feltri, Enrico Mentana, Bruno Vespa. Sono tanti i colleghi che ricordano Emilio Fede, morto oggi martedì 2 settembre a 94 anni, attraverso note e messaggi social. Ma non è solo il mondo del giornalismo a ricordare lo storico direttore del Tg4: anche dal mondo della politica tanti si uniscono al cordoglio.
"Emilio Fede è stato un protagonista indiscusso della tv, della politica e del giornalismo: a tutti i suoi cari vanno il cordoglio e l’abbraccio della Lega", le parole di Matteo Salvini, leader del Carroccio e ministro delle Infrastrutture, commentando in una nota la notizia della morte del giornalista.
Anche il vicepremier, ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, ha lasciato un ricordo sui social: "Ci ha lasciati Emilio Fede. Verrà ricordato come un grande giornalista, anche nella fase da giovane inviato in Africa. Direttore del Tg1 prima e poi del Tg4. Di lui resteranno le sue iconiche conduzioni, interprete di un nuovo modo di fare informazione, moderna e all’avanguardia. Un uomo buono con il quale spesso mi sono confrontato. Esprimo le mie condoglianze alla sua famiglia e ai suoi cari. Riposa in pace, Emilio".
Un pensiero "alla sua famiglia e ai suoi cari in questo momento di dolore" arriva anche dalla ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli; mentre la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, pubblica una fotografia che li ritrae insieme scrivendo semplicemente: "Buon viaggio Emilio".
"Emilio Fede è stato per me non solo un volto storico del giornalismo e della Tv, ma anche un amico sincero. Sono vicina alle sue figlie, Sveva e Simona, e a tutti i suoi cari cui mando un abbraccio forte", è la dichiarazione del Ministro per le Riforme istituzionali, Elisabetta Casellati.
Si unisce al cordoglio il presidente del Senato, Ignazio La Russa. "È con dispiacere che ho appreso la notizia della scomparsa di Emilio Fede, volto storico del giornalismo televisivo che ha accompagnato milioni di italiani per oltre mezzo secolo. Una lunga carriera la sua, iniziata in Rai negli anni Sessanta, proseguita poi da direttore del Tg1 e infine al Tg4. 'Sono caduto, ma non ho mai smesso di essere Emilio Fede', disse una volta: ed è con queste sue parole che lo voglio ricordare", scrive sui social. "Alle figlie Sveva e Simona e ai suoi cari giungano le condoglianze più sentite, mie personali e del Senato della Repubblica", conclude.
Il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, saluta sui social "un amico con il quale abbiamo raccontato fatti con serietà e a volte con ironia. Una lunga storia nell’informazione, attraverso il tempo e gli eventi". E all'Adnkronos dice: "Mille ricordi con Emilio Fede: abbiamo raccontato riforme, leggi, battaglie, attacchi al governo Berlusconi, rilancio del centrodestra con la capacità di essere narratore dei fatti e, anche se certamente schierato dalla nostra parte, con quel tocco di ironia con il quale a volte si divertiva a storpiare i nomi di chi era troppo critico. Ma ha anche raccontato guerre, ha fatto l’inviato, ha girato il mondo, prima con il servizio pubblico e poi con Mediaset. Un amico, un protagonista, un personaggio che ricorderemo sempre".
“Con Emilio Fede se ne va un protagonista del giornalismo televisivo italiano. La sua voce e il suo stile hanno accompagnato milioni di italiani, segnando momenti che restano nella memoria collettiva: dalla lunga diretta del dramma di Vermicino nel 1981, che aprì una nuova stagione del racconto televisivo, fino al 1991 quando, a Studio Aperto, annunciò in diretta l’inizio della guerra del Golfo con quell’‘Hanno attaccato!’ entrato nel lessico televisivo. Anche negli anni successivi continuò a cercare la notizia sul campo, come nel luglio 2004 quando condusse il TG4 in diretta da Nasṣiriya", dice il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ricordando il giornalista.
"Fede - prosegue Zaia - ha saputo innovare il linguaggio del telegiornale, avvicinando il pubblico alla cronaca e restando fino all’ultimo un osservatore attento di ciò che accadeva attorno a sé. Il suo carattere vivace e inconfondibile lo ha reso non solo un giornalista, ma un vero e proprio personaggio, conosciuto e riconosciuto da tutti. Non mancavano, nei suoi racconti, ricordi e aneddoti legati al Veneto, terra che conosceva e amava citare nei suoi programmi e nei suoi incontri. Alla sua famiglia e a chi gli è stato vicino esprimo il mio cordoglio personale e quello della Regione del Veneto.”
La Rai "ricorda con commozione Emilio Fede". Così l'azienda in una nota, sottolineando che il giornalista, scomparso oggi a Milano all'età di 94 anni, fu una "figura di spicco dei primi anni di attività del Servizio Pubblico. Era entrato in Rai nel 1958 come conduttore a contratto, e in seguito fu inviato speciale in Africa per otto anni. Da conduttore del TG1, andò in onda nella prima edizione a colori, il 28 febbraio del 1977. Del telegiornale della rete ammiraglia fu direttore per due anni, quindi vicedirettore fino al termine del suo rapporto con l’azienda nel 1987".
"I miei primi ricordi di Emilio risalgono alla fine degli anni 60 quando lavoravamo insieme per la Rai. Un grande giornalista. Siamo stati compagni di stanza per tanto tempo, con Emilio ho condiviso non solo momenti di lavoro ma anche bei momenti di divertimento e di relax, soprattutto dopo il tg, quando lui, appena terminava la conduzione, si accendeva una sigaretta e si facevano belle chiacchierate". Così all'Adnkronos lo scrittore e giornalista Bruno Vespa.
Emilio Fede era "un giornalista abilissimo ma con un carattere censurabile. Lo conoscevo benissimo e come giornalista era bravissimo. Il suo brutto carattere però non mi impediva di stimarlo meno", dice Vittorio Feltri, all'Adnkronos, commentando la morte di Emilio Fede. Il giornalista, fondatore di 'Libero', a proposito della carriera del collega scomparso oggi, ricorda quando ci fu la guerra nel Golfo ed Emilio Fede "fu il primo a dare la notizia in tutta Italia, gli altri non l'avevano, quindi come giornalista era sensazionale".
“Se ne è andato Emilio Fede, e tanti – anche solo per ragioni di età – ne ricorderanno solo il crepuscolo professionale e giudiziario. Sarebbe sommamente ingeneroso”, scrive Enrico Mentana su Instagram. Mentana ricorda il primo incontro al Tg1 nel 1980: “Facemmo poi, nello stesso gruppo, telegiornali completamente diversi, ma con gli occhi di oggi potrei dire che sdoganò un genere ormai ampiamente diffuso, quello dei programmi giornalistici apertamente schierati”.
"Emilio Fede è stato un grande giornalista e una grande persona. Non ci vedevamo da tanto tempo perché vivo all'estero ma ci legano tanti anni di amicizia e tanti ricordi", il ricordo all'Adnkronos l'imprenditore Flavio Briatore.
"Mi dispiace molto, eravamo amici", dice 'attore Massimo Boldi. "Era un bravo professionista: aveva un carattere deciso e autoritario, ma con le persone con cui aveva un rapporto di amicizia si è sempre comportato bene: gli volevo bene".
Leggi tutto: Emilio Fede, da Mentana a La Russa: il ricordo di giornalisti, politici e amici

(Adnkronos) - Vittorio Feltri, Enrico Mentana, Bruno Vespa. Sono tanti i colleghi che ricordano Emilio Fede, morto oggi martedì 2 settembre a 94 anni, attraverso note e messaggi social. Ma non è solo il mondo del giornalismo a ricordare lo storico direttore del Tg4: anche dal mondo della politica tanti si uniscono al cordoglio.
"Emilio Fede è stato un protagonista indiscusso della tv, della politica e del giornalismo: a tutti i suoi cari vanno il cordoglio e l’abbraccio della Lega", le parole di Matteo Salvini, leader del Carroccio e ministro delle Infrastrutture, commentando in una nota la notizia della morte del giornalista.
Anche il vicepremier, ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, ha lasciato un ricordo sui social: "Ci ha lasciati Emilio Fede. Verrà ricordato come un grande giornalista, anche nella fase da giovane inviato in Africa. Direttore del Tg1 prima e poi del Tg4. Di lui resteranno le sue iconiche conduzioni, interprete di un nuovo modo di fare informazione, moderna e all’avanguardia. Un uomo buono con il quale spesso mi sono confrontato. Esprimo le mie condoglianze alla sua famiglia e ai suoi cari. Riposa in pace, Emilio".
Un pensiero "alla sua famiglia e ai suoi cari in questo momento di dolore" arriva anche dalla ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli; mentre la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, pubblica una fotografia che li ritrae insieme scrivendo semplicemente: "Buon viaggio Emilio".
"Emilio Fede è stato per me non solo un volto storico del giornalismo e della Tv, ma anche un amico sincero. Sono vicina alle sue figlie, Sveva e Simona, e a tutti i suoi cari cui mando un abbraccio forte", è la dichiarazione del Ministro per le Riforme istituzionali, Elisabetta Casellati.
Si unisce al cordoglio il presidente del Senato, Ignazio La Russa. "È con dispiacere che ho appreso la notizia della scomparsa di Emilio Fede, volto storico del giornalismo televisivo che ha accompagnato milioni di italiani per oltre mezzo secolo. Una lunga carriera la sua, iniziata in Rai negli anni Sessanta, proseguita poi da direttore del Tg1 e infine al Tg4. 'Sono caduto, ma non ho mai smesso di essere Emilio Fede', disse una volta: ed è con queste sue parole che lo voglio ricordare", scrive sui social. "Alle figlie Sveva e Simona e ai suoi cari giungano le condoglianze più sentite, mie personali e del Senato della Repubblica", conclude.
Il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, saluta sui social "un amico con il quale abbiamo raccontato fatti con serietà e a volte con ironia. Una lunga storia nell’informazione, attraverso il tempo e gli eventi". E all'Adnkronos dice: "Mille ricordi con Emilio Fede: abbiamo raccontato riforme, leggi, battaglie, attacchi al governo Berlusconi, rilancio del centrodestra con la capacità di essere narratore dei fatti e, anche se certamente schierato dalla nostra parte, con quel tocco di ironia con il quale a volte si divertiva a storpiare i nomi di chi era troppo critico. Ma ha anche raccontato guerre, ha fatto l’inviato, ha girato il mondo, prima con il servizio pubblico e poi con Mediaset. Un amico, un protagonista, un personaggio che ricorderemo sempre".
"Per ricordare Emilio Fede dico solo una frase, in latino: 'Parce sepulto'... Preferisco non aggiungere altro". A parlare con l'Adnkronos è Marcello Dell'Utri che commenta così la morte di Emilio Fede. Parce sepulto, cioè 'Perdona a chi è sepolto' è una espressione che nell’Eneide di Virgilio lo spirito di Polidoro rivolge a Enea. Viene spesso ripetuta per invitare a non parlar male dei defunti, anche se hanno avuto delle colpe.
“Con Emilio Fede se ne va un protagonista del giornalismo televisivo italiano. La sua voce e il suo stile hanno accompagnato milioni di italiani, segnando momenti che restano nella memoria collettiva: dalla lunga diretta del dramma di Vermicino nel 1981, che aprì una nuova stagione del racconto televisivo, fino al 1991 quando, a Studio Aperto, annunciò in diretta l’inizio della guerra del Golfo con quell’‘Hanno attaccato!’ entrato nel lessico televisivo. Anche negli anni successivi continuò a cercare la notizia sul campo, come nel luglio 2004 quando condusse il TG4 in diretta da Nasṣiriya", dice il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ricordando il giornalista.
"Fede - prosegue Zaia - ha saputo innovare il linguaggio del telegiornale, avvicinando il pubblico alla cronaca e restando fino all’ultimo un osservatore attento di ciò che accadeva attorno a sé. Il suo carattere vivace e inconfondibile lo ha reso non solo un giornalista, ma un vero e proprio personaggio, conosciuto e riconosciuto da tutti. Non mancavano, nei suoi racconti, ricordi e aneddoti legati al Veneto, terra che conosceva e amava citare nei suoi programmi e nei suoi incontri. Alla sua famiglia e a chi gli è stato vicino esprimo il mio cordoglio personale e quello della Regione del Veneto.”
La Rai "ricorda con commozione Emilio Fede". Così l'azienda in una nota, sottolineando che il giornalista, scomparso oggi a Milano all'età di 94 anni, fu una "figura di spicco dei primi anni di attività del Servizio Pubblico. Era entrato in Rai nel 1958 come conduttore a contratto, e in seguito fu inviato speciale in Africa per otto anni. Da conduttore del TG1, andò in onda nella prima edizione a colori, il 28 febbraio del 1977. Del telegiornale della rete ammiraglia fu direttore per due anni, quindi vicedirettore fino al termine del suo rapporto con l’azienda nel 1987".
"I miei primi ricordi di Emilio risalgono alla fine degli anni 60 quando lavoravamo insieme per la Rai. Un grande giornalista. Siamo stati compagni di stanza per tanto tempo, con Emilio ho condiviso non solo momenti di lavoro ma anche bei momenti di divertimento e di relax, soprattutto dopo il tg, quando lui, appena terminava la conduzione, si accendeva una sigaretta e si facevano belle chiacchierate". Così all'Adnkronos lo scrittore e giornalista Bruno Vespa.
Emilio Fede era "un giornalista abilissimo ma con un carattere censurabile. Lo conoscevo benissimo e come giornalista era bravissimo. Il suo brutto carattere però non mi impediva di stimarlo meno", dice Vittorio Feltri, all'Adnkronos, commentando la morte di Emilio Fede. Il giornalista, fondatore di 'Libero', a proposito della carriera del collega scomparso oggi, ricorda quando ci fu la guerra nel Golfo ed Emilio Fede "fu il primo a dare la notizia in tutta Italia, gli altri non l'avevano, quindi come giornalista era sensazionale".
“Se ne è andato Emilio Fede, e tanti – anche solo per ragioni di età – ne ricorderanno solo il crepuscolo professionale e giudiziario. Sarebbe sommamente ingeneroso”, scrive Enrico Mentana su Instagram. Mentana ricorda il primo incontro al Tg1 nel 1980: “Facemmo poi, nello stesso gruppo, telegiornali completamente diversi, ma con gli occhi di oggi potrei dire che sdoganò un genere ormai ampiamente diffuso, quello dei programmi giornalistici apertamente schierati”.
"Emilio Fede è stato un grande giornalista e una grande persona. Non ci vedevamo da tanto tempo perché vivo all'estero ma ci legano tanti anni di amicizia e tanti ricordi", il ricordo all'Adnkronos l'imprenditore Flavio Briatore.
"Mi dispiace molto, eravamo amici", dice 'attore Massimo Boldi. "Era un bravo professionista: aveva un carattere deciso e autoritario, ma con le persone con cui aveva un rapporto di amicizia si è sempre comportato bene: gli volevo bene".
"Vorrei che fosse ricordato per la sua professionalità, per le sue inchieste e per il forte contributo che ha dato alla televisione e al giornalismo e non per le ultime vicende che hanno segnato la sua vita, oscurandola. E' stato un maestro per tanti giornalisti". Così all'Adnkronos la conduttrice televisiva Mara Venier.
Leggi tutto: Emilio Fede, da Vespa a La Russa: il ricordo di giornalisti, politici e amici
L'Anas ha chiuso la strada per consentire i soccorsi... 
(Adnkronos) - Drake scommette su Jannik Sinner vincitore agli US Open 2025 e l'azzurro trema. Il rapper, abituato a puntare cifre ingenti su qualsiasi evento sportivo, ha scommesso 300mila dollari sul trionfo del numero 1 del mondo a New York. La vittoria di Sinner, già campione nel 2024, permetterebbe a Drake di incassare 507mila dollari, con un guadagno netto di oltre 200mila dollari, come mostra la 'bolletta' pubblicata su Instagram. Fin qui, tutto normale, più o meno.
I 'problemi' per Sinner nascono nel momento in cui si considera il curriculum dello scommettitore eccellente. Drake, tanto per citare un precedente, prima della finale degli US Open 2024 ha puntato 210mila dollari sull'americano Taylor Fritz, dominato da Sinner in 3 set nella sfida per il titolo.
Drake, 39 anni, è soprattutto un tifoso sfegatato dei Toronto Raptors, franchigia canadese della Nba. Il rapper e produttore, all'anagrafe Aubrey Drake Graham, punta grosse cifre su eventi di ogni tipo ma, a giudicare dai molti risultati, non è propriamente un giocatore sempre competente. Su Instagram ha pubblicato le ricevute delle puntate vincenti. Non c'è traccia social, spesso, dei clamorosi flop: evidentemente si fa ingolosire da quote particolarmente invitanti e finisce per collezionare giocate perdenti, con una preoccupante regolarità
Tra gli 'scheletri', secondo il magazine Forbes, ci sono scommesse costate circa 2,5 milioni di dollari nel recente passato. Nell'ultima Coppa America di calcio, Drake ha scommesso che il Canada avrebbe battuto l'Argentina. Risultato: vittoria di Messi e compagni. A giugno 2024 ha puntato mezzo milione sul trionfo degli Edmonton Oilers nelle finali NHL per la Stanely Cup e mezzo milione sui Dallas Mavericks campioni NBA. Risultato: due sconfitte. In precedenza aveva piazzato 565mila dollari sul successo di Tyson Fury nel Mondiale dei pesi massimi. Invece, ha vinto l'ucraino Oleksandr Usyk. A onor del vero, l'artista può vantare anche vincite milionarie: in passato ha azzeccato la vittoria dei Kansas City Chiefs nel Super Bowl NFL e ha incassato 2,3 milioni. Da lì in poi, però, tanti flop. E ora Sinner trema.
Leggi tutto: Sinner, Drake e la super scommessa da 300mila dollari su Jannik campione US Open

(Adnkronos) - Matteo Berrettini punta il ritorno in campo. Il tennista romano, che è stato costretto a saltare per infortunio gli Us Open 2025 in corso di svolgimento a New York, che domani, mercoledì 3 settembre, vedranno il derby azzurro tra Jannik Sinner e Lorenzo Musetti ai quarti di finale, ha pubblicato un post su Instagram che fa ben sperare per il suo recupero.
Berrettini ha infatti pubblicato sul suo profilo ufficiale una carrellata di foto e video che lo ritraggono insieme al cestista americano Kevin Durant, in palestra e in alcuni momenti della sua vita privata. Matteo ha mostrato momenti di relax a concerti e al mare, anche mangiando un Cucciolone, ma ha anche ironizzato sui propri problemi fisici postando una foto mentre tiene in mano una bustina di Oki. A colpire alcuni utenti su X poi c'è la sua barba, cresciuta a dismisura.
La descrizione al post, breve ma eloquente, fa ben sperare: "Slim reaper (il soprannome di Durant, ndr) + some life", ovvero "+ un po' di vita". E nella sua vita, evidentemente c'è ancora il tennis.
Leggi tutto: Berrettini, ritorno in campo vicino? Matteo si allena con... una nuova barba

(Adnkronos) - E' morto oggi martedì 2 settembre Emilio Fede. Ex direttore del Tg1 e del Tg4, aveva compiuto 94 anni lo scorso 24 giugno: da tempo era ricoverato in una residenza sanitaria alle porte di Milano. Le sue condizioni si erano aggravate negli ultimi giorni.
"Papà ci ha lasciato". Sono queste le parole commosse consegnate all'Adnkronos dalla figlia Sveva Fede. In precedenza, mentre Emilio Fede versava in condizioni critiche sempre all'Adnkronos aveva detto: "Siete tutti con lui e lui è contento, tutti con lui, tutti voi giornalisti siete con lui. È importante, noi non avremmo voluto che la notizia uscisse fino a che le cose non si fossero risolte in un modo o nell'altro. Però poi alla fine voi l'avete saputo e abbiamo pensato che era una bella cosa perché lui si meritava questo saluto e questo cenno d'onore da parte di tutti i suoi colleghi".
Nella sua lunga carriera, Fede è stato uno dei volti più familiari dell'informazione televisiva italiana, prima pubblica e poi privata: all'inizio degli anni Sessanta era entrato in Rai e (dopo otto anni come inviato speciale dall'Africa) ha condotto il Tg1 delle 20 dal 1976 al 1981, quando ne è diventato direttore (1981-83). Lasciò la Rai per entrare in Fininvest, dapprima come direttore di Studio Aperto (il telegiornale di Italia 1), poi alla guida del Tg4 (dal 1992). Nonostante le frequenti accuse di parzialità, Fede ha mantenuto la direzione del Tg4 per vent'anni per poi dimettersi nel marzo del 2012.
Fede ha anche compiuto scelte coraggiose per raccontare i fatti. Come quando nel 1991, all'epoca direttore di Studio Aperto, dette per primo in diretta la notizia dello scoppio della prima Guerra del Golfo con l'operazione 'Desert Storm', proprio nel giorno della prima messa in onda del tg di Italia 1. "Fu un momento di grande emozione ma anche di grande paura per una guerra che avremmo pagato cara, una guerra infinita. Sapevo che scadeva l'ultimatum e con Silvia Kramar, collega bravissima, ci siamo messi in ascolto e abbiamo catturato il momento del bombardamento di Baghdad prima degli altri colleghi", aveva raccontato Fede in un'intervista.
Nato a Barcellona pozzo di Gotto, in provincia di Messina, il 24 giugno 1931, Emilio Fede inizia giovanissimo la carriera giornalistica a "Il Momento - Mattino" di Roma, dove si trasferisce e porta a termine gli studi; poi passa alla "Gazzetta del Popolo" di Torino diventando inviato speciale. Le prime tappe della sua affermazione professionale sono, però, legate alla Rai dove inizia a collaborare nel 1954 e viene assunto 1961. Si sposa nel 1964 con Diana De Feo (figlia di Italo De Feo, allora vicepresidente della Rai, personaggio molto potente), dalla quale ha due figlie, Simona e Sveva.
In quel periodo alla Rai Emilio Fede è inviato in Africa, per poi passare al ruolo di giornalista di inchiesta per il settimanale Tv7 del Telegiornale Nazionale, dove firma numerose inchieste, compresa quella della bistecca agli estrogeni. Con la riforma della Rai, nel 1976 diventa uno dei conduttori dell'edizione serale del Tg1 e la sua popolarità esplode, rimanendo in video per cinque anni.
Diventato direttore nel 1981, sotto la sua guida il Tg1 trasmise la celebre diretta, condotta da Piero Badaloni, relativa all'incidente di Vermicino, con lo straziante tentativo di salvataggio di Alfredino Rampi, caduto nel pozzo e tragicamente morto il 10 giugno di quell'anno. La diretta fu seguita da 25 milioni di telespettatori, primo esempio di cronaca in tempo reale sui canali Rai. Lasciata la direzione del Tg1, dove restò come vicedirettore, nel 1983 e 1984 condusse il programma di intrattenimento "Test", che andava in diretta concorrenza con "Superflash" di Mike Bongiorno trasmesso da Canale 5. E sempre in quel biennio curò con Sandro Baldoni la rubrica d'attualità "Obiettivo su..."
Si dimise dalla Rai nel 1987, anno in cui fu colpito da una condanna per gioco d'azzardo, e passò a Rete A di cui diresse il notiziario. Nel 1989 approda alla Fininvest rafforzando il suo legame di amicizia con Silvio Berlusconi. Dall'iniziale incarico di direttore della struttura informativa VideoNews, diventa ideatore, conduttore e direttore di 'Studio Aperto', il Tg di Italia 1 per passare nel 1992 a dirigere il Tg4. Il 28 marzo 2012, a seguito di una trattativa con Mediaset non andata a buon fine, Emilio Fede lascia la direzione del Tg4.
Nel 1997 Emilio Fede esordisce come scrittore con il libro dal titolo 'Finché c'è Fede', al quale ne seguiranno altri sei: 'Privè. La vita è un gioco' (1998), 'L'invidiato speciale' (1999), 'La foglia di fico' (2000), 'Samba dei ruffiani' (2001), 'La cena dei cretini' (2002). I suoi libri sono caratterizzati da uno stile semplice attraverso il quale riesce a mescolare riflessioni sulla propria esperienza di giornalista e considerazioni sugli eventi mondani e non, sulle amicizie, i gossip, i personaggi politici e dello spettacolo. Celebra anche la sua apparizione nei panni di Babbo Natale nella casa della prima edizione del Grande Fratello, nel 2000, e alla conduzione di 'Striscia la Notizia' nel febbraio 2005. Emilio Fede vanta anche un fan club, presente in internet, nato il 27 ottobre 1995.
Non mancano però i guai con la giustizia, dalla querela da parte del Comune di Venezia per un servizio del 2008 su una zona della città lagunare, identificabile come Campo Santi Giovanni e Paolo, il cui commento da parte del direttore stesso scatena una violenta protesta sul web, al caso Ruby, in cui Fede è condannato a 7 anni di reclusione per induzione alla prostituzione, favoreggiamento della prostituzione, più all'interdizione da uffici di mezzi di informazione considerati come pubblici uffici; pena poi ridotta, dopo un ricorso in appello e in Cassazione, a 4 anni e 7 mesi per favoreggiamento della prostituzione di Ruby. A causa dell'età avanzata e delle condizioni di salute, Fede ha scontato la pena in detenzione domiciliare, in quanto, recependo la giurisprudenza di Cassazione, il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha stabilito l'11 ottobre 2019 che "in carcere sarebbe sottoposto ad un'enorme sofferenza". (di Paolo Martini)
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