
Due progetti di ricerca firmati da ricercatori dell'università Cattolica del Sacro Cuore in Archeologia e in Medicina sono tra i vincitori degli Erc Synergy Grant 2025 comunicati oggi dallo European Research Council. Ad aggiudicarsi le borse sono Caterina Giostra, ordinaria di Archeologia medievale presso il Dipartimento di Storia, Archeologia e Storia dell'arte del campus di Milano, per il progetto Coco condotto insieme a colleghi di Leiden University (Olanda), Masarik University Brno (Repubblica Ceca) e Ku Leuven (Belgio), e Massimiliano Papi, associato di Fisica del Dipartimento di Neuroscienze, e Ivo Boskoski, associato di Gastroenterologia del Dipartimento di Medicina e Chirurgia traslazionale, campus di Roma, e dirigente medico gastroenterologo ad alta specializzazione presso la Fondazione Policlinico A. Gemelli Irccs, per il progetto Multiprobe condotto insieme a colleghi della Sapienza università di Roma e dell'università di Limoges (Francia).
I Synergy Grant dell'Erc - ricordano dalla Cattolica - sono tra i più ambiti riconoscimenti in ambito accademico in diversi settori disciplinari e premiano progetti di eccellenza che mirano a rispondere a sfide scientifiche di frontiera attraverso collaborazioni internazionali di altissimo livello. Sono destinati a team costituiti da un minimo di 2 e un massimo di 4 principal investigator, ognuno dei quali potrà avere il proprio gruppo di ricerca.
"Desidero esprimere, a nome dell'intera comunità accademica, la profonda soddisfazione di essere tra gli atenei italiani con il maggiore numero di Erc Synergy Grant 2025 ottenuti - dichiara Elena Beccalli, rettore dell'università Cattolica del Sacro Cuore - Il successo dei professori Caterina Giostra, Massimiliano Papi e Ivo Boskoski, assegnatari di questo prestigioso riconoscimento, rappresenta un risultato di straordinario rilievo per la nostra università. E' la conferma della pregevole qualità della ricerca condotta in università Cattolica in diversi ambiti del sapere, capace di affrontare sfide scientifiche di frontiera grazie a collaborazioni internazionali di elevata reputazione. Questi lodevoli risultati - che si aggiungono a quelli conseguiti nell'anno con Erc Starting Grant, Cost Action e Horizon Europe Msca - testimoniano l'ambiente favorevole alla ricerca del nostro ateneo e la presenza di eccellenze in molteplici discipline. Tutto ciò consolida la nostra radicata vocazione scientifica da sempre orientata all'avanzamento della conoscenza e al bene comune".
Il progetto Coco (Connected communities in early medieval Europe) - approfondisce una nota della Cattolica - intende riconsiderare l'immagine tradizionale secondo cui, dopo il crollo dell'Impero romano d'Occidente, un'Europa unita e interconnessa si sarebbe frammentata in una serie di regni romano-barbarici con gruppi etnici elitari. "L'approccio sarà bottom-up piuttosto che top-down. La ricerca esplorerà infatti le connessioni della 'gente comune', cruciali per lo sviluppo post-romano dell'Europa tanto quanto le gesta eroiche di re, aristocratici, vescovi e santi narrate nelle fonti scritte", precisa Giostra. Questa convinzione degli archeologi è avvalorata dall'impressionante numero di oggetti recuperati dalle tombe (in particolare in ferro e vetro), che saranno studiati con analisi chimico-fisiche per stabilirne le origini e le modalità di condivisione, e dai modi della ritualità condivisi su ampie distanze. Grazie alla conoscenza delle modalità con cui diversi tipi di 'luoghi d'incontro' hanno facilitato la negoziazione e il trasferimento di idee, conoscenze e manufatti o materie prime, si potrà dare una lettura finalmente sovra-nazionale di temi che investirono l'Europa alle origini del mondo medievale.
L'obiettivo principale del progetto Multiprobe (Real-time endoscopic diagnosis and therapy of gastrointestinal tumors through multimode nonlinear fibers) è invece lo sviluppo di endoscopi ibridi: dispositivi miniaturizzati che combinano funzionalità diagnostiche e terapeutiche mai integrate prima, servendosi di innovazioni tecniche rivoluzionarie che aumentano la risoluzione delle immagini acquisite e il contrasto per una biopsia ottica potentissima, e al tempo stesso aumentano la capacità di penetrazione della cura. "Superando lo stato dell'arte attuale, lo scopo del progetto è aggiornare il tanto atteso concetto di diagnosi ottica in vivo e in tempo reale con una risoluzione più elevata, un contrasto e una penetrazione tissutale maggiori. Inoltre combina le capacità endoscopiche con la terapia a plasma freddo integrata, dando vita a un approccio teragnostico all'avanguardia in oncologia", descrivono i supervisori del progetto Stefan Wabnitz della Sapienza, Papi e Boskoski della Cattolica-Gemelli, e Vincent Couderc dell'università di Limoges. Questo significativo progresso sarà dimostrato inizialmente nell'endoscopia gastrointestinale, con l'obiettivo di estenderlo a tutti gli altri campi diagnostici medici pertinenti.
"I riconoscimenti conseguiti confermano il valore della ricerca multidisciplinare condotta nell'università Cattolica - rimarca l'ateneo - i cui ricercatori sono stati di recente assegnatari di altri prestigiosi finanziamenti nell'ambito dei programmi di finanziamento Horizon Europe". Lo scorso settembre il progetto MicroRestore presentato da Gianluca Ianiro, giovane ricercatore in gastroenterologia della Cattolica, si è aggiudicato uno degli Erc Starting Grant, destinati ai talenti che abbiano completato gli studi di dottorato da non più di 7 anni. MicroRestore ha come tema la modulazione precisa del microbioma intestinale, argomento di cui si parla molto e sul quale si concentrano tante speranze nel campo dell'obesità, del cancro, delle malattie infettive e di quelle autoimmunitarie, ad esempio.
Michela Elisa Craveri, ordinaria di Lingua e Letterature ispanoamericane della Cattolica, campus di Milano, ha ottenuto un finanziamento Msca Staff Exchange (Marie Skłodowska-Curie Actions) per il progetto TransatlanticLab che mira a riesaminare le interazioni coloniali e post-coloniali nello spazio transatlantico, utilizzando l'Atlantico come 'laboratorio storico' per esplorare il dominio coloniale e le ideologie razziali. Il focus è sul ruolo dell'economia delle piantagioni nei Caraibi e su come abbia modellato le dinamiche razziali su entrambe le sponde dell'oceano. Il progetto rappresenta un'occasione per costruire una rete internazionale attorno allo studio delle economie coloniali, delle ideologie razziali e delle loro eredità nelle società contemporanee.
Infine Veronica Riniolo, ricercatrice in sociologia generale della Cattolica, campus di Milano, con il progetto Vista ha ottenuto un finanziamento Cost Action (European Cooperation in Science and Technology). Il progetto intende creare una rete interdisciplinare per studiare come le crisi e le trasformazioni sociali influenzano i valori in Europa. Gli obiettivi includono l'analisi dell'impatto delle crisi, il ruolo dei cambiamenti generazionali, le differenze regionali e culturali, e l'influenza della tecnologia.

Scatta l'emergenza in una scuola a Pescara. Al liceo artistico "Mibe", in viale Kennedy, una sostanza urticante, individuata dalla polizia come spray al peperoncino, si è diffusa in tarda mattinata all’interno della scuola, provocando malori tra studenti, docenti e personale. L’edificio è stato immediatamente evacuato. Sul posto sono intervenuti il 118 – con tre ambulanze, tra cui una medicalizzata – i vigili del fuoco, anche con il nucleo Nbcr, e la polizia, che sta effettuando indagini.
Tosse, bruciore agli occhi e lacrimazione intensa sono stati i sintomi più comuni. Alcuni studenti sono stati accompagnati in Pronto soccorso dai genitori, mentre altri sono stati medicati direttamente sul posto.
Il sindaco, Carlo Masci, dice all'Adnkronos: "È il secondo caso nel giro di poche settimane: crediamo sia la stessa causa del precedente caso avvenuto al liceo “Marconi”. Da quanto accertato dalla Questura si tratta della sostanza utilizzata negli spray al peperoncino, infilata nelle feritoie dell'aria condizionata. Siamo in contatto con la Questura per approfondire il caso. Ci sono di sicuro collegamenti diretti tra i due episodi".
Il primo episodio, infatti, si era verificato al liceo "Marconi" di Pescara, evacuato il 16 ottobre scorso dopo che una sostanza irritante si era diffusa nell'aria, provocando malori. L'istituto restò chiuso per qualche giorno anche per permettere accertamenti.

Innovazione e sostenibilità si incontrano nel cuore del distretto pratese. In occasione di Ecomondo, Lorenzo Perra, presidente di Plures, multiutility toscana attiva nei settori ambiente, energia e acqua, ha annunciato che dal 1° dicembre inizierà la posa delle linee impiantistiche del Textile Hub di Prato, il primo impianto in Italia a utilizzare intelligenza artificiale e tecnologia a infrarossi per la selezione e il riciclo dei materiali tessili.
"Con il Textile Hub di Prato apriamo una nuova stagione per la Toscana e per l’Italia - ha dichiarato Perra intervenendo al convegno di Utilitalia dedicato all’economia circolare - E’ un impianto che unisce innovazione e sostenibilità, trasformando gli scarti in nuova materia prima e restituendo valore a un settore simbolo del saper fare italiano. È un passo concreto verso un’economia circolare reale, non solo dichiarata".
Finanziato con risorse del Pnrr e con investimenti diretti di Plures Alia per un valore complessivo di 29,5 milioni di euro, il Textile Hub sorgerà su un’area di 24mila metri quadrati e potrà trattare fino a 33mila tonnellate di materiali all’anno, tra flussi di pre e post consumo, coprendo l’intero fabbisogno regionale. Circa la metà dei materiali proverrà direttamente dal distretto tessile pratese.
Sul piano tecnologico, l’impianto rappresenterà un salto di qualità senza precedenti: i sistemi di visione ottica e gli algoritmi di riconoscimento delle fibre permetteranno una selezione automatica dei materiali con altissima precisione, aumentando le percentuali di recupero e riducendo drasticamente gli scarti non valorizzabili. La conclusione dei lavori e il collaudo finale sono previsti per giugno 2026.

Braghetti "l'ho conosciuta, l'ho vista anni fa ad un convegno e le ho stretto la mano volentieri...". Giovanni Bachelet è il figlio di Vittorio Bachelet, vicepresidente del Csm ucciso il 12 febbraio dell''80 sulle scale della Sapienza dal fuoco brigatista, colpito a morte dalla terrorista Anna Laura Braghetti[1], scomparsa oggi a 72 anni.
Bachelet è un affermato fisico e proprio oggi sta partecipando, presso la sede del Csm -ex palazzo dei Marescialli, oggi intitolato al padre Vittorio- a un evento promosso dall'Associazione intitolata a suo papà, dove si ricorda l'ex capo dello Stato Giovanni Gronchi. Sollecitato dall'AdnKronos esordisce con "sì, lo so, la buona Anna Laura è morta, ma almeno dopo tanti anni di carcere, qualche anno da persona libera l'ha potuto fare...". Bachelet spiega il senso delle sue parole: "Sia mio padre, che anche Aldo Moro, che la Costituzione l'ha pure scritta, sarebbero di certo contenti che l'art.27 della Carta, almeno nel caso della Braghetti e di altri, è stato rispettato, la pena deve rieducare, dare un'altra possibilità...". Bachelet junior crede convintamente nella "funzione rieducativa della pena, che deve tendere al reinserimento sociale del condannato". E questo vale anche per chi gli ha portato via il padre.
La sua idea di perdono fu già chiara a ridosso dell'omicidio brigatista, in occasione del funerale dell'allora vicepresidente del Csm. "Preghiamo anche - disse in chiesa il 25enne Giovanni - per quelli che hanno colpito il mio papà perché, senza nulla togliere alla giustizia che deve trionfare, sulle nostre bocche ci sia sempre il perdono e mai la vendetta, sempre la vita e mai la richiesta della morte degli altri". Parole che sono le stesse ancora oggi, a distanza di 45 anni. "Mia mamma, che si chiama Miesi, ha ora 102 anni e questa -assicura- è sempre stata la sua posizione da sempre, come anche quella di mia sorella Maria Grazia".
"Mio zio Adolfo, che era più grande di papà, da prete andò spesso in carcere a trovare i terroristi, dando vita a un dialogo di riconciliazione tra vittime e assassini: qualche pagina nei suoi libri la Braghetti l'ha dedicata anche a lui". "Ora si incontreranno tutti in Paradiso, dove penso - lo dico da cristiano - ci sia posto per chi ha scontato la sua pena, pagando il prezzo previsto dalla legge sulla terra e ora si troverà di fronte all'Eterno...".
Per quanto concerne le cose di questo mondo, la pena della Braghetti - che è rimasta oltre 20 anni in carcere, per poi usufruire della semilibertà- è quanto Bachelet ritiene sia la vera giustizia terrena. "Quando avviene questo, quando la pena non è una condanna senza speranza, è un successo della nostra democrazia, della nostra Costituzione", ribadisce più volte, salendo sul taxi che lo porterà al ristorante per il pranzo con i membri dell'Associazione Bachelet, guidati dal presidente Renato Balduzzi. (di Francesco Saita)

Contro la guerra ibrida, Belgio e Germania rafforzano le 'difese anti-droni' e pianificano le prossime mosse contro le incursioni sempre più frequenti nei cieli europei.
Il Belgio fa il punto, le tre direttive
In Belgio, il Consiglio di Sicurezza nazionale è stato convocato con urgenza a seguito dell'ultima intrusione nell'area dell'aeroporto di Bruxelles e di quello di Liegi[1] martedì sera, con conseguente annullamento - solo ieri - di 54 voli. La riunione di questa mattina - che si è protratta per oltre due ore - è stata voluta dal ministro dell'Interno, per analizzare la minaccia e organizzare una risposta coordinata e nazionale a intrusioni che durano da settimane e che hanno interessato anche campi e basi militari[2].
Per l'intelligence, non ci sono dubbi sul fatto dietro queste intrusioni si nasconda un 'attore statale'. Fanno parte del Consiglio il premier e i suoi vice, diversi ministri (Giustizia, Difesa, Interni, Esteri), i capi della Polizia federale, dei servizi di intelligence, il Procuratore federale.
Al termine del Consiglio, i ministri interessati hanno dichiarato di voler lavorare lungo tre direttive: rilevamento droni, identificazione dei droni e attuazione di procedure per rispondere ai sorvoli vietati. Per quanto riguarda il rilevamento dei droni, una prima misura concreta sarà messa in campo con il supporto del Ministero della Difesa e della base aerea di Beauvechain: l'organizzazione di un centro nazionale di sorveglianza aerea, riporta Rtbf. Théo Francken, Ministro Federale della Difesa ha annunciato che questo centro sarà operativo dal 1° gennaio 2026.
La Germania e le 'minacce ibride'
In Germania il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha presieduto ieri la prima riunione del Consiglio di sicurezza nazionale, organo di recente creazione in Germania, e le "minacce ibride" della Russia sono state in cima all'agenda. Berlino ha più volte accusato Mosca di scatenare una guerra "ibrida", cioè in gran parte non convenzionale, che potrebbe includere atti di sabotaggio e campagne di disinformazione. "L'incontro si è concentrato sull'adozione di un piano d'azione interministeriale per contrastare le minacce ibride", ha detto il portavoce di Merz Stefan Kornelius in una dichiarazione.
Il piano include misure nei settori dello spionaggio e della protezione delle infrastrutture critiche, ha affermato. "Questa è la risposta del governo alla moltiplicazione e all'intensificazione delle minacce ibride contro la Germania, in particolare dalla Russia", ha aggiunto Kornelius. Negli ultimi mesi in Germania sono stati rilevati sorvoli di droni su aeroporti e siti militari sensibili.
A livello regionale inoltre, la minaccia rappresentata dai droni e dalla guerra ibrida sarà al centro domani di una riunione tra rappresentanti dei Laender della Germania settentrionale che intendono unirsi in uno sforzo congiunto di difesa. I ministri dell'Interno degli stati costieri della Germania settentrionale intendono sviluppare capacità di difesa anti-droni condivise "alla luce dell'aumento a livello nazionale dei sorvoli", hanno fatto sapere le autorità di Amburgo. I rappresentanti degli stati tedeschi che si affacciano sul Mar Baltico e sul Mare del Nord – Amburgo, Brema, Schleswig-Holstein, Bassa Sassonia e Meclemburgo-Pomerania Anteriore - si incontreranno domani. È prevista la partecipazione anche di funzionari della sicurezza, ricercatori esperti di droni e rappresentanti dell'industria.

"Per due anni praticamente non ho mangiato. Mangiavo una scatoletta di tonno e una mela ogni giorno". Laerte Pappalardo, figlio di Adriano Pappalardo, a La volta buona racconta la battaglia contro l'anoressia. Una lotta durata anni dopo la partecipazione all'Isola dei famosi nel 2003. "Prima di partire pesavo 71 chili, quando sono uscito dall'Isola pesavo 54. Mi piacevo da morire, poi cominciano una serie di problemi e si entra in una spirale", racconte oggi il 49enne.
"Era anoressia, può capitare a tutti. Si pensa che succeda solo alle donne, in realtà non è così. Io non mangiavo più. Per due anni praticamente non ho mangiato. Mangiavo una scatoletta di tonno e una mela ogni giorno, assumevo 270 calorie al giorno. So elencare tutti i grassi saturi, monoinsaturi e polinsaturi di un alimento. Ero in un loop infernale quando andavo al supermercato", racconta.
"Quando qualcuno mi diceva 'ti trovo meglio', dentro di me io stavo male. Sono arrivato a 51 chili, mi è scoppiata un'ascite improvvisa all'addome, un accumulo di liquido. Sono stato ricoverato immediatamente", dice ancora. "Poi, ho impiegato 5 anni per uscire da tutto questo. Mi sono ripreso da solo, ho cominciato a mangiare quando mi hanno prospettato l'ipotesi di ricorrere all'alimentazione con le flebo e quando il medico mi ha detto 'vuoi rivedere tuo figlio?...".

Fino a pochi anni fa una diagnosi di cheratocotono, patologia degenerativa della cornea, era quasi una condanna a perdere la vista. La caparbietà e le doti scientifiche di due fratelli italiani - il primo oculista, il secondo ingegnere biomedico - hanno cambiato il destino di questa malattia con la messa a punto di una tecnologia di alta precisione: la teranostica che unisce, per la prima volta, diagnostica molecolare per immagini e terapia personalizzata di alta precisione guidata dai dati. In Italia sono stati già eseguiti positivamente 600 interventi, 2mila in tutto nel mondo. E attualmente, con la certificazione Ce ottenuta dalla piattaforma C4v Chromo4vis di Regensight, anima della tecnologia, questa tecnica è disponibile in tutta Europa. Se ne è parlato in una conferenza stampa oggi a Roma, a pochi giorni dalla Giornata mondiale del cheratocono in calendario il 10 novembre.
Sono 100 milioni le persone che nel mondo soffrono di questa patologia e alle quali la teranostica può cambiare la vita, spiega Marco Lombardo all'Adnkronos Salute. "Il nostro dispositivo è stato certificato CE all'inizio dell'anno e quindi è disponibile in tutte le aree dell'Europa, ma è già utilizzato anche in Nord Africa, in Medio Oriente, in Europa orientale. Nel mondo in pochi mesi abbiamo superato i 2mila interventi : i centri di eccellenza che si occupano di questa patologia l'hanno adottata immediatamente. Anche perché anno per anno stanno aumentando le diagnosi ed è ormai chiaro che la malattia non è così rara come si pensava tanto tempo fa". In generale "sembra aumentata l'incidenza perché il cheratocono è molto legato alle congiuntiviti, alla patologia infiammatoria dell'occhio, soprattutto di tipo allergico".
Marco Lombardo spiega che "dopo l'introduzione della tecnologia nei vari centri di eccellenza del nostro Paese, rispetto allo studio clinico registrativo pubblicato su 'Oftalmology', abbiamo confermato l'accuratezza e la precisione del trattamento nel predire l'efficacia nel momento in cui si fa l'intervento. Ma soprattutto stiamo ottenendo nuove informazioni che ci consentono di valutare sempre meglio l'entità dell'effetto terapeutico. La macchina elabora tutti i dati secondo un algoritmo di machine learning: apprende durante ogni operazione chirurgica e quindi si evolve perché tutte le macchine sono collegate. Chiediamo, inoltre, a tutti i chirurghi utilizzatori di darci i dati dei controlli, ogni dato clinico. Così creiamo una conoscenza che permette di personalizzare sempre di più l'intervento". Il trattamento, continua il medico, "consiste in una prima fase in cui si mette a fuoco lo strumento sulla cornea e se ne acquisisce la fluorescenza naturale. Le fasi successive consistono nell'applicazione della riboflavina, che è la vitamina B2, e nell'illuminazione della cornea con la luce ultravioletta. In queste fasi la macchina dà i dati al chirurgo in tempo reale, guidandolo per far sì che l'intervento sia efficace nel momento in cui lo sta eseguendo, perché misura la risposta biologica della cornea alla riboflavina indicando la quantità giusta a contrastare le caratteristiche degenerative proprie del tessuto e a rinforzarlo. L'intervento, insomma, consiste nell'azione del chirurgo insieme all'utilizzo della vitamina B2. E' un trattamento combinato, guidato dai dati. L'intelligenza artificiale fa parte del sistema, ma alla base c'è una solida conoscenza creata dall'uomo, per dar vita a una tecnologia che assista il medico predicendo in corso d'opera l'efficacia dell'intervento stesso. La rivoluzione sta nel fatto che si va dritti e precisi al risultato".
Il dispositivo ideato dai fratelli Lombardo combina, insomma, le competenze cliniche e ingegneristiche. "Abbiamo creato uno strumento che sa modulare il trattamento in base alla risposta biologica della cornea", sottolinea Giuseppe Lombardo, "In questo modo evitiamo sia trattamenti troppo deboli sia eccessivi, garantendo sicurezza e risultati ripetibili". Dopo 10 anni di ricerca e sviluppo, studi preclinici e clinici, e pubblicazioni scientifiche internazionali, la piattaforma di teranostica è ora una realtà oltre che in alcuni centri di eccellenza in Italia e anche nel mondo.
L'obiettivo dei fratelli Lombardo è diffondere la teranostica nei centri di eccellenza a livello globale, offrendo a milioni di giovani pazienti nuove prospettive di trattamento e una vita libera dal timore di perdere la vista. "Comunicare ad un paziente giovane una diagnosi di una malattia che mette a rischio la qualità della sua vita futura è un grande peso. Il nostro lavoro ha reso possibile il cambiamento della narrazione per questa patologia", dice l'oculista. "Per i giovani che ricevono la diagnosi di cheratocono sapere che esiste una terapia capace di arrestare, con precisione e accuratezza, la progressione della malattia significa affrontare il futuro con una prospettiva completamente diversa", conclude il medico.
Dimostrazioni interattive della tecnica saranno disponibili prima e dopo il simposio scientifico 'Nuove frontiere nel trattamento del cheratocono', in programma domani all'interno del Congresso nazionale Aimo (Associazione italiana medici oculisti) - Siso (Società italiana di scienze oftalmologiche), in corso al Centro congressi La Nuvola di Roma.

"Capisco più Sinner che certa gente del Meridione. Jannik parla italiano bene". Flavio Briatore si esprime così a Realpolitik, programma condotto da Tommaso Labate su Rete 4, rispondendo ad una domanda su Jannik Sinner. L'azzurro, numero 1 del tennis mondiale, si appresta a difendere il titolo alle Atp Finals di Torino. Il 24enne altoatesino recentemente è finito al centro di polemiche dopo aver annunciato il no alla maglia azzurra per le finali di Coppa Davis, vinte nel 2023 e nel 2024.
"Sai qual è il problema? Sinner è un ragazzo normale. Parla tedesco bene, parla italiano bene, parla inglese bene. Parla tre lingue. Sinner è italiano, è nato in Italia. Io capisco più Sinner che certa gente del meridione che io non capisco", dice il manager.
Labate, meridionale, replica ironico: "Me compreso direi, rischio di finire in quel calderone". "Ho degli amici napoletani, quando parlano dovrei avere i sottotitoli. I napoletani sono italiani, i calabresi sono italiani. Noi abbiamo una persona che è un esempio", afferma Briatore, che in passato ha ripetutamente difeso Sinner anche dalle accuse legate alla residenza a Montecarlo e le cicliche polemiche legate al pagamento delle tasse.

Agenti dell'Ice sono entrati armati in un asilo privato di Chicago per arrestare una maestra davanti agli occhi di bambini e genitori attoniti. E' quanto denuncia un video che mostra il raid degli agenti dell'immigrazione nel cortile della scuola spagnola Rayito de Sol con gli agenti che entrano nell'atrio dell'edificio rincorrendo la donna, poi trascinata via mentre gridava "tengo papeles", cioè "ho i documenti" in regola.
Interpellati dal Washington Post, altri insegnanti e i genitori, che alle 7 del mattino stavano accompagnando i loro figli, hanno detto che, di fronte agli agenti che indossavano solo una pettorina con scritto 'Police', hanno pensato che la scuola fosse sotto attacco e sono corsi a nascondersi nelle aule o tornati fuori nelle loro auto. L'arresto risulta essere il primo effettuato durante la campagna di deportazioni lanciata da Donald Trump in una scuola.
A gennaio l'amministrazione Trump ha abolito la misura adottata dalla precedente amministrazione Biden, riprendendo una di Obama, che vietava agli agenti dell'Ice di entrare in chiese, scuole, ospedali, definiti "luoghi sensibili", per effettuare arresti. Ma da allora ci sono stati pochi arresti di questo tipo e il dipartimento per la Sicurezza Interna ha detto che non intende prendere di mira le scuole.
"Se possono fare questo in una scuola dove ci sono i bambini, dove si fermeranno?", ha detto Matt Martin, consigliere di Chicago, la città dove da settimane si stanno concentrando i raid anti-immigrati, affermando che gli agenti hanno arrestato la maestra anche se i dirigenti della scuola hanno mostrato loro i suoi documenti, compreso il permesso di lavoro. Non solo, dopo l'arresto gli agenti sono rimasti nella scuola ed hanno interrogato diversi adulti. "Nessun bambino deve essere terrorizzato nella sua scuola, questa è una violazione della fiducia pubblica", ha dichiarato il deputato dem Mike Quigley.
Secondo l'Ice, gli agenti avevano cercato di fermare l'auto a bordo della quale viaggiava la donna, che invece ha raggiunto la scuola facendo uscire la maestra che è corsa al suo interno. La portavoce Tricia McLaughlin ha poi detto che l'arresto non è avvenuto all'interno della scuola, ma nell'atrio, accusando la donna di aver poi mentito sulla sua identità, e sostenendo che si tratta di Diana Santillana Galeano della Colombia, entrata nel 2023 e che il mese scorso avrebbe pagato i trafficanti per far entrare due figli adolescenti dal Texas.
"E' una persona straordinaria, una madre, un eccellente membro della comunità, non sappiamo assolutamente perché sia stata presa di mira", ha detto Tarda Goodarzi, un'avvocata che ha i figli nella scuola.

"La pelle è un organo, non un involucro statico, la superficie di incontro tra l'ambiente esterno e quello interno. Ciò che fa male alla pelle fa male all'ambiente e viceversa. Ecco perché è davvero importante parlare di ecodermocompatibilità, oggi declinata su una tematica importante come gli interferenti endocrini". Lo spiega Pucci Romano, dermatologa, docente di Tecniche dermatologiche applicate alla cosmetologia presso l'università Cattolica del Sacro Cuore e presidente Skineco, Associazione internazionale di dermatologia ecologica, ideatrice e coordinatrice scientifica dell'evento 'I perturbatori endocrini. Salute, ambiente e strategie di prevenzione dermatologica', in programma sabato 8 novembre a Roma. Per la prima volta dermatologi, endocrinologi, pediatri, cosmetologi, chimici ed esperti del settore ambientale si confrontano sui perturbatori endocrini e sull'importanza dell'ecocompatibilità e della dermocompatibilità.
Secondo la definizione dell'Oms, i perturbatori endocrini sono "una sostanza o miscela di sostanze esogene che alterano la funzione o le funzioni del sistema endocrino e, pertanto, possono causare effetti nocivi sulla salute di un organismo intatto, o la sua progenie, o le (sotto)popolazioni". Nel 2021 il Rapporto Anses - Agenzia nazionale per l'alimentazione, l'ambiente e la salute e la sicurezza sul lavoro francese ha identificato ben 906 sostanze da attenzionare, presenti in molte categorie di uso quotidiano: non solo pesticidi e diserbanti, ma anche plastica e cosmetici. Ogni giorno la pelle viene a contatto con almeno 500 sostanze presenti nei cosmetici: ci sono infatti circa 31 componenti in un balsamo, 45 in una crema da giorno, 28 in un bagnoschiuma, ben 40 in una lacca per capelli.
"Purtroppo il sicuro per legge non esiste - precisa Romano - dobbiamo affidarci al principio di precauzione. Nel caso dei perturbatori endocrini la pelle fa da tramite, si lascia ingannare da queste sostanze e mette il semaforo verde. In questo modo penetrano al suo interno con un meccanismo simil-ormonale. E le conseguenze sono molteplici. Tra queste, l'aumento dell'endometriosi, infertilità maschile, pubertà precoce o tardiva, disturbi del neuro-sviluppo".
Colao, 'molte di queste sostanze mimano l'azione di estrogeni e testosterone anticipando la pubertà'
Obesità e pubertà precoce sono alcune tra le conseguenze. "Gli inquinanti ambientali agiscono come veri e propri interferenti endocrini, in grado di alterare profondamente l'equilibrio ormonale dell'organismo - afferma Annamaria Colao, vice presidente del Consiglio superiore di sanità, professore ordinario di Endocrinologia e Malattie del metabolismo dell'università Federico II di Napoli - L'aumento dell'obesità osservato negli ultimi decenni è in parte correlato alla diffusione di queste sostanze, che interferiscono con i meccanismi di regolazione metabolica. Tutti gli inquinanti condividono la capacità di comportarsi come ormoni o di legarsi ai loro stessi recettori, modulandone o inibendone gli effetti fisiologici. Molte di queste sostanze mimano l'azione di estrogeni e testosterone, anticipando la pubertà o alterando la normale funzione riproduttiva. I derivati fluorurati mostrano effetti tossici sugli spermatozoi e tendono a depositarsi nei tessuti, così come altri composti che si accumulano negli organi endocrini, dove il metabolismo più lento ne rallenta l'eliminazione. L'esposizione a metalli pesanti come ferro, piombo e manganese può determinare ipofunzione endocrina, soprattutto a carico della tiroide, la cui infiammazione autoimmune, come nella tiroidite di Hashimoto, risulta oggi in costante aumento".
I danni sullo sviluppo dei bambini. "I perturbatori endocrini rappresentano una oggettiva emergenza di salute pubblica, perché la popolazione è esposta diffusamente attraverso oggetti di uso comune come la plastica, sostanze chimiche industriali, pesticidi. Interferenti endocrini sono contenuti in alcuni tipi di creme solari - avverte Annamaria Moschetti, pediatra dell'Isde (Associazione medici per l'ambiente), coordinatrice del gruppo di lavoro sull'ambiente dell'Ordine dei medici di Taranto - Queste sostanze possono agire anche a basse dosi. Ci sono prove di effetti sullo sviluppo neurologico dei bambini, come disturbi dello spettro autistico e disturbo da iperattività e disattenzione, aggressività e disturbi della condotta, patologie in forte aumento negli ultimi decenni. In ossequio al principio di precauzione, sono indispensabili azioni urgenti a tutela della salute pubblica, tra cui limitare fortemente la produzione e l'uso della plastica".
Verso un'etichetta trasparente. "Il problema dei perturbatori endocrini c'è e va comunicato al cliente finale, sulla base del principio di precauzione citato nell'articolo 191 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea - sottolinea Fabrizio Zago, chimico industriale, esperto di biodegradabilità e bioeco-compatibilità e membro Skineco - Tale principio impone che, in presenza di un dubbio fondato circa la sicurezza di una sostanza o di un prodotto, si adotti sempre l'approccio più cautelativo. Gli interferenti endocrini possono agire sugli esseri umani, sugli organismi viventi in natura e sull'ambiente, dove tendono ad accumularsi. Per quanto riguarda gli effetti sugli esseri umani, le sostanze vengono distinte in categoria 1, riconosciute con certezza come interferenti endocrini, e categoria 2, per le quali esiste un sospetto fondato, ma non ancora confermato. Per fortuna, a partire dal 1° marzo 2026, sarà obbligatorio indicare in etichetta la presenza di perturbatori endocrini. Questo garantirà maggiore trasparenza e tutela della salute pubblica".
'Un'alimentazione antinfiammatoria, eventualmente associata a periodi di digiuno controllato, può favorire i processi di depurazione naturale'
Cosa possiamo fare" "La prevenzione individuale rimane fondamentale – continua Colao - E' consigliabile evitare i cibi ultraprocessati, preferendo alimenti freschi e di alta qualità, cucinati a casa a basse temperature. Un'alimentazione antinfiammatoria, eventualmente associata a periodi di digiuno controllato, può favorire i processi di depurazione naturale dell'organismo. Tuttavia, in un mondo sempre più globalizzato e contaminato, appare chiaro che gli interferenti endocrini, governando silenziosamente molti aspetti della nostra fisiologia, contribuiscano anche all'aumento dei disturbi metabolici e ormonali, inclusa l'obesità".
"Ciò che fa male alla pelle fa male all'ambiente e viceversa. Perciò la scelta dovrebbe orientarsi verso cosmetici ecodermocompatibili. In particolare un cosmetico deve rispondere a due esigenze: l'affinità con la pelle (dermo-compatibilità), ossia la compatibilità del prodotto con l'ecosistema cutaneo, e il rispetto per l'ambiente ovvero l'ecologicità, che riguarda tutta la filiera produttiva, dalla composizione al packaging, al corretto smaltimento. Questo perché tutto ciò che ci spalmiamo addosso, attraverso l'acqua, va a finire nei fiumi e da lì nel mare, rischiando di inquinare interi ecosistemi. Inoltre, dobbiamo educare il consumatore a leggere l'Inci, ossia la lista degli ingredienti contenuti in un cosmetico, elencati in ordine di quantità dalla percentuale più elevata", conclude Romano.

Giulia De Lellis sta vivendo le prime settimane da mamma insieme alla piccola Priscilla, nata dall’amore con il rapper Tony Effe. L’influencer, che ha partorito a Roma, è tornata ora a Milano e ha condiviso con i suoi follower le emozioni di questo nuovo capitolo della sua vita.
In un video pubblicato su Instagram, De Lellis ha raccontato come sta affrontando questo nuovo periodo tra maternità e impegni professionali: "Siamo ufficialmente tornati a Milano e abbiamo iniziato questa nuova vita in tre, che è molto faticosa ma ovviamente meravigliosa", ha spiegato.
"È intenso – ha continuato De Lellis -. Quando ti dicono che un figlio ti cambia la vita non è un modo di dire. Sembra una frase fatta, ma non lo è: prendetela alla lettera. È un cambiamento che, se siete disposti a fare e lo affrontate con consapevolezza, è meraviglioso".
L'influencer aveva raccontato di aver avuto una febbre da mastite[1], un'infiammazione al seno comune nel post partum: "Sono rimasta a letto una settimana con 39 di febbre", aveva detto.
Riconoscimento per la tesi "La voce pungente del Corriere"...
Il medico Roberto Pili: 'esempio virtuoso di rete territoriale'... Torre dei Conti, appello degli inquirenti: "Chi ha video del primo crollo si rivolga ai carabinieri"

Chi ha assistito al primo crollo della Torre dei Conti a Roma e ha girato video, si rivolga ai carabinieri della Compagnia di Roma Centro. E' l'appello degli inquirenti che indagano sul crollo della ai Fori Imperiali costato la vita a Octay Stroici, l'operaio 66enne di origini romene rimasto per oltre 11 ore sotto le macerie. L’obiettivo è raccogliere elementi che potrebbero tornare utili per ricostruire i primi momenti del crollo.
I pm intanto hanno acquisito tutti gli atti relativi ai lavori, dai documenti relativi alla gara per verificare i requisiti delle tre aziende appaltatrici a quelli precedenti sull’iter seguito per l’affidamento per valutare la correttezza della procedura amministrativa, così come il decreto del 2022 che ha stabilito l’intervento e la relazione tecnica datata 30 maggio 2025 che potrebbe aver certificato la sicurezza strutturale dell’edificio.
Oltre ai lavoratori e i titolari delle tre società appaltatrici, gli inquirenti ascolteranno tutti coloro che avrebbero lanciato alert su possibili rischi di cedimento della struttura. Nell’inchiesta, coordinata dal pool di magistrati composto dai procuratori aggiunti Antonino Di Maio e Giovanni Conzo con i pm Mario Dovinola e Fabio Santoni, si procede, al momento contro ignoti, per disastro colposo e omicidio e lesioni colposi commessi in violazione della norma antinfortunistica.

"Dal 9 ottobre sono entrate in vigore nuove regole sui bonifici istantanei in Europa. Queste obbligano le banche a offrire il servizio gratuitamente, a costi non superiori a quelli dei bonifici ordinari, e a implementare la verifica del beneficiario (verification of payee - VoP). Questo sistema controlla la corrispondenza tra il nome del beneficiario e l'Iban, riducendo i rischi di frodi ed errori, anche se il cliente può decidere di procedere pure in caso di discrepanze. Le nuove regole riducono notevolmente i rischi nel processo di condivisione dei bonifici, ma sarebbe un errore abbassare la guardia e pensare che le problematiche siano destinate a scomparire in breve tempo. Come in Sis Id abbiamo individuato che le frodi possono essere supportate a loro volta da un utilizzo criminoso dell’Intelligenza artificiale". E' quanto dice di Anna Ongaro, country manager per l’Italia di Sis Id.
"Mentre il volume complessivo delle frodi continua a crescere - spiega - i metodi operativi cambiano volto: furto d’identità, deepfake vocali, falsificazione di Iban, phishing mirato. In questo contesto, da alcuni anni le istituzioni finanziarie investono massicciamente nell’Intelligenza artificiale. Oggi, quasi nove operatori finanziari su dieci utilizzano modelli capaci di rilevare anomalie, valutare i rischi o analizzare il comportamento delle transazioni. Il risultato: costi di trattamento dimezzati e una capacità di rilevamento che può raggiungere il 95%".
"Ma con l’avanzare della tecnologia - avverte - il fronte si sposta. I truffatori usano gli stessi strumenti: l’Ia generativa per creare falsi ordini di bonifico, sintesi vocale per imitare dirigenti, falsificazione di documenti in pochi secondi. Secondo i dati del Boston consulting group, solo il 25% delle banche si dichiara pronta a integrare in modo sicuro modelli generativi e agentivi nei propri sistemi di protezione. In altre parole, la battaglia non riguarda più l’adozione dell’Ia, ma la qualità della sua gestione: supervisionare, spiegare, controllare. E' questa la sfida per fare conto su un’Ia affidabile".
"Per conciliare efficacia e riservatezza - fa notare - si impone una soluzione: il 'federated learning’'. L'apprendimento federato è un metodo di machine learning decentralizzato e collaborativo che permette di addestrare un modello senza che i dati privati vengano trasferiti da dispositivi locali a un server centrale. Il principio è semplice ma efficace: ogni attore – banca, impresa, fintech – addestra localmente un modello di Ia sui propri dati. Invece di centralizzare i file, si condividono solo i parametri aggiornati. Questi contributi vengono poi aggregati per produrre un modello globale, più robusto, senza che i dati sensibili lascino mai il loro ambiente d’origine".
"Perché questo approccio convince? Perché rispetta la sovranità dei dati e il Gdpr; inoltre, rileva schemi di frode trasversali che nessun attore vedrebbe da solo; infine, migliora la precisione del 20% in media senza scambio di dati grezzi. L’idea richiama, in un certo senso, le logiche comunitarie già note nella cybersicurezza: più aziende condividono gli allarmi per rafforzare la difesa collettiva. Applicata al settore finanziario, questa intelligenza distribuita apre la strada a una cooperazione antifrode di nuova generazione, capace di evolversi al ritmo delle minacce", prosegue.
"Le imprese - osserva - spesso prime vittime, individuano segnali deboli nei pagamenti o nelle catene di fornitura. Le banche, dal canto loro, dispongono di una visione d’insieme dei flussi e di strumenti di rilevamento in tempo reale. Eppure, questi due mondi condividono ancora troppo poche informazioni. Creando basi di allerta condivise e protocolli comuni di segnalazione, potrebbero anticipare meglio gli attacchi e limitarne la diffusione. Esistono già iniziative pionieristiche. L’alleanza tra Nasdaq Verafin e Biocatch copre 2.600 istituzioni finanziarie e oltre 10.000 miliardi di dollari in attivi, mentre Mastercard decision intelligence ha triplicato l’efficacia del rilevamento riducendo i falsi positivi del 22%. Ma questi progressi restano spesso isolati. Per diventare la norma, devono essere inseriti in un quadro comune, sostenuto e riconosciuto dai regolatori".
"L’Europa - ricorda - ha già posto le basi di questo terzo pilastro: quello della regolamentazione di fiducia. Tre testi costituiscono oggi il fondamento di questo approccio: il Gdpr, garante della protezione dei dati; il regolamento Dora, che impone una maggiore resilienza digitale alle istituzioni finanziarie; infine, l’Ai Act, il Regolamento sull'Intelligenza Artificiale dell'Unione Europea che regolamenta l’uso etico dell’Ia. Queste regole non sono ostacoli: offrono, al contrario, una base comune di cooperazione. Favorendo la trasparenza e la tracciabilità dei modelli, permettono a banche e imprese di collaborare sotto supervisione pubblica, in un clima di fiducia giuridica".
"In Francia, la verifica automatizzata dei beneficiari dei bonifici (Vop o Verification of payee), promossa dai regolatori, illustra questa convergenza tra innovazione e sicurezza. Essa mira a stimolare e obbligare la comunicazione e la collaborazione tra i diversi organismi di pagamento, ma anche con i loro clienti aziendali. L’obiettivo è arrivare a un insieme di dati ‘’sani’’ e quindi a flussi di pagamento sicuri. Domani, una rete europea di segnalazione automatizzata potrebbe proseguire questa dinamica: una piattaforma comune, sotto controllo delle autorità, per collegare i segnali di frode rilevati in ciascun paese membro", continua.
"Per essere efficace - sottolinea - il contrasto alla frode deve basarsi su un triangolo di fiducia: in primo luogo, le imprese, principali sentinelle’; poi le banche, custodi dei flussi; infine, le autorità pubbliche, garanti del quadro e della neutralità. L'apprendimento federato, associato a un quadro normativo rigoroso, dimostra che è possibile coniugare innovazione, riservatezza e solidarietà tecnologica. Di fronte a frodi ormai potenziate, solo una risposta collettiva - tecnologica, umana e istituzionale - permetterà di preservare la fiducia, quel fattore invisibile senza il quale nessuna economia può reggere".

Documenti e dati sono i capisaldi della difesa civica. E il difensore civico è colui che accorcia la distanza tra l’amministrazione e la cittadinanza. Questi i temi principali analizzati oggi nell’incontro dal titolo “Il diritto di accesso ai documenti, ai dati e all’informazione. Trasparenza reale e strumenti di tutela”, organizzato nella Sala Mechelli del Consiglio Regionale del Lazio. L’incontro è stato promosso dal Difensore Civico della Regione Lazio e Presidente del Coordinamento nazionale dei Difensori civici delle Regioni e delle Province Autonome italiane, Marino Fardelli. L’iniziativa nasce per approfondire il tema del diritto di accesso ai documenti, ai dati e alle informazioni pubbliche, considerato un pilastro essenziale della democrazia amministrativa e un indice di qualità della pubblica amministrazione.
Negli ultimi anni la trasparenza ha assunto un ruolo centrale, con l’introduzione dell’accesso civico e il potenziamento degli strumenti di tutela che consentono ai cittadini di partecipare attivamente alla vita pubblica e di esercitare un controllo diffuso sull’operato delle istituzioni. La trasparenza non è soltanto un obbligo per le amministrazioni, ma un diritto dei cittadini e una garanzia di democrazia. Una giornata aperta ai ragazzi che hanno potuto partecipare a tutti gli interventi, divisi in due differenti panel. Ad aprire i lavori Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio Regionale del Lazio e presidente della Conferenza delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province Autonome italiane, che, “ringraziando gli organizzatori”, si dice anche “consapevole dell’importanza dell’incontro soprattutto di questi tempi”. Tra gli interventi anche Giuseppe Busia, presidente dell’autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), che definisce l’appuntamento “una bellissima e importantissima iniziativa, perché i cittadini devono essere inclusi e avere accesso completo alle informazioni”. Per Fardelli si tratta di “includere il più possibile i giovani che saranno i cittadini di domani”.
Tra gli ospiti anche Guido Giusti, difensore civico della Regione Emilia-Romagna e vicepresidente del Coordinamento nazionale dei Difensori civici delle Regioni e delle Province Autonome Italiane, che sostiene che “l’accesso agli atti rappresenta un caposaldo della democrazia”. Per Paola Baldovino, difensore civico della Regione Piemonte e vicepresidente del Coordinamento nazionale dei Difensori Civici delle Regioni e Province Autonome Italiane, “è fondamentale appassionare i ragazzi alle materie giuridiche, ed è per questo che momenti come questo sono importanti”. Per Sergio Santoro, presidente onorario del Consiglio di Stato, “è giusto parlare di strumenti perché senza gli strumenti giusti questo diritto non si realizza, questo diritto alla conoscenza”.

Si è tenuta oggi la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2025/2026 dell’Universitas Mercatorum, l’Università delle camere di commercio italiane del Gruppo Multiversity, leader in Italia nel settore dell’education. Un appuntamento dedicato all’innovazione, alla creatività e alla formazione come leve strategiche per la competitività del sistema produttivo, in un contesto di trasformazioni globali. L’evento, presieduto dal rettore Giovanni Cannata, ha visto la partecipazione di rappresentanti del mondo accademico, istituzionale e imprenditoriale.
Durante la cerimonia è stata conferita la laurea magistrale honoris causa in Comunicazione digitale e marketing ad Alberta Ferretti, cavaliere del lavoro e imprenditrice della moda italiana, alla presenza della preside della facoltà di Scienze della società e della comunicazione Alessandra Micozzi, che ha tenuto la laudatio. La laurea riconosce il contributo di Alberta Ferretti alla valorizzazione del Made in Italy e alla costruzione di un modello di impresa fondato su creatività, cultura e responsabilità sociale.
“Ricevere questa laurea magistrale honoris causa è per me un riconoscimento che va oltre la mia persona: celebra il valore del Made in Italy, la forza della creatività e la responsabilità che abbiamo come imprenditori nel rappresentare la nostra cultura nel mondo”, dichiara Alberta Ferretti. “Accolgo questo onore con profonda emozione, come un invito a continuare a dialogare con le nuove generazioni. La comunicazione digitale ha trasformato il modo di raccontare la moda, ma non i suoi valori fondamentali: autenticità, bellezza e rispetto per il lavoro umano. Credo profondamente che la moda sia un linguaggio universale capace di unire estetica, etica e visione”.
Giovanni Cannata, rettore di Universitas Mercatorum, ha commentato “Il conferimento di questa laurea honoris causa rappresenta non solo un meritato riconoscimento personale per Alberta Ferretti, per il valore autentico e la bellezza che ha saputo generare attraverso le sue creazioni, ma anche un omaggio al grande patrimonio culturale, creativo e imprenditoriale che la moda italiana incarna nel mondo. L’Universitas Mercatorum consolida il suo ruolo di università digitale all’avanguardia, nata dalle imprese per le imprese, e impegnata nella riduzione delle disuguaglianze educative e sociali attraverso una formazione accessibile, di qualità e inclusiva. L’innovazione e il sapere sono strumenti fondamentali per promuovere una società più equa, competitiva e sostenibile. A tutti i nostri studenti, veri protagonisti del cambiamento, auguro di affrontare con entusiasmo questo nuovo anno accademico”.
Nel corso della cerimonia, Giuliano Amato, professore emerito dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza e dell’Istituto universitario europeo, ha tenuto la lectio magistralis dal titolo 'La formazione della classe dirigente'. Nel suo intervento ha riflettuto sul ruolo della conoscenza in tempi di cambiamenti accelerati e di come le università rappresentino un elemento fondante per la formazione di una classe dirigente competente e animata dal senso civico.
“Oggi - ha aggiunto Amato - mancano nella formazione della classe dirigente quei fondamentali processi che avvenivano nei partiti. Il disegno dei costituenti vedeva nella preparazione delle classi intermedie la chiave per la gestione degli interessi comuni. Meccanismo che si è appannato, perché le formazioni intermedie vivono sovrastate dal cicaleccio dei social, che dominano la comunicazione. Rendendo i cittadini non classe dirigente, ma influencers. Sono ancora centrali i formatori di sapere, le università, le scuole di eccellenza, anche se le competenze fuggono verso le attività professionali o di impresa, lasciando ad altri la gestione degli affari comuni”.
I saluti istituzionali di Luciano Violante, presidente di Multiversity, Fabio Vaccarono, ceo di Multiversity e presidente di Universitas Mercatorum, e Andrea Prete, presidente di Unioncamere, hanno sottolineato la missione condivisa di un sistema formativo aperto, dinamico e orientato all’innovazione. “Noi di Mercatorum e di Multiversity potremmo rinchiuderci nei nostri successi, nei nostri prestigiosi risultati; ma verremmo meno a un dovere nei confronti del Paese. Il mondo delle Università non può considerarsi un sistema di monadi, un istituto sconnesso dagli altri. C’è bisogno di sinergia, di qualità e di spirito di servizio. Per essere presenti sulle frontiere dello sviluppo, energia, spazio, fondali marini, digitale, è richiesta una formazione del capitale umano adeguata” ha affermato Luciano Violante, presidente di Multiversity. “Pertanto, è necessaria una forte cooperazione tra tutte le università di qualità, pubbliche e private, analogiche e digitali, mettendo da parte le divisività e facendo leva su quello che ci unisce: dare una formazione adeguata alle giovani generazioni. Dobbiamo testardamente trovare il modo di dialogare e costruire insieme, ne abbiamo il dovere e la responsabilità”.
“Con l’intelligenza artificiale, coniugare creatività e competenze digitali pone le basi per un futuro sostenibile e inclusivo. E' la sintesi tra ingegno e sensibilità che caratterizza il percorso di Alberta Ferretti, unione tra imprese e cultura, e la visione del professore Giuliano Amato, con la formazione al centro di libertà e coesione sociale. L’Università Mercatorum interpreta questo dialogo tra innovazione e tradizione, per accompagnare studenti e imprese nella costruzione del domani” ha evidenziato Fabio Vaccarono, ceo di Multiversity e presidente dell’Universitas Mercatorum.
“Universitas Mercatorum è un punto di riferimento del sistema delle università telematiche e non solo. Siamo convinti, come Unioncamere, che in questa fase storica il possesso dei saperi conti più del possesso dei mezzi di produzione e la preparazione del capitale umano sia il fattore più importante all’interno delle imprese. Di qui la rilevanza di un ateneo come questo”, ha osservato Andrea Prete, presidente Unioncamere.
Dai look hot al ring, Sydney Sweeney diventa la pugile Christy: "Duro allenamento e 15 chili in più"

Guantoni, lividi, sacrifici e sudore: Sydney Sweeney abbandona il glamour di Hollywood per entrare sul ring come Christy Martin, la pugile donna di maggior successo degli Anni' 90, che interpreta nel film 'Christy', diretto da David Michôd e presentato in anteprima al Toronto Film Festival. "Prima di arrivare sul set, mi sono allenata per circa tre mesi: ogni giorno facevo un'ora di pesi al mattino, tre di boxe e un'altra di pesi la sera. In questo percorso, sono stata seguita da un preparatore atletico e da una nutrizionista per aumentare di peso, ho preso 16 chili", racconta l'attrice, in collegamento da Los Angeles. "Questo ruolo è stata una sfida fisica e mentale: ho chiesto alle donne che erano con me sul ring di colpirmi forte. In quei momenti, state guardando me che realizzo il sogno di essere una pugile".
Nelle sale americane dal 7 novembre (per l'Italia non c'è ancora una data di uscita), 'Christy', di cui Sweeney è anche produttrice, non è solo un biopic sportivo. È una storia di riscatto in un ambiente dominato dagli uomini: è stata la prima donna a comparire sulla copertina di 'Sports Illustrated', è rimasta imbattuta per un decennio ed è stata la prima donna a entrare in una Hall of Fame di boxe. E mentre incassava colpi e successi sul ring, ha affrontato una relazione violenta e tossica con il suo allenatore e marito Jim Martin tra le mura di casa. "Penso che sia necessario mostrare le donne come individui complessi. Noi abbiamo molteplici sfaccettature, non siamo una cosa sola", dichiara l'attrice. "È necessario mostrare che si può essere forti, come Christy, anche quando si è vittima di abusi, e che si può uscire da situazioni del genere trovando la forza dentro di noi per rialzarci. Può capitare a chiunque", dice la star della serie 'Euphoria'. "Christy è una delle donne più ispiranti e straordinarie che abbia mai conosciuto", conclude.
Alla voce 'attrice del momento' c'è il nome di Sydney Sweeney. Di recente, ha fatto parlare di sé per aver sfoggiato un abito trasparente al Gala 'Power of Women'. E non solo. È al centro di una polemica a seguito di una campagna pubblicitaria per un paio di jeans[1], il cui slogan recita 'Sydney Sweeney has good jeans', dove la parola 'jeans' si pronuncia come 'genes' ('geni'). Ma questo gioco di parole non è andato giù a molti, che hanno accusato il brand di promuovere un canone estetico bianco e stereotipato. A metterci il carico, ci ha pensato il presidente degli Stati Uniti[2] Donald Trump, che sul social Truth ha scritto: "Sydney Sweeney, registrata come elettrice repubblicana, è la protagonista della pubblicità più 'hot' in circolazione", accusando così i progressisti di 'cancel culture'. L'attrice, dopo giorni di silenzio, ha commentato la polemica: "Io so chi sono e so quali sono i miei valori. So che sono una persona gentile e che amo tanto. Quindi non lascio che gli altri mi definiscano. Ho fatto una pubblicità di un jeans. La reazione mi ha colto decisamente di sorpresa, ma io adoro i jeans. Li indosso sempre". Mentre ha definito "surreale" la dichiarazione di Trump. "Ho letto tanti articoli che parlavano di un calo delle vendite nei negozi, ma non è vero". Ma tutto questo chiacchiericcio "non mi fa né caldo e né freddo", assicura l'attrice. (di Lucrezia Leombruni)
Esercitazione al Porto di Napoli, coinvolte Sardegna e Sicilia... 
"Dai dati del ministero della Salute, visibili anche sul sito, sappiamo che in Italia si associano al fumo di sigaretta 93mila decessi all'anno. Circa 2 terzi (oltre 60mila) sono prevalentemente legati al cancro del polmone, ma non solo. Il fumo di sigaretta è il più diffuso fattore di rischio del cancro della vescica. Ma 93mila morti ogni anno non solo sono una strage, ma rappresentano un peso anche economico per il Servizio sanitario nazionale, che si stima essere oltre 25 miliardi di euro. Da qui l'idea di promuovere la campagna contro il fumo 'Aumentare di 5 euro il prezzo delle sigarette e dei prodotti da fumo', che ci vede al fianco di Fondazione Aiom, Airc e Fondazione Veronesi, perché non possiamo assistere senza reagire a quanto il fumo di sigaretta e anche i nuovi prodotti arrecano danno a chi li utilizza e alla nostra comunità". Così Francesco Perrone, presidente di Aiom - Associazione italiana oncologia medica, intervendo alla presentazione dell'iniziativa in un convegno nazionale al Senato promosso da Aiom alla vigilia del suo XXVII Congresso nazionale, su iniziativa della vicepresidente del Senato Mariolina Castellone.
"Si riconosce e si attribuisce al fumo un numero impressionante di morti per anno in Italia, per cancro al polmone, che ovviamente è il più frequente, ma anche per altri tipi di tumore come il cancro della vescica e per altre patologie, cardiovascolari e respiratorie - spiega Perrone - E' un'abitudine, comprendiamo non è semplice smettere, ma siamo convinti che l'aumento drastico del prezzo sia la strategia più efficace. Ci sono segnali in tal senso in altri Paesi europei che hanno implementato politiche di questo tipo, e per tale motivo raccoglieremo le firme e speriamo di riuscire nell'arco di qualche mese a ottenere una discussione in Parlamento di una legge che preveda un incremento drastico del prezzo dei prodotti da fumo".
"Nessuno nega che il finanziamento del Ssn stia crescendo nel corso di questi anni, il problema è che non basta e questo significa che bisogna in qualche modo che tutti facciamo la nostra parte - sottolinea il presidente di Aiom - Noi continueremo a dire che se un 40% dei tumori è associato in qualche modo a un fattore di rischio, di questo 40% la metà è associato al fumo e questo significa che il fumo è la priorità assoluta se vogliamo agire e fare qualcosa per senso di responsabilità nei confronti dei singoli cittadini e della collettività". E sul Ssn: "E' un bene di cui il Paese non può assolutamente fare a meno. Ma questo Servizio sanitario nazionale pubblico si regge e continuerà a reggersi e a funzionare se viene finanziato adeguatamente, se riusciamo a razionalizzare l'uso delle risorse, ma anche se riusciamo a ridurre il carico di malattia. Ridurre il carico di malattia significa fare opinione e fare azioni per ridurre l'impatto della patologia, prima di tutto il fumo", conclude Perrone.

"Siamo contenti di avere al nostro fianco Fondazione Airc e Fondazione Veronesi, oltre alle istituzioni, nella lotta contro il fumo, resa necessaria dai dati epidemiologici e clinici. Le campagne fatte finora non hanno prodotto i risultati sperati, non hanno cambiato in maniera soddisfacente le abitudini al fumo. Ora invece è necessaria un'azione drastica per ridurre l'abitudine al fumo, come un aumento importante del costo delle sigarette e dei prodotti del tabacco. Sappiamo che nell'immediato questo provvedimento rappresenterà per i fumatori un disagio, ma nel tempo potrebbe portare a un doppio vantaggio: disincentivare l'acquisto dei prodotti e quindi fare in modo che i tabagisti smettano di fumare, e fare in modo che lo Stato incassi più soldi che noi chiediamo vengano impiegati per potenziare il Servizio sanitario nazionale". Così all'Adnkronos Salute Massimo Di Maio, presidente eletto di Aiom - Associazione italiana oncologia medica, intervendo alla presentazione della proposta di legge di iniziativa popolare contro il fumo voluta da Aiom, Fondazione Aiom, Fondazione Airc e Fondazione Veronesi, in un convegno nazionale al Senato promosso da Aiom alla vigilia del suo XXVII congresso nazionale, su iniziativa della vicepresidente del Senato Mariolina Castellone.
"L'avvio della raccolta di firme per aumentare di 5 euro il prezzo delle sigarette è quel che noi chiamiamo un 'win-win', uno strumento deterrente al tempo stesso virtuoso per le casse del Ssn - spiega Di Maio - Il prezzo italiano delle sigarette è più basso rispetto a quello di altri Paesi europei come Francia e Svizzera. Quindi semplicemente noi stiamo chiedendo di uniformare questo prezzo per scoraggiare le persone a fumare, al pari di quanto fanno già le altre nazioni. Quei soldi sarebbero destinati al Servizio sanitario nazionale per la prevenzione, perché in Italia sulla prevenzione investiamo appena il 5% del Fondo sanitario nazionale".
Sono 32 gli agenti che hanno risposto all'appello dell'Avis... Altri articoli …
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