
(Adnkronos) - "La nuova terapia farmacologica per la sindrome della vescica iperattiva si integra perfettamente nel piano di sviluppo di Pierre Fabre, che è quello di portare aiuto alle persone affette da patologie ad alto impatto sociale, e sicuramente la vescica iperattiva è una di queste. In Italia ne soffrono circa 3 milioni di persone e sappiamo da un'indagine europea che solo il 40% si rivolge al medico per affrontare la patologia e i sintomi". Lo ha detto Maria Elena Soffientini, Market Access and Public Affairs Director, Pierre Fabre Pharma, in occasione dell'incontro Urology Resident Academy tenutosi al Policlinico Tor Vergata a Roma.
"Questa nuova terapia si inserisce nell'area terapeutica dell'urologia, in cui Pierre Fabre è presente da 40 anni. Dopo 12 anni in cui non ci sono state altre innovazioni farmacologiche - ha sottolineato Soffientini - finalmente possiamo offrire questa opportunità ai medici e soprattutto ai pazienti che soffrono della sindrome della vescica iperattiva, una condizione che riduce pesantemente la qualità della vita. E' interessante perché già dopo 2 settimane produce risultati e sappiamo quanto sia importante per i pazienti riuscire a controllare i sintomi, riprendere il controllo del proprio corpo e riappropriarsi della propria vita".
Leggi tutto: Pierre Fabre: "Per vescica iperattiva nuova terapia dopo 12 anni"

(Adnkronos) - La nuova terapia per la vescica iperattiva – condizione cronica che colpisce circa 3 milioni di persone nel nostro Paese, influenzando negativamente la qualità della vita di chi ne soffre – “è un agonista potente e selettivo del recettore beta-3 adrenergico umano. Fondamentalmente questo farmaco, il cui nome è vibegron, aumenta la capacità vescicale e quindi l’aumento anche della possibilità di pazienti con vescica iperattiva di riuscire a trattenere meglio le urine”. Lo ha detto Enrico Finazzi Agrò, professore ordinario di Urologia e responsabile Uo Urologia del Policlinico Tor Vergata, in occasione dell’incontro Urology Resident Academy tenutosi al Policlinico Tor Vergata a Roma..
“Questo è molto importante perché la vescica iperattiva è una condizione che impatta pesantemente sulla vita, sulla qualità di vita dei nostri pazienti – aggiunge Finazzi Agrò - Abbiamo una necessità di migliorare i nostri trattamenti, vibegron ha il vantaggio di non avere nessun dato di rischio di incremento della pressione arteriosa e questo costituisce un grosso vantaggio rispetto ad altri prodotti attualmente in commercio. I risultati che vengono dai trial clinici sono molto interessanti: la metà dei pazienti – sottolinea - ha un miglioramento superiore al 75% del problema, cioè un 25% di pazienti incontinenti che diventa completamente continente durante il trattamento. C’è un miglioramento già a due settimane che si mantiene fino a un anno secondo gli studi attualmente disponibili e c’è ovviamente un miglioramento di altri parametri come il numero delle minzioni giornaliere e degli episodi di incontinenza durante il giorno”.
Si tratta “di una nuova possibilità in più per noi medici per poter gestire al meglio i nostri pazienti” conclude.

(Adnkronos) - La vescica iperattiva è una "condizione che colpisce donne e uomini, ma nel sesso femminile è sicuramente il disordine urinario più diffuso in qualunque fascia d’età. All'urgenza minzionale, si associano altri fattori e sintomi, per esempio doversi svegliare più volte di notte per lo stimolo urinario e spesso non poter arrivare in bagno in tempo. In questo caso, all'urgenza urinaria si aggiunge l'incontinenza d’urgenza. È evidente che una situazione del genere impatta drammaticamente sulla qualità di vita. Una donna fa fatica anche a uscire di casa, a riposare e ad avere rapporti. Fondamentale la diagnosi precoce". Lo ha detto Stefano Serati, professore associato di Ginecologia e Ostetricia, Università dell’Insubria, in occasione dell’incontro Urology Resident Academy tenutosi al Policlinico Tor Vergata a Roma.
"E' necessaria grande attenzione nell’evitare alcune cattive abitudini minzionali come svuotare la vescica troppe poche volte e lasciarla distendere esageratamente già nelle ragazze giovani, perché questo può predisporre in futuro una vescica iperattiva - spiega l'esperto - Ma per il resto non possiamo fare granché per prevenirla ma servono strumenti adeguati per fare una diagnosi precoce e poter imbastire una terapia. La diagnosi richiede di raccogliere bene i sintomi ma soprattutto di intervistare tutte le donne quando si sottopongo a visita ginecologica o urologica per altri motivi". Per Serati uno strumento importante per queste donne può essere il ‘diario minzionale’, “una sorta di registro di quante volte una donna urina e quante volte lo fa con urgenza durante il giorno e la notte". "Fondamentali anche gli esami strumentali, tra cui l’esame urodinamico, la cistoscopia, per escludere magari altri tipi di patologie. “La sindrome da vescica iperattiva se non adeguatamente riconosciuta e trattata davvero può portare la donna a un altissimo livello di compromissione della propria qualità di vita" conclude.
Leggi tutto: Ginecologo: "Più donne con vescica iperattiva, diagnosi precoce è tutto"

(Adnkronos) - "Quando parliamo di vescica iperattiva parliamo di una problematica molto frequente, molto più di quello che tutti noi ci aspettiamo, che modifica tantissimo lo stile di vita del paziente perché è caratterizzata dalla necessità di urinare tante volte e soprattutto con urgenza, fino ad arrivare in alcuni casi all’incontinenza. È chiaro che i bisogni sono diversi: per chi è casalinga è più facile gestirla, ma per chi ha una vita molto attiva, deve fare riunioni o viaggi frequenti, la vita diventa impossibile, al punto che molti pazienti arrivano a cambiare professione, a smettere di lavorare o ad entrare in un ciclo di depressione importante". Lo ha detto Elisabetta Costantini, direttore della Clinica Urologica Aou Terni – Università degli Studi di Perugia, in occasione dell’incontro Urology Resident Academy tenutosi al Policlinico Tor Vergata a Roma..
"Non si tratta di una vera malattia ma di una sindrome cronica, che va accettata e curata come l’ipertensione o il diabete, con terapie continue. Esistono soluzioni mediche, conservative e chirurgiche: il compito del medico è ascoltare il paziente e scegliere insieme la terapia migliore, modulandola sulle sue esigenze e tenendo conto dei pro e contro di ogni trattamento" conclude.
Leggi tutto: Urologa: "Vescica iperattiva condiziona stile di vita e può portare a depressione"


(Adnkronos) - Un 'cucchiaio'... finito male. Sergio Ramos, ex difensore del Real Madrid oggi al Monterrey, è stato protagonista in negativo nella notte tra ieri e oggi, giovedì 25 settembre, per aver sbagliato un calcio di rigore nella pesante sconfitta della sua squadra sul campo del Toluca, che si è imposto 6-2 nel campionato messicano. Al 20' del primo tempo e con gli ospiti in vantaggio per 1-0, Ramos si presenta sul dischetto accompagnato dai fischi del pubblico di casa.
Il portiere avversario, Gonzalez, cerca di distrarlo muovendosi sulla linea di porta. Il centrale spagnolo lo ha guardato negli occhi, ha preso la rincorsa e ha deciso di fare il più classico dei 'cucchiai', ovvero un pallonetto, che però non ha sorpreso il numero uno del Toluca. Gonzalez è rimasto in piedi e ha bloccato il pallone, per la disperazione di Ramos e dei suoi compagni di squadra.
Leggi tutto: Sergio Ramos, che errore su rigore: il 'cucchiaio' finisce male

(Adnkronos) - La Uefa è pronta a prendere una decisione la prossima settimana sulla sospensione di Israele dalle competizioni, con la maggior parte dei membri del suo comitato esecutivo che si ritiene siano favorevoli alla squalifica. Un gruppo di consulenti delle Nazioni Unite ha chiesto alla Fifa e alla Uefa di sospendere Israele dopo che una Commissione d'inchiesta dell'Onu ha concluso che Israele sta commettendo un "genocidio" a Gaza. Alcune fonti hanno riferito al Times che la Uefa dovrebbe prendere una decisione la prossima settimana e che un'ampia maggioranza dei membri esecutivi e delle federazioni è favorevole alla sospensione, sottolineando che la Russia è stata esclusa dalle competizioni europee dopo l'invasione dell'Ucraina nel 2022. La Uefa, di cui Israele è membro dal 1994, ha tenuto questa settimana un dibattito approfondito ai massimi livelli sulle azioni di Israele a Gaza e su come dovrebbe reagire.
Ad agosto, la Uefa ha organizzato uno striscione durante la finale di Supercoppa tra Paris Saint-Germain e Tottenham Hotspur, con la scritta "Smettete di uccidere i bambini, smettete di uccidere i civili". Il Times ha rivelato il mese scorso che diversi club europei avevano chiesto alla Uefa se ci fosse un modo per evitare di giocare contro avversari israeliani. Una sospensione di Israele da parte della Uefa aumenterebbe la pressione sulla Fifa affinché segua l'esempio, ma l'organo di governo del calcio mondiale si trova in una posizione difficile a causa dello stretto rapporto tra il suo presidente, Gianni Infantino, e Donald Trump. Il Presidente Trump e la Casa Bianca sarebbero molto contrari alla prospettiva che Infantino e la Fifa sospendano Israele prima della Coppa del Mondo del prossimo anno, in programma negli Stati Uniti, in Messico e in Canada.
Tuttavia, anche se la Fifa non sospendesse Israele, una squalifica da parte della Uefa significherebbe di fatto l'impossibilità di partecipare al torneo del prossimo anno. Questo potrebbe persino andare a genio a Infantino, che ha legami molto stretti con nazioni arabe come l'Arabia Saudita e il Qatar, la cui capitale, Doha, è stata oggetto di un attentato dinamitardo da parte di droni israeliani all'inizio di questo mese. L'amministrazione Trump ha espresso chiaramente la sua opposizione a una sospensione di Israele che influisca sul suo torneo. Un portavoce del Dipartimento di Stato ha dichiarato a Sky News: "Lavoreremo senza sosta per fermare completamente qualsiasi tentativo di escludere la nazionale di calcio israeliana dalla Coppa del Mondo". I media israeliani hanno riportato notizie secondo cui sia il Qatar che gli Stati Uniti avrebbero cercato di esercitare pressioni diverse sulla Uefa, ma a quanto pare non è stato così.
Tuttavia, una dichiarazione dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani di questa settimana è stata significativa. Un gruppo di esperti delle Nazioni Unite ha chiesto alla Fifa e alla Uefa di "sospendere Israele come squadra nazionale dal calcio internazionale, come risposta necessaria per affrontare il genocidio in corso nei territori palestinesi occupati. Lo sport deve respingere la percezione che tutto proceda come se nulla fosse cambiato", hanno aggiunto gli esperti. "Gli organismi sportivi non devono chiudere un occhio sulle gravi violazioni dei diritti umani, soprattutto quando le loro piattaforme vengono utilizzate per normalizzare le ingiustizie".
"Siamo chiari sul fatto che il boicottaggio deve essere rivolto allo Stato di Israele e non ai singoli giocatori. Abbiamo sempre sostenuto che i singoli individui non possono sopportare le conseguenze delle decisioni prese dal loro governo, quindi non dovrebbero esserci discriminazioni o sanzioni contro i singoli giocatori a causa della loro origine o nazionalità. Le squadre nazionali che rappresentano stati che commettono gravi violazioni dei diritti umani possono e devono essere sospese, come è accaduto in passato", hanno sottolineato gli esperti.
Israele è al terzo posto nel Gruppo I di qualificazione ai Mondiali, dietro alla capolista Norvegia e all'Italia. La federazione calcistica norvegese aveva dichiarato che avrebbe donato tutti i profitti della prossima partita di qualificazione ai Mondiali contro Israele a Oslo, l'11 ottobre, agli aiuti umanitari a Gaza, ma ora c'è un rischio molto forte che la partita non si svolga. È noto che anche i giocatori norvegesi siano molto sensibili agli eventi a Gaza. Lise Klaveness, presidente della federazione norvegese, ha dichiarato il mese scorso: "Né noi né altre organizzazioni possiamo rimanere indifferenti alle sofferenze umanitarie e agli attacchi sproporzionati a cui la popolazione civile di Gaza è sottoposta da molto tempo".
L'Aston Villa ospiterà il Maccabi Tel Aviv il 6 novembre in Europa League. Sono l'unica squadra israeliana coinvolta nelle competizioni europee per club e hanno incontrato proteste quando hanno giocato contro la squadra greca del Paok a Salonicco mercoledì. Dopo la squalifica della Russia nel febbraio 2022, sono stati esclusi dai play-off per la Coppa del Mondo di quell'anno, mentre il Portogallo ha sostituito la nazionale femminile russa agli Europei. Non ci sono più membri inglesi nel comitato esecutivo della Uefa da quando David Gill si è dimesso ad aprile, ma la presidente della Fa, Debbie Hewitt, ne fa parte in qualità di osservatrice nella sua posizione di vicepresidente della Fifa eletta dalla Uefa. L'ex capitana della nazionale femminile del Galles, Laura McAllister, è vicepresidente della Uefa. La Fa palestinese, riconosciuta dalla Fifa, sollecita l'organo di governo mondiale ad adottare la stessa misura da due anni, ma la questione non è mai stata sottoposta a votazione.
Leggi tutto: Israele, vicina esclusione da competizioni Uefa e Fifa? "In molti favorevoli"

(Adnkronos) - “Ormai le aziende non possono più non occuparsi di sostenibilità e in particolare quelle energetiche sono chiamate a fare la propria parte. Le foreste sono una parte rilevantissima della vita degli uomini ed è per questo che abbiamo deciso di avviare il progetto #Rigeneraboschi. Abbiamo coinvolto clienti e dipendenti per provare a fare qualcosa di concreto che potesse fornire gli strumenti necessari alla comunità scientifica per identificare parametri o linee guida, che possono poi rendere le nostre foreste più resilienti”. Lo ha detto Federica Petra Colombo, responsabile Relazioni esterne di Sorgenia, all’incontro a Milano con cui l’azienda ha presentato i primi risultati scientifici del progetto per la tutela del patrimonio forestale #RigeneraBoschi, avviato un anno fa.
Promosso da Sorgenia e realizzato in partnership con l’Università degli studi di Milano, il progetto gode del patrocinio del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. “Patrocini che per noi rappresentano motivo di grande orgoglio”, sottolinea la responsabile Relazioni esterne di Sorgenia.
L’iniziativa ha due anime: monitorare lo stato di salute di 5 boschi del nostro Paese raccogliendo dati attraverso i tree-talkers, dispositivi con tecnologia Internet of Things (Iot) basata su cloud e “una parte culturale per cui durante questo anno e durante il prossimo, continueremo a incontrare ragazzi e ragazze che vanno a scuola nei boschi - fa sapere Colombo - Vorremmo, insieme ai forestali, che cogliessero la bellezza del posto in cui vivono e l'unicità e la diversità che ogni bosco ha. Ne abbiamo già incontrati 300 e abbiamo intenzione di aumentare in maniera sensibile il loro numero. In questo modo si crea un circolo virtuoso nell'ottica di prendersi cura dei posti in cui si vive”.
Leggi tutto: Ambiente, Colombo (Sorgenia): "#Rigeneraboschi per foreste più resilienti"

(Adnkronos) - La ricarica del telefono è diventata un gesto quotidiano imprescindibile. Al mattino appena svegli, in ufficio davanti al computer, in auto o la sera prima di andare a dormire: tutti cerchiamo di avere lo smartphone sempre pronto all’uso. L’intensità con cui lo utilizziamo, tra messaggi, social, giochi, video e lavoro, fa sì che la batteria si scarichi più volte al giorno. Non a caso, uno dei timori più diffusi è restare senza carica nel momento meno opportuno.
Negli ultimi anni la tecnologia delle batterie ha compiuto passi importanti. Non si tratta solo di una maggiore autonomia, ma anche di sistemi di ricarica sempre più rapidi e intelligenti. I caricabatterie moderni, infatti, permettono di riportare lo smartphone al 100% in pochissimo tempo, sfruttando algoritmi che gestiscono in modo ottimale il flusso di energia e riducono i rischi di surriscaldamento. Tuttavia, non sempre abbiamo tempo di aspettare: ecco perché esistono alcuni accorgimenti semplici che consentono di ridurre ulteriormente i tempi di ricarica e, al tempo stesso, proteggere la batteria nel lungo periodo.
Uno dei metodi più efficaci per accelerare la ricarica consiste nell’attivare la modalità aereo. In questo stato il telefono interrompe tutte le connessioni — rete dati, Wi-Fi, Bluetooth e perfino la ricerca di segnale — riducendo il consumo di energia quasi a zero. In pratica, mentre la batteria riceve energia, non viene contemporaneamente “risucchiata” da processi in background. Diversi test hanno mostrato che il tempo di ricarica può diminuire fino al 25%. È un trucco particolarmente utile quando si ha poco tempo e si vuole ottenere il massimo in pochi minuti, ad esempio prima di uscire di casa.
Un errore comune è usare cavi e adattatori universali o economici, pensando che “uno vale l’altro”. In realtà, ogni smartphone è progettato per lavorare con specifici valori di tensione e amperaggio. Usare un caricatore non compatibile può non solo rallentare la ricarica, ma anche ridurre la vita della batteria, causare surriscaldamenti o addirittura rischi di sicurezza. La soluzione è semplice: affidarsi sempre al caricabatterie originale fornito dal produttore o, se serve un ricambio, a uno certificato. È un investimento minimo che può allungare la durata dello smartphone per anni.
Guardare una serie su Netflix, giocare a un titolo pesante o anche solo navigare mentre il telefono è sotto carica è una tentazione diffusa, ma rappresenta una cattiva abitudine. Il motivo è semplice: mentre lo smartphone si carica, sta anche consumando energia per gestire le app. Questo doppio lavoro non solo rallenta la ricarica, ma porta la batteria e i componenti interni a scaldarsi di più. Il calore è uno dei nemici principali della longevità della batteria. Se vuoi che la carica sia veloce ed efficiente, è bene lasciar riposare il telefono durante il processo.
Polvere, pelucchi o piccoli residui nel connettore USB-C o Lightning possono sembrare innocui, ma in realtà compromettono il corretto contatto tra cavo e telefono. Questo porta a interruzioni, carica più lenta o addirittura a problemi nel lungo periodo. Una buona abitudine è controllare e pulire delicatamente la porta di ricarica ogni tanto, utilizzando strumenti adeguati come un bastoncino asciutto, aria compressa o un panno in microfibra. È un piccolo gesto che garantisce efficienza e previene malfunzionamenti.
Al di là della velocità, la vera sfida è preservare la capacità della batteria nel tempo. Alcuni accorgimenti possono fare la differenza: meglio non lasciare lo smartphone costantemente in carica tutta la notte. Anche se i sistemi moderni interrompono la ricarica al 100%, mantenere la batteria a piena tensione per ore non è l’ideale. È bene evitare di far scaricare il telefono fino allo 0% troppo spesso: meglio ricaricarlo quando scende intorno al 20-30%. Occorre poi approfittare sempre delle funzioni di “ricarica ottimizzata” presenti su molti modelli, che rallentano la carica nelle ultime fasi per ridurre lo stress della batteria. Infine, è meglio non esporre lo smartphone a fonti di calore durante la ricarica: evitare di tenerlo sotto il cuscino, al sole o vicino a un termosifone aiuta a mantenere stabili le temperature.
Leggi tutto: Caricare il telefono nel modo giusto, ecco gli errori da evitare

(Adnkronos) - Costantino Vitagliano ospite oggi, giovedì 25 settembre, a La volta buona è tornato a parlare pubblicamente della sua malattia: "Dovrò curarmi per tutta la vita ma ci sono delle belle novità", ha raccontato il modello, ex tronista di 'Uomini e Donne'.
"Ho tolto il cortisone, prima ne prendevo un grammo al giorno. Mi cambiava parecchio l'umore, adesso faccio solo poche iniezioni al mese. Questo mi sta aiutando ad avere prospettive diverse sulla mia vita anche perché quando mi sono ammalato vedevo tutto nero", ha detto Vitagliano nel salotto di Caterina Balivo.
Il 51enne ha raccontato di aver perso circa 30 kg, e ora ne ha recuperati 20: "Sono stato circa 40 giorni in ospedale per capire cosa avessi, quando sono tornato a casa ero un'altra persona. Non ero più io". Costantino ha raccontato di essere affetto da un'infiammazione autoimmune: "Quando sono stato ricoverato d'urgenza è accaduto perché la mia aorta addominale era diventata circa a 36cm. Mi hanno ricoverato d'urgenza, perché se la massa attorno esplodeva rischiavo di morire in pochissimi secondi".
Oggi, grazie alle cure, non rischia più la vita: "Grazie alla terapia sono sotto controllo e tutto procede bene, la stiamo tenendo a bada". Nonostante il dolore per la sua malattia, Costantino ha avuto a che fare anche con hater che lo hanno accusato di essere andato in televisione a fingere di stare male: "Il mondo social è un mondo malato, ci sono persone che vivono per criticare gli altri. Capitava anche prima, ma non mi importava. Oggi fa male. Blocco tantissimi utenti che mi criticano".

(Adnkronos) - "Riguardo alla salute degli alberi, l'adattamento al cambiamento climatico dipende dal luogo in cui si trovano. Bisogna adattare l'intensità e il tipo di gestione forestale al posto dove si trova la foresta. Questo è il messaggio fondamentale”. Così Giorgio Vacchiano, docente di Gestione e Pianificazione Forestale presso l'università degli Studi di Milano, intervenendo, oggi a Milano, alla presentazione dei primi dati scientifici del progetto #RigeneraBoschi ideato da Sorgenia, con il patrocinio del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Obiettivo dell’iniziativa, partita nel 2024, accrescere la consapevolezza sull’importanza delle foreste e fornire dati utili per la difesa del patrimonio boschivo italiano.
“Abbiamo monitorato cinque siti forestali italiani misurando ogni ora quattro parametri: la crescita del diametro degli alberi, le oscillazioni del fusto, il flusso della linfa, un indice di salute delle piante, e la qualità della fotosintesi effettuata nelle foglie”, spiega. I monitoraggi sono stati possibili grazie all'installazione di tree-talkers, dispositivi con tecnologia Internet of Things (IoT) basata su cloud, capaci di restituire dati e informazioni in tempo reale sulle diverse condizioni non solo degli alberi ma anche dell'ambiente in cui vegetano.
“Abbiamo confrontato una parte del bosco in cui c'era stata un'attività di cura e di gestione e una parte invece lasciata senza questa attività - riprende l’esperto - Sulla crescita, il diametro, le oscillazioni, i dati sono chiari: un certo tipo di gestione, se ben fatta, migliora la stabilità meccanica delle piante e accelera l'accrescimento diametrico. In quattro siti su cinque, le piante intorno a cui è stato fatto un po’ di spazio, con la tecnica del diradamento, sono cresciute dal 12 al 40% in più rispetto alle loro controparti rimaste nella parte più fitta e densa di bosco".
"Sulla qualità della fotosintesi - aggiunge - non sono emerse particolari differenze. Tutte le piante hanno sintetizzato secondo quello che ci aspettavamo, iniziando in primavera, avendo il loro picco estivo e andando a diminuire un po’ l'efficienza con l'arrivo del calore che sempre di più colpisce anche i nostri boschi”.
“Il cambiamento climatico lo vediamo soprattutto negli effetti degli eventi estremi che colpiscono i boschi - precisa - L'adattamento, anche per le piante, ha un limite, dobbiamo saperlo. Dobbiamo cercare di capire qual è questo limite per provare a rispondere con la gestione, oltre che con la riduzione delle emissioni a monte. Un messaggio da non dimenticare mai”.
Leggi tutto: Ambiente, Vacchiano (UniMi): "Gestione forestale va adattata al contesto"

(Adnkronos) - Piccolo incidente per Sophie Codegoni alla Milano Fashion Week. L'influencer, ex compagna di Alessandro Basciano, ha raccontato sui social di essere caduta per le vie del centro meneghino a causa del maltempo: "Mi sono fatta molto male, sono piena di lividi", ha scritto Codegoni condividendo con ironia il video della caduta, avvenuta poco prima di partecipare alla sfilata di Missoni.
Nelle immagini si vede Sophie con un set composto da maglioncino e gonna, ombrello in mano e tacchi vertiginosi. Proprio l'unione tra pioggia e tacco si è rivelata cruciale.
"Mi sono spaccata mezza gamba, ho tutta la gamba sinistra dolorante - ha raccontato nelle Instagram stories -. Pioveva tantissimo vi giuro, sono caduta in mezzo alla strada e sono rimasta per terra, non riuscivo ad alzarmi". Poi, aggiunge col sorriso: "Menomale che non ho picchiato la testa, avevo un tacco 17 quindi la stabilità non era il massimo, poi pure la pioggia... volevo sparire dalla vergogna".
Leggi tutto: Sophie Codegoni, l'incidente alla Milano Fashion Week: "Sono piena di lividi"

(Adnkronos) - "La Russia di Vladimir Putin manda in guerra un anziano col bastone". Il conflitto tra Ucraina e Russia si combatte sul campo di battaglia da 3 anni e mezzo, con perdite considerevoli per entrambi i paesi. Kiev e Mosca forniscono quotidianamente dati, spesso non verificabili, per descrivere situazioni che regolarmente mostrano in particolare i danni subiti dal nemico. Nella gestione della comunicazione, elemento fondamentale nella guerra, si inserisce anche la foto scattata da un drone. La 414esima brigata dell'esercito ucraino, addetta ad operazioni con droni e soprannominata 'Gli uccelli di Magyar', la pubblica su X.
Nella foto si intravede un soldato russo, apparentemente in età avanzata e appoggiato a un bastone. "Sì, è un bastone da passeggio nelle sue mani. Questo anziano dovrebbe passeggiare un parco. E invece, eccolo sui nostri schermi, a dimostrare ancora una volta che vergogna sia la Russia moderna. Aspettate, onestamente, non si può proprio usare la parola 'moderna' insieme alla parola Russia. È una macchina arcaica di morte e disprezzo, di indifferenza verso i soldati, verso gli anziani", si legge nel messaggio.
"Vecchi sfiniti, a malapena in grado di muoversi, vengono spinti all'attacco. E non lasciatevi ingannare dal loro aspetto tremante. La disponibilità dei russi a morire per il loro cosiddetto zar è infinita. Su 10 situazioni come questa, forse uno ce la fa. Ma quell'uno sopravvive e uccide. Ecco perché gli Uccelli puliranno la nostra terra e i nostri fiumi da questa sporcizia", si conclude il post.
Le perdite di Ucraina e Russia sono avvolte parzialmente nel mistero. Non esistono stime ufficiali verificate in maniera indipendente e le comunicazioni di Kiev e Mosca non possono essere considerate attendibili in toto. Lo stato maggiore ucraino, ad esempio, ritiene che la Russia fino a giugno 2025 abbia perso un milione di uomini tra morti e feriti. Il presidente russo Vladimir Putin, nei giorni scorsi, ha affermato che il paese schiera al fronte 700mila uomini in questo momento.
Nelle abituali dichiarazioni, rilasciate quasi a cadenza quotidiana, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ripetuto che le perdite settimanali oscillano tra i 5000 e i 7000 uomini. "L'Ucraina ha subìto grosse perdite, ma la Russia perde più soldati di quanti ne uccida", ha detto Trump la scorsa settimana.
Leggi tutto: Ucraina-Russia, la foto del soldato col bastone: "Putin manda anziani in guerra"

(Adnkronos) - Jannik Sinner batte Marin Cilic e vola agli ottavi di finale dell'Atp 500 di Pechino. Oggi, giovedì 15 settembre, il tennista azzurro, numero due del mondo, ha battuto il croato nei sedicesimi del torneo cinese, iniziando al meglio l'ultima parte di stagione, che dallo swing asiatico culminerà nelle Finals di Torino. Una vittoria poco sofferta per Sinner, che si è imposto in due set con un doppio 6-2, ma che è tornato a vincere dopo la delusione per la finale persa con Alcaraz agli Us Open, che gli è costato il sorpasso al primo posto del ranking.
"Io cerco sempre di rimanere molto concentrato nei primi turni di un torneo", ha detto Sinner a caldo dal cemento di Pechino, "oggi ho fatto una buona prestazione e sono ovviamente contento di aver passato il turno. Cilic è un avversario sempre duro da affrontare. Il break che gli ho strappato all'inizio mi ha dato molta fiducia per il resto dell'incontro".
Sinner, alla viglia dell'esordio a Pechino, aveva annunciato di star lavorando su piccoli cambiamenti nel suo gioco, che si sono visti soprattutto al servizio: "In questo momento sto riflettendo molto sul mio servizio, cercando di aggiungere qualcosa e di variare un po' le mie soluzioni. Tutti i giocatori lo fanno, e sono contento di avere una squadra fantastica al mio fianco".
Leggi tutto: Sinner: "Contento della prestazione, sto cambiando qualcosa al servizio"

(Adnkronos) - Emanuele Ragnedda ha ammesso di aver ucciso Cinzia Pinna con un colpo di pistola, ma ancora non si conosce il motivo. Gli specialisti del Ris di Cagliari hanno sequestrato diversi reperti nella sua casa nelle campagne di Palau.
I Carabinieri hanno trovato tracce di sangue ma anche polvere bianca e sarà necessario l'esame tossicologico per appurare se si tratti di cocaina. Ci vorrà qualche giorno perché tutte le operazioni vengano svolte nei termini di legge. In quella casa nella tenuta di Conca Entosa l'imprenditore di Arzachena ha ucciso la 33enne di Castelsardo che aveva incontrato a Palau la notte tra l'11 e il 12 settembre. I due si conoscevano già, a tarda notte l'aveva accolta nella sua auto mentre lei si trovava in condizioni psicofisiche precarie. Poi era sparita nel nulla. Questi passaggi sono stati ricostruiti grazie alle testimonianze e agli impianti di videosorveglianza.
Negli ultimi giorni il cerchio si è stretto intorno all'uomo che ieri ha ammesso di averla uccisa, ma ancora non è stato reso noto il motivo. Il suo legale, Luca Montella, ha detto che durante l'interrogatorio in cui è arrivata la confessione Ragnedda ha rivelato tutto al procuratore di Tempio, Gregorio Capasso. Ora il reo confesso si trova nel carcere tempiese di Nuchis in attesa dell'udienza di convalida prevista per domani.
Castelsardo, meno di 6mila abitanti sulla costa settentrionale della Sardegna, è in lutto per la morte violenta di Cinzia Pinna. Per salutarla il parroco di Sant'Antonio Abate ha organizzato una fiaccolata silenziosa che dalle 21 attraverserà il centro del paese. “Il cuore di Castelsardo è unito, e come sindaco, ma anche genitore, sento il dovere di esprimere un pensiero comune in questo momento di profonda tristezza - scrive la prima cittadina, Maria Lucia Tirotto -. La tragica notizia di ieri ha spezzato il cuore della nostra città, dopo giorni di attesa e speranza. Abbiamo sperato tutti fino all'ultimo in un epilogo diverso, ma il destino è stato crudele”.
Le parole della sindaca di Castelsardo sono rivolte alla famiglia della 33enne: “Oggi, il nostro abbraccio commosso e silenzioso è per voi, nella speranza che il nostro affetto possa essere di qualche conforto. Che il ricordo più bello di Cinzia e il suo sorriso più autentico, più genuino, possano essere la vostra forza - conclude -. A te Cinzia va il triste ma affettuoso abbraccio della città intera con l’unico desiderio che tu possa trovare la pace che meriti. Castelsardo ti ricorderà sempre”.
Leggi tutto: Cinzia Pinna, sangue e polvere bianca nella casa del delitto: ancora ignoto il movente

(Adnkronos) - in collaborazione con Realme
realme ha annunciato che il suo prossimo smartphone di punta, il GT 8 Pro, arriverà ufficialmente in Italia entro la fine del 2025. Si tratta di un debutto importante, perché sarà tra i primi dispositivi nel nostro Paese a integrare il nuovissimo processore Snapdragon 8 Elite Gen 5 di Qualcomm, pensato per rendere i telefoni più veloci, efficienti e pronti alle sfide del futuro.
Il nuovo chip è il cuore pulsante del GT 8 Pro e promette vantaggi concreti nella vita di tutti i giorni. Grazie a una tecnologia di produzione avanzata, il processore non solo consuma meno energia – traducendosi in una maggiore durata della batteria – ma garantisce anche prestazioni fulminee. In pratica, significa aprire le app in un istante, passare da una funzione all’altra senza rallentamenti e gestire contenuti pesanti come foto ad alta risoluzione o video 4K senza sforzo.
I primi test parlano chiaro: il GT 8 Pro ha superato i 4 milioni di punti su Antutu, una delle piattaforme più utilizzate per misurare la potenza degli smartphone. Un risultato che lo colloca ai vertici del settore e che, tradotto per l’utente, vuol dire un’esperienza d’uso fluida in ogni situazione, dallo scrolling dei social al lavoro multitasking.
Un occhio di riguardo è stato dedicato anche al mondo del gaming. Il telefono è dotato di tecnologie proprietarie come AI Hyper Vision+ e GT BOOST 3.0, che consentono di mantenere un’ottima fluidità anche con videogiochi complessi e graficamente pesanti, come PUBG o Genshin Impact. In pratica, si potranno affrontare lunghe sessioni senza cali di prestazioni, quasi come se si utilizzasse una console portatile.
Con il GT 8 Pro, realme punta quindi a rafforzare la propria presenza nella fascia premium del mercato, proponendo non solo un telefono veloce e potente, ma anche un dispositivo pensato per migliorare concretamente l’esperienza quotidiana: più autonomia, più fluidità e più divertimento.
Leggi tutto: Realme GT 8 Pro, in arrivo il flagship con Snapdragon 8

(Adnkronos) - Incidente mortale sul lavoro oggi giovedì 25 settembre a Bubbiano, nel Milanese. La vittima è un operaio di 62 anni, rimasto schiacciato mentre stava lavorando a una bobina per la produzione di nastri d'acciaio. Lo fanno sapere i Vigili del fuoco di Milano.
L'uomo è stato soccorso prima dai suoi colleghi e dopo pochi minuti dai Vigili del fuoco, ma le sue condizioni sono apparse subito gravissime. Sul posto tre mezzi del Comando di via Messina, il 118, i carabinieri e i tecnici di Ats. Restano da chiarire le cause dell'infortunio mortale.
Leggi tutto: Nuovo incidente sul lavoro, operaio muore schiacciato nel Milanese

(Adnkronos) - Milly Carlucci si dice "felice" che Selvaggia Lucarelli abbia rifiutato il ruolo di opinionista al Grande Fratello, chiarendo come non abbia ricevuto pressioni da nessuno, in primis "da noi".
"Lucarelli", ha spiegato Milly Carlucci, "è una persona dalla libertà intellettuale assoluta, niente e nessuno dall'esterno può condizionarla. Sono contenta che ogni sabato sera stia lì al bancone della giuria, perché porta un pensiero insolito, mai banale. È una donna intelligente e le donne intelligenti vanno sostenute e mostrate al pubblico, soprattutto come esempio alle ragazze più giovani", ha concluso la conduttrice di 'Ballando' parlando nella conferenza stampa dello show del sabato sera, al via dal 27 settembre.
Su Selvaggia Lucarelli, anche Barbara D'urso si è espressa nel corso della conferenza: "Non ho paura di Selvaggia e del resto della giuria, perché è il suo ruolo. Io ho solamente paura di ballare, vi giuro. Ognuno ha il proprio ruolo. Ognuno in quella giuria ha la mia stima peraltro. Trovo Selvaggia una donna simpatica e molto intelligente e non ho bisogno di farle la sviolinata perché è tanto intelligente da capire che non lo sto facendo. Il mio problema adesso è imparare quei maledetti passi".
Leggi tutto: Ballando, Carlucci: "Lucarelli al GF? Felice che abbia rifiutato, nessuna pressione"
(Adnkronos) - L'allontanamento da Mediaset? Barbara D’Urso "vorrebbe evitare di parlare del passato. Le vere motivazioni usciranno fuori un giorno, non adesso", dice la conduttrice ora nel cast di Ballando con le Stelle in conferenza stampa.
Per anni "ho seguito quello che l'azienda per cui ho lavorato per tantissimi anni mi chiedeva. C’era un lavoro di squadra totale". A Ballando "sarò me stessa, la Rai e il programma mi chiedono di ballare. Lì avevo una corazza, dovevo interpretare quel ruolo, che mi andava bene". Sulla pista da ballo "uscirò fuori in un altro modo, forse peggiore non so. Ma sicuramente diverso", conclude.

(Adnkronos) - Esordio vincente per Jannik Sinner a Pechino. Il tennista azzurro ha battuto oggi, giovedì 25 settembre, il croato Marin Cilic, numero 97 del mondo, in due set con il punteggio di 6-2, 6-2 nei sedicesimi di finale dell'Atp 500 cinese. Sinner vola così agli ottavi del torneo dove lo scorso anno ha raggiunto la finale, prima di essere battuto, proprio come agli ultimi Us Open, da Carlos Alcaraz.
Nel prossimo turno l'azzurro, numero due del ranking, affronterà il francese Terence Atmane, salito al 68esimo posto della classifica Atp dopo l'exploit di Cincinnati, dove raggiunse la semifinale prima di essere battuto proprio da Sinner in due set.
Tutto facile per Sinner nell'esordio di Pechino, dove l'azzurro riesce a imporre subito il proprio ritmo, si fa aggressivo in risposta e mette in difficoltà Cilic. Il primo parziale si conclude 6-2 con Sinner che riesce a piazzare due break al quinto e al settimo game. La musica non cambia nel secondo set. Jannik continua a rispondere profondo e Cilic, 36 anni, non regge il suo ritmo, soprattutto negli scambi lunghi. L'azzurro ruba subito la battuta all'avversario nel terzo game e si ripete nel quinto, poi salva una palla del controbreak nell'ultimo parziale e chiude il set con un altro 6-2, volando così agli ottavi.
Leggi tutto: Sinner, tutto facile a Pechino: batte Cilic all'esordio e vola agli ottavi

(Adnkronos) -
Il conflitto a Gaza, il caso Flotilla, il futuro delle relazioni con i Paesi che in questi giorni, in sede Onu, stanno riconoscendo lo Stato palestinese. Sharren Haskel, viceministra degli Esteri israeliana, parla all'Adnkronos del delicato momento diplomatico legato alla crisi mediorientale, mentre l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite si svolge a New York. Diversi Paesi, tra cui Francia, Regno Unito e Australia, hanno annunciato il riconoscimento dello Stato di Palestina, segnando una svolta significativa nella diplomazia internazionale.
"Ci sono alcune cose importanti da notare", secondo Haskel: "In passato più di 130, forse quasi 150 Paesi hanno già riconosciuto la Palestina. Questo ha cambiato qualcosa nella realtà? No, non ha cambiato nulla. La realtà è questa: quei Paesi hanno scelto di premiare Hamas, un'organizzazione terroristica, con uno Stato, subito dopo il peggior massacro di ebrei dalla Shoah. Questo fa una grande differenza, non solo per Israele, ma per il mondo intero, perché le organizzazioni terroristiche imparano dalle azioni della comunità internazionale". Durissimo il giudizio sulla Francia. Il Paese di Emmanuel Macron, attacca la viceministra degli Esteri di Israele, "ha guidato, celebrato e spinto questo processo, in alcuni casi persino corrompendo altri Paesi per ottenere questa dichiarazione". "Ci deve essere una risposta forte" sul piano diplomatico, rimarca Haskel: "Quando il primo ministro tornerà in Israele, prenderà la sua decisione basandosi sui suggerimenti sul suo tavolo".
L'Italia, con Giorgia Meloni, mantiene una posizione prudente sul riconoscimento della Palestina. Al momento Roma non intende farlo, sostenendo che le condizioni non siano ancora soddisfatte. Come valuta la posizione del governo italiano e, più in generale, le relazioni di Israele con l'Italia (che pure ha criticato le recenti operazioni militari israeliane, definendole "sproporzionate")? "Il primo ministro italiano e l'attuale governo sono molto più realistici e comprendono meglio i problemi del Medio Oriente, qualcosa da cui Macron è molto distante. In questo approccio realistico, capiscono che questo conflitto non è territoriale, ma religioso e culturale, e deve essere risolto in profondità. Il territorio da solo non risolverà il conflitto: ci sono condizioni da soddisfare affinché le due parti possano sedersi insieme", osserva Haskel.
"Il fatto - sottolinea la politica israeliana - è che Macron, spingendo unilateralmente per una soluzione senza nemmeno parlare con l'altra parte, ha favorito Hamas in un momento molto delicato, quando Israele e Hamas stavano cercando di negoziare un cessate il fuoco. Hamas ha capito che più a lungo continua la guerra, più sarà premiata da Macron e dai suoi alleati. Così la possibilità di un cessate il fuoco diplomatico è stata cancellata, e ci siamo trovati con l'unica opzione militare".
Lunedì 22 settembre alcuni sindacati italiani hanno indetto uno sciopero per esprimere solidarietà alla popolazione di Gaza. Cosa vorrebbe dire all'opinione pubblica italiana, che in parte ritiene Israele responsabile di crimini contro l'umanità? "I crimini contro l'umanità sono stati commessi da Hamas contro gli israeliani. Israele sta rispettando tutti i suoi obblighi secondo il diritto internazionale, il diritto umanitario, le regole della guerra e la Convenzione di Ginevra. Ci sono molte menzogne diffuse", risponde la viceministra degli Esteri dello Stato ebraico. "Per esempio, un giornale italiano ha pubblicato in prima pagina la storia di un bambino curato in Italia per una malattia genetica, facendo credere che il suo stato fosse dovuto alla fame o a Israele. Lo sapevano, ma hanno comunque mentito al pubblico italiano. Questo è il tipo di propaganda che Hamas diffonde. Come ha detto anche Trump, si è o dalla parte di Israele o dalla parte di Hamas. Non ci sono vie di mezzo. L'unico modo per liberare gli ostaggi è la pressione militare. Hamas sta abusando dei palestinesi, li tiene sotto tiro, li tortura ed esegue esecuzioni. Non si cura del popolo palestinese, ma solo dei suoi obiettivi religiosi e ideologici. Più forti saranno le misure su Hamas, più velocemente finirà questa guerra".
Recentemente il governo italiano ha annunciato una risoluzione per il riconoscimento della Palestina, ma a due condizioni: il rilascio degli ostaggi e l'esclusione di Hamas dalle future dinamiche di governo. Cosa ne pensa? "Capisco - dice Haskel - la posizione e alcuni potrebbero non essere d'accordo con la soluzione proposta. Ma questo non è il momento di parlare di come si vede il conflitto israelo-palestinese. Siamo nel mezzo di una delle guerre più dure che abbiamo mai vissuto, su sei fronti diversi, contro eserciti e proxy iraniani. Ci sarà tempo per discuterne, ma ora, mentre cerchiamo di riportare a casa i nostri ostaggi, tutti sanno che con la leadership di Hamas non c'è futuro sicuro né per gli israeliani né per i palestinesi".
Infine, qual è la sua opinione sui recenti attacchi denunciati dalla Global Sumud Flotilla? La premier Meloni ha proposto agli attivisti di consegnare aiuti umanitari a Cipro. Il governo israeliano è d'accordo? "Abbiamo offerto molte opzioni. Abbiamo proposto di portare gli aiuti umanitari ad Ashkelon, e ci saremmo assicurati che arrivassero. Ma non è questo che vogliono davvero. Questa flottiglia è stata finanziata e organizzata da persone affiliate a Hamas", denuncia la viceministra. "Si tratta di persone in cerca di attenzione. La quantità di aiuti che portano è dieci volte inferiore a quella già presente a Gaza, pronta per essere ritirata dai camion dell'Onu. Più del 90% dei beni dell'Onu non raggiunge la destinazione, per incapacità logistica o per il coinvolgimento di Hamas. Quando l'Italia, con il ministro Antonio Tajani, ha collaborato con Israele nel programma 'Food for Gaza', tutti gli aiuti sono arrivati. La cooperazione funziona se ci si può fidare del partner e si sa che non ci saranno usi impropri degli aiuti. Ma se si tratta di una trovata pubblicitaria, mi dispiace, ma non funzionerà". (di Antonio Atte)

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