
Terza giornata di match alle Atp Finals di Torino. Oggi, martedì 11 novembre, tornano in campo Carlos Alcaraz e Lorenzo Musetti, impegnati contro Taylor Fritz e Alex De Minaur. In campo oggi anche i doppisti azzurri: Simone Bolelli e Andrea Vavassori affrontano Marcel Granollers e Horacio Zeballos per blindare la qualificazione alle semifinali. Ecco il programma di giornata e dove vedere i match in tv e streaming.
Atp Finals, programma di oggi
Ecco il programma di oggi, martedì 11 novembre, alle Atp Finals di Torino:
ore 11.30 - Bolelli/Vavassori vs Granollers/Zeballos
ore 14 - Alcaraz (Esp) vs Fritz (Usa)
ore 18 - Cash/Glasspool vs Krawietz/Puetz
ore 20.30 - Musetti (Ita) vs De Minaur (Aus)
Atp Finals, dove vedere i match di oggi
I match di oggi alle Atp Finals sono visibili su Sky Sport Uno, Sky Sport Tennis e Sky Sport Mix. Match visibili anche in streaming su Rai Play, Sky Go, Now e Tennis Tv. Musetti-De Minaur sarà visibile anche su Rai 2 e su Rai Play.

Passo avanti decisivo per la candidatura della 'Cucina italiana' a Patrimonio Culturale Immateriale dell'Unesco. Lo rende noto il Mic comunicando che la candidatura alla Lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco ha ricevuto una valutazione tecnica positiva dagli organismi consultivi. Il dossier, intitolato 'La Cucina Italiana, tra sostenibilità e diversità bioculturale', è il risultato di un lungo lavoro dell’Ufficio Unesco del Ministero della Cultura, che, si legge nella nota del Mic, ha raccolto dati, testimonianze e documentazione per raccontare al meglio l’unicità della tradizione gastronomica italiana.
La candidatura non riguarda un singolo piatto o una ricetta, ma un modello culturale condiviso, fatto di esperienze comunitarie, scelta consapevole delle materie prime, convivialità del pasto, trasmissione dei saperi alle nuove generazioni e rispetto delle stagioni e dei territori. Una tradizione che vive quotidianamente nelle famiglie, nelle comunità locali e nelle comunità italiane nel mondo.
"La cucina italiana è una storia collettiva, scritta ogni giorno nelle case, nelle comunità e nei territori. Questo riconoscimento sarebbe un grande motivo di orgoglio per l’Italia intera", dichiara Gianmarco Mazzi, Sottosegretario del MiC con la delega all’Unesco. La cucina italiana è un equilibrio tra uomo e ambiente: tutela la biodiversità, valorizza le produzioni locali, favorisce il riuso degli alimenti e promuove abitudini alimentari consapevoli. Riflette il legame tra i paesaggi naturali e le comunità che li abitano, incarnando memoria, quotidianità e cultura dei territori.
Diversamente da altri riconoscimenti gastronomici Unesco, la candidatura italiana celebra un’intera tradizione culinaria quotidiana, diffusa e non legata a un singolo rito o piatto. La cucina italiana è la “cucina degli affetti”: trasmette memoria, cura, relazioni e identità, raccontando storie di famiglie e comunità attraverso il cibo. Dopo la valutazione tecnica positiva, il dossier sarà esaminato dal Comitato intergovernativo per la salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco. La decisione finale è attesa durante la sessione del Comitato a New Delhi dall’8 al 13 dicembre. Gli esperti internazionali valuteranno il valore culturale della tradizione italiana, la sostenibilità delle pratiche e la capacità di trasmettere conoscenze alle generazioni future.

La terza serie del 'Commissario Ricciardi' esordisce su Rai1 con una vittoria: la fiction è stata vista ieri sera da 3.563.000 spettatori con il 21.2% di share, risultando il programma più seguito tra quelli del prime time. Al secondo posto, 'Il Grande Fratello' su Canale 5, con una media di 1.954.000 spettatori e del 15% di share. Al terzo posto, la partita degli ATP Finals tra Jannik Sinner e Auger Aliassime su Rai2, con 2.253.000 spettatori e il 10.6% di share.
A seguire, tra gli altri ascolti di prime time: 'Lo Stato delle Cose' su Rai3 (1.006.000 spettatori, share 6.7%), 'Fast & Furious 6' su Italia1 (960.000 spettatori, share 5.7%), 'GialappaShow' su Tv8 (727.000 spettatori, share 4.4%), 'Quarta Repubblica' su Rete4 (591.000 spettatori, share 4.6%), 'La Torre di Babele' su La7 (551.000 spettatori, share 2.8%), 'Little Big Italy' sul Nove (378.000 spettatori, share 2.1%).
In access prime time, su Canale 5 dopo 'Gira La Ruota' della Fortuna (4.100.000 spettatori, share 19.4%), 'La Ruota della Fortuna' ha ottenuto 5.195.000 spettatori e il 23.8% di share, mentre su Rai1 'Cinque Minuti' ha registrato 3.861.000 spettatori e il 18.5% di share e 'Affari Tuoi' 4.377.000 spettatori e il 20% di share. Ottimo anche il risultato di 'Otto e Mezzo' su La7, con 1.694.000 spettatori e il 7.7% di share.
Vittoria di Rai1 nel preserale con 'L’Eredità - La Sfida dei 7' (3.450.000 spettatori, share 24.5%) e 'L’Eredità' (4.834.000 spettatori, share 28%), che hanno prevalso su 'Avanti il Primo' (2.032.000 spettatori, share 15.7%) e 'Avanti un Altro' (3.244.000 spettatori, share 20.1%), in onda su Canale 5.

Un arbitro di 15 anni è stato aggredito con calci e pugni da un adulto. È accaduto domenica 9 novembre a Monteroni d'Arbia, in provincia di Siena, dove si disputava la partita nella categoria Allievi tra la squadra locale e la Colligiana. La notizia è riportata oggi dalla stampa locale.
Colpa del giovanissimo direttore di gara sarebbe stata l'assegnazione di un calcio di punizione da cui è scaturita la rete decisiva per la squadra ospite. A quel punto, un dirigente della squadra di casa si sarebbe precipitato in campo urlando verso il giovane arbitro e colpendolo (questa l’accusa) a calci e pugni fino a lasciarlo a terra tramortito.
"Mio figlio è rimasto a terra per circa cinque minuti, forse anche privo di conoscenza, senza che nessuno lo soccorresse" e "a un certo punto è intervenuto un altro dirigente del Monteroni, che gli ha portato del ghiaccio insieme al capitano della Colligiana”, racconta il padre del 15enne nella denuncia presentata ieri ai carabinieri attraverso l’avvocato Duccio Panti. "Mio figlio - prosegue il racconto del genitore dell'arbitro - è stato colpito in testa e alle gambe. Non riusciva a deambulare, quindi è stato portato di peso negli spogliatoi. In pratica ha fischiato la fine della partita mentre lo portavano via. In serata ci siamo rivolti all’ospedale di Siena dove gli hanno refertato trauma cranico e un trauma alla caviglia sinistra. Oltre alla denuncia ai carabinieri è stata fatta segnalazione alla giustizia sportiva e al presidente regionale degli arbitri. Chiedo l’inibizione assoluta di quell’uomo violento da ogni campo da calcio Prima che dirigenti, queste figure dovrebbero essere educatori, invece l’esempio che danno ai ragazzini è aizzare la rissa e fare a botte".

Un attentato suicida ha provocato almeno 12 morti e 21 feriti a Islamabad, all'esterno di un tribunale distrettuale. Lo riporta Geo Tv, citando fonti della polizia, secondo cui l'esplosione è avvenuta in un'auto parcheggiata all'esterno della struttura. L'edificio del tribunale è stato evacuato dopo l'esplosione. Il vice ispettore generale di Islamabad, il commissario capo e la squadra forense sono arrivati sul luogo poco dopo l'esplosione, mentre le squadre di soccorso e le forze dell'ordine hanno trasportato i deceduti e i feriti in ospedale.
Fonti hanno poi riferito che la testa del presunto attentatore suicida è stata ritrovata sul luogo dell'esplosione, denunciando che l'attentato è stato effettuato da terroristi sostenuti dall'India e dal rappresentante dei talebani afghani, Fitna al-Khawarij.
Il ministro dell'Interno pachistano, Mohsin Naqvi, che si è recato sul luogo, a confermato la morte di 12 persone ed il ferimento di altre 27 nell'"attentato sucida avvenuto alle 12.39" fuori da un tribunale di Islamabad. Secondo il ministro, il kamikaze ha cercato di entrare nell'edificio, ma "quando non ci è riuscito ha attaccato un veicolo della polizia", facendosi esplodere.

Lutto all’Acqua Sant’Anna. E’ scomparso Alberto Bertone, presidente e ad della società che aveva fondato nel 1996. Aveva 59 anni. Ad annunciarlo “con immenso dolore” con una nota la famiglia, i dipendenti e i collaboratori.
“Imprenditore visionario e coraggioso, ha saputo coniugare visione imprenditoriale, capacità d’innovazione e una profonda attenzione per le persone, diventando nel tempo un punto di riferimento non solo per il suo settore ma per l’intero tessuto economico e sociale del Paese”, sottolinea la nota ricordando che “sotto la sua guida, Acqua Sant’Anna è cresciuta fino a diventare l’azienda leader in Italia nelle acque minerali”.
“Ma il suo lascito va oltre i risultati economici: la sua umanità, il rispetto per i collaboratori, la sensibilità verso il territorio e la costante volontà di migliorare, ne hanno fatto un esempio di leadership autentica e generosa. Un grande uomo, profondamente legato alla sua famiglia, guidato da altruismo e senso del dovere che non saranno mai dimenticati”, conclude la nota.

Una donna di 75 anni, Giuseppina Cosmo, è morta ieri sera a Pordenone, dopo essere stata investita da un’auto che l’ha agganciata e trascinata per circa venti metri. La donna è morta poco dopo il ricovero al Pronto soccorso. A investire l’anziana un 32enne di Cordenons che si immetteva in via Udine da una laterale. L'uomo ha riferito a carabinieri e polizia locale di non aver visto la donna e di non essersi accorto di nulla, se non di aver udito un suono paragonabile a quello di una gomma forata. Sulla sua auto inoltre non ci sono visibili segni di urti.
Tra le ipotesi al vaglio delle forze dell’ordine c’è anche quella che la donna possa aver avuto un malore che l’ha fatta cadere sul ciglio della strada prima di essere agganciata dalle ruote dell’auto e trascinata mortalmente sull’asfalto.

Lutto per Giuliano Sangiorgi. Il cantante dei Negramaro ha condiviso sui social una lunga lettera d'addio per la sua amata nonna Stella, morta a 98 anni. "Sei il moto perpetuo delle onde. Sei il mare che mi porto dentro. Sei l’infinito tempo che avrei voluto creare, per tenerti qui, per sempre. Sei tutti i miei sorrisi più rumorosi", scrive Giuliano nel lungo post dedicato alla nonna.
La nonna viene descritta da Giuliano come una musa per la sua musica: "Sei il nome di mia figlia. Sei lei quando mi balla addosso. Sei me, quando, per gli altri, sono disposto a tutto. Sei gli altri, tutti gli altri che hai sempre accolto. Sei le feste danzanti all’alba, con amici di ogni tempo. Sei lo smalto rosso delle tue mani lievi e il rosso di sera a braccia conserte, pronte al nuovo giorno. Sei tutti i miei amici che ti hanno amato e ti amano ancora. Sei la mia solitudine che non trova pace se solo penso che non ci sei più. Sei le canzoni più dolci che mi hai cantato e tutte quelle mie, che hai conosciuto. Sei lo spazio in cui con me hai giocato e in quello in cui con te ho sognato. Sei la storia di ogni angolo di questo posto. Sei il futuro di ogni mio racconto. Sei Stella, nonna mia, e ti sento, da quando ho aperto gli occhi e mi hai brillato accanto".
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Un post condiviso da Giuliano Sangiorgi (@giulianosangiorgi_official)[1]
Il cantante ricorda alcune delle frasi che nonna Stella ripeteva spesso: "Resta qui, dentro di me e continua a essere quello che sei: un mare calmo infinito e pace, senza nessun tempesta, nessun temporale… nessun “tristu e maletiempu”. Chiudo gli occhi e ti sento ancora con la voce rotta che lasciasti indelebile tra le mie note nuove d’estate. ”A mare a mare, addo’ non canta iaddhru, addo’ non lusce luna, addo’ non c’ete nuddhra creatura” e si rompe il cuore, dentro la tua voce".
Nonna Stella ora ha ritrovato la pace: "Ma il temporale, ora è passato nonna! Quel temporale di cui avevi tanta paura è passato. Ora possiamo tornare a far festa e a cucinare per 10, 100, 1000 passanti e amici. Sei “sostanza che non può sparire”! Buon viaggio, Nonna Stella!", ha concluso.

Gli Houthi yemeniti hanno annunciato in un messaggio ad Hamas di aver sospeso i propri attacchi contro Israele e contro le navi nel Mar Rosso, alla luce del cessate il fuoco in vigore nella Striscia di Gaza. Secondo i media palestinesi, in una lettera indirizzata alle Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato di Hamas, i ribelli sciiti filoiraniani hanno scritto: "Seguiamo da vicino gli sviluppi. Dichiariamo che, qualora il nemico riprendesse la propria aggressione su Gaza, torneremo alle nostre attività militari nel cuore dell’entità sionista e reimporremo il blocco alla navigazione israeliana nel Mar Rosso e nel Mar Arabico".
Un punto che fa morale e classifica, ma anche qualche rimpianto... 
L'attore giapponese Tatsuya Nakadai, figura monumentale del cinema nipponico e mondiale, interprete prediletto dei registi Akira Kurosawa e Masaki Kobayashi, è morto a Tokyo all'età di 92 anni. La notizia della scomparsa è stata diffusa da "The Japan News".
Nato a Tokyo il 13 dicembre 1932, con il nome di Motohisa Nakadai, era un giovane commesso quando venne notato per caso dal regista Kobayashi, che lo volle nel film "La stanza dalle pareti spesse" (1954). Da quel momento iniziò una carriera straordinaria, segnata da un'interpretazione più potente dell'altra, fino a diventare simbolo del Giappone del dopoguerra, diviso tra tradizione, onore e modernità. Con Kobayashi, Nakadai instaurò un legame artistico profondo e duraturo, partecipando a undici dei suoi film. La consacrazione arrivò con la trilogia "La condizione umana" (1959-1961), in cui interpretava Kaji, un pacifista costretto a confrontarsi con la brutalità del militarismo e dell'oppressione. Il ruolo lo impose come uno degli interpreti più intensi e morali del cinema giapponese. E' stato poi da lui diretto in "L'ultimo samurai" (1967).
Nel 1962 tornò a lavorare con Kobayashi in "Harakiri", potente denuncia della rigidità del codice d'onore dei samurai. Nei panni del ronin Hanshiro Tsugumo, Nakadai offrì una delle sue interpretazioni più celebri, simbolo di dignità e ribellione contro l'ipocrisia del potere feudale.La sua carriera incrociò presto quella di Kurosawa, il più grande regista giapponese del Novecento. Nakadai fece una breve apparizione, non accreditata, in "I sette samurai" (1954): un piccolo ruolo che, nel tempo, gli valse l'appellativo affettuoso di "ottavo samurai", simbolico riconoscimento del suo ingresso nel mondo dei grandi del cinema nipponico. In seguito divenne uno dei volti prediletti di Kurosawa, soprattutto dopo la rottura del regista con Toshiro Mifune, con il quale Nakadai era grande amico. Kurosawa lo scelse per interpretazioni di straordinaria intensità in "Kagemusha - L'ombra del guerriero" (1980) e "Ran" (1985). In quest’ultimo film, ispirato a "Re Lear" di William Shakespeare, Nakadai vestì i panni di Hidetora Ichimonji, un sovrano anziano che vede la sua eredità disintegrarsi per colpa dell'ambizione dei figli. Fu un ruolo colossale, carico di tragedia e umanità, che segnò per sempre la storia del cinema mondiale. Kurosawa stesso lo definì "un attore capace di trasformare il silenzio in parola e la parola in dolore". Kurosawa nel frattempo lo aveva già diretto anche in "La sfida del samurai" (1961), "Sanjuro" (1962) e "Anatomia di un rapimento" (1963).
Nel corso di oltre settant'anni di carriera, Nakadai lavorò con maestri come Kon Ichikawa, Hiroshi Teshigahara, Hideo Gosha, Mikio Naruse e Kihachi Okamoto. Tra i suoi film più noti figurano "Kwaidan" (1964), "Il volto di un altro" (1966), "Goyokin" (1969) e "Hachiko Monogatari" (1987). Sempre elegante e discreto, possedeva un magnetismo scenico che lo rese un punto di riferimento per generazioni di attori.
Tra gli altri suoi film figurano: "Frenesia di uccidere" (1959) di Eizo Sugawa (1959), "Amore immortale" (1961) di Keisuke Kinoshita (1961), "L'avamposto dei disperati" (1965) di Kihachi Okamoto, "La battaglia di Port Arthur" (1969) di Seiji Maruyama (1969), "Là dove volano i corvi" (1969) di Hideo Hosha, "Kamikaze - Okinawa Zero" (1971) di Kihachi Okamoto. Tatsuya Nakadai ha recitato anche in un film western: "Oggi a me... domani a te" (1968) di Tonino Cervi.
Nel 2015 gli fu conferito l'Ordine della Cultura, la più alta onorificenza giapponese, e nel 1992 ricevette il titolo di Cavaliere dell'Ordine delle Arti e delle Lettere in Francia, riconoscimento riservato ai protagonisti della cultura mondiale. Fino a pochi anni fa Nakadai aveva continuato a insegnare e a calcare le scene teatrali. Umile e riflessivo, amava ripetere che "un attore non deve mai smettere di cercare la verità, anche quando recita un samurai". Con la sua scomparsa si chiude un'epoca del cinema giapponese: quella dei grandi interpreti che, con silenziosa potenza, hanno raccontato la storia del Giappone e dell'uomo. "Un attore come Nakadai capita una volta ogni secolo", disse di lui Masaki Kobayashi. Oggi, con la sua morte, il cinema perde davvero il suo ultimo samurai. (di Paolo Martini)

Alessia Vessicchio, figlia del Maestro Peppe Vessicchio, ha condiviso il suo dolore per la morte del padre ai microfoni de 'La volta buona'.
"In questo momento credo che, a nome della mia famiglia, è giusto che ringraziamo, perché c’è stato un affetto… sono tutti sconvolti come noi, sono tutti assolutamente increduli. Posso dire che sono fortunata perché l’ho avuto? Tutte queste frasi fatte, io vi chiedo scusa, non le riesco a dire. Io, in questo momento, sono devastata. Lo trovo profondamente terribile quello che è successo", ha detto.
La notte prima di morire, Vessicchio ha promesso alla figlia che sarebbe tornato a casa il giorno dopo: "Eravamo assolutamente impreparati, perché non si muore a 69 anni quando la sera prima dici: ‘Stai serena che torno a casa’. Quindi io vi chiedo scusa e posso solo dirvi grazie, ma davvero di cuore, a tutti. A tutti quelli che gli hanno sempre voluto bene. Grazie".

Bel tempo con sole (ma non sempre e non dappertutto) e temperature sopra la media per l’Estate di San Martino, il periodo autunnale in cui, dopo i primi freddi, si verificano condizioni climatiche soleggiate con tepore fuori stagione. Nell'emisfero australe il fenomeno si osserva ad inizio maggio, nel nostro emisfero (boreale) questo periodo mite arriva spesso intorno all’11 novembre, spiegano i meteorologi de iLMeteo.it[1].
Lorenzo Tedici, meteorologo de iLMeteo.it, conferma che l’Italia vivrà una settimana all'insegna di tempo stabile, mite ma non sempre soleggiato.
La leggenda narra che Martino di Tours donò metà del suo mantello ad un mendicante infreddolito: dopo questo gesto generoso, il meteo divenne improvvisamente caldo come in estate.
E anche quest’anno, come nel 2024 e nel 2023, questa fase dominerà l’Italia, grazie all’espansione dell’anticiclone africano, almeno fino a sabato: se fossimo stati a luglio avremmo avuto 40°C all’ombra.
Questa alta pressione africana non sarà però sinonimo di cielo azzurro ovunque: a causa delle inversioni termiche (più freddo in pianura che in montagna) l’umidità rimarrà bloccata nei bassi strati dove genererà nebbie, foschie o nubi basse e anche qualche episodio di pioviggine.
Da qui a sabato ritroveremo dunque nubi basse in Liguria, Toscana e in Val Padana; altrove dominerà il sole, specie durante le ore centrali della giornata.
Il tempo più bello, caratterizzato anche da un caldo decisamente anomalo, è previsto in montagna laddove, tra giovedì e venerdì, registreremo fino a 10°C oltre la media climatologica. Un caldo straordinario che spingerà lo zero termico sulle Alpi fino a 3800 metri.
Il livello dello zero termico normale in questo periodo oscilla intorno ai 1500-2000 metri, siamo quindi al doppio del normale. Il Riscaldamento Globale continua.
Caldo fuori stagione in montagna, foschie e nubi basse in pianura al Centro-Nord, questa sarà l’Estate di San Martino del 2025: per avere delle perturbazioni atlantiche più organizzate dovremo attendere il prossimo weekend, entro domenica arriveranno delle piogge. Il freddo invece latiterà ancora.
Le piogge del prossimo weekend saranno un toccasana per ripulire l’aria della Pianura Padana, decisamente inquinata: ormai da molti giorni, i livelli di PM10 e di PM2,5 sono oltre i limiti permessi e queste polveri ci fanno arrossare gli occhi e respirare con più fatica.
Martedì 11. Al Nord: soleggiato, locali nebbie su basse pianure, pioviggine in Liguria. Al Centro: prevalenza di sole e nubi. Al Sud: sole e nubi sparse, venti deboli da nord.
Mercoledì 12. Al Nord: sole, alcune nebbie al mattino, pioviggine in Liguria. Al Centro: sereno, nebbie o foschie nei fondivalle. Al Sud: pioviggine su messinese e reggino, sereno e mite.
Giovedì 13. Al Nord: sole, alcune nebbie al mattino e pioviggine in Liguria. Al Centro: sereno, nebbie o foschie nei fondivalle. Al Sud: occasionale pioviggine tra messinese e reggino.
Tendenza: aumentano le nubi nel fine settimana, possibile peggioramento da sabato 15.
Incidente su provinciale 15 all'altezza di via Archimede... 
La polizia indiana ha identificato l'uomo considerato l'attentatore suicida alla guida dell'auto esplosa ieri nel centro di Nuova Delhi, nei pressi del Forte Rosso, provocando almeno 13 vittime. Si tratta di Umar Un Nabi, medico originario del Kashmir, identificato tramite filmati di telecamere di sorveglianza che lo mostrano alla guida della Hyundai i20 poco prima dell'esplosione, avvenuta dopo aver rallentato per un semaforo rosso, precisano fonti investigative citate dall'Hindustan Times.
Secondo gli investigatori, Nabi, da tre anni in servizio Al-Falah Medical College di Faridabad, faceva parte di un complotto più ampio, insieme ad un altro medico sempre originario del Kashmir, Adeel Ahmad Rather, del college medico governativo di Anantang, che è stato arrestato la scorsa settimana. Sulla base delle informazioni fornite da quest'ultimo erano stati avviati dei raid a Faridabad, a 25 chilometri da Nuova Delhi, con il ritrovamento di una grande quantità di materiale esplosivo.
Gli investigatori ritengono che Nabi abbia trasportato esplosivo a bordo della sua auto da Faridabad a Nuova Delhi, insieme a Muzammil Shakil, studente di medicina al quarto anno. Le autorità hanno mobilitato oggi 800 agenti per condurre vaste operazioni "in ogni strada, casa e campo della regione per assicurare che non rimangano ancora sospetti o materiale esplosivo", ha dichiarato vice capo della polizia di Faridabad, esprimendo la convinzione che la rete costruita dai tre medici fosse "vasta".

Dalle 7.20 circa di questa mattina, i vigili del fuoco di Roma sono impegnati con due squadre, due autobotti e un'autoscala, in via Cesare Tallone, a Tor Sapienza, per l'incendio di un edificio abbandonato nel quale si trovavano persone che lo occupavano. Lo stabile è stato evacuato. Un uomo è stato trasportato in codice rosso all'ospedale Sandro Pertini. Sul posto la polizia.

Dalle 7.20 circa di questa mattina, i vigili del fuoco di Roma sono impegnati con due squadre, due autobotti e un'autoscala, in via Cesare Tallone, a Tor Sapienza, per l'incendio di un edificio abbandonato nel quale si trovavano persone che lo occupavano. Lo stabile è stato evacuato. Un uomo è stato trasportato in codice rosso all'ospedale Sandro Pertini. Sul posto la polizia.

Il Senato degli Stati Uniti ha approvato una legge per mettere fine al più lungo shutdown nella storia del Paese - 41 giorni - che permette di finanziare il governo fino alla fine di gennaio. Dopo il passaggio in Senato, dove hanno votato a favore della misura in 60, mentre i contrari sono stati 40 - la legge deve andare adesso alla Camera.
Lo Speaker della Camera, il repubblicano Mike Johnson, ha comunicato ai deputati che potrebbe avvenire già domani il voto sul pacchetto di spesa, che assicurerà il finanziamento del governo fino al 31 gennaio, e allo stesso tempo garantisce i finanziamenti per i programmi dei food stamp[1], per i veterani e per l'edilizia militare per tutto l'anno fiscale.
La leadership repubblicana è fiduciosa di avere i voti per far approvare il pacchetto, con il presidente Trump, che vuole riaprire il governo il più presto possibile, che potrà fare pressioni su eventuali resistenze da parte di esponenti della destra, mentre un gruppo di democratici centristi potrebbe, come è successo al Senato, andare incontro ai repubblicani a sostegno della misura, rompendo con le direttive dei leader del partito.

Mosca rivela di aver sventato un piano messo a punto dai servizi ucraini e britannici, che prevedeva di dirottare un Mig-31 armato con un missile ipersonico Kinzhal e farlo dirigere verso una base della Nato, dove sarebbe stato abbattuto dalle difese aeree. A denunciare "la provocazione" è stato il servizio segreto federale russo Fsb, riferiscono i media locali.

Mosca rivela di aver sventato un piano messo a punto dai servizi ucraini e britannici, che prevedeva di dirottare un Mig-31 armato con un missile ipersonico Kinzhal e farlo dirigere verso una base della Nato, dove sarebbe stato abbattuto dalle difese aeree. A denunciare "la provocazione" è stato il servizio segreto federale russo Fsb, riferiscono i media locali.
Secondo l'Fsb, l'intelligence militare di Kiev avrebbe tentato di reclutare i piloti russi promettendo 3 milioni di dollari, per far dirigere il Mig verso la base della Nato a Costanza, in Romania. "Le misure prese - hanno detto i servizi russi citati da Ria Novosti - hanno sventato i piani dell'intelligence ucraina e britannica per una provocazione su larga scala".
La tv di Stato di Mosca ha mostrato foto dei messaggi e registrazioni di un uomo che l'Fsb sostiene lavorasse per Kiev e Londra dai quali emerge l'offerta di 3 milioni di dollari a un pilota russo, al quale sarebbe stata anche promessa la cittadinanza di un Paese occidentale, per far volare il Mig verso l'Europa.
Continuano dunque gli allarmi dei servizi di Mosca, in particolare dell'Svr[1] (Servizio informazioni estero). Dopo aver prospettato provocazioni in Polonia e contro navi europee, con azioni che avrebbero dovuto screditare la Russia, l'Svr, come scritto nei giorni scorsi dalla Tass, ha affermato che "l'Occidente si prepara a incolpare la Russia per un possibile incidente alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. I membri della Nato esortano Kiev a compiere una grande azione di sabotaggio con vittime tra gli ucraini e i cittadini dei Paesi dell'Unione Europea, simile al disastro aereo MH17".
"I britannici hanno calcolato che, a seguito dell'incidente, la contaminazione radioattiva si diffonderà tra i cittadini dell'Ue vicino al confine ucraino", ha aggiunto l'Svr. Nel dettaglio, "l'Occidente sta valutando l'opzione di organizzare un sabotaggio alla centrale nucleare di Zaporizhzhia con la fusione del nocciolo attivo dei suoi reattori nucleari". Tutti gli allarmi lanciati nelle ultime settimane dall'Svr si sono rivelati totalmente infondati.

L’ex Ilva è ai titoli di coda. È il ferale giudizio che, alla vigilia del nuovo round governo-sindacati a Palazzo Chigi sul dossier, arriva dal palco della relazione annuale sull’industria siderurgica italiana dal numero uno di Federacciai, Antonio Gozzi. La produzione arranca, la cassa integrazione tocca le 4.500 unità, la gara sembra essere al palo, i rapporti tra Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria e le tute blu iniziano a inasprirsi, sul piano industriale l'orizzonte è nebuloso. Tutti – lavoratori e imprenditori – chiedono certezze, risposte. E le chiedono all’esecutivo, che oggi, al tavolo previsto nel tardo pomeriggio, dovrebbe illustrare alle tute blu cosa intende fare, sia per la trattativa in corso con i soggetti interessati, sia per la riconversione industriale e l’occupazione, come ha assicurato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, pochi giorni fa.
Cosa ha detto il numero uno di Federacciai
A Taranto "c'è un'impossibilità di fare industria siderurgica", ha affermato Gozzi, sottolineando che la situazione dell’Ilva "è grave e difficile: nessun operatore siderurgico italiano o straniero “si è presentato all'asta, siamo ai titoli di coda". E questo è un problema non solo per la tenuta sociale, dato che l’Ilva, nel complesso, cuba circa 10mila lavoratori (solo diretti), ma anche sul fronte della competitività: “Tutto quello che non verrà prodotto a Taranto rischia di essere comprato all'estero" ha ammonito infatti il presidente degli acciaieri italiani. È urgente quindi “ricostruire le condizioni abilitanti", anche perché un salvataggio in extremis "porterebbe a un ridimensionamento sostanziale".
Quindi intanto, ha messo in fila, “capire se Taranto e i tarantini vogliono la siderurgia, ovviamente decarbonizzata", e poi attenzionare il prezzo del gas e dell'energia elettrica, facendo “accordi con Eni”. Questo secondo punto è fondamentale, perché il gap con il resto d’Europa è molto profondo. Infine, il piano industriale: “Non spetta al governo”, ha ricordato Gozzi, esortando invece l’esecutivo a fare il suo. Ossia: porre le basi “perché si faccia industria”.
Il problema fondi
Anche le tute blu pretendono risposte, sia sul fronte produttivo che su quello occupazionale, e le attendono nell’incontro di oggi. Il piano industriale che i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia hanno elaborato sembra appeso a un filo: prevede quattro forni elettrici, tre a Taranto e uno a Genova e altri quattro impianti per i pre-ridotti. Il problema di dove fare il polo Dri non è risolto, perché Taranto – il sindaco Bitetti è stato chiaro – non lo vuole, ma via Veneto ha messo in cassaforte il ‘piano B’ di Gioia Tauro, il cui porto è stato giudicato adatto alla costruzione dell’impianto.
Si pone però un problema di fondi, perché l’austerity del Mef ha colpito anche la siderurgia: la scure della spending review imposta dalla manovra 2026 ai ministeri è calata sul ministero dell’Ambiente, con un taglio di quasi 300 milioni per la decarbonizzazione dell’ex Ilva. Una decurtazione, questa, che si somma a quella già operata l’anno scorso e che porterebbe le risorse complessive che servirebbero a Dri Italia per costruire gli impianti funzionali alla produzione di acciaio green a poco più di 600 milioni, contro il miliardo originariamente previsto dall’esecutivo Draghi. Troppi pochi: i tecnici di Mimit e Mase, infatti, sarebbero al lavoro per recuperare questi fondi nei prossimi passaggi parlamentari della finanziaria.
L'occupazione e il nodo vendita
Sul versante occupazionale la situazione non è migliore. Anzi. A ottobre è stata confermata la cassa integrazione per 4.500 persone, quasi la metà dei dipendenti (senza considerare i 1.600 di Ilva in amministrazione straordinaria), senza accordo tra azienda e metalmeccanici. I rapporti, peraltro, sono tesi: è di poche settimane fa la denuncia di Fiom, Fim e Uilm sulla gestione della cigs nel sito tarantino unilaterale e poco trasparente sulle rotazioni, respinta al mittente dall’azienda.
In tutto questo, c’è il nodo della vendita: Baku si è sfilata, e tra i papabili in corsa è rimasto il fondo americano Bedrock, la cui offerta però prevederebbe una drastica sforbiciata alla forza lavoro e punterebbe a condividere con lo Stato i costi dei nuovi forni elettrici. La trattativa è in corso, il Mimit non si sbottona: è plausibile che i diversi rilanci e aggiustamenti operati dagli americani, così come dagli altri player, siano stati giudicati ancora insufficienti. I sindacati, dal canto loro, continuano a battere il ferro dell’intervento pubblico, unico modo – dicono – per uscire dall’impasse. I precedenti ci sono: Leonardo e Fincantieri, ma anche Eni ed Enel nel campo dell’energia. Ma Urso ha già sbarrato la strada: “E’ incostituzionale”. Di nazionalizzazione, quindi, non se ne parla, ma nemmeno di ‘spezzatino’: anche questo lo aveva chiarito il ministro a ottobre, quando nel corso di un’audizione aveva chiarito che il governo non ha alcuna intenzione di vendere gli asset Ilva separatamente.
Venerdì nero per chi viaggia il 14 novembre sui mezzi Atac a Roma. Le organizzazioni sindacali Usb Lavoro Privato e Orsa Tpl hanno proclamato uno sciopero di 24 ore con le consuete fasce di garanzia.
Gli orari della protesta
L'agitazione si svolgerà in due fasce orarie, ovvero dalle 8,30 alle 17 e dalle 20 a fine servizio diurno. Due anche le fasce di garanzia, durante le quali il servizio sarà assicurato: da inizio del servizio diurno e fino alle 8,29 e dalle 17 alle 19,59. Durante lo sciopero, nelle stazioni della rete metro che resteranno eventualmente aperte, non sarà garantito il servizio di scale mobili, ascensori e montascale.
Gli autobus che non saranno coinvolti
Nel territorio di Roma, si legge sul sito del Comune, lo sciopero riguarda l'intera rete Atac, a eccezione di diciassette collegamenti bus gestiti in sub-affidamento per conto sempre di Atac. I bus numero 021, 043, 075, 33, 77, 113, 246, 246P, 313, 319, 351, 435, 500, 515, 551, 669 e 980 saranno regolarmente in strada.
Oltre alle diciassette linee Atac in regime di sub-affidamento, saranno regolari anche tutte le novantuno linee di bus gestite dagli operatori privati ATR Mobility, Autoservizi Troiani, Bis e Tuscia: 011, 013, 017, 018, 022, 024, 025, 027, 028, 030, 031, 032, 033, 035, 036, 036L, 037, 039, 040, 041, 042, 048, 049, 051, 053, 054, 055, 056, 057, 059, 066, 078, 08, 081, 088, 135, 146, 213, 218, 226, 235, 314, 339, 340, 343, 349, 404, 437, 441, 444, 445, 447, 502, 503, 505, 533, 541, 543, 546, 548, 552, 555, 657, 660, 663, 665, 701, 702, 710, 711, 721, 764, 771, 777, 778, 787, 789, 808, 889, 892, 907, 908, 912, 982, 985, 992, 993, 998, 999, C1 e C19. Servizio regolare, poi, per i collegamenti di Cotral e Trenitalia.
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