(Adnkronos) - "Io alla Ferrari? Sono qui a Londra nel team, ho già i miei problemi. Prima o poi la Ferrari risolverà i suoi". Flavio Briatore risponde così alle domande su un eventuale accostamento alla Ferrari. Il manager, attualmente Executive Advisor della Alpine, viene interpellato sull'ennesima stagione grigia del Cavallino.
La Ferrari, con Charles Leclerc e Lewis Hamilton, è relegata al ruolo di comprimaria in un Mondiale che si è trasformato in un duello tutto targato McLaren tra Oscar Piastri e Lando Norris, con la Red Bull di Max Verstappen ipotetico terzo incomodo. I piloti di Maranello galleggiano in quinta e sesta posizione, con l'unica prospettiva di vivere - prima o poi - un weekend da protagonisti.
"Conosco Vasseur, è una persona molto valida", dice Briatore, a La politica nel pallone, 'assolvendo' il team principal Fred Vasseur, che da 2 anni comanda il muretto della Rossa. "Per tornare a vincere la Ferrari deve avere la macchina, quest'anno non è competitiva. Quest'anno l'unico team ad averla è la McLaren", aggiunge Briatore.
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(Adnkronos) - La Russia di Vladimir Putin continua la guerra in Ucraina e continua a minacciare il fronte orientale dell’Europa, ‘promettendo’ future aggressioni militari. Le istituzioni europee, i governi e le intelligence nazionali, oltre agli analisti di tutto il mondo, si interrogano su quanto sia concreta la minaccia e, di conseguenza, su quali siano le reali intenzioni del Cremlino. C’è un aspetto che inizia a imporsi, sostenuto dai numeri e dalle informazioni che riescono a superare la coltre della propaganda: l’economia di Mosca sta diventando dipendente dalla guerra in maniera quasi irreversibile.
Iniziano a essere evidenti le conseguenze delle sanzioni internazionali, che hanno svuotato i canali tradizionali della crescita, dall’energia alla siderurgia, così come lo sforzo per la produzione bellica, che nel 2025 assorbe ormai metà del bilancio statale, con il 62 per cento della spesa militare classificata come segreta. E segreta vuol dire senza la minima trasparenza, anche verso quello che resta dei controlli interni. La stessa Banca Centrale, pur avendo appena abbassato i tassi di interesse al 17%, ha riconosciuto che il Paese ha ormai sfruttato per la guerra in Ucraina quasi tutte le capacità produttive, logistiche e infrastrutturali, così come le risorse umane disponibili.
Qualsiasi economia di guerra regge fino a quando non si supera la soglia oltre la quale diventa difficilissimo tornare indietro. Cosa vuol dire? Che immaginare una riconversione della produzione bellica verso gli obiettivi civili diventa costosissimo se non praticamente impossibile.
Un esempio pertinente è quello che riguarda i colossi dell’acciaio. La Russia sta lavorando per salvare il settore metallurgico, partendo dal colosso Mehel, dal rischio sempre più concreto di una bancarotta generalizzata. Come pensa di farlo? Sostanzialmente consentendo all’intero settore di violare la legge fondamentale dell’economia, quella sui fallimenti. I ministeri dell’Economia e dell’Industria stanno pensando di sospendere le procedure fallimentari per le grandi aziende siderurgiche, molte delle quali versano in condizioni finanziarie disastrose. Vorrebbe dire compiere un passo senza ritorno. Anche il Cremlino sa che una decisione del genere sarebbe di fatto irreversibile, rendendo il Paese ‘schiavo’ della guerra, perché costretto a continuarla per non implodere.
Questo perché la concatenazione di fattori che ha ormai trasformato il tessuto produttivo diventerà sempre più difficile da disinnescare. Da una parte, si prova a salvare decine di migliaia di posti di lavoro e ad evitare ripercussioni negative sull’intera economia nazionale e sulle regioni dove queste aziende operano. Dall’altra, si alimenta una spirale pericolosa, che anche la popolazione ha imparato a riconoscere. A luglio, la quantità di contante in circolazione ha toccato un massimo storico di 16 mila miliardi di rubli, segnale che i cittadini stanno accumulando liquidità in previsione di ulteriori difficoltà economiche.
Altri segnali concorrono a sostenere la tesi che Mosca sia ormai dipendente dalla guerra e che una riconversione in un contesto di pace comporterebbe ulteriori gravi difficoltà al regime di Putin. Il Cremlino ha investito ingenti somme di denaro nella guerra contro l’Ucraina, con le fabbriche che lavorano a pieno ritmo per continuare a produrre armi e con massicci incentivi finanziari offerti per reclutare nuove leve nell’esercito. Ciò ha portato a una carenza di manodopera, in tutti gli altri settori. I prezzi fuori controllo e la contrazione dei salari ha fatto il resto. Le banche russe hanno lanciato l’allarme su una potenziale crisi del debito, poiché gli alti tassi di interesse pesano sulla capacità di chi ha contratto un mutuo di pagarne le rate. Va malissimo anche l’agricoltura, con raccolti che vengono definiti disastrosi dalle fonti indipendenti.
La conclusione? Putin potrebbe avere tutto l’interesse di continuare a fare la guerra, ovunque gli sia possibile farlo, non solo per difendere il proprio potere ma anche per non rischiare di perderlo affrontando una pace costosissima sul piano economico. (Di Fabio Insenga)
(Adnkronos) - Paulo Dybala salta il derby Lazio-Roma per infortunio? L'attaccante giallorosso è stato costretto a lasciare il campo dopo il primo tempo del match che la Roma ha perso ieri in casa per 1-0 contro il Torino. Oggi Dybala, 31 anni, si è sottoposto agli esami che hanno evidenziato "una lesione di basso grado alla coscia sinistra".
Il derby capitolino si gioca domenica 21 settembre alle 12.30: Dybala ha meno di una settimana per recuperare dall'infortunio che, a giudicare dallo scarno comunicato del club, ha provocato la rottura di fibre muscolari. L'ipotesi di un recupero lampo appare a dir poco azzardata e la presenza dell'argentino della stracittadina ad oggi appare estremamente improbabile.
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(Adnkronos) - “Ci siamo messi all'ascolto delle famiglie italiane insieme ad Eumetra e la fotografia che emerge ci racconta che essere genitori in Italia è anche un'esperienza difficile. Una mamma su due, un papà su tre, ci parlano di un senso di solitudine e di inadeguatezza. ‘Per crescere una bambina o un bambino ci vuole un intero villaggio’. Questo motto ha ispirato la creazione di Pampers Village, un luogo fisico e digitale dove le famiglie creano relazioni e dove, soprattutto, si ricostruisce un senso di comunità”. Sono le parole di Antonio Fazzari, general manager di Fater, al debutto del progetto presentato a Milano e realizzato dall’azienda in collaborazione con la onlus Centro per la salute delle bambine e dei bambini (Csb). Un Villaggio dedicato al sostegno dei genitori e dei loro bambini.
I dati esposti da Fazzari sono i risultati del primo Osservatorio sulla genitorialità promosso da Pampers e realizzato in collaborazione con l’istituto di ricerca Eumetra. Partito dall’ascolto di esperti con diverse competenze, l’Osservatorio ha raccolto le opinioni di un campione di oltre 3mila genitori in attesa, potenziali e con figli in età compresa dagli 0 ai 6 anni. Dopo aver ascoltato le necessità delle famiglie, Pampers ha scelto di impegnarsi per dare vita ad una rete in grado di offrire ai genitori un ecosistema concreto e accessibile di ascolto, orientamento e sostegno nei primi 1000 giorni di vita del bambino, un periodo delicato e trasformativo.
“Ci siamo resi conto che Pampers e Csb avevano dei valori in comune - spiega Fazzari- l'interesse per le relazioni e per la creazione di un senso di comunità così importante in questo Paese. Le famiglie in Pampers Village trovano innanzitutto altre famiglie, ma possono anche incontrare gli esperti di Csb. Il tutto in un tempo finalmente lento, dove si creano relazioni e si fanno esperienze profonde di comunicazione, grazie per esempio al supporto di 'Nati per leggere' -racconta- oppure si fanno esperienze con i suoni e con la musica, grazie alla collaborazione con 'Nati per la musica'. Uno spazio dove ci si incontra, ci si diverte e si impara come giocare”.
“Pampers Village è un ecosistema aperto -illustra il general manager- e si compone di quattro elementi. Il primo è l'ascolto, avvenuto tramite Eumetra. In secondo luogo, uno spazio fisico. Crediamo nella relazione fisica e quello presentato a Milano è la partenza di una serie di eventi itineranti in giro per i parchi e per le città d'Italia. Saremo a Roma, Pescara e Palermo. Vogliamo andare in tanti luoghi per invitare le famiglie a conoscersi, a giocare, a leggere, a fare musica insieme - spiega - Il terzo pilastro è anche quello della community digitale nella nostra app Coccole, dove le persone possono, in maniera anche semplice, condividere domande, ma anche soluzioni.
In ultimo - conclude - anche una campagna di comunicazione straordinaria, grazie ai nostri amici di Saatchi & Saatchi, che ricorda che è vero che facciamo sempre meno bambini in Italia, ma che le famiglie italiane sono tante e che se ci si mette in relazione, come stiamo facendo oggi, riusciamo a fare comunità”.
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(Adnkronos) - Gian Marco Tamberi reagisce dopo la delusione ai Mondiali di atletica di Tokyo 2025. L'atleta azzurro è stato eliminato nelle qualificazioni del salto in alto alla rassegna iridata, a cui arrivava da campione in carica, non riuscendo a superare la misura di 2.21. Oggi, lunedì 15 settembre, Tamberi ha pubblicato un post su Instagram in cui si mostra deluso ma in cui assicura: "Tornerò. Ve lo prometto. Tornerò".
Tamberi, in pista con una vistosa fasciatura alla gamba, aveva mostrato la sua delusione già dopo la gara: "Sono arrabbiato perché è un risultato pietoso. Il rammarico c'è e dispiace perché le sensazioni nel riscaldamento erano buone, poi però non ho fatto neanche un salto giusto", ha detto a Rai Sportl, "questo risultato fa male. L'anno scorso non avevo voglia di andare avanti e ora utilizzerò questa rabbia per continuare".
L'obiettivo rimane comunque partecipare alle Olimpiadi di Los Angeles 2028: "Non vedo l'ora di ricominciare la preparazione. Sono comunque orgoglioso dei nostri ragazzi che scendono sempre in pedana lottando. Ora voglio solo tornare a casa dalle mie donne".
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(Adnkronos) - "È stato raggiunto un accordo con la Cina su una 'certa' azienda che i giovani nel nostro Paese volevano tanto salvare. Saranno molto contenti!". Lo ha reso noto il presidente americano Donald Trump con un post su Truth Social, riferendosi con ogni probabilità alla piattaforma cinese TikTok, per cui poche ore prima il Segretario al Tesoro Scott Bessent aveva affermato di essere "molto vicini" a un accordo con Pechino.
Commentando l'esito del secondo giorno di colloqui a Madrid tra la delegazione Usa - guidata da Bessent - e quella cinese con a capo il vice premier cinese He Lifeng, Trump, sempre su Truth Social, aveva scritto che "il grande incontro commerciale in Europa tra Stati Uniti e Cina è andato MOLTO BENE!". E ha aggiunto che "parlerà con il presidente Xi Jinping venerdì", mentre il rapporto con Pechino "rimane molto forte".
TikTok è di proprietà della società internet cinese ByteDance. Una legge federale che imponeva la vendita o il divieto del social per motivi di sicurezza nazionale sarebbe dovuta entrare in vigore il giorno prima dell'insediamento del presidente americano, il 20 gennaio. Tuttavia, il tycoon, la cui campagna elettorale del 2024 si è basata in modo significativo sui social media e che ha espresso affetto per TikTok, ha sospeso il divieto. A metà giugno, Trump ha esteso di ulteriori 90 giorni la scadenza per la popolare app di condivisione video affinché trovi un acquirente non cinese o venga bandita negli Stati Uniti. Tale estensione scadrà mercoledì 17 settembre.
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(Adnkronos) - Un cadavere è stato ritrovato dentro un'auto in fiamme nel parcheggio della stazione di Latina, lato Sermoneta. Si tratta di un giovane di 25 anni, trovato carbonizzato all'interno della vettura dai vigili del fuoco e dai carabinieri dopo la segnalazione di un passante. Indagini in corso per stabilire le cause del decesso.
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(Adnkronos) - Mondelēz International, azienda di riferimento mondiale nel settore dello snacking, celebra con orgoglio i 40° anni dello stabilimento di Capriata d’Orba (Al), uno dei poli produttivi di eccellenza globale per la produzione di biscotti e snack salati. Inaugurato nel settembre 1985, il sito piemontese rappresenta un modello di innovazione tecnologica, impegno per la sostenibilità e profondo legame con il tessuto economico, sociale e agricolo del territorio.
Un'eredità di successo, con una visione globale: la storia dello stabilimento affonda le sue radici nella tradizione di Saiwa, iconico marchio genovese fondato nel 1900 e che dal 2007 è parte del Gruppo Mondelēz International. Negli anni, il sito ha raddoppiato la propria capacità produttiva – passando da 20mila a 40mila tonnellate annue – aumentato l’organico a oltre 300 dipendenti e ampliato il suo portafoglio a marchi come Tuc, Cipster, Ritz e Premium, accanto all’iconico Oro Saiwa. Oggi, Capriata d’Orba è una delle realtà industriali più performanti di Mondelēz International a livello europeo, con una produzione destinata per il 30% all’export. Ogni anno vi vengono realizzate oltre 33 milioni di confezioni Oro Saiwa, equivalenti a più di 3 miliardi di biscotti. (FOTO)
In quattro decenni, lo stabilimento di Capriata d’Orba ha vissuto una trasformazione tecnologica che ne ha ridefinito completamente l’identità produttiva. Partito con sistemi tradizionali di produzione alimentare, il sito ha saputo cogliere ogni ondata innovativa: dalla prima digitalizzazione degli anni ’90, all’automazione avanzata del nuovo millennio, sino all’attuale integrazione delle tecnologie proprie dell’industria 4.0. Questa evoluzione continua, che pone al centro l’attenzione ai più alti standard di sicurezza e qualità, rappresenta la strategia fondamentale che consente al sito di mantenere la propria posizione di eccellenza nel competitivo panorama manufatturiero globale. Ne è testimonianza il completamento della terza fase della metodologia Integrated Lean Six Sigma che punta a migliorare l'efficienza dei processi aziendali e a ridurre gli sprechi, un primato tra gli stabilimenti Bakery dell’azienda.
A conferma della sua centralità strategica per il Gruppo, per rendere lo stabilimento sempre più sicuro, efficiente, innovativo e sostenibile, sono stati investiti negli ultimi 10 anni circa 50 milioni di euro, con l’ambizione di rafforzare ulteriormente il proprio legame con il territorio piemontese anche negli anni a venire. Per Mondelēz International, la sostenibilità è al centro di ogni scelta: non è un’opzione, è un impegno quotidiano. Significa ridurre concretamente l’impatto ambientale, ottimizzare l’uso delle risorse riducendo al minimo gli scarti, disegnare packaging riciclabili per i prodotti, e coltivare un legame autentico con il territorio, collaborando attivamente con le comunità locali.
In tale direzione, ad oggi, lo stabilimento di Capriata d’Orba utilizza grano 100% italiano, prevalentemente proveniente dal Piemonte, per un totale di oltre 36.000 tonnellate di grano coltivate su 5.000 ettari da oltre 450 aziende agricole. Questo impegno si inserisce nella più ampia strategia del Gruppo "Snacking Made Right", che punta a guidare il futuro dello snacking in modo responsabile, offrendo lo snack giusto, per il momento giusto e fatto nel modo giusto – proprio come accade ogni giorno nello stabilimento di Capriata d’Orba.
Le ambizioni di sostenibilità del Gruppo si concentrano su tre pilastri fondamentali. Ingredienti: grazie al pioneristico programma Harmony, approdato in Italia 10 anni fa, gli agricoltori partner si impegnano a rispettare buone pratiche agricole per la coltivazione del grano, riducendo l'uso di pesticidi e fertilizzanti, tutelando l’acqua e il suolo, e preservando la biodiversità. Packaging: a Capriata d’Orba il 100% dei packaging è progettato per essere riciclato, in linea con l’impegno dell’azienda nella promozione un'economia circolare. Lotta al cambiamento climatico: ogni giorno, l’azienda lavora per consumare meno e meglio, puntando a un uso più efficiente e responsabile delle risorse. Il sito contribuisce attivamente all'ambizioso obiettivo di decarbonizzazione della supply chain entro il 2050, grazie a interventi di efficientamento energetico e uso di energie rinnovabili, come i pannelli solari, che ad oggi contribuiscono a circa il 20% del fabbisogno energetico dello stabilimento.
Il successo e la longevità dello stabilimento di Capriata d’Orba sono intrinsecamente legati all'impegno e alla dedizione delle persone. Mondelēz International mette al centro il benessere delle persone attraverso politiche concrete di inclusione, valorizzazione e crescita. Ne sono prova il prestigioso riconoscimento 'Best Workplace for Blue Collar 2024', in cui Mondelēz International in Italia ha conquistato il primo posto della classifica, confermando l’eccellente ambiente lavorativo negli stabilimenti produttivi di Capriata d'Orba e Caramagna Piemonte, e il premio 'Welcome. Working for refugee integration' dell'Unhcr, ottenuto per il secondo anno consecutivo grazie a un progetto di formazione e inclusione lavorativa dei rifugiati, realizzato in partnership con Next.
Silvia Bagliani, presidente e amministratore delegato di Mondelēz Italia srl ha dichiarato: “Mondelēz International è una realtà globale con radici profonde in Italia, e in particolare in Piemonte, dove si trovano i nostri siti produttivi. L’Italia è per noi un mercato strategico, dove generiamo oltre 514 milioni di euro di valore distribuito sul territorio, di cui 96 milioni generati in Piemonte, contribuendo a creare oltre 6.700 posti di lavoro lungo tutta la filiera. Celebrare i 40 anni dello stabilimento di Capriata d’Orba è un momento di grande orgoglio, significa riconoscere il valore di un sito produttivo che è molto più di una fabbrica: è un simbolo concreto della nostra visione industriale, fondata su innovazione, sostenibilità e legame autentico con il territorio”.
"Lo stabilimento di Capriata d’Orba, con le sue linee produttive dedicate a biscotti e snack salati, continuerà a rappresentare un polo strategico e all’avanguardia all’interno del sistema europeo del Gruppo”, aggiunge Gabriella Della Porta, director manufacturing del Gruppo Mondelēz International in Italia. "Il nostro obiettivo è di continuare a crescere come centro di eccellenza, innovando costantemente e garantendo i più alti standard di sicurezza e qualità. Con lo sguardo rivolto al futuro, tra quarant’anni ambiamo a rendere Capriata ancora più digitale e sostenibile, un punto di riferimento per innovazione, e un modello di eccellenza nel panorama industriale italiano", conclude.
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(Adnkronos) - Le trasfusioni di globuli rossi contenuti nella placenta possono ridurre significativamente il rischio di retinopatia severa e di displasia broncopolmonare nei neonati estremamente prematuri. Lo dimostra uno studio italiano pubblicato sulla rivista scientifica 'eClinicalMedicine' del gruppo The Lancet. Il trial multicentrico Born, condotto tra il 2021 e il 2024 in 10 ospedali italiani, ha confrontato la trasfusione dei globuli rossi ottenuti dalla placenta con quelli provenienti da donatori adulti. Sono state effettuate 107 trasfusioni di sangue placentare (Cb-Rbc) nelle Terapie intensive neonatali (Tin) delle 10 strutture coinvolte, tra cui il Policlinico San Matteo di Pavia. Nei neonati che hanno ricevuto esclusivamente globuli rossi da sangue placentare - riferisce l'Irccs in una nota - non si sono verificati casi di retinopatia severa, diversamente dai neonati trasfusi con globuli rossi da donatori adulti, che hanno mostrato un'incidenza del 34%. La retinopatia del prematuro (Rop) è una grave patologia oculare che può portare alla cecità e colpisce frequentemente i neonati nati molto prima del termine. Si è inoltre osservata una significativa riduzione delle forme moderate e severe di malattia polmonare cronica del neonato estremamente prematuro.
La ricerca ha quindi evidenziato che i globuli rossi contenuti nella placenta possiedono proprietà identiche a quelle del neonato prematuro, come una ridotta capacità di rilasciare ossigeno ai tessuti, rendendoli particolarmente adatti a proteggere gli organi immaturi dai danni dell'ossigeno e dell'infiammazione. "Questo è uno studio molto importante di medicina trasfusionale neonatale, i cui risultati rappresentano una svolta nella cura del neonato estremamente prematuro - afferma Stefano Ghirardello, direttore Neonatologia e Tin del San Matteo e membro dello steering committee del trial - Curare l'anemia del neonato affetto da gravissima prematurità con le trasfusioni di globuli rossi di origine placentare al fine di ridurre il danno legato all'eccesso di ossigeno rilasciato dai globuli rossi dei donatori adulti è uno straordinario esempio di medicina di precisione, il cui scopo è offrire cure più efficaci e mirate alle specifiche esigenze del singolo paziente. E' affascinante osservare - sottolinea - come, in alcuni casi, fare meno è fare meglio: ridurre l'ossigeno rilasciato ai tessuti attraverso un prodotto trasfusionale innovativo ha permesso di ridurre l'incidenza di gravi patologie quali la retinopatia del prematuro e la malattia polmonare cronica".
"La produzione di globuli rossi di origine placentare per fini trasfusionali ha richiesto un grande sforzo organizzativo - evidenzia Ghirardello - che ha coinvolto ostetrici, ginecologi e medici trasfusionisti, che ringrazio sentitamente. Tutto ciò in ogni caso non sarebbe stato possibile senza la generosità delle donne che hanno donato la placenta. Questo studio, ci auguriamo - conclude - possa essere di stimolo per la donazione del sangue placentare". Al trial hanno partecipato anche le neonatologhe Letizia Patti e Tiziana Boggini, e la responsabile della Struttura semplice Clv (Centro lavorazione e validazione) del San Matteo, Paola Bergamaschi.
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(Adnkronos) - Questa sera, a partire dalle 20, per celebrare la Giornata regionale della celiachia il palazzo della sede della Regione Lazio, in via Cristoforo Colombo 212 a Roma, si illuminerà di verde. L'iniziativa, realizzata in collaborazione con Acea - si legge in una nota - ha lo scopo di sensibilizzare e promuovere la conoscenza della malattia celiaca e la sua variante dermatite erpetiforme. La Giornata regionale della celiachia nel Lazio è stata istituita dalla legge regionale n. 7 del 26 giugno 2025.
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(Adnkronos) - Oltre un milione di assaggi serviti all'insegna dell'eccellenza e della valorizzazione del territorio, 185 eventi in 83 località di tutto il mondo in cui sono state promosse la cultura e l'enogastronomia del Friuli Venezia Giulia. Questi, in sintesi, i numeri che raccontano la storia del Consorzio Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori, che quest'anno compie 25 anni. Un traguardo festeggiato con un anno di eventi, che ha il suo clou proprio oggi, 15 settembre, con la celebrazione ufficiale nelle sale della Fondazione Friuli, a Udine.
Il Consorzio è un affiatatissimo gruppo composto da 73 aziende portabandiera delle eccellenze enogastronomiche della regione. "L'obiettivo è sempre stato, dall'inizio, quello di raccontare il territorio attraverso la cucina, e poi attraverso il vino. In ogni angolo del Friuli Venezia Giulia ci sono cucine diverse: la Carnia e Udine e Trieste sono mondi completamente diversi. Far esaltare queste particolarità era una nostra sfida", spiega ad Adnkronos/Labitalia il presidente del Consorzio Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori, Walter Filiputti.
"L'altro aspetto - prosegue - è stato quello di mettere insieme nel lavoro anche la cultura: all'inizio abbiamo creato questa equazione che poi abbiamo realizzato, ossia cucina+vino+prodotti+cultura=turismo. E questo nel 2000 nessuno lo aveva intuito, e ci ridevano dietro, invece adesso è pane quotidiano qualcosa che noi portiamo avanti da 25 anni".
In questi 25 anni di percorso gli obiettivi raggiunti sono stati tanti ma uno in particolare tiene a evidenziare il presidente Filiputti: "Essere riusciti a coagulare un mondo di per sé difficile, con attori che non hanno la vocazione dello stare insieme, quindi riuscire a portare avanti per 25 anni uno zoccolo duro che è sempre lo stesso, è il più grande successo. Il secondo è che accanto al gruppo dei ristoranti abbiamo messo insieme tutta la filiera della produzione, quindi fanno parte del Consorzio vignaioli, artigiani del gusto, partner tecnici, cioè tutti coloro che poi per portare avanti i nostri eventi collaborano insieme e questo direi che è l'aspetto più importante e di cui possiamo essere orgogliosi. E il merito è di tutti, perché lo stare insieme non è facile, bisogna fare tutti un passo indietro, insieme, per poi farne due in avanti e questo lo riteniamo un valore e molto importante".
Lo sguardo è sempre stato rivolto al futuro e in occasione di questo importante anniversario parte un nuovo progetto. "Dopo anni di ricerca - sottolinea - ora vogliamo creare una Academy, che avremmo già fatto se il Covid non ci avesse fermato, perché avevamo intuito già anni fa che quello del personale sarebbe diventato il problema di base. L'idea è di dare la possibilità di crescere, di formarsi in maniera moderna".
"E proprio oggi - annuncia - presentiamo l'accordo che abbiamo fatto con l'Academy Its-Istituto tecnico superiore di Udine fondato dal Gruppo Danieli, con cui andremo a collaborare per creare il primo Its in Friuli Venezia Giulia per la formazione del personale di sala e di cucina. E questo è un obiettivo molto molto interessante".
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