
Due caccia F-16 dell'esercito rumeno e due Eurofighter della polizia aerea tedesca si sono alzati in volo dopo che due droni hanno violato lo spazio aereo delle Romania. Lo ha annunciato il ministero della Difesa di Bucarest spiegando che la violazione è stata rilevata vicino al confine tra la Romania e l'Ucraina. L'ultima volta che i caccia sono decollati in Romania è stato quando un drone è entrato nel suo spazio aereo il 13 settembre durante un attacco russo alle infrastrutture ucraine, ricorda Sky News.
Belgio, Germania, Repubblica Ceca, Spagna, Norvegia e Danimarca hanno segnalato di recente incursioni o avvistamenti di droni. Solo nella notte del 9 settembre circa 20 droni russi sono entrati nello spazio aereo polacco. Il 19 settembre, tre jet militari russi hanno violato lo spazio aereo dell'Estonia per 12 minuti, prima che i caccia italiani li scortassero fuori. Il 23 ottobre la Lituania ha dichiarato che due jet russi erano entrati nel suo spazio aereo.
La polizia moldava ha annunciato l'evacuazione dei residenti di Cuhurestii de Jos, nel distretto di Floresti, nella Moldova nordoccidentale, dopo che un drone si è schiantato questa mattina contro l'abitazione di un custode di un frutteto.
"L'unità esplosivi della polizia è in viaggio verso il luogo'' dello schianto, ''i residenti sono stati evacuati e l'area è stata transennata dalla polizia di Floresti", ha aggiunto la polizia in un comunicato, senza specificare il numero di persone evacuate.

"Quello dell’eventistica può essere considerato ormai un settore d’eccellenza. Sì, è un’industria: quella degli eventi che rappresenta certamente un’eccellenza del Made in Italy, per la sua capacità di organizzare, attrarre attenzione e suscitare emozione come pochi altri sanno fare". Così Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, intervenendo alla serata dedicata alla XXII Edizione del Bea Italia, alla serata conclusiva della XXII edizione del Bea Italia, all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Questo - ha aggiunto - "fa parte dell’identità storica e culturale dell’Italia sin da quando, millenni fa, si organizzavano eventi a Roma e nelle città dell’Impero, coniugando sport, cultura e arte". Urso ha definito l’industria degli eventi "un palcoscenico della nostra peculiarità nazionale", ricordando che l’Italia "è il Paese con il più grande numero di località e opere riconosciute come patrimonio dell’umanità".

Mentre spunta un nuovo piano per porre fine alla guerra, proseguono gli attacchi della Russia all'Ucraina. Almeno 6 persone sono morte e una decina rimaste ferite in un raid aereo notturno condotto dalle forze armate russe su Kiev con missili e droni. Lo hanno riferito le autorità ucraine spiegando che l'attacco alla capitale ucraina ha preso di mira edifici residenziali e infrastrutture civili in diversi quartieri. In particolare un edificio di nove piani è stato colpito nel quartiere di Dniprovskyi provocando un incendio nel quale sono morte due persone, tra cui una donna di 86 anni.
Tymur Tkachenko, capo dell'amministrazione militare di Kiev, ha dichiarato che quattro persone sono state uccise nel quartiere Svyatoshynskyi della città e ha accusato la Russia di "prendere deliberatamente di mira infrastrutture e alloggi civili".
Dopo alcune ore di calma in città, le sirene hanno ripreso a suonare intorno alle 5:30 ora locale, quando la Russia ha lanciato una seconda ondata di missili da crociera verso Kiev, secondo quanto riferito da fonti locali alla Cnn. Anche la regione meridionale di Odessa è stata attaccata dai droni, ha affermato l'aeronautica militare ucraina.
Raid di Kiev colpisce edifici civili nel sud della Russia
Condomini e altri siti residenziali e commerciali sono invece stati colpiti da un raid delle forze di Kiev nella regione di Rostov, ha denunciato il governatore, Yury Slyusar. In totale sono rimasti danneggiati quattro palazzine, 12 ville, e siti sociali. Almeno un missile ucraino ha poi colpito un palazzo residenziale nel resort di Gelendzhik, nella regione di Krasnodar. La difesa aerea lungo la costa del Mar Nero era già stata attivata da un attacco con droni.
Nella notte la contraerea russa ha intercettato 249 droni ucraini, ha annunciato il ministro della Difesa di Mosca. Nel dettaglio 116 droni sono stati abbattuti mentre sorvolavano il Mar Nero, 76 nella regione di Krasnodar, 23 nella penisola annessa della Crimea e 16 nella regione di Rostov, ha precisato il ministero.
Intanto il segretario dell'Esercito americano Dan Driscoll ha incontrato funzionari russi ad Abu Dhabi per discutere del piano proposto da Washington per porre fine alla guerra in Ucraina, ha riferito un funzionario statunitense alla Cnn spiegando che Driscoll avrà altri incontri anche oggi.
Non è chiaro chi faccia parte della delegazione russa, ma Driscoll è il rappresentante maggiore della delegazione americana, escludendo i diplomatici, ha aggiunto il funzionario. Gli incontri hanno lo scopo di gettare le basi per impegni futuri di livello superiore, ha proseguito il funzionario alla Cnn.
Il nuovo piano in 19 punti e la reazione della Russia
L'Ucraina sarebbe riuscita a modificare il piano di Donald Trump[1]: i 28 punti inizialmente elaborati dagli Stati Uniti cambiano e si sono ridotti a 19[2]. I colloqui a Ginevra sono serviti a Kiev per eliminare elementi ritenuti eccessivamente favorevoli alla Russia.
Nel dettaglio, i contorni del nuovo documento non sono noti. Tra i dettagli che filtrano, spicca la rimozione della disposizione sull'uso dei beni russi congelati nel processo di ricostruzione dell'Ucraina è stata rimossa dal piano. La proposta iniziale di Trump prevedeva che gli Stati Uniti ricevessero il 50% dei profitti e che i beni congelati non utilizzati venissero destinati a un fondo di investimento russo-americano.
Il piano americano per l'Ucraina, nella versione visionata da Mosca, "può formare la base per un accordo di pace finale". E' quanto ha riferito Vladimir Putin durante una conversazione telefonica avuta oggi con il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan. Secondo una nota del Cremlino, Putin ha "notato che queste proposte sono coerenti con le discussioni del summit in Alaska".
Quanto invece alla controproposta europea al piano di pace in 28 punti elaborato dagli Stati Uniti, per Mosca sembra ''a prima vista poco costruttiva'' e ''per la Russia non funziona'', ha dichiarato il consigliere per la politica estera del Cremlino, Yuri Ushakov.
Macron: "Piano Trump passo in giusta direzione ma va rivisto"
Il piano di pace elaborato dal presidente Trump per mettere fine alla guerra tra la Russia e l'Ucraina è ''un passo nella direzione giusta'', ha dichiarato il presidente francese Emmanuel Macron intervistato da Rtl. "Il piano proposto dagli Stati Uniti è un passo nella giusta direzione: la pace. Tuttavia ci sono elementi che meritavano di essere discussi e migliorati. Nessuno può dire agli ucraini quali concessioni territoriali devono essere disposti a fare", ha dichiarato il presidente francese.
"Vogliamo la pace, ma non vogliamo una pace che sia una capitolazione che metta l'Ucraina in una situazione impossibile e dia alla Russia l'opportunità di continuare a spingersi oltre e mettere a repentaglio la nostra sicurezza collettiva", ha affermato Macron.
Tajani: "Piano Usa punto di partenza, lo sosteniamo"
"Sosteniamo il piano degli Stati Uniti che va rivisto, è un punto di partenza, ma mi pare che già gli incontri con gli ucraini vadano nella giusta direzione". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante un punto stampa a Riad. "L'Europa darà il suo contributo, anche perché non si può sottoscrivere una pace senza la presenza europea perché l'Europa ha inflitto le sanzioni alla Federazione Russa. Quindi per chiudere un accordo di pace serve che l'Europa ritiri le proprie sanzioni", ha ribadito Tajani.
Sul piano "aspettiamo risposte da Mosca, perché fino adesso sono arrivate solo risposte di bombe e attacchi, anche la notte passata", ha aggiunto.

Mentre spunta un nuovo piano per porre fine alla guerra, proseguono gli attacchi della Russia all'Ucraina. Almeno 6 persone sono morte e più di 10 sono rimaste ferite in un raid aereo notturno condotto dalle forze armate russe su Kiev con missili e droni. Lo hanno riferito le autorità ucraine spiegando che l'attacco alla capitale ucraina ha preso di mira edifici residenziali e infrastrutture civili in diversi quartieri. In particolare un edificio di nove piani è stato colpito nel quartiere di Dniprovskyi provocando un incendio nel quale sono morte due persone, tra cui una donna di 86 anni.
Tymur Tkachenko, capo dell'amministrazione militare di Kiev, ha dichiarato che quattro persone sono state uccise nel quartiere Svyatoshynskyi della città e ha accusato la Russia di "prendere deliberatamente di mira infrastrutture e alloggi civili".
Dopo alcune ore di calma in città, le sirene hanno ripreso a suonare intorno alle 5:30 ora locale, quando la Russia ha lanciato una seconda ondata di missili da crociera verso Kiev, secondo quanto riferito da fonti locali alla Cnn. Anche la regione meridionale di Odessa è stata attaccata dai droni, ha affermato l'aeronautica militare ucraina.
Zelensky: "Pressing su Mosca continui, deve dare risultati"
''Il principale attacco russo avvenuto durante la notte ha colpito la capitale e la regione, causando ingenti danni a edifici residenziali e infrastrutture civili in tutta la città. Al momento, tredici persone risultano ferite e, purtroppo, sei uccise'', ha scritto su 'X' il presidente ucraino Volodymyr Zelensky segnalando ''distruzione anche nella regione di Odessa: i porti, le scorte alimentari e le infrastrutture sono stati colpiti, senza alcuno scopo militare. Hanno colpito anche le regioni di Dnipro, Kharkiv, Cernihiv e Cerkasy. Gli obiettivi principali erano il settore energetico e tutto ciò che mantiene la vita normale''.
Il presidente ucraino ha segnalato che nella notte ''in totale, i russi hanno lanciato 22 missili di vario tipo, inclusi quelli aerobalistici, e più di 460 droni, la maggior parte dei quali "shahed" russo-iraniani''. Zelensky ha anche confermato che ''quattro droni hanno attraversato lo spazio aereo dei nostri vicini, Moldavia e Romania'' ed ''è proprio per questo che tutti i partner devono ricordare che ogni singolo giorno è necessario salvare vite umane. Armi e sistemi di difesa aerea sono importanti, così come la pressione delle sanzioni sull'aggressore. Non ci possono essere pause nell'assistenza''.
Zelensky ha concluso affermando che ''ciò che conta di più ora è che tutti i partner avanzino insieme verso la diplomazia, attraverso sforzi congiunti. La pressione sulla Russia deve dare risultati. Grazie a tutti coloro che sostengono l'Ucraina''.
Kiev: "Attacchi russi sono risposta terroristica di Putin a piano Usa"
Una "reazione terroristica" al piano americano volto a porre fine alla guerra. Il ministro degli Esteri ucraino Andriï Sybiga ha descritto con queste parole su X gli attacchi russi che nella notte hanno causato almeno sei morti a Kiev. "Putin - ha aggiunto - ha mostrato la propria reazione terroristica alle proposte di pace degli Stati Uniti e del presidente Trump, lanciando una raffica di missili e droni sull'Ucraina".
Raid di Kiev colpisce edifici civili nel sud della Russia
Condomini e altri siti residenziali e commerciali sono invece stati colpiti da un raid delle forze di Kiev nella regione di Rostov, ha denunciato il governatore, Yury Slyusar. In totale sono rimasti danneggiati quattro palazzine, 12 ville, e siti sociali. Almeno un missile ucraino ha poi colpito un palazzo residenziale nel resort di Gelendzhik, nella regione di Krasnodar. La difesa aerea lungo la costa del Mar Nero era già stata attivata da un attacco con droni.
Nella notte la contraerea russa ha intercettato 249 droni ucraini, ha annunciato il ministro della Difesa di Mosca. Nel dettaglio 116 droni sono stati abbattuti mentre sorvolavano il Mar Nero, 76 nella regione di Krasnodar, 23 nella penisola annessa della Crimea e 16 nella regione di Rostov, ha precisato il ministero.
Intanto il segretario dell'Esercito americano Dan Driscoll ha incontrato funzionari russi ad Abu Dhabi per discutere del piano proposto da Washington per porre fine alla guerra in Ucraina, ha riferito un funzionario statunitense alla Cnn spiegando che Driscoll avrà altri incontri anche oggi.
Non è chiaro chi faccia parte della delegazione russa, ma Driscoll è il rappresentante maggiore della delegazione americana, escludendo i diplomatici, ha aggiunto il funzionario. Gli incontri hanno lo scopo di gettare le basi per impegni futuri di livello superiore, ha proseguito il funzionario alla Cnn.
Il nuovo piano in 19 punti e la reazione della Russia
L'Ucraina sarebbe riuscita a modificare il piano di Donald Trump[1]: i 28 punti inizialmente elaborati dagli Stati Uniti cambiano e si sono ridotti a 19[2]. I colloqui a Ginevra sono serviti a Kiev per eliminare elementi ritenuti eccessivamente favorevoli alla Russia.
Nel dettaglio, i contorni del nuovo documento non sono noti. Tra i dettagli che filtrano, spicca la rimozione della disposizione sull'uso dei beni russi congelati nel processo di ricostruzione dell'Ucraina è stata rimossa dal piano. La proposta iniziale di Trump prevedeva che gli Stati Uniti ricevessero il 50% dei profitti e che i beni congelati non utilizzati venissero destinati a un fondo di investimento russo-americano.
Il piano americano per l'Ucraina, nella versione visionata da Mosca, "può formare la base per un accordo di pace finale". E' quanto ha riferito Vladimir Putin durante una conversazione telefonica avuta oggi con il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan. Secondo una nota del Cremlino, Putin ha "notato che queste proposte sono coerenti con le discussioni del summit in Alaska".
Quanto invece alla controproposta europea al piano di pace in 28 punti elaborato dagli Stati Uniti, per Mosca sembra ''a prima vista poco costruttiva'' e ''per la Russia non funziona'', ha dichiarato il consigliere per la politica estera del Cremlino, Yuri Ushakov.
Macron: "Piano Trump passo in giusta direzione ma va rivisto"
Il piano di pace elaborato dal presidente Trump per mettere fine alla guerra tra la Russia e l'Ucraina è ''un passo nella direzione giusta'', ha dichiarato il presidente francese Emmanuel Macron intervistato da Rtl. "Il piano proposto dagli Stati Uniti è un passo nella giusta direzione: la pace. Tuttavia ci sono elementi che meritavano di essere discussi e migliorati. Nessuno può dire agli ucraini quali concessioni territoriali devono essere disposti a fare", ha dichiarato il presidente francese.
"Vogliamo la pace, ma non vogliamo una pace che sia una capitolazione che metta l'Ucraina in una situazione impossibile e dia alla Russia l'opportunità di continuare a spingersi oltre e mettere a repentaglio la nostra sicurezza collettiva", ha affermato Macron.
Tajani: "Piano Usa punto di partenza, lo sosteniamo"
"Sosteniamo il piano degli Stati Uniti che va rivisto, è un punto di partenza, ma mi pare che già gli incontri con gli ucraini vadano nella giusta direzione". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante un punto stampa a Riad. "L'Europa darà il suo contributo, anche perché non si può sottoscrivere una pace senza la presenza europea perché l'Europa ha inflitto le sanzioni alla Federazione Russa. Quindi per chiudere un accordo di pace serve che l'Europa ritiri le proprie sanzioni", ha ribadito Tajani.
Sul piano "aspettiamo risposte da Mosca, perché fino adesso sono arrivate solo risposte di bombe e attacchi, anche la notte passata", ha aggiunto.

Stasera, martedì 25 novembre, torna in seconda serata su Rai 2, Rai Radio2 e RaiPlay, 'Sanremo giovani', con la conduzione di Gianluca Gazzoli.
I cantanti
Stavolta nella Sala A di Via Asiago a Roma si sfideranno Cainero ('Nuntannamurà'), Caro Wow ('Cupido'), Deddè ('Ddoje Criature'), Mimì ('Sottovoce'), Petit ('Un bel casino') e Welo con 'Emigrato'.
La giuria
A giudicare i cantanti la Commissione musicale composta da Ema Stokholma, Carolina Rey, Manola Moslehi, Enrico Cremonesi e Daniele Battaglia - insieme ai "giurati fuori onda" Carlo Conti (direttore artistico del Festival di Sanremo) e Claudio Fasulo - Vicedirettore della Direzione Intrattenimento Prime Time.
Come funziona il concorso
Ogni martedì, fino al 2 dicembre, si svolgeranno 4 eliminatorie, in cui si sfideranno 3 coppie di artisti. Poi il 9 dicembre si terrà la semifinale a 12, sempre con il meccanismo della sfida diretta.
I 6 selezionati approderanno al Teatro del Casinò il 14 dicembre per la finalissima 'Sarà Sanremo', quando i due artisti prescelti staccheranno il biglietto per il Festival 2026, insieme ai due giovani provenienti da Area Sanremo, votati dalla medesima Commissione Musicale capitanata da Carlo Conti.
Quando e dove vederlo
Il secondo appuntamento con 'Sanremo giovani' sarà trasmesso in seconda serata su Rai 2 e RaiPlay, con la conduzione del podcaster e conduttore radiofonico Gianluca Gazzoli, e su Rai Radio2, con la conduzione di Julian Borghesan, Manila Nazzaro e Giorgiana Cristalli.

Filippo Magnini ospite a Belve stasera, martedì 25 novembre. Grande l'attesa per l'intervista con Francesca Fagnani dell'ex fuoriclasse del nuoto azzurro, che nelle ultime settimane sta raccontando anche la sua storia, di puntata in puntata, a Ballando con le stelle. Proprio nell'ultima puntata del programma di Milly Carlucci, Magnini ha raccontato il caso dell'ingiusta squalifica per doping di cui è stato protagonista.
Magnini e l'accusa per doping
Ma cos'è successo? Nel 2018 il Tribunale Nazionale Antidoping ha squalificato Filippo Magnini per quattro anni con un'accusa molto pesante di doping, da lui definita sempre ingiusta. Una squalifica arrivata quando il nuotatore, nato nel 1982, aveva 36 anni. In quel momento Magnini ha iniziato la sua battaglia per la verità, dando in mano il caso ai suoi legali per difendere in tutte le sedi la sua reputazione e la sua grande storia da atleta.
Tutto era iniziato un anno prima, con l'avvio dell’inchiesta della giustizia sportiva sulla base delle intercettazioni telefoniche contenute nei fascicoli dell’inchiesta penale del tribunale di Pesaro relativamente a un presunto traffico di doping che vedeva coinvolto anche il nutrizionista Guido Porcellini. La svolta? Nel 2020, quando il Tas ha annullato la sentenza per "insussistenza di elementi" a carico dell'azzurro, mettendo la parola fine a un incubo per il due volte campione del mondo nei 100 metri stile libero.
Magnini e il caso doping, cosa ha detto a Belve
"Sono stato vittima di una macchinazione pazzesca" ha detto Magnini nel corso dell'intervista a Belve con Francesca Fagnani. "Ero la pedina attaccabile. Ho registrato tutto durante gli interrogatori. Hanno calcato molto sul mio nome per non toccarne altri. Atleti del nuoto ma anche di altre discipline. Mi hanno preso di mira perché non ho voluto patteggiare. Ho registrato tutto durante gli interrogatori. E non solo io. Al mio amico Santucci hanno detto, se ci fai il nome di Magnini con te chiudiamo subito. E lui mi ha sempre difeso".

La Juventus torna in campo in Champions League. Dopo il pareggio contro la Fiorentina in Serie A, i bianconeri volano in Norvegia per affrontare oggi, martedì 25 novembre, il Bodo Glimt nella quinta giornata della fase campionato (3 punti collezionati nelle prime quattro giornate dalla squadra di Spalletti). Un match, quello in Norvegia, che potrebbe anche non giocarsi a causa delle condizioni meteo (prevista neve abbondante e temperature rigidissime per l'orario della partita). Ecco orario, probabili formazioni e dove vedere Bodo Glimt-Juve in tv e streaming.
Bodo Glimt-Juve, orario e dove vederla
Ecco le probabili formazioni di Bodo Glimt-Juve, in campo stasera alle 21:
Bodo Glimt (4-3-3) Haikin; Sjøvold, Gundersen, Bjørtuft, Bjørkan; Blomberg, Berg, Fet; Auklend, Høgh, Hauge. All. Knutsen.
Juventus (3-4-2-1) Di Gregorio; Kalulu, Kelly, Koopmeiners; Cambiaso, Locatelli, Thuram, Kostic; Conceicao, Yildiz; Vlahovic. All. Spalletti
Bodo-Glimt-Juve, dove vederla
La partita tra Bodo Glimt e Juve è visibile in diretta tv su Sky (canali Sky Sport 1 e 252), ma anche in streaming su Sky Go e Now.

Veneto al centrodestra, dove ha vinto Alberto Stefani, Campania e Puglia al centrosinistra, con la vittoria rispettivamente di Roberto Fico e Antonio Decaro. Questi i risultati delle urne delle elezioni del 23 e 24 novembre 2025 in cui sono stati scelti i nuovi presidenti di tre regioni.
I risultati definitivi
Con il totale delle sezioni scrutinate, 5.825, alle elezioni regionali in Campania il candidato del campo largo Roberto Fico è stato eletto presidente con il 60,63% dei voti (1.286.188 voti). Il candidato del centrodestra Edmondo Cirielli ha ottenuto il 35,72% dei voti (757.836 voti), il candidato Giuliano Granato (Campania Popolare) ha ottenuto 2,03% dei voti (43.055 voti), Nicola Campanile (Per Nicola Campanile presidente) ha ottenuto 0,95% dei voti (20.235 voti), Stefano Bandecchi (Dimensione Bandecchi) ha ottenuto 0,49% dei voti (10.497 voti), e infine Carlo Arnese (Forza del Popolo) ha ottenuto il 0,17% dei voti (3.663 voti).
Con il totale delle sezioni scrutinate, 4.032, alle elezioni regionali in Puglia il candidato del campo largo Antonio Decaro è stato eletto presidente della Regione con il 63,97% dei voti (919.665 voti). Il candidato di centrodestra Luigi Lobuono ha ottenuto 35,13% dei voti (505.055 voti), mentre la candidata Ada Donno (Puglia pacifista popolare) ha ottenuto il 0,70% dei voti (10.070 voti) e Sabino Mangano (Alleanza civica per la Puglia) ha ottenuto il 0,20% dei voti (2.819 voti).
Con il totale delle sezioni scrutinate, 4.729, alle elezioni regionali in Veneto il candidato del centrodestra Alberto Stefani è stato eletto presidente della Regione con il 64,39% (1.211.356 voti). Il candidato del campo largo Giovanni Manildo ha conquistato il 28,88% (543.278 voti). A seguire i candidati Riccardo Szumski (Resistere Veneto) ha raggiunto il 5,13% (96.474 voti), Marco Rizzo (Democrazia sovrana popolare) ha ottenuto 1,09 % (20.574 voti) e Fabio Bui (Popolari per il Veneto) 0,51% (9.590 voti).
Meloni: "Vittoria Stefani grazie a serietà"
"Alberto Stefani sarà il nuovo Presidente della Regione Veneto. Una vittoria frutto del lavoro, della credibilità e della serietà della nostra coalizione. A lui vanno i miei complimenti e i migliori auguri per le sfide che lo attendono", ha scritto sui social la premier Giorgia Meloni. Congratulazioni anche ad Antonio Decaro in Puglia e a Roberto Fico in Campania per la loro elezione - ha aggiunto - Che possano svolgere al meglio il loro mandato, nell’interesse dei cittadini che andranno a rappresentare. Un ringraziamento a Edmondo Cirielli, a Luigi Lobuono, a tutti i candidati e a tutti gli uomini e le donne del centrodestra che si sono impegnati in questa tornata elettorale".
Lega primo partito in Veneto, Salvini esulta
In Veneto, secondo i dati di Eligendo, la Lega si attesta come primo partito della Regione ottenendo il 36,28%, seguito da FdI che si attesta al 18,69%, Fi al 6,30%, Liga Veneta al 1,83%, Unione di Centro al 1,68% e Noi Moderati all'1,12%.
La coalizione del campo largo ha ottenuto il 28,88%: il Pd ha ottenuto 16,60%, Alleanza Verdi e Sinistra 4,64%, M5S 2,20%, Uniti per Manildo Presidente 2,13%. Le civiche venete per Manildo presidente 1,49%, Pace salute lavoro Rifondazione comunista 0,62%, Volt Europa Manildo presidente 0,32. La lista Szumski Resistere Veneto, in sostegno di Riccardo Szumski 4,96%, Democrazia sovrana popolare per Rizzo presidente 0,77%, Popolari per il Veneto, in sostegno di Fabio Bui, 0,36%.
Ha esultato per il risultato incassato in Veneto il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini che ha vinto la partita interna al centrodestra vedendo confermata la supremazia del Carroccio e smentendo così la tesi secondo cui la regione era pronta a cambiare bandiera passando alla fiamma. E ha parlato di "una vittoria notevolissima. Ora penso alle politiche", ha detto.
Schlein e Conte: "Partita aperta con Meloni"
Pensa al 2027 anche il centrosinistra galvanizzato dal risultato. Il mito 'dell'imbattibilità' di Giorgia Meloni finisce oggi, hanno detto subito le opposizioni. La sconfitta in Campania del viceministro di Fdi, Edmondo Cirielli, è la "sconfitta di Meloni". La destra ci aveva puntato. E' finita con 20 punti di distacco. Ed era proprio la partita in Campania quella più delicata per il centrosinistra. Passaggio cruciale nella costruzione della coalizione che sfiderà la destra alle politiche: dai riformisti ad Avs. Non a caso da Roma arrivano a Napoli al comitato Fico, tutti i leader. Innanzitutto, Elly Schlein. La segretaria dem può festeggiare la vittoria della sua linea 'testardamente unitaria' e quella di un Pd che gode ottima salute a livello di consensi: primo partito in Puglia e Campania, primo della coalizione in Veneto. "Il messaggio è chiaro, l'alternativa c'è ed è competitiva, il riscatto parte dal Sud e ci porterà a vincere perché per le politiche la partita è apertissima", ha scandito Schlein prima della foto di gruppo dei leader del centrosinistra dal palco. E ancora: "Mi avete sentito spesso dire che uniti si vince, ma il margine della vittoria di Fico e Decaro dimostra che uniti si stravince. La strada è questa, gli elettori hanno premiato lo sforzo unitario. Tutto questo mi ha fatto pensare a un grande poeta di questa terra, tanto l'aria s'adda cagnà".
Quindi la stoccata a Meloni: "Andremo avanti in questa direzione per battere Giorgia Meloni che stasera ha ben poco da festeggiare e da saltare. Ha perso il governo, ha perso Giorgia Meloni". Giuseppe Conte, che ha seguito lo spoglio con il 'suo' Roberto Fico, ha incalzato: "Fico è presidente, non saltellano più".[1]

Nuova giornata di maltempo oggi, martedì 25 novembre. La Protezione civile ha emesso un bollettino di allerta meteo arancione e gialla in Italia. Si prevedono fenomeni molto intensi ed estesi (piogge continue e molto abbondanti). C'è un rischio elevato per esondazioni, smottamenti, frane significative.
Allerta arancione e gialla, le regioni coinvolte
Sono due le regioni interessate dallo stato di allerta arancione di moderata criticità per rischio idrogeologico. Si tratta di parte della Campania (Tusciano e Alto Sele, Piana Sele e Alto Cilento, Piana campana, Napoli, Isole e Area vesuviana, Penisola sorrentino-amalfitana, Monti di Sarno e Monti Picentini) e della Toscana (Serchio-Costa, Arno-Costa, Bisenzio e Ombrone Pt, Reno, Serchio-Lucca, Versilia, Valdarno Inf., Serchio-Garfagnana-Lima).
L'allerta meteo è invece gialla per rischio temporali, idraulico e idrogeologico in: Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo, Basilicata, Molise, Toscana, Umbria, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Sardegna.
Scuole chiuse in Campnia, ecco dove
La città di Napoli ha stabilito che oggi saranno chiusi i parchi cittadini per la durata dell'allerta, sarà chiuso il pontile nord di Bagnoli e interdetto l'accesso alle spiagge pubbliche cittadine. Saranno chiusi anche gli impianti sportivi all'aperto, i cimiteri cittadini, il Complesso monumentale di Castel Nuovo e il suo Museo Civico e le scuole che non sono sede di seggio elettorale.
Lo Stadio Diego Armando Maradona sarà ivece regolarmente aperto per la partita del Napoli.
Le scuole rimarranno chiuse anche a Sorrento, Torre del Greco, Scala, Afragola, Procida.
Scuole chiuse in Toscana, ecco dove
Scuole chiuse anche in alcuni comuni della Toscana. Non ci sarà lezione a Prato, mentre a Livorno si entrerà in classe alle 10.

Il Napoli torna in campo in Champions League. Oggi, martedì 25 novembre, la squadra di Antonio Conte ospita il Qarabag al Maradona, nella quinta giornata della fase campionato. Gli azzurri, reduci dal bel successo in Serie A contro l'Atalanta, vanno a caccia di punti importanti per muovere una classifica che li vede fermi a quota 4. Sono invece 7 i punti conquistati dagli azeri nelle prime quattro giornate del torneo. Ecco orario, probabili formazioni e dove vedere Napoli-Qarabag in diretta tv e streaming.
Napoli-Qarabag, orario e probabili formazioni
Ecco le probabili formazioni di Napoli-Qarabag, in campo stasera alle 21:
Napoli (3-4-2-1) Milinkovic-Savic; Beukema, Rrahmani, Buongiorno; Di Lorenzo, Lobotka, McTominay, Gutierrez; Politano, Neres; Hojlund. All. Conte.
Qarabag (4-2-3-1) Kochalski; Matheus Silva, Mustafazade, Medina, Cafarguliyev; Pedro Bicalho, Jankovic; Addai, Leandro Andrade, Zoubir; Duran. All. Gurbanov.
Napoli-Qarabag, dove vederla
Napoli-Qarabag sarà visibile in diretta e in esclusiva su Sky ai canali Sky Sport Calcio, Sky Sport 4K e Sky Sport (253). Partita visibile anche in streaming su Sky Go e Now.

Torna stasera, in prima serata, Francesca Fagnani e il suo 'Belve'. La trasmissione si aprirà con un omaggio a Ornella Vanoni, morta venerdì 21 novembre all'età di 91 anni; poi ampio spazio ai concorrenti di 'Ballando con le stelle' tra gli ospiti e una sorpresa speciale con Maria De Filippi.
Gli ospiti della quarta puntata
Gli ospiti di oggi sono Orietta Berti, Martina Colombari e Filippo Magnini. Non mancherà, come di consueto, la sigla di chiusura con tutti i fuori onda, uno dei momenti più attesi dal pubblico di “Belve”.
L'anticipazione di Filippo Magnini
Filippo Magnini senza filtri a Belve parla anche della sua relazione con Federica Pellegrini, a cui è stato legato dal 2011 al 2017. "È stato un amore importante?". "Un amore molto travagliato, ad oggi direi più no che sì. Non si è rivelata la persona che pensavo. Una storia che non mi ha lasciato un bel ricordo", confessa l'ex nuotatore[1]. E sul caso doping: "Sono stato vittima di una macchinazione pazzesca. Ero la pedina attaccabile" ma "ho registrato tutto durante gli interrogatori. Hanno calcato molto sul mio nome per non toccarne altri; atleti del nuoto ma anche di altre discipline".
Quando e dove vedere la puntata
L'appuntamento è alle 21.25 su Rai2 e on demand su RaiPlay.

Oggi, 25 novembre, è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Istituita dall'’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999 attraverso la risoluzione 54/134, la scelta di questa data è legata alla commemorazione delle vite e dell’attivismo delle sorelle Mirabal - Patria, Maria Teresa e Minerva - che hanno lottato contro la dittatura del generale Rafael Trujilo nella Repubblica Dominicana durante gli anni ’40 e ’50: considerate rivoluzionarie, vennero torturate e uccise.
Violenza contro le donne
Ogni giorno in Italia 85 donne sono vittime di reato, dai maltrattamenti in famiglia, alla violenza sessuale allo stalking[1]. Nel 2022 si sono verificati 106 femminicidi (dato è in linea con quanto rilevato negli ultimi tre anni): di queste 61 sono state uccise da un partner o un ex partner, tutti di sesso maschile (dati Istat).
E' "violenza contro le donne" ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà: così recita l'articolo 1 della dichiarazione Onu sull’eliminazione della violenza contro le donne.
Con l'espressione violenza di genere si indicano tutte quelle forme di violenza da quella psicologica e fisica a quella sessuale, dagli atti persecutori del cosiddetto stalking allo stupro, fino al femminicidio, che riguardano un vasto numero di persone discriminate in base al sesso si legge sul sito del ministero dell'Interno. La normativa contro la violenza di genere persegue tre obiettivi principali: prevenire i reati, punire i colpevoli, proteggere le vittime. Con l'introduzione nel 2009 del reato di atti persecutori-stalking, che si configurano in ogni atteggiamento violento e persecutorio e che costringono la vittima a cambiare la propria condotta di vita, fino alla legge sulle 'Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere', risultano infatti rafforzati la tutela giudiziaria e il sostegno alle vittime, una serie di aggravanti e la possibilità di permessi di soggiorno per motivi umanitari per le vittime straniere di violenza.
La Convenzione di Istanbul
La normativa in Italia, aggiornata con la legge n.69/2019 in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, rientra interamente nel quadro delineato dalla Convenzione di Istanbul (2011), primo strumento internazionale giuridicamente vincolante 'sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica'. L'elemento principale di novità della Convenzione è il riconoscimento della violenza sulle donne come forma di violazione dei diritti umani e di discriminazione. Essa prevede anche la protezione dei bambini testimoni di violenza domestica e richiede, tra le altre cose, la penalizzazione delle mutilazioni genitali femminili.
Il reato di femminicidio, il Codice rosso e la legge sul consenso
A luglio scorso la legge che introduce il reato di femminicidio ha ottenuto il via libera in Senato[2] e approderà in Aula a Montecitorio proprio oggi, martedì 25 novembre 2025, per l’approvazione definitiva. Il testo, composto da quattordici articoli, prevede di introdurre nel Codice penale l’articolo 577-bis per inquadrare il femminicidio come reato autonomo e non come una forma di omicidio comune, regolato dall’articolo 575.
La legge reca una fattispecie specifica di omicidio, volta a sanzionare con la pena dell’ergastolo chiunque cagioni la morte di una donna, commettendo il fatto con atti di discriminazione o di odio verso la vittima in quanto donna, ovvero qualora il fatto di reato sia volto a reprimere l’esercizio dei diritti, delle libertà ovvero della personalità della donna.
Intanto, con 227 voti a favore la Camera ha approvato all'unanimità la legge che modifica il delitto di violenza sessuale[3], introducendo la nozione di 'consenso libero e attuale' ad atti sessuali, in linea con le statuizioni della Convenzione di Istanbul. Il consenso diventa così l'unico elemento necessario a qualificare la fattispecie: qualunque atto sessuale che venga posto in essere senza che vi sia il consenso libero e attuale della persona coinvolta integra pertanto il delitto di violenza sessuale. Il testo deve passare ora all'esame del Senato.
A rafforzare il quadro normativo contro la violenza di genere hanno contribuito, in anni recenti, altre riforme a cominciare dal cosiddetto Codice rosso del 2019. La legge ha introdotto una corsia preferenziale per casi di violenza e l’obbligo per il pubblico ministero di ascoltare le vittime entro tre giorni.
‘Signal for Help’ è la richiesta di aiuto tramite il gesto con una sola mano per comunicare il bisogno di supporto, soprattutto in situazioni di violenza o abuso domestico. Ideato dalla Canadian Women’s Foundation per aiutare coloro che subiscono violenza di genere, il segnale viene eseguito tenendo la mano sollevata con il pollice infilato nel palmo, quindi piegando le dita verso il basso, intrappolando simbolicamente il pollice tra le dita.
È stato intenzionalmente progettato come un unico movimento continuo della mano, piuttosto che come un segno mantenuto in una posizione, che potrebbe essere reso facilmente visibile.

Il lancio del telefono T1 di Trump Mobile, annunciato lo scorso giugno dai figli di Donald - Eric Trump e Donald Trump Jr - come il primo smartphone "made in the Usa" del brand del presidente, continua a non concretizzarsi. Nonostante l'annuncio di un’uscita ad agosto e la raccolta di acconti da 100 dollari per il dispositivo da 499 dollari, non ci sono ancora prove che il prodotto - presentato in colore dorato e con la bandiera americana sul retro - sia effettivamente pronto per il mercato. Lo riferisce Nbc News, che aveva ordinato un T1 per seguirne lo sviluppo, segnalando però ritardi non giustificati, scadenze mancate e informazioni frammentarie dal servizio clienti, che ha attribuito gli slittamenti a varie cause, incluso il recente "shutdown" del governo.
A rendere il quadro ancora più ambiguo sono le continue modifiche al sito di Trump Mobile, che ha cambiato più volte dettagli tecnici e design del dispositivo. Le prime immagini mostravano un modello simile a un iPhone con tre fotocamere; un post sui social di agosto ha invece mostrato un telefono completamente diverso, con un numero maggiore di fotocamere, che secondo testate specializzate sarebbe un semplice render del Samsung Galaxy S25 Ultra. Dal sito è inoltre scomparso ogni riferimento al "Made in the Usa", sostituito da formule più vaghe come "brought to life in the Usa" ("portato in vita negli Usa").
Gli esperti citati da Nbc restano scettici sulla possibilità di produrre in tempi brevi uno smartphone realmente statunitense. Todd Weaver, fondatore di Purism - l’unica azienda che oggi vende telefoni assemblati negli Stati Uniti - ricorda che ci sono voluti sei anni per portare sul mercato il suo Liberty Phone, comunque non realizzato interamente con componenti americane e venduto a 2.000 dollari. Nel frattempo, conclude l’emittente, Trump Mobile propone ai clienti telefoni ricondizionati Apple e modelli Samsung, presentati come "portati in vita negli Usa" nonostante siano prodotti principalmente in Asia.

L'Ucraina riesce a modificare il piano di Donald Trump per porre fine alla guerra con la Russia. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aspetta il colloquio diretto con il presidente americano per compiere passi decisivi verso la fumata bianca.
Intanto, i 28 punti inizialmente elaborati dagli Stati Uniti cambiano e si riducono a 19. I colloqui delle ultime 48 ore a Ginevra sono serviti a Kiev per eliminare elementi ritenuti eccessivamente favorevoli alla Russia. Nel dettaglio, i contorni del nuovo documento non sono noti. Tra i dettagli che filtrano, spicca la rimozione della disposizione sull'uso dei beni russi congelati nel processo di ricostruzione dell'Ucraina è stata rimossa dal piano. La proposta iniziale di Trump prevedeva che gli Stati Uniti ricevessero il 50% dei profitti e che i beni congelati non utilizzati venissero destinati a un fondo di investimento russo-americano.
Zelensky, in ogni caso, nel suo messaggio a fine giornata può celebrare il risultato parziale: "La nostra delegazione è tornata da Ginevra dopo i colloqui con la parte americana e i partner europei, ora l'elenco dei passi necessari per porre fine alla guerra può diventare operativo. Al momento, dopo Ginevra, i punti" del piano "sono meno, non più 28[1]. Molti aspetti corretti sono stati presi in considerazione in questo quadro. C'è ancora molto su cui lavorare insieme – non è facile – per redigere il documento finale e bisogna fare tutto con dignità".
Il lavoro "difficile e dettagliato" prosegue. Zelensky aspetta un nuovo confronto diretto con Trump, magari di persona con una visita a Washington. "Le questioni delicate, sensibili, le discuto con il presidente Trump. L'Ucraina non sarà mai un ostacolo alla pace: questo è il nostro principio, un principio comune. Milioni di ucraini contano e meritano una pace dignitosa. Faremo tutto il possibile per questo, siamo pronti a lavorare il più rapidamente possibile".
Da Washington, a delineare il quadro provvede Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca. "Non ci sono piani al momento per un incontro" tra Trump e Zelensky "ma le cose possono cambiare rapidamente. Tutti sono ottimisti in relazione ai colloqui di Ginevra. La maggior parte dei punti del piano sono stati approvati, ora ci sono solo un paio di punti di disaccordo su cui i nostri team continuano a lavorare. "E' completamente falsa" l'idea secondo cui Trump favorirebbe la Russia[2]: "L'idea che gli Stati Uniti non stiano coinvolgendo entrambe le parti in modo equo in questa guerra per porvi fine è una totale falsità". Il presidente sta mettendo pressione a entrambi i leader", dice facendo riferimento a Zelensky e Vladimir Putin.
In realtà, secondo il Washington Post, Trump punta a raggiungere il risultato senza 'studiare'. Il presidente mostrerebbe scarso interesse per i dettagli del piano americano e a Washington regna un "caos totale" attorno alle reali intenzioni della Casa Bianca. Trump, secondo la ricostruzione, limiterebbe a concedere generici via libera ai suoi collaboratori senza approfondire i contenuti. "Gli dici: 'Voglio provare a negoziare un accordo'. Lui risponde: 'Ottimo, provaci e vediamo che succede'. Questo è il livello di dettaglio in cui si addentra", racconta un funzionario, aggiungendo che negli ultimi giorni "diverse parti della Casa Bianca non sapevano bene cosa stesse accadendo. È stato imbarazzante".
"Il presidente ha rilasciato quella dichiarazione durante il fine settimana", ha dichiarato Leavitt a Fox News lunedì, "e da allora ci sono state conversazioni molto produttive tra il team di sicurezza nazionale del presidente e la delegazione ucraina".
Ha aggiunto che il Segretario di Stato Marco Rubio e l'inviato speciale Steve Witkoff hanno trascorso domenica a Ginevra, dove hanno esaminato il piano di pace sostenuto dagli Stati Uniti, "con il contributo sia della parte russa che di quella ucraina". Ha affermato che sono riusciti a "mettere a punto i punti, e quindi
Leavitt ha affermato che Trump "è un presidente in tempo di pace", aggiungendo che "rimane ottimista e fiducioso, e so che i nostri team stanno lavorando 24 ore su 24 per cercare di concludere questo accordo".
Parlando con i giornalisti fuori dalla Casa Bianca dopo l'intervista, Leavitt ha affermato che non è previsto alcun incontro tra Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

L'intesa Meloni-Schlein alla prova dell'aula della Camera. Mentre impazzano i rumors sui contatti sulla legge elettorale, intanto la segretaria dem e la premier hanno costruito un 'asse' che si dimostra solido su un tema delicato come quello della difesa delle donne.
La scorsa settimana la Camera ha approvato la Pdl di modifica del Codice penale in materia di violenza sessuale: senza consenso è reato. "Abbiamo dimostrato che su questo tema fondamentale si può trovare un terreno comune tra maggioranza e opposizione per far fare passi in avanti al Paese", aveva scritto la leader dem sui social pubblicando una foto sua con la Meloni. Prima del voto a Montecitorio, una telefonata tra le due leader aveva definito l'ok al testo arrivato poi all'unanimità.
Al provvedimento tenevano particolarmente i dem ed era stato il paziente lavoro soprattutto delle parlamentari Pd a rivelarsi determinante per l'intesa bipartisan, arrivata dopo l'indicazione di due relatrici: Varchi (Fdi) e De Biase (Pd). Ma il feeling tra la premier e la segretaria dem prevede anche un secondo tempo, sempre sul fronte difesa delle donne. E questa volta al centro del confronto c'è un provvedimento del governo: il Ddl che introduce il reato di femminicidio, oggi in aula alla Camera.
Si tratta di un testo-bandiera dell'esecutivo di Giorgia Meloni, porta la firma dei ministri Nordio, Piantedosi, Roccella e Casellati. La maggioranza aveva già chiesto, e ottenuto, la dichiarazione di urgenza a Montecitorio. Il Senato lo ha già approvato e adesso è in attesa del voto definitivo.
Il Pd ha fatto sapere che non presenterà emendamenti e voterà il provvedimento, in principio di legislatura non certo tra le 'hit' dei democratici. Questo prima dell'intesa tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein, che tra l'altro viene suggellata da un voto bipartisan proprio nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne fissata per il 25 novembre.

Settimana decisiva per le modifiche alla manovra che passeranno al voto della commissione Bilancio del Senato possibilmente dalla prossima settimana.
Oggi con le ammissibilità è attesa una nuova scrematura delle 414 proposte segnalate dai partiti, poi tra mercoledì e giovedì, al rientro della premier Giorgia Meloni dal G20 in Sudafrica, è in programma un altro vertice di maggioranza (il terzo) sulle proposte e relative coperture, visto il paletto invalicabile dei 'saldi invariati'. Dunque ogni modifica andrà finanziata con corrispondenti riduzioni di altre poste o gettito aggiuntivo.
Nonostante il pressing della Lega, sembra decaduta l'ipotesi trapelata nei giorni scorsi di un ulteriore rialzo dell'Irap alle banche: a ogni modo entro questa settimana la maggioranza è chiamata a trovare la quadra per consentire l'avvio del voto in commissione a Palazzo Madama dal 3 dicembre prossimo. Una tabella di marcia che lascerebbe meno di un mese di tempo per il via libero definitivo al ddl di Bilancio da 18,7 miliardi da parte di entrambe le Camere, via libera che deve arrivare entro il 31 dicembre, per evitare l’esercizio provvisorio. Intanto il governo, e il Mef in particolare, venerdì hanno incassato il rialzo del rating da parte di Moody's dopo 23 anni, promozione che legittima ulteriormente la politica di bilancio prudente e responsabile perseguita dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti.
I nodi delle possibili modifiche alla Finanziaria intanto restano ancora tutti sul tavolo: il rialzo delle tasse sugli affitti brevi, la tassa sui dividendi, le pensioni, la possibile estensione della rottamazione 5, i condoni edilizi, tra gli altri. Dai banchi dell'opposizione oggi arriva un nuovo allarme per la sanità: "Dopo 15 anni di sottofinanziamento, i 6,3 miliardi in più previsti in manovra non bastano neppure a coprire i fabbisogni minimi del nostro servizio sanitario nazionale", avverte la senatrice dem Beatrice Lorenzin. .
Intanto, sul fronte coperture, fonti vicine al dossier danno in salita le quotazioni del progetto di tassare al 12,5% l'oro investito per favorire l'emersione di lingotti e monete detenute nei caveau. La stima di gettito sarebbe però ben più bassa del target di 1,6-2 miliardi ipotizzato nella relazione tecnica, e potrebbe fermarsi intorno ad alcune centinaia di milioni.
Tra gli altri balzelli per reperire risorse anche la tassa contro l'ultra fast fashion cinese che prevede un contributo di 2 euro sui pacchi in entrata da paesi extra-Ue con beni entro i 150 euro; l'incremento della tassazione sulle transazioni finanziarie dallo 0,2 allo 0,3% nel 2026. Sugli affitti brevi un'ipotesi di compromesso nella maggioranza potrebbe essere di limitare il rialzo dell'aliquota al 26% su chi svolge una attività a tempo piano con più di tre immobili.

Campania e Puglia si confermano di centrosinistra con la vittoria, rispettivamente, di Roberto Fico e Antonio Decaro mentre il Veneto resta al centrodestra con la guida di Alberto Stefani. L'ultima tornata delle regionali finisce 2 a 1 con risultati netti in tutte e tre le regioni dove i successori di Vincenzo De Luca, Michele Emiliano e Luca Zaia registrano un distacco medio di quasi 30 punti percentuali dagli sfidanti. Ma altissimo è il dato dell'astensionismo con il 14% di votanti in meno rispetto alle precedenti regionali.
Giorgia Meloni si complimenta con i vincitori. Innanzi tutto con il leghista e neo presidente del Veneto Stefani per "una vittoria frutto del lavoro, della credibilità e della serietà della nostra coalizione". Ma si congratula anche con gli altri due neo governatori augurandosi "che possano svolgere al meglio il loro mandato, nell’interesse dei cittadini che andranno a rappresentare".
Esulta per il risultato incassato in Veneto anche il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini che ha vinto la partita interna al centrodestra vedendo confermata la supremazia del Carroccio e smentendo così la tesi secondo cui la regione era pronta a cambiare bandiera passando alla fiamma: Fdi resta sotto al 20% mentre i salviniani, grazie al booster Zaia, capolista nelle sette province, volano al 36%. Salvini parla di "una vittoria notevolissima, ora penso alle politiche", dice.
Il centrosinistra esulta: "Meloni non è imbattibile"
E al 2027 pensa anche il centrosinistra galvanizzato dal risultato. Il mito 'dell'imbattibilità' di Giorgia Meloni finisce stasera, dicono nelle opposizioni. La sconfitta in Campania del viceministro di Fdi, Edmondo Cirielli, è la "sconfitta di Meloni". La destra ci aveva puntato. E' finita con 20 punti di distacco. Ed era proprio la partita in Campania quella più delicata per il centrosinistra. Passaggio cruciale nella costruzione della coalizione che sfiderà la destra alle politiche: dai riformisti ad Avs. Non a caso da Roma arrivano a Napoli al comitato Fico, tutti i leader. Innanzitutto, Elly Schlein. La segretaria dem può festeggiare la vittoria della sua linea 'testardamente unitaria' e quella di un Pd che gode ottima salute a livello di consensi: primo partito in Puglia e Campania, primo della coalizione in Veneto. "Il messaggio è chiaro, l'alternativa c'è ed è competitiva, il riscatto parte dal Sud e ci porterà a vincere perché per le politiche la partita è apertissima", scandisce Schlein prima della foto di gruppo dei leader del centrosinistra dal palco. Ed ancora: "Mi avete sentito spesso dire che uniti si vince, ma il margine della vittoria di Fico e Decaro dimostra che uniti si stravince. La strada è questa, gli elettori hanno premiato lo sforzo unitario. Tutto questo mi ha fatto pensare a un grande poeta di questa terra, tanto l'aria s'adda cagnà".
Quindi la stoccata a Meloni: "Andremo avanti in questa direzione per battere Giorgia Meloni che stasera ha ben poco da festeggiare e da saltare. Ha perso il governo, ha perso Giorgia Meloni". Giuseppe Conte, che ha seguito lo spoglio con il 'suo' Roberto Fico, incalza: "Fico è presidente, non saltellano più".
"Non ha vinto - dice Conte - chi di fronte ai cittadini campani ha saltellato ed oggi cade rovinosamente. Non ha vinto chi ha pensato di batterci lottando nel fango, infangando Fico e suoi familiari". E rivendica il leader M5S: "Fico ha battuto sonoramente un candidato di Fratelli d'Italia, un esponente del Governo Meloni, senza mischiarsi a una lotta nel fango. Per il M5S è una doppietta storica: due governatori di Regione in due anni, quando prima non ne avevamo avuto mai nessuno. Questo ci dà ancora più forza e coraggio". Quanto alle politiche ribadisce che "vogliamo che le alleanze nascano sulla base di una condivisione di un progetto, di un programma, temi e obiettivi a noi cari. Dopodiché se si raggiunge un accordo e si mette il nero su bianco, la mia base ha detto noi ci stiamo".
Schlein si dice pronta a mettersi subito al lavoro. Avs d'accordo. "Costruiamo insieme un'agenda di programma condivisa per il Paese, perché questa destra è stata sonoramente sconfitta. La parola chiave ora è unità e costruiamo da subito insieme un'agenda di programma di governo del Paese".
Veneto
In Veneto la vittoria di Alberto Stefani è netta con oltre il 65% delle preferenze anche grazie al contributo dell'ex governatore Zaia, capolista in tutte le province. Ed è proprio a lui che si rivolge il neo-governatore: "Mi auguro che Luca Zaia resti in Consiglio regionale e in squadra per i prossimi 30 anni. Ha dato a questo territorio un contributo straordinario. Ha scritto la storia del Veneto degli ultimi 15 anni e continueremo a scriverla insieme".
"Nei prossimi cinque anni ai veneti serve un sindaco dei veneti. Sarò presidente di tutti i cittadini", ha assicurato Stefani. E la squadra che governerà il Veneto nei prossimi cinque anni "sarà la stessa fino alla fine del mandato". "Quando si assume una responsabilità amministrativa la vita privata viene sempre dopo quella pubblica, ma mi sia permesso di dedicare questa vittoria a una persona a me molto cara, a tutti i nonni che hanno lasciato un segno importante nella vita dei propri nipoti", ha poi aggiunto. "È stata una campagna elettorale bella, in mezzo alla gente, dove abbiamo scelto di affrontare temi nuovi mantenendo sempre ferma la correttezza nei confronti degli altri candidati. Ringrazio la coalizione di centrodestra, prima di tutti Luca Zaia, poi Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Maurizio Lupi e Antonio De Poli", le parole di Stefani.
Campania
In Campania l'ex presidente della Camera Roberto Fico incassa oltre il 60%. "Il mio primo ringraziamento va a tutti i cittadini e le cittadine campani che hanno fatto una scelta così netta, così forte e così importante, che ci riempie di responsabilità", dice parlando dal palco del suo comitato a Napoli dove sono accorsi tutti i big del centrosinistra. "Io sarò il presidente di tutti i cittadini e le cittadine campane, chi ci ha votato, chi non ci ha votato, chi ha votato altri, perché tutti i territori contano, tutte le persone contano e tutti i diritti di ogni persona sui nostri territori contano, sono fondamentali. Io vorrei provare, con molta sensibilità - ha aggiunto Fico - a rappresentare la voce di chi non ha voce, di che difficoltà non si sente mai aiutato, e cercare di essere vicino soprattutto a queste persone".
Puglia
In Puglia Antonio Decaro è presidente con più del 64%. "È stato un risultato straordinario, oltre ogni aspettativa. Sento il peso della responsabilità del risultato", ha detto annunciando l'intenzione di mettersi da subito al lavoro "perché devo meritarmi la fiducia di chi mi ha votato ma soprattutto devo cercare di recuperare la fiducia non solo di chi non mi ha votato ma di tutte quelle persone che non sono venute a votare e sono rimaste a casa".
"In queste elezioni a livello nazionale, e anche in questa regione - ha sottolineato l'ex sindaco di Bari - il dato negativo è quello dell'astensionismo. Per me, se i cittadini non si interessano alla politica, vuol dire che è la politica che non si interessa ai cittadini". La politica "non si fa per dare posti di potere ai propri amici ma per dare l'acqua agli agricoltori, per dare alle giovani coppie la possibilità di comprarsi una casa e per ridurre le liste di attesa (nella sanità ndr)", ha sottolineato annunciando che "il primo" del suo mandato sarà proprio "occuparmi delle liste d'attesa. Quindi chiederò a tutte le strutture sanitarie pubbliche e a quelle private convenzionate di stare aperti fino alle ore 23 e di stare aperti anche il sabato e la domenica".
E dopo aver ringraziato gli avversari "per il garbo e rispetto con cui hanno condotto la campagna elettorale" l'ex sindaco di Bari ha assicurato che "con il governo voglio collaborare come ho sempre fatto. Anche con questo governo ho collaborato. Ho dovuto alzare i toni per difendere i sindaci nel momento in cui sembrava che potessimo perdere le risorse del Pnrr, così importanti per colmare i divari territoriali. Quando invece quelle risorse sono ritornate o sono state sostituite da altre risorse ho ringraziato questo governo", ha concluso.

Un piano pensato in aereo, quasi per caso, e presentato 'a sorpresa' in una telefonata. Sembra quasi la trama di un film, invece è - secondo il sito americano Axios - il percorso che ha portato gli Stati Uniti a elaborare il piano in 28 punti per porre fine alla guerra tra Ucraina e Russia: Donald Trump lo ha spedito a Kiev convinto di poter ottenere la fine del conflitto.
L'Ucraina lo ha rispedito al mittente chiedendo sostanziali modifiche, ancora oggi in discussione. Per comprendere la vicenda - spiega Axios sulla base di interviste con sei funzionari statunitensi, due funzionari ucraini e un'altra fonte informata - bisogna riavvolgere il nastro fino al 22 ottobre.
Chi ha avuto l'idea
In quella data, sullo stesso aereo di trovano Jared Kushner, genero di Trump, e Steve Witkoff, inviato speciale del presidente. Dall'accordo di Gaza, il duo passa ad occuparsi di Ucraina con lo stesso approccio: elaborare un piano, presentarlo e capire come raggiungere un'intesa.
Il 25 ottobre, Witkoff e Kushner incontrano a Miami l'inviato del presidente Vladimir Putin, Kirill Dmitriev. I colloqui con Dmitriev servono a definire la bozza iniziale del documento destinato a diventare il piano. "Witkoff e Kushner non avrebbero avviato colloqui con russi e ucraini su un nuovo piano senza il via libera di Trump", dice un funzionario statunitense, delineando il quadro nel quale il segretario di Stato Marco Rubio e il vicepresidente JD Vance vengono aggiornati passo dopo passo.
I contatti con l'Ucraina
Nella ricostruzione di Axios, Witkoff e Kushner incontrano nello stesso periodo anche Rustem Umerov, consigliere di Zelensky, grazie anche alla mediazione di un alto funzionario del Qatar che vanta buoni rapporti con gli inviati statunitensi, con Umerov e con Vladimir Putin.
Umerov suggerisce modifiche che apparentemente vengono prese in considerazione e propone che il piano venga illustrato al presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il colloquio telefonico finisce per creare un equivoco enorme: Witkoff e Kushner "hanno parlato e cercato di spiegare al presidente i punti del piano, ma non è possibile farlo al telefono", dice un funzionario ucraino, fortemente contrario al piano e alla modalità di presentazione.
Il piano finisce sui media
I due emissari di Trump attaccano il telefono convinti di aver ottenuto una sostanziale approvazione da Kiev. Witkoff, non a caso, programma un viaggio in Turchia per incontrare Zelensky il 19 novembre. Si arriva all'ultima settimana. Il 18 novembre Axios 'spoilera' il piano di Trump con alcune condizioni durissime per Kiev: Donbass alla Russia, niente truppe Nato in Ucraina, esercito ridotto a 600mila uomini. A Mosca verrebbe garantita l'eliminazione delle sanzioni e il rientro nel G8. Un trionfo per Putin.
Il no di Kiev
Il no dell'Ucraina prende forma, il meeting in Turchia non c'è. Come si è arrivati a questo gelo? Secondo funzionario ucraino citato da Axios, si è trattato di un problema di comunicazione: il team di Zelensky riteneva che Witkoff e Kushner stessero solo offrendo idee iniziali, gli americani ritenevano di aver presentato una proposta formale.
Diplomazia all'opera
Per ricucire lo strappo, Washington invia a Kiev il segretario dell'Esercito, Dan Driscoll. Intanto, i dettagli del piano diventano pubblici: l'impianto giudicato 'pro-Russia' provoca la reazione di molte cancellerie europee. Il Dipartimento di Stato, davanti alle richieste di chiarimenti, secondo due diplomatici spiega che il piano "non è di Trump". Il presidente però lo timbra e chiede la firma di Zelensky entro il 27 novembre per celebrare alla grande il Thanksgiving. In realtà, secondo il Washington Post, il numero 1 della Casa Bianca non è interessato ai dettagli del documento.
L'accelerazione auspicata da Washington non c'è. Zelensky ascolta Driscoll, il piano per Kiev può essere una base di discussione ma non di più. Arriva venerdì 21 novembre e il presidente ucraino rivolge un drammatico discorso alla nazione: "Rischiamo di perdere la dignità o il sostegno di un partner strategico".
Disgelo?
Nell'amministrazione Trump c'è chi boccia l'approccio di Driscoll: troppa fretta. Risultato? "Gli ucraini dicono che li stiamo costringendo a firmare un accordo favorevole alla Russia", la sintesi di un funzionario. La vicenda si complica e Trump deve inviare il segretario di Stato Marco Rubio ai colloqui di Ginevra, domenica 23 novembre.
Tra Washington e Kiev torna parzialmente il sereno, almeno pubblicamente: gli Stati Uniti definiscono il piano "un'offerta non definitiva", l'Ucraina usa toni positivi per descrivere il dialogo. La scadenza fissata da Trump non è più perentoria, Rubio si augura che l'intesa arrivi "il più presto possibile". L'Europa elabora una propria proposta, gli Usa sembrano dare più ascolto all'Ucraina: il piano di Trump viene rivisto, i punti scendono da 28 a 19. E si continua a trattare.

Puntavano a invadere l'isola di Gonave, nei Caraibi, per uccidere tutti gli uomini e trasformare le donne in schiave del sesso. Il progetto di due giovani del Texas, il ventunenne Gavin Weisenburg e il ventenne Tanner Thomas, è stato sventato negli Stati Uniti. I due cittadini americani, come si legge negli atti depositati in tribunale, "hanno condotto ricerche, ricognizioni, reclutamenti, pianificazioni e hanno cercato di garantirsi addestramento per attuare il loro piano. L'obiettivo della cospirazione era prendere il controllo militare dell'isola di Gonave assassinando tutti gli uomini e catturando tutte le donne". Gonave si trova ad una trentina di miglia a nordovest di Port-au-Prince, capitale di Haiti, e ospita circa 87mila persone.
I due giovani sono accusati di cospirazione per omicidio o rapimento di persone in un paese straniero e di produzione di materiale pedopornografico. Rischiano l'ergastolo se condannati per l'accusa di cospirazione. L'accusa di pornografia infantile prevede una pena detentiva fino a 30 anni.
Il piano, per quanto folle, era stato parzialmente attuato con inquietante razionalità. I procuratori federali sostengono che Thomas si sia arruolato nell'Aeronautica Militare degli Stati Uniti nel gennaio 2025 per ottenere un addestramento militare che "sarebbe stato utile per portare a termine l'attacco armato".
Nell'agosto 2024, Weisenburg si è iscritto alla North Texas Fire Academy di Rockwall, in Texas, per ricevere un addestramento speciale: il suo progetto però è naufragato nel giro di 6 mesi.
Entrambi hanno seguito corsi di lingua creola haitiana e hanno svolto ricerche su munizioni e armi, compresi fucili di tipo militare. Secondo l'atto d'accusa, i due avevano pianificato di trasportare armi da fuoco, munizioni ed esplosivi a bordo di una barca a vela. Weisenburg si sarebbe recato in Thailandia per iscriversi a una scuola di vela in preparazione all'acquisto della barca a vela e in vista del viaggio verso l'obiettivo.

Brigitte Bardot nuovamente ricoverata. Il quotidiano Var Matin riferisce che l'attrice francese, 91 anni, è in ospedale da una decina di giorni. BB si troverebbe all'ospedale Saint-Jean di Tolone.
La diva era stata ricoverata anche un mese fa e dopo 2 settimane aveva fatto ritorno a casa a Saint-Tropez. Secondo Var Matin, a ottobre Brigitte Bardot era stata sottoposta a un intervento chirurgico "per una grave malattia".
L'attrice aveva dovuto smentire le voci circolate sui social media che annunciavano la sua morte. "Sto bene", il post su X. "Non so quale idiota abbia diffuso questa 'fake news' sulla mia scomparsa, ma sappiate che sto bene e non ho alcuna intenzione di andarmene".

Tre persone sono state ferite a Madrid da un 18enne in quello che è stato definito un "attacco jihadista". Lo ha riferito il giornale OkDiario, secondo cui l'aggressione è avvenuta sabato intorno alle 14 nel centro della capitale spagnola.
Gli agenti hanno trovato il sospetto, identificato come "maghrebino", a casa sua, dopo essere stati allertati dal fratello, preoccupato per il "comportamento aggressivo". Gli agenti dell'unità antiterrorismo hanno tentato dapprima di immobilizzare con il taser il 18enne, armato di machete, che urlava "Allah akbar", poi hanno aperto il fuoco, ferendolo in modo grave. Il giovane è ricoverato in ospedale, mentre le autorità hanno aperto un'inchiesta per "attentato jihadista".

Matteo Renzi è entrato nel consiglio di amministrazione di Enlivex Therapeutics, biotech israeliana quotata al Nasdaq di Wall Street e alla borsa di Tel Aviv. Lo si legge in una nota. L'ex presidente del Consiglio, attuale senatore e leader di Italia viva, seguirà lo sviluppo di un progetto legato alla blockchain.
"Desidero dare il benvenuto a Matteo Renzi nel Consiglio di Amministrazione di Enlivex e non vedo l'ora di lavorare insieme a lui per creare valore per gli azionisti di Enlivex", ha dichiarato Shai Novik, presidente del Consiglio di Amministrazione di Enlivex.
"Sono felice di entrare a far parte del consiglio di amministrazione di Enlivex, un'azienda biotecnologica con una visione strategica per il futuro", dice il leader di Italia Viva. "Vedo un potenziale reale nelle tecnologie blockchain e nell'emergere di modelli basati sulla previsione che incoraggiano una maggiore chiarezza, partecipazione, trasparenza e visione a lungo termine".
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