
Per un Giubileo che si sta per chiudere a Roma, ce ne è un altro che si è appena aperto. Si celebra in Spagna, a Valencia, che è uno dei sette centri giubilari del mondo (cinque sono proprio nel paese iberico, oltre a Roma e Gerusalemme). Conosciuta per le architetture avveniristiche dell’archistar Calatrava ma anche per i suoi edifici gotici e barocchi, nonché per essere la culla della paella, piatto nazionale, in pochi sanno però che questa che è la terza città della Spagna custodisce da ben seicento anni uno degli oggetti più venerati e misteriosi della storia: il Santo Graal o Santo Calice. La coppa che si ritiene, secondo studi storici e archeologici, possa essere quella utilizzata da Gesù nell’Ultima cena si trova infatti all’interno della Cattedrale di Valencia, dove è arrivata, dopo un lungo e tortuoso viaggio, nel 1437.
Ma è solo nel 2015 che, per volere di Papa Francesco, a Valencia viene concesso l’Anno giubilare del Santo Calice, che si celebra ogni cinque anni e per dodici mesi offre ai fedeli e ai viaggiatori la possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria. Quello che è iniziato ufficialmente il 30 ottobre e che terminerà il 29 ottobre 2026, quindi, è il terzo ma, considerando che la seconda edizione ha coinciso con il periodo della pandemia, è questa la prima vera occasione per far conoscere al mondo questo evento, il tesoro che lo ispira e soprattutto la città che lo ospita. Dalla sua fondazione da parte dei Romani nel 138 a.C., diverse culture hanno lasciato la loro impronta a Valencia; così, nel centro storico, la Ciutat Vella, si trovano reperti romani, resti di mura moresche, edifici gotici e rinascimentali, art nouveau e architetture contemporanee, e persino rifugi antiaerei utilizzati durante la guerra civile spagnola.
“In questo Anno giubilare ci aspettiamo tanto turismo religioso e culturale, per scoprire la storia del Santo Calice e del secolo d’oro che l’ha visto arrivare a Valencia, che in quel periodo è diventata una capitale culturale ed economica. Questo è il primo Anno giubilare che possiamo davvero promuovere dal punto di vista turistico. Per tutto l’anno ci sarà un Centro visitatori per accogliere e orientare i turisti, introdurli nel contesto storico di quello che vedranno. Ci sarà una mostra legata alle rappresentazioni artistiche del Santo Calice. Inoltre, proponiamo una visita guidata tutti i venerdì con partenza dalla piazza del Comune, e con un’autoguida tramite app”, afferma David Arlandis, responsabile Cultura di Visit Valencia, l’Ufficio del turismo della città (per tutte le informazioni si può visitare il sito www.visitvalencia.com/it e la pagina dedicata del portale dell’Ente Spagnolo del Turismo www.spain.info).
L’itinerario urbano del Santo Graal toccherà i principali luoghi legati alla reliquia: l’Almudín, il Real Monasterio de la Trinidad, il Museo de Bellas Artes, la Lonja de la Seda, il Real Colegio del Patriarca, le Torres de Serranos, la Basilica della Vergine e la Cattedrale. Andare sulle tracce della sacra reliquia, quindi, vuol dire andare alla scoperta di Valencia. E per rafforzare il messaggio che la reliquia è custodita qui, è stata ideata anche una campagna di comunicazione internazionale, “Valencia, Città del Santo Graal”, con un sito web e un’app dedicata alla visita.
Per aiutare pellegrini e turisti a capire la storia della sacra reliquia e ad orientarsi, dunque, è stato creato il nuovo Centro visitatori, gestito dalla Fondazione del Santo Calice, diretta da Alicia Palazón Loustaunau, situato nello storico edificio dell’Almudín, vecchio deposito del grano del XV secolo, trasformato in sala per esposizioni. Grazie a pannelli informativi e contenuti audiovisivi, è il migliore punto di partenza per andare alla scoperta del patrimonio legato al Santo Calice, che è la reliquia più documentata della cristianità. Qui si comincia a svelare, ad esempio, come è fatto il Santo Calice e si può toccare con mano un modellino: la parte superiore, realizzata in agata lucidata, è la vera reliquia e, secondo gli studi del professore Antonio Beltrán, fu realizzata tra il IV secolo a.C. e il I d.C. in un laboratorio orientale, probabilmente in Egitto, Siria o Palestina; la base fu aggiunta intorno al XII secolo e proviene da un vaso egiziano o califfale del X o XI secolo; le perle e le pietre preziose che lo decorano sono posteriori e potrebbero essere state aggiunte quando il Santo Graal era già in Spagna. Il Centro resterà aperto fino al 2027 per poi essere sostituito da un Centro di interpretazione che sarà permanente e avrà sede vicino alla Cattedrale.
In arrivo anche la mostra ‘Un mondo da scoprire. Il Santo Calice di Valencia’, allestita al Muvim, il Museo valenciano dell’Illustrazione e della modernità, diretto da Rafael Company: uno spazio di riflessione e di interazione, che vanta un’importante Biblioteca documentale, sui problemi civici e sociali, creato là dove sorgeva l’ospedale generale, con il reparto psichiatrico che, dal 1410, è stato il primo al mondo. La mostra resterà aperta fino a febbraio e illustra quanto il Santo Calice ha ispirato le arti, dalla pittura alla musica con il Parsifal di Richard Wagner, legato alla leggenda dei cavalieri del Santo Graal, e per la prima volta accosta opere antiche e moderne ispirate alla reliquia.
Ma come è arrivato il Santo Calice a Valencia? E’ la storia di un lungo viaggio che da Gerusalemme, per mano di San Pietro, ha portato la coppa a Roma, dove è stata utilizzata dai successivi Papi nelle celebrazioni eucaristiche fino all’anno 258, quando Sisto II incaricò il suo diacono San Lorenzo di metterla in salvo dalla persecuzione dell’imperatore Valeriano. Fu così che la reliquia entrò in terra di Spagna, dapprima a Huesca, e poi nel monastero di San Giovanni della Peña, nei Pirenei, finché fu consegnata al re d’Aragona, nel 1399, che la trasferì nella sua residenza a Saragozza. A portarla poi a Valencia, nel 1424, ci pensò Alfonso il Magnanimo, che però, dopo averla collocata nel suo Palazzo reale (che oggi non c’è più), la cedette alla Chiesa in cambio di un prestito per finanziare la conquista del Regno di Napoli. Ed ecco che, nel 1437, il Santo Calice fece il suo ingresso nella Cattedrale di Valencia.
Da allora ne è uscito solo per essere messo al sicuro durante la Guerra civile spagnola, per mano di una parrocchiana, e prima ancora durante la Guerra di Indipendenza. In tempi più recenti, è stato usato da due Papi, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, per la celebrazione della messa durante la loro visita a Valencia. Tutt’oggi, viene trasportato solo due volte l’anno in processione all’Altare Maggiore della Cattedrale: il Giovedì Santo e l’ultimo giovedì di ottobre per la Messa della Festa annuale del Santo Graal. All’interno della Cattedrale, il Santo Calice ha avuto in questi secoli diverse collocazioni, fino a quella attuale, dal 1916, nella cappella a destra dell’ingresso dalla porta principale: la mistica Cappella del Santo Caliz, dove la sacra reliquia è conservata all’interno di una teca di vetro di fronte a un altare in alabastro dell’artista italiano Giuliano Poggibonsi. L’unico a poterla toccare è il custode, don Alvaro Almenar, canonico della Cattedrale, instancabile narratore di questa affascinante storia.
Questo luogo meta di pellegrinaggio, e non solo durante l’Anno giubilare, resta avvolto nel silenzio della venerazione che, credenti o curiosi e appassionati di storia, si ha per un oggetto per tutti fortemente simbolico. Un’esperienza certamente emozionante che si completa nella visita di tutta la Cattedrale: costruita su un tempio romano poi divenuto moschea, e risalente al XIII secolo, testimonia una fusione di stili architettonici, dal romanico al barocco, presente anche nei suoi tre portali e nella imponente torre-campanile gotico-veneziana alta quasi 51 metri, detta Miguelete, da cui si può ammirare il panorama della città. C’è poi il Museo della Cattedrale, che conserva la Biblioteca dei Borgia, resti di catacombe, un serbatoio d’acqua arabo, la carrozza per la processione del Corpus Christi più grande d’Europa, opere d’arte e altre reliquie.
Se la Cattedrale, con il Santo Calice, rappresenta sicuramente la meta per eccellenza del pellegrino, l’Anno giubilare offre l’opportunità di visitare anche altri luoghi simbolo, da monumenti e ritratti ispirati alla sacra reliquia a tutti quegli edifici, civili e religiosi, testimoni dell’epoca in cui il Graal approdò qui, il 1400, considerato il secolo d’oro valenciano, quando la città era la capitale della Corona d’Aragona e visse un momento di grande prosperità economica, grazie soprattutto al commercio della seta. Un periodo di grande apertura al mondo, sotto l’impulso dei papi valenciani Callisto III e Alessandro VI, entrambi della famiglia Borja (nome originario dei Borgia), e al mecenatismo dei re come Alfonso il Magnanimo. Così, Valencia fu porta d’ingresso del Rinascimento in Spagna e punto di riferimento culturale in Europa in quel 'siglo de oro' che ha lasciato un’impronta artistica unica in un centro storico che è tra i meglio conservati d’Europa e che testimonia più di duemila anni di storia.
Monumento simbolo del potere commerciale e della centralità di Valencia nel Mediterraneo è la Lonja de la Seda (Loggia della Seta), dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco ed esempio di architettura gotica civile tra i più importanti in Europa. Costruita a partire dal 1483, sono visitabili le quattro sale, dove si riunivano i mercanti, il Torrione che ospitava la prigione e il giardino degli aranci.
L’industria della seta trasformò l’economia ma anche l’assetto urbano della città: nel quartiere dei Velluters, tra stradine e case signorili, lavoravano centinaia di artigiani che producevano tessuti pregiati con la tecnica acquisita dalla scuola genovese ed esportati in tutta Europa. A raccontare la tradizione serica di Valencia è il Museo della seta, dove, nella sede del Colegio del Arte Mayor de la Seda fondato nel 1686, sono conservati telai che ricreano il modello di lavoro dei secoli passati. Oggi la tradizione della seta è rimasta solo per la creazione dei fastosi costumi che vengono indossati in occasione di una delle feste popolari più importanti della Spagna, le Fallas, e non è raro imbattersi per le vie della città in negozi specializzati solo in queste stoffe e confezioni. Ma per portare a casa un souvenir si può approfittare dello shop del Museo dove si possono compare alcuni dei pochi manufatti in seta che ancora vengono fatti in città.
Altro Museo imprescindibile per seguire il percorso della Ruta de la Seda è il Museo nazionale della Ceramica, che si trova all’interno di quello che è considerato il miglior esempio di barocco in Spagna: il Palazzo del Marqués de Dos Aguas. E’ la maggiore collezione nazionale di ceramiche, che va dall’VIII secolo all’epoca contemporanea, compresi pezzi di Picasso, e merci della Via della seta. E una sala dedicata alla Ruta de la Seda si trova persino all'Iber, il Museo dei Soldatini di Piombo, la più grande collezione di miniature storiche del mondo, con oltre 95.000 pezzi esposti all’interno delle sale gotiche del Palacio de Malferit.
E poi palazzi, chiese e chiostri ricordano il mecenatismo dei Borja e la ricchezza artistica di un’epoca che trasformò Valencia in una delle città più vivaci del Mediterraneo. A cominciare dallo stesso Palazzo dei Borja, residenza rinascimentale della famiglia e oggi sede delle Corts Valencianes. Il loro mecenatismo stimolò anche il sapere ed è di quell’epoca la fondazione dell’Università di Valencia (1499): nell’antico Palazzo della Nau, che ospita la sede di rappresentanza e un centro culturale, ci si può addentrare fino al chiostro. Si trova accanto alla Chiesa del Patriarca appartenente al Real Collegio Seminario del Corpus Domini, dove tra l’altro si può ammirare sull’altare maggiore ‘L’Ultima Cena’ di Francisco Ribalta, oltre a dipinti di Caravaggio, El Greco e Benlliure esposti nel suo museo.
Sempre ai Borgia si deve il rinnovamento gotico, tra il 1419 e il 1455, della Chiesa di San Nicola risalente al 1242, cui seguì due secoli dopo la vasta decorazione barocca. Quella che appare al visitatore oggi è una volta ricoperta di spettacolari affreschi, tornati al loro splendore dopo un recente restauro concluso nel 2021: non solo si può visitare questa che viene considerata la ‘Cappella Sistina valenciana’, ma, da luglio, si può anche assistere a un nuovo spettacolo immersivo di luci, ‘La Luz de San Nicolas’, che sulla volta proietta infinite sfumature di colori.
Ma fra tutte c’è una chiesa davvero speciale nel cuore di quello che era il Foro romano: la Basilica della Madonna degli Abbandonati, costruita ex novo nel XVII secolo. Un luogo di pellegrinaggio per i credenti in quanto nell’abside si trova la statua della Virgen de los Desamparados, patrona venerata in città, con una profonda e popolare tradizione di assistenza agli 'ultimi', come testimonia l’ampia iconografia conservata nel Museo Mariano al suo interno. Inoltre, sull’altare di una piccola cappella chiamata ‘Coveta’, si può vedere dal 2014 una replica del Santo Graal che contiene una reliquia del sangue di San Giovanni Paolo II. La Basilica si trova alle spalle della Cattedrale, a cui è collegata da una struttura muraria ad archi, che fa da quinta alla piazza della Virgen, creando una prospettiva davvero unica, e sulla quale si affaccia anche il Palau de la Generalitat, palazzo gotico del XV secolo sede del governo regionale. Proprio nell’angolo in cui la Basilica incontra la Cattedrale, ancora oggi ogni giovedì si riuniscono i rappresentanti dei canali di irrigazione (raffigurati nella fontana al centro della piazza) che formano il Tribunale delle acque, l’istituzione legale più antica d’Europa, che fin dai tempi degli arabi si occupa di dirimere le controversie sull’uso dell’acqua.
I turisti in visita a Valencia durante l’Anno giubilare potranno poi finalmente accedere alla chiesa dei Santos Juanes, proprio di fronte alla Loggia della Seta, in procinto di riaprire dopo un lungo restauro. Un altro affresco dedicato all’Ultima Cena, di José Vergara, si può vedere nella chiesa di San Martino Vescovo e Sant’Antonio Abate, in cui appare la riproduzione del Santo Graal che si trova nella Cattedrale di Valencia. Per avere una ‘summa’ delle opere in cui è stato dipinto il Santo Calice, non si può mancare di visitare il Museo di Belle Arti di Valencia (gratuito come la maggior parte dei musei e comodamente aperto fino alle 20), la migliore collezione di pittura gotica valenciana e la seconda galleria d’arte più grande di Spagna: in particolare due esemplari del Salvador Eucarístico di Joan de Joanes del XVI secolo e la Santa Cena di un altro pittore valenciano, Joan Ribalta, oltre a una ricchissima galleria di pale d’altare.
Con questo Anno Giubilare, Valencia rafforza la sua posizione di destinazione turistica culturale d’eccellenza (facilmente raggiungibile grazie a un aeroporto internazionale collegato con 28 paesi, con voli giornalieri da diverse città italiane, e a 90 minuti di treno da Madrid), aggiungendo alla sua identità mediterranea una dimensione che la collega alla sua storia più profonda. Visitare Valencia, città del Santo Graal, durante l'Anno Giubilare, è quindi un’occasione per contemplare un simbolo universale di fede e speranza, ma anche per riscoprire una città che custodisce nel suo cuore questo gioiello dal valore inestimabile.

"Come devono stare? Sono distrutti". Così l'avvocato Mario Fazzini, parlando con l'Adnkronos, a proposito del padre di Elia, il bambino di 8 anni trovato morto l'altro ieri nell'abitazione di Calimera, in provincia di Lecce, e dei nonni del piccolo che risiedono nel piccolo centro della Grecìa salentina. A ucciderlo probabilmente è stata la madre, Najoua Minniti, detta Gioia, 35 anni, ex compagna dell'uomo, il cui corpo è stato recuperato in mare a Torre dell'Orso in provincia di Lecce sempre martedì. L'ipotesi degli inquirenti è infatti quella dell'omicidio-suicidio. La donna avrebbe ucciso il piccolo e poi si sarebbe gettata in mare. La sua vettura non è stata ancora trovata. Sul corpo del bambino, nel corso di una prima ricostruzione cadaverica, sono stati trovati segni di soffocamento. Saranno le autopsie a fare maggiore chiarezza.
Il legale: "Situazione sottovalutata"
"Per quanto mi riguarda - aggiunge Fazzini - c'è stata una sottovalutazione della situazione da parte degli organi competenti, dai Servizi sociali al Centro di salute mentale. Anche se è facile dirlo con il senno di poi però è così". Lo scorso 16 dicembre dell'anno scorso il padre del piccolo, separato dalla compagna da un paio d'anni, all'insaputa dei legali, si recò all'Ufficio Servizi sociali del Comune e presentò un esposto in cui riferì le parole che la donna gli aveva detto quel giorno stesso. "'Saluta bene Elia perché lo porto con me'", avrebbe detto Najoiua. "È già capitato che io sia andata di fronte al mare con la macchina. Ritieniti responsabile di qualsiasi cosa capita a me e a Elia'". L'uomo sarebbe rimasto terrorizzato da quelle parole. "I Servizi sociali - racconta l'avvocato Fazzini - attivarono immediatamente un provvedimento di urgenza '403'". Si tratta di una disposizione del Codice civile che prevede l’intervento in autonomia della pubblica autorità al fine di garantire la protezione e la sicurezza alle persone minori di età rispetto a pericoli gravi e immediati nell’attesa di provvedimenti da parte del Tribunale per i Minorenni.
"Ma il pm - sottolinea l'avvocato - ritenne di non procedere con quell'articolo e di invertire l'onere del collocamento. Quindi spostò il bambino da casa della mamma a quella del papà e dei nonni, inibendo alla mamma di vedere il bambino se non in maniera protetta finché non ci fosse stata una relazione dei Servizi sociali e del Csm. In appena un paio di mesi, secondo me in maniera frettolosa, sono arrivate queste relazioni in cui si diceva sostanzialmente che il bambino aveva manifestato di stare bene sia con la mamma che col papà e che la signora non mostrava grosse criticità e pericolosità. Questa cosa è stata recepita anche dal pm che ha proposto l'archiviazione in maniera molto frettolosa", continua l'avvocato.
"Anche qui è facile parlare con il senno di poi però è così". La questione si è in qualche modo spostata al Tribunale ordinario dove era in piedi un altro procedimento tra i due ex compagni. "Lì abbiamo transatto proprio perché c'erano queste relazioni - ribadisce - e soprattutto per non sottoporre il bambino ad altri accertamenti, indagini, ascolti protetti. Abbiamo pensato che, smussando, forse si poteva recuperare la situazione". Tanto che c'è' stato un affido "consensuale" tra i due genitori che tenevano il piccolo in modo alternato.
La donna, Najoua Minniti, secondo questo accordo, avrebbe dovuto sottoporsi a un percorso e ai controlli da parte dei Servizi sociali e del Csm che dovevano verificare le condizioni esistenziali del minore e soprattutto accertare l'ottemperanza a quanto stabilito consensualmente. "Ma non si è potuto fare perché, dal momento della sentenza, a maggio 2025, la signora si è sempre sottratta a questo compito", conclude amaramente l'avvocato.
L'autopsia
Non è ancora stata fissata la data dell'autopsia sui corpi di Elia Perrone e di sua madre Najoua Minniti. La Procura della Repubblica del capoluogo salentino ha incaricato dell'esame autoptico il medico legale Alberto Tortorella mentre la difesa del padre del piccolo ed ex compagno della donna ha incaricato come consulente tecnico di parte il dottor Roberto Vaglio. Ma entrambi si troverebbero fuori Lecce. Quindi è possibile che l'autopsia venga effettuata lunedì.
Ci sarebbero anche problemi di notifica degli atti alle altre parti, e cioè ai familiari della donna, di origine maghrebina e che risiedono in Calabria.
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L'incendio, scoppiato in un padiglione del sito della Cop30 a Belém, è "sotto controllo". Ad annunciarlo è stato il ministro brasiliano del Turismo Celso Sabino, aggiungendo che non ci sono stati feriti. "È già sotto controllo, i vigili del fuoco dello stato di Páré sono sul posto", ha dichiarato il ministro alla televisione brasiliana, pochi minuti dopo l'evacuazione del sito della conferenza internazionale sul clima, che si concluderà venerdì.
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Luce come vita. Movimento come essenza. Sport come energia vitale di tutti. Con queste parole prende vita la nuova partnership triennale tra Sport e Salute e adidas, che da oggi diventa main partner della società partecipata dello Stato che si occupa di sviluppo e della crescita dello sport e dei corretti stili di vita. Un’alleanza che unisce visione, innovazione e passione per costruire una nuova cultura del movimento, capace di parlare a giovani e meno giovani, mettendo al centro i valori dello sport come strumento d’ inclusione, aggregazione, salute e benessere psicofisico.
La partnership è stata presentata con evento inedito allo Stadio dei Marmi Pietro Mennea, che sarà aperto e gratuito per tutti da aprile 2026, e nell’occasione è stato anche mostrato per la prima volta il tunnel riqualificato e le nuove torri faro. Un palcoscenico unico dove luci, musica, storia e il valore della fatica che, come diceva Mennea, “non è mai sprecata: soffri, ma sogni”, hanno dato vita a un racconto iconico e valoriale. Un gioco di luci e ombre che hanno dato vita al silenzio in movimento delle statue. Impossibile restare fermi.
Cuore della partnership il progetto Sport nelle Scuole (Scuola Attiva) di Sport e Salute abbracciato da adidas per portare nelle scuole italiane una nuova idea di educazione al movimento. E avverrà attraverso workshop, lezioni, incontri con grandi atleti e l’intento di trasmettere ai più giovani i valori dello sport che rappresentano la vita: energia, resilienza, aggregazione, rispetto e divertimento. In questo percorso, Sport e Salute e adidas si pongono un obiettivo chiaro e urgente: combattere il drop-out giovanile, l’abbandono precoce della pratica sportiva. Ogni volta che un ragazzo smette di muoversi, non è solo un campo che si svuota, è un futuro che si ferma. In questo senso lo sport non deve essere solo prestazione: deve tornare a essere divertimento, scoperta, relazione, libertà. Perché nello sport si cresce, si impara a conoscersi, a rispettarsi, a stare insieme. È qui che il movimento diventa vita e la luce del futuro inizia a brillare.
“Sport, movimento, benessere. In queste tre parole c’è tutto il senso di questa partnership -dichiara Diego Nepi Molineris, Amministratore Delegato di Sport e Salute-. Con adidas condividiamo una visione: far tornare lo sport al centro della vita delle persone, a partire dai più giovani. Perché muoversi è stare bene, ma anche conoscersi, relazionarsi, crescere. Lo Sport è vita e attraverso lo sport vogliamo migliorare la vita delle persone e ridisegnare i luoghi. Come il Foro Italico, riqualificato e trasformato: un luogo simbolo di aggregazione e inclusione, capace di unire persone e sogni in un polo vivo di attività, arte e musica”.
“Crediamo nel potere dello sport come forza capace di unire, ispirare e trasformare -dichiara Pietro Allievi, Vice President e Country Lead di adidas Italia-. Con Sport e Salute condividiamo valori profondi: il rispetto, la passione, l’inclusione e la convinzione che, attraverso lo sport, abbiamo il potere di cambiare vite - perché il movimento non è solo attività fisica, ma un’esperienza capace di accrescere la fiducia, generare opportunità e costruire legami autentici. Vogliamo incoraggiare i più giovani a credere in sé stessi, a non fermarsi di fronte alle difficoltà e a scoprire nello sport un luogo di libertà, crescita e condivisione. Allo stesso tempo, adidas crede nei giovani talenti e li sostiene nel loro percorso, accompagnandoli nella loro vita sportiva e personale".
All’evento protagonista eccellente Paulo Dybala, ambassador adidas, “Lo sport ha guidato tutta la mia vita, è la mia luce. Ogni volta che mi alleno o scendo in campo sento l’energia che mi muove. E la passione che mi alimenta. Sport e Salute e adidas si uniscono per dire ai ragazzi che il movimento è libertà, è stare bene con sé stessi e con gli altri". La collaborazione tra Sport e Salute e adidas nasce da un linguaggio comune: quello dello sport come energia che unisce, che accende, che cambia. Un percorso che nei prossimi anni porterà in tutta Italia eventi, attività e progetti per diffondere una nuova cultura del benessere, dove muoversi è vivere.

Tre anni e dieci mesi di reclusione: questa la pena chiesta oggi, nel processo di appello bis, dal sostituto procuratore generale di Perugia, Paolo Barlucchi, per i sei dipendenti del servizio di Protezione civile della Regione Abruzzo imputati per la tragedia dell'Hotel Rigopiano di Farindola (Pe), distrutto e sepolto il 18 gennaio del 2017 da una valanga sotto cui morirono in 29 tra ospiti e lavoratori della struttura. Il processo di appello bis si sta svolgendo davanti alla Corte d'Appello di Perugia come disposto dalla Cassazione. Oggi la seconda parte della requisitoria. Esaminate le posizioni di sei dipendenti del servizio di Protezione civile regionale, assolti in primo e secondo grado dalle accuse di disastro, lesioni e omicidio colposi e per i quali il sostituto procuratore generale ha chiesto invece la condanna per omicidio colposo plurimo non aggravato, in concorso formale con crollo di costruzioni colposo aggravato dalla verificazione del danno.
Barlucchi ha ricordato la sentenza della Cassazione in cui scrive che "era possibile e anche dovuto" prevenire il disastro di Rigopiano. Punto dolente l'assenza della carta valanghe regionale, rimasta sepolta per anni nei cassetti. Se la carta ci fosse stata, essa "avrebbe comportato il divieto di accedere" nella zona dell'albergo oppure "di utilizzare le strutture in esso presenti ovvero ne avrebbe imposto un uso disciplinato (limitato, per esempio, alle stagioni non invernali)". Per il procuratore, la mancata classificazione valanghiva è stata decisiva: "Se fosse stata fatta, non sarebbe successo quanto accaduto". Nella precedente udienza Barlucchi aveva chiesto condanne per due tecnici della Provincia di Pescara, per l'ex sindaco di Farindola e per un tecnico comunale, evidenziando il "caos" con cui furono gestiti i soccorsi prima del disastro.

Mentre i pagamenti elettronici diventano sempre più la normalità, la Bce 'ricorda' l'importanza dei contanti, soprattutto in caso di crisi. In uno studio intitolato 'Keep calm and carry cash', ovvero 'mantieni la calma e porta i contanti', gli economisti Francesca Faella e Alejandro Zamora-Perez raccomandano di mantenere in casa contanti per sopperire a emergenze di 72 ore. Una raccomandazione che, in termini pratici, si può tradurre con 70-100 euro per ciascun individuo.
Lo studio riporta di un tendenza che, sebbene possa sembrare anacronistica, non si è mai fermata, ovvero la costante crescita della richiesta di banconote. In momenti di crisi o incertezza, l'ultimo vissuto con la pandemia da Covid-19, la gente cerca solidità, anche in termini economici, preferendo quindi tenere contanti nel portafoglio piuttosto che 'affidarsi' soltanto alle carte di credito.
La Bce ricorda inoltre che è necessario avere con sé sempre del contante anche per fronteggiare eventuali disagi elettronici, che potrebbero mandare fuori uso i metodi di pagamento digitale, come blackout o attacchi hacker.
Le raccomandazioni della Bce, in realtà, sono già state adottate da alcuni governi europei. Paesi Bassi, Austria e Finlandia sono stati tra i primi infatti a consigliare fortemente alle famiglie di tenere almeno 70/100 euro sotto al materasso, per fronteggiare ogni tipo di evenienza. In ogni caso quello della Banca centrale non è un invito a tornare 'indietro' e abbandonare i pagamenti elettroni, tutt'altro.
La raccomandazione è volta a prevenire disagi e situazioni in cui i cittadini non possano più effettuare pagamenti elettronici. In questo senso avere una scorta di contante può essere una mossa preventiva utile, funzionale e raccomandata.

Il gup di Roma ha rinviato a giudizio il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, accusato di falso in bilancio in relazione alla compravendita dalla Roma del giocatore Kostas Manolas nell’estate del 2019 e alle presunte plusvalenze fittizie per l'acquisto di Victor Osimhen nel 2020 dal Lille.
Le contestazioni dei pm Lorenzo Del Giudice e Giorgio Orano riguardano i bilanci del 2019, 2020 e 2021. Il rinvio a giudizio, oltre che De Laurentiis, riguarda anche la società sportiva Calcio Napoli e Andrea Chiavelli. Il processo inizierà il 2 dicembre 2026.
“Siamo assolutamente stupiti della decisione del giudice. E’ la dimostrazione sempre di più di come l’udienza preliminare sta diventando uno snodo inutile finché non avremo a che fare con un giudice veramente terzo. Qui c'erano tutti i presupposti per prosciogliere gli imputati perché la procura, anzi la Guardia di Finanza ha sbagliato anche nell’applicazione dei principi contabili”. Così gli avvocati Gaetano Scalise, Fabio Fulgeri e Lorenzo Contrada, difensori del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis.
“Purtroppo, finché non ripristiniamo la motivazione per i decreti di rinvii a giudizio questo sarà il destino di molti processi. L’accusa, i pubblici ministeri, hanno evidenziato nella requisitoria che in questa vicenda il Napoli non ha ricevuto nessun vantaggio” concludono i penalisti.

Condannato all’ergastolo, con tre anni di isolamento diurno, Giandavide De Pau, accusato dell’omicidio di tre donne uccise il 17 novembre del 2022 nel quartiere Prati a Roma: due cittadine cinesi accoltellate a morte nell’appartamento al primo piano di via Riboty e la sessantacinquenne colombiana Marta Castano Torres, uccisa nel seminterrato di via Durazzo. La sentenza dei giudici della Terza Corte di Assise di Roma accoglie le richieste formulate dalla procura che contesta a De Pau, difeso dagli avvocati Alessandro De Federicis e Barbara De Benedetti, il triplice omicidio. La perizia psichiatrica disposta dai giudici aveva stabilito la capacità di intendere e volere al momento dei fatti.
Gli inquirenti: "Ha agito per futili motivi, con crudeltà"
L’uomo, con un passato da autista del boss Michele Senese e numerosi precedenti a suo carico, è attualmente detenuto nel carcere di Rebibbia. "Con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, nel medesimo contesto temporale, la mattina del 17 novembre 2022, sotto l'azione combinata di sostanze alcoliche, stupefacenti e farmacologiche, con premeditazione, per futili motivi e agendo con crudeltà" secondo la ricostruzione degli inquirenti, "dopo essersi recato, prima, all'interno dell'appartamento al primo piano dello stabile sito in via Riboty n. 28", dove le due donne cinesi si prostituivano, “e avere consumato con loro un rapporto sessuale, accanendosi in maniera brutale" le ha uccise colpendole "ripetutamente in numerose parti del corpo con un’arma da taglio".
I video della mattanza
Delitti che De Pau ha ripreso con il proprio cellulare. I due video, uno della durata di 14 minuti e l'altro di 42 minuti, “documentano - come riportato nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip della Capitale - in maniera incontrovertibile e raccapricciante l’omicidio delle due donne cinesi commesso da Giandavide De Pau”. Successivamente, secondo l’accusa, "dopo essersi allontanato a piedi e avere ripreso la propria auto, una Tojota IQ, parcheggiata nelle vicinanze" si è spostato "presso l'appartamento in via Durazzo n. 38, a circa 600 metri dal luogo dei primi due omicidi", dove si prostituiva la colombiana Marta Lucia Castano Torres e, secondo quanto riportato nel capo di imputazione, dopo "aver consumato anche con lei un rapporto sessuale, accanendosi pure su di lei in maniera brutale", l'ha uccisa colpendola "ripetutamente in numerose parti del corpo con un'arma da taglio".
Il legale di De Pau: "Faremo appello"
"Sicuramente impugneremo la sentenza" ha detto l'avvocato Alessandro De Federicis, difensore di Giandavide De Pau. "Non ci convince il profilo della imputabilità e quindi della capacità di intendere di volere così come non ci convincono le aggravanti e in particolar modo la premeditazione".

Condannato all’ergastolo, con tre anni di isolamento diurno, Giandavide De Pau, accusato dell’omicidio di tre donne uccise il 17 novembre del 2022 nel quartiere Prati a Roma: due cittadine cinesi accoltellate a morte nell’appartamento al primo piano di via Riboty e la sessantacinquenne colombiana Marta Castano Torres, uccisa nel seminterrato di via Durazzo. La sentenza dei giudici della Terza Corte di Assise di Roma accoglie le richieste formulate dalla procura che contesta a De Pau, difeso dagli avvocati Alessandro De Federicis e Barbara De Benedetti, il triplice omicidio. La perizia psichiatrica disposta dai giudici aveva stabilito la capacità di intendere e volere al momento dei fatti.
Gli inquirenti: "Ha agito per futili motivi, con crudeltà"
L’uomo, con un passato da autista del boss Michele Senese e numerosi precedenti a suo carico, è attualmente detenuto nel carcere di Rebibbia. "Con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, nel medesimo contesto temporale, la mattina del 17 novembre 2022, sotto l'azione combinata di sostanze alcoliche, stupefacenti e farmacologiche, con premeditazione, per futili motivi e agendo con crudeltà" secondo la ricostruzione degli inquirenti, "dopo essersi recato, prima, all'interno dell'appartamento al primo piano dello stabile sito in via Riboty n. 28", dove le due donne cinesi si prostituivano, “e avere consumato con loro un rapporto sessuale, accanendosi in maniera brutale" le ha uccise colpendole "ripetutamente in numerose parti del corpo con un’arma da taglio".
I video della mattanza
Delitti che De Pau ha ripreso con il proprio cellulare. I due video, uno della durata di 14 minuti e l'altro di 42 minuti, “documentano - come riportato nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip della Capitale - in maniera incontrovertibile e raccapricciante l’omicidio delle due donne cinesi commesso da Giandavide De Pau”. Successivamente, secondo l’accusa, "dopo essersi allontanato a piedi e avere ripreso la propria auto, una Tojota IQ, parcheggiata nelle vicinanze" si è spostato "presso l'appartamento in via Durazzo n. 38, a circa 600 metri dal luogo dei primi due omicidi", dove si prostituiva la colombiana Marta Lucia Castano Torres e, secondo quanto riportato nel capo di imputazione, dopo "aver consumato anche con lei un rapporto sessuale, accanendosi pure su di lei in maniera brutale", l'ha uccisa colpendola "ripetutamente in numerose parti del corpo con un'arma da taglio".
Il legale di De Pau: "Faremo appello"
"Sicuramente impugneremo la sentenza" ha detto l'avvocato Alessandro De Federicis, difensore di Giandavide De Pau. "Non ci convince il profilo della imputabilità e quindi della capacità di intendere di volere così come non ci convincono le aggravanti e in particolar modo la premeditazione".

“Il sistema previdenziale deve incentivare la presenza attiva nel mercato del lavoro, premiando legalità e correttezza contributiva e contrastando il lavoro nero”. Lo ha dichiarato Roberto Ghiselli, presidente Consiglio di indirizzo e vigilanza Inps, in occasione del seminario 'Previdenza Next Gen' a Roma.
Ghiselli ha richiamato l’attenzione sulle principali fragilità del sistema attuale, a partire dai giovani, “che si troveranno con pensioni meno generose, carriere discontinue, salari bassi e un mercato del lavoro segnato da precarietà”. Ma ha sottolineato anche la condizione di chi svolge “lavori particolarmente pesanti e gravosi", spesso caratterizzati da un’aspettativa di vita più bassa: “Con il sistema attuale rischiano di fare solidarietà inversa, pagando le pensioni degli altri. Serve un riconoscimento specifico per queste categorie”, ha sottolineato.
Al centro dell’intervento anche il tema di genere: “Le donne sono penalizzate sia nel lavoro che nella previdenza: l’anzianità contributiva media è di 28 anni contro i 38 degli uomini e le differenze nei trattamenti superano il 30%. Va riconosciuto anche il lavoro di cura, che molte sono costrette ad assumere sospendendo l’attività lavorativa”. Ghiselli ha infine evidenziato il ruolo cruciale dei patronati, e in particolare dell’Acli: “Non devono solo gestire pratiche, ma accompagnare le persone lungo tutto il percorso lavorativo e pensionistico, offrendo educazione previdenziale e supporto nelle fragilità: dalla disoccupazione ai congedi, dai bonus ai casi di violenza di genere. È un compito essenziale per garantire diritti e tutela sociale”, ha concluso.

Dal primo gennaio del 2026 in Liguria sarà prevista l’esenzione del ticket per tutte le prestazioni diagnostiche e terapeutiche rivolte ai pazienti con diagnosi accertata di maculopatia essudativa. Con il nuovo disegno di legge, proposto dall’assessore alla Sanità Massimo Nicolò - informa una nota - la Liguria, con un investimento di euro 400mila euro, diventa la prima regione in Italia a garantire ai cittadini affetti da questa patologia l’accesso gratuito a diagnosi e cure tempestive. Il provvedimento si inserisce in una strategia più ampia di prevenzione e promozione della salute visiva, con l’obiettivo di ridurre i casi di non autosufficienza e di disabilità visiva legati a patologie oculari.
"Con questo intervento – afferma l’assessore Nicolò – rafforziamo il nostro impegno per garantire la presa in carico dei pazienti più fragili e per promuovere la prevenzione di gravi conseguenze come l’ipovisione e la cecità. Si tratta di un passo concreto per ridurre il peso sociale ed economico di una patologia spesso legata alle malattie metaboliche e all’invecchiamento, tema particolarmente sentito, considerato che la nostra regione presenta la popolazione più anziana d’Europa, con profonde implicazioni sociali ed economiche".
L’iniziativa risponde alla crescente necessità di garantire interventi tempestivi su patologie ad alto impatto invalidante e sociale. La maculopatia essudativa è infatti una malattia oculare che colpisce la macula, la parte centrale della retina responsabile della visione nitida e dei dettagli, portando a un progressivo danno della capacità visiva. Se non trattata in tempo, può causare una grave perdita della vista centrale. La diagnosi precoce e l’accesso tempestivo alle terapie rappresentano dunque strumenti fondamentali per preservare la vista e la qualità della vita dei pazienti. Inoltre, dal 24 novembre 2025 in Liguria partirà anche la sperimentazione del progetto di screening in farmacia con Tomografia a coerenza ottica (Oct) in Asl 3 e Asl 2, area genovese e savonese, che consentirà ai cittadini liguri di eseguire gratuitamente un esame diagnostico avanzato, rapido e non invasivo, fondamentale per intercettare precocemente patologie oculari di grande impatto.
L’Oct - chiarisce la nota - è un test che utilizza la luce per ottenere immagini ad alta risoluzione della retina, della macula e del nervo ottico. È uno strumento essenziale per la diagnosi e il monitoraggio di malattie come degenerazione maculare e retinopatia diabetica, condizioni sempre più diffuse soprattutto in una popolazione con età media elevata come quella ligure. Lo screening Oct in farmacia sarà rivolto ai residenti in Liguria, che non abbiano diagnosi accertata di maculopatia o che non abbiano effettuato un Oct negli ultimi 18 mesi, appartenenti alle seguenti categorie: persone con diabete, identificate tramite prescrizioni di farmaci antidiabetici (codice Atc A10) o tramite esenzione per diabete; cittadini di età pari o superiore a 55 anni.
In questa prima fase saranno coinvolte 7 farmacie, individuate nei territori delle due Asl e debitamente formate. L’esame sarà eseguito da un ortottista, che effettuerà una prima valutazione per individuare eventuali criticità e indirizzare tempestivamente gli assistiti verso ulteriori approfondimenti clinici, quando necessario. "La Liguria è stata una delle prime regioni d’Italia ad avviare i progetti previsti nell’ambito del progetto ministeriale sulla sperimentazione della Farmacia dei Servizi – sottolinea Nicolò - Infatti, fin da subito, ci siamo attivati perché lo stanziamento assegnato dal Ministero della Salute alla nostra regione, pari a 2,2 milioni, poi diventati 3 milioni con il finanziamento per l’anno in corso, fosse prontamente ed efficacemente impiegato per la sperimentazione di alcuni servizi erogati dalle farmacie al fine di valutarne l’efficacia, per renderli strutturali e pienamente integrati all’interno del Servizio sanitario regionale. Il recente ed innovativo progetto dedicato allo screening Oct in farmacia, grazie alla capillarità delle farmacie e alla collaborazione con Medici di medicina generale, oculisti, diabetologi e geriatri - aggiunge - contribuirà a rafforzare la presa in carico delle cronicità. Si tratta di un intervento strategico per la Liguria, che prevede un iniziale investimento pari a circa 100 mila euro e che si conferma un vero e proprio ‘laboratorio epidemiologico’ a livello nazionale, dove i modelli di integrazione tra territorio e specialistica - conclude - possono generare benefici significativi per la salute dei cittadini".
Protesta sul silo va avanti, 'silenzio assordante istituzioni'... 
Con circa 3.000 partecipanti nel corso delle tre giornate, 400 speaker, due giornate di sessioni oltre 20 ore di diretta streaming, si è conclusa la XVIII edizione del Forum Hr 'People & Culture'. La seconda giornata è stata caratterizzata dal passaggio dai dati alle persone, dalla tecnologia alla cura, agli aspetti che consentono alle organizzazioni di prendersi cura di collaboratori e collaboratrici, di team diversi per provenienza, cultura, età anagrafica e non solo e che quindi richiedono approcci manageriali innovativi. Una giornata che ha dunque messo al centro tematiche quali il benessere organizzativo e il sostegno psicologico alle persone; le nuove forme digitali di erogazione dei benefit aziendali; il ruolo del People Management nell’indirizzare le aziende verso la sostenibilità; senza dimenticare le questioni legate alla diversity, equity & inclusion, oggi al centro di nuove sfide e difficoltà a livello globale.
Proprio 'Dai dati alle persone: ridefinire e guidare il futuro del welfare aziendale' è stato il titolo del Talk Show di apertura, che ha visto l’intervento di Romina Chirichilli (direttore People & Sustainability / Open Fiber), Sara Lupi (vp Hr Global Support Functions and Southern Europe / Beiersdorf), Anna Maria Mazzini (Marketing & Product Director / Pluxee Italia) e Selene Santacaterina (People & Organization Director / Amadori).
Tra i momenti più importanti, il Main Keynote Speech dal titolo 'Le nuove regole dell’engagement: otto profili per capire il nuovo rapporto tra persone e lavoro', a cura del Main Partner Pluxee Italia, con l’intervento di Tommaso Palermo (Managing Director) e Anna Maria Mazzini (Marketing & Product Director). “Parlare di engagement nei contesti aziendali attuali è particolarmente interessante, sia per gli spunti che offre sia per le sfide che le organizzazioni sono chiamate ad affrontare. Oggi al Forum Hr 'People & Culture' abbiamo introdotto il concetto di ‘Engagement consapevole’, un nuovo modo di vivere il lavoro come elemento chiave di un’equazione più ampia che comprende vita personale, professionale e interessi collettivi. Una prospettiva positiva, che valorizza la reciprocità tra azienda e persone e favorisce una relazione basata su fiducia, ascolto e partecipazione condivisa”, ha dichiarato a margine dell’evento Anna Maria Mazzini, Marketing and Product Director di Pluxee Italia, azienda leader nei benefit aziendali e nell’engagement dei dipendenti.
Molti altri momenti di interesse su tre sale, a cui si aggiunge la novità di quest’anno: l’International Hub, presso Iulm Studios, con interventi di People & Culture Director di aziende internazionali per analizzare i principali trend globali, sulla gestione dei talenti, la cura delle persone, l’impatto delle nuove tecnologie sul People Management, le trasformazioni e le sfide della diversity, equity & inclusion.
Quindi il vero welfare, è stato il messaggio, non coincide con l’aggiunta di nuovi benefit, ma con la capacità delle aziende di generare condizioni di benessere reale: ascolto, stabilità, equità e qualità del lavoro quotidiano. Una responsabilità che deve essere trasversale, con le grandi imprese chiamate a dare l’esempio affinché anche le piccole possano adottare modelli sostenibili e credibili di cura organizzativi.
L’evento è stato possibile grazie alla collaborazione dei Main Partner Indeed e Pluxee Italia; del Main Media Partner Adnkronos; degli Official Partner Adequat, B2You Altroconsumo, Babbel for Business, Busuu, Carol, Cornerstone OnDemand, CVing, Gility, Howay, Jointly, nCore HR, Salesforce, Remote, Unobravo, XMetaReal, WellMakers by BNP Paribas; dei Content Partner Adp, Alveria, Axerta, Blue Health Center, British Council, Consecution Group, Corporate Benefits, Digit’Ed, Digital Attitude, Edenred Italia, Elty (DaVinci Salute), Eudaimon, GoodHabitz, HumanX (Selexi), Initial (Rentokil Initial), iSapiens, Klaaryo, Liane – LianeCare, Partner & Partners Holding Group, Qipo, Scs Consulting, Six Seconds Italia, Skillvue, Vitality+, Walà e Welfare Nest; dei Forum Partner 6Unico!, Asterys, Awair, AssessFirst, Bonoos, Certiquality, Cesop HR Consulting Company, Competence, Dicto AI, goFluent, Jobify, Kekyjob, La Luna del Grano, Ldp Automation, Percinque, Pipeline, PlanEat, ProfessionAI, Radical Hr, Risorse Professional, Sales Line, Simundia, Skillsincloud, Sli, Smart Info, Syllog, Talentware, Telepass Business, The Appointment Consulting, Top Employers Institute, Twenix, Vip District, Volocom, Ugo, Waddi, WellDone Italia, Wellhub, WordWorks; del Communication Partner Satispay.
Tutti i contributi della Main Session, Sala Phygital, Sala Workshop e International Hub saranno presto resi disponibili su www.comunicazioneitaliana.tv.

Dal 17 novembre, per tre settimane, Axa Italia torna on air sulle principali emittenti radio, Spotify, web e Connected TV, con la campagna “Cos’è la Salute per te?”. L’obiettivo è si dar voce al vissuto quotidiano delle persone sulla salute e ribadire l’impegno ad essere un partner di riferimentoper il cliente attraverso risposte concrete, semplici e personalizzate per prendersi cura della propria salute e di quella dei propri cari.
La campagna pubblicitaria mette a fuoco, attraverso il linguaggio semplice e immediato della radio e del web, in chiave fresca e dinamica, cosa rappresenta la salute per le persone, in un concept che si basa sulla consapevolezza della salute come priorità universale, ma che si declina nell’esperienza quotidiana del singolo in un’esperienza unica. L’iniziativa mette in rilievo el’impegno di Axa Italia nel mettere a disposizione, attraverso le agenzie e la rete di filiali di Banca Monte dei Paschi di Siena presenti sul territorio, un’offerta integrata e personalizzata e servizi concreti, in particolare l’accesso veloce ad esami e visite specialistiche e l’assistenza 24 ore su 24, con la possibilità di ricevere la consulenza di un medico.
“Con la nuova wave della campagna ‘Cos’è la salute per te?’ che oltre alla radio e al web esplora anche il mondo delle connectedTV - afferma Letizia D’Abbondanza, Chief Customer & External Communication Officer del Gruppo assicurativo AXA Italia - torniamo a raccontare il vissuto intimo e personale delle persone su un tema fondamentale come la salute e a condividere il nostro impegno, in logica di collaborazione pubblico-privato, ad essere al loro fianco con soluzioni e servizi concreti, personalizzati e di valore”.

A X Factor 2025 arriva uno dei momenti più attesi dell’intera stagione: nel Live Show di stasera, giovedì 20 novembre gli artisti presentano per la prima volta i loro inediti. Una puntata cruciale che segna il vero ingresso nel mercato discografico per i concorrenti e in cui i quattro giudici Achille Lauro, Francesco Gabbani, Jake La Furia e Paola Iezzi accompagneranno i propri artisti in una serata che, per tutti, rappresenta un primo traguardo fondamentale nel percorso all’interno di X Factor. A introdurre la puntata e a scandirne i ritmi, come sempre, sarà la conduzione di Giorgia, anima e voce narrante di questa edizione.
Il momento dedicato alla Giornata contro la violenza sulle donne
Il quinto Live Show si apre con un momento speciale dedicato alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico sull’importanza del 25 novembre e invitare a una riflessione collettiva sulla violenza di genere.
Gli inediti
La serata poi entrerà nel vivo con la manche degli inediti, momento cardine del programma.
- Nella squadra di Lauro, eroCaddeo porterà sul palco 'Punto', brano scritto insieme a Matteo Di Nunzio e prodotto da Dinv, un racconto personale che inaugura il suo percorso artistico con una forte impronta autorale;
- per la squadra di Francesco, tellynonpiangere presenterà 'Barche di carta', nato dalla scrittura condivisa con Giorgio Campagnoli e Teseghella, con la produzione di Gianmarco Manilardi che ne esalta l’immediatezza emotiva; PierC canterà 'Neve Sporca', scritto da Frada, Alex Raige Vella, Leonardo Grillotti e dallo stesso artista, e prodotto da Wolvs: una ballad intensa che mette a fuoco la sua identità più autentica;
- Jake invece introdurrà nella discografia Delia con l’inedito 'Sicilia Bedda', scritto insieme a Fiat 131 e Noemi Bruno e prodotto da Carlo Avarello e Miriade, un brano che racconta le sue radici con una forza visiva e sonora che rispecchia pienamente il suo carattere; e Tomasi con 'Tatuaggi', interamente scritto e composto da lui e prodotto da Valerio Carboni, Carlo Rizioli e dallo stesso Tomasi, brano diretto e confessionale che porta sul palco la sua cifra più intima;
- infine, Paola introdurrà Viscardi che proporrà 'Scinneme ’a cuollo', scritto con Antonio Mazzariello, Adel Al Kassem e Gianmarco Grande e prodotto da grnd, brano che fonde radici, attitudine black e una forte dimensione performativa; e rob, che debutterà con 'Cento ragazze', brano frutto della collaborazione con Victor Anfray, Luca Ferraresi e Roberta Scandurra, con una produzione firmata blame e Chakra che ne accentua l’energia e il carattere pop punk.
Come funziona la serata
Il meno votato della prima manche andrà direttamente al ballottaggio; qui sarà raggiunto, secondo il meccanismo classico, dal meno votato della seconda manche, quella in cui i concorrenti torneranno sul palco per eseguire delle cover: tellynonpiangere, nel caso in cui passasse il turno, si confronterebbe con l’intensità di 'Nei treni la notte' di Frah Quintale; PierC affronterebbe l’iconico universo di David Bowie con 'Life On Mars?'; Tomasi porterebbe sul palco l’energia malinconica di 'The Loneliest' dei Måneskin; Delia proporrebbe in maniera personale e potente un speciale mash-up ispirato a 'La Llorona' di Chavela Vargas; Viscardi darebbe la sua impronta a 'Ain’t Nobody' di Rufus & Chaka Khan; rob si misurerebbe con la leggendaria 'Un’emozione da poco' di Anna Oxa; eroCaddeo rileggerebbe con la sua sensibilità 'Ancora', il classicone senza tempo di Eduardo De Crescenzo.
Il ballottaggio al termine della seconda manche di questo quinto Live Show porterà al nuovo eliminato e di conseguenza alla definizione dei semifinalisti ufficiali di questa edizione.
L'ospite
Ospite speciale della serata sarà Levante. Cantautrice raffinata, scrittrice, pittrice, artista poliedrica capace di cimentarsi in più arti mantenendo la sua identità, Levante sta svelando i dettagli del suo nuovo progetto: dopo l’annuncio del “Dell’amore - Club tour 2026”, il 21 novembre esce il suo nuovo singolo “Dell’amore il fallimento”, altro tassello che segna un punto cardine del lavoro più completo che vedrà la luce nel 2026.
Dove vedere X Factor
Stasera X Factor va in onda alle 21.25 su Sky Uno e in streaming su NOW. La puntata sarà poi sempre disponibile on demand e su Sky Go e il martedì successivo sarà trasmessa in chiaro su TV8 in prima serata.
Grazie all'arrivo di giovani cuochi da Sassari... 
L’Intelligenza Artificiale sta cambiando il mondo dell’industria e delle professioni e anche i settori dell’edilizia e dell’architettura sono a una svolta. La sfida per architetti e ingegneri è oggi, infatti, quella di coniugare le interessanti opportunità offerte dall’Ai - che vanno dalla progettazione all’elaborazione di dati sull’ambiente destinato ad ospitare una nuova costruzione, alla definizione delle caratteristiche degli edifici, fino alla presentazione finale dei progetti, - con le loro competenze e con il valore stesso del “fattore umano”, in un delicato equilibrio in evoluzione continua.
È per questo che oggi, a Made expo, manifestazione dedicata al mondo dell’edilizia e dell’architettura organizzata da Made eventi Srl, società di Fiera Milano Spa e Federlegno Arredo Eventi SpA, a Fiera Milano fino a sabato 22 novembre 2025, si è tenuto l’Inspirational Talk “AI Architectural Intelligence”, che ha visto il confronto diretto e partecipato tra Luca Sassi, Architetto e Content Creator, Neal Leach, Architetto e Professore Universitario, Matteo Pavanello, Associate, BIG – Bjarke Ingels Group e Cosimo Scotucci, Senior Project Leader, MVRDV, salutati da Paola Sarco, Amministratore Delegato di Made Eventi e Head of Building & Industrial Exhibitions di Fiera Milano.
Durante l’incontro, Neal Leach ha offerto la sua importante e vasta esperienza accademica nell’analisi dell’applicazione dell’Intelligenza Artificiale in architettura, ricordando come le implicazioni dell’AI nei sempre più vari ambiti professionali siano, allo stato attuale, talmente ampie e controverse da non essere facilmente catalogabili. Il compito di chi la utilizza nel campo della progettazione architettonica, è quindi quello di essere consapevole delle grandi opportunità, che si manifestano in termini creazione ed elaborazione di big data, nel risparmio del tempo di ideazione del progetto e nella valorizzazione della creatività verso proposte sempre più originali e interessanti, nonché nella possibilità offerta anche a studi di progettazione di piccole dimensioni di raggiungere performance, tempistiche e precisione di realtà più ampie e strutturate.
Accanto ai vantaggi, però, occorre tener conto anche di importanti criticità: tra queste, la svalutazione della figura del progettista, che, nel lungo periodo, potrebbe essere parzialmente sostituibile, la complessa gestione della formazione dei giovani designer, costretti a rincorrere un mercato in rapidissimo e imprevedibile mutamento a causa dell’AI, e, per finire, la pervasività stessa dell’Intelligenza Artificiale, capace, in un futuro sempre più prossimo, di sostituirsi sempre più efficacemente alle “soft skills” umane in ogni ambito della conoscenza e delle relazioni sociali. Le esperienze degli esponenti di importanti studi architettonici a livello europeo e mondiale hanno offerto un punto di vista diretto sull’importanza degli strumenti basati sull’AI e sulle sue opportunità applicative.
Così, Matteo Pavanello ha presentato la propria attività, soffermandosi soprattutto sulle utilità “pratiche” dell’Intelligenza Artificiale, ormai trasversali a tutta la filiera della progettazione. Si passa così dalla ricerca di dati sui materiali all’elaborazione sempre più evoluta e precisa dei progetti, alla valutazione rigorosa del loro impatto sul paesaggio, fino alla loro presentazione attraverso rendering intelligenti, animati o ambientati con particolare realismo. Uno dei principali vantaggi offerti dall’AI, per Pavanello, si traduce nel risparmio e nell’ottimizzazione del tempo in ogni fase del processo progettuale, fondamentale per rendere produttivo ed efficace il lavoro del progettista.
Allo stesso modo, Cosimo Scotucci ha offerto una visione della progressiva evoluzione degli strumenti AI, soprattutto nella previsione dell’impatto ambientale dei concept di edifici o di interi nuovi quartieri, ideati per armonizzarsi al paesaggio e agli standard abitativi del contesto. Gli strumenti di modellazione, in particolare, si integrano oggi a software intelligenti, in grado di incorporare elaborazioni sempre più complesse di informazioni e dare vita a progetti sempre più complessi e smart, capaci di rispondere con efficacia a esigenze concrete.
La progressiva introduzione dell’elemento artificiale nella raccolta, gestione ed elaborazione dei dati, non ha avuto però, nell’esperienza di Scotucci, ripercussioni negative sulla funzione umana e culturale dell’architetto, chiamato a rispondere con creatività ai bisogni dei futuri fruitori degli edifici coniugandole con la consapevolezza tecnica raggiunta grazie alle analisi dell’AI.
Luca Sassi ha infine osservato come l’avvento dell’AI sia paragonabile all’introduzione del motore a scoppio alla fine dell’Ottocento, in un’epoca dominata dal trasporto con cavalli. Infatti, anche se l’introduzione dell’automobile ha progressivamente dimostrato le sue criticità, dai rischi di incidente all’inquinamento, l’uomo non è più tornato indietro, perché ormai evoluto sulla scia del progresso possibile grazie alle infinite opportunità offerte dal nuovo veicolo.
Così, l’AI sta cambiando anche il mondo dell’architettura in modo ormai irreversibile. Tutti i relatori hanno, infatti, concordato sulla necessità di progettare i nuovi edifici guardando al mondo tra dieci anni e cercando di prevedere in anticipo i cambiamenti tecnici, estetici e sociali e sul ruolo che l’AI può avere in questa dimensione futuribile del costruito. Sassi ha poi concluso ricordando le possibilità di crescita anche per i professionisti del nostro Paese che siano in grado di sfruttare al meglio i vantaggi dell’Intelligenza Artificiale, come hanno dimostrato i due architetti italiani presenti, esponenti di spicco di grandi studi internazionali.
Il Talk di oggi ha rappresentato solo una delle tante iniziative di confronto e formazione in programma a MADE expo che, con 625 aziende in quattro padiglioni, si conferma l’evento leader del settore in Italia. Anche in questa edizione, la manifestazione è parte di MIBA – Milan International Building Alliance, piattaforma internazionale che riunisce in un unico ecosistema quattro manifestazioni leader nei rispettivi ambiti: GEE – Global Elevator Exhibition, Made Expo, Smart Buinlding Expo e Sicurezza, rappresentando un’offerta completa di tecnologie, materiali e soluzioni capaci di guidare la transizione ecologica e digitale di edifici e città. Made expo si svolge a Fiera Milano fino a sabato 22 novembre 2025.

Con l’appuntamento 'Cuore, reni e metabolismo, tra musica, cinema e connessioni', presso la Terrazza Caffarelli a Roma, torna ‘Principi attivi’, l’iniziativa promossa da Boehringer Ingelheim per sensibilizzare sulla prevenzione delle patologie cardio-renali-metaboliche (Crm). Nel corso della cena-evento è stato proiettato in anteprima il cortometraggio ‘Compagni per la vita’, prodotto da Boehringer, scritto e diretto da Alessandro Guida e in collaborazione con il cantautore Virginio, autore della colonna sonora originale ‘Connessi’. L’iniziativa, che ha ricevuto il patrocinio di Farmindustria - informa una nota - mette al centro le patologie cardio-renali-metaboliche, condizioni strettamente interconnesse che si influenzano reciprocamente: la presenza di una aumenta infatti la probabilità che se ne sviluppino altre. Attraverso la metafora dei ‘compagni di scuola’, il cortometraggio mostra come la salute di cuore, reni e metabolismo sia legata da un equilibrio comune e come il diabete non sia una malattia isolata, ma possa favorire l’insorgenza o il peggioramento di queste problematiche. Il racconto sottolinea così l’importanza della prevenzione e dell’intervento precoce.
"La musica è una delle più potenti alleate della salute: riduce stress e dolore, migliora l’umore, sostiene le funzioni cognitive e accompagna i percorsi di riabilitazione – ha commentato Antonio Vandoni, direttore artistico musicale di Radio Italia solo musica italiana e Radio Italia Tv – Ma soprattutto, parlando direttamente alla nostra sfera emotiva, ci spinge ad ascoltare il nostro corpo e a prenderci cura di noi stessi. Per questo può diventare uno strumento straordinario anche nella prevenzione: perché una canzone può cambiare lo stato d’animo, ma a volte può cambiare anche un comportamento, un’abitudine, una scelta di salute".
In Italia sono 24 milioni le persone che convivono con almeno una malattia cronica: di queste, 11,6 milioni con la condizione cardio-renale-metabolica e 4 milioni con una forma di danno renale cronico. Solo la malattia renale cronica ha un impatto di 2,5 miliardi di euro l’anno, pari al 2% dell’intero bilancio del Servizio sanitario nazionale. L’obiettivo del progetto - spiegano gli organizzatori - è favorire una maggiore consapevolezza sull’importanza di riconoscere i segnali di rischio e, partendo da questi, adottare un approccio diagnostico e terapeutico multidisciplinare. ‘Compagni per la vita’ nasce "dalla volontà di contribuire ad accendere i fari sull’importanza della prevenzione cardio-renale-metabolica, in un Paese in cui il numero delle persone che convivono con almeno una malattia cronica è destinato a crescere – ha dichiarato Nedim Pipic, presidente e amministratore delegato del Gruppo Boehringer Italia – Vogliamo entrare nelle case degli italiani non con la paura, ma con la consapevolezza. Con un messaggio semplice: la prevenzione è un diritto, ma anche un dovere verso noi stessi".
È importante “ricordare che ciò che conta davvero non è il costo economico - ha continuato Pipic - ma quello umano: ogni diagnosi tardiva, ogni occasione persa, ogni vita che avrebbe potuto cambiare direzione. E oggi, in questa sala, scriviamo una nuova pagina grazie all’impegno delle associazioni dei pazienti e delle società scientifiche che hanno aderito al patto per la prevenzione e che saranno la voce” del cortometraggio. È urgente quindi assicurare una presa in carico tempestiva dei pazienti affetti da patologie cardio-renali-metaboliche, attraverso un vero e proprio cambio di paradigma basato su una strategia proattiva e integrata. Strumenti chiave di questo nuovo approccio teso a migliorare la qualità di vita dei pazienti sono i programmi di screening, essenziali per diagnosi precoci e per una maggiore sostenibilità del Ssn, soprattutto per la malattia renale cronica.
"Ci sono buone compagnie, cattive compagnie e poi ci sono compagnie da evitare - ha commentato Giorgio Mulè, Vicepresidente della Camera dei Deputati - Il cortometraggio di Alessandro Guida ha il merito di indicare proprio il modo di non incrociare alcune spiacevoli compagnie. La chiave è quella della prevenzione, dell’attenzione continua e consapevole a ‘guardarsi intorno’ attraverso esami semplici ma fondamentali. L’obiettivo dichiarato dell’iniziativa di portare avanti, insieme alle Istituzioni, alle associazioni e alle Società scientifiche, un percorso di sensibilizzazione volto a promuovere percorsi di screening e diagnosi precoce è dunque meritorio e va sostenuto con convinzione”. Il giurista, esperto di economia sociale, Gabriele Sepio ha aggiunto: “Come l’evasione fiscale danneggia il Paese, così il non prendersi cura di sé genera costi enormi per il sistema: per questo dobbiamo riconoscere e sostenere, anche fiscalmente, chi investe nella cultura della prevenzione. La comunicazione sociale ha un valore economico concreto: ogni messaggio che cambia un comportamento riduce malattia, ospedalizzazioni e spesa pubblica. Investire in prevenzione significa generare risparmio e benessere per tutta la comunità".
Il cambio di paradigma è fondamentale e, in questa prospettiva, si inserisce il ‘Patto per la prevenzione’ che è stato siglato, con cui associazioni dei pazienti e società scientifiche si impegnano a dare la massima diffusione al corto e al brano, attraverso i loro canali, congressi, siti web, social. Ad oggi, hanno aderito al Patto: Associazione medici diabetologi (Amd); Associazione italiana scompensati cardiaci (Aisc); Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg); Fondazione italiana del rene (Fir); Diabete Italia; Società italiana dell’ipertensione arteriosa (Siia); Società italiana interdisciplinare per le cure primarie (Siicp); Federazione associazioni nazionale diabetici (Fand); Federazione società medico-scientifiche (Fism) e Medicinema. L’evento - conclude la nota - è stata anche l’occasione per un focus sul Piano nazionale delle cronicità, grazie al Contributo del senatore Massimo Garavaglia, Ppesidente della 6° Commissione Finanze e tesoro del senato e del Senatore Guido Quintino Liris, presidente Intergruppo parlamentare sulla cronicità.

Rischia di sparire dal centro storico di Roma l'antica pasticceria palermitana D'Agnino. Il locale nato nel 1955 sotto la Galleria Esedra e diventato negli anni punto di riferimento e icona di buongusto, anche grazie alla sua celebrazione in film come 'La Famiglia' di Ettore Scola, è ora sotto sfratto.
A lanciare un appello alle istituzioni perché intervengano a scongiurarne la chiusura è il consigliere regionale e segretario romano di Azione, Alessio D’Amato. "Roma sta vivendo un periodo di spopolamento di locali storici e botteghe artigiane dovuto ai meccanismi finanziari e dinamiche immobiliari. Ieri è toccato al bar Pascucci, trasformato in un negozio di souvenir, oggi - sottolinea - è il turno dello storico bar Dagnino alla Galleria Esedra. Senza quel presidio il rischio non è solo di perdere un pezzo della storia di questa città, ma di fare precipitare nel degrado quell’area. È necessario che le istituzioni, a partire dal Comune di Roma e dalla Regione Lazio, intervengano per fermare questa desertificazione".

Carlos Alcaraz esulta per la 'sua' Spagna con una foto che scatena i social. Il tennista iberico è stato costretto a saltare le Final Eight di Coppa Davis, che si stanno svolgendo in questi giorni a Bologna, a causa dell'infortunio rimediato nella finale delle Atp Finals, poi persa contro Jannik Sinner. Alcaraz però, tornato numero uno del mondo proprio grazie all'ultimo atto raggiunto a Torino, non sta facendo mancare il suo sostegno seguendo, seppur da lontano, ai suoi compagni di Nazionale.
Dopo la vittoria nei quarti di finale, in rimonta, contro la Repubblica Ceca, Alcaraz ha condiviso una foto sui suoi profili ufficiali che lo ritrae davanti alla televisione, probabilmente nel salotto di casa, in totale relax. Immancabile il "Vamoooos" che ha accompagnato la foto, ma molti su X non si sono fatti scappare un dettaglio che ha scatenato tifosi e appassionati.
Dalla foto condivisa, si nota Alcaraz completamente sdraiato con i piedi che toccano il tavolo: "Ma leva i piedi dal tavolo maleducato", lo ha rimproverato un utente nei commenti su X. Un pensiero largamente condiviso: "Non mettere i piedi sulla tovaglia".
Altri hanno invece notato trofei, tra cui si riconoscono quello di Wimbledon e degli Us Open, posti su una mensola: "Carlos mette un trofeo degli Us Open e uno di Wimbledon sopra la mensola come se fossero un vaso di Leroy Merlin", "comprati un armadio per quei trofei". E altri rispondono che non dovrebbero mancargli i soldi per riarredare casa.
Nonostante la sconfitta nell'ultimo atto delle Atp Finals, Alcaraz ha potuto intascare un assegno da oltre due milioni di euro, 2,374 per la precisione, portando il totale dei suoi guadagni stagionali a sfiorare i 17 milioni di euro grazie ai suoi sei titoli, tra cui Roland Garros e Us Open, e alle finali conquistate. Ai montepremi riscossi si aggiungono anche le numerose sponsorizzazioni che, proprio come Sinner[1], può vantare lo spagnolo.
Alcaraz ha firmato un contratto di 10 anni con Nike, mentre fin dal 2013 è legato a Babolat, il suo fornitore ufficiale di racchette. Numerosi i brand che lo hanno voluto con testimonial: Rolex, Louis Vitton, Bmw (per il mercato spagnolo), Calvin Klein e l'azenda alimentare spagnola ElPozo Alimentacion. Nel complesso, sebbene non siano note le cifre precise, Carlos dovrebbe incassare un totale di 10 milioni di euro.
Il patrimonio di Carlos Alcaraz dovrebbe superare i 60 milioni di euro. La cifra terrebbe conto non solo delle sue vittorie in campo ma anche dei proventi dei suoi contratti di sponsorizzazione.
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