
(Adnkronos) - "Il progetto nasce dalla voglia di avere a disposizione delle ricette semplici che accomunino il momento del pasto tra i pazienti gastroresecati", che hanno cioè subito un intervento chirurgico di rimozione totale o parziale dello stomaco, "e gli altri commensali. Avere l'opportunità di mangiare tutti la stessa cosa non è scontato". Lo ha detto oggi a Milano Claudia Santangelo, presidente di Vivere senza stomaco, si può Odv, all'incontro con la stampa per la presentazione del progetto OncoCook, una web serie promossa dall'associazione e realizzata con il contributo non condizionante di Astellas, che offre suggerimenti alimentari volti a migliorare la qualità della vita e aiutare i pazienti a ritrovare il piacere del cibo e la convivialità.
"A causa della mancanza dello stomaco soffriamo di malnutrizione - spiega Santangelo - Abbiamo quindi pensato a un progetto dedicato alla nutrizione perché abbiamo comunque voglia di poter mangiare cose buone". Nel dettaglio, lo chef Cesare Battisti, insieme ai nutrizionisti dell'associazione, ha preparato 16 ricette - 4 in ogni puntata - che possono essere scaricate dal sito dell'associazione. "Abbiamo ipotizzato di dividere le 16 ricette in 4 filoni: alimentazione come prevenzione oncologica, alimentazione del paziente gastroresecato durante la terapia, importanza del microbiota per noi pazienti, accettazione di un corpo diverso dovuto alla mancanza d'organo".
L'alimentazione nei pazienti gastroresecati "è fondamentale non solo per cercare di non ammalarsi - rimarca Santangelo - ma anche per poter vivere successivamente all'intervento. Mangiare per noi pazienti diventa un lavoro. Avere l'opportunità di imparare come farlo ci rende più adeguati nella vita quotidiana".

(Adnkronos) - Regolamentare i finanziamenti alle moschee, divieto di velo integrale nei luoghi pubblici, scuole e università, pena una sanzione da 300 a 3mila euro, ma anche pene più aspre per contrastare i matrimoni combinati e fino a 5 anni di carcere per chi effettui o costringa una persona a sottoporsi a un esame di verginità, fatta eccezione per il medico che lo fa per ragioni sanitarie. E' la proposta di legge targata Fratelli d'Italia, presentata in una conferenza stampa alla Camera, alla presenza del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro e dei deputati Galeazzo Bignami, capogruppo FdI alla Camera, Francesco Filini e Sara Kelany.
Cinque articoli che puntano a ''contrastare il separatismo islamico'', sottolinea la deputata Sara Kelany, ovvero ''la creazione di enclave separate dove governa la sharia perché il separatismo genera fondamentalismo''.
Accanto alle norme sui finanziamenti delle moschee, la norma sul velo integrale. ''Norme ineludibili. Cancellare il volto di una donna significa mortificarla. C’è chi parla di scelta libera, ma faccio fatica a credere che una donna voglia automortificarsi. La sinistra accecata da un buonismo ideologico per paura di essere tacciata di islamofobia da un parte grida al patriarcato e dall’altra tace su questi fenomeni intollerabili''.
Punta l'attenzione sulla sottomissione delle donne anche il sottosegretario Delmastro. ''Ci si dimentica che ben oltre il patriarcato, in Italia vivono enclave che per una volontà di separatismo rifiutano i principi che reggono l'ordinamento italiano''. Ma per noi sono molto ''importanti e dirimenti - continua Delmastro - le norme sul finanziamento di luoghi di culto: è necessario tracciare i finanziamenti e comprendere da chi e da dove arrivano. Per le confessioni religiose che non hanno strutturato intese'' con lo Stato ''si pone l'obbligo di redigere dei bilanci non in forma semplificata e di depositarli presso le camere di commercio. E' di tutta evidenza che dietro i finanziamenti delle moschee si può nascondere un soft power che viene esercitata da parti terze. Una legge che noi abbiamo mutuato dalla laicissima Francia. Si tratta di non chiudere più occhi e prendere atto che vi sono anche finanziamenti che vogliono distorcere l'attività di culto'' conclude.

(Adnkronos) - 4 luglio 2026. È questa la data decisa da Aurora Ramazzotti e Goffredo Cerza per il loro matrimonio. La coppia, che ha accolto nel 2023 il figlio primogenito, convolerà a nozze e ad annunciarlo è stata la figlia di Michelle Hunziker e Eros Ramazzotti che ha svelato alcuni dettagli.
"Succederà. Non avevamo dubbi però ora esiste una data quindi succederà. Mancano 8 mesi e bisogna sbrigarsi, mi sta salendo anche l'ansietta però penso che sia normale per l'organizzazione di un matrimonio. Ci sono davvero tantissime cose da fare", ha detto Aurora che svelato di aver trovato una "weeding planner perfetta", che la sta aiutando con l'organizzazione della cerimonia.
"Siamo un po' in ritardo ma è stato difficile scegliere la location, non avevamo mai parlato di matrimonio. Abbiamo visitato 2 regioni e più di 20 location diverse. Quindi ricapitolando, abbiamo data, location, musicisti, fotografi e ora stiamo guardando per i catering", ha concluso Ramazzotti promettendo di aggiornare i follower con le prossime novità.
Leggi tutto: Aurora Ramazzotti si sposa, l'annuncio: "Abbiamo data, location... che ansia"

(Adnkronos) - I pazienti con tumore allo stomaco "spesso arrivano alla diagnosi o all'intervento molto vicini alla malnutrizione, con una perdita di peso e carenze nutrizionali importanti. La dieta mediterranea garantisce un'alimentazione corretta e sana e andrebbe mantenuta anche successivamente" all'intervento di gastroresezione, "con le dovute modifiche correlate al fatto che lo stomaco non c'è più". Così Francesca Pasqui, nutrizionista e docente di Scienze tecniche dietetiche applicate all'università di Bologna, intervenendo oggi a Milano alla presentazione del progetto 'OncoCook'. Promosso dall'associazione Vivere senza stomaco, si può Odv e realizzato con il contributo non condizionante di Astellas, il progetto - una web serie in 4 puntate - mira a diffondere la cultura di una corretta dieta tra i pazienti che hanno subito un intervento di gastrectomia, cioè la rimozione parziale o totale dello stomaco.
Questa condizione comporta una modalità di assunzione del cibo diversa, con "frazionamenti dei pasti, quantità di porzioni più piccole, consistenze modificate per migliorare la digestione", spiega l'esperta che però sottolinea l'importanza di "inserire sempre tutti i macronutrienti e micronutrienti indispensabili al mantenimento di un buono stato di salute". In seguito all'intervento si verifica un malassorbimento dei nutrienti ed è per questo che "spesso è necessario aggiungere delle integrazioni per quello che riguarda, per esempio, la vitamina B12", sottolinea Pasqui. L'alimentazione diventa un argomento molto delicato per il paziente che ha subito la rimozione dello stomaco e per questo "deve essere preso per mano e seguito da un team multidisciplinare - raccomanda la nutrizionista - affinché possa essere controllato e aiutato a migliorare il suo percorso di vita".
Leggi tutto: Tumori, nutrizionista Pasqui: "Dieta mediterranea anche dopo gastroresezione"

(Adnkronos) - In un mercato in costante trasformazione e di fronte a sfide economiche crescenti, il settore italiano dei pavimenti di legno risponde con uno strumento tecnico e culturale di riferimento: il 'Manuale tecnico del parquet-Progettazione, posa e manutenzione', a cura del Gruppo Pavimenti di legno e aziende storiche parquet-Asp di Edilegnoarredo/FederlegnoArredo, pubblicato da Maggioli Editore. Con oltre 250 pagine, il volume nasce da un confronto tecnico multidisciplinare, con l’obiettivo di diventare un punto imprescindibile di riferimento per progettisti, tecnici e operatori che necessitano di un supporto affidabile e aggiornato. Uno strumento pensato per accompagnare la crescita del comparto e innovare e aggiornare ogni fase, dalla produzione alla posa, fino alla manutenzione.
Il manuale approfondisce in modo completo e aggiornato temi fondamentali: sostenibilità ambientale, economica e sociale del legno, tecniche di posa; criteri per garantire durabilità e qualità; ruoli e responsabilità lungo tutto il processo di fornitura e posa in opera, fino al quadro normativo nazionale e internazionale. Ampio spazio è dedicato anche ai pavimenti per interni, esterni e superfici sportive. “Con questo lavoro prosegue il nostro impegno nel valorizzare, chiarire e approfondire ogni aspetto tecnico, normativo, ambientale e gestionale che ruota attorno al mondo del parquet” commenta Renza Altoè, consigliere incaricato del Gruppo pavimenti di legno di Edilegnoarredo/Federlegnoarredo, che rappresenta le aziende produttive italiane del comparto, sviluppa e diffonde un’intensa attività tecnico-normativa, promuove la ricerca e tutela la filiera.
“In un contesto in cui il mondo delle costruzioni evolve rapidamente, dalla progettazione all’introduzione di nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, fino alla gestione del cantiere e del rapporto con il cliente, diventa fondamentale disporre di strumenti aggiornati”.
Frutto di un intenso lavoro di squadra, il manuale è disponibile sul sito di Maggioli Editore. Pensato per rafforzare le relazioni commerciali in un mercato sempre più globalizzato, si presenta con una veste grafica chiara e intuitiva ed è disponibile in versione bilingue (italiano e inglese), a conferma della vocazione internazionale del settore: il 32% della produzione, come attestano i dati del Centro studi Federlegnoarredo, è infatti destinato all’export.
“Edilegnoarredo - aggiunge Andrea Bazzichetto, presidente di Edilegnoarredo di Federlegnoarredo - è impegnata attivamente nel promuovere iniziative che supportino le aziende associate nel mantenimento di elevati standard qualitativi e nella difesa del loro mercato. Come associazione, sentiamo oggi più che mai l’esigenza di fare sistema, condividere conoscenze, contrastando al contempo dinamiche di concorrenza sleale che rischiano di penalizzare chi investe in qualità e innovazione, e sviluppare strumenti tecnici condivisi e promuovere il valore del legno, materiale unico per sostenibilità e qualità estetica”.
L’impegno del Gruppo pavimenti di legno di Edilegnoarredo/Federlegnoarredo continua anche oltre il mondo tecnico, con iniziative rivolte al consumatore finale. Per favorire scelte più consapevoli, il Gruppo è al lavoro su una guida pratica e accessibile dedicata al valore autentico del parquet. Offrirà risposte chiare su che cos’è il parquet, le sue varie tipologie, l’importanza della posa a regola d’arte e della corretta manutenzione. La guida rappresenterà un ulteriore tassello nell’impegno a promuovere una cultura del legno fondata su qualità, trasparenza e responsabilità, a beneficio di tutta la filiera.

(Adnkronos) - Esplorare l'intersezione tra tecnologia, cultura e società. Promuovere una comprensione più profonda dell'era digitale riunendo individui e organizzazioni provenienti da background e discipline diversi per condividere prospettive, competenze ed esperienze. Creare una vivace comunità di studiosi, professionisti, innovatori e imprenditori appassionati per costruire una comunità più consapevole, sostenibile, inclusiva e responsabile, trasformando ogni sfida tecnologica in un'opportunità concreta di progresso. Perché, come diceva John Donne, nessun uomo è un’isola e per costruire davvero è necessario fare meglio, insieme. Questa è la prospettiva di Orbits-Dialogues with intelligence, il progetto firmato Action e guidato da Luciano Floridi, format multidisciplinare e multicanale per guidare i leader d’azienda, i cittadini e le giovani generazioni attraverso le sfide dell’era digitale. Una piattaforma unica di dialogo interdisciplinare per comprendere, analizzare e gestire le trasformazioni legate all'Intelligenza artificiale.
Eventi, masterclass d’eccellenza, contenuti digitali e networking professionale, una community pronta ad accogliere e insegnare come governare i cambiamenti che ci investono ogni giorno, in un tempo in cui la tecnologia corre più veloce della nostra capacità di comprenderla. Esplosione di questo percorso lo Show How, che lo scorso anno ha catalizzato l’attenzione della business community italiana con oltre 200 partecipanti, unendo filosofia, etica, spettacolo e formazione, e che nel 2025 torna con la seconda edizione promettente di sfide, domande, risposte, rivoluzioni.
Orbits-Dialogues with intelligence, sarà a Milano il 19 e 20 novembre (Palazzo del Ghiaccio) con una due giorni dedicata ad aziende, giovani studenti, accademici, pensatori ed esperti che si confronteranno per recuperare senso e pensiero critico. Il tema di questa nuova edizione è il Capitale Semantico, ciò che dà significato al mondo, ci permette di interpretarlo e di progettarlo. Si andrà a fondo al ruolo cruciale dei linguaggi, dove l’informazione si moltiplica continuamente e la comprensione diventa una risorsa preziosa, un invito a superare la superficie. Ospite d’eccezione, il maestro Giovanni Allevi: l’artista internazionale e Luciano Floridi daranno vita a una sinestesia tra filosofia e musica, note e parole per trovare insieme il significato più profondo del nostro tempo.
Orbits è molto più di un evento. È un format nato per generare impatto culturale e trasformazione concreta e che vede impegnata, sin dal suo esordio, una squadra di eccellenze la cui visione sta generando un cambiamento epocale. Luciano Floridi: il filosofo dell’etica digitale, mente di Orbits, riferimento accademico che guida il dibattito sull’etica dell’Ia. Manuela Ronchi, stratega del format, esperta di comunicazione strategica e progettazione di eventi immersivi. Sergio Pappalettera, direttore artistico, il creativo che trasforma le idee in esperienza.
Non sarà un semplice convegno o un talk tradizionale, ma un’esperienza coinvolgente: il 19 novembre, spazio allo show-how con Luciano Floridi che introdurrà al tema del Capitale Semantico, cui seguirà al pomeriggio la sessione 'Ia e processi aziendali' con gli Orbits academy talks e a seguire 'Le aziende raccontano', con testimonianze di innovazione e sostenibilità direttamente dalle imprese. Il 20 novembre, invece, vedrà protagonisti i giovani: grazie al progetto Scuola Futura, Floridi dialogherà con 1000 studenti e 150 insegnanti per offrire loro strumenti di lettura critica e responsabilità digitale. Un ponte tra generazioni, pensato per allenare la cittadinanza e la consapevolezza sociale delle nuove leve.
"E' vero, le aziende stanno sviluppando sistemi Ia così velocemente che molti fanno fatica a seguirne l’evoluzione. Orbits-Dialogues with Intelligence nasce anche per colmare questo divario, sia per il modello della scuola che per quello aziendale. In pratica, cerchiamo di tradurre la complessità dell’Ia in concetti chiari e accessibili, così che nessuno resti escluso dal dibattito", dichiara Luciano Floridi. "Abbiamo voluto creare non solo un progetto di formazione e dibattito, ma un vero e proprio atto di comunicazione strategica. Perché oggi comunicare bene significa rendere comprensibile ciò che è complesso, e attivare un cambiamento reale. Se vogliamo che imprese e nuove generazioni siano protagoniste consapevoli del futuro, dobbiamo dare loro strumenti chiari, linguaggi condivisi e spazi dove potersi confrontare", continua Manuela Ronchi.
Quali competenze serviranno domani? Come preparare i professionisti a destreggiarsi in questa evoluzione? E con quali strumenti? La risposta a queste domande è Orbits academy, il primo percorso strategico che connette aziende, esperti di rilevanza internazionale e istituzioni educative, guidato dalla visione di Luciano Floridi. Non solo formazione, ma trasformazione di conoscenze in competenze, risultati concreti, crescita sostenibile e competitività.
Dodici professionisti leader del proprio settore di riferimento, i nuovi condottieri del futuro capaci di attrarre, valorizzare e trattenere i migliori talenti. Adele Sarno (HuffPost), Annalisa Reale (Chiomenti), Claudio Calvino (Fti consulting), Fabio Moioli (Spencer Stuart), Giuseppe Stigliano (Ucl school of management), Marco Di Dio Roccazzella (Jakala), Mariarosaria Taddeo (University of Oxford), Massimo Sideri (Corriere della Sera), Mirja Cartia D’Asero (Clessidra Group), Oreste Pollicino (Università Bocconi), Raffaele Gaito (IA360), Valter Fraccaro (Saihub).
Durante la prima giornata, 19 novembre, saranno protagonisti degli Orbits academy talks, sessioni tematiche sulle sfide delle principali aree aziendali, e condurranno nel corso del tempo delle masterclass esclusive per fornire un osservatorio unico sulla evoluzione della società digitale.


(Adnkronos) - Nei pazienti oncologici "la malnutrizione può avere un impatto negativo sull'aderenza ai trattamenti, sulle complicanze chirurgiche postoperatorie, sulla durata dell'ospedalizzazione, ma anche sulla qualità di vita e sui costi del Servizio sanitario nazionale". Così Nicola Silvestris, segretario nazionale Aiom - Associazione italiana di oncologia medica, intervenendo oggi a Milano alla presentazione del progetto 'OncoCook', promosso dall'associazione Vivere senza stomaco, si può Odv e realizzato con il contributo non condizionante della farmaceutica Astellas.
"L'alimentazione rappresenta un aspetto fondamentale nella vita di ciascuna persona che incontra una diagnosi oncologica - afferma Silvestris - Il 60-65% delle persone che arrivano alla prima visita riferisce un calo ponderale compreso tra 1 e 10 chilogrammi nei 6 mesi precedenti. Il 40% anoressia, un rifiuto nell'alimentazione. Tutto questo è causa di malnutrizione, una condizione che determina non solo una riduzione del peso, ma anche una alterazione della composizione corporea, con riduzione della massa muscolare".
Aiom si impegna a divulgare "una serie di messaggi formativi ed educativi" sull'importanza dell'alimentazione sia nel percorso di cura del paziente oncologico sia per la prevenzione, visto che "circa il 40% delle neoplasie oggi è evitabile con corretti stili di vita", ricorda Silvestris. Le linee guida Aiom, pubblicate lo scorso 31 dicembre sul sito dell'Istituto superiore di sanità, "raccomandano l'inquadramento nutrizionale sin dalla diagnosi - precisa l'oncologo - Il supporto nutrizionale deve far parte della presa in carico globale del paziente, accanto alla terapia medica, alla radioterapia e alla chirurgia".
Leggi tutto: Tumori, Silvestris (Aiom): "Malnutrizione compromette terapie e qualità di vita"

(Adnkronos) - Permanente, ingravescente e recidivante: la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco o Copd), sigla che riunisce i vecchi termini bronchite cronica ed enfisema polmonare, è una patologia inarrestabile nel suo decorso. Ma oggi, almeno in alcuni casi non è più così. La Bpco si può stabilizzare, per diversi mesi, grazie a un approccio terapeutico appropriato ed efficace. L'obiettivo diventa raggiungibile con il concetto emergente di Copd Stability, inteso come mantenere nel tempo una condizione di stabilità clinica che consenta di 'rallentare' anche per mesi il danno delle vie respiratorie. Questo obiettivo - spiega una nota diffusa da Gsk - si traduce in un azzeramento delle riacutizzazioni, quindi dei ricoveri, senza avere un peggioramento della qualità di vita e dei sintomi. Esistono già evidenze che mostrano come, grazie alla triplice terapia, si possa arrivare addirittura a 1 anno di 'stabilizzazione' della patologia in oltre 1 malato su 4. Lo dicono i dati post hoc derivanti dagli studi Impact e Fulfil, presentati pochi mesi fa al Congresso dell'Ats, American Thoracic Society.
Secondo 'The Lancet Respiratory Medicine' (2025), dai dati aggiornati al 2021, la Bpco colpisce oltre 213 milioni di persone nel mondo, cifra basata sui casi diagnosticati e confermati. Tuttavia, stime epidemiologiche più ampie riferite dalla International Respiratory Coalition, che includono anche i casi non diagnosticati, indicano che il numero reale possa superare le 300 milioni di persone, corrispondenti a una prevalenza globale dell'11,7%. Sempre con riferimento al 2021, le malattie croniche non trasmissibili hanno causato oltre 43 milioni di morti, di cui 4,4 milioni per patologie respiratorie croniche, con quasi il 40% dei decessi in persone con meno di 70 anni. In Italia i dati confermano un aumento delle patologie respiratorie croniche, troppo spesso diagnosticate tardivamente, mentre i sintomi iniziali - tosse persistente, affanno, infezioni ricorrenti - restano sottovalutati.
"Oggi la stabilizzazione della malattia nelle persone con Bpco può rappresentare un obiettivo terapeutico realistico - afferma Fulvio Braido, direttore Clinica Malattie respiratorie e allergologia, ospedale policlinico Irccs San Martino di Genova - Si può definire come l'assenza di peggioramento o peggioramento minimo di Fev (parametro chiave dell'esame spirometrico) e, sul fronte clinico, di assenza di riacutizzazioni oltre che di peggioramento significativo dello stato di salute. Gli studi dicono che la triplice terapia può modificare profondamente il quadro, rispetto alla duplice, con sostanziale rallentamento dell'evoluzione negativa più significativo e quindi potenziale miglior prognosi per il malato".
Per definire la stabilità della Bpco - chiariscono gli esperti - è importante considerare 3 aspetti fondamentali: la funzione polmonare, il rischio di riacutizzazioni e lo stato generale di salute del paziente. La funzione polmonare si misura attraverso un test spirometrico che valuta la capacità di respirare (ad esempio il Fev1, che indica il volume d'aria espirato in un secondo). Lo stato di salute e la qualità della vita, invece, vengono analizzati con strumenti validati, come questionari che indagano l'impatto della malattia sui sintomi e sulle attività quotidiane (ad esempio Cat o Sgrq). Questi parametri sono fondamentali per monitorare i progressi e personalizzare il trattamento. La Copd Stability è quindi un nuovo paradigma che punta a dare una prospettiva diversa a una malattia tradizionalmente percepita come inevitabilmente ingravescente. "Oggi - continua Braido - abbiamo la possibilità di fissare obiettivi concreti e misurabili - come il mantenimento della funzione polmonare, l'assenza di riacutizzazioni e un buono stato di salute riferito dal paziente - e di monitorarli nel tempo per orientare scelte terapeutiche più efficaci. Per i pazienti significa vivere meglio e più a lungo, riducendo le ospedalizzazioni, affrontando con maggiore serenità le attività quotidiane e beneficiando di percorsi terapeutici più lineari. Insomma: parlare di stabilità nella Bpco significa offrire ai pazienti una prospettiva nuova e positiva. Non è solo limitarsi a gestire il peggioramento, ma puntare a un equilibrio duraturo che consenta di guardare al futuro con più fiducia".
Il fatto che stabilizzare la malattia possa essere un obiettivo clinico raggiungibile con un trattamento ottimale in maniera significativamente migliore rispetto ai 2 farmaci è dimostrato dalla pubblicazione, lo scorso marzo, del lavoro di Singh et al. sull'American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine'. Gli stessi dati, presentati anche al recente congresso Ers 2025 di Amsterdam, hanno confermato i benefici in 3 fattori fondamentali: funzione polmonare, riduzione delle riacutizzazioni e qualità di vita. "Gli studi ci dimostrano che la stabilità non è un concetto astratto - commenta Marco Contoli, direttore Pneumologia territoriale Ausl Ferrara - Disponiamo di dati di real life, come quelli dello studio di comparative effectiveness (Wedzicha et al. Luglio 2025), che mostrano differenze statisticamente significative tra le opzioni terapeutiche disponibili, in particolare sugli outcomes di riacutizzazioni (tasso e rischio) e mortalità. Questo ci dice che le terapie non sono tutte uguali e che le scelte terapeutiche, se personalizzate caso per caso, possono davvero fare la differenza. In questo senso, in futuro, auspico una sempre più ottimale collaborazione con il medico di medicina generale, per identificare i pazienti che più possono necessitare di risposte specifiche per una prognosi migliore, affinché la stabilizzazione diventi un obiettivo condiviso nel percorso di cura".
"In azienda - conclude Donato Cinquepalmi, Respiratory & Cep Medical Head di Gsk - sosteniamo la ricerca e il confronto scientifico perché crediamo che la stabilità possa diventare un obiettivo concreto nella gestione della Bpco. Il nostro impegno è quello di accompagnare i clinici e i pazienti in questo percorso, affinché i dati della ricerca si traducano in un beneficio reale nella vita delle persone".
Leggi tutto: Farmaci, Copd Stability, esperti: "Realistico obiettivo di stabilizzare Bpco"

(Adnkronos) - La deriva social, con i rischi di cui parla la cronaca di tutti i giorni, dall'istigazione alla violenza ai casi di suicidi in diretta, a fenomeni di dipendenza, ansia e stress, preoccupa la politica. Sono numerose infatti le proposte di legge arrivate in Senato e alla Camera - a firma un po' di tutti i gruppi, a volte bipartisan - che puntano a normare l'accesso e l'utilizzo sui vari Facebook, TikTok, X, e Instagram e a prevedere misure di tutela, in particolare per i più giovani. Ultimo ddl arrivato in Senato lo firma la leghista Erika Stefani, assieme ad altri big del partito, come il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio.
Nel testo, visionato in anteprima dall'AdnKronos, si parte chiedendo innanzi tutto di vietare "l'utilizzo delle piattaforme" ai minori di 14 anni. Uno stop che non ammette repliche e che ha anche un corollario: infatti dopo i 14 anni e fino ai 16, gli adolescenti italiani potranno accedere ai social solo dopo "l'acquisizione del consenso dei rispettivi tutori legali". Ovvero i genitori dovranno dire sì ai propri figli per compulsare post e storie, fino a quando saranno sedicenni.
La legge chiede inoltre un impegno alle stesse piattaforme, per 'certificare' l'età di chi accede ai contenuti online. L'art. 3 della ddl prevede che i gestori si dotino "di efficaci sistemi atti a verificarel'età degli utenti e a ricevere il benestare dei tutori legali, al fine di evitare l'accesso ai contenuti da parte dei minori di quattordici anni".
Nell'analogo ddl 1136, a prima firma della senatrice meloniana Lavinia Mennuni - un altro dei testi presenti nelle Commissioni di Palazzo Madama - sottoscritto anche dal partito democratico, oltre che da Fi e Lega ("Disposizioni per la tutela dei minori nella dimensione digitale") l'età per accedere ai social viene fissata invece a 15 anni, ma i genitori possono dare il consenso all'ingresso sui social anche per gli under 15.
Inoltre, nella nuova proposta della Lega, finisce nelle maglie del divieto agli under 14 anche la messaggistica istantanea, a partire da WhatsApp, Telegram, Facebook Messenger, Signal e Skype. Più stringenti sono poi i criteri di accertamento dell'identità e dell'età degli utenti che vengono richiesti ai vari Zuckerberg, Musk e altri proprietari dei giganti social. Per loro in caso d inadempienza, prevista prima una diffida e poi l'intervento dell'AgCom con "ogni provvedimento utile per il blocco del sito internet o della piattaforma sociale telematica fino al momento dell'adeguamento ai contenuti della diffida medesima".
Previste infine "attività formative" nelle scuole "rivolte ai genitori" e "volte a prevenire le diverse forme di disagio giovanile". Nel ddl 1136 previsto invece il tasto 'Emergenza' di cui dovranno dotarsi tutti i social. Un click immediato per collegare i minori in difficoltà sui social direttamente al 114, il numero d’emergenza infanzia, da attivare in caso di pericoli o abusi online.

(Adnkronos) - Che cos'è davvero la salute? Possiamo prenderci cura di noi stessi senza prenderci cura del mondo che ci circonda? E che ruolo hanno l'aria che respiriamo, le città che abitiamo, il cibo che scegliamo, le relazioni che coltiviamo nel nostro stare bene? Dal 19 al 26 ottobre torna a Vicenza la rassegna 'Gli orizzonti della salute', curata da Fondazione Zoé - Zambon Open Education per rispondere a tutte queste domande e porne di nuove. Al centro del dibattito l'approccio One Health, che nasce dalla consapevolezza che la salute dell'essere umano è connessa a quella dell'ambiente, degli animali e del pianeta intero. Un ciclo di incontri, spettacoli e laboratori che intreccia saperi, discipline e sensibilità diverse per raccontare la salute come gesto collettivo, atto culturale, impegno ecologico.
"Come amministrazione siamo più che contenti di ospitare anche quest'anno in città la nuova edizione di 'Gli orizzonti della salute' - dichiara il sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai - Per noi è un piacere poter mettere a disposizione degli organizzatori alcuni dei più bei palazzi di Vicenza come location per gli eventi in programma, come Palazzo Chiericati e il Teatro Olimpico. Oggi più che mai il tema della salute, intesa come salute non solo della persona, ma anche dell'ambiente che ci circonda, è centrale nella vita di tutti i giorni. Ringrazio dunque Fondazione Zoé per l'impegno profuso nell'organizzazione della rassegna e auguro a tutti i partecipanti che questa edizione rappresenti un utile momento di incontro e di riflessione su temi oggigiorno sempre più attuali".
"Fondazione Zoé è la culla dei nostri valori fondanti e dà voce al pensiero di come Zambon, alla vigilia dei suoi 120 anni, sente ancora forte la grande responsabilità di prendersi cura della salute delle persone - afferma Elena Zambon, presidente di Fondazione Zoé - 'Gli orizzonti della salute' è una forma di dialogo aperta alla collettività sociale per proporre prospettive nuove con cui guardare alla salute come espressione di civiltà. Grazie a queste giornate di riflessioni, cerchiamo di sviluppare una maggior consapevolezza sui temi della salute costruendo una dimensione culturale e relazionale comune. Parliamo di One Health perché crediamo che la grande sfida contemporanea della sostenibilità sia, anche e soprattutto, una sfida etica che ci riguarda tutti. La chiave One Health ci permette di elevare la salute ad una centralità fondamentale, per orientare le nostre scelte come individui responsabili e come impresa che guarda al lungo periodo, per realizzare una visione ampia, ma integrata nella concretezza della strategia diimpresa".
L'appuntamento entrerà nel vivo a partire da domenica 19 ottobre. Al mattino, nella sede di Fondazione Zoé in Corso Palladio - riporta una nota - Stefano Bartolini, professore di Economia Politica e Sociale all'università di Siena, tra i massimi esperti di economia della felicità, inviterà a immaginare un nuovo futuro in cui il nostro desiderio di vivere bene possa essere in armonia con la salute della Terra. Alle 17 il programma continuerà con un evento per tutta la famiglia al Teatro Astra. Lo spettacolo 'Le quattro stagioni', a cura di Teatro Telaio, porterà in scena la storia di un seme che diventa albero e che attraversa con stupore e meraviglia i cambiamenti che la natura affronta nei diversi momenti dell'anno. Martedì 21 ottobre sarà la volta dell'intervento di Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, che intreccerà la storia evolutiva dell'essere umano al concetto di salute globale oggi. Mercoledì 22, in collaborazione con Fondazione Cuoa, la rassegna si sposterà ad Altavilla Vicentina per un faccia a faccia con 4 start-up italiane (Biocentis, Bluana, Cultipharm e Ogyre) che hanno scelto di fare impresa con uno sguardo rivolto alla salute del pianeta e di chi lo abita. Un modo per trasformare il concetto di One Health in azione concreta.
Il filosofo Simone Pollo sarà ospite della rassegna giovedì 23 ottobre, con un intervento che metterà in relazione pensiero filosofico, biologia evoluzionistica, storia e quotidianità per riflettere sul rapporto complesso e ambivalente che ci lega agli animali. Enrico Giovannini, direttore scientifico dell'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, assieme alla pedagogista Gabriella Calvano, saranno i protagonisti dell'incontro di venerdì 24 in Health & Quality Factory Zambon, per riflettere sul ruolo dell'educazione come leva per il cambiamento per un futuro sostenibile. "La pandemia - sottolinea Giovannini - ci ha insegnato che la salute umana e quella del pianeta non possono essere disgiunte. Ma per trasformare quella consapevolezza in scelte e comportamenti concreti dobbiamo cambiare in profondità il nostro modo di pensare: ecco perché l'educazione alla sostenibilità è uno strumento indispensabile per conseguirla".
Si proseguirà sabato 25 ottobre: in mattinata, in Fondazione Zoé, Isabella Saggio, genetista, in dialogo con Vittorio Bo parlerà di come l'approccio One Health metta in relazione il prendersi cura del mondo con il prendersi cura di noi stessi. Nel pomeriggio ci si sposterà a Parco Querini per il Silent play 'Effetto farfalla', spettacolo immersivo e collettivo sull'educazione ecologica a cura di Paola Rossi e Carlo Presotto. Ricca di appuntamenti anche la giornata conclusiva, domenica 26 ottobre, che si aprirà con il ritorno del tradizionale Concerto del Risveglio, alle 7.45, per la prima volta nel tempio dell'arte per i vicentini, il Teatro Olimpico. L'Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza, guidata dal maestro concertatore e violino solista Filippo Lama, con la voce narrante del critico musicale Guido Barbieri, eseguirà una prima assoluta dal titolo 'Le quattro (incerte) stagioni'. Il progetto, 'The (Uncertain) Four Seasons' nel titolo originale, rielabora la celebre opera del 1725 di Vivaldi, attraverso un algoritmo che integra dati scientifici sulle previsioni climatiche e ambientali per il 2050 su Vicenza. Un'esperienza sensoriale unica che intreccia musica, arte, scienza del clima e tecnologia e che invita il pubblico a risvegliarsi non solo all'alba, ma anche alla consapevolezza.
Sempre domenica, alle 11 Fondazione Zoé ospita Walter Ricciardi, già presidente dell'Istituto superiore di sanità, per raccontare gli impatti della crisi ecologica, climatica e ambientale sulla salute umana. "È per me un piacere partecipare a un evento prezioso e necessario come 'Gli orizzonti della salute - commenta Ricciardi - Un evento che ci ricorda quanto sia urgente adottare una visione integrata della salute con un approccio One Health, che apre scenari nuovi in cui discipline diverse dialogano per costruire un futuro più giusto, sostenibile e armonico. Un'occasione di confronto che arricchisce e ispira, dando voce a quella responsabilità condivisa che tutti abbiamo verso il pianeta e la comunità". Alla stessa ora, presso il Palladio Museum, i bambini tra i 5 e gli 11 anni avranno modo di mettersi alla prova grazie a un laboratorio ideato da Silvia Fogato, per esplorare le connessioni tra arte, cultura e natura.
L'edizione 2025 si chiuderà alle 17 in Fondazione Zoé
all'insegna della poesia. Il collettivo Wow - Incendi spontanei,
che vanta tra i suoi membri alcune delle voci più note del poetry
slam contemporaneo come Giuliano Logos e Lorenzo Maragoni, in
residenza artistica durante la settimana della rassegna, porterà
sul palco testi originali ispirati alle riflessioni condivise.
L'iniziativa prevede anche un 'Percorso di lettura' in
collaborazione con la Biblioteca Bertoliana e la Rete Biblioteche
Vicentine. Per informazioni e prenotazioni: www.fondazionezoe.it -
0444 325064 -
Leggi tutto: Torna a Vicenza 'Gli orizzonti della salute', One Health al centro

(Adnkronos) - Al via 'Fly me to the Moon – Futuri in arrivo', la nuova serie di podcast in otto puntate (audio e video), ideata e promossa da Mundys, per raccontare idee, persone e visioni che stanno trasformando il nostro tempo, scelte e intervistate dal giornalista Riccardo Luna. I podcast -curati e prodotti da MoST - spaziano dal futuro delle infrastrutture di trasporto alla smart mobility, all’impatto dell’intelligenza artificiale sulla nostra vita quotidiana; dall'alimentazione ai progressi nel campo della genetica, fino agli avanzamenti in campo aerospaziale e nella scuola. Storie narrate all’interno dell’Innovation Hub di Fiumicino, luogo simbolo dell’Innovazione per il Gruppo Mundys. (VIDEO)
“Con questo progetto – spiega il giornalista Riccardo Luna – vogliamo raccontare il mondo dell’innovazione attraverso un viaggio fatto di storie, idee, persone, tecnologie per provare a non aspettare il futuro ma per costruirlo tutti insieme”.
Mundys punta con “Fly me to the Moon” a creare una piattaforma di riferimento contemporanea, capace non solo di promuovere storie di valore ma anche di stimolare riflessioni e ispirare il pubblico sul grande tema del progresso e dell’Ai. I podcast, infatti, si muovono su un doppio binario: da un lato, dare voce a figure spesso lontane dai riflettori, ma capaci di raccontare esperienze uniche, credibili e di forte impatto. Storie personali e professionali che offrono spunti di ispirazione, tracciando percorsi distintivi e originali. Dall’altro, posizionare Mundys come attore centrale nel dibattito sull’innovazione in senso ampio, aprendosi a un pubblico trasversale e puntando in particolare sui più giovani, grazie a linguaggi e modalità di storytelling contemporanei e accessibili.
Ogni puntata, della durata compresa tra i 30 e i 50 minuti, è stata registrata all’interno dell’Innovation Hub dello scalo di Fiumicino. Tutti i podcast che si presentano come un viaggio immersivo nel cuore del futuro e dell’intelligenza artificiale sono disponibili sulle principali piattaforme di ascolto e sui canali digitali (Spotify, Apple Music, Spreaker, YouTube, Amazon Music e Audible), sulla pagina web del Corriere della Sera (corriere.it) e sul sito (flymetothemoon.mundys.com) e i social del Gruppo.
Tra gli ospiti che si susseguono nelle 8 puntate, c’è Padre Paolo Benanti, frate francescano, teologo e filosofo, una tra le voci più autorevoli nel dibattito internazionale sull’etica nell’Ai. Attualmente è presidente della Commissione governativa italiana sull’Intelligenza Artificiale per l’Informazione, istituita presso la Presidenza del Consiglio, e membro del comitato Onu per la governance globale dell’Ia. Nel podcast, Benanti riflette su come l’intelligenza artificiale non sia solo una tecnologia ingegneristica, ma anche un sistema che incide sulle relazioni umane.
Partendo da un’altra forma di intelligenza – quella linguistica – Marco Trombetti porta nel podcast la sua esperienza imprenditoriale con Translated e Pi Campus. La lingua per lui è la chiave per comprendere la realtà e pianificare il futuro. Con “Lara”, sistema evoluto nato da milioni di traduzioni, l’intelligenza artificiale ha iniziato a superare le capacità medie di un traduttore umano. Questi sono solo alcuni dei racconti che ispirano il pubblico a una riflessione sul futuro. Tra gli altri, Maddalena Adorno, scienziata e imprenditrice biotech che racconta come la ricerca possa diventare impresa e visione e Chiara Schettino, che porta nel podcast una storia di resilienza e trasformazione. Dopo un lungo percorso personale, ha fondato Rosso, una startup che coordina donazioni di sangue, sviluppa software per ospedali e promuove nuovi donatori.
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(Adnkronos) - Dal 3 all'8 novembre la Sidemast, Società italiana di dermatologia e malattie sessualmente trasmesse, promuove la 'Vitiligine Week', una serie di appuntamenti gratuiti dedicati ai pazienti con vitiligine. Per tutta la settimana in più di 35 centri dermatologici su tutto il territorio nazionale i pazienti potranno confrontarsi con medici specialisti per comprendere meglio la malattia, discutere la propria condizione e aggiornarsi sulle possibilità terapeutiche. La campagna è realizzata da Sidemast con il patrocinio dell'associazione pazienti Apiafco (Associazione psoriasici italiani amici della Fondazione Corazza), con il supporto organizzativo di Sintesi Education e il contributo non condizionato di Incyte. Per prenotare un appuntamento è necessario chiamare il numero verde gratuito 800226466, già attivo dal lunedì al sabato dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18 (esclusi i giorni festivi). Da quest'anno le consulenze saranno aperte anche agli adolescenti (12-17 anni), che dovranno essere accompagnati da un genitore o da chi ne fa le veci. Oltre mille incontri gratuiti saranno promossi presso i centri specialistici in dermatologia distribuiti su tutto il territorio nazionale.
"La vitiligine - afferma Giovanni Pellacani, presidente di Sidemast - è stata a lungo considerata solo una condizione estetica, mentre si tratta di una vera e propria malattia cronica autoimmune che si manifesta quando il sistema immunitario attacca erroneamente i melanociti, ovvero le cellule responsabili della produzione di melanina, il pigmento che conferisce colore alla pelle. La malattia causa non solo la comparsa delle caratteristiche macchie bianche sulla pelle, ma può talora essere associata ad altri disturbi, quali disfunzioni della tiroide, diabete mellito e alopecia areata. Per questo, è fondamentale che i pazienti si confrontino con uno specialista in dermatologia per comprendere la propria condizione e discutere come trattarla e gestirla al meglio, specialmente oggi che la ricerca ha aperto nuove possibilità terapeutiche. La Vitiligine Week nasce proprio dall'impegno di Sidemast nel promuovere la conoscenza della malattia, nel sostenere le persone che vivono con la vitiligine, incoraggiando il loro confronto con gli operatori sanitari per un miglior trattamento della malattia e combattere lo stigma che ancora la accompagna".
Sono circa 330mila in Italia le persone che convivono con la vitiligine, ricorda la Sidemast. Si manifesta con la presenza di macchie bianche sulla pelle di dimensioni variabili che possono aumentare e confluire nel tempo. La malattia può comparire a qualsiasi età, compresa quella pediatrica, ma la maggiore incidenza si registra tra i 20 e i 40 anni. Di fatto più del 60% dei pazienti ha un esordio prima dei 30 anni. Lo sviluppo della malattia dipende in larga parte da una predisposizione genetica (80%) e in minor misura da fattori ambientali (20%) in grado di attivare il meccanismo autoimmune. Da una recente indagine, condotta da Elma Research su 141 pazienti, è emerso che per il 78% delle persone che ne soffrono la vitiligine ha un significativo impatto psicologico, nonché sulla sfera sociale, relazionale e addirittura lavorativa. In particolare, prevale il forte senso di rassegnazione, spesso collegato a una gestione non ottimale della patologia sul piano fisico e mentale.
"Il confronto con uno specialista è fondamentale per i pazienti con vitiligine perché è una malattia di cui si conosce ancora poco - commenta Valeria Corazza, presidente dell'Associazione pazienti Apiafco - La disinformazione è una delle leve principali che aumentano lo stigma che ancora accompagna chi soffre di questa malattia. La Vitiligine Week nasce proprio per supportare i pazienti in una gestione consapevole della propria condizione, grazie soprattutto al dialogo con il medico specialista in dermatologia. In una recente indagine svolta da Elma Research i pazienti hanno paragonato questa malattia a una gabbia, una pesante zavorra, un enigma incomprensibile. Anche alla luce di queste considerazioni Apiafco anche quest'anno ha voluto sostenere attivamente questa iniziativa, per incentivare il continuo confronto e dialogo tra medico e paziente, che è alla base di ogni superamento e accettazione della propria condizione".
"Incyte Italia è da sempre impegnata nella ricerca e nell'innovazione. Anche quest'anno, forti del successo della prima edizione, abbiamo scelto di sostenere questa iniziativa proprio perché crediamo nell'importanza di creare nuove opportunità di sostegno per chi convive con la vitiligine", dichiara Nicola Bencini, Vicepresidente e General Manager di Incyte Italia. Un impegno che si riflette anche nella campagna 'Vitiligine: è tempo di essere liberi. Oltre i falsi miti, verso nuove possibilità', promossa da Incyte lo scorso giugno con il patrocinio di Apiafco, con l'obiettivo di favorire l'empowerment delle persone con vitiligine.
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(Adnkronos) - Un semplice saluto? Gli si dà del tu, del lei, del voi o del loro? Gli si stringe amichevolmente la mano oppure è necessario un inchino? Insomma, che fare, nel molto improbabile caso di imbattersi, durante una passeggiata in una bella giornata di sole (rara anche questa) a Londra o magari in un parco scozzese, in re Carlo in compagnia della regina Camilla? Molti di noi sarebbero colti alla sprovvista, imbarazzati e probabilmente non saprebbero cosa dire e come comportarsi al cospetto delle Loro Maestà. Come si può immaginare, l'idea di trovarsi di fronte un membro della famiglia reale britannica deve intimidire molte persone. Anche perché ci si sentirebbe inevitabilmente inadeguati davanti a una possibilità che nella vita probabilmente non capiterà mai. Impreparati, riguardo l'impossibile caso specifico, sulle regole da seguire: il famoso protocollo, chi lo conosce?
Quindi, inchini o riverenze, e che altro ancora? Ebbene, secondo un ex maggiordomo reale che ha servito personalmente il re, la risposta è in realtà: niente di niente. A parte, naturalmente, essere semplicemente una persona educata e perbene, a quanto pare non è necessario inchinarsi, fare la riverenza o altri gesti formali quando ci si trova in presenza di un membro della famiglia reale (anche se è possibile farlo, se proprio lo si desidera). Durante un'intervista con Fox News, Grant Harrold, che ha recentemente pubblicato un libro di memorie, 'The Royal Butler: My Remarkable Life in Royal Service' , ha affermato: "Penso che molte persone diano per scontato che quando si incontra la famiglia reale, si debba fare un inchino o una riverenza, ma non lo si fa. Non è obbligatorio, è una scelta del tutto personale. Il re ne ha persino parlato con me. Mi ha detto: 'Quando ti inchini o fai la riverenza, lo fai al titolo. Non lo fai alla persona'".
Conferma alle parole dell'ex maggiordomo si trovano addirittura nel sito web ufficiale della Famiglia Reale, che spiega a chi, al cospetto del re, sarebbe colto da un letale attacco d'ansia: "La risposta semplice è che non ci sono codici di comportamento obbligatori, solo cortesia. Tuttavia, molte persone desiderano osservare le forme tradizionali di saluto. Per gli uomini si tratta di un inchino fatto soltanto con la testa, mentre le donne fanno una piccola riverenza. Altri preferiscono semplicemente stringere la mano nel modo consueto".
Eppure, non basta Buckingham Palace a fare chiarezza sul codice comportamentale da adottare. Basta infatti ricordare quel che accadde a Meghan Markle il giorno che il principe Harry le presentò la regina Elisabetta II. Nel documentario di Netflix 'Harry & Meghan', la duchessa di Sussex racconta: "Eravamo in macchina mentre andavamo a incontrare la regina ed Harry mi ha chiesto: 'Sai come fare la riverenza, vero?' E io ho pensato che fosse uno scherzo". Il principe ha poi aggiunto: "Come lo spieghi alla gente? Come spieghi che ti inchini a tua nonna? E che dovresti fare la riverenza, soprattutto a un americano. È strano". La duchessa ha poi ricordato come si sia inchinata talmente tanto davanti alla regina, cadendo praticamente a terra, prima di dire: "Piacere di conoscerla, Sua Maestà".
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(Adnkronos) - Il settore privato italiano è pronto ad assumere un ruolo guida nella transizione digitale, orientandola verso modelli di sviluppo capaci di coniugare profitto, benefici ambientali e sociali e creazione di valore condiviso. È questo il messaggio chiave che emerge dal position paper 'La transizione digitale a supporto della sostenibilità del business: rischi e opportunità', promosso da Un Global Compact Network Italia (Ungcn Italia) e realizzato con il contributo di 47 imprese aderenti all’iniziativa Onu.
Il documento è stato presentato oggi a Milano, in occasione della tredicesima edizione del Salone della Csr e dell’Innovazione Sociale. Il position paper di Ungcn Italia mette in evidenza che il digitale è uno strumento ma il fine deve restare la sostenibilità del business, intesa nelle sue dimensioni ambientale, sociale e di governance. Le tecnologie digitali, se correttamente indirizzate, possono generare benefici concreti per le imprese: maggiore efficienza operativa, riduzione dei costi, accesso a dati strategici, relazioni più efficaci con gli stakeholder e processi produttivi più green e circolari.
“La transizione digitale è una delle grandi trasformazioni del nostro tempo e ci impone una riflessione profonda su come guidare l’innovazione affinché sia al servizio della sostenibilità - ha dichiarato Filippo Bettini, presidente Ungcn Italia - In un contesto di forte instabilità, è essenziale che le imprese mantengano salda la propria visione strategica. Digitalizzazione, Intelligenza Artificiale e nuovi modelli tecnologici devono diventare strumenti concreti per generare impatti positivi, in tutte le dimensioni Esg. Per farlo è necessario un approccio sistemico, che affronti i rischi e valorizzi le opportunità. La dimensione digitale impatta trasversalmente l’organizzazione aziendale, richiedendo una governance integrata, investimenti in formazione e una rinnovata attenzione ai soggetti più vulnerabili. Le aziende italiane stanno mostrando un forte dinamismo, ma l’integrazione piena delle tecnologie digitali richiede uno sforzo comune, coordinato, e una cultura dell’innovazione realmente capillare e inclusiva”.
“Il nostro position paper nasce per offrire a imprese e decisori una chiave di lettura sulla transizione digitale intesa come leva per rafforzare la sostenibilità del business - ha detto Daniela Bernacchi, Executive Director Ungcn Italia - Tra le priorità individuate vi è la necessità di tradurre l’Ai Act europeo in linee guida operative, capaci di supportare le aziende nell’adozione etica e trasparente dell’intelligenza artificiale. A tutto questo si aggiungono rischi trasversali che non possono essere ignorati: il divario digitale, le fragilità generazionali e la carenza di competenze adeguate. Affrontarli richiede un impegno condiviso tra imprese e istituzioni, con un investimento deciso nella formazione interna e in politiche di supporto capaci di accompagnare tutte le categorie di lavoratori in questo cambiamento”.
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(Adnkronos) - Il 64% degli italiani ritiene giusto che le aziende si espongano su tematiche sociali. Il 52% dichiara che non acquisterebbe prodotti o servizi da aziende che prendono posizioni non condivise e il 47% ha già smesso di comprare da marchi che non li convincono sul piano valoriale e comportamentale. Una presa di posizione netta: il 77% degli italiani, oggi, ritiene che le aziende non prestino sufficiente attenzione alle tematiche ambientali. A dirlo è una nuova ricerca Ipsos, intitolata Rilanciare la responsabilità d’impresa attraverso la concretezza, presentata oggi a Milano durante la prima giornata di lavori del Salone della Csr e dell’innovazione sociale, in corso dall’8 al 10 ottobre all’università Bocconi.
Se è vero che nel panorama italiano il 15% delle imprese può essere definito 'green core', ovvero con investimenti green significativi e certificazioni ambientali, le aziende 'green non core', ovvero che hanno già fatto investimenti per ridurre l’impatto ambientale ma che ritengono di poter incrementare il loro impegno, sono invece il 35%. Insieme, le due categorie rappresentano un’impresa su due e sono il cuore virtuoso del Paese, capace di trainare una crescita che trova riscontro anche nei numeri rilevati dal Salone: per questa edizione, le aziende che partecipano per la prima volta alla manifestazione sono 63, il 24% per cento del totale. L’altra metà delle aziende risulta più indecisa rispetto al proprio impegno green.
Il Salone della Csr e dell’innovazione sociale, che per la sua tredicesima edizione prevede 120 incontri con più di 500 relatori e oltre 260 organizzazioni partecipanti tra aziende, istituzioni e realtà non profit, è da sempre l’occasione per una riflessione collettiva da cui possano scaturire idee concrete per il futuro della sostenibilità. Il tema scelto per questa edizione, Creare futuri di valore, fa da sfondo all’indagine condotta da Ipsos per il Salone, che mette in luce un forte dualismo tra responsabilità individuale e aspettativa verso le imprese. La crescente polarizzazione, che rappresenta uno dei tratti distintivi del panorama attuale, emerge anche tra i consumatori, con una parte della popolazione sempre più attiva e un’altra che si allontana dai temi della sostenibilità.
“Anche se il percorso verso lo sviluppo sostenibile è ancora in salita, ci sono tante opportunità: è nei momenti di maggior criticità, infatti, che nascono le soluzioni più innovative - commenta Rossella Sobrero, del Gruppo promotore del Salone - In uno scenario decisamente complesso come quello di oggi, la sostenibilità assume un ruolo ancora più importante perché aiuta a leggere i problemi in modo nuovo e a vedere la realtà in una prospettiva diversa. Il Salone della Csr si propone anche quest’anno come luogo di incontro, di confronto, di ispirazione con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza delle persone, stimolare la loro creatività, ricordare a tutte le organizzazioni l’importanza di misurare l’impatto generato”.
L’indagine Ipsos ha identificato quattro gruppi di cittadini-consumatori, con percentuali che si sono evolute nel tempo: i Sostenitori convinti (26%), che comprendono la sfida e modificano attivamente i propri comportamenti; gli Aperti ma incerti (41%), che riconoscono l’importanza della sostenibilità ma faticano a tradurla in azioni; gli Scettici (18%), che dubitano della sincerità delle iniziative sostenibili ed infine gli Indifferenti (15%), che non si sentono coinvolti né responsabili. Ma se il numero dei sostenitori è in costante aumento negli anni, quello degli aperti per la prima volta è in diminuzione: nel 2024 erano il 44%, a dimostrazione dell’esistenza di una fascia intermedia con idee sempre più incerte.
Un messaggio che gli italiani sembrano invece aver appreso senza incertezze è che la sostenibilità non è più solo un tema ambientale: ambiente, sociale ed economia sono considerati tre pilastri della sostenibilità ormai in equilibrio, rispettivamente con un 35, 34 e 31% di priorità. Quanto alle tematiche da affrontare con maggiore urgenza, il campione di italiani intervistato da Ipsos (1000 interviste a popolazione di anni 16+) mette al primo posto salari dignitosi e lotta all’evasione fiscale, seguiti da riduzione dell’inquinamento, lotta alla povertà e al disagio economico, tutela sanitaria idonea e universale. In linea generale, i consumatori italiani si ritengono molto impegnati sul fronte della sostenibilità. Il 72% degli intervistati, ad esempio, afferma di fare già tutto il possibile, a livello personale, per contribuire alla salvaguardia dell’ambiente.
“Siamo in una fase storica di ripensamento - commenta Andrea Alemanno, Service Line Head di Ipsos - Le crisi sono tipiche dei processi evolutivi, non piacciono mai ma dobbiamo imparare a valorizzarle. E chiederci come possiamo essere più concreti, come dimostrare che l’impegno profuso ha davvero impatto, come impostare una narrazione non più basata solo su uno ‘story telling’ emozionale, ma unire l’emozione di pensare ad un mondo migliore con la serietà di un impegno preso, rispetto al quale ci impegniamo davvero a cambiare il nostro modo di consumare, produrre, essere”.
Per favorire il dialogo e la condivisione in tutti gli ambiti della sostenibilità, il programma culturale della tredicesima edizione del Salone della Csr e dell’innovazione sociale è suddiviso in sei percorsi: Formazione e Lavoro; Cultura e Territorio; Economia e Finanza; Ambiente e Rigenerazione; Governance e Leadership; Innovazione e Impatto. Accanto a temi sempre attuali come l’evoluzione del welfare aziendale, il percorso di decarbonizzazione delle imprese, l’impegno per i territori, in questa edizione del Salone saranno affrontati alcuni argomenti originali come per esempio: la space economy e la gestione sostenibile dello spazio; l’adeguamento dei luoghi alla diversità e la ridefinizione dell’idea di femminismo in ottica di parità.
Una novità di quest’anno è il format 'Caffè con l’esperto', uno spazio di incontro e confronto con il pubblico. In questa edizione saranno coinvolti nelle tre giornate Marco Frey, Stefano Zamagni e Filippo Giordano, che risponderanno alle domande dei presenti sul ruolo delle imprese in uno scenario in cambiamento, sul futuro dell’economia civile, sulla misurazione dell’impatto sociale.
Anche quest’anno torna Meet the Csr Leaders, l’iniziativa nata nel 2022 dalla collaborazione tra Il Salone della Csr e Amapola, con la partecipazione del network Csrnatives, che crea un ponte diretto tra le nuove generazioni e i professionisti del mondo della sostenibilità, con brevi sessioni individuali di circa 30 minuti riservate a studentesse e studenti universitari, neolaureate/i e giovani professioniste/i. Il Salone anche per quest’edizione collabora con AWorld lanciando la 'Capsula del tempo'. Per tutti e tre i giorni dell’evento, i partecipanti potranno scegliere fino a 3 azioni sostenibili tra quelle proposte e impegnarsi simbolicamente a portarle avanti durante tutto l’anno. Registrandosi con la propria email, riceveranno reminder periodici e aggiornamenti per impegnarsi attivamente e trasformare la consapevolezza in azione concreta.
Durante le tre giornate del Salone, l’artista Silvia Bairo sarà presente per dare vita con il suo tratto a un reportage illustrato dal vivo, capace di restituire non solo i momenti salienti ma anche le atmosfere, le relazioni, le emozioni che attraversano la manifestazione. Un vero e proprio diario visivo, che unisce performance artistica e narrazione, offrendo uno sguardo inedito sulla sostenibilità raccontata attraverso l’arte.
Inoltre, il Salone ospita per la seconda volta una versione del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, realizzata in collaborazione con Made in Carcere con l’impiego di tessuti e scampoli destinati al macero a cui viene data una nuova simbolica vita. A conclusione del Salone, l’opera non sarà smantellata ma donata da Made in Carcere all’Università Bocconi. Anche per questa edizione è in corso la procedura di certificazione ISO 20121 per la gestione sostenibile dell’evento. Inoltre, per la prima volta il Salone intende misurare il suo impatto sociale: in collaborazione con Operàri è stato realizzato un questionario diffuso a relatori e visitatori su aspettative e cambiamenti generati dalla manifestazione.
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(Adnkronos) - Quando l’ufficiale giudiziario ha bussato per sfrattarlo di casa, si è suicidato lanciandosi dal sesto piano. È successo questa mattina, poco dopo le 9, a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. Prima di togliersi la vita la vittima, un uomo di 71 anni, ha lasciato un biglietto.
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(Adnkronos) - L'avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, è indagato a Milano per diffamazione aggravata per delle dichiarazioni rese il 13 marzo scorso davanti alle telecamere. Il fascicolo a suo nome è nelle mani del pubblico ministero Fabio De Pasquale. Lo apprende l'Adnkronos.
Il legale protagonista di più affermazioni bizzarre sul caso Garlasco è stato denunciato dallo studio Giarda, gli avvocati Enrico e Fabio che insieme al padre, il compianto professore Angelo Giarda, hanno per otto anni - da subito e per tutti e cinque i processi - difeso Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per il delitto del 13 agosto 2007.
I nuovi approfondimenti sull'omicidio di via Pascoli vedono nuovamente al centro Andrea Sempio, su cui per primi i Giarda, nel 2017, avevano fatto indagini difensive sostenendo che sulle unghie della vittima ci fosse proprio il Dna dell'attuale indagato. Tesi che la nuova difesa di Stasi porta avanti con il sostegno della Procura di Pavia che ne condivide le conclusioni. Proprio su questo punto l'avvocato Lovati avrebbe reso dichiarazioni "diffamatorie e calunniose" nei confronti di Enrico e Fabio Giarda e dello stesso studio legale fondato dal padre. In particolare, le frasi pronunciate il 13 marzo 2025 da Lovati sono che l'indagine del 2017 "è frutto di una macchinazione della difesa Giarda" o ancora che "è stata frutto di una macchinazione organizzata dagli investigatori dello studio degli avvocati difensori di Stasi che clandestinamente hanno prelevato il Dna" a Sempio.
Frasi "gravissime" - si sostiene nella denuncia - che "incidono sulla reputazione professionale dello studio e degli avvocati che lo compongono" e che ne "minano fortemente la reputazione". Accuse che non tengono conto di due "fondamentali" elementi: l'attuale indagine è basata su un'iniziativa della Procura di Pavia e una vecchia archiviazione (su querela presentata da Sempio e da Lovati) definisce l'attività difensiva dei Giarda come "avvenuta ai soli fini di giustizia, in maniera non invasiva e non lesiva".
Per Lovati i guai non sembrano finiti. Da quanto si apprende Fabio ed Enrico Giarda stanno preparando una seconda denuncia-querela dopo le affermazioni rese da Lovati a 'Falsissimo' quando ancora una volta tira in ballo la vecchia difesa di Stasi e lega il nome del defunto professore Angelo Giarda a presunte "massonerie bianche". L'auspicio dei Giarda è che il "recidivo" Lovati possa smetterla. Già nel febbraio 2017, dopo alcune affermazioni rese a 'Quarto grado' sempre sullo stesso tema Lovati è stato querelato e quindi indagato per diffamazione. In quel caso il processo milanese si è risolto con un accordo di risarcimento nei confronti dei fratelli Giarda. Otto anni dopo Lovati ribadisce "le sue calunniose e diffamatorie affermazioni arrecando danno allo studio legale Giarda, nella spiacevole posizione di interfacciarsi nuovamente con una situazione che si era da tempo lasciato alle spalle".
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(Adnkronos) - All'età di 92 anni è morto Sir John Gurdon, biologo britannico che all'inizio degli anni '60 introdusse un metodo rivoluzionario di manipolazione cellulare che portò alla clonazione del primo grande mammifero (la pecora Dolly). A dare l'annuncio della scomparsa è stata l'Università di Cambridge, dove Gurdon ha insegnato, fondato l'istituto che porta il suo nome, e continuato a lavorare in laboratorio fino a pochi anni fa.
La sua scoperta - che una cellula adulta può essere riprogrammata per tornare a uno stato embrionale - ha rivoluzionato la medicina moderna e gettato le basi per la clonazione, la ricerca sulle cellule staminali e la medicina rigenerativa. Per questi risultati, nel 2012 gli fu conferito il Premio Nobel per la Medicina, insieme allo scienziato giapponese Shinya Yamanaka.
"Sir John Gurdon era un visionario, un pioniere e una fonte d'ispirazione per generazioni di scienziati", ha dichiarato Ben Simons, attuale direttore del Gurdon Institute. "La sua dedizione alla scienza era pari solo alla sua umiltà e al suo affetto per i colleghi". "Sir John era un gigante nella comunità scientifica, e un mentore per molti", ha ricordato la rettrice dell'Università di Cambridge, Deborah Prentice. "Lascia un'eredità straordinaria".
Nato nel 1933 a Dippenhall, Hampshire, e cresciuto tra i classici all'Eton College, John Bertrand Gurdon fu inizialmente scoraggiato dallo studio della biologia: in una pagella liceale si leggeva che non avrebbe mai potuto fare scienza. Eppure, quella che sembrava una sentenza si trasformò in vocazione: Gurdon si laureò con lode a Oxford in zoologia, iniziando una carriera che avrebbe riscritto i libri di biologia.
Nel 1958 Gurdon eseguì uno degli esperimenti più significativi del XX secolo: prelevò il nucleo da una cellula dell'intestino di una rana adulta e lo trapiantò in un uovo enucleato. Il risultato? Un girino vivo. Era la dimostrazione che la specializzazione cellulare non è irreversibile, un dogma, fino ad allora, insormontabile. Questo lavoro pionieristico, effettuato con l'anfibio Xenopus laevis, aprì la strada alla clonazione animale (come quella della pecora Dolly nel 1996) e allo sviluppo delle cellule staminali pluripotenti indotte (iPS), ottenute successivamente da Yamanaka nel 2006.
Nel 1991 insieme a Ron Laskey fondò a Cambridge il Wellcome/Cruk Institute for Cell Biology and Cancer, che poi sarebbe diventato il Gurdon Institute. La sua visione era quella di riunire scienziati provenienti dai campi della biologia dello sviluppo e della ricerca sul cancro, favorendo un approccio interdisciplinare che ha fruttato scoperte fondamentali e applicazioni cliniche. Anche dopo aver lasciato la direzione dell'Istituto, Gurdon non smise mai di lavorare: continuava a condurre esperimenti al banco fino a oltre i 90 anni. Era, secondo chi lo ha conosciuto, uno scienziato nel senso più puro del termine, guidato da un’insaziabile curiosità e da un senso di meraviglia verso il funzionamento della vita.
Sir John Gurdon ha pubblicato alcuni degli articoli più citati nel campo della biologia cellulare e molecolare. I suoi studi hanno ispirato terapie per il cancro, la medicina rigenerativa e nuove prospettive per la cura di malattie degenerative. È stato insignito di numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui il Premio Wolf (1989), la Medaglia Copley (2003) e il Lasker Award (2009). Nominato Cavaliere del Regno Unito nel 1995, è stato membro della Royal Society, della US National Academy of Sciences e keynote speaker alla Conferenza Vaticana sulle cellule staminali nel 2013. Nel 2019 la Scuola Superiore Sant'Anna di Piisa gli aveva conferito il PhD Honoris Causa in Translational Medicine "per aver completamente rivoluzionato le teorie preesistenti sulla specializzazione cellulare e aver aperto la strada a una nuova visione della biologia e della medicina. Grazie ai suoi originali studi di alto valore traslazionale, oggi sappiamo che le cellule adulte di un tessuto possono essere riprogrammate, con enormi benefici per lo studio e lo sviluppo di nuovi metodi diagnostici e terapeutici di innumerevoli patologie, nel rispetto del metodo scientifico".
La più grande intuizione di Gurdon resta la memoria del Dna: anche una cellula completamente specializzata mantiene le istruzioni per diventare qualsiasi altro tipo cellulare. Un principio che ha cambiato il modo in cui intendiamo lo sviluppo, la malattia e la guarigione. (di Paolo Martini)

(Adnkronos) - "Se sono in ansia da 'traino'? No, anche se ovviamente agli ascolti ci guardiamo tutti tanto, perché sono quelli che ti dicono se stai lavorando nella direzione giusta oppure no. Per me la cosa da fare è fare bene il proprio lavoro, mettendoci gioia, perché poi, alla fine, stiamo giocando". Marco Liorni è carico ma sereno mentre racconta, in una conversazione a tu per tu con l'Adnkronos, le emozioni per il debutto di stagione de 'L'Eredità', di cui sarà al timone per il terzo anno consecutivo. Il conduttore romano raccoglie il testimone di 'Reazione a Catena' condotto da Pino Insegno nel preserale, una fascia che funge tradizionalmente da traino per il Tg1 delle 20. "La riuscita di un programma quotidiano si vede nel tempo, non solo sull'immediato -tiene a sottolineare Liorni- Nelle prime puntate c'è curiosità, poi dopo però, se non lavori bene, viene fuori. Ma l'ansia non ce l'ho perché alla fine se ci metti attenzione, ansia, paura o al contrario non guardi a nulla, non cambia: la cosa da fare è sempre la stessa, mettercela tutta".
Le novità della nuova stagione de 'L'Eredità'
Essere al timone per la terza volta del game più longevo della tv italiana esalta Liorni, che però non dorme certo sugli allori: "Io sono sempre alla ricerca di stimoli nuovi, di cambiamento, cerco di far 'respirare' ai programmi ciò che accade fuori. Quindi mi sento un po' un 'collaudatore' oltre che conduttore", dice. E infatti, le novità di questa edizione non mancano: "C'è un nuovo gioco, si chiama 'Un, due, tre, quella!' -rivela- ed è legato al fatto che tante volte si ha una parola sulla punta della lingua che però non sovviene. Noi diamo tre indizi, il concorrente deve indovinare la parola a cui io sto pensando. Non ci sono opzioni scritte, come per gli altri giochi, deve essere farina del sacco di chi risponde".
L'inserimento di novità in un format come 'L'Eredità', costruito nei minimi dettagli come un crescendo, spiega Liorni, non è semplice. "Prima di inserire un nuovo gioco ci sono mille cose da valutare, perché il game show è un percorso, anche emotivo, un crescendo studiato molto attentamente. E' capitato in altri quiz che venissero inserite piccole novità che sembravano innocue, e invece sono state un fallimento". In un momento generalmente complesso per gli ascolti della tv generalista, torna un programma che nelle passate edizioni ha ottenuto uno share decisamente premiante. I motivi, nell'analisi di Liorni, sono "il coinvolgimento del pubblico, il fatto che ci divertiamo ancora come fosse la prima puntata e, forse è questo un po' il segreto, che non ci prendiamo troppo sul serio. E poi un'altra cosa mi piace tantissimo è che all'Eredità entrano un po' tutti i mondi: nelle storie di chi gioca c'è un'Italia che non fa notizia, ma alla fine interessa chi guarda".
Sul successo di pubblico che sta avendo 'La Ruota della Fortuna', Liorni -che lo scorso anno si è scontrato vincendo col programma, che allora era in preserale - cerca elegantemente di glissare: "Mi stai facendo parlare di un programma della concorrenza", scherza con l'Adnkronos. "Sicuramente mi aspettavo che avesse successo, si vedeva che era un programma che funzionava e che si sarebbe potuto andare anche in access o in altre collocazioni". E quando gli si chiede se ipotizza un possibile passaggio in access, prima o poi, de 'L'Eredità', la risposta è col sorriso ma più dritta di un 'no comment': "Sta bene dove sta".
L'esperienza di Liorni in tv è trasversale: da inviato sul campo al racconto delle storie, il registro che il conduttore sembra prediligere e forse quello che lo rende così amato, fino al game show. A questo punto della sua carriera gli chiediamo quale desiderio professionale vorrebbe ancora esaudire a sessant'anni (compiuti il 6 agosto di quest'anno). "Sperimentare è la cosa che mi stimola di più", dice, rivelando un progetto che gli piacerebbe si concretizzasse. "Penso che la televisione assorbirà presto la grande rivoluzione dell'intelligenza artificiale, una cosa rivoluzionaria e anche per certi versi spaventosa. Quindi, qualcosa in questo ambito arriverà. C'è un format che mi hanno proposto di fare e che ha a che fare proprio con l'Ia. Sarà un programma che porta ad una fruizione diversa del mezzo televisivo, con molta più interazione con il pubblico a casa. Non è facile far combaciare tutti i pezzi, spero davvero ci si riesca".
Ci salutiamo prima che cominci per lui il 'frullatore' delle registrazioni del format che il pubblico attende dal prossimo 20 ottobre, nel preserale di Rai1. E Liorni ci rivela che, anche da casa, la famiglia lo seguirà con attenzione. "Le mie figlie mi guardano, fanno le mie imitazioni, notano delle cose incredibili. Come metto le mani, come guardo, come parlo. Dopo tutto quel lavoro, e quindi tutta una parte per me molto seria, il fatto che poi dopo loro ti smontino tutto, è divertente e sano". Ecco, sano: un aggettivo che si addice perfettamente a Marco Liorni, una rarità nella tv di oggi. (di Ilaria Floris)
Leggi tutto: Marco Liorni: "Torno al timone de 'L'eredità', ma senza ansia da 'traino'"
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