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Sinner-Gasquet: orario, precedenti e dove vederla in tv

29 Maggio 2025
Jannik Sinner - Afp

(Adnkronos) - Jannik Sinner nel secondo turno del Roland Garros 2025. Oggi, giovedì 29 maggio, il tennista azzurro sfida il francese Richard Gasquet - in diretta tv e streaming - nello Slam parigino, il secondo della stagione dopo gli Australian Open, vinti proprio da Sinner lo scorso gennaio. Sulla terra rossa del Philippe-Chatrier il numero uno del mondo vuole confermarsi dopo la vittoria dell'esordio, quando ha superato Arthur Rinderknech in tre set.  

Di fronte a sé avrà uno dei tennisti francesi più influenti degli ultimi anni, nonché idolo di casa, probabilmente alla sua ultima apparizione della carriera al Roland Garros. Gasquet si è regalato la sfida con Sinner dopo aver eliminato, nel primo turno, il connazionale Terence Atmane in quattro set. 

 

La sfida tra Sinner e Gasquet è in programma oggi, giovedì 29 maggio, e sarà il secondo match sulla terra del Philippe-Chatrier a partire dalle 12. Probabile dunque che la partita non inizi prima delle 14. I precedenti tra i due sono tre, con Sinner che conduce con un netto parziale di 3-0. L'ultimo incontro risale proprio al secondo turno dello scorso Roland Garros, quando Jannik si impose in tre set. 

 

Sinner-Gasquet, così come tutte le partite del Roland Garros 2025, sarà trasmessa in diretta televisiva sui canali Eurosport, visibili tramite abbonamento Sky. Lo Slam sarà disponibile anche in streaming sull'app SkyGo, su NOW, Dazn, Timvision e Discovery+. 

 

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Russia propone negoziati a Istanbul il 2 giugno. Ucraina: "Pronti ma prima il memorandum"

29 Maggio 2025
Attacco in Ucraina (Afp)

(Adnkronos) - Un secondo round di colloqui diretti il 2 giugno a Istanbul. E' la proposta arrivata dalla Russia all'Ucraina, secondo quanto annunciato in una nota dal ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, precisando che Mosca è pronta in quella sede a presentare il suo memorandum che "definisce la nostra posizione" e le richieste per superare "le cause profonde della crisi". Lavrov, ha reso noto il ministero degli Esteri russo, ha informato il suo omologo statunitense Marco Rubio sui preparativi di Mosca per i colloqui diretti con l'Ucraina a Istanbul lunedì prossimo. 

Kiev, che la Germania aiuterà a produrre missili senza restrizioni di gittata, secondo quanto reso noto dal cancelliere tedesco Friedrich Merz, ha fatto sapere di essere pronta a ulteriori colloqui diretti con la Russia, ma ha chiesto a Mosca di fornire in anticipo le sue condizioni di pace per garantire che l'incontro produca risultati. "Non siamo contrari a ulteriori incontri con i russi e siamo in attesa del loro memorandum", ha dichiarato il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov in un post su X. "La parte russa ha almeno altri quattro giorni prima della partenza per fornirci il suo documento da esaminare". 

Intanto è tornato a farsi sentire Donald Trump. A una domanda su possibili nuove sanzioni alla Russia per costringerla a un accordo per la fine della guerra in Ucraina, il tycoon ha risposto: "Penso che siamo vicini a un accordo, non voglio rovinare tutto". "Questa non è la mia guerra. È la guerra di Biden, di Zelensky e di Putin - ha ribadito il presidente americano parlando con i giornalisti alla Casa Bianca - Non è la guerra di Trump. Sono qui solo per una cosa: vedere se riesco a porre fine alla guerra per salvare 5000 vite a settimana e un sacco di soldi". 

"Vi farò sapere entro due settimane se Putin ci sta in prendendo in giro o meno, se sì risponderemo in maniera diversa", ha detto il presidente americano, ribadendo di essere "deluso da quello che sta succedendo in Ucraina".  

"Non posso dirvi questo - ha risposto il presidente ai giornalisti che gli chiedevano se creda ancora che Putin voglia fermare la guerra - ma ve lo dirò tra due settimane... Ci vorrà circa una settimana e mezza. Abbiamo qui il signor Witkoff, che sta facendo un lavoro fenomenale. In questo momento stanno trattando con lui in modo molto deciso, sembra che vogliano fare qualcosa, ma finché il documento non sarà firmato, non posso dirvelo. Nessuno può dirlo". 

Poi, incalzato dai giornalisti che hanno ripreso le parole del suo post secondo cui Putin "sta scherzando con il fuoco", Trump ha detto: "Non siamo, non siamo contenti di questa situazione". 

Alla domanda se sarebbe disponibile a un incontro trilaterale con Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, come sollecitato dal presidente ucraino, Trump ha risposto: "Lo farò se necessario. A questo punto... doveva essere un paio di mesi fa". 

Ieri il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha annunciato che la Germania aiuterà l'Ucraina a produrre missili senza restrizioni di gittata. "I nostri ministri della Difesa firmeranno un memorandum d'intesa per l'acquisizione di sistemi d'arma a lungo raggio di fabbricazione ucraina. Questo consentirà all'Ucraina di difendersi pienamente, anche contro obiettivi militari al di fuori del territorio nazionale, è una buona notizia”, ha dichiarato Merz in una conferenza stampa a Berlino con il presidente ucraino Zelensky. 

Berlino inoltre "farà di tutto" per impedire che il Nord Stream 2, il gasdotto con la Russia sabotato nel settembre del 2022, torni operativo. "Continueremo ad accrescere la pressione sulla Russia - ha detto Merz - E in questo contesto faremo di tutto per assicurare che il Nord Stream 2 non possa tornare operativo". 

La risposta del Cremlino alla Germania non si è fatta attendere ed è arrivata dal portavoce, Dmitry Peskov, citato dall'agenzia di stampa Tass. Non sono altro che "un'ulteriore provocazione" che farà proseguire la guerra in Ucraina le parole del cancelliere tedesco Merz, ha dichiarato Peskov. Le parole di Merz "non sono altro che un ulteriore tentativo di costringere gli ucraini a continuare a combattere", ha sostenuto il portavoce del Cremlino. 

A intervenire è stato anche il ministro degli Esteri russo Lavrov. La Germania è coinvolta "direttamente" nella guerra in Ucraina e sta ripercorrendo la stessa strada che l'ha portata al "collasso" nel secolo scorso, ha affermato Lavrov.  

"Il coinvolgimento diretto nella guerra è evidente, la Germania sta scivolando lungo lo stesso piano inclinato che l'ha già portata al collasso un paio di volte nel secolo scorso. Spero che i politici responsabili di questo Paese traggano finalmente le giuste conclusioni e fermino questa follia", ha dichiarato Lavrov al giornalista di Rossiya 1, Pavel Zarubin. 

Intanto un rapporto Onu denuncia: con gli attacchi con droni contro i civili, i russi hanno commesso "crimini di guerra" e "crimini contro l'umanità". Il rapporto è stato presentato dagli esperti della Commissione internazionale indipendente di inchiesta sull'Ucraina, istituita dal Consiglio per i diritti umani. Le Forze armate russe sono accusate di colpire "sistematicamente" i civili. 

I militari russi, si legge nel rapporto, "hanno commesso i crimini contro l'umanità dell'assassinio e i crimini di guerra dell'attacco ai civili, attraverso uno schema di attacchi con droni che durano da mesi e che hanno preso di mira i civili sulla riva destra del fiume Dnipro nella provincia di Kherson". E questi atti, che "continuano al momento della pubblicazione" dell'esito di questa inchiesta, "sono stati commessi allo scopo principale di diffondere il terrore tra la popolazione civile, in violazione del diritto umanitario internazionale". 

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Roma, 7 giugno corteo per Gaza. Pd, M5S e Avs alla 'prova' di piazza San Giovanni

29 Maggio 2025
Angelo Bonelli, Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni

(Adnkronos) - L'asticella è alta. Piazza San Giovanni, la piazza delle grandi manifestazioni. Sabato 7 giugno arriverà lì il corteo (partenza alle ore 14) della manifestazione per Gaza. L'annuncio di Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Foto abbracciati davanti a Montecitorio. La piattaforma dell'iniziativa resta quella stabilita già martedì ovvero la mozione unitaria sul Medio Oriente presentata da Pd, M5S e Avs in Parlamento. Nessuna integrazione come avevano chiesto Sinistra per Israele con Azione e Iv. E il campo delle opposizioni si divide. Calenda e Renzi, dopo tanto gelo, ieri si sono sentiti e faranno una loro iniziativa per Gaza ma anche contro l'antisemitismo, il 6 giugno a Milano.  

Pd, M5S e Avs restano sulla loro posizione. "La piattaforma è quella della mozione unitaria, presentata in Parlamento e votata in Parlamento", dice Schlein che invita "tutte e tutti a partecipare insieme a noi a questa grande manifestazione per fermare il massacro dei palestinesi in corso a Gaza, per fermare i crimini di guerra del governo di estrema destra di Netanyahu". La segretaria del Pd insieme ai leader di M5S e Avs punta il dito contro quella che definiscono "complicità" del governo Meloni al governo israeliano. "Non ha espresso nemmeno una condanna - incalza la segretaria dem - dei crimini che il governo di estrema destra di Netanyahu sta portando avanti. Non l'ha fatto nemmeno il ministro Tajani", in Parlamento per comunicazioni in aula, "che non è riuscito nemmeno a nominare Netanyahu". 

Conte si rivolge a "tutte le persone che ritengono che a Gaza si stia calpestando non solo il diritto internazionale o umanitario, ma anche i più elementari principi di umanità, invitiamo tutti coloro che ritengono che questo sistematico sterminio debba terminare. Tutti coloro che si distanziano da questa complicità che di fatto sta offrendo il nostro governo - rimarca il leader M5S - alla condotta criminale di Netanyahu a venire con noi in corteo e poi in piazza". 

Conte mette in evidenza anche il "balbettio insignificante" dell'Ue. Per Fratoianni, il governo Meloni fa pure di peggio rimanendo in un "silenzio complice e codardo. Anche quando l'Europa ha dato timidi segni di risveglio, si è girato dall'altra parte e ha scelto di sedersi dalla parte sbagliata della storia. Il nostro Paese non merita di essere rappresentato da questo governo dopo quello che sta accadendo da oltre 600 giorni nell'inferno a Gaza".  

Aggiunge Schlein: "Invitiamo tutte e tutti a partecipare per dire basta alla complicità che vediamo, per dire basta anche ai silenzi di questo governo che sta tradendo la tradizione diplomatica e di pace di questo nostro Paese. La storia giudicherà dove siamo stati davanti a questo sterminio costante, davanti all'uso della fame come arma di guerra, davanti a quello che stiamo vedendo con più di 15.000 bambini e bambini palestinesi che sono stati uccisi". 

Pd, M5S e Avs iscrivono la manifestazione a piazza San Giovanni nel perimetro della loro mozione unitaria presentata in Parlamento. Spiega ancora Fratoianni: "Non è che siamo divisi. Abbiamo una piattaforma che è il frutto di una mozione parlamentare che abbiamo costruito, è unitaria, l'abbiamo presentata in Parlamento, è il frutto di due missioni a Rafah, è il frutto di un percorso, tutto in positivo. Chi non vuole la piattaforma, fa le sue valutazioni".  

 Per Azione e Italia Viva quella mozione andava allargata anche alla condanna di ogni antisemitismo e per questo l'iniziativa di Milano sarà non solo contro "l'azione del governo israeliano" ma anche "di sensibilizzazione sul pericolo dell'antisemitismo e contro chi professa la distruzione dello stato di Israele". In serata Renzi torna sulla questione senza enfatizzare le distanze e per dire che non si tratta di una "cosa contro l'altra".  

"C'è ampia sintonia su tanti punti. Noi - dice Renzi - ci siamo astenuti sulla mozione di Pd, M5S e Avs. Loro si sono astenuti sulla nostra. Quindi c'è larga parte delle considerazioni che condividiamo". Ma "è evidente che se la manifestazione del 7 giugno è di Pd, M5S e Avs e noi ne faremo un'altra il 6, io vado a quella del 6 e non a quella del 7". Detto questo, puntualizza, "non è che son due cose una contro l'altra, anche perché una sarà una grande manifestazione di piazza, l'altra sarà un evento in un teatro". 

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Cina, conto alla rovescia per il 'gaokao': è test ingresso università più difficile del mondo

29 Maggio 2025
Cerimonia di laurea in Cina - (Ipa)

(Adnkronos) - In Cina sono più di 13,3 milioni gli studenti iscritti quest'anno per il 'gaokao', il fatidico esame per accedere all'università. Lo ha reso noto il ministero dell'Istruzione, come riporta l'agenzia ufficiale Xinhua. Le temute prove inizieranno il 7 giugno. Le autorità promettono controlli sempre più severi nelle sedi di esame. Vietati, tra l'altro, telefoni cellulari e smartwatch per l'esame che in Cina può decidere il futuro dei giovani. Quest'anno in molte aree del Dragone sono stati annunciati progetti per includere nelle sedi d'esame sistemi di controllo che sfruttano l'Intelligenza artificiale. Secondo The Paper ci sono anche le province di Jiangxi e Hubei fra quelle che hanno previsto l'impiego di controlli in tempo reale per "mantenere la disciplina" durante i test con l'aiuto dell'AI. 

Nello Jiangxi le autorità assicurano che ci sarà un monitoraggio in diretta e che grazie all'Intelligenza artificiale verranno 'scovati' eventuali comportamenti "anomali" durante gli esami. E, come ha scritto il Global Times, i filmati di sorveglianza verranno poi visionati dopo i test. Sussurrare, guardarsi intorno, sbirciare le risposte dei colleghi, rispondere in anticipo o attendere nel fornire le risposte alle domande dei test sono tutti comportamenti considerati scorretti. 

Per i media del gigante asiatico il 'gaokao' è sempre stato il test di accesso al mondo universitario "più difficile del pianeta" con i ragazzi che non risparmiano tempo ed energie per la preparazione dell'esame, estenuante, sognando le aule dei migliori atenei del Paese. Il 2024 è stato l'anno del record con 13,4 milioni di iscritti.  

Quest'anno il 'gaokao' coincide tra l'altro con la stretta sulle università negli Usa e sui visti per gli studenti. Secondo dati riportati dal Global Times, tabloid nazionalista cinese, gli studenti cinesi rappresentano circa il 20% dei giovani stranieri iscritti a Harvard, nel mirino di Donald Trump.  

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Caso Garlasco, è ancora guerra di perizie: già 40 in otto anni

29 Maggio 2025
Chiara Poggi, Andrea Sempio e Alberto Stasi

(Adnkronos) - La verità giudiziaria sull'omicidio di Chiara Poggi, uccisa nella sua abitazione a Garlasco il 13 agosto 2007, ha avuto il passo lento ma è arrivata con la sentenza del dicembre 2015 con cui la Cassazione ha stabilito che Alberto Stasi, condannato a 16 anni di carcere, è il colpevole "al di là di ogni ragionevole dubbio" dell'omicidio della fidanzata. L'indagine nelle mani della Procura di Vigevano diventa fin dai primi passi una battaglia tra esperti. Un tema che dopo 18 anni la Procura di Pavia che indaga su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, sembra intenzionata a ripercorrere incrementando un numero già considerevole di consulenze e perizie, quasi 40 in otto anni, che hanno scandito le investigazioni e un iter giudiziario che conta cinque processi. 

In fase di indagine sono dieci le consulenze che la pm Rosa Muscio, la difesa di Stasi e la famiglia della vittima depositano. I primi dissidi sono sull'orario della morte stabilito e modificato dal medico legale, su cui ora nuovamente gli inquirenti discutono. In primo grado il numero di consulenze e perizie - con esperti scesi in campo anche su indicazione del giudice per le indagini preliminari di Vigevano Stefano Vitelli - superano quota 15 e nell'appello bis a Milano sono una dozzina. Centrale è come si muove l'assassino. La perizia del gup si ferma al piano terra e disattende il racconto di Stasi che dice di aver sceso due gradini per vedere la fidanzata morta sulle scale. La perizia disposta dai giudici di Milano è perentoria: è infinitesimale la possibilità che possa non essersi sporcato le scarpe scendendo le scale, scrivono i professori Gabriele Bitelli e Luca Vittuari, insieme al dottor Roberto Testi. Per lo Stasi 'scopritore' è dello 0,00038% la possibilità di avere le suole pulite se si ferma al primo gradino, se scende anche il secondo è dello 0,00002%.  

Per la 'Bloodstain pattern analysis', disciplina che studia le macchie di sangue e le loro traiettorie sulla scena del crimine, la macchia di sangue davanti all'ingresso dove la vittima viene colpita la prima volta si forma "in meno di tre minuti", il corpo viene trascinato e gettato giù dalla cima delle scale, quindi l'assassino va in bagno. La finestra di 23 minuti è "pienamente compatibile con l'omicidio e non smentito da seri elementi di segno contrario" scrive la Cassazione. Lunga è stata la battaglia per definire la prova sul dispenser portasapone e sulla suola insanguinata "numero 42" (taglia decisa da una consulenza) che l'assassino lascia sul tappetino del bagno, come per stabilire che la bici nera di Stasi (per anni non sequestrata sebbene vista da una testimone) non monta i pedali originali. Una prova per chi ritiene abbia raggiunto casa Poggi in bici, abbia ucciso Chiara, sia tornato a casa e solo dopo quattro ore abbia preso la macchina per raggiungere di nuovo la villetta fingendo di esserci entrato.  

Se la Procura di Pavia dubita di Sempio, occorre valutare bene l'orario dell'omicidio del 13 agosto 2007. Chiara disattiva l'allarme alle 9.12, le finestre sono ancora chiuse, lei è in pigiama e ha fatto colazione da poco secondo l'autopsia. Una vicina di casa dice di aver visto una bici nera da donna davanti alla villetta dei Poggi alle ore 9.10. A quell'ora Andrea Sempio racconta ai carabinieri di essere in casa con il padre, di aver atteso il ritorno della madre e di essere andato a Vigevano come mostra lo scontrino del parcheggio dell'auto pagato alle 10.18. Alle 9.45 c'è la prima telefonata senza risposta fatta dal telefonino di Stasi sul cellulare di Chiara, probabilmente è già morta. Nessun giudice ipotizza un delitto che va oltre "una decina" di minuti.  

La mattina del delitto le celle collocano l'indagato solo a Garlasco, ma non si tratta tecnicamente di una bugia: nel 2007 il telefono 'cattura' la posizione solo se fa chiamate o invia messaggi e tra le 9.59 e le 11.10 il suo cellulare non genera traffico. La Procura di Pavia deve rispondere anche a un'altra domanda: come raggiunge Sempio via Pascoli? A voler credere che l'assassino scappi in bici bisogna 'correggere' ancora la sentenza passata in giudicato: Stasi ha una bicicletta nera da donna, Sempio una bici rossa da uomo. Nessun testimone parla di un'auto parcheggiata fuori casa. 

Tra le prove contro Stasi - negli oltre trenta faldoni - c'è anche l'impronta di una scarpa numero 42. Una perizia e una consulenza indica non solo la taglia esatta, ma individua anche la marca, e Sempio calza il numero 44. Una nuova consulenza della Procura potrebbe mettere in dubbio questa analisi? L'impronta di quella scarpa lasciata sul tappettino del bagno dove l'assassino va sicuramente - per specchiarsi ritiene la Procura - porta però a un'altra prova contro Stasi. Sul dispenser c'è solo la traccia del fidanzato. "Come mai c'è solo un'unica impronta nitida ossia quella dell'anulare di Stasi pur essendo abitualmente il dispenser del sapone utilizzato da tutti gli occupanti di un'abitazione?" è una delle domande dei giudici che ritengono, invece, che il fidanzato si lavi le mani. L'assenza di due teli mare è indice della necessità di ripulirsi.  

La sfida della Procura di Pavia è collocare Andrea Sempio in casa Poggi la mattina del 13 agosto 2007. La difficoltà consiste nell'assenza di tracce databili e legate alla scena del crimine conosciuta. L'impronta 33 (vicino al corpo della vittima, quindi in fondo alla scala) trovata sulla parte destra della parete - ricondotta da una consulenza tecnica dei pm a Sempio - era stata rilevata subito dal Ris e sottoposta ad analisi per stabilire la presenza di sangue: esito negativo è il responso - ottenuto nel 2007 - dal test ancora oggi ritenuto il più affidabile. Escluso il sangue, se venisse trovato l'intonaco grattato da parte di quell'impronta resterebbe la questione di come è stato conservato e la databilità in caso risultasse del Dna (sudore, saliva). A meno di cambiare la dinamica, sulle scale che portano in cantina l'assassino non metterà mai piede: la suola della scarpa 'a pallini' (calzata dall'assassino) si ferma prima che il pavimento in cotto lasci spazio ai gradini in marmo.  

Al centro dell’incidente probatorio ci sono anche le sessanta impronte rilevate dal Ris di Parma con polveri e adesivi nella villetta di via Pascoli, tra cui la numero 10 - vicino alla maniglia interna della porta d'ingresso - che ha attirato l'attenzione dei carabinieri ma non è attribuibile a dire della stessa Procura a Sempio. Sui para-adesivi si annuncia già battaglia: "C'è un forte rischio contaminazione, l'ipotesi è che non avendo utilizzato pennelli singoli per evidenziare ciascuna traccia, non si può escludere che ci sia stato un 'trasferimento' di materiale pennellando da una all'altra" avverte il consulente della famiglia Poggi, il genetista Marzio Capra che ha partecipato fin dall’inizio all'indagine sull'omicidio.  

La nuova inchiesta su Sempio si gioca sul Dna trovato sulle unghie della vittima. Per la perizia di Francesco De Stefano, incaricato dai giudici della Corte d'Assisse nel processo bis, i risultati non sono utilizzabili e comunque indicano due Dna maschili non identificativi. Ora la decisione sull'utilizzabilità spetta ai periti - Denise Albani e Domenico Marchigiani della Polizia di Stato - scelti dalla giudice per le indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli. Un'esame tutto sulle carte. Se una traccia genetica maschile (delle due trovate, ndr) fosse di Sempio - come ritengono difesa Stasi e Procura di Pavia - bisognerà superare la spiegazione contenuta nella doppia archiviazione sull'amico del fratello: il ragazzo frequentava casa Poggi e il Dna potrebbe essere stato lasciato su un oggetto e 'catturato' dalla vittima.  

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Il Chelsea vince la Conference League

28 Maggio 2025
La squadra del Chelsea celebra la vittoria (Afp)

(Adnkronos) - Il Chelsea di Maresca travolge in finale il Betis Siviglia e conquista la Conference League oggi 28 maggio. Decisivo il talento di Palmer che con due assist in 5 minuti ribalta la rete di Ezzalzouli a inizio primo tempo: prima al 65’ per il colpo di testa Fernandez e 5 minuti dopo per un altro colpo di testa questa volta di Jackson, poi nel finale i sigilli di Sancho e Caicedo. Il Real Betis perde l’occasione di vincere il primo trofeo internazionale in 118 anni di storia, mentre i Blues diventano la prima squadra in Europa a trionfare in tutti e 5 le principali competizioni Uefa per club, conquista il decimo trofeo internazionale e festeggia nel migliore dei modi la qualificazione alla prossima Champions League ottenuta all’ultima giornata di Premier League. 

L’inizio della finale è il preludio a quello che sarà la prima frazione: il Chelsea che fa molto possesso palla ma il Betis, con la qualità di Isco e la velocità degli esterni, è il più pericoloso. Al 5’ primo squillo degli spagnoli con Antony che è abile ad anticipare Cucurella e ad andare a colpire di testa su cross di Abde ma la palla termina fuori. La risposta del Chelsea è affidata a Cole Palmer che avanza nei pressi della linea laterale a metà campo arrivando fino all’area di rigore avversaria in cui va a concludere ma Adrian para blocca la sfera senza problemi.  

Al 9’ cambia il risultato: davanti al cerchio di centrocampo il terzino destro Malo Gusto viene dentro al campo a fare il centrocampista accanto a Caicedo e sbaglia l’appoggio con il mancino, Fornals serve subito al limite dell’area Isco con l’ex Real che aspetta e vede con la coda dell’occhio lo smarcamento di Ezzalzouli dall’altra parte servendolo, il marocchino controlla con il destro e chiude con il mancino sul secondo palo. Il terzino francese del Chelsea viene spesso dentro il campo a fare la mezzala ma la difesa di Maresca, quando passa a 3, non è in grado di chiudere adeguatamente, come nel caso del goal in cui la difesa si è trovata a difendere 3 contro 4, con il taglio di Bakambu in verso il dischetto che ha attirato la difesa Chelsea. Passano i minuti e continua Ezzalzouli a mettere in difficoltà Malo Gusto: al 21’ il marocchino crossa in area di rigore, Cardoso ha un rigore in movimento ma la sua conclusione a botta sicura è deviata dalla difesa spagnola. Il Chelsea alza il baricentro ma la pressione spagnola costringe Cole Palmer a giocare piuttosto indietro per prendere il pallone, senza trovare grandi sbocchi fino alla fine del primo round della finale. 

Il secondo tempo comincia come è finito il primo: Chelsea che tiene palla ma non riesce a trovare il modo per concludere in porta, con il Betis attento in difesa e pronto a sfruttare gli errori in impostazione dei londinesi. Girandola di cambi con il Betis che tenta di chiudersi ma non ha più la freschezza del primo tempo mentre il Chelsea comincia ad avvicinarsi sempre di più alla porta degli spagnoli. Al 65’ il Chelsea riesca a pareggiare: lavora bene il pallone Cole Palmer, più vicino all’area di rigore avversaria, che scatta dalla trequarti, sistema il pallone sul mancino e crossa con la palla coi tempi giusti tra dischetto e area piccola, Enzo Fernandez sbuca dietro Bartra e di testa batte Adrian. L’inerzia della gara è in favore degli inglesi con Cole Palmer che al 68’ ci prova di prima dal limite dell’area, il tiro è preciso verso l’incrocio ma lento, Adrian blocca la sfera in due tempi.  

Al 70’ Cole Palmer ribalta il risultato: nella parte laterale del limite dell’area il talento inglese affronta Perraud, si ferma, fa finta di entrare dentro al campo e con la suola sinistra si sposta il pallone andando a crossare con il destro tra la difesa e Adrian, Jackson dimenticato da Natan e Bartra che guardano solo il pallone e di testa punisce Adrian. Al 78’ Jackson ha l’occasione per chiudere il match: ripartenza dopo un calcio d’angolo iberico, l’attaccante non riesce a controllare bene il pallone e a tu per tu con Adrian si lascia sfuggire la sfera, favorendo Adrian, che è pure scivolato nell’avvicinarsi all’avversario.  

All’83 il gol della vittoria: Dewsbury-Hall prende palla a metà campo nei pressi della linea laterale, taglia il campo a metà palla al piede e poi al limite dell’area serve Sancho, a cui la palla arriva dopo il mancato intervento di Sabaly, che entra in area, punta il terzino senegalese, si sposta la palla sul destro e conclude d’interno mirando sul secondo palo, Adrian può solo osservare il pallone entrare in porta alla sua sinistra. C’è gioia anche per Caicedo al 91’: ripartenza della squadra di Maresca con il colombiano che nel cerchio di centrocampo serve Enzo Fernandez sulla trequarti che chiude il triangolo e l’ex Brighton va alla conclusione, il tiro rasoterra alla destra di Adrian è imparabile e mette la parola fine sulla finale: è festa Blues.  

 

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E' morto Ngugi wa Thiong'o, gigante della letteratura africana

28 Maggio 2025
Ngugi wa Thiong

(Adnkronos) - Lo scrittore keniota Ngũgĩ wa Thiong'o, censurato, imprigionato e costretto all'esilio dal dittatore Daniel Arap Moi, candidato di lunga data al Premio Nobel per la Letteratura e uno dei pochi autori che ha scritto in una lingua africana indigena, è morto all'età di 87 anni ad Atlanta, negli Stati Uniti. "È con grande dolore che annunciamo la scomparsa di nostro padre, Ngũgĩ wa Thiong’o, questa mattina di mercoledì" ha scritto sua figlia Wanjiku wa Ngũgĩ su Facebook. "Ha vissuto una vita piena, ha combattuto una buona battaglia". Era uno dei più grandi scrittori africani contemporanei, intellettuale instancabile che ha attraversato sei decenni di storia, dalla lotta contro il colonialismo britannico fino alle sfide della democrazia in Kenya,  

Nato nel 1938 a Limuru, in Kenya, all’epoca colonia britannica, Ngũgĩ ha raccontato con le sue opere la trasformazione profonda del suo paese, facendo della letteratura uno strumento di denuncia sociale e politica. Cresciuto in una famiglia di agricoltori a basso reddito, ha studiato grazie ai sacrifici dei genitori in un collegio gestito da missionari britannici, ma la sua vita fu segnata dall’esperienza della repressione coloniale, tra cui l'uccisione del fratello Gitogo durante la rivolta Mau Mau. 

La sua prima opera, "Weep Not, Child" (1964; tradotto in italiano con il titolo "Se ne andranno le nuvole devastatrici" da Jaca Book nel 1975) fu il primo romanzo in lingua inglese scritto da un autore dell'Africa orientale e gli valse riconoscimenti immediati. Seguì una produzione letteraria intensa, con titoli come "Petals of Blood" (1977; "Petali di sangue, apparso da Jaka Book nel 1979), che segnò una svolta nella sua carriera: Ngũgĩ abbandonò il suo nome inglese James e scelse di scrivere solo nella sua lingua madre, il kikuyu, per combattere l'eredità culturale coloniale. Nel 1977 fu arrestato e trascorse un anno in carcere senza processo per il suo impegno politico e le sue opere critiche nei confronti del nuovo regime post-indipendenza. In prigione scrisse il romanzo "Devil on the Cross", utilizzando carta igienica per trascrivere le sue idee, un simbolo della sua resistenza. Tra i suoi libri tradotti da Jaca Book, primo editore italiano, figurano: "Un chicco di grano" (1977), "Sogni in tempo di guerra" (2010) e "Decolonizzare la mente" (2015). In anni recenti le sue opere sono state pubblicate da La nave di Teseo: "Scrivere per la pace" (2017) e "Il Mago dei corvi" (2019). In italiano sono apparsi anche "Spostare il centro del mondo. La lotta per le libertà culturali" (Meltemi Editore, 2000) e "Un matrimonio benedetto" (Quarup, 2015). 

Costretto all'esilio nel 1982 dopo un tentativo di omicidio, Ngũgĩ wa Thiong'o visse tra Londra e gli Stati Uniti, dove insegnò in importanti università, tra cui Yale e la University of California Irvine. Pur lontano, continuò a battersi per la valorizzazione delle lingue africane nella letteratura, denunciando il dominio del colonialismo culturale e sostenendo un'arte radicata nelle tradizioni e nei linguaggi autoctoni. 

Rientrò in Kenya nel 2004 accolto come un eroe, ma fu vittima di un brutale attacco che colpì anche la sua famiglia. Poco dopo ritornò di nuovo negli Stati Uniti dove è rimasto fino alla fine della sua vita. 

La sua opera - che include romanzi, saggi, autobiografie e opere teatrali - ha influenzato generazioni di lettori e scrittori, ponendosi come faro della letteratura post-coloniale africana. Ngũgĩ wa Thiong'o lascia un’eredità culturale e politica profonda: quella di un uomo che, nonostante carcere, esilio, minacce e malattie, non ha mai smesso di raccontare, di denunciare e di lottare per la libertà di espressione e per l’identità africana. (di Paolo Martini) 

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Donna accoltellata dal marito, è ricoverata in condizioni gravissime

28 Maggio 2025
Auto dei carabinieri (Fotogramma)

(Adnkronos) - E’ ricoverata in gravissime condizioni in ospedale a Torino la donna di 61 anni ferita a coltellate dal marito nel tardo pomeriggio di oggi a Grugliasco, nel torinese. Giunta in ospedale in arresto cardiaco per shock emorragico la donna, che ha perso molto sangue, è già stata sottoposta ad intervento per l’asportazione della milza e ora è ricoverata in prognosi riservata.  

A dare l’allarme, a quanto si è appreso, sarebbe stata prima la figlia della coppia, ventiquattrenne, che era in casa al momento della tragedia, e successivamente una vicina di casa che avrebbe visto la donna ferita mentre cercava di scappare lungo le scale. Quando i carabinieri sono giunti sul posto, hanno trovato il marito in casa in stato confusionale e lo hanno fermato. Sul posto sono in corso i rilievi dei militari. 

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Migranti, rinviati a giudizio comandante ed equipaggio Mare Jonio

28 Maggio 2025
Migranti, rinviati a giudizio comandante ed equipaggio Mare Jonio

(Adnkronos) - Il gup del tribunale di Ragusa, Eleonora Schininà, ha rinviato a giudizio gli indagati nel caso Mare Jonio accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, aggravato dal trarne profitto. Oltre al comandante della nave Pietro Marrone, vanno a processo Alessandro Metz, legale rappresentante della società armatrice Idra Social Shipping; Giuseppe Caccia, vicepresidente cda della Idra e capo spedizione; Luca Casarini, fondatore di Mediterranea Saving Humans e tre componenti dell'equipaggio. La prima udienza del processo si terrà il 21 ottobre al tribunale di Ragusa. 

Al centro del procedimento c'è il salvataggio di 27 naufraghi effettuato dalla Mare Jonio nel settembre 2020 quando i migranti, bloccati da 38 giorni sulla Maersk Etienne davanti alle coste maltesi, vennero trasbordati sulla nave di Mediterranea Saving Humans e poi sbarcati a Pozzallo, nel Ragusano. Due mesi dopo, la società armatrice della Maersk versò 125mila euro alla società armatrice della Mare Jonio, la Idra Social Shipping. Per la procura, una prova dell'aggravante contestata - l'aver tratto profitto - al reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.  

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Matteo Gigante, chi è la sorpresa azzurra al Roland Garros

28 Maggio 2025
Matteo Gigante

(Adnkronos) - Miracolo Gigante al Roland Garros 2025. Matteo Gigante, 24 anni, si toglie lo sfizio di volare al terzo turno del torneo di Parigi battendo in 4 set Stefanos Tsitsipas. Il romano, numero 167 del mondo, supera il greco, 20esimo del ranking, e conquista il diritto di sfidare lo statunitense Ben Shelton nel terzo round. "Ma è tutto vero?", si chiede lui dopo l'impresa. 

Chi è Matteo Gigante 

Matteo Gigante è nato il 4 giugno 2002 a Roma, nel quartiere di Casal Palocco. Al momento numero 167 del mondo, si gode la vittoria più bella di una carriera pronta a decollare definitivamente dopo lo stop dello scorso anno: a giugno 2024, dopo il best ranking con il 132esimo posto, la sosta forzata per mononucleosi. Ora l'obiettivo di entrare nei primi 100 del mondo sarà sicuramente più vicino dopo l'avventura parigina, iniziata dalle qualificazioni e già ricca di soddisfazioni. 

Gigante, classe 2002, si è messo in evidenza con la vittoria del 2023 nel Nonthaburi Challenger in Thailandia e poi nel Challenger di Tenerife, proiettandosi nella top 5 dei talenti Next Gen. A gennaio, l'esordio nel Grande Slam con l'approdo nel tabellone principale degli Australian Open. Il 2025 gli ha riservato la vittoria nel Challenger Roma Open e un successo al primo turno degli Internazionali d'Italia contro il francese Arthur Rinderknech 

Grande amico di Flavio Cobolli, Gigante lo scorso anno è stato anche tra i protagonisti dell'Italia impegnati nella United Cup, in cui gli azzurri sono usciti ai quarti di finale contro la Repubblica Ceca. 

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Crosetto a Bonelli: "Falsità su F-35 israeliani in basi italiane"

28 Maggio 2025
Guido Crosetto e Angelo Bonelli (Fotogramma/Ipa)

(Adnkronos) - "Alcune settimane fa nella base militare di Foggia il 32/esimo Stormo ha ospitato caccia F-35 israeliani per esercitazioni. Avete consentito a quei caccia F-35 di andare a bombardare Gaza, vi dovreste vergognare. Avete garantito una esercitazione militare su una base italiana ai caccia che poi vanno a bombardare Gaza, vergogna". Lo ha detto il deputato di Avs Angelo Bonelli in Aula alla Camera durante il question time rivolto al governo.  

In una nota la replica del ministro della Difesa, Guido Crosetto. “Le affermazioni pronunciate oggi in aula dall’onorevole Bonelli (Avs) sono gravi, false e pericolose. Dichiarare che dei caccia F-35 israeliani avrebbero operato da basi italiane o anche che piloti italiani si sarebbero addestrati con colleghi israeliani, non è solo una menzogna: è una mistificazione deliberata che offende le Forze Armate italiane, insulta l’intelligenza dei cittadini e mina la credibilità delle nostre istituzioni. Le parole dell’onorevole Bonelli sono un’invenzione pura, costruita solo per gettare discredito, fomentare indignazione e strumentalizzare una tragedia per fini politici", afferma Crosetto. 

"Tanto più inaccettabile è questa operazione se si considera che il sottoscritto - e il governo - hanno più volte espresso critiche chiare e nette all’operato del primo ministro Netanyahu, distinguendo sempre con fermezza tra il diritto alla difesa di Israele e la necessità di tutelare la popolazione civile palestinese - continua - È stata proprio la Difesa italiana, non a parole, ma con i fatti, a intervenire tra le prime per portare aiuti umanitari, curare feriti e accogliere minori dei civili palestinesi". 

"Strumentalizzare il dolore per fare propaganda, raccontando falsità in Aula, è semplicemente vergognoso e infame. In un momento così drammatico per il Medio Oriente, servirebbero responsabilità, competenza e rispetto per la verità. Bonelli ha scelto la via opposta: quella dell’allarmismo, della disinformazione e della calunnia - conclude Crosetto - Non lo permetterò. Non permetterò che si infanghi il nome delle Forze Armate italiane né che si usi il parlamento come palcoscenico per diffondere bugie". 

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Roland Garros, impresa di Gigante: Tsitsipas ko e vola al terzo turno

28 Maggio 2025
Matteo Gigante

(Adnkronos) - Impresa di Matteo Gigante che avanza al terzo turno del Roland Garros, seconda prova stagionale del Grande Slam. L'azzurro, numero 167 del mondo e proveniente dalle qualificazioni, supera il greco Stefanos Tsitsipas, numero 20 del ranking Atp e del seeding, con il punteggio di 6-4, 5-7, 6-2, 6-4 in tre ore e otto minuti.  

"Mamma mia, ma è tutto vero?", le parole di Gigante nell'intervista a caldo dopo la vittoria. "Mi sento benissimo E' stata una lotta, lui è un giocatore straordinario, ho giocato davvero bene. Ho lavorato tanto in questo mese per arrivare a mostrare calma in campo, grazie al mio team perché il lavoro sta pagando", ha aggiunto il 23enne romano, diventato un beniamino del pubblico parigino. "Due mesi fa ho giocato il Masters 1000 in casa a Roma, da due settimane qui mi sto trovando benissimo. E continuerò a starci". 

 

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Calcio: il Cagliari negli Usa con Viola, Kingstone e Ciocci

28 Maggio 2025
- RIPRODUZIONE RISERVATA
La Primavera di Pisacane in trasferta con rinforzi anche da Cina
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