
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricevuto oggi a Palazzo Chigi il presidente della Palestina, Mahmoud Abbas, universalmente noto come Abu Mazen. Nel corso del colloquio, si legge in una nota, Meloni "ha ribadito la necessità di consolidare il cessate il fuoco e di avviare la stabilizzazione e la ricostruzione di Gaza, procedendo rapidamente con la piena attuazione del Piano di pace del Presidente Donald Trump, anche attraverso il disarmo di Hamas che non potrà avere alcun ruolo nel futuro del popolo palestinese".
La premier "ha inoltre valorizzato il forte e costante impegno italiano sia nell’assistenza umanitaria alla popolazione civile -attraverso l’iniziativa 'Food for Gaza', le evacuazioni mediche e il 'corridoio universitario'- sia nella formazione delle forze di polizia e nel processo di riforme dell’Autorità palestinese".
In conclusione d'incontro, conclude la nota, ''nel reiterare la necessità di lavorare a una soluzione politica duratura sulla base della prospettiva dei due Stati, è stato confermato che il governo italiano, anche sulla base delle priorità indicate dall’Autorità Palestinese, sta lavorando a un pacchetto di aiuti umanitari e per la ricostruzione da presentare alla Conferenza su Gaza che l’Egitto intende convocare".
Mahmoud Abbas ha incontrato oggi anche il capo dello Stato Sergio Mattarella[1]. "Occorre procedere con grande concretezza per gli aiuti umanitari e la ricostruzione di Gaza e verso la creazione di due Stati nella regione" ha detto Mattarella all'incontro in cui era presente il sottosegretario di Stato agli Affari esteri e alla Cooperazione internazionale, Giorgio Silli. "Questi obiettivi passano attraverso il disarmo di Hamas e il forte coinvolgimento dei Paesi arabi". "Bisogna fare presto - ha aggiunto - per evitare che chi non vuole la pace, in entrambi gli schieramenti, possa riorganizzarsi. È indispensabile assecondare il piano di pace di Sharm el-Sheikh, mantenendo il rispetto del cessate il fuoco da ambo le parti".
L'Autorità nazionale palestinese è impegnata per la pace, la fine delle violenze e la convivenza pacifica con Israele, ha ribadito dal canto suo Abbas durante l'incontro.

Geolier torna con un nuovo singolo, 'Fotografia'. Anticipato da un video in studio pubblicato sui canali social dell'artista a inizio settimana, il nuovo brano del rapper è ora su tutte le piattaforme di ascolto. Si tratta del primo singolo dal suo quarto disco. Una canzone che parla d'amore e unisce intensità, verità e una scrittura sempre più matura.
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Miettete in posa, 'stu viento te tocca, te faccio na foto
Dimme coccosa che sape 'e futuro, 'o passato se scorda
Però mo ce staje tu e allora statte n'appoco
È 'sta vita che corre, tu c'hê capito coccosa?
Stasera addò vaje?
Nun me dicere "Nun me ne 'mporta", nun è overo
Nun m''o chiedere a mme
Si l'ammore è 'o cuntrario d''a morte,
Ce mettimmo 'int'ê guaje pecché ce fanno sentí criature
Nuje ce mettimmo offline pe nun rispunnere a nisciuno
Duje ca nun hanno maje pazziato, simmo comme ll'ate
E ancora l'aggi''a fà na canzone pe t'arricurdà
Nn'ce sta nemmeno na fotografia
Nn'ce sta cchiù niente e tu sî ancora 'a mia 'e notte
E ancora nun 'e trovo 'e parole pe te fà parlà
Però tengo 'a forza d'alluccà
Dimmello n'ata vota 'sta bucia
Pe'tté so' sulo na fotografia
E sî venuta sfucata, peccato
Pecché stive bbona vestuta stasera
I' te toccavo mentre tu durmive
E, quanno te scetave, 'doppo scumparive
Comme fa friddo, pecché nun m'astrigne?
Pecché nun scennimmo e turnammo dimane?
Tu, si alluccave, scetave 'a città
E, si ridive, 'a facive calmà
Tengo nu sacco 'e cose a te dicere
No "Comme staje?" e 'sti ccose ridicole
Ma te chiedesse si sî felice
Però tu staje cu'mmé
Falle tu ô posto mio
Viene ccà, cchiù vicino
Chillu llà è 'o posto mio
E ancora l'aggi''a fà na canzone pe t'arricurdà
Nn'ce sta nemmeno na fotografia
Nn'ce sta cchiù niente e tu sî ancora 'a mia 'e notte
E ancora nun 'e trovo 'e parole pe te fà parlà
Però tengo 'a forza d'alluccà
Dimmello n'ata vota 'sta bucia
Pe'tté so' sulo na fotografia
Che me ne faccio 'e na fotografia
Si, quanno 'a straccio, lieve addò stongo i'?
Pecché nun è maje maletiempo cu'tté, cu'tté, cu'tté
Pero 'o sole ce steva
Ero i' ca nn''o vedevo
E ancora l'aggi''a fà na canzone pe t'arricurdà
Nn'ce sta nemmeno na fotografia
Nn'ce sta cchiù niente e tu sî ancora 'a mia 'e notte
E ancora nun 'e trovo 'e parole pe te fà parlà
Però tengo 'a forza d'alluccà
Dimmello n'ata vota 'sta bucia
Pe'tté so' sulo na fotografia
Renzo Peretto è il nuovo presidente del cda...
Nuova presentazione del volume a Cagliari... 
Il Riesame di Brescia ha annullato i sequestri nei confronti del pm di Milano Pietro Paolo Mazza e dell'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, indagati per peculato e corruzione nell'inchiesta sul cosiddetto 'sistema Pavia'. Cellulari e pc tornano dunque nella disponibilità di Mazza, mentre per Venditti i dispositivi elettronici restano sotto sequestro perché su di lui pende un altro decreto di sequestro per il caso Garlasco.
"Il risultato ottenuto oggi, certamente positivo, anche per il contesto, non elimina il rammarico e il grave sconforto che deriva da quanto sto immotivatamente subendo" ha detto Mario Venditti, ex procuratore aggiunto di Pavia. "Questo nuovo annullamento è l'ulteriore dimostrazione della totale illegittimità e arbitrarietà dei provvedimenti e delle accuse nei miei confronti". "La Procura di Brescia, pur di perseguire l'obiettivo di sottopormi a una perquisizione infamante e a un sequestro punitivo ed espormi in questo modo al pubblico ludibrio, dopo oltre 40 anni di carriera specchiata, non ha esitato a falsificare le carte affermando nel decreto del 8 ottobre 2025 che avrei sostanzialmente acquistato autovetture a titolo gratuito ovvero a prezzi inferiori a quelli di mercato, contrariamente a quanto già da luglio 2025 relazionava la Guardia di finanza", aggiunge l'ex magistrato indagato per corruzione e peculato. "Mi auguro che chi ha il potere di vigilare sul corretto esercizio della funzione requirente giunga al più presto alle dovute determinazioni arrestando questo linciaggio di piazza" aggiunge Mario Venditti.
"Venditti e il 'sistema Pavia' sono strumentali alla partita di Garlasco, senza quella non avrebbe ricevuto questa ondata di accuse. - dice l'avvocato Domenico Aiello, difensore dell'ex procuratore di Pavia Mario Venditti. "Dal 2017 in avanti altri magistrati hanno deciso sulla stessa vicenda e non sono stati indagati. Non è indagato il gip di Pavia Fabio Lambertucci che ha archiviato Sempio, anche l'ex pm di Milano Alberto Nobili è uno dei primi a vagliare un'ipotesi di possibile indagine e l'ha tenuta nel cestino per circa un anno e mezzo".
"Dopo l'udienza avevo dichiarato che ero molto fiducioso sull'esito del ricorso, adesso posso dire che sono veramente molto soddisfatto" afferma l'avvocato Massimo Dinoia. "L'ordinanza ha accolto le nostre censure, che si erano appuntate in principalità sull'assoluta mancanza di indizi, e ha reso giustizia a un magistrato, il dottor Mazza, che si è sempre distinto per correttezza ed equilibrio".

L’Italia si riconferma leader della produzione di tabacco in Europa sia in termini di valore che di quantità, trainata da metodi di coltivazione sempre più sostenibili che rappresentano un volano di sviluppo economico per i territori interessati, con un ruolo ampiamente riconosciuto dalle amministrazioni locali. E’ uno degli spunti emersi dalla ricerca del Centro Studi Divulga su "I numeri chiave dell’accordo di filiera, tra reale e percepito", presentata al Villaggio Coldiretti di Bologna.
Nel nostro Paese si coltiva 1/3 dell’intera produzione tabacchicola europea, con circa 11mila ettari di superficie coltivata dal quale si ricavano circa 34 milioni di kg di tabacco all’anno, provenienti quasi interamente da Veneto, Umbria, Campania e Toscana, con 45mila occupati nelle varie fasi della filiera. L’Italia si distingue anche per elevati livelli di produttività, frutto di una maggiore capacità produttiva e tecnologica e degli elevati livelli di modernizzazione che caratterizzano la filiera produttiva.
Un patrimonio economico e occupazionale che negli ultimi tredici anni ha resistito alla contrazione della produzione (circa il 5% di media) imboccando la strada degli accordi di filiera. Un esempio è l’intesa tra Coldiretti, Philip Morris Italia e Ont Italia recentemente rinnovata fino al 2034, con investimenti complessivi per un miliardo di euro, puntando a rafforzare sostenibilità, innovazione e programmazione strategica di lungo periodo. L’accordo, ritenuto una best practice per il settore, permette una più efficace programmazione, investimenti nell’innovazione ecologica e digitale, formazione e ricambio generazionale. Proprio per questo, nonostante una generale riduzione dei volumi prodotti, le aziende aderenti all’accordo si sono mantenute stabili.
A confermare l’importanza per i territori della filiera arriva anche un’indagine dell’Istituto Ixe’ che ha analizzato il livello di conoscenza, percezioni e attese delle istituzioni territoriali locali rispetto a tale accordo. Due sindaci su tre dei comuni a vocazione tabacchicola considera l’intesa molto o abbastanza positiva, ma comunque nessuno la giudica negativamente. I benefici dell’accordo maggiormente attesi dagli amministratori riguardano il mantenimento dell’occupazione locale, il sostegno all’innovazione e alla sostenibilità ambientale ed il miglioramento della qualità della produzione.
L’indagine evidenzia dunque come gli accordi di filiera non vadano considerati strumenti di mera pianificazione agricola ma anche e soprattutto leve strategiche in grado di rafforzare la vitalità dei territori, consolidarne la coesione sociale e tracciare nuove traiettorie di sviluppo.
Guardando al futuro, la sfida non sarà solo mantenere la stabilità del comparto, ma trasformare questi strumenti in leve di innovazione e sostenibilità a lungo termine, in grado di accompagnare la filiera in un contesto economico e normativo in costante evoluzione, in particolare nel panorama europeo con la riforma della Pac, la revisione della Direttiva sulle accise e a livello internazionale con il prossimo appuntamento della Cop 11. Le politiche avranno un ruolo cruciale nel valorizzare l’intero comparto e i territori connessi, supportando lo sviluppo sostenibile e competitivo del settore.

Oltre mille voli sono stati cancellati oggi nei 40 aeroporti americani - tra cui gli hub nevralgici di Atlanta, Newark, Denver, Chicago, Houston e Los Angeles - in cui è scattato l'ordine di tagliare del 10% i voli per lo shutdown. Il ministro dei Trasporti afferma che se non verrà riaperto presto il governo si rischia fino al 20% dei voli bloccati. "Se questo continua, e io ho più controllori di volo che decidono di non poter andare al lavoro ma devono prendere un secondo lavoro, allora il 10% potrebbe essere un buon numero perché potremmo andare al 15% o al 20%", ha detto John Duffy intervenendo a un evento di Breitbart News, sito di estrema destra.
Interpellato da The Hill, Duffy ha comunque precisato che stava parlando in via ipotetica: "Possiamo arrivare a questo? E' possibile, non c'è un piano per farlo. Io valuto i dati e quanti controllori di volo abbiamo, e dico che dobbiamo prendere le decisioni sulla base di quello che vediamo per mantenere sicuro lo spazio aereo".
Duffy ha poi replicato a chi l'accusa di aver preso una decisione politica, bloccando migliaia di aerei per fare pressioni sui democratici e spingerli a votare la misura repubblicana per fermare lo shutdown: "Non è una mossa politica, abbiamo fatto straordinari per minimizzare l'impatto sugli americani".
Aeroporti nel caos
Numerosi dipendenti governativi, compreso il personale aeroportuale essenziale, si trovano a lavorare senza paga o in congedo non retribuito, in attesa della risoluzione di una crisi che perdura da quasi sei settimane.
Gli aeroporti maggiormente interessati sono stati Chicago O'Hare, Hartsfield-Jackson ad Atlanta, Denver e Dallas-Fort Worth, secondo dati analizzati dall'AFP. American Airlines ha comunicato una riduzione programmata di 220 cancellazioni di voli giornaliere. Delta Airlines ha annunciato la cancellazione di circa 170 voli previsti per oggi, mentre Southwest Airlines, secondo quanto riportato dalla Cnn, ha tagliato circa 100 voli per la stessa giornata. FlightAware ha registrato oltre 6.800 voli ritardati e circa 200 cancellazioni giovedì, con i passeggeri che hanno affrontato lunghe code ai checkpoint di sicurezza.
I viaggiatori negli aeroporti di Boston e Newark hanno sperimentato ritardi medi superiori alle due ore, mentre a Chicago O'Hare e Washington Reagan National i ritardi hanno superato l'ora. Le autorità hanno affermato di voler agire preventivamente per evitare incidenti. L'amministratore della FAA Bryan Bedford ha dichiarato: "Non aspetteremo che un problema di sicurezza si manifesti veramente, quando gli indicatori precoci ci dicono che possiamo agire oggi per evitare che le cose peggiorino".
Nuovo voto al Senato oggi
Intanto al Senato oggi si vota di nuovo per mettere fine allo shutdown, arrivato al suo 38mo giorno, ma i democratici non sembrano intenzionati ad accettare l'offerta del leader repubblicano, John Thune, che ha unito alla stopgag, la misura ponte per finanziare il governo fino a gennaio, una misura per garantire per un anno i programmi per i veterani e per i sussidi alimentari. "E' quello che chiedevano", ha detto il leader repubblicano.
"Il leader Thune non si sta facendo un favore non venendo al tavolo negoziale", ha replicato Jacky Rosen, senatrice considerata nel gruppo dei democratici che potrebbero dare il loro voto per il passaggio per la misura, annunciando che oggi voterà no nella votazione procedurale, in cui sono necessari i voti di almeno 6 democratici per arrivare alla maggioranza qualificata di 60. Si prevede quindi anche oggi, come nelle 14 precedenti volte dall'inizio dello shutdown, non verrà raggiunta questa maggioranza.
I repubblicani possono contare con un gruppo di centristi dem, Gary Peters, Jeanne Shaheen e Angus King, che stanno cercando il modo di mettere fine allo shutdown, ma in una riunione la maggioranza dei repubblicani ha stabilito che la proposta di Thune non contiene sufficienti assicurazioni sul fatto che Casa Bianca e maggioranza repubblicana poi nei negoziati per la legge di spesa vera e propria inseriranno il rinnovo dei sussidi federali per l'Obamacare che scadono a gennaio.
Anas, prosegue la fase finale dei lavori...
In un talk l'esperienza del Legends Collection Pictures... 
"Aurora chi ti fa il botox? Dacci informazioni". È questa la domanda che un utente ha rivolto genuinamente ad Aurora Ramazzotti sui social, spingendo così l'influencer a chiarire pubblicamente la questione e a smentire ogni voce di ritocchini estetici.
"Lo prendo come un enorme complimento", ha esordito la figlia di Michelle Hunziker ed Eros Ramazzotti e poi ha spiegato: "Mai fatto niente. Neanche mezza punturina o trattamento medico estetico". Poi ha chiarito la sua posizione sulla chirurgia estetica: "Non sono contro, anzi... ma mi fa un po' paura iniettarmi cose". Poi promette massima trasparenza sui social, se mai deciderà di fare qualcosa al viso lo dirà pubblicamente.
Ma per ora l'obiettivo è rimanere naturale "più a lungo possibile" e spera "di aver ereditato i geni della Hunziker", facendo riferimento alla madre che a 48 anni sfoggia una forma invidiabile.

"Ci siamo presi una pausa, un momento di riflessione". Così Antonella Elia ha annunciato ospite oggi, venerdì 7 novembre, a La volta buona che non sposerà più Pietro delle Piane. Almeno per il momento. Antonella e Pietro hanno deciso di prendersi una pausa dalla loro relazione poco dopo aver annunciato il matrimonio qualche settimana prima proprio nel salotto di Caterina Balivo.
"È dipeso da tutti e due non solo da me. Ognuno ha le sue parti di colpe", ha ammesso la showgirl. Antonella, con ironia, ha rivelato: "Pratico l’astinenza sessuale, mi prendo alcuni mesi di pausa per cercare di elevarmi dal primo al settimo chakra e raggiungere il divino".
Approvato all'unanimità lo studio propedeutico al progetto... 
Una giovane modella è stata aggredita da un 26enne su un treno regionale tra le stazioni di Carnate e Arcore, in provincia di Monza e Brianza. A salvarla, ha raccontato, lo spray al peperoncino dal momento che le persone presenti "guardavano senza provare ad aiutarmi".
A raccontare l'accaduto è la donna, Stephanie. "Minuti infiniti di aggressione fisica, mentre provavo a scappare", racconta sui social. "L'unica cosa che mi ha salvato la vita è stato il mio spray al peperoncino, perché le persone guardavano senza provare ad aiutarmi", riferisce la modella, che è stata visitata all'ospedale di Monza e dimessa con una prognosi di cinque giorni per le lesioni causatele dall'aggressore, un 26enne gambiano, con permesso di soggiorno scaduto e già noto alle forze dell'ordine per episodi simili, riconosciuto mercoledì nella stazione di Carnate dagli addetti alla security di Trenord, che hanno allertato la Polfer.
"Oggi sono riuscita a scappare, però ci sono tante ragazze che vengono uccise da tipi come questo", mette in guardia Stephanie, riferendosi anche all'omicidio della 23enne rifugiata ucraina Iryna Zarutska[1], a bordo di un treno a Charlotte, negli Stati Uniti. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Arcore, che indagano sull'accaduto, il 26enne avrebbe avvicinato la modella a bordo del treno, per poi aggredirla verbalmente e fisicamente, nonostante il tentativo della giovane di difendersi con uno spray urticante. Nel video dell'ultima parte dell'aggressione girato in treno, si sente la ragazza venire criticata da altri passeggeri per aver usato lo spray a bordo. "Fa male", si lamenta un uomo. "Lo sento anche io", ma "mi ha dato un pugno in faccia", si difende lei, che non fa in tempo a chiedersi "ma se una donna non ha uno spray come questo...", che viene nuovamente aggredita.
Quando il treno, che viaggiava lungo la tratta Ponte San Pietro – Milano Porta Garibaldi, è arrivato nella stazione di Arcore, il 26enne ne ha approfittato per scendere e allontanarsi. L'uomo è stato denunciato per lesioni personali aggravate dai carabinieri della stazione di Arcore, che hanno raccolto la denuncia della giovane vittima. Già destinatario di un foglio di via obbligatorio per quattro anni emesso dal questore di Palermo (città in cui aveva minacciato con un coltello una ragazza all’interno di un bar), l'uomo è stato accompagnato nel cpr di Torino, in attesa del rimpatrio nel Paese di origine.
Criticità idrogeologiche nel Campidano, Oristanese e Nuorese...
L'uomo, 60 anni, si è costituito in questura a Nuoro...
Tregua del sindacato Cimo dopo l'incontro in prefettura... 
"Sono allibita e mortificata dall’ostinazione con cui Sigfrido Ranucci continua a sostenere che fosse 'fondamentale', per il diritto di cronaca, mandare in onda la mia voce. Per l’informazione pubblica, poteva essere di interesse la notizia, non certo la mia sofferenza. Invece Report ha scelto di 'offrire' al pubblico il dolore di un momento intimo e privato, che nulla aggiungeva". E' quanto scrive Federica Corsini, moglie di Gennaro Sangiuliano, in una lunga lettera aperta in cui ritorna sull'audio della telefonata con l'ex ministro mandato in onda a Report[1].
"Le dichiarazioni di Ranucci, le sue esternazioni, peraltro continue e su ogni mezzo di informazione -prosegue Corsini- non fanno altro che aggiungere umiliazione ad umiliazione, perché continua ad affermare che era legittimo esporre il mio dramma con la mia voce e insinuando che il provvedimento del Garante della Privacy sia frutto di pressioni, favoritismi o peggio. Comprendo la sua necessità di difendersi in quanto lo scorso febbraio la Procura di Roma gli ha inviato un avviso di garanzia per il reato previsto dall’art. 615 bis comma 2 (interferenze illecite nella vita privata), quale autore del servizio giornalistico andato in onda in data 08.12.2024 nel corso della trasmissione televisiva Report. Peraltro, mi chiedo se e quando Ranucci abbia comunicato alla Rai di essere indagato".
"Inoltre, Ranucci sapeva - già dal 14 aprile scorso - di essere sottoposto ad indagine del Garante della Privacy per effetto della mia segnalazione e che rischiava la sanzione. Quello che non capisco -rimarca Corsini- è perché Ranucci abbia deciso di iniziare un’inchiesta sul Garante della Privacy[2] utilizzando la sua trasmissione, i mezzi e gli strumenti della Rai (ente pubblico) per difendere se stesso, in aperto conflitto di interessi poiché coinvolto in prima persona e peraltro senza dar conto al pubblico di Report della sostanza della sua condotta. E la Rai, se avesse saputo che Ranucci era indagato, non avrebbe dovuto consentirglielo".
"Ranucci non poteva e non doveva difendersi utilizzando la Rai, continuando a rimarcare la mia pubblica mortificazione e avanzando anche indirettamente su di me sospetti di favoritismo. Ci sono prove che Ranucci ha contattato direttamente colei che aveva abusivamente registrato l’audio, audio che era già stato offerto ad altri giornalisti e testate che ne avevano rifiutato la diffusione per etica, rispetto della deontologia e della legge, in quanto carpito illegalmente. E risulta perfino che chi ha registrato era consapevole della illiceità ('non è legale') della registrazione", sottolinea.
"Illiceità nota anche Ranucci perché era ben spiegato nella diffida inviata prima della messa in onda della trasmissione. Diffida in cui chiedevo di non mandare in onda la mia voce, ma che non impediva di dare in altro modo la notizia. Inorridisco nel leggere - negli atti del procedimento - i messaggi tra Ranucci e chi oggi è imputato di stalking aggravato: con lei parla di 'imbastire il nostro lavoro'; è incredibile la solidarietà che le esprime. Visti i sistemi fin qui utilizzati da Report e Ranucci, mi aspetto che proporranno al pubblico anche un’inchiesta sulla mia persona, per screditarmi e ridurmi al silenzio con sospetti, pedinamenti, audio, mail e chissà cos’altro".
"Tutti possiamo sbagliare, anche in buona fede, ma Report ha compiuto un atto di violenza contro di me e doveva riconoscerlo, senza nascondersi dietro il servizio pubblico. Da dipendente e giornalista Rai sono sempre stata profondamente aziendalista, non traggo alcun vantaggio né soddisfazione dal sapere che - per le condotte che ho subito - l’azienda sia stata sanzionata per 150 mila euro. Il Garante della Privacy ha stabilito quella cifra, ma anche un solo euro sarebbe bastato: ciò che conta per me - e per tutti coloro che potrebbero subire ciò che io ho subito da Report - è il principio del rispetto della dignità e della privacy di ogni persona, di ogni donna. Continuerò a tutelare la mia dignità e i miei diritti nelle sedi competenti confidando nelle istituzioni, nella Legge e nel rispetto della deontologia professionale e del codice etico Rai", conclude Corsini.

I pazienti "devono essere considerati" nel loro complesso, cioè come "persone che affrontano un percorso di malattia e di sofferenza". Lo ha detto Vincenzo Mirone, consigliere nazionale della Società italiana di urologia, in occasione del Congresso nazionale Siu in corso a Sorrento, illustrando i temi all'attenzione degli specialisti. "Il compito dell'urologo deve essere proprio quello di entrare in diretta connessione con la persona che si trova ad affrontare un percorso" per la diagnosi di "una patologia oncologica o di una patologia di altro ordine urologico". Il medico deve "creare soprattutto una interconnessione emozionale - sottolinea - E' fondamentale" a tale proposito "una crescita degli stessi urologi nel concetto di counseling, cioè del parlare con le persone. Da questo tipo di comunicazione può nascere solo un percorso meno sofferto con soluzioni più accettabili".
Tra i congressisti sono inoltre argomento di dibattito le novità delle "piattaforme robotiche", ma anche l'impatto della componente maschile nella denatalità. "Bisogna concentrarsi molto non solo sulla donna, ma anche sul maschio - avverte Mirone - perché il 50% della responsabilità di un bambino che non arriva è proprio legato anche alla componente maschile". L'esperto spera che dal congresso possano arrivare "buone notizie".

"La chirurgia robotica in urologia è altamente utilizzata. Il 54% delle procedure robotiche in Italia è" in ambito "urologico". Con la robotica si "cura il tumore della prostata, del rene e della vescica. La ricerca in tale ambito nei prossimi anni andrà ad analizzare le numerose piattaforme robotiche che stanno uscendo in commercio e che quindi avranno bisogno di essere valutate in termini di fattibilità e di risultati". Così Andrea Minervini, consigliere nazionale della Società italiana di urologia, al Congresso nazionale Siu in corso a Sorrento, illustra le ultime novità sui tumori urologici.
"In ambito di oncologia medica - continua Minervini - ci sono risultati importanti usciti dal congresso europeo Esmo nel trattamento del tumore della vescica. Sono risultati" che stanno "cambiando di molto la tipologia del trattamento, che nei prossimi anni si svilupperà ad includere farmaci di nuova generazione che daranno dei risultati più importanti, per allungare la vita di questi pazienti, e che si integreranno con la terapia chirurgica che è sempre più sviluppata in ambito robotico".

"Uno dei temi più importanti che sono stati trattati nel corso del 98esimo Congresso della Società italiana di urologia è senza dubbio la sostenibilità della chirurgia robotica". Così Vincenzo Ficarra, consigliere nazionale della Siu, illustra le ultime novità della chirurgia robotica, tra gli argomenti più dibattuti tra gli specialisti all'evento nazionale in corso a Sorrento.
"Oggi la chirurgia robotica rappresenta la nuova frontiera della chirurgia mini-invasiva ed è applicabile nella terapia di numerosissime patologie urologiche - spiega Ficarra - Uno dei punti negativi può essere rappresentato dal suo costo, teoricamente più alto rispetto alla chirurgia 'open', ma ci sono sicuramente delle evidenze che la chirurgia robotica possa ridurre le degenze ospedaliere, anche i costi indiretti e, sostanzialmente, diventare di fatto sostenibile per il nostro sistema sanitario. Allo stesso tempo - aggiunge - riteniamo che non sia corretto poter rinunciare a una chirurgia mini-invasiva così di precisione quale è la chirurgia robotica. La sfida per il futuro - conclude - è collegare l'efficienza e l'efficacia della chirurgia robotica con la sua sostenibilità nell'ambito del nostro sistema sanitario".

Furto in casa di Alessandro Bastoni mercoledì sera, mentre il difensore dell'Inter era impegnato a San Siro nella sfida contro il Kairat.
Almeno quattro i ladri entrati nell'abitazione, vuota in quel momento, di Castelli Calepio, in provincia di Bergamo. Sono bastati pochi minuti per svaligiarla di oggetti di valore, tra cui due orologi Rolex, e darsi alla fuga.
Sono in corso le indagini, affidate ai carabinieri del comando provinciale di Bergamo, per risalire agli autori del furto.
Messaggio dal sito: mancano suoi silenzi, ma continua a parlarci... Altri articoli …
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