
"Accogliamo con grande soddisfazione l'upgrade di Moody's sull'Italia, un risultato importante che non avveniva da 23 anni". Così oggi, sabato 22 novembre, da Johannesburg la premier Giorgia Meloni. "Questo riconoscimento premia il lavoro serio e responsabile del nostro governo, frutto di scelte coerenti sui conti e di riforme strutturali, ma anche il lavoro e l'impegno delle nostre imprese e dei nostri lavoratori".
"Desidero ringraziare in particolare il ministro Giorgetti - prosegue - per lo sforzo costante e scrupoloso nella gestione dei conti. La promozione di Moody's è una conferma della fiducia dei mercati non solo nel governo, ma nell'Italia tutta", conclude la presidente del Consiglio.
Ornella Vanoni: le canzoni e Sanremo, gli amori, la confessione sul funerale e l'ultima provocazione

Ornella Vanoni è morta. La cantante è scomparsa nella serata di ieri, venerdì 21 novembre, a Milano, sconvolgendo la musica italiana, che si è riversata sui social per rendere omaggio alla sua regina. Ma Vanoni, oltre che straordinaria interprete e firma di alcuni dei successi più imporanti della canzone del nostro Paese, ha vissuto anche una vita fatta di amori e provocazioni, l'ultima racchiusa in quell'ultimo desiderio: "Intitolatemi un'aiuola".
Ornella Vanoni, la musica e le canzoni
Con più di 100 lavori, oltre 55 milioni di dischi venduti, una vita divisa tra teatro, cinema, musica e televisione, Ornella Vanoni ha attraversato la storia musicale del nostro Paese trasformandosi più volte, senza mai perdere autenticità. L'incontro con Gino Paoli[1], con cui condivide una storia d'amore intensa e travagliata, è fecondo artisticamente con brani leggendari come 'Senza fine' e 'Che cosa c'è', ma anche il primo grande successo commerciale, 'Cercami', pubblicato nel 1961.
Sanremo sancisce la sua definitiva popolarità: partecipa per otto edizioni, conquistando nel 1968 il secondo posto con 'Casa bianca', e il quarto posto in tre diverse edizioni (1967, 1970, 1999). Nel 1976 realizza con Toquinho e Vinícius de Moraes uno degli album più raffinati della sua carriera: 'La voglia, la pazzia, l'incoscienza, l'allegria', ancora oggi considerato un capolavoro della musica italiana, tanto da essere incluso tra i 100 dischi italiani più belli secondo la rivista "Rolling Stone". È l'inizio di un amore profondo per la musica brasiliana, che la accompagnerà per tutta la vita.
Durante gli anni '80, Ornella assume il controllo completo del proprio percorso artistico. Firma testi, idea concept album e riceve prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Premio Tenco come miglior cantautrice, prima donna a riceverlo. Dischi come "Ricetta di donna" (1980), "Duemilatrecentouno parole" (1981) e "Uomini" (1983) mostrano una nuova Ornella: più intima, personale, consapevole. È anche l'epoca della collaborazione con Lucio Dalla, Paolo Conte, Gerry Mulligan, e del ritorno con Gino Paoli nel fortunatissimo tour "Insieme" (1985).
Nel nuovo millennio, Vanoni festeggia i 50 anni di carriera con grande stile: un concerto in Piazza Duomo a Milano davanti a 35.000 persone (2008), duetti con artisti di tutte le generazioni in "Più di me", e un doppio disco dal vivo con Paoli. Il brano "L'appuntamento", riscoperto grazie al film Ocean’s Twelve, torna a scalare le classifiche.
Nel 2018, all'età di 83 anni, stupisce ancora tutti salendo sul palco del Festival di Sanremo con "Imparare ad amarsi", in trio con Bungaro e Pacifico. E partecipa all'edizione 2024 partecipa a una sorprendente rivisitazione del suo brano "Ti voglio", reinterpretato insieme a Elodie e Ditonellapiaga.
Ornella Vanoni, gli amori
La storia d'amore tra Ornella Vanoni e Gino Paoli è una delle più emblematiche e articolate della canzone italiana: un legame tanto tormentato quanto fertile, capace di trasformare la passione privata in musica eterna. Il loro incontro risale al 1960, quando entrambi erano legati all'etichetta Ricordi: da quel momento nasce non solo una collaborazione professionale, ma anche una relazione sentimentale intensa. Paoli, già sposato in quel periodo, scrive per Ornella alcuni dei suoi brani più importanti, come 'Senza fine' e 'Che cosa c'è', che rimangono tra i pilastri del repertorio della Vanoni.
Secondo Vanoni, la relazione fu dolorosa e controversa: "Quando è scoppiato l'amore con Gino Paoli, lui era sposato e io mi sono sposata poco dopo. Una sofferenza tremenda, altro che scandalo" ha raccontato in varie interviste. Nonostante la complessità sentimentale, il loro rapporto ha generato una delle canzoni più eleganti e delicate della musica italiana: 'Senza fine', scritta da Paoli, è una ballata romantica dallo stile quasi waltz, e si chiude con un delicato fade‑out, simbolo di un amore che sembra non finire mai. Anche 'Che cosa c'è', un altro valzer sentimentale, nacque dal loro legame: il testo, intriso di tenerezza e malinconia, sembra riflettere proprio la complessità della loro unione.
Nel 1961, Ornella Vanoni pubblica il suo primo album, che contiene 'Cercami', brano che diventa il suo primo grande successo commerciale. Questo pezzo, dedicato idealmente a Paoli, segna una svolta nella carriera della cantante, consolidando la sua voce come una delle più intense e sofisticate del panorama italiano. La loro collaborazione professionale non si esaurisce con la fine della relazione sentimentale. Negli anni a seguire, Paoli e Vanoni continuano a duettare e a esibirsi insieme: un esempio è l'album live "Insieme", pubblicato nel 1985, che raccoglie molti dei loro pezzi più famosi, come 'Senza fine', 'Che cosa c'è', 'L'appuntamento' e 'Non andare via'.
Quando nel 2024 hanno festeggiato i 90 anni (lei il 22 settembre, lui il 23 settembre), il loro scambio di auguri ha commosso il pubblico: due artisti che, pur avendo vissuto un amore tempestoso, restano indissolubilmente legati nella memoria della musica italiana.
"Al funerale con vestito Dior e musica di Paolo Fresu"
Il vestito di Dior, la musica di Paolo Fresu, le ceneri sparse nel mare di Venezia. Con ironia e leggerezza Ornella Vanoni descriveva così il suo funerale a Fabio Fazio[2] in una puntata di Che tempo che fa del 2023. "Adesso scelgo il vestito, la bara deve costare poco perché devo essere bruciata", diceva la cantante, come ricorda il video riproposto su X dal profilo @grande_flagello.
"Poi buttatemi in mare, quello che vi pare... Mi piacerebbe Venezia, fate come volete. Il vestito ce l'ho, è di Dior. Poi ho chiesto a Paolo Fresu di suonare durante il funerale", le parole della cantante. "Ma dove la troviamo una così? Perché siamo su questo argomento?", la domanda di Fazio. "Siamo lì vicini", la risposta.
"Dedicatemi un'aiuola", l'ultima provocazione di Vanoni
La cantante, in un'intervista concessa nel settembre 2024 al Corriere della Sera in occasione del suo novantesimo compleanno, aveva chiesto di venire ricordata con un'aiuola.
"Il teatro Lirico l'hanno dedicato a Gaber, le due sedi del Piccolo a Strehler e a Grassi, la Palazzina Liberty a Fo e a Rame, lo Studio alla Melato. Per me non è rimasto niente. Per questo rivolgo un appello al sindaco Sala: mi dedichi un’aiuola in centro", le parole dell'artista. Unica condizione: "La voglio da viva. Adesso. 'Aiuola Ornella Vanoni, manutenuta da lei'. Me ne prenderei cura di persona. Pianterei fiori e pomodori". Nel salotto di Fazio a Che Tempo Che Fa aveva ribadito il concetto: "Danno tutto da morti, lo facessero da vivi uno è anche più contento".

"E' volata via Ornella Vanoni". Renato Zero, con un lungo messaggio affidato ai social, rende omaggio a Ornella Vanoni, morta ieri all'età di 91 anni. "Una luce si è spenta sulla scena della vita, e noi rimaniamo qui, nel buio, a cercare il respiro caldo di una voce che ci ha accompagnati per anni. E' volata via Ornella Vanoni. Una donna, un'artista, un'anima che non ha mai avuto paura di mostrarsi vera, intensa, irripetibile. Renato e Ornella... Due cuori fuori dal comune, due spiriti liberi, due complicità che il destino aveva fatto incontrare per riconoscersi, sostenersi, volersi bene", scrive il cantante.
"Amici da sempre, nella vita e nell'arte, uniti da quella magia che solo gli eletti del palcoscenico sanno condividere: rispetto, sincerità, follia buona, e quella bellezza che non ha bisogno di spiegazioni - continua - E oggi, di fronte a questa perdita enorme, noi Sorcini e Zerofori ci stringiamo in un unico abbraccio. Un abbraccio grande, vero, pieno di gratitudine. Ci uniamo al dolore della famiglia di Ornella, dei suoi amici, di chi l'ha amata, ascoltata, applaudita".
"L'Italia -dice Renato Zero- perde una delle sue voci più luminose. Il mondo perde un'artista immensa. Noi perdiamo un pezzo di cuore. Ma gli artisti come Ornella non se ne vanno mai davvero. Restano nelle note, negli sguardi, nelle parole che hanno avuto il coraggio di cantare. Restano nei ricordi di chi li ha amati senza condizioni. Che il cielo le apra le braccia come solo gli angeli sanno fare. E che da lassù - conclude Renato Zero - possa vedere quanto amore sta lasciando qui, tra noi. Ciao Ornella. Il tuo canto continuerà a volare. E noi, con tutto l'amore del mondo continueremo ad applaudirti e volerti bene".

La Formula 1 illumina Las Vegas. Nelle prime ore italiane di oggi, sabato 22 novembre, Lando Norris si è preso la pole position durante le qualifiche del Gran Premio. Il pilota inglese della McLaren, leader del Mondiale, ha fatto segnare il miglior tempo con un 1'47"934 precedendo la Red Bull di Max Verstappen, che scatterà accanto a lui in prima fila, e la Williams di Carlos Sainz.
Quarta posizione in griglia per la Mercedes di George Russell, seguito dall'altra McLaren di Oscar Piastri. Soltanto nona la Ferrari di Charles Leclerc, mentre quella di Lewis Hamilton arriva addirittura ultima non riuscendo a superare il Q1. Ecco la griglia di partenza del Gp di Las Vegas:
1. Lando Norris (McLaren)
2. Max Verstappen (Red Bull)
3. Carlos Sainz (Williams)
4. George Russell (Mercedes)
5. Oscar Piastri (McLaren)
6. Liam Lawson (Racing Bulls)
7. Fernando Alonso (Aston Martin)
8. Isack Hadjar (Racing Bulls)
9. Charles Leclerc (Ferrari)
10. Pierre Gasly (Alpine)
11. Nico Hulkenberg (Kick Sauber)
12. Lance Stroll (Aston Martin)
13. Esteban Ocon (Haas)
14. Oliver Bearman (Haas)
15. Franco Colapinto (Alpine)
16. Alexander Albon (Williams)
17. Kimi Antonelli (Mercedes)
18. Gabriel Bortoleto (Kick Sauber)
19. Yuki Tsunoda (Red Bull)
20. Lewis Hamilton (Ferrari)

Big match in Serie A. Il Napoli sfida oggi, sabato 22 novembre, l'Atalanta - in diretta tv e streaming - al Maradona nella 12esima giornata del campionato italiano. La squadra azzurra è reduce dalla brutta sconfitta di Bologna, che si è imposto 2-0 al Dall'Ara, mentre la Dea ha perso 3-1 in casa contro il Sassuolo, sconfitta che è costata la panchina al tecnico Ivan Juric, sostituito da Raffaele Palladino.
In classifica il Napoli è scivolato al quarto posto a 22 punti, a pari merito con il Milan, a -2 dalla coppia di testa formata dalla Roma e dall'Inter. L'Atalanta invece si trova in 13esima posizione a quota 13.
Napoli-Atalanta, orario e probabili formazioni
La sfida tra Napoli e Atalanta è in programma oggi, sabato 22 novembre, alle ore 20.45. Ecco le probabili formazioni:
Napoli (4-1-4-1): Milinkovic-Savic; Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno, Gutierrez; Lobotka; Politano, Elmas, McTominay, Neres; Hojlund. All. Conte
Atalanta (3-4-2-1): Carnesecchi; Kossounou, Hien, Ahanor; Bellanova, Ederson, Pasalic, Zappacosta; De Ketelaere, Lookman; Scamacca. All. Palladino
Napoli-Atalanta, dove vederla in tv
Napoli-Atalanta sarà trasmessa in diretta televisiva sui canali Dazn, visibili tramite smart tv, ma anche su quelli SkySport. Il match sarà disponibile in streaming sull'app SkyGo, su NOW e sulla piattaforma web di Dazn.

Oggi, sabato 22 novembre, sarà ospite a Verissimo, Martina Nasoni, la "ragazza dal cuore di latta". La vincitrice del Grande Fratello del 2019, affetta da una grave patologia cardiaca, nei mesi scorsi, è stata sottoposta a un trapianto di cuore, e oggi racconterà la sua storia nel salotto di Silvia Toffanin.
Martina Nasoni ha emozionato il pubblico quando, raccontò la sua battaglia contro una cardiomiopatia per la prima volta durante la sua partecipazione al reality show di Canale 5. La sua storia ispirò anche il singolo sanremese 'La ragazza con il cuore di latta', scritto da Irama.
Lo scorso agosto, la ragazza ha raccontato sui social di essersi sottoposto a un trapianto di cuore: "Il mio grazie più grande va a chi mi ha donato il cuore".
"In questi giorni sto toccando con mano la fragilità e la forza della vita", aveva scritto Martina, in un lungo post condiviso su Instagram, e prima di ogni cosa aveva ringraziato l'equipe di medici dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo per "aver guidato questo viaggio con competenza e cuore".
Martina ha definito il suo percorso un vero e proprio "miracolo". Parole piene di gratitudine quelle che l'ex gieffina aveva dedicato al suo donatore: "Non conosco il tuo nome, ma porto la tua storia dentro di me. Il tuo addio è diventato il mio inizio: una morte che ha acceso una vita. A te e alla tua famiglia, che nel dolore ha scelto la generosità, devo ogni battito. Prometto di onorare questo dono: vivrò con gratitudine, cura, rispetto. Ogni passo che farò, ogni risata che tornerà, ogni traguardo che arriverà, saranno anche tuoi".
Martina aveva annunciato di non essere pronta a tornare sui social con assidua frequenza: "Il percorso è ancora lungo, ma voi tutti, sappiate, che state illuminando il mio cammino. Vi ringrazio e vi abbraccio immensamente”.

Bianca Atzei sarà ospite oggi a Verissimo per un’intensa intervista con Silvia Toffanin in un periodo particolarmente complesso della sua vita.
Bianca Atzei, chi è
Veronica Atzei, meglio nota come Bianca Atzei, è nata a Milano l'8 marzo del 1987 da genitori di origini sarde. La passione per il canto comincia sin da piccolina, inizia a studiarlo infatti all'età di 8 anni.
Bianca interrompe presto il percorso scolastico, in quarta superiore, per alcuni problemi di salute e successivamente si iscrive al MAS - Music Art and Show - di Milano ottenendo prime esperienze come cantante. Riesce così a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo: anche come corista a ‘Domenica Cinque’ di Barbara D'Urso.
Prova due volte a partecipare al Festival di Sanremo, ma con scarsi risultati. E dopo varie collaborazioni tra cui i Modà, Bianca si ripropone nel 2015 e riesce a conquistare un posto tra i big in gara con il brano ‘Il solo al mondo’ e si classifica 14esima.
La vita privata
Dal 2015 al 2017, Bianca Atzei è stata legata sentimentalmente all'ex pilota motociclistico Max Biaggi. Nel 2019 Bianca si fidanza con il conduttore televisivo Stefano Corti. Insieme la coppia accoglie nel 2023 il loro primo figlio, Noa Alexander. La loro storia però, secondo alcune indiscrezioni, sembra essere arrivata al capolinea.
Il problema al cuore
Nel 2015, durante la sua prima partecipazione al Festival di Sanremo tra i Big, la cantante ha avuto un problema al cuore. Al settimanale ‘Starbene’, Bianca ha raccontato: “Una notte mi sono svegliata molto agitata, avevo la tachicardia, ma tutti pensavano fosse l’ansia del debutto. Conclusa la gara la situazione è peggiorata. Il medico mi ha detto che avrebbe dovuto operarmi d’urgenza. In pratica, c’era un foro nel cuore, fra atrio e ventricolo. Di solito si chiude nelle prime settimane di vita, ma nel mio caso era rimasto aperto. Così mi hanno messo una protesi di acciaio, una specie di ombrellino. Ho capito davvero cosa significa essere terrorizzata”.
L'aborto
Bianca Atzei, prima di diventare mamma del primogenito Noa Alexander, nato dall'amore con Stefano Corti, ha perso un bambino a causa di un aborto spontaneo. In un lungo post su Instagram, Bianca Atzei ha parlato della difficoltà ad avere figli e del percorso di fecondazione assistita che ha intrapreso insieme al compagno Stefano Corti.
"Voglio raccontarvi la mia esperienza per sensibilizzare su un argomento di cui si parla poco, ma che accomuna purtroppo tante coppie. Per più di un anno abbiamo cercato un figlio e spesso ci siamo sentiti dire non pensarci perché più ci pensi e più non arriva. Come fa una donna, però, a non pensarci ogni volta che le arriva il ciclo?”.
Dopo un anno di tentativi, Bianca Atzei e il compagno hanno deciso di ricorrere alla fecondazione assistita. "E dopo più di un anno succede. Quando ho visto quel test positivo è stata l'emozione più bella della mia vita. Eravamo al settimo cielo. Avremmo voluto urlarlo al mondo intero. Quella felicità è sparita nel momento in cui abbiamo saputo che la gravidanza si è interrotta e si è dovuti intervenire chirurgicamente".
"Raccontarlo è come liberarsi di un qualcosa di cui non hai colpa e per cui non devi provare vergogna. Bisogna solo andare avanti. Sono sicura che arriverà di nuovo qualcosa di bello perché ho sempre sperato. Tengo ancora vivo il sogno di poter diventare mamma", aveva concluso la cantante.

Stasera, sabato 22 novembre, in prima serata su Canale5 l’appuntamento è con una nuova puntata di ‘Tu si que vales’ e con nuove eccellenti performance di artisti di tutte le età e provenienti da tutto il mondo.
Uno show ricco di artisti capaci di dimostrare tutto il loro talento. Tra questi: maghi, mentalisti, ballerini, acrobati, cantanti, attori, sportivi, giocolieri…pronti a esibirsi sul palco per provare a conquistare il sì dalla giuria composta da: Maria De Filippi, Paolo Bonolis, Rudy Zerbi, Luciana Littizzetto e Sabrina Ferilli che anche questa settimana vestono i panni di grandi artisti della musica insieme a Luca Argentero, Emma, Francesco Arca, Nathalie Guetta e Tina Cipollari.
A condurre lo show l’affiatato trio formato: Giulia Stabile, Alessio Sakara e Martin Castrogiovanni.

Un attore dalla presenza magnetica, capace di rendere iconico anche il silenzio. La sua eleganza fredda del Nord e i suoi lineamenti duri si fanno espressione, gesto, cinema. Lui è Mads Mikkelsen, che oggi, 22 novembre, taglia il traguardo dei 60 anni.
Gli inizi
Classe 1965, nato a Copenaghen da papà Henning, bancario, e mamma Bente, un'infermiera, Mads Dittman Mikkelsen non arriva subito al cinema. Da giovane si allenava per diventare un ginnasta, poi la danza ha incrociato il suo cammino. Ha studiato all'accademia di ballo di Göteborg, lavorando poi come ballerino per dieci anni prima di abbandonare quest'attività e iniziare a studiare recitazione alla scuola teatrale di Aarhus.
Il debutto sul grande schermo è stato con 'Pusher' di Nicolas Winding Refn. Un film che segna l’inizio di una carriera di outsider (di successo) che decolla rapidamente, diventando uno dei volti più riconoscibili e amati del cinema, sia dal grande pubblico che dalla critica. La pellicola sancisce anche il sodalizio artistico con il regista danese. Dopo 'Pusher', ha recitato in 'Bleeder', 'Pusher II - Sangue sulle mie mani' e 'Valhalla Rising - Regno di sangue'.
I ruoli più iconici
Un attore, fin dall'inizio della carriera, capace di incarnare la complessità morale senza bisogno di molte parole. Dal villain glaciale di 'Casino Royale' (21esimo film di James Bond) al cannibale colto e raffinato della serie 'Hannibal', fino ai protagonisti tormentati del cinema d’autore scandinavo: la sua filmografia oscilla con naturalezza tra film d'autore e grandi franchise.
La prima grande produzione hollywoodiana ad aver bussato alla sua porta è stata 'King Arthur' in cui ha interpretato Tristano, uno dei mitici Cavalieri della Tavola Rotonda. La consacrazione internazionale arriva come protagonista di 'Dopo il matrimonio' della regista danese Susanne Bie e a 'Casino Royale'. Ma anche con 'Il sospetto', con la regia di Thomas Vinterberg, che lo vede nei panni dell’insegnante d’asilo Lucas. Il regista danese lo ha diretto anche in 'Un altro giro', che fa un ritratto della società danese così apparentemente perfetta e fredda ma così bisognosa di contatto umano. Un bisogno che sfocia in modi disperati per appagarlo. Ed è per questo film che Mikkelsen si è svestito dell'interpretazione di uomini freddi e forti per calarsi nei panni di un uomo di mezza età - che gli è valso un European Film Award - alle prese con una crisi personale in cui l'alcol diventa il suo fedele compagno.
Nel corso della sua carriera ha fatto un salto nel mondo del 'fantastico'. Ha interpretato il villain Kaecilius nel film del Marvel Cinematic Universe 'Doctor Strange'. Nello stesso periodo è arrivato sul grande schermo nei panni dell'ex scienziato imperiale Galen Erso nel film 'Rogue One: A Star Wars Story'. Inoltre, ha portato la sua eleganza inquieta nel ruolo del mago oscuro Gellert Grindelwald, prendendo il posto di Johnny Depp, in 'Animali fantastici - I segreti di Silente' (terzo capitolo dell'omonima saga spin-off di 'Harry Potter') e in quello del diabolico scienziato nazista Jürgen Voller nel film 'Indiana Jones e il quadrante del destino'.
Non solo attore
È stato anche doppiatore. Ha prestato la sua voce a Kiros, il crudele capo di un branco di leoni bianchi chiamati gli 'Emarginati' nel film 'Mufasa - Il re leone' di Barry Jenkins. Dal cinema alla musica e ai videogiochi. Ha partecipato come guest star nel video musicale di 'Bitch Better Have My Money' di Rihanna e si è aggiudicato il premio alla miglior performance ai The Game Awards del 2019 per la sua interpretazione dell'enigmatico Clifford Unger in 'Death Stranding', videogioco di Hideo Kojima.
Mads Mikkelsen è molto più di un attore: un vero e proprio riferimento culturale, un artista che continua a scegliere storie sfidanti, a muoversi tra blockbuster e cinema d’autore, tra Europa e Stati Uniti, senza mai rinunciare alla sua identità.

Il piano Usa per la pace in Ucraina? "Zelensky dovrà farselo piacere". Parola di Donald Trump, sempre più in pressing sul presidente ucraino perché dia il suo via libera al progetto in 28 punti per mettere fine alla guerra in corso con la Russia.
E come se non bastasse l'insistenza del tycoon, per il quale la pace sarebbe vicina se solo il leader di Kiev dicesse di sì, ecco arrivare anche una nuova minaccia dello 'zar' Putin. Che, promette, conquisterà nuovi territori in caso di un no da parte del nemico. Nel mezzo, il sostegno totale all'Ucraina da parte dell'Europa, che reclama a gran voce un posto nei futuri negoziati per assicurare una pace giusta e senza compromessi a sfavore di Kiev. E' in questo scenario che Zelensky appare accerchiato, diviso - ha detto - di fronte a una scelta cruciale: la "perdita della dignità o il rischio di perdere un partner chiave" come gli Stati Uniti. Che ora sembrano davvero non voler più aspettare.
Trump, l'ultimatum a Kiev: "Sei giorni per rispondere"
Zelensky quindi "dovrà farsi piacere" il piano di pace in 28 punti elaborato da Trump per porre fine alla guerra con la Russia e che prevede la cessione di territori da parte di Kiev. "Dovrà piacergli e se non gli piace, allora, dovranno semplicemente continuare a litigare", le parole di Trump ai giornalisti nello Studio Ovale. Ma "a un certo punto dovrà accettare qualcosa", ha aggiunto.
Trump d'altra parte ha detto di essere convinto che il piano sia "un modo per raggiungere la pace", ma che prima dovrà essere approvato dal presidente ucraino: "Pensiamo di aver trovato un modo per raggiungere la pace, ma dovrà approvarlo". "Penso - ha poi aggiunto il tycoon - che ci stiano andando abbastanza vicino, ma non voglio fare previsioni".
Il presidente americano ha quindi confermato il prossimo 27 novembre - giorno del Ringraziamento negli Stati Uniti - come una scadenza "appropriata" entro cui l'Ucraina dovrebbe rispondere. Il tycoon ha poi aperto a una proroga della deadline "se le cose vanno bene", ma ha anche avvertito che Kiev perderà ancora territori "nel breve termine".
Gli Stati Uniti, ha continuato il leader Usa, "sono coinvolti" nella proposta di pace per l'Ucraina "per un unico motivo: vogliamo che le uccisioni cessino". Quanto ai timori che la Russia possa, in futuro, rappresentare una minaccia per il Baltico o altre parti dell'Europa, Trump ha affermato che "loro saranno fermati", per poi assicurare: "Non stanno cercando un'altra guerra".
Il presidente ha quindi assicurato che non revocherà le "sanzioni molto pesanti" contro il petrolio russo che entreranno in vigore "molto presto".
La reazione di Zelensky
Dal canto suo, il sempre più pressato Zelensky ha assicurato che non "tradirà il Paese" e che presenterà "alternative" al piano Usa. Le sue parole sono arrivate poco dopo un colloquio con il vicepresidente americano Jd Vance per discutere il progetto in 28 punti. "Presenterò argomenti, convincerò e proporrò alternative. Non abbiamo tradito l'Ucraina nel 2022, non la tradiremo ora", ha aggiunto, anticipando che Kiev "potrebbe trovarsi di fronte a una scelta molto difficile: la perdita della dignità o il rischio di perdere un partner chiave".
Nel corso della giornata, il leader di Kiev ha però corretto il tiro, accennando a un'apertura: "L'Ucraina ha sempre rispettato e continua a rispettare la volontà del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di porre fine allo spargimento di sangue e consideriamo in modo positivo ogni proposta realistica".
"Abbiamo affrontato molti dettagli delle proposte americane per porre fine alla guerra e stiamo lavorando per fare in modo che la strada davanti a noi sia dignitosa e realmente efficace per arrivare a una pace duratura", ha poi aggiunto precisando che "abbiamo concordato di lavorare con gli Stati Uniti e l'Europa a livello di consiglieri per la sicurezza nazionale per far sì che il percorso verso la pace sia davvero fattibile".
"Abbiamo concordato di mantenere contatti costanti e i nostri staff sono pronti a lavorare 24 ore su 24", ha quindi assicurato il presidente ucraino.
Il monito di Mosca a Kiev e la minaccia di Putin
Per Mosca, però, "è meglio negoziare e farlo ora piuttosto che successivamente. L'efficace lavoro delle forze armate russe dovrebbe convincere Zelensky". Questo il monito lanciato dal portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov al presidente ucraino che - ha detto - rischia di perdere altro territorio se non avvia negoziati "ora". "Lo spazio per la libertà decisionale si sta riducendo per lui, con la perdita di territori durante le azioni offensive dell'esercito russo", ha aggiunto.
D'altra parte la Russia si continua a dire "totalmente aperta a colloqui di pace" sul conflitto ucraino, ha spiegato ancora Peskov, precisando che Mosca è pronta a portare avanti i colloqui sulla base delle intese raggiunte al summit di Anchorage. Peskov non ha commentato le notizie uscite sui media relative ad una possibile firma del piano di pace entro il 27 novembre. "Non sappiamo su cosa i media basino la pubblicazione di queste notizie. Quindi, non c'è niente da condividere qui", ha gelato chi gli chiedeva se il Cremlino condividesse questo ottimismo.
Alle parole di Peskov, si sono poi aggiunte quelle dello 'zar' Vladimir Putin. "Il nuovo piano di Trump può essere posto alla base della soluzione definitiva sulla questione ucraina", la frase durante una riunione operativa con i membri permanenti del Consiglio di sicurezza russo.
Putin ha poi spiegato che il piano statunitense "non è stato discusso pubblicamente, se non a grandi linee", ma ha confermato che, durante l’incontro ad Anchorage di Ferragosto, Mosca ha ribadito che "nonostante le difficoltà, la Russia concorda con le proposte di risoluzione avanzate dalla parte americana." Secondo il leader del Cremlino, "la nuova versione del piano di Trump è emersa a causa della pausa nel processo negoziale".
Putin ha inoltre reso noto di aver ricevuto il testo del piano in 28 punti di Trump "attraverso i canali di comunicazione esistenti con l'amministrazione americana".
Poi ecco arrivare la minaccia. "Se Kiev non vuole parlare delle proposte del presidente Donald Trump - il monito -, allora sia Kiev che i guerrafondai europei devono capire che gli eventi che si sono verificati a Kupyansk si ripeteranno inevitabilmente in altre aree chiave del fronte", ha detto il leader russo dopo che le forze russe hanno rivendicato la conquista di Kupyansk, città nell'est dell'Ucraina.
Il sostegno dell'Europa a Zelensky
A supporto totale di Kiev e del suo leader, resta intanto l'Europa. ''L'Ucraina può contare su di noi. Insieme a Emmanuel Macron e a Keir Starmer ho ribadito il nostro pieno sostegno al presidente ucraino Volodymyr Zelensky'', ha scritto su 'X' il cancelliere tedesco Friedrich Merz. ''Ci coordineremo con l'Europa e gli Stati Uniti, il cui impegno nei confronti della sovranità dell'Ucraina accogliamo con favore. La linea di contatto deve rimanere la base per qualsiasi colloquio'', la frase.
Quindi il messaggio dei presidenti di Commissione e Consiglio Ue, Ursula von der Leyen e Antonio Costa dopo la chiamata con Zelensky: "Dal primo giorno, l’Europa è al fianco dell’Ucraina di fronte all’aggressione russa. Abbiamo lavorato, e continuiamo a lavorare, per una pace giusta e duratura, con l’Ucraina e per l’Ucraina, insieme ai nostri amici e partner".
"Abbiamo discusso della situazione attuale e abbiamo ribadito con chiarezza che non deve esserci 'nulla sull’Ucraina senza l’Ucraina'", hanno poi aggiunto, spiegando che "come prossimi passi, i leader europei si incontreranno domani a margine del G20 e poi in Angola, in occasione del vertice tra l’Unione europea e l’Unione africana".
I punti del piano
Ma cosa contiene il piano in 28 punti? Secondo la bozza, l'Ucraina cederebbe la regione del Donbass alla Russia. "Crimea, Luhansk e Donetsk saranno riconosciute come di fatto russe, anche dagli Stati Uniti", si legge nel piano. Kiev detiene ancora una parte di Luhansk e Donetsk, che insieme costituiscono la cintura industriale del Donbass, sulla linea del fronte. La Crimea è stata annessa alla Russia nel 2014. Secondo il piano, le aree da cui l'Ucraina si è ritirata a Donetsk sarebbero considerate zone demilitarizzate, nelle quali le forze russe non entreranno.
Le regioni meridionali di Kherson e Zaporizhzhia - che la Russia afferma falsamente di aver annesso - saranno "congelate lungo la linea di contatto". Il piano per Donbass, Kherson e Zaporizhzhia corrisponde alle precedenti richieste di Mosca. Secondo quanto riportato nella bozza, la centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, occupata dalle forze russe dal marzo 2022, sarebbe sotto la supervisione dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) e l'elettricità prodotta sarebbe condivisa tra Russia e Ucraina.
Il piano sostenuto dagli Stati Uniti prevede anche che l'Ucraina riduca il suo esercito a 600.000 effettivi, una riduzione di centinaia di migliaia di unità rispetto alle sue dimensioni attuali. La Nato accetterebbe di non schierare truppe in Ucraina - vanificando le speranze di Kiev di una forza di pace europea - e al Paese verrebbe impedito di aderire alla Nato. Ciò è in linea con le precedenti richieste russe rese pubbliche e contrasta con le precedenti dell'Ucraina. L'Ucraina riceverebbe "garanzie di sicurezza affidabili", si legge nel piano, senza però specificare altro. Tuttavia, i jet europei sarebbero di stanza nella vicina Polonia.
In base all'accordo proposto, la Russia verrebbe "reintegrata nell'economia globale" dopo quasi quattro anni di dure sanzioni e le sarebbe consentito di rientrare nel G8. "Ci si aspetta che la Russia non invaderà i paesi vicini e che la Nato non si espanderà ulteriormente", si legge nel documento. Ma tutte le sanzioni verrebbero ripristinate se la Russia invadesse nuovamente l'Ucraina, "oltre a una risposta militare coordinata e decisa". Inoltre, 100 miliardi di dollari di asset russi congelati verrebbero destinati alla ricostruzione dell'Ucraina, ma altri sarebbero investiti in un fondo di investimento separato tra Stati Uniti e Russia, "mirato a rafforzare le relazioni e ad aumentare gli interessi comuni per creare un forte incentivo a non tornare al conflitto".
Il piano prevede che l'Ucraina tenga le elezioni entro 100 giorni e che sia l'Ucraina che la Russia implementino "programmi educativi nelle scuole e nella società volti a promuovere la comprensione e la tolleranza delle diverse culture e ad eliminare il razzismo e i pregiudizi". L'Ucraina ha i requisiti per entrare a far parte dell'Ue e, mentre la questione viene esaminata, otterrà un accesso preferenziale a breve termine al mercato europeo, mentre la Russia sancirà per legge la sua politica di non aggressione nei confronti dell'Europa e dell'Ucraina. L'Ucraina accetta di essere uno Stato non nucleare in conformità con il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari.
La Russia non impedirà all'Ucraina di utilizzare il fiume Dnepr per attività commerciali e saranno raggiunti accordi sul libero trasporto di grano attraverso il Mar Nero. Sarà istituito un comitato umanitario per risolvere il problema dello scambio di prigionieri, della restituzione delle salme, del rientro degli ostaggi e dei detenuti civili e sarà attuato un programma di riunificazione familiare. Tutte le parti coinvolte nel conflitto riceveranno piena amnistia per le loro azioni durante la guerra e si impegnano a non avanzare alcuna richiesta o prendere in considerazione alcuna lamentela in futuro.
L'accordo sarà giuridicamente vincolante. La sua attuazione sarà monitorata e garantita dal Consiglio per la Pace, presieduto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Saranno imposte sanzioni in caso di violazione. Una volta che tutte le parti si saranno accordate sul memorandum, il cessate il fuoco entrerà in vigore immediatamente dopo che entrambe le parti si saranno ritirate nei punti concordati per iniziarne l'attuazione.

Il 30 novembre scade il termine per la prossima rata della Rottamazione quater. La scadenza riguarda i contribuenti in regola con i versamenti precedenti che devono pagare la decima rata e, nel caso dei riammessi alla definizione agevolata (Legge n. 15/2025), la seconda rata prevista dal nuovo piano dei pagamenti. In considerazione dei 5 giorni di tolleranza concessi dalla legge, e dei differimenti previsti in caso di termini coincidenti con giorni festivi, saranno considerati tempestivi i pagamenti effettuati entro il 9 dicembre 2025. Lo comunica una nota dell'Agenzia delle entrate-Riscossione.
Come pagare
Per effettuare il versamento è necessario utilizzare i moduli allegati alla comunicazione delle somme dovute inviata da Agenzia delle entrate-Riscossione, anche disponibile in copia sul sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it. In caso di mancato pagamento, oppure qualora venga effettuato oltre il termine ultimo o per importi parziali, la legge prevede la perdita dei benefici della definizione agevolata e gli importi già corrisposti saranno considerati a titolo di acconto sulle somme dovute.
È possibile pagare in banca, agli uffici postali, nelle tabaccherie e ricevitorie, agli sportelli bancomat (Atm) abilitati, utilizzando i canali telematici delle banche, di Poste Italiane e di tutti gli altri Prestatori di Servizi di Pagamento (Psp) aderenti al nodo pagoPa, sul sito di Agenzia delle entrate-Riscossione e con l'App Equiclick. Si può pagare anche direttamente agli sportelli di Agenzia delle entrate-Riscossione prenotando un appuntamento. I contribuenti che hanno necessità di recuperare la comunicazione delle somme dovute con i moduli di pagamento possono sempre ottenerne una copia direttamente nell’area riservata del sito di Agenzia delle entrate-Riscossione (a cui si accede con Spid, Cie, Cns e, per gli intermediari fiscali, tramite Entratel) oppure riceverli via e-mail inviando una richiesta dall’area pubblica, senza necessità quindi di credenziali di accesso, allegando un documento di riconoscimento. Sul sito è disponibile anche ContiTu, il servizio che consente di scegliere di pagare in via agevolata soltanto alcuni degli avvisi/cartelle contenuti nella comunicazione delle somme dovute.
Rottamazione-quater e riammissione
La definizione agevolata dei carichi affidati all’agente della riscossione dal 1 gennaio 2000 al 30 giugno 2022, la cosiddetta Rottamazione-quater, è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2023 e consente di versare solo gli importi dovuti a titolo di capitale e di rimborso spese per i diritti di notifica e le eventuali procedure esecutive. Non sono invece da corrispondere le somme dovute a titolo di sanzioni, interessi iscritti a ruolo, interessi di mora e aggio. Per quanto riguarda i debiti relativi alle multe stradali o ad altre sanzioni amministrative (diverse da quelle irrogate per violazioni tributarie o degli obblighi contributivi) non sono da corrispondere le somme dovute a titolo di interessi (comunque denominati, comprese pertanto le c.d. maggiorazioni), nonché quelle dovute a titolo di aggio.
Successivamente, la Legge n. 15/2025 di conversione del decreto Milleproroghe (D.L. n. 202/2024) ha previsto una nuova opportunità per chi non è riuscito a rimanere in regola con i pagamenti. Il provvedimento ha stabilito che, limitatamente ai debiti compresi nelle dichiarazioni a suo tempo effettuate per aderire alla Rottamazione-quater, i contribuenti che alla data del 31 dicembre 2024 risultavano “decaduti” a seguito del mancato, insufficiente o tardivo versamento di quanto dovuto, potevano presentare, entro il 30 aprile 2025, domanda di riammissione ai benefici previsti e scegliere se pagare in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2025 o in un numero massimo di 10 rate.

Pacchi che non arrivano mai, rimborsi impossibili, servizio clienti inesistente e acquisti inutili. Con l’avvicinarsi del Black Friday si moltiplicano online le offerte imperdibili e, con queste, anche i siti farlocchi e i rischi di truffa. Ma attenti a credere che la questione interessi solo i 'mattoni', come ricorda l’imprenditore digitale napoletano Fabio De Rienzo, esperto di e-commerce e founder della piattaforma online Materassimemory.eu: "Il problema non è solo lo scam, la truffa palese per intenderci, ma anche tutte quelle tecniche che servono ad aumentare la pressione e spingere l’utente all’acquisto, anche quando non ve ne è la necessità".
De Rienzo stila un decalogo, dieci piccole regole per far sì che il Black Friday sia vissuto come una reale occasione e non cadere in truffe o raggiri. “Innanzitutto, scegliere un sito o un venditore affidabile è il primo passo per evitare di cascare male. Oggi è più facile mettere su un e-commerce, anche fasullo, ma è anche vero che è più facile accedere a piattaforme di recensioni verificate che possono in qualche modo garantire l’esperienza d’acquisto; quindi, è bene verificare ‘cosa si dice online’ del negozio prima di completare l’acquisto”.
Segue a ruota il secondo consiglio: “Usare metodi di pagamento sicuri. Soprattutto nel caso di siti e portali meno conosciuti. Quasi tutti i siti possono gestire pagamenti digitali con app e servizi super conosciuti: non trovarli è una delle red flag più evidenti”. Altro campanello d’allarme è un’offerta troppo vantaggiosa, quelle che si catalogano come troppo belle per essere vere. “Dietro un’offerta assolutamente imperdibile – dichiara De Rienzo – che puntualmente arriva da aziende poco affidabili con sedi legali in luoghi strani, spesso si nascondono siti scam. L’obiettivo di queste piattaforme spesso è quello di carpire dati dell’utente, non solo finanziari”.
Il quarto suggerimento riguarda poi le modalità di acquisto, in particolare quella del ripensamento. “Il Codice del Consumo italiano, che recepisce la direttiva comunitaria sui diritti dei consumatori, parla chiaro: nella maggior parte dei casi entro 14 giorni dalla consegna l’acquirente può restituire il prodotto ed essere totalmente rimborsato. I siti che non espongono chiaramente tali modalità e/o che si nascondono dietro procedure arzigogolate per il reso sono quelli da cui è necessario guardarsi bene”. Tale consiglio fa il pari con il quinto: “Verificare sempre i costi nascosti. Chi espone un prezzo molto basso ma poi aggiunge spese di spedizione gonfiate, assicurazioni obbligatorie, supplementi per il metodo di pagamento o costi generici di gestione sta semplicemente costruendo un artificio commerciale. Il prezzo reale è quello finale, non quello del banner, e il consumatore deve sempre poter conoscere in anticipo tutte le voci che compongono l’importo da pagare”.
A questo punto De Rienzo richiama l’attenzione anche su un altro meccanismo spesso sottovalutato: il prezzo mostrato non è necessariamente quello migliore possibile. “Qualcosa è stato fatto già anche in Italia, in occasione degli ultimi saldi, con l’obbligo di mostrare il prezzo medio del prodotto antecedente all’offerta. Ma è bene ribadirlo: anche online è utile verificare lo storico dei prezzi. Non fidatevi solo di quello che dicono i negozi di loro stessi, però. Per molte piattaforme, soprattutto le più grandi, esistono strumenti di terze parti che permettono di vedere l’andamento del prodotto nel tempo. Se un articolo è stato aumentato dieci giorni prima per poi essere ‘scontato’, l’affare è più apparente che reale”. E non basta: “Conviene monitorare l’articolo anche nei giorni immediatamente precedenti all’inizio ufficiale delle promozioni, per capire se lo sconto rappresenta davvero un ribasso o se il prezzo è stato ritoccato più volte”.
Se il sesto e settimo consiglio sono legati al prezzo dell’articolo, l’ottavo riguarda la disponibilità. “Un elemento – sottolinea De Rienzo – che spesso diamo per scontato: siamo così abituati al ‘tutto e subito’ che dimentichiamo di controllare se in effetti stiamo comprando qualcosa che al momento è nel magazzino del negozio. Durante il Black Friday la domanda esplode e non tutti i negozi aggiornano correttamente i propri magazzini online. Capita quindi di acquistare un articolo che risulta disponibile solo sulla carta, salvo poi scoprire che la consegna è prevista dopo settimane, quando non addirittura dopo mesi. Considerando che molti aspettano il Black Friday nella speranza di mettere un regalo sotto l’albero di Natale per i propri cari, significa finire in un girone dell’inferno fatto di richieste di essere aggiornati sui tempi e tentativi di rimborso”.
Argomento, quello del tentativo di connettersi al venditore, che porta dritti al penultimo punto del decalogo stilato da De Rienzo. “Verificate sempre la disponibilità di contatti del sito, come recapiti telefonici reali, e/o informatevi sull’assistenza clienti. I chatbot possono essere utili per le informazioni di base, ma non sostituiscono mai l’essere umano: quando c’è un problema vero servono persone che rispondono, non risposte automatiche che ti rimandano da una schermata all’altra. Un’assistenza reale evita di finire in un circolo di stress senza fine e permette, se necessario, di aprire un reclamo formale, inviare una PEC, parlare con qualcuno che si prenda in carico la situazione. Un sito che non offre questa possibilità è un sito da cui diffidare a priori, così come diffidereste da chi, una volta presi i vostri soldi, non vi risponde più manco se vi incrocia per caso in strada”.
Bisogna evitare il più possibile di incappare nell’ansia di acquisto. Esistono una serie di strategie di e-commerce, alcune che si muovono su un sottile filo tra lecito e illecito, che sono ben note agli addetti ai lavori e pensate proprio per spingere a un acquisto compulsivo, non ragionato e basato tutto sull’urgenza che sostituisce la ragione. Spiega De Rienzo: “Timer dell’offerta spesso fasulli (evergreen timer) che compaiono come pop-up in pagina con il solo obiettivo di farti comprare in fretta, prima che l’utente possa pensare se davvero ha bisogno o meno di ciò che ha nel carrello, ma anche diciture come ‘ultimi pezzi disponibili’ o quella tipica della prenotazione delle camere d’albergo online in cui si dice che ‘altri utenti stanno guardando ora questo prodotto’, come se stessero per toglierlo a te mentre ancora ci pensi, sono tutte strategie per creare pressione e spingere all’acquisto”.
“Esistono normative, anche italiane, che stabiliscono i limiti entro cui queste pratiche sono lecite o meno, ma è vero anche che, per chi è chiamato a controllare, dimostrare il comportamento illegale è difficile, se non impossibile. Così come è difficile, se non impossibile, avere il controllo dell’intero panorama digitale, ivi inclusi i siti stranieri. Per questo, la consapevolezza è l’unica vera strada che ha l’utente per tutelarsi”, conclude De Rienzo.

Tornano da oggi, sabato 22 novembre, gli incentivi statali per l'acquisto di auto elettriche. Dalle ore 10 l'eventuale plafond non utilizzato negli ultimi 30 giorni verrà reso disponibile per privati e imprese (ma con alcuni vincoli per queste ultime) che possono accedere alla piattaforma informatica per le richieste del bonus. Si tratta del secondo 'click day', dopo quello dello scorso 22 ottobre, con una corsa alla registrazione per ottenere l'ambito certificato da portare in concessionaria per concludere l'acquisto.
I requisiti
Prima di registrarsi sulla piattaforma web del ministero dell’Ambiente - all’indirizzo www.bonusveicolielettrici.mase.gov.it - bisognerà verificare se si risponde a una serie di requisiti. Per iniziare, bisognerà considerare che l'iniziativa è riservata a chi risiede o ha sede legale in uno dei comuni che fanno parte delle 83 aree urbane funzionali (per un totale di 2.260 comuni italiani): l'obiettivo è infatti quello di contribuire a ridurre le emissioni delle località a maggiore concentrazione urbana e industriale.
Altro requisito richiesto è la rottamazione di un veicolo fino a Euro 5 che deve essere intestata al richiedente da almeno sei mesi. Importante vincolo, poi, quello di reddito: possono accedere agli incentivi solo le persone fisiche con Isee fino a 40 mila euro mentre sono accettate dalla piattaforma le imprese fino a 10 dipendenti e con un fatturato o un bilancio annuo fino a 2 milioni di euro. In ogni caso, è obbligatorio il mantenimento della proprietà dell'auto 'incentivata' per almeno ventiquattro mesi.
Come ottenere il bonus
La procedura prevede innanzitutto la scelta del bonus, se quello riservato alle persone fisiche per l’acquisto di una vettura M1 elettrica oppure a quello previsto per le microimprese per l’acquisto di un autocarro N1 o N2 elettrico. Quindi si potrà accedere con Spid o Cie (Carta d’identità elettronica) e inserire - se si tratta di privati - il proprio indirizzo di posta elettronica, la regione, provincia e comune di residenza. In caso di registrazione regolare l’importo del voucher - pari a 9.000 o 11.000 euro a seconda delle situazioni - sarà calcolato automaticamente in base all’Isee del richiedente.
Dopo un'ultima verifica sulla targa dell'auto da rottamare, infine, si può scegliere se intestare il voucher a se stessi o a un familiare convivente (ma con apposito codice fiscale). Dopo un ultimo check - sempre che i fondi non siano esauriti - si potrà cliccare il tasto “genera voucher”: va ricordato che il tagliando ha una data di scadenza (è valido 30 giorni, dopo di che sarà annullato). In ogni caso il voucher potrà essere annullato dall’utente.

Freddo, pioggia, vento e neve che è già arrivata a Milano. Il maltempo sferza l'Italia e scatta l'allerta meteo che oggi sabato 22 novembre interesserà undici regioni.
L'origine di questa condizione meteorologica è una profonda saccatura alimentata da aria fredda proveniente dall'Europa settentrionale[1] che fa il suo ingresso sul Mediterraneo centrale tra il Golfo del Leone e i nostri settori nord-occidentali. Tale situazione è responsabile delle precipitazioni al Sud e sul medio Adriatico, dell'abbassamento delle temperature con nevicate fino a quote collinari e del rinforzo della ventilazione su gran parte della Penisola.
Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d'intesa con le regioni coinvolte ha emesso un ulteriore avviso di condizioni meteorologiche avverse che fa seguito ed estende quello emesso giovedì. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche che sono riportate, in una sintesi nazionale, nel bollettino nazionale di criticità e di allerta consultabile sul sito del Dipartimento (www.protezionecivile.gov.it).
L'avviso, che già dal tardo pomeriggio/serata di ieri prevedeva il persistere di precipitazioni al Centro-Sud e nevicate mediamente al di sopra dei 600-800 metri su Sardegna, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise e settori appenninici e orientali del Lazio, dalle prime ore di oggi prevede il persistere di venti di burrasca dai quadranti settentrionali su Emilia-Romagna e dai quadranti occidentali sulla Sicilia. Sono attesi, inoltre, venti di burrasca dai quadranti settentrionali su Liguria, Toscana, Marche, Umbria, Lazio centro-settentrionale, in estensione ad Abruzzo e Molise e dai quadranti occidentali sulla Calabria; previste mareggiate lungo le coste esposte.
Sulla base dei fenomeni previsti e in atto è stata valutata per la giornata di oggi allerta gialla in Umbria, Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria, Sicilia e su alcuni settori di Emilia-Romagna, Marche, Lazio, Campania e Basilicata.

Ha fatto in tempo a laurearsi, ma non a prendersi cura dell'aiuola che sognava le venisse intitolata, Ornella Vanoni. Era stata lei stessa nell'intervista concessa nel settembre 2024 al Corriere della Sera, in occasione del suo novantesimo compleanno, a chiedere di venire ricordata con un'aiuola.
"Il teatro Lirico l’hanno dedicato a Gaber, le due sedi del Piccolo a Strehler e a Grassi, la Palazzina Liberty a Fo e a Rame, lo Studio alla Melato. Per me non è rimasto niente. Per questo rivolgo un appello al sindaco Sala: mi dedichi un’aiuola in centro", chiedeva l'artista milanese. Unica condizione: "La voglio da viva. Adesso. 'Aiuola Ornella Vanoni, manutenuta da lei'. Me ne prenderei cura di persona. Pianterei fiori e pomodori". Ospite di Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa aveva ribadito il concetto: "Danno tutto da morti, lo facessero da vivi uno è anche più contento".
Gioia che Vanoni ha potuto esprimere lo scorso 11 giugno, quando l'Università Statale di Milano le ha conferito la laurea magistrale honoris causa in 'Musica, Culture, Media, Performance'. Un titolo con cui l'ateneo meneghino ha voluto celebrarla quale "interprete innovativa della musica italiana e artista capace di rispecchiare e interpretare il proprio tempo, ma anche quale simbolo di una Milano vibrante e creativa". "Io non ho mai studiato, sono cialtrona. I miei sarebbero impazziti dalla gioia a sapere che io ho una laurea", aveva detto l'artista alla cerimonia di conferimento pochi mesi prima della morte.

Il vestito di Dior, la musica di Paolo Fresu, le ceneri sparse nel mare di Venezia. Con ironia e leggerezza Ornella Vanoni, morta il 21 novembre all'età di 91 anni, descriveva così il suo funerale a Fabio Fazio in una puntata di Che tempo che fa del 2023. "Adesso scelgo il vestito, la bara deve costare poco perché devo essere bruciata", diceva la cantante, come ricorda il video riproposto su X dal profilo @grande_flagello.
"Poi buttatemi in mare, quello che vi pare... Mi piacerebbe Venezia, fate come volete. Il vestito ce l'ho, è di Dior. Poi ho chiesto a Paolo Fresu di suonare durante il funerale", le parole della cantante. "Ma dove la troviamo una così? Perché siamo su questo argomento?", la domanda di Fazio. "Siamo lì vicini", la risposta.
La cantante, in un'intervista concessa nel settembre 2024 al Corriere della Sera in occasione del suo novantesimo compleanno, aveva chiesto di venire ricordata con un'aiuola.
"Il teatro Lirico l'hanno dedicato a Gaber, le due sedi del Piccolo a Strehler e a Grassi, la Palazzina Liberty a Fo e a Rame, lo Studio alla Melato. Per me non è rimasto niente. Per questo rivolgo un appello al sindaco Sala: mi dedichi un’aiuola in centro", le parole dell'artista. Unica condizione: "La voglio da viva. Adesso. 'Aiuola Ornella Vanoni, manutenuta da lei'. Me ne prenderei cura di persona. Pianterei fiori e pomodori". Nel salotto di Fazio a Che Tempo Che Fa aveva ribadito il concetto: "Danno tutto da morti, lo facessero da vivi uno è anche più contento".

La storia d'amore tra Ornella Vanoni e Gino Paoli è una delle più emblematiche e articolate della canzone italiana: un legame tanto tormentato quanto fertile, capace di trasformare la passione privata in musica eterna. Il loro incontro risale al 1960, quando entrambi erano legati all'etichetta Ricordi: da quel momento nasce non solo una collaborazione professionale, ma anche una relazione sentimentale intensa. Paoli, già sposato in quel periodo, scrive per Ornella alcuni dei suoi brani più importanti, come "Senza fine" e "Che cosa c'è", che rimangono tra i pilastri del repertorio della Vanoni.
Secondo Vanoni, la relazione fu dolorosa e controversa: "Quando è scoppiato l'amore con Gino Paoli, lui era sposato e io mi sono sposata poco dopo. Una sofferenza tremenda, altro che scandalo" ha raccontato in varie interviste. Nonostante la complessità sentimentale, il loro rapporto ha generato una delle canzoni più eleganti e delicate della musica italiana: "Senza fine", scritta da Paoli, è una ballata romantica dallo stile quasi waltz, e si chiude con un delicato fade‑out, simbolo di un amore che sembra non finire mai. Anche "Che cosa c'è", un altro valzer sentimentale, nacque dal loro legame: il testo, intriso di tenerezza e malinconia, sembra riflettere proprio la complessità della loro unione.
Nel 1961, Ornella Vanoni pubblica il suo primo album, che contiene "Cercami", brano che diventa il suo primo grande successo commerciale. Questo pezzo, dedicato idealmente a Paoli, segna una svolta nella carriera della cantante, consolidando la sua voce come una delle più intense e sofisticate del panorama italiano. La loro collaborazione professionale non si esaurisce con la fine della relazione sentimentale. Negli anni a seguire, Paoli e Vanoni continuano a duettare e a esibirsi insieme: un esempio è l'album live "Insieme", pubblicato nel 1985, che raccoglie molti dei loro pezzi più famosi, come "Senza fine", "Che cosa c'è", "L'appuntamento" e "Non andare via".
Nonostante la sofferenza vissuta, Ornella ha dichiarato che il legame con Paoli non è mai davvero svanito: nel corso degli anni, i due hanno costruito un rapporto di amicizia e stima reciproca che dura ancora oggi.
Quando nel 2024 hanno festeggiato i 90 anni (lei il 22 settembre, lui il 23 settembre), il loro scambio di auguri ha commosso il pubblico: due artisti che, pur avendo vissuto un amore tempestoso, restano indissolubilmente legati nella memoria della musica italiana.
Quel periodo d'oro (gli anni Sessanta) con Paoli è entrato nel cuore del pubblico non solo per il romanticismo della loro love story, ma anche perché ha generato alcune delle canzoni più belle e durature del repertorio italiano. Ornella, con la sua voce unica e sofisticata, e Gino, con la sua sensibilità da cantautore, hanno dato vita a un connubio artistico che ha influenzato generazioni. (di Paolo Martini)

Addio alla regina. Ornella Vanoni, morta a Milano all'età di 91 anni, viene omaggiata da colleghi, amici, ammiratori. Una pioggia di messaggi sui social per salutare la cantante, pilastro della musica italiana.
Spicca il dolore di Fabio Fazio, che negli ultimi anni aveva accolto l'artista nel salotto di Che tempo che fa. "Non sono in grado di dire niente. Sono senza parole e non ero pronto a tutto questo. Non mi pare possibile. Non riesco a dire proprio niente", il post del conduttore. "Tesora mia adorata", scrive Luciana Littizzetto, altra colonna di Che tempo che fa.
"Ornella non puó averci lasciato lei voleva vivere. Una donna affascinante, intelligente e colta, autoironica, un’artista immensa… senza fine. Quanto ci mancherai amica mia", il messaggio di Loredana Berté.
"Ornellik. Grande artista, grande amica. Ti vorrò per sempre bene… mi mancherai. La tua Nicopat", l'addio di Patty Pravo.
"Addio regina", il messaggio di Enrico Mentana, direttore del Tg La7. "Noi grandi di età la conoscemmo così, con le canzoni della mala milanese rielaborate da Goorgio Strehler. E fu subito mitica", aggiunge il giornalista. "La più grande! Un dispiacere immenso… La tua musica resterà nel nostro cuore per sempre", scrive Simona Ventura.
"Che dolore cara Ornella. Grazie per essere stata la colonna sonora di tanta vita. Resti indimenticabile, per me impossibile", il messaggio di Francesca Fagnani. "Addio adorata Ornella... Mi mancherai tanto...", il saluto di Mara Venier.
"Ornella, indomabile, è difficile credere perché tu ci scherzavi sempre: "oltre alla grande artista che tutti conoscono, per me sei stata una delle poche persone davanti alle quali mi sentivo davvero piccola. Accettavo qualsiasi tuo modo di essere: la dolcezza immensa, la generosità, l'umanità. E quando volevi essere pungente, lo subivo con affetto, perché eri talmente grande che era impossibile tenerti testa", scrive Alba Parietti su Instagram.
"Sei stata una donna libera, amatissima dagli amici, forte, impegnativa, bellissima, colta, intelligente, appassionata, dolcissima... e a volte spietata, con te e con gli altri come solo i grandi spiriti sanno essere. Per tutti sei stata e sarai indelebile e indimenticabile. Per me, spesso, irraggiungibile: una montagna meravigliosa e impossibile da scalare, ma un'essere umano speciale", sottolinea ancora Parietti.
"Ornella no!" la reazione di Paola Turci, all'insegna dell'incredulità. Poi la cantautrice romana posta una foto della Vanoni da giovane e scrive a caratteri cubitali: "Madre".
"È una notizia orribile, mi dispiace da impazzire. Sono impreparata a commentare questa cosa orrenda, è una sorpresa che mi lascia senza parole", le parole di Annalisa, appena scesa dal palco del Palazzo dello Sport di Roma, al termine della tappa del suo tour, Annalisa è stata raggiunta dalla tragica notizia. "Mi dispiace immensamente", dice l’artista ancora travolta dalle emozioni del concerto appena concluso. "Ornella era immensa, in ogni sua manifestazione artistica e umana. Le mando un forte bacio, sperando che possa raggiungerla", conclude.
"Senza fine. Ornella Vanoni ha vestito la musica italiana con l'eleganza della sua voce inconfondibile. Una vita densa di vita. Tra arte, teatro, amori appaganti o dolorosi, duraturi o fugaci. Oltre alle sue intramontabili canzoni - davvero senza fine - ci ha insegnato che la vita va presa per come viene, con quella sottile ironia e sdrammatizzazione che è stata una cifra del suo percorso e della sua esistenza", scrive in un post su 'Instagram' è il giornalista Alessio Lasta.
"Non ci si risparmia dal dolore. Ma gli si dà un posto. In questo ha incarnato il senso più profondo del suo essere milanese. E di tutto il pubblico. La musica non è finita. E gli amici non se ne vanno", sottolinea Lasta.

Non era una tigre (di Cremona) come Mina, né una pantera (di Goro) come Milva, né un'aquila (di Ligonchio) come Iva Zanicchi. Né tantomeno un usignolo. Ornella Vanoni, scomparsa all'età di 91 anni, non ha mai avuto bisogno di animali-totem per entrare nell'immaginario collettivo. Se proprio si dovesse associare a una creatura simbolica, sarebbe una leonessa: fiera, elegante, indipendente. Milanese nell'anima e nelle origini - nata il 22 settembre 1934 - con lo sguardo regale e una voce che sapeva ruggire e accarezzare insieme, Ornella Vanoni è stata per decenni la più libera e anticonvenzionale delle interpreti italiane.
Attraversando quasi settant'anni di musica, Ornella ha saputo restare se stessa. Diva suo malgrado, sofisticata ma mai distante, colta senza accademismi, sensuale senza mai essere volgare, ha incarnato una femminilità autentica, mai costruita. In ogni fase della sua carriera, è rimasta una voce fuori dal coro: dissonante rispetto alle mode, capace di raccontare il tempo senza adeguarvisi. Le sue rughe, il sarcasmo, i silenzi, l'inconfondibile voce impastata di fumo e sentimento, sono diventati parte del patrimonio culturale italiano.
Non era nata cantante. Il suo primo amore era il teatro, e fu sul palco del Piccolo Teatro di Milano che iniziò la carriera, accanto al regista Giorgio Strehler, mentore, pigmalione e compagno. Da quell'esperienza ha portato nel canto una teatralità intensa, misurata, la capacità di 'abitare' le parole prima ancora che intonarle. Le sue prime canzoni furono le celebri 'canzoni della mala': ballate cupe, popolari, che Vanoni interpretava con grazia e verità, restituendo dignità a un'umanità ferita. "Ma mi", "Le mantellate", "Hanno ammazzato il Mario" non erano solo brani, ma atti unici di teatro civile. Un inizio potente.
Nel 1959, al Festival dei Due Mondi di Spoleto, porta in scena proprio quelle canzoni della mala, eseguite in dialetto milanese e romanesco, e brani tratti da "L'opera da tre soldi" di Bertold Brecht. La svolta arriva negli anni Sessanta, quando inizia a collaborare con i grandi cantautori italiani, su tutti Gino Paoli, con cui condivide una storia d’amore intensa e creativa. Nasce così "Senza fine", il suo primo grande successo anche internazionale, a cui seguiranno "Che cosa c'è", "La musica è finita", "Casa bianca", "Mi sono innamorata di te", "Eternità", "Una ragione di più", "Un'ora sola ti vorrei", "Tristezza".
Accanto alla musica, il teatro continua a chiamarla: interpreta "Rugantino" di Garinei e Giovannini, che la porta fino a Broadway. E intanto la discografia si arricchisce. Negli anni Settanta arrivano i brani più iconici e duraturi: "L'appuntamento", "Domani è un altro giorno", "E così per non morire", "Sto male", "Dettagli".
Nel 1976 fonda la sua etichetta, Vanilla, e pubblica "La voglia di sognare", per poi firmare un'opera fondamentale: "La voglia, la pazzia, l'incoscienza, l'allegria", insieme a Vinícius de Moraes e Toquinho. È la consacrazione del suo amore per la musica brasiliana, un'influenza che resterà nella sua cifra stilistica.
Gli anni Ottanta vedono l'uscita di "Ricetta di donna", "Vai Valentina", "Musica musica", "Uomini" e il ritorno in concerto con Gino Paoli per "Ti lascio una canzone". Nei Novanta arriva un disco d'oro con "Stella nascente" e "Perduto", prodotti da Mario Lavezzi. In chiave jazz, collabora con Paolo Fresu per l'album "Argilla".
Nel 2008 celebra i 50 anni di carriera con l'album "Più di me", duettando con artisti di ogni generazione: Claudio Baglioni, Fiorella Mannoia, Jovanotti, Carmen Consoli, i Pooh, Lucio Dalla, Gianni Morandi, Eros Ramazzotti e infine Mina, in un inedito duetto-evento: "Amiche mai". Nel 2018 torna al Festival di Sanremo con "Imparare ad amarsi", ricevendo il Premio alla Carriera: la prima artista a ottenerlo.
Nel 2020 pubblica "Unica", album di inediti dal titolo emblematico. L'anno successivo è ospite del Festival di Sanremo, dove canta "Un sorriso dentro al pianto accompagnata da Francesco Gabbani. In estate esce l'irriverente "Toy Boy" con Colapesce e Dimartino, con videoclip diretto da Luca Guadagnino. Nel 2023 è di nuovo ospite a Sanremo. Intanto, grazie all'ironia e alle imitazioni di Virginia Raffaele, conquista una nuova generazione e trova spazio fisso a "Che tempo che fa", al fianco di Mara Maionchi e Fabio Fazio. In occasione dei suoi 90 anni, un nuovo album, "Diverse", una raccolta dei suoi successi riletti in nuove versioni, tra cui "Ti voglio" reinterpretata insieme a Elodie e Ditonellapiaga.
Ornella Vanoni ha partecipato a otto edizioni del Festival di Sanremo, arrivando seconda nel 1968 con Casa bianca e ottenendo tre volte il quarto posto. È stata la prima artista a ricevere il Premio Città di Sanremo alla carriera (1999). Ha vinto tre premi del Club Tenco, l’unica donna e la prima in assoluto ad averne ricevuti due come cantautrice, e nel 2022 le è stato conferito il Premio Tenco Speciale, creato appositamente per lei.
Vanoni ha venduto oltre 55 milioni di dischi. È stata musa della canzone d’autore, pioniera della world music, interprete jazz con nomi come Herbie Hancock e George Benson. Ha fatto musical, cinema, televisione, varietà, colonne sonore. Ha duettato con tutti, attraversando le generazioni.
Negli ultimi anni, la sua leggerezza e autoironia hanno conquistato il pubblico televisivo, confermando un paradosso che la accompagnava da sempre: diva senza retorica, fragile e pungente, ironica e profonda. Quando le chiedevano della sua età, rispondeva: "Sono vecchia? Sì. Ma sono unica". E lo era davvero. Il titolo del suo album "Unica" non era un vezzo. Era una verità. E così sarà ricordata. (di Paolo Martini)

Addio a Ornella Vanoni. La cantante, signora della musica italiana, è morta oggi a 91 anni. Nata a Milano il 22 settembre 1934, è considerata tra le maggiori interpreti della canzone leggera e d'autore.
"Con profondo dolore riceviamo la notizia della scomparsa di Ornella Vanoni. Grazie per tutto quello che ci hai regalato Ornella, lo terremo sempre nel nostro cuore", il messaggio dai social di Che Tempo Che Fa che conferma la notizia.
Figlia di un industriale farmaceutico e di una madre severa ma appassionata d'arte, Ornella Vanoni ha attraversato la storia musicale del nostro Paese trasformandosi più volte, senza mai perdere autenticità.
La carriera di Ornella Vanoni inizia in modo inusuale: prima attrice che cantante. A soli 19 anni si iscrive all'Accademia del Piccolo Teatro di Milano, diventando presto l'allieva prediletta (e compagna) del regista Giorgio Strehler. Il debutto avviene nel 1956, con "Sei personaggi in cerca d'autore" di Luigi Pirandello. Ma sarà il suo modo graffiante e anticonvenzionale di interpretare le canzoni della 'mala' - ballate ispirate alla cronaca nera e all'anima popolare - a farla notare nel panorama musicale, con la pubblicazione del primo disco nel 1958 per la Ricordi.
Dopo la fine della relazione con Strehler, incontra Gino Paoli, con cui condivide una storia d'amore travagliata ma artisticamente feconda. Da questo incontro nascono brani leggendari come "Senza fine" e "Che cosa c'è", ma anche il primo grande successo commerciale, "Cercami", pubblicato nel 1961.
Parallelamente, Vanoni calca le scene teatrali con straordinario successo, ricevendo premi e riconoscimenti. Ma è Sanremo a sancire la sua popolarità: partecipa per otto edizioni, conquistando nel 1968 il secondo posto con "Casa bianca", e il quarto posto in tre diverse edizioni (1967, 1970, 1999). In quegli anni, la sua immagine cambia: da interprete aggressiva e teatrale a icona sofisticata, sensuale e moderna.
Il decennio successivo segna una maturazione musicale e personale. Dopo aver lasciato la Ricordi e successivamente la Ariston, fonda una propria etichetta discografica, la Vanilla, anticipando i tempi sull'autoproduzione.
Nel 1976 realizza con Toquinho e Vinícius de Moraes uno degli album più raffinati della sua carriera: "La voglia, la pazzia, l'incoscienza, l'allegria", ancora oggi considerato un capolavoro della musica italiana, tanto da essere incluso tra i 100 dischi italiani più belli secondo la rivista "Rolling Stone". È l'inizio di un amore profondo per la musica brasiliana, che la accompagnerà per tutta la vita.
Durante gli anni '80, Ornella assume il controllo completo del proprio percorso artistico. Firma testi, idea concept album e riceve prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Premio Tenco come miglior cantautrice, prima donna a riceverlo. Dischi come "Ricetta di donna" (1980), "Duemilatrecentouno parole" (1981) e "Uomini" (1983) mostrano una nuova Ornella: più intima, personale, consapevole. È anche l'epoca della collaborazione con Lucio Dalla, Paolo Conte, Gerry Mulligan, e del ritorno con Gino Paoli nel fortunatissimo tour "Insieme" (1985).
Negli anni '90, pur riducendo la frequenza delle sue apparizioni, Vanoni continua a pubblicare dischi intensi come "Sheherazade" (1995), dedicato all'universo femminile, e "Argilla" (1997), dove jazz e musica brasiliana si fondono con naturalezza.
Nel nuovo millennio, festeggia i 50 anni di carriera con grande stile: un concerto in Piazza Duomo a Milano davanti a 35.000 persone (2008), duetti con artisti di tutte le generazioni in "Più di me", e un doppio disco dal vivo con Paoli. Il brano "L'appuntamento", riscoperto grazie al film Ocean’s Twelve, torna a scalare le classifiche.
Nel 2018, all'età di 83 anni, stupisce ancora tutti salendo sul palco del Festival di Sanremo con "Imparare ad amarsi", in trio con Bungaro e Pacifico. L'interpretazione le vale una standing ovation e il Premio della Critica per la Migliore Interpretazione, a conferma di una classe intatta. Nel 2023 torna come ospite al Festival, confermando la sua eterna presenza nella musica popolare italiana. Dal 2024 è tra gli ospiti fissi del programma "Che tempo che fa", dimostrando una verve ironica e un'autoironia sempre più rara.
Sempre attenta al nuovo, nel 2024 partecipa a una sorprendente rivisitazione del suo brano "Ti voglio", reinterpretato insieme a Elodie e Ditonellapiaga. Il progetto, accolto con entusiasmo da pubblico e critica, segna il ponte definitivo tra generazioni musicali.
Con più di 100 lavori, oltre 55 milioni di dischi venduti, una vita divisa tra teatro, cinema, musica e televisione, Ornella Vanoni ha segnato un'epoca e attraversato tutte le altre. È riuscita a essere sofisticata senza mai perdere il contatto con le emozioni semplici. Sensuale, profonda, ironica, indisciplinata, è una delle ultime grandi icone della canzone d’autore italiana. (di Paolo Martini)

Addio a Ornella Vanoni. La cantante, signora della musica italiana, è morta oggi a 91 anni. Nata a Milano il 22 settembre 1934, è considerata tra le maggiori interpreti della canzone leggera e d'autore.
Figlia di un industriale farmaceutico e di una madre severa ma appassionata d'arte, Ornella Vanoni ha attraversato la storia musicale del nostro Paese trasformandosi più volte, senza mai perdere autenticità.
La carriera di Ornella Vanoni inizia in modo inusuale: prima attrice che cantante. A soli 19 anni si iscrive all'Accademia del Piccolo Teatro di Milano, diventando presto l'allieva prediletta (e compagna) del regista Giorgio Strehler. Il debutto avviene nel 1956, con "Sei personaggi in cerca d'autore" di Luigi Pirandello. Ma sarà il suo modo graffiante e anticonvenzionale di interpretare le canzoni della 'mala' - ballate ispirate alla cronaca nera e all'anima popolare - a farla notare nel panorama musicale, con la pubblicazione del primo disco nel 1958 per la Ricordi.
Dopo la fine della relazione con Strehler, incontra Gino Paoli[1], con cui condivide una storia d'amore travagliata ma artisticamente feconda. Da questo incontro nascono brani leggendari come "Senza fine" e "Che cosa c'è", ma anche il primo grande successo commerciale, "Cercami", pubblicato nel 1961.
Parallelamente, Vanoni calca le scene teatrali con straordinario successo, ricevendo premi e riconoscimenti. Ma è Sanremo a sancire la sua popolarità: partecipa per otto edizioni, conquistando nel 1968 il secondo posto con "Casa bianca", e il quarto posto in tre diverse edizioni (1967, 1970, 1999). In quegli anni, la sua immagine cambia: da interprete aggressiva e teatrale a icona sofisticata, sensuale e moderna.
Il decennio successivo segna una maturazione musicale e personale. Dopo aver lasciato la Ricordi e successivamente la Ariston, fonda una propria etichetta discografica, la Vanilla, anticipando i tempi sull'autoproduzione.
Nel 1976 realizza con Toquinho e Vinícius de Moraes uno degli album più raffinati della sua carriera: "La voglia, la pazzia, l'incoscienza, l'allegria", ancora oggi considerato un capolavoro della musica italiana, tanto da essere incluso tra i 100 dischi italiani più belli secondo la rivista "Rolling Stone". È l'inizio di un amore profondo per la musica brasiliana, che la accompagnerà per tutta la vita.
Durante gli anni '80, Ornella assume il controllo completo del proprio percorso artistico. Firma testi, idea concept album e riceve prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Premio Tenco come miglior cantautrice, prima donna a riceverlo. Dischi come "Ricetta di donna" (1980), "Duemilatrecentouno parole" (1981) e "Uomini" (1983) mostrano una nuova Ornella: più intima, personale, consapevole. È anche l'epoca della collaborazione con Lucio Dalla, Paolo Conte, Gerry Mulligan, e del ritorno con Gino Paoli nel fortunatissimo tour "Insieme" (1985).
Negli anni '90, pur riducendo la frequenza delle sue apparizioni, Vanoni continua a pubblicare dischi intensi come "Sheherazade" (1995), dedicato all'universo femminile, e "Argilla" (1997), dove jazz e musica brasiliana si fondono con naturalezza.
Nel nuovo millennio, festeggia i 50 anni di carriera con grande stile: un concerto in Piazza Duomo a Milano davanti a 35.000 persone (2008), duetti con artisti di tutte le generazioni in "Più di me", e un doppio disco dal vivo con Paoli. Il brano "L'appuntamento", riscoperto grazie al film Ocean’s Twelve, torna a scalare le classifiche.
Nel 2018, all'età di 83 anni, stupisce ancora tutti salendo sul palco del Festival di Sanremo con "Imparare ad amarsi", in trio con Bungaro e Pacifico. L'interpretazione le vale una standing ovation e il Premio della Critica per la Migliore Interpretazione, a conferma di una classe intatta. Nel 2023 torna come ospite al Festival, confermando la sua eterna presenza nella musica popolare italiana. Dal 2024 è tra gli ospiti fissi del programma "Che tempo che fa", dimostrando una verve ironica e un'autoironia sempre più rara.
Sempre attenta al nuovo, nel 2024 partecipa a una sorprendente rivisitazione del suo brano "Ti voglio", reinterpretato insieme a Elodie e Ditonellapiaga. Il progetto, accolto con entusiasmo da pubblico e critica, segna il ponte definitivo tra generazioni musicali.
Con più di 100 lavori, oltre 55 milioni di dischi venduti, una vita divisa tra teatro, cinema, musica e televisione, Ornella Vanoni ha segnato un'epoca e attraversato tutte le altre. È riuscita a essere sofisticata senza mai perdere il contatto con le emozioni semplici. Sensuale, profonda, ironica, indisciplinata, è una delle ultime grandi icone della canzone d’autore italiana. (di Paolo Martini)

Esiste una dieta per mantenere il cervello giovane? Non c'è nessun 'cibo magico' che consenta di prevenire il declino cognitivo o garantire funzioni al top nonostante l'invecchiamento fisiologico. C'è, però, un regime alimentare che può favorire la salute e l'efficienza di tutto il corpo, cervello compreso. Come evidenzia l'Harvard Medical School, i migliori alimenti per il cervello sono gli stessi che proteggono il cuore e i vasi sanguigni.
Ecco la 'cinquina' che fa bene (anche) alla testa.
L'elenco comprende le verdure a foglia verde come spinaci, cavolo nero e broccoli. Tali alimenti sono ricche di nutrienti salutari per il cervello come vitamina K, luteina, folati e beta-carotene. "La ricerca suggerisce che questi alimenti di origine vegetale possono aiutare a rallentare il declino cognitivo", si legge sul sito dell'HMS.
Il menù prosegue con il pesce grasso. I pesci grassi sono fonti di acidi grassi omega-3, grassi insaturi sani che sono stati collegati a livelli ematici più bassi di beta-amiloide, la proteina associata ad accumuli nel cervello delle persone con malattia di Alzheimer. L'ideale sarebbe mangiare pesce almeno due volte a settimana, privilegiando varietà a basso contenuto di mercurio come salmone, merluzzo, tonno bianco in scatola e merluzzo giallo.
Menzione speciale per i frutti di bosco. I flavonoidi, i pigmenti vegetali naturali che 'colorano' i frutti, contribuiscono a migliorare la memoria, come dimostra in particolare una ricerca del Brigham and Women's Hospital di Harvard: le donne che consumavano due o più porzioni di fragole e mirtilli ogni settimana ritardavano il declino della memoria fino a due anni e mezzo.
A colazione, possono dare una mano tè e caffè. Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Nutrition, i soggetti che consumavano una quantità maggiore di caffeina hanno ottenuto punteggi migliori nei test sulle funzioni mentali.
I ricercatori della Johns Hopkins University hanno chiesto ai soggetti coinvolti in uno studio di osservare una serie di immagini e poi di assumere un placebo o una compressa di caffeina da 200 milligrammi. Soprattutto i membri del gruppo che assumeva caffeina sono stati in grado di identificare correttamente le immagini il giorno successivo.
Infine, le noci. La frutta secca è un'ottima fonte di proteine e grassi sani, e un tipo di frutta secca in particolare potrebbe anche migliorare la memoria. Uno studio dell'UCLA, l'Università della California e Los Angeles, ha collegato un maggiore consumo di noci a punteggi migliori nei test cognitivi. Le noci sono ricche di un tipo di acido grasso omega-3 denominato acido alfa-linolenico (ALA): i regimi alimentari che comprendono l'ALA e altri acidi grassi omega-3 sono state collegate a una pressione sanguigna più bassa e a arterie più pulite. Ottimo per il cuore e per il cervello.
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