(Adnkronos) - "La salita al soglio di Pietro di un pontefice statunitense rappresenta una svolta epocale capace di rafforzare enormemente il legame tra le due sponde dell'Atlantico. Le sue prime parole pronunciate dalla Loggia delle Benedizioni sono un potente richiamo all'umanità sui valori della pace, della fratellanza e della responsabilità, particolarmente sentiti nella difficile era che stiamo vivendo in cui siamo chiamati ad affrontare sfide di portata globale". Così, con Adnkronos/Labitalia, Simone Crolla, managing director di AmCham Italy, la Camera di Commercio Americana in Italia, sull'elezione di Papa Leone XIV.
"Da sempre il commercio ha promosso concordia tra i popoli e portato benessere a coloro che ne beneficiano e può a buon titolo considerarsi uno strumento di armonia e dialogo. La stagione di speranza e vicinanza tra le genti che si apre con questo pontificato, radicato nel solco dell'eredità spirituale di Papa Francesco, può rendere ancora più efficace l'azione di tale strumento, contribuendo così al ristabilimento di quella concordia di cui tutti percepiamo il bisogno. AmCham Italy rivolge pertanto le più sentite congratulazioni a Sua Santità Papa Leone XIV per la sua elezione e augura ogni successo nel suo operato", conclude.
(Adnkronos) - Il disegno di legge che prevede la partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati dell’impresa sta seguendo il suo iter parlamentare e potrebbe diventare legge molto presto. Si tratta di un tema storico per il nostro Paese, sul quale anche i direttori del personale hanno espresso il loro pensiero. L’88% di loro, infatti, ritiene che il tema sia molto importante per lo sviluppo e il successo delle aziende e, di questi, il 33% dichiara che la proposta è molto utile. Nel merito della proposta di far partecipare i lavoratori alla governance dell’impresa, invece, circa il 72% dei direttori del personale si dichiara favorevole. Questo è uno dei dati di fondo emersi dall’indagine sul tema curata dal centro ricerche dell’Aidp (associazione nazionale per la direzione del personale), guidato dal professor Umberto Frigelli, a cui hanno risposto oltre 600 professionisti delle risorse umane.
“Il Disegno di Legge n. 1407 rappresenta un'opportunità unica per dare concretezza all'articolo 46 della Costituzione e favorire la partecipazione dei lavoratori alla vita aziendale. La survey condotta da Aidp evidenzia chiaramente il grande potenziale di queste pratiche. La partecipazione non si impone, si costruisce: serve un’alleanza tra istituzioni, imprese e persone, come Aidp lavoreremo per ottenere questo risultato. solo così potremo creare un modello partecipativo efficace e duraturo. Questi e tanti altri saranno i temi al centro del nostro 54° congresso nazionale del 16 e 17 maggio”, spiega Matilde Marandola, presidente nazionale Aidp.
In questi anni sono state già implementate nelle aziende diverse forme e modalità di partecipazione dei lavoratori alla governance aziendale. Il 30% delle aziende, infatti, ha predisposto organismi consultivi attraverso forme e processi strutturati per avanzare suggerimenti e proposte di miglioramento; il 21% circa a definito delle modalità strutturate di coinvolgimento dei lavoratori nelle decisioni produttive e organizzative; il 20% circa ha definito modalità consultive, non vincolanti, attraverso la partecipazione dei lavoratori a comitati paritetici su temi come formazione, piani di carriera inquadramento; il 15% ha previsto modalità di partecipazione ai profitti e l’8% alla gestione e partecipazione alla scelte strategiche. Il 69% dei professionisti HR dichiara una certa soddisfazione su tali forme di partecipazione implementate che considera efficaci e proficue.
I direttori del personale che non hanno implementato la partecipazione. Tra le modalità di partecipazione sopra elencate i direttori del personale che non hanno ancora implementato nessuna iniziativa in questo senso prediligono, in grande maggioranza, le modalità consultive attraverso, processi strutturati (il 58%) o comitati paritetici consultivi non vincolanti (il 36%) su temi quali la formazione, la carriera, l’inquadramento. Quasi il 17% è favorevole alla partecipazione agli utili e il oltre il 9% alla partecipazione alle scelte strategiche.
Oltre il 60% dei direttori del personale ritiene che la partecipazione dei lavoratori, nelle varie forme possibili, serva ad aumentare l’ingaggio e la motivazione; il 29% circa ad avere proposte e suggerimenti utili alla gestione e il 19% a migliorare l’efficienza dei processi aziendali. Oltre il 21%, inoltre, pensa che serva a migliorare il clima aziendale e il 12% crede che la partecipazione dei lavoratori sia utile a migliorare la governance complessiva dell’azienda. Potrebbe, infine, migliorare le relazioni sindacali per il 9% e incrementare il compenso dei dipendenti per oltre l’8% dei rispondenti.
Il 54° congresso dell'Aidp dal titolo 'La Forza dell’Immaginazione', si svolgerà presso l’Allianz MiCo di Milano. Parteciperanno oltre 1.400 professionisti delle risorse umane provenienti da tutte le regioni d’Italia, 76 speaker di altissimo livello, nazionale e internazionale e una cena molto particolare con Leonardo Da Vinci, tutta da scoprire. Nella due giorni si discuterà di come la diversità culturale sia una fonte inesauribile di ispirazione e l’intelligenza artificiale, al centro della rivoluzione spazio-temporale del lavoro unita all’urgenza della sostenibilità, siano decisivi per immaginare un futuro in cui le visioni hanno il coraggio di diventare realtà.
Leggi tutto: Aidp: da 72% direttori personale sì a partecipazione lavoratori a governance aziendale
(Adnkronos) - "Un Papa che ha subito invocato la pace, che ha indicato pur in poche parole la via difficile di una nuova concordia che parte dagli ultimi, i vessati, gli oppressi dei Sud del mondo, dalle periferie dell'esistenza. C'è tanta continuità nell'attenzione alle vittime dell'economia dello 'scarto' anche nella scelta di un nome molto impegnativo, quello di un predecessore come Leone XIII che ha fondato nei fatti la dottrina sociale con la prima Enciclica Rerum Novarum che guarda al mondo del lavoro, dei diritti, dell'inclusione". Così, con Adnkronos/Labitalia, Luigi Sbarra, già leader della Cisl, commenta l'elezione di Papa Leone XIV.
(Adnkronos) - All'inizio della sua carriera non voleva diventare esattamente un chirurgo dell'obesità. Eppure oggi, proprio grazie alla sua attività 25ennale ed esperienza in questo campo, Francesco Rubino, 53 anni, per la rivista 'Time' è una delle 100 persone più influenti nel mondo della salute. L'essere stato inserito nell'elenco 2025 (categoria leader) "è stata una doppia soddisfazione: non solo un riconoscimento personale, ma un riconoscimento alla Lancet Commission, 56 esperti dagli Usa all'Australia, di tutti i continenti, con i quali abbiamo affrontato un lavoro di anni, iniziato nel 2019, per definire per la prima volta la diagnosi di obesità. Una diagnosi che distingue tra obesità clinica e preclinica. Lo abbiamo fatto spontaneamente e senza compensi, con la stessa passione che si ha quando si entra alla scuola di medicina", spiega all'Adnkronos Salute Rubino, responsabile Metabolic and bariatric surgery al King's College London.
"Finora - sottolinea l'esperto - non avevamo una diagnosi clinica di obesità, avevamo una classificazione basata sul peso. E non è facile usare una classificazione che, con l'indice di massa corporea, non riflette la salute dell'individuo". Come spiegare alle persone cos'è l'obesità? "E' uno spettro di condizioni - chiarisce Rubino - Ci sono persone che vivono con un'obesità moderata e non hanno immediatamente dei problemi di salute, magari hanno un rischio di averli in futuro e questo rischio va trattato con delle strategie diverse. Ma ci sono persone che hanno una vera e propria malattia, qui e ora, non un rischio futuro. Persone che non possono camminare, non possono respirare, lavorare. Purtroppo a loro spesso non viene riconosciuto questo stato di malattia, molto spesso non hanno accesso alle cure, poi ancora più spesso sono anche vittime di uno stigma. Per questo c'era bisogno di riconoscere l'obesità anche come malattia". Un lavoro, quello della commissione, che va dunque "anche contro i pregiudizi".
Pregiudizi che vanno "in due direzioni praticamente opposte. Da un lato c'è quello che ha fatto sì che non si potesse ritenere finora in maniera globalmente riconosciuta che l'obesità è anche una malattia - ragiona Rubino - E dall'altro il pregiudizio contrario di voler dipingere tutta l'obesità come una malattia, forse un errore involontario. Il punto è che questo è un problema che affligge talmente tante persone e occorre decidere in maniera concreta, scientifica, medica ed etica come e a chi dare priorità per farmaci e interventi chirurgici che non si possono dare a tutti, e trattare ognuno in maniera adeguata".
Rubino spiega che lui stesso aveva, all'inizio del suo percorso, "un'idea sbagliata" della questione. "Pensavo fosse molto legata agli stili di vita, qualcosa da affrontare facendo esercizio e mangiando meno. 'Perché operarsi?', mi dicevo - racconta - Poi invece ho capito che mi sbagliavo sia sulle cause dell'obesità sia sugli interventi, ho capito che non era tutto così semplicistico. E mi sono specializzato in questa chirurgia". E' insomma "un problema importante, sul quale a mio avviso abbiamo fatto un passo avanti, però è un passo avanti che richiede ancora che molte persone cambino un po' il loro modo di vivere e di vedere l'obesità, inclusi alcuni professionisti della sanità". C'è chi si schiera come se fosse un problema di opinione, "invece deve essere un problema trattato secondo evidenza scientifica. La commissione ha trovato il modo di riconoscere una realtà che è, tutto sommato, sotto gli occhi di tutti, e cioè che l'obesità può essere un fattore di rischio e può essere una malattia vera e propria che compromette il funzionamento degli organi nello stesso modo in cui lo fanno altre malattie, quindi queste persone non dovrebbero essere discriminate".
Rubino è stato un 'globetrotter' del mondo medico-scientifico. Intorno ai 28 anni ha messo il bisturi in valigia ed è volato Oltreoceano. Nato a Cosenza, ha frequentato Medicina a Roma, all'università Cattolica - Policlinico Gemelli. "Qui mi sono laureato e specializzato in Chirurgia generale e già durante gli ultimi anni di specializzazione ho cominciato a fare esperienza all'estero - dice - Poi ho lasciato l'Italia per fare un ulteriore training negli Stati Uniti, al Mount Sinai Medical Center, alla Cleveland Clinic". Poi c'è stata una parentesi di 7 anni in Francia, a Strasburgo. A quel punto "mi hanno offerto di lavorare alla Cornell University a New York", dove c'era uno dei primi centri di chirurgia del diabete al mondo. "Le mie ricerche precedenti avevano evidenziato un meccanismo per cui gli interventi chirurgici che si fanno per l'obesità cambiano di fatto anche il metabolismo degli zuccheri, in maniera indipendente dalla perdita di peso. Quindi in qualche modo avevo sviluppato questo concetto di chirurgia per curare il diabete di tipo 2".
L'esperto ha diretto questo centro alla Cornell "per 7 anni circa". E la Grande Mela è anche la città dove ha incontrato "per caso" sua moglie Christin, "americana della California, due storie completamente diverse le nostre". Lei "fa la cantante lirica e io, per un congresso che ho organizzato a New York, ho chiamato la Juilliard School per avere un cantante che si esibisse per l'occasione. E' arrivata lei". Il resto è storia. La coppia vive a Londra dal 2013 e oggi ha un figlio di 9 anni. L'Italia? "Manca, ma si torna ogni volta che è possibile, per far visita a mio papà che vive in Calabria e ha 87 anni". (di Lucia Scopelliti)
Pagina 886 di 1238