Tour de France, fin dove può arrivare Aru?

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Non era nei suoi programmi iniziali, ma alla fine Fabio Aru parteciperà al Tour de France. E lo farà con ambizioni importanti, come forse lui stesso non poteva sperare fino a un mese fa. Gli addetti ai lavori (in particolare Giuseppe Martinelli) sono fortemente convinti che quest’anno la Grand Boucle è più adatta alle caratteristiche del sardo rispetto al Giro d’Italia. Ciò che non avrebbe permesso il cuore è stato realizzato da un infortunio, che per ironia della sorte potrebbe proiettare il classe ’90 verso un risultato di valore.

Le carte in regola ci sono tutte, per il buon Fabio. L’inizio stagione travagliato è ormai alle spalle, come ha mostrato la recente vittoria del campionato italiano e soprattutto in vista del Tour la grande prestazione al Criterium du Dauphiné. Il quinto posto in classifica generale non rispecchia quanto mostrato sulla strada, in una corsa sempre all’attacco. Anche in appoggio a Jakob Fugslang, suo co-capitano in entrambe le corse francesi. In salita ha mostrato di averne più di Valverde e forse anche di Froome, a cronometro ha imparato a difendersi bene. E quest’anno i chilometri contro il tempo circa 36, tra il prologo di Dusseldorf e la frazione di Marsiglia. Non abbastanza da creare distacchi irrecuperabili in salita.

Dalla parte di Aru allora ci può essere il percorso del Tour de France. Con una piccola considerazione: la sua preparazione, decisamente differente rispetto a quella degli altri, potrebbe portarlo a raggiungere prima una condizione migliore, per poi rischiare di soffrire maggiormente nel finale. È una conseguenza inevitabile del suo programma, preparato per avere il primo picco di forma a maggio. L’inizio della corsa potrebbe vedere il portacolori dell’Astana correre sulla difensiva il prologo iniziale, non adatto alle sue caratteristiche. Già la quinta frazione, con arrivo su La Planche des Belles Filles, può stuzzicare la sua fantasia. Nella circostanza corridori con la sparata in salita (Martin, Valverde) si faranno trovare pronti, ma se dovesse esserci corsa dura Aru potrebbe sperare di avere una prima grande chance.

 

La tappa da segnare con il cerchietto rosso potrebbe però essere la nona, con i 181 km verso Chambèry che comprendono tre GPM Hors Categorie. L’ultimo, il Mont du Chat, è lungo 8,7 km e presenta una pendenza media del 10%. Si scollina a 26 km dall’arrivo, ma solo gli ultimi 13 sono pianeggianti. Il terreno è perfetto per le qualità di Aru, ottimo scalatore e buon discesista, con capacità di spingere in pianura. Se i big dovessero guardarsi un attimo di troppo, il sardo potrebbe sperare nel colpaccio. E perché no, anche nella maglia gialla.

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Negli ultimi dieci anni, per cinque volte il leader della generale nella nona frazione è poi salito sul gradino più alto del podio parigino. Si sogna troppo? Forse, ma anche le settimane successive presentano salite adatte alle caratteristiche di Aru. Con la speranza che questa volta la sfortuna non si metta di mezzo. I favoriti Froome, Porte e Quintana sono avvisati, quest’anno per la maglia gialla c’è anche Aru. Non per niente anche i bookmakers lo hanno inserito tra i big, pagandolo come Valverde e appena più di Contador. Sarà la consacrazione definitiva? Chissà. Intanto, Parigi val bene una scommessa. 


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