(Adnkronos) - Dovrebbe essere un paradiso e invece è l'inferno. Almeno, per i dipendenti che si occupano del giardino di re Carlo, l'ambiente di lavoro di Highgrove House è tossico, un posto terribile in cui prestare servizio. La colpa non è dei fiori che ne fanno parte o, come si potrebbe pensare, dei diserbanti e dei prodotti chimici altamente inquinanti che spesso vengono utilizzati nelle colture floreali. Anzi: da questo punto di vista, il parco è coltivato secondo i principi dell'agricoltura biologica tanto cari al sovrano. E nemmeno venga in mente che si tratti di un giardino spettrale, perché quello della residenza privata del re nel Gloucestershire è quanto di più lontano si possa immaginare da un posto infestato da mostri e fantasmi. Prati, alberi, fiori, fontane e laghetti sono infatti idilliaci, come possono testimoniare anche le migliaia di persone che dal 1996 ogni anno visitano il parco.
Il problema vero, stando ai giardinieri, è invece proprio Sua Maestà e il suo modo 'dispotico' di trattare i dipendenti. Un'inchiesta del Sunday Times di Londra ha portato alla luce accuse mosse dal tormentato team presso la residenza privata del re. Sostiene che, dei 12 dipendenti a tempo pieno addetti al giardinaggio, che lavoravano a Highgrove nel 2022, 11 si sono dimessi e sono stati sostituiti, inclusi non uno, ma ben due capo giardinieri. Il rapporto dipinge un quadro condizionato da una cultura aziendale tossica proprio nel cuore dell'amato santuario del re. Ex membri dello staff descrivono Charles come "intensamente esigente", incline a inviare note critiche scritte con inchiostro rosso spesso e a lasciarsi coinvolgere in minuziosi dettagli orticoli, riporta il Times. Di un giardiniere che commise un semplice errore, disse: "Non mettete più quell'uomo davanti a me".
In un promemoria si legge che Sua Maestà avrebbe ordinato al personale di rimuovere una singola erbaccia infestante vicino al perimetro di una piscina. In un altro ha rimproverato il personale per errori grammaticali, e in un altro ancora lo ha rimproverato dopo un raccolto di delphinium andato a male. Nel 2023, un ex dipendente presentò un reclamo formale in cui descriveva un team "sopraffatto e in difficoltà nel soddisfare le richieste del re". Nella stessa denuncia si affermava: "C'è poca gestione delle aspettative di Sua Maestà il re e so che non mi sarebbe permesso dire che siamo a corto di personale". A complicare il problema ci sono i bassi stipendi (endemici nelle case reali). Molti giardinieri di Highgrove vengono pagati solo il salario minimo, una fonte di frustrazione per il personale che lavora sotto forte pressione e con aspettative complesse da parte di un capo esigente.
La King's Foundation, l'ente di beneficenza responsabile della gestione di Highgrove e delle sue operazioni, ha risposto all'elevato tasso di turnover del personale commissionando un'indagine esterna sulla questione. Sorprendentemente, la revisione ha concluso che l'ambiente di lavoro era così scadente che si raccomandava di fornire "supporto e consulenza per la salute mentale" al personale, un colpo di scena profondamente ironico, dato che i giardini di Highgrove dovrebbero rappresentare serenità, equilibrio e pace. L'inchiesta ha anche evidenziato un suggerimento particolarmente insensibile, a quanto pare avanzato dal re all'indomani dell'invasione russa dell'Ucraina. Secondo il Sunday Times, Carlo avrebbe lanciato l'idea di utilizzare rifugiati ucraini o anziani come volontari nei giardini.
Un giardiniere ha detto che il personale veniva trattato come "spazzatura", aggiungendo: "C'era rabbia che ribolliva in superficie... molta impazienza, nessuna cortesia". Un'altra persona ha dichiarato che la posizione del re rendeva impossibile parlare: "Era come se dovessi essere grato che ti avessero dato un lavoro, e tu lavori per il re, la persona più importante del Paese". In una breve dichiarazione al Sunday Times, la King's Foundation ha sostenuto che la soddisfazione del personale è elevata, citando i sondaggi condotti tra i dipendenti, e ha anche sottolineato l'implementazione di "cambiamenti per migliorare il lavoro di squadra e le comunicazioni".
Leggi tutto: Undici giardinieri su 12 hanno lasciato Highgrove House: "Re Carlo dispotico"
(Adnkronos) - 'Tre ciotole' diretto dalla regista spagnola Isabel Coixet con protagonisti Alba Rohrwacher e Elio Germano sarà presentato in anteprima mondiale al TIFF - Toronto International Film Festival (4-14 settembre) e arriverà nelle sale italiane il 9 ottobre con Vision Distribution. Il film, scritto da Enrico Audenino e Isabel Coixet, è tratto dall’omonimo libro di Michela Murgia, edito in Italia da Mondadori con oltre 200mila copie vendute. Nel cast anche Silvia D’amico, Galatea Bellugi, Francesco Carril e con Sarita Choudhury.
"Dopo quello che sembrava un banale litigio, Marta e Antonio si lasciano. Marta - si legge sulla sinossi - reagisce alla rottura chiudendosi in sé stessa. L’unico sintomo che non può ignorare è la sua improvvisa mancanza di appetito. Antonio, chef in rampa di lancio, si butta sul lavoro. Eppure, sebbene sia stato lui a lasciare Marta, non riesce a dimenticarla. Quando Marta scopre che la mancanza di appetito ha più a che fare con la propria salute che con il dolore della separazione, tutto cambia: il sapore del cibo, la musica, il desiderio, la certezza delle scelte fatte".
'Tre Ciotole' è una produzione italo-spagnola di Cattleya - parte di ITV Studios - Ruvido Produzioni, Bartlebyfilm e Vision Distribution, insieme a Buenapinta Media, Bteam Prods, Perdición Films, Apaches Entertainment, Tres Cuencos AIE. Il progetto è realizzato in collaborazione con il ministero della Cultura - Opera realizzata con il contributo del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo e in collaborazione con Sky e con la partecipazione di RTVE e di MAX con il finanziamento di Instituto de la Cinematografía y de las Artes Audiovisuales O.A./Ministerio de Cultura/Gobierno de de España. Il film sarà distribuito in Spagna da BTeam Pictures e in Italia da Vision Distribution che gestisce anche le vendite internazionali.
(Adnkronos) - C’è il fattore umano dietro l’inchiesta sull’urbanistica che ha travolto Milano. Sono più di 4.000 le famiglie che subiscono le conseguenze di questa situazione. C’è chi ha una casa che non può vendere perché è sotto inchiesta, quanti si trovano ad aver versato una caparra per l’acquisto ma si sono poi trovati con il cantiere sequestrato, e chi invece ha comprato casa su carta il cui progetto non ha mai visto la luce, ma è rimasto bloccato negli uffici comunali, in un limbo che non si sa quando terminerà. Ma i soldi sono già stati messi, chi 100mila euro, chi 200mila. Cifre accumulate lavorando, o, a volte, anche con l’aiuto dei genitori. “Ci sono situazioni in cui le persone stanno continuando a pagare nonostante la costruzione non sia ancora partita perché da contratto, il costruttore ha il coltello dalla parte del manico” dice all’Adnkronos Filippo Borsellino, portavoce del Comitato Famiglie Sospese, nato per riunire quanti come lui si trovano in questo limbo in seguito all’inchiesta avviata dalla Procura meneghina. “Abbiamo letto sui giornali che queste erano case destinate ai ricchi, case di lusso, quando la realtà è ben diversa: questo blocco coinvolge tutto il centro medio della città, sono ferme anche tutte le costruzioni in edilizia convenzionata. Così si contribuisce all’aumento dei prezzi perché chiaramente la domanda resta alta, mentre l’offerta è stata fortemente diminuita”.
Filippo ha acquistato un appartamento alle Residenze Lac di via Cancano due anni fa: “Il cantiere è stato sequestrato un anno fa, il 19 luglio del 2024. Ho investito sui 100.000 euro, risparmi del lavoro con anche un aiuto da parte dei miei genitori”. I cantieri sotto sequestro sono tre, mentre per i progetti su carta bloccati si parla di una cifra che supera i 150. “Quanto abbiamo fatto la stima con i costruttori, ci hanno detto che i progetti sono più o meno 170, di cui 110 con le problematiche contestate dalla Procura, mentre 60 realizzati seguendo le linee guida da rispettare. Ci sono tantissimi casi bloccati e non viene fatta distinzione tra contestazioni e non contestazioni. Resta tutto bloccato” sottolinea Borsellino. Il portavoce del Comitato incalza: “Una cosa che mi preme è sottolineare la questione delle fedeiussioni, che bastava chiederle indietro, ma non è così semplice. Ci sono stati casi in cui i costruttori hanno proprio detto che non avrebbero restituito il denaro a meno che il cantiere non fosse ripartito. Così si parla di entrare in processi, spese legali e nel comitato ci sono molti pensionati che hanno fatto una scelta di vita, quella di venire a vivere vicino ai propri nipotini. Oltre al danno economico c'è un danno di vita e sono anni che non verranno mai restituiti”.
Filippo e le altre persone colpite dal blocco hanno dovuto arrangiarsi in altre maniere: “Sto in affitto, oppure mi appoggio agli amici. E ci sono altre famiglie che sono nella stessa situazione”. “Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni e non abbiamo idea di quello che sarà il futuro. Non abbiamo nemmeno idea di quelle come saranno le prossime settimane o i prossimi mesi”. Borsellino chiede una risposta: “Come acquirenti, ma soprattutto come cittadini di Milano, speriamo venga fatta chiarezza su quello che è successo. Se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi, però al momento le uniche persone che stanno pagando questa situazione siamo noi che abbiamo fatto tutto nella legalità”.
Il Comitato sarà presente alla seduta odierna del Consiglio comunale con una piccola delegazione: “Ci aspettiamo delle risposte chiare che non provengano solamente dalla politica locale, ma anche dalla politica nazionale e da tutti i partiti. Le famiglie non abbiano un colore politico. Le famiglie non appartengono a nessuna fazione, ma a tutti quanti. Mi auguro che insieme venga fatto un lavoro per cui trovare una soluzione nel più breve tempo possibile, rispettando quelli che sono i lavori della magistratura”. La richiesta di Filippo e del Comitato è una sola, che i cantieri vengano sbloccati e che chi ha sbagliato paghi. Al sindaco di Milano Giuseppe Sala “non spetta a noi dirgli qualcosa. Spetta più a lui e all’amministrazione dire qualcosa a noi su quello che sarà il nostro futuro”. Borselli si rivolge anche ai costruttori: “L’appello che faccio ad alcuni di loro è quello di avere una conversazione, un dialogo il più chiaro e trasparente possibile con tutti gli acquirenti e le famiglie”.
(Adnkronos) - E' un rischio invisibile, ma concreto. Un nemico silenzioso che si insinua nel corpo femminile e minaccia la salute riproduttiva. Le microplastiche non sono solo un problema ambientale, ma rappresentano un'emergenza sanitaria, soprattutto per le donne. La prima allerta era arrivata già nel 2020 da Antonio Ragusa, allora primario di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale Fatebenefratelli-Isola Tiberina di Roma, che con il suo team, in collaborazione con il Politecnico delle Marche, aveva trovato frammenti di plastica in 6 placente di donne sane. Oggi una nuova ricerca coordinata dall'andrologo Luigi Montano, già presidente della Società italiana della riproduzione umana (Siru), e condotta su donne sottoposte a tecniche di procreazione medicalmente assistita, rilancia l'allarme: 14 pazienti su 18 monitorate presentavano microplastiche nel fluido follicolare. Una contaminazione potenzialmente in grado di alterare la qualità degli ovociti, disturbare l'equilibrio ormonale e compromettere la fertilità.
A fare il punto è Silvia Vaccari, presidente della Fnopo, la Federazione nazionale degli Ordini della professione ostetrica. "Questi dati scientifici - avverte - rappresentano un campanello d'allarme che non possiamo più ignorare. Tutelare la fertilità e la salute riproduttiva della donna è oggi una priorità assoluta di sanità pubblica. E' necessario monitorare, informare e prevenire l'esposizione, specialmente nelle fasce più vulnerabili come le donne in gravidanza o in età fertile". Con l'estate l'esposizione involontaria cresce, sottolinea la presidente: "Con il caldo il rischio aumenta, perché il calore favorisce il passaggio delle microplastiche dagli oggetti al nostro organismo". Bottiglie d'acqua lasciate al sole, contenitori riscaldati nel microonde, bustine da tè o tazze di carta cerata sono veicoli comuni di contaminazione, spesso ignorati.
Di fronte a questa emergenza ambientale e sanitaria, le ostetriche rappresentano una risorsa cruciale per l'educazione e la prevenzione, evidenzia il vertice Fnopo. "Il loro ruolo non si limita più alla sola assistenza durante gravidanza e parto: diventa sempre più un presidio attivo per la tutela della salute femminile nel suo complesso", dice Vaccari. Le ostetriche possono informare le donne sulle principali fonti di esposizione alle microplastiche e spiegarne i potenziali effetti sullo sviluppo fetale e sulla fertilità. "Limitare il consumo di cibi confezionati nella plastica, preferire materiali come vetro e carta soprattutto con alimenti caldi, scegliere prodotti per l'igiene privi di microplastiche: sono gesti quotidiani che possono fare la differenza", assicura la presidente delle ostetriche.
Anche nella scelta dei detergenti e degli indumenti è importante prediligere soluzioni naturali. "Le microfibre rilasciate dai capi sintetici durante il lavaggio si trasformano in microplastiche - spiega ancora Vaccari - e alcune sostanze presenti in frutti di mare, miele, zucchero o sale possono accumularsi nel nostro organismo. Alimentazione e stile di vita sono oggi elementi chiave per proteggere la fertilità".
Compito delle ostetriche, aggiunge la numero uno della Fnopo, è offrire supporto mirato alle donne in età fertile o in gravidanza, guidandole verso scelte che tutelino la loro salute e quella del nascituro. "Dobbiamo spiegare come le microplastiche entrano nel corpo: attraverso ciò che mangiamo, beviamo, respiriamo o spalmiamo sulla pelle. Serve informazione, non allarmismo", precisa Vaccari che indica la necessità di suggerire soluzioni concrete, come ridurre la plastica monouso, scegliere alimenti freschi e integrali, utilizzare cosmetici naturali e installare filtri per l'acqua che riducano la contaminazione. "Infine - aggiunge - dobbiamo restare aggiornate sugli sviluppi scientifici, per offrire alle donne strumenti efficaci e sicuri per proteggere la loro salute riproduttiva. La plastica è ovunque, ma insieme possiamo limitarne gli effetti più dannosi. La salute ambientale è, a tutti gli effetti, salute femminile".
"Non possiamo più parlare di salute femminile - puntualizza la presidente Fnopo - senza considerare i fattori ambientali. Le ostetriche sono pronte a fare la loro parte con un approccio educativo e preventivo, spiegando alle donne come ridurre l’esposizione e riconoscere i rischi. L'ecologia deve entrare a pieno titolo nel percorso nascita". Dai mari alla placenta, dalle bottiglie alle ovaie, la plastica ha ormai colonizzato anche i luoghi più intimi del corpo femminile. Sta alla sanità pubblica, alla ricerca e alle professioni sanitarie rispondere, prima che sia troppo tardi. "Se non agiamo adesso, rischiamo di compromettere il futuro riproduttivo di un’intera generazione. E in estate, più che mai, abbiamo il dovere di informare le donne e proteggerle. Perché la salute ambientale è salute femminile", conclude Vaccari.
Leggi tutto: Salute, ostetriche: "Microplastiche in placenta e ovaie minaccia per la fertilità"
(Adnkronos) - D'estate relax, viaggi e ritmi più lenti cambiano la routine, ma la cura di sé non può andare in vacanza, come ricorda la Giornata internazionale del Self-care, che si celebra il 24 luglio. Si tratta di "una componente essenziale di un sistema sanitario sostenibile, poiché rafforza il ruolo attivo del cittadino nella tutela della propria salute. Prendersi cura di sé non significa soltanto curarsi quando si sta male, ma soprattutto prevenire, ascoltare il proprio corpo e saper scegliere, ogni giorno, ciò che fa stare bene - afferma Paolo Levantino, farmacista clinico e segretario nazionale Fenagifar, Federazione nazionale associazione giovani farmacisti - Durante le vacanze questo approccio diventa ancora più importante, in quanto cambiano i ritmi, le abitudini e spesso si tende a trascurare l'ascolto del proprio corpo. Come sempre, anche durante l'estate, il farmacista si conferma un alleato prezioso, fornendo consigli utili, soluzioni semplici, ma efficaci, ai piccoli disturbi, che possono evitare di rovinare un periodo dedicato al relax".
Le farmacie "sono la rete sanitaria più vicina ai cittadini - sottolinea Levantino - Secondo il Pgeu Annual Report 2024, in Europa ci sono oltre 200mila farmacie comunitarie, in grado di offrire supporto concreto in ogni contesto, anche lontano da casa. A conferma di questa centralità, il Rapporto Federfarma-Censis 2025 evidenzia che oltre il 90% dei cittadini italiani ritiene che ci sia sempre una farmacia vicina e aperta, riconoscendone il valore come punto di riferimento affidabile, anche nei momenti di maggiore mobilità. E' proprio questa combinazione di prossimità, continuità, competenza e fiducia a rendere la farmacia un alleato fondamentale per promuovere un self-care consapevole, responsabile e sostenibile, in ogni fase dell'anno".
Prendersi cura di sé - ricorda in una nota Haleon, azienda di riferimento nel settore del Consumer Healthcare - richiama l'attenzione sull'importanza di una consapevolezza che continua anche quando le abitudini cambiano e si perdono i consueti punti di riferimento nella gestione della salute quotidiana. Tuttavia, non tutti dispongono delle informazioni e delle competenze necessarie per fare scelte consapevoli nella gestione della propria salute. Secondo il report Vintura 2021, sebbene circa l'80% delle persone desideri prendersi cura della propria salute, solo 2 su 10 ritengono di avere le competenze per farlo in modo efficace. Questo divario rappresenta una barriera significativa al self-care, sottolineando l'importanza di fornire supporto e informazioni accessibili.
"Rafforzare la capacità di ciascuno di prendersi cura di sé in modo consapevole e continuo significa promuovere equità. Le persone informate fanno scelte migliori, riducono i rischi per la salute, vivono meglio e restano attive - osserva Davide Fanelli, General Manager Southern Europe e Italia di Haleon - Non si tratta solo di prevenzione, ma di empowerment: fornire strumenti, conoscenze e fiducia per compiere scelte informate e responsabili. Abituare le persone a rivolgersi alla farmacia per la gestione dei piccoli disturbi o per misure preventive contribuisce a favorire un approccio più autonomo alla cura di sé e, allo stesso tempo, a ridurre il carico sul Servizio sanitario nazionale. Un cambiamento che genera benefici tangibili per i cittadini e un impatto positivo sulle comunità nella loro interezza".
Secondo i dati della fase 3 del Global Health Inclusivity Index, uno studio appena pubblicato e realizzato da Economist Impact e supportato da Haleon - informa la nota - ridurre del 25% la percentuale di popolazione con bassi livelli di alfabetizzazione sanitaria (la capacità delle persone di comprendere e utilizzare le informazioni sanitarie per prendere decisioni sulla propria salute) potrebbe far risparmiare 303 miliardi di dollari all'anno in 40 Paesi nel mondo. In Italia il risparmio si attesterebbe a oltre 9 miliardi di euro. L'indice ha inoltre analizzato i benefici economici e sanitari derivanti dalla riduzione delle lacune nell'inclusione sanitaria in 40 Paesi, considerando 7 patologie comuni e concentrandosi su 4 gruppi di persone fragili per: scarsa alfabetizzazione sanitaria, a basso reddito, donne e anziani. I dati emersi dimostrano che le persone con scarsa alfabetizzazione sanitaria spesso hanno difficoltà a comprendere le informazioni mediche, a orientarsi nei sistemi sanitari e a prendere decisioni informate sulle proprie cure. Ciò si traduce in maggiori costi sanitari derivanti da ritardi nelle cure, un maggiore ricorso ai servizi di emergenza e un aumento dei ricoveri ospedalieri.
L'analisi mostra che in Italia le spese sanitarie annuali per una persona con bassa alfabetizzazione sanitaria sono quasi 3 volte superiori rispetto a chi ha un livello alto di alfabetizzazione sanitaria: 3.902 euro contro 1.406 euro; per il 70% si tratta di spese legate al ricorso ai farmaci, per il 27% a visite mediche. "Una buona alfabetizzazione sanitaria - aggiunge Levantino - permette alle persone di accedere, comprendere e utilizzare in modo efficace le informazioni utili a promuovere la salute e il benessere, per se stesse, per la propria famiglia e per l'intera comunità. Non si tratta solo di favorire il benessere individuale, ma di attivare una leva strategica per la sostenibilità del sistema sanitario: significa ridurre visite mediche inappropriate, accessi non necessari al pronto soccorso e contenere la spesa pubblica, grazie a un uso più consapevole dei farmaci e a una gestione più consapevole e autonoma della propria salute", conclude.
Leggi tutto: Giornata del Self-care, prendersi cura della salute anche in vacanza
(Adnkronos) - "Le autorità francesi hanno avviato un’indagine penale di natura politica nei confronti di X per la presunta manipolazione del suo algoritmo e la presunta 'estrazione fraudolenta di dati'. X respinge categoricamente queste accuse". È quanto si legge in un post diffuso dal team di Affari governativi globali della piattaforma di Elon Musk, che accusa Parigi di "minare gravemente il diritto fondamentale di X al giusto processo" e "mettere a rischio i diritti degli utenti alla privacy e alla libertà di espressione", rigettando l'accusa secondo cui l'algoritmo del social può essere utilizzato da potenze straniere per interferire nei processi democratici del Paese come "completamente falsa".
La piattaforma si scaglia contro la figura del parlamentare francese Eric Bothorel, "istigatore" dell'indagine stando al team di X, e la richiesta di accesso all’algoritmo di raccomandazione e ai dati in tempo reale relativi a tutti i post degli utenti sulla piattaforma da parte delle autorità francesi. Stando al social, gli esperti che avrebbero analizzato i dati sarebbero di parte. Il post cita David Chavalarias, già promotore di una campagna che incitava gli utenti ad abbandonare la piattaforma, e Maziyar Panahi, autore di progetti di ricerca condotti insieme a Chavalarias che "dimostrano un’aperta ostilità nei confronti di X". "Il coinvolgimento di questi individui solleva gravi dubbi sull’imparzialità, l’equità e le motivazioni politiche dell’indagine, per usare un eufemismo; un risultato predeterminato non può essere considerato equo", scrivono gli autori del post.
Il team di Affari governativi globali di X critica anche la classificazione del social come "banda organizzata" ai fini dell’indagine, definizione "solitamente riservata a cartelli della droga o gruppi mafiosi" "che consente alla polizia francese di utilizzare ampi poteri investigativi previsti dalla legge francese, inclusa l’intercettazione dei dispositivi personali dei dipendenti di X". La piattaforma "rimane all’oscuro circa le accuse specifiche" mosse contro di essa ma evidenzia che, sulla base di quanto emerso finora, l'indagine sta "distorcendo la legge francese per servire un’agenda politica e, in ultima analisi, limitare la libertà di espressione. Per questi motivi, X non ha acconsentito alle richieste delle autorità francesi, come ha il diritto legale di fare. Questa non è una decisione presa alla leggera. Tuttavia, in questo caso, i fatti parlano da soli. X è impegnata a difendere i propri diritti fondamentali, proteggere i dati degli utenti e resistere alla censura politica", conclude il post.
(Adnkronos) - Importi mensili inferiori rispetto al dovuto e un quadro normativo in continua evoluzione, con prospettive incerte e poco chiare. Il sistema pensionistico italiano è di nuovo al centro del dibattito. Tra annunci di riforme, bonus e ipotesi di uscite anticipate o posticipate, chi è già in pensione e chi deve andarci è disorientato e in apprensione.
Il network legale Consulcesi & Partners, negli ultimi due mesi, ha registrato – sul fronte dell’assistenza previdenziale – un aumento delle richieste del 28% rispetto al 2024. Nello specifico, attraverso il nuovo sito del servizio OK Pensione, sono aumentate: del 33% le richieste di verifica degli importi delle pensioni; del 25% le domande sul riscatto della laurea; con un vero boom per il servizio Calcolo Pensione Futura, che segna un +41%, a testimonianza dei timori crescenti legati all’uscita dal mondo del lavoro.
In questo scenario, Consulcesi & Partners ha ulteriormente rafforzato e rinnovato la sua storica presenza nell’ambito previdenziale con il lancio di 'OK Pensione': un servizio digitale (www.okpensione.it) ideato per aiutare i cittadini a fare chiarezza sulla propria posizione previdenziale, presente e futura.
Il servizio Ricalcolo Pensione è riservato a chi è già in quiescenza e desidera verificare la correttezza degli importi ricevuti. Un team legale e previdenziale analizza la documentazione, evidenzia eventuali errori e assiste nella richiesta di ricalcolo e nel recupero degli arretrati, anche con azioni legali laddove necessario. Secondo una stima dei partner previdenziali di C&P, oggi in Italia sei pensioni su dieci sono errate. Spesso si tratta di importi inferiori di almeno 200–300 euro al mese, con la possibilità, dunque, di ottenere una somma maggiore e recuperare anche gli arretrati. Come nel caso di un medico assistito da C&P che, di recente, ha ottenuto un risarcimento di oltre 70.000 euro, tra arretrati e Tfr non versato correttamente.
Attraverso il servizio 'Calcolo Pensione Futura', chi è ancora in attività (dipendenti pubblici e privati, ma anche autonomi) può programmare e valorizzare al meglio la propria uscita dal mondo del lavoro, grazie a un mix di competenze specifiche, tecnologie avanzate e algoritmi esclusivi.
“OKPensione – spiega Bruno Borin, responsabile del team legale di Consulcesi & Partners – pur avvalendosi delle tecnologie più avanzate, non è un semplice calcolatore automatico, ma un servizio professionale pensato per offrire analisi su misura e supporto legale qualificato. È un’ancora di chiarezza in un sistema normativo complesso e mutevole, che combina la forza legale del nostro network con l’esperienza di una rete di consulenti e partner previdenziali capaci di fare la differenza. La tecnologia ci aiuta, ma la vera differenza la fanno le persone, l’ascolto e la competenza”.
(Adnkronos) - I migranti di un centro Ice di Miami sarebbero stati ammanettati, con mani legate dietro la schiena, e costretti a inginocchiarsi per mangiare da piatti di polistirolo "come cani".
Lo rivela il The Guardian in un approfondimento sulle condizioni di tre strutture sovraffollate per la detenzione di migranti irregolari in attesa di espulsione, nel sud della Florida. Decine di uomini sarebbero stati stipati in una cella di detenzione per ore, secondo il rapporto pubblicato, e gli sarebbe stato negato il pranzo fino alle 19 circa, rimanendo incatenati a guardare del cibo riposto su alcune sedie davanti ai loro occhi. "Dovevamo mangiare come animali", racconta un detenuto di nome Pedro al The Guardian. I presunti abusi sarebbero stati commessi nelle carceri gestite dall'Immigration and customs enforcement agency (Ice), come hanno denunciato anche associazioni come Human rights watch, che ha reso pubbliche alcune interviste esclusive ai detenuti.
La notizia arriva dopo che Il Tampa Bay Times, quotidiano della Florida, aveva pubblicato un elenco di oltre centinaia di detenuti, tra cui due italiani , trattenuti ad Alligator Alcatraz, il nuovo controverso centro di detenzione per migranti irregolari (in attesa di espulsione) voluto dall’amministrazione Trump per rispondere al sovraffollamento delle altre carceri.
Alligator Alcatraz, costruito in solo otto giorni nella regione paludosa delle Everglades, in Florida, è stato inaugurato lo scorso 3 luglio ed è finito al centro delle polemiche per i presunti abusi e le violenze perpetrate nei confronti dei migranti. Ma non sarebbe l’unico caso. Nel centro di detenzione di Krome North, nella zona ovest di Miami, rivela il The Guardian, le detenute venivano costrette a usare i bagni sotto gli occhi di guardie e detenuti uomini, senza alcuna privacy. Inoltre, veniva loro negato l'accesso a cure, docce e cibo. Secondo quanto riferito da alcuni ex detenuti, il carcere era talmente sovraffollato che alcuni sono stati trattenuti per più di 24 ore in un autobus fermo in un parcheggio della struttura. “Venivamo liberati solo quando qualcuno doveva usare l'unico bagno a disposizione, che si intasava rapidamente”, ha rivelato l'ex detenuto che ha aggiunto: “qualcuno ha defecato sull’autobus che emanava un forte odore di feci”.
Quando il gruppo di detenuti è stato finalmente ammesso nella struttura, molti avrebbero trascorso oltre 12 giorni stipati in una gelida stanza di accoglienza soprannominata la hierela (la ghiacciaia), senza biancheria da letto e vestiti di ricambio, dormendo sul pavimento di cemento.
Secondo il rapporto, a metà giugno, oltre 56.400 persone al giorno sarebbero state trattenute nei centri Ice, di cui circa il 72% senza precedenti penali. I migranti affermano che gli abusi documentati riflettono le condizioni disumane all'interno delle strutture federali per l'immigrazione, peggiorate significativamente dall'insediamento alla Casa Bianca del presidente americano, Donald Trump, il 20 gennaio scorso e dopo la nuova stretta sulle deportazioni. Tutte le strutture erano gravemente sovraffollate, hanno affermato gli ex detenuti, un fattore che ha accelerato la costruzione della controversa prigione di "Alligator Alcatraz" nelle Everglades, destinata a ospitare oltre 5.000 migranti senza documenti in attesa di deportazione.
Leggi tutto: Migranti costretti a "mangiare in ginocchio come cani", choc in un centro Ice a Miami
(Adnkronos) - Donald Trump è tornato a "divertirsi" con l'intelligenza artificiale, e ha pubblicato oggi, lunedì 21 luglio, sul suo social 'Truth' un video che mostra l’ex presidente Barack Obama mentre viene arrestato dall’Fbi. Nel filmato, Obama viene ammanettato nello Studio Ovale e poi rinchiuso in una cella, con addosso una tuta arancione da detenuto. Il montaggio è accompagnato dalla canzone Ymca dei Village People. Il video si apre con dichiarazioni di esponenti democratici - tra cui Obama, Joe Biden e Nancy Pelosi - che affermano: "Nessuno è al di sopra della legge".
Il post arriva due giorni dopo che Tulsi Gabbard, direttrice dell’intelligence nazionale nominata da Trump, ha accusato l’amministrazione Obama di aver "fabbricato e politicizzato" prove sull’interferenza russa nelle elezioni del 2016, con l’obiettivo - secondo Gabbard - di "sovvertire la presidenza Trump". In un rapporto reso pubblico venerdì scorso, Gabbard ha annunciato di voler trasmettere il dossier al Dipartimento di Giustizia per una possibile incriminazione di Obama e di alcuni suoi ex collaboratori, tra cui James Comey e John Brennan.
"Si tratta di un complotto per minare la volontà degli americani e attuare un colpo di Stato contro un presidente regolarmente eletto", ha detto Gabbard a Fox News, promettendo nuove rivelazioni nei prossimi giorni. L’uscita del video da parte di Trump sembra rimarcare questa linea, e arriva mentre il presidente repubblicano cerca di contenere le critiche ricevute dal suo stesso elettorato sulla gestione del caso Epstein.
I democratici hanno respinto il rapporto di Gabbard come infondato e strumentale. "Non c’è un solo giudice che prenderebbe sul serio queste accuse - ha commentato il deputato Jim Himes, capogruppo democratico della commissione Intelligence alla Camera - Questo è un tentativo di riscrivere la storia e distrarre da altre questioni più scomode per il presidente".
Leggi tutto: Trump arresta Obama... con l'IA: "Nessuno è al di sopra della legge"
Pagina 427 di 1304