
Perquisizioni sono state eseguite nei confronti di cinque persone indagate per tentata estorsione e manipolazione del mercato a danno del presidente della Lazio Claudio Lotito. I carabinieri del nucleo investigativo di Roma, a quanto apprende l’Adnkronos, hanno sequestrato diversi dispositivi, tra cui tablet, computer e telefoni agli indagati, sia a casa che negli uffici.
A delegare le perquisizioni sono stati i pm della Capitale che hanno avviato l’inchiesta dopo le denunce presentate da Lotito. In particolare ai cinque viene contestato in concorso di aver, con reiterati atti di minaccia tramite social, mail e telefonate anonime al presidente della Lazio, compiuto atti per costringere Lotito a cedere il capitale della società.
Inoltre per l’ipotesi di reato di manipolazione del mercato, ai cinque si contesta di aver, in concorso con terzi non ancora identificati, diffuso attraverso social e tramite una testata online, notizie false relative a un’imminente cessione del pacchetto di controllo da parte di Lotito, dello stato di quasi fallimento della società e anche dell’intenzione, sempre non veritiera, di far retrocedere la Lazio. Notizie diffuse per alterare il valore delle azioni della società quotata in Borsa.
Il materiale sequestrato verrà ora analizzato anche per capire se c’è una ‘regia’. Uno degli indagati avrebbe anche commissionato lo striscione ‘Lotito libera la Lazio’ appeso ad un aereo che la scorsa estate ha sorvolato il centro sportivo di Formello.

A seguito di un deciso miglioramento delle condizioni di salute, Emma Bonino è uscita dalla subintensiva dell’ospedale San Filippo Neri, dove era ricoverata da lunedì, ed è stata trasferita in reparto per completare la fase di ripresa. Lo fanno sapere fonti di +Europa.

E' l'Italia uno dei principali marketplace del wedding tourism ne sa qualcosa Francesca Resciniti, 'regina italiana' del destination wedding. "Dopo la chiusura del Covid - racconta all’Adnkronos/Labitalia - dal 2022 abbiamo assistito a un vero e proprio boom di coppie che hanno deciso di sposarsi in Italia. Questo perché nel 2020 sono state costrette a rinunciare, ma poi sono tornate alla carica molto più felici di prima, anche con budget maggiori. Organizzo matrimoni soprattutto per gli anglofoni, quindi americani, australiani e canadesi che scelgono il nostro Paese per sposarsi con temperature non proprio fredde, anche se quest’anno il 2 gennaio ho organizzato un matrimonio per una coppia di cittadini di Singapore che avevano richiesto un’atmosfera natalizia".
Vista la distanza con i futuri sposi Francesca propone sempre un incontro in videochiamata. "In questo modo - spiega - faccio una serie di domande che mi facciano capire qual è la loro visione di matrimonio organizzato in Italia. E nove volte su dieci loro mi parlano di un po' di stereotipi che hanno visto nei film, oppure nell’immaginario collettivo del loro paese, o addirittura su Google. La regione che funziona di più è la Toscana, anche il lago di Como è sempre in pole position. Ma la Toscana ha diverse offerte: dal castello alla villa storica, all'agriturismo, all'albergo".
"La maggior parte delle 'mie' coppie - continua - organizza un mini weekend, che però non è quasi mai un fine settimana, in cui offrono ai loro ospiti un’esperienza come cooking class, tour guidati o lezioni di yoga. Si inizia con un pizza party, poi si dorme in location, se non tutti, comunque le persone più vicine, il giorno dopo c’è il matrimonio e l’ultimo giorno si fa un pool party e brunch, ad esempio. Il pizza party a volte viene sostituito ad una cena tipica italiana con prodotti locali. Tutto ciò che è gourmet a loro interessa poco, vogliono i nostri piatti tipici e gli invitati comunque godono di questa esperienza che è proprio fatta di condivisione".
E i prezzi? "Senza considerare - sottolinea - viaggio, vestiti e gli eventi considero sempre tra gli 800 e i 1200 euro a persona. Cifre che possono anche essere superiori in base alle scelte. Diverse le tipologie di coppie che si rivolgono a me. Sicuramente appartengono a un’alta classe sociale, tra i 25 e i 32 anni di età, ma anche over 50 che sono al secondo matrimonio, oppure decidono di rinnovare le promesse". "La richiesta più particolare - conclude - è il matrimonio a sorpresa. Mi è capitato il futuro sposo che ha chiesto la mano della fidanzata e certo che lei avrebbe detto sì, per il giorno dopo il matrimonio era tutto organizzato".
E per promuovere l'internazionalizzazione e l'attività di incoming, la Bmii-Borsa del matrimonio in Italia destination wedding in Italy ospita ogni anno a Roma buyer internazionali per scoprire le diverse soluzioni legate al mondo delle nozze made in Italy. "Il Centro Italia - dice all’Adnkronos/Labitalia Ottorino Duratorre, presidente Bmii - è risultato la macro-area più richiesta in Italia, superando il Sud e il Nord. Roma, grazie al suo patrimonio storico e artistico, è una delle prime tre mete italiane più ambite per i matrimoni degli stranieri. Roma, come capitale e meta di richiamo globale, è uno dei motori principali di questo incremento nel Centro Italia".
"Roma è una delle mete elette dagli sposi stranieri per la sua bellezza e la sua comodità: in particolare la presenza di numerosi voli aerei che collegano la capitale italiana alle diverse località di provenienza degli sposi. La posizione centrale della città permette di raggiungere la location prescelta anche da ospiti, parenti e amici, provenienti dalle diverse parti del mondo come spesso accade. E le nozze sono un’occasione di riunione", conclude.

"L'Italia continua a invecchiare rapidamente. Le persone dai 65 anni in su rappresentano il 24,7% della popolazione (14,6 milioni di persone); erano il 18,1% nel 2000 (10,3 milioni) e il 9,3% nel 1960 (4,6 milioni)", e "nel 2045 le persone dai 65 anni in su saranno aumentate di quasi 4,5 milioni e raggiungeranno i 19 milioni (il 34,1% della popolazione)". Lo indica il 59esimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese 2025. "L'aspettativa di vita - si legge nel report - è arrivata a 85,5 anni per le donne e 81,4 per gli uomini: circa 5 mesi in più solo nell'ultimo anno. E i centenari, 594 nel 1960, diventati 4.765 nel 2000, oggi sono 23.548".
"Il desiderio di prolungare l'esistenza sfuggendo alle malattie - rileva il Censis - è la regola che accomuna la nuova generazione di anziani. Una tendenza a vivere come eterni adulti, senza limitazioni legate all'avanzare dell'età. Con la consapevolezza di custodire e trasmettere in eredità risorse, non solo materiali, di cui le giovani generazioni non potranno godere in ugual misura".

"Il valore più grande di Return è ciò che resta: aver creato una comunità ampia, omogenea e collaudata che prima non esisteva". Lo afferma Andrea Prota, presidente della Fondazione Return, nel corso del meeting finale del progetto, finanziato dal PNRR nell’ambito del programma NextGenerationEU, e in corso a Napoli. Tre giorni dedicati alla scienza del multi-rischio per comunità e territori resilienti in un clima che cambia, che hanno riunito ricercatori, istituzioni e imprese attorno ai risultati maturati in tre anni di lavoro. Per Prota, l’elemento centrale del progetto è la contaminazione tra discipline: “Abbiamo messo insieme chi studia i rischi naturali, ambientali e antropici e chi lavora nelle scienze sociali, economiche e umane. Questo approccio integrato è fondamentale per arrivare ai cittadini: capire come percepiscono i rischi, coinvolgerli nella coprogettazione e nelle azioni di mitigazione e adattamento climatico necessarie per ridurre impatti e rischi legati a fenomeni che cambiano rapidamente”.
Il presidente sottolinea i risultati concreti: “Li distinguerei in due categorie: metodologie e tecnologie per supportare le decisioni di chi tutela i cittadini, e strumenti per valutare la situazione dei rischi e l’efficacia delle azioni messe in campo”. Tra questi, Return Ville, la città virtuale sviluppata dal progetto: “Abbiamo creato Return Land, un simulatore per mostrare scenari e interventi. Con il Dipartimento della Protezione Civile, nostro partner fin dall’inizio, porteremo questi strumenti a Regioni, Comuni, enti locali e imprese”.
Prota evidenzia anche l’approccio multirischio come elemento distintivo: “Solo così possiamo avvicinarci alla complessità reale dei problemi”. E cita la Return Academy: “In aula hanno lavorato ingegneri, architetti, giuristi e filosofi, che hanno appreso direttamente dai ricercatori cosa emergeva dal progetto. Porteranno queste competenze nel loro lavoro quotidiano, pubblico o privato”.
Ampio spazio è dedicato ai giovani: “Abbiamo superato i target previsti per RTDA, dottorati e assegni di ricerca, con una partecipazione femminile spontanea superiore al 40%. Il nostro obiettivo è dare continuità a queste professionalità, evitando che restino nel precariato”. Infine, il presidente sottolinea il rapporto con l’Anci: “All’inizio dell’anno nuovo ospiteremo un incontro a Napoli con i sindaci per chiudere il cerchio e penso che potremo anche sottoscrivere un accordo affinché i Comuni possano beneficiare pienamente dei risultati di Return".

Dicembre è il mese in cui la linea degli italiani rischia di allargarsi per gli eccessi a tavola del Natale e del Capodanno. Per questo, bisogna prepararsi in maniera adeguata con una strategia accorta, come spiega all'Adnkronos Salute l'immunologo clinico Mauro Minelli, docente di Nutrizione umana alla Lum.
"Le feste natalizie si avvicinano, portando con sé un ricco e irresistibile corollario di tradizioni culinarie: dal classico panettone o pandoro ai dolci regionali come cartellate, struffoli, torrone e mostaccioli ricoperti di cioccolato. Sappiamo bene che queste prelibatezze, che siano fedeli alle ricette della nonna o rivisitate in chiave gourmet, condividono un elemento comune: sono spesso ricche di zuccheri e grassi, uscendo dai binari della nostra amata dieta mediterranea", dice Minelli.
"Ma non è necessario affrontare il Natale con il terrore delle calorie: il segreto per godersele senza sensi di colpa e senza compromettere il proprio benessere risiede nella preparazione. Adottare una strategia alimentare 'pre-Natale' consapevole e prudente è il primo, fondamentale passo per creare una base solida che ci permetta di affrontare i banchetti con misura e buongusto", aggiunge.
"L'attenzione alle porzioni, spesso ricercata nella cucina gourmet che, impiattando in modo minimale ma curato, riduce l'apporto calorico, ci insegna una lezione importante: la misura è l'elemento di discrimine più saggio. Come affermava Guy de Maupassant, 'si è gourmet come si è artista o poeta', distinguendo - chiarisce Minelli - il vero gourmet (buongustaio consapevole) dal goloso (il crapulone). Il gourmet sa scegliere il cibo, non solo per la sua qualità, ma anche per la quantità sufficiente a saziarlo senza eccessi. Un'alimentazione consapevole in vista delle feste è, dunque, il primo importante passo per la tutela della salute, del benessere e, non ultimo, del buongusto". Sono proprio questi giorni che precedono le feste "il momento ideale per depurare l'organismo, aumentarne la resilienza metabolica e prepararsi a gustare, con consapevolezza e misura, tutte le meraviglie che la tavola natalizia ha da offrire", suggerisce l'immunologo.
Ecco dunque 5 consigli del medico nutrizionista per una dieta pre-Natale "che punta a sfruttare i giorni precedenti per 'fare spazio' con intelligenza e salute":
1. Focus su fibre e integrali. "Nei pasti che precedono il Natale, dare la precedenza a cereali integrali (farina di frumento integrale e non raffinata), frutta e verdura, legumi e frutta secca. Questi alimenti sono ricchi di fibre, che aiutano ad aumentare il senso di sazietà, modulano l'assorbimento di zuccheri e grassi e favoriscono il benessere intestinale, preparando l'organismo a gestire i pasti più pesanti";
2.) Idratazione con acqua e infusi drenanti. "Aumentare l'apporto idrico. Bere molta acqua, tisane e infusi senza zucchero. Una buona idratazione supporta la funzione renale ed epatica, essenziale per lo smaltimento delle tossine, e aiuta a contrastare la ritenzione idrica, spesso aggravata dall'eccesso di sale e zuccheri tipici del periodo festivo";
3. Dare la caccia agli zuccheri nascosti. "Fare attenzione ad eliminare gli zuccheri semplici inutili dalla dieta quotidiana pre-feste. Evitare bevande zuccherate, succhi di frutta confezionati e prodotti che contengono sciroppi di glucosio o fruttosio, che aumentano notevolmente l'indice glicemico. Tenere ben presente la regola dell'etichetta: lo zucchero (o il burro) non deve essere posizionato in cima alla lista degli ingredienti";
4. Non saltare i pasti (specie la colazione). "Non cadere nell'errore di saltare i pasti in previsione del grande pranzo. Questa pratica rallenta il metabolismo e fa arrivare al pasto successivo con una fame 'predatoria', rendendo molto più difficile il controllo delle porzioni. Sarà bene fare sempre una colazione bilanciata, ricca di proteine e fibre, per stabilizzare la glicemia e mantenere alta la sazietà";
5. L'importanza dell'attività fisica. "Implementare l'attività fisica, non solo per bruciare calorie, ma anche per migliorare l'umore e il metabolismo. Che sia una camminata veloce, un po' di stretching o un allenamento più intenso, muoversi aiuta a preparare il corpo allo stress digestivo e calorico delle feste. Un metabolismo attivo è un alleato fondamentale".

Il cordoma del sacro è un raro tumore osseo caratterizzato da una crescita lenta. Questa sua natura 'silenziosa' fa sì che spesso venga diagnosticato solo quando raggiunge dimensioni considerevoli, manifestando i primi sintomi. Ogni anno in Italia si contano circa 60 nuove diagnosi di cordoma a partenza dalla regione sacro-coccigea. Per questa patologia uno studio internazionale promosso dall'Italia, descritto come il primo al mondo nel suo genere, ha confrontato l'approccio chirurgico standard con l'adroterapia (ioni carbonio o protoni), una forma avanzata di radioterapia ad alta precisione. I risultati evidenziano un'efficacia paragonabile tra le due procedure: a 3 anni dal trattamento, entrambi gli approcci hanno mostrato una sopravvivenza globale del 90% e un controllo locale della malattia del 70%. Tuttavia, emerge un vantaggio decisivo per l'adroterapia in termini di qualità della vita. A differenza dell’intervento chirurgico, che può compromettere gravemente le funzioni vescicali, intestinali, motorie e sessuali, il trattamento con ioni carbonio consente di preservarle, risparmiando al paziente effetti collaterali severi.
Questi dati emergono dallo studio multiocentrico internazionale Sacro (SAcral Chordoma: a Randomized & Observational study on surgery versus definitive radiation therapy in primary localized disease), promosso dall'Italian Sarcoma Group e coordinato dalla Fondazione Irccs Istituto nazionale dei tumori (Int) di Milano. Il Cnao (Centro nazionale di adroterapia oncologica) di Pavia ha svolto un ruolo chiave, partecipando come centro di riferimento per l'arruolamento e il trattamento esclusivo con ioni carbonio.
"Sebbene l'adroterapia con ioni carbonio sia utilizzata fin dagli anni '90 in Giappone per questa patologia, in letteratura scientifica mancava un confronto rigoroso con l'opzione chirurgica - spiega Maria Rosaria Fiore, medico radioterapista del Cnao e principal investigator dello studio per la parte relativa all'adroterapia - Lo studio Sacro nasce proprio per colmare questa lacuna. I dati preliminari, basati su un follow-up mediano di 3 anni su 153 dei 170 pazienti arruolati, indicano risultati sovrapponibili tra chirurgia e adroterapia in termini di sopravvivenza globale e controllo locale di malattia. Il vantaggio dell'adroterapia, tuttavia, è evidente sul piano della qualità della vita, poiché il paziente evita un intervento chirurgico complesso e potenzialmente associato a sequele invalidanti. Si tratta di uno studio di grande valore e complessità, sia per la difficoltà di arruolamento legata alla rarità della patologia, sia per la portata dei risultati. Il suo impatto scientifico è stato riconosciuto a livello internazionale con il premio per il miglior abstract al Ptcog di Buenos Aires, il più importante congresso mondiale sulla terapia con particelle".
"Il Cnao è l'unico centro italiano e uno degli 8 nel mondo in grado di effettuare l'adroterapia sia con protoni che con ioni carbonio - afferma Gianluca Vago, presidente Cnao e direttore del Dipartimento di Oncologia ed Emato-oncologia dell'università degli Studi di Milano - A partire dal 2013, al Cnao sono stati trattati con adroterapia con ioni carbonio oltre 200 pazienti colpiti da cordoma del sacro. Con i fasci di ioni carbonio è possibile colpire il tumore con una potenza 3 volte superiore ai raggi X e con grande precisione, poiché queste particelle rilasciano la loro energia solo in prossimità delle cellule malate, riducendo l'impatto e gli effetti collaterali sui tessuti sani. Lo studio Sacro evidenzia la capacità di Cnao di costruire ponti della ricerca a livello internazionale e il nostro impegno nel tracciare nuove strade anche per la cura di tumori molto rari. Sono stati coinvolti 34 centri di cura di diversi Paesi, come Francia, Spagna, Austria, Germania, Norvegia, Inghilterra, Svizzera e Giappone".
"L'osso sacro è la base della colonna vertebrale e contiene le ultime radici nervose, responsabili del movimento delle gambe, del controllo degli sfinteri dell'intestino e della vescica, e della funzione sessuale - sottolinea Alessandro Gronchi, coordinatore internazionale dello studio Sacro, direttore della Chirurgia dei sarcomi e del Dipartimento di Chirurgia della Fondazione Irccs Int di Milano - Se il tumore è limitato ad alcune parti del sacro, è possibile preservare queste strutture nervose. Quando la malattia è estesa, la rimozione chirurgica con ampi margini di resezione è fondamentale per ottenere il controllo della malattia a lungo termine, ma può implicare la compromissione dell'attività motoria, sfinteriale e sessuale del paziente, con un impatto negativo sulla qualità della vita del paziente. Da qui l'importanza dello studio Sacro, che per la prima volta ha dimostrato la pari efficacia dell'adroterapia con ioni carbonio. Per molti pazienti è quindi possibile evitare l'intervento chirurgico, evitando così le inevitabili sequele sopra descritte".
I cordomi rappresentano il 5% di tutti i sarcomi ossei, mentre oltre il 50% dei casi di cordoma interessa la localizzazione sacrale. "Il cordoma del sacro è un tumore maligno a crescita lenta, ma molto insidioso - rimarca Silvia Stacchiotti, presidente dell'Italian Sarcoma Group e oncologa dell'Oncologia medica 2 tumori mesenchimali dell'adulto e tumori rari all'Int di Milano - Il sintomo iniziale è il dolore, tipicamente in posizione seduta. Ma i segni sono molto sfumati, simili a lombalgia, sacralgia o sciatalgia, e possono essere confusi con quelli tipici di patologie benigne della colonna vertebrale. Successivamente la crescita tumorale può sfociare nella comparsa di una tumefazione nella regione sacrale, associata a disturbi neurologici della sfera sessuale, della funzione vescicale o rettale per il coinvolgimento di strutture nervose. La prima strategia terapeutica, chirurgica o radioterapica, è decisiva, perché un approccio non corretto può causare disabilità gravi. Da qui l'importanza dei risultati dello studio Sacro".

Cinque droni non identificati hanno sorvolato la base strategica dell'Ile Longue a Brest, in Bretagna, dove sono dispiegati i sottomarini della flotta di deterrenza nucleare francesi. Lo rende noto Rtl.
Il battaglione di fucilieri della marina, a cui è affidata la protezione della base, ha attivato sistemi antidrone.
L'episodio risale alla serata di giovedì ma già nella notte fra il 17 e il 18 era stato denunciato il sorvolo di un drone su Crozon, vicino alla base. La prefettura ha precisato che è prematuro correlare l'episodio a una azione di Mosca.
Leader Cisl, 'no a provvedimenti tampone ma strategia chiara'... 
I sorteggi di un Mondiale tornano negli Stati Uniti 31 anni dopo l'ultima volta. Oggi, venerdì 5 dicembre, si scopriranno i gironi che animeranno la rassegna iridata in programma la prossima estate in Usa, Messico e Canada. L'Italia dovrà aspettare di passare i playoff del prossimo marzo per sperare di raggiungere il proprio gruppo, e al suo posto, intanto, ci sarà una X.
Ma i sorteggi statunitensi riportano alla mente ricordi e momenti diventati iconici nella storia dei Mondiali di calcio. Nel 1994, l'ex presidente della Fifa, allore segretario, Sepp Blatter decise di invitare sul palco insieme a lui Robin Williams. L'attore, scomparso nel 2014, si presentò in ottima forma cominciando a prendere in giro Blatter sul palco, provocando le risale del pubblico presente al Caesar Palace di Las Vegas.
"Signor Bladder, è un piacere conoscerla dopo averlo provato per così tanti anni. È bello averlo", ha detto Williams, giocando sul fatto che 'Bladder', in inglese, vuol dire 'vescica'. Una gag che si è ripetuta più volte nel corso della serata, dove Williams ha anche paragonato i gironi al bingo e altri giochi d'azzardo, specialità della casa a Las Vegas.
Proprio al momento dei saluti Blatter si è rivolta a lui con un: "Siamo alla fine del sorteggio, ma siamo molto felici di averti avuto con noi, Robin, o devo dire 'Miss Doubtfire'", facendo riferimento al ruolo interpretato dall'attore nell'iconico film. La risposta, però, non è cambiata: "Oh, grazie mister Bladder".

Tatiana Tramacere, la 27enne di cui per giorni si erano perse le tracce a Nardò e che poi è stata ritrovata nella mansarda del suo amico Dragos Ioan Gheormescu, non rischia alcuna conseguenza penale se ha scelto liberamente di rendersi irreperibile. "Appare preliminare verificare con ogni strumento investigativo se la scelta del silenzio sia stata libera e volontaria - commenta all'Adnkronos Pierpaolo Dell'Anno, professore ordinario di Procedura penale all'Università di Roma Tor Vergata - In questo caso, sembra possibile affermare che risulti difficile ipotizzare conseguenze penali in capo alla giovane".
In particolare, secondo il penalista, è escluso il reato di procurato allarme: "La condotta di procurato allarme sanziona chiunque annunci disastri, infortuni o pericoli inesistenti suscitando allarmi, trattandosi di una fattispecie che postula anche dal punto di vista letterale inequivocabilmente una condotta attiva. Condotta che nel caso di specie sembra assolutamente inconfigurabile, non risultando allo stato alcun tipo di annuncio o qualsivoglia condotta comunicativa, essendosi a quanto pare la ragazza limitata ad allontanarsi e mantenere il silenzio sulla sua condizione".
"Per le medesime ragioni - sottolinea Dell'Anno - appare ancora meno configurabile l’ipotesi di simulazione di reato (cioè di creazione di tracce, segni, indizi per far sembrare che un reato sia stato commesso, ndr), difettando per quanto a mia conoscenza qualsivoglia forma di comunicazione all’Autorità Giudiziaria da parte della ragazza". Ma c'è un ma: "Ove risultasse invece che Gheormescu abbia reso false dichiarazioni alla polizia giudiziaria su istigazione di Tatiana Tramacere, anche quest'ultima ne risponderebbe in concorso". (di Roberta Lanzara)

La Corte d'Assise di Arezzo ha assolto oggi, venerdì 5 dicembre, Sandro Mugnai, l'artigiano aretino che sparò e uccise il vicino di casa, Gezim Dodoli, che gli stava colpendo l'abitazione con una ruspa il 5 gennaio 2023 a San Polo, frazione del comune di Arezzo.
Il collegio presieduto dal giudice Anna Maria Loprete ha respinto la richiesta formulata dal pubblico ministero Laura Taddei, che aveva invocato una condanna a 4 anni di reclusione rilevando un eccesso colposo di legittima difesa.
La sentenza arriva al termine di un procedimento che ha ripercorso minuto per minuto la notte di follia, paura e violenza in cui Dodoli, 56 anni, raggiunse l'abitazione dei Mugnai mentre la famiglia era riunita per la cena dell'Epifania. Secondo quanto ricostruito nelle indagini e confermato in aula, l'uomo prese a colpire con una ruspa le auto parcheggiate nel piazzale, per poi dirigere il mezzo contro la casa di Mugnai, sfondando parte della parete. Mugnai, oggi 54enne, afferrò il suo fucile da caccia e sparò diversi colpi verso la cabina della ruspa, uccidendo Dodoli.
Una reazione che la procura ha definito "precipitosa, avventata e sproporzionata", sostenendo che, pur di fronte a un'aggressione grave e reale, l’esito mortale potesse essere evitato. La difesa, rappresentata dagli avvocati Piero Melani Graverini e Marzia Lelli, ha insistito fino all'ultimo sulla piena legittima difesa, sottolineando le condizioni di estremo pericolo, il buio, la zona isolata e il terrore vissuto dalla famiglia. Elementi che, secondo i legali, avrebbero escluso ogni responsabilità penale.
Durante il dibattimento sono stati ascoltati i familiari della vittima, costituiti parte civile, mentre diversi esponenti politici e militari - tra cui l'ex generale Roberto Vannacci - si erano schierati pubblicamente accanto a Mugnai. Nei giorni successivi al fatto, la comunità di San Polo aveva organizzato fiaccolate e iniziative di solidarietà in favore dell'artigiano.
Il fascicolo giudiziario aveva già attraversato passaggi complessi: un primo giudice non aveva accolto la richiesta iniziale di condanna a 2 anni e 8 mesi, disponendo ulteriori approfondimenti sull'ipotesi di omicidio volontario; la magistrata Giulia Soldini aveva invece disposto in un primo momento la scarcerazione dell'imputato, riconoscendo la legittima difesa.

Le lenti intreaoculari fachiche Icl "stanno cambiando l'approccio alla correzione dei difetti visivi". La procedura per il loro impiego "non è più considerata una possibilità terapeutica estrema, oltre il laser, ma una vera e propria alternativa parallela che può essere utilizzata per qualsiasi vizio di rifrazione". Così Maurizio Buscemi, oculista di Monza - Milano, spiega l'impatto della tecnologia "approvata dalla Food and Drug Administration", l'Agenzia americana del farmaco, "che negli ultimi anni ha ampliato le possibilità di trattamento per miopia, astigmatismo e ipermetropia, soprattutto nei pazienti non idonei al laser. Sono oltre 3 milioni nel mondo gli impianti effettuati, con un tasso di soddisfazione che supera il 99%". In passato, racconta lo specialista, "in certi pazienti fortemente anisometropi", cioè con una condizione in cui la differenza nel difetto di rifrazione tra i due occhi è significativa, spesso superiore alle 2-3 diottrie, "impiantavo una lente Icl nell'occhio molto più miope, mentre effettuavo l'intervento con il laser in quello poco miope. Tutti questi pazienti, alla fine, riferivano di vedere meglio con l'occhio che prima era molto più miope, cioè quello con la lente Icl e che era anche quello più difficile da trattare. La qualità visiva ottenuta è uno dei punti di forza" perché risulta "nitida, stabile e costante nel tempo".
Tra vantaggi principali dell'intervento, per Buscemi c'è il fatto che si tratta di "una chirurgia che rispetta l'anatomia dell'occhio. La cornea non viene toccata - sottolinea - Questo significa che le cornee sottili non vengono indebolite ulteriormente come succede con il laser, e se abbiamo persone che soffrono della patologia dell'occhio secco non andiamo a stimolare ulteriormente questa condizione, in quanto risparmiamo il plesso nervoso superficiale. Oltre a essere una chirurgia che rispetta molto l'occhio, è anche una chirurgia reversibile. Se con il laser quello che abbiamo fatto non è più recuperabile, nel caso della Icl basta asportare la lente e la situazione torna come era prima".
Certo, precisa Buscemi, "il laser rimane oggi una delle tecniche più diffuse e continua ad essere una soluzione valida in molti casi. Tuttavia, negli ultimi anni le lenti Icl si sono affermate come un'alternativa sempre più utilizzata. Una volta si impiegavano soprattutto nei vizi di rifrazione più estremi. Adesso la tendenza è quella di utilizzarle in quei vizi di rifrazione dove anche il laser potrebbe comunque avere un ruolo, proprio per il fatto che c'è un rispetto superiore dell'anatomia dell'occhio". Del resto, l'intervento avviene attraverso "una procedura molto semplice e veloce - rimarca l'oculista - Utilizziamo un collirio per dilatare la pupilla e un collirio per effettuare l'anestesia. Quindi iniettiamo con un iniettore apposito la lente, che è molto simile a una lente a contatto, all'interno dell'occhio, nello spazio compreso tra iride e cristallino. Il tutto dura veramente pochissimi minuti, meno di un intervento di cataratta che è già un intervento considerato molto veloce. E la cosa buona, molto bella - evidenzia Buscemi - è che i pazienti già dopo poche ore, al massimo il giorno dopo, vedono già bene, decisamente bene".

"Non sono innamorato, sono ufficialmente single". Con questa dichiarazione Pasquale La Rocca, maestro di ballo di Ballando con le stelle, si racconta a 'Ciao Maschio', ospite di Nunzia De Girolamo nella puntata che andrà in onda domani, sabato 6 dicembre, alle 17.05 su Rai 1.
Alla domanda di De Girolamo – "Sei stato più corteggiato o hai più corteggiato?" – La Rocca ha risposto senza esitazione: "Penso di essere stato più corteggiato. Non sono molto bravo a corteggiare. Sono un po’ timido, soprattutto di fronte all’amore o all’attrazione fisica... divento piccolo così".
"È arrivato il momento che l’amore possa arrivare nella mia vita", ha ammesso il ballerino che si dichiara pronto a innamorarsi: "Ho regalato tutta la mia vita alla danza, ai viaggi, alla carriera. Adesso le priorità cambiano: voglio continuare il mio lavoro, certo, ma essere affiancato dall’amore".
Poi, la conduttrice lo ha messo di fronte a una scelta difficile. Scegliere un solo ricordo tra tre donne protagoniste del suo percorso a Ballando con le Stelle: Luisella Costamagna, Wanda Nara e Barbara D’Urso.
La Rocca ripercorre con sincerità il suo percorso nel dance show di Rai 1: "Tre donne intelligenti e straordinarie con cui ho vissuto tre bellissime esperienze. Luisella è una donna molto intelligente: abbiamo vissuto un periodo intenso per via del suo infortunio, e ho imparato a conoscerla, perché all’inizio era un po’ distante, un po’ fredda. Wanda è stato un bellissimo percorso: ci siamo divertiti tantissimo e abbiamo ottenuto una grande vittoria".
Poi, arriva la sorpresa: "Devo tenere la mia Barbara. Perché Barbara è la persona con la quale forse mi sto divertendo di più. Mi sto aprendo di più, mi sto godendo quest’esperienza con una donna che mi sta permettendo forse di essere più me stesso: meno rigido, meno rigoroso. Se devo compararle, con lei mi sto divertendo di più. Quindi tengo lei".

"Le persone che soffrono di una malattia reumatologica rara, soprattutto quando ricevono la prima diagnosi, incontrano spesso grandi difficoltà ad accedere alle strutture ospedaliere. Questo porta a un ritardo diagnostico medio di circa sette anni. Un’attesa così lunga provoca conseguenze pesanti: aumenta il rischio di disabilità, comporta una perdita di valore sociale ed economico per i pazienti e genera costi elevati per il sistema sanitario. I danni non riguardano solo le articolazioni, ma anche il sistema vascolare e altri apparati coinvolti nelle malattie reumatologiche". A sottolinearlo è Italia Agresta, vicepresidente di Apmarr Aps Ets – l’Associazione nazionale persone con malattie reumatologiche e rare – intervenuta a Roma alla presentazione del report 'La programmazione sanitaria per l’equità', realizzato da Salutequità.
Agresta evidenzia che uno dei principali nodi da affrontare "è coinvolgere davvero le associazioni dei pazienti nei tavoli decisionali. Queste realtà, che rappresentano circa 7 milioni di persone, conoscono da vicino i bisogni diretti e indiretti dei pazienti e possono contribuire a progettare una sanità più efficace, centrata sulla prevenzione e sulla presa in carico completa delle persone con malattie reumatologiche rare". "Si tratta di patologie complesse, che richiedono non solo un accesso tempestivo alle cure, ma anche la definizione di Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (Pdta) multidisciplinari. L’obiettivo - spiega - è rispondere in modo adeguato alla multi-cronicità di queste condizioni". Per Agresta, una "programmazione sanitaria realmente partecipata è la strada per costruire percorsi che rispondano ai bisogni reali dei pazienti".

Oro che raddoppia il costo sui mercati, calmierato dalle tecnologie. Dalla microfusione al recupero degli scarti di lavorazione, dai bagni galvanici sino alla manifattura additiva con stampanti 3D o con la tecnica del binder jetting, che usa polveri di metallo prezioso, macchinari e tecnologie aiutano tanto la produzione industriale quanto quella artigianale a ottimizzare i costi della materia prima e a rispettare il Pianeta. Doppio compito che vede le aziende italiane guidare i mercati per capacità di innovazione, come si vedrà dal 16 al 20 gennaio prossimi al T.Gold, il salone b2b di Italian Exhibition Group in contemporanea con Vicenzaoro January, divenuto riferimento internazionale per le tecnologie del settore orafo-gioielliero.
"Le tecnologie - dichiara Matteo Farsura, a capo delle fiere orafe internazionali di Ieg - oggi stanno trasformando il settore orafo. Manifattura additiva, robotica di precisione, sistemi di recupero dei metalli preziosi e digitalizzazione dei processi sono innovazioni con due effetti immediati: aumentano la marginalità delle aziende e rendono la produzione più sostenibile. È questo il motivo per cui Ieg sta costruendo una vera e propria technology agenda, per aiutare le imprese italiane ed estere ad abbinare valore aggiunto della loro produzione e competitività sui mercati globali".
Sono 170 le aziende che espongono al T.Gold, provenienti da 16 Paesi e raccolte nel Padiglione 9, collegato al quartiere fieristico di Vicenza da un servizio continuo di navette. Il 40% degli espositori è estero, con in testa Germania, Svizzera, Turchia, India e Stati Uniti. Sei i principali settori merceologici: trattamenti delle leghe, prototipazione e produzione digitale, dalla meccanica avanzata alle saldature laser al recupero di metalli preziosi e loro affinazione, sino agli strumenti e utensili di laboratorio. Cui si affiancano i settori di frontiera: stampa 3D, additive manufacturing, binder jetting e l’automazione avanzata. In particolare, queste tecnologie riducono gli scarti di lavorazione, consentono micro-produzioni personalizzate, accorciano i tempi tra prototipo e pezzo finito e permettono di produrre on demand. T.Gold è l’unico salone di settore dove questi macchinari possono essere visti in funzione dalla business community.
L'Italia si conferma leader mondiale in una nicchia di mercato ad altissimo valore tecnologico e vocazione all'export: quella della meccanica per oreficeria. A rappresentare questa eccellenza è Afemo (Associazione Fabbricanti Esportatori Macchine per Oreficeria), che aggrega le aziende produttrici di tecnologie avanzate per l'intera filiera orafo-gioielliera, argenteria e bigiotteria. "La meccanica orafa italiana - dichiara Massimo Poliero, presidente di Afemo - genera un fatturato di circa un miliardo di euro. Le nostre aziende associate registrano un volume di export che si attesta intorno al 70% del totale». Questa tecnologia d'avanguardia "Made in Italy" è diretta principalmente verso i mercati orientali, Turchia inclusa, India e Sud-Est asiatico, con destinazioni chiave come Tailandia, Vietnam e Indonesia.
Dal settembre 2026, con la piena operatività del nuovo padiglione centrale del quartiere fieristico, Ieg completerà anche la sua technology agenda. Vicenza si posizionerà come polo internazionale della tecnologia per l’oro e i metalli preziosi grazie a una seconda edizione annuale di T.Gold, che permetterà di ampliare l’offerta di contenuti tecnici, arricchire il palinsesto di workshop e seminari, dare continuità alle collaborazioni con i più importanti player tecnologici.
In questa agenda dedicata, che vede alternarsi al T.Gold, la stessa Oroarezzo e Jgt in Dubai, si innesteranno ad anni alterni gli eventi verticali Jewellery Technology Forum che torna a settembre 2026 e The Vicenza Symposium che dopo il debutto nel settembre scorso con una altissima partecipazione internazionale tornerà nel settembre 2027.
"Oggi la ricerca sta cercando di capire se, tra le persone con tumore al seno metastatico, esista un sottogruppo di pazienti che possa addirittura raggiungere una guarigione, nonostante la presenza di metastasi. La nuova frontiera è quindi identificare biomarcatori e caratteristiche cliniche che permettano di riconoscere questi casi potenzialmente 'curabili' anche in fase avanzata". Così all'Adnkronos Salute Giuseppe Curigliano, presidente eletto della European Society for Medical Oncology (Esmo), professore di Oncologia medica presso l'università degli Studi di Milano e direttore Divisione Sviluppo di nuovi farmaci per terapie innovative allo Ieo di Milano, che fa parte della cabina di regia di EcHo-M, progetto promosso da Daiichi Sankyo per rispondere ai bisogni delle persone con tumori metastatici.
"Negli ultimi anni il trattamento del tumore al seno metastatico è cambiato in modo radicale - ricorda Curigliano - Questo perché la malattia è stata progressivamente suddivisa in diversi sottotipi biologici. Oggi esistono algoritmi terapeutici differenti per i tumori endocrino-responsivi, per i tumori HER2-positivi e per quelli triplo-negativi. Questa segmentazione, basata su caratteristiche immunofenotipiche e molecolari, ha permesso di sviluppare terapie sempre più mirate, con un impatto significativo sui risultati clinici: più la malattia viene studiata nei dettagli, più è possibile usare farmaci 'a bersaglio' e maggiore è il beneficio per i pazienti". In generale, "tutti i principali studi clinici degli ultimi anni hanno mostrato un miglioramento della sopravvivenza in ciascun sottogruppo di malattia. Questo è un risultato straordinario - ammette Curigliano -: per la prima volta, grazie a farmaci innovativi, si registra un vantaggio di sopravvivenza reale e consistente, un evento che fino a poco tempo fa era molto raro negli studi sul tumore metastatico".
Cosa significa tutto questo? "Che la combinazione di nuovi trattamenti e linee guida sempre più precise — che assegnano un farmaco specifico a ciascun sottotipo molecolare — ha migliorato in modo significativo l’outcome delle pazienti. E quando si ottengono terapie che non solo controllano la malattia ma prolungano anche la vita, il passo successivo è capire come questo beneficio si traduca nella qualità della vita quotidiana. Perché migliorare la sopravvivenza è fondamentale, ma farlo garantendo una vita il più possibile piena e dignitosa lo è altrettanto" conclude.

"Lo scenario di cura per i pazienti con malattia metastatica sta cambiando profondamente. In questo contesto, l’approccio di Daiichi Sankyo in oncologia si basa su tre priorità strategiche: innovazione, centralità del paziente e partnership. Quando parliamo di centralità del paziente, non intendiamo soltanto considerarlo al centro del percorso terapeutico. Vogliamo coinvolgerlo attivamente nelle decisioni che lo riguardano, ascoltare i suoi bisogni e accompagnarlo lungo tutto il percorso di cura. La partnership riflette la nostra convinzione che solo collaborando con tutti gli attori del sistema — clinici, istituzioni, associazioni di pazienti — si possano ottenere risultati davvero migliori". Così all'Adnkronos Salute Mauro Vitali, vice-president e head of Oncology di Daiichi Sankyo Italia.
"Coerentemente con queste priorità, abbiamo sviluppato la strategia EcHo-M, che si articola in tre obiettivi principali - spiega Vitali -: 1. amplificare la voce dei pazienti, soprattutto di quelli con malattia metastatica. Le innovazioni terapeutiche hanno prolungato la loro aspettativa di vita, creando nuove opportunità ma anche nuove esigenze e sfide. Questi bisogni stanno cambiando e meritano di essere compresi a fondo; 2. rispondere ai bisogni con azioni concrete, coinvolgendo in modo integrato tutti i partner del sistema salute: clinici, decisori istituzionali e associazioni di pazienti; 3. migliorare la gestione della malattia metastatica e il percorso assistenziale, affinché sia realmente centrato sulla persona e sulle sue esigenze".
La strategia EcHO-M prende forma attraverso due progetti principali - prosegue Vitali -: Metalab e EcHo-M Hospital. Metalab, oggi in fase avanzata, coinvolge otto tra le principali associazioni di pazienti attive nelle aree del tumore al polmone, al seno e allo stomaco. Adotta un approccio di design thinking, con laboratori condivisi dedicati all’ascolto dei bisogni di pazienti e caregiver e alla co-creazione di soluzioni realmente utili. EcHo-M Hospital, invece, ha riunito finora circa 20 esperti — clinici, rappresentanti regionali e associazioni di pazienti". "Dopo aver analizzato l’attuale percorso di cura delle pazienti con tumore al seno metastatico, il gruppo ha individuato quattro aree prioritarie di intervento: multidisciplinarità, diagnostica, accesso all’innovazione (ricordando che il paziente metastatico non può aspettare e necessita di un accesso più rapido agli studi clinici), rapporto tra ospedale e territorio. Metalab ed EcHo-M - sottolinea - rappresentano due esempi concreti del nostro impegno al fianco di pazienti e professionisti sanitari per costruire un sistema di cura più efficace, sostenibile e davvero centrato sulle persone".
"Siamo convinti che una collaborazione solida tra pubblico e privato sia fondamentale: solo unendo competenze, visioni e responsabilità diverse possiamo davvero migliorare le prospettive di chi convive con un tumore metastatico e contribuire a un sistema sanitario più vicino ai bisogni reali dei cittadini" conclude.

"Ricevere oggi una diagnosi di tumore al seno metastatico resta un momento molto difficile. È importante esserne consapevoli, anche se negli ultimi anni molte cose sono cambiate. Le prime reazioni sono spesso paura e grande incertezza: nessuno si aspetta una notizia del genere. Subito dopo, per molte donne che riescono a reagire, arriva la necessità di riorganizzare la propria vita, perché questa malattia richiede tempo, energie e un percorso di cura complesso. Oggi esistono però molte opportunità per migliorare la presa in carico delle pazienti. Come Europa Donna ci occupiamo di tumore al seno metastatico da molti anni e vediamo sia le difficoltà sia le richieste sempre più forti di superare le barriere ancora presenti". Così all'Adnkronos Salute Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia, che partecipa attivamente all'iniziativa EcHo-M.
"Una delle nostre priorità - spiega D'Antona - riguarda le Breast Unit, i centri specializzati nella cura del tumore al seno. Chiediamo che abbiano percorsi dedicati e tempi di attesa ridotti per le pazienti con tumore metastatico, perché un’attesa di uno, due o tre mesi può rappresentare un problema serio. Servono quindi percorsi prioritari, accesso a farmaci innovativi e un’organizzazione interna realmente centrata sulla paziente. Un punto cruciale è quanto indicato dal regolamento Eusoma (European Society of Breast Cancer Specialists) del 2020, che definisce i criteri per la certificazione delle Breast Unit. Tra questi, l’obbligo per l’ospedale di trattare ogni anno almeno 59 casi di tumore al seno metastatico. Questo significa che, quando il team multidisciplinare discute il caso di una paziente, deve includere anche uno specialista dell’organo colpito dalla metastasi. Una scelta fondamentale per garantire una presa in carico completa e competente".
Per quanto riguarda la ricerca clinica, "la prima cosa che una paziente deve sapere è quali studi sono attivi, dove si svolgono e che tipo di impegno richiedono. Una nostra indagine - ricorda D'Antona - ha mostrato che la comunicazione tra medico e paziente non è sempre ottimale — non per mancanza di volontà, ma spesso per mancanza di tempo. Per questo ricordiamo continuamente ai medici quanto sia importante non solo la quantità, ma la qualità del tempo dedicato alle spiegazioni. Quando una paziente conosce bene il suo percorso, comprese le opportunità di partecipare a un trial clinico, partecipa in modo più consapevole e sereno. Condividere i risultati della ricerca con chi vi ha preso parte è un altro elemento essenziale".
Il nostro Sistema sanitario "è complessivamente di ottimo livello, ma non è uniforme: in realtà è composto da 21 sistemi regionali diversi. Le differenze riguardano l’organizzazione, i fondi disponibili e la distribuzione delle Breast Unit. Per questo il tema della regionalizzazione è così rilevante. Noi cerchiamo di ridurre queste disparità attraverso un’informazione capillare, grazie alla nostra rete di circa 200 associazioni sul territorio. Alcune operano direttamente dentro le Breast Unit e rappresentano un ponte prezioso tra le pazienti, le strutture ospedaliere e le opportunità di cura offerte da ciascuna regione" conclude.

Sarebbe giunta al capolinea la liason tra Patrizia Rossetti e l'attore Marco Antonio Bellini, venti anni più giovane di lei. A un mese di distanza dal bacio immortalato da 'Novella 2000' che aveva annunciato il presunto fidanzamento, la conduttrice ospite di Monica Setta, ha fatto chiarezza sulla vicenda: "Forse si è spaventato per la differenza di età o forse non era pronto a trasformare la nostra amicizia in una storia d'amore".
Nell'intervista a 'Storie al bivio' che andrà in onda domani, sabato 6 dicembre, Rossetti confessa: "Un po' ci sono rimasta male ma spero ancora che lui, tornato dall 'estero mi chieda di vederci almeno per chiarire o per far ripartire la storia".
"Sono sola da molti anni, sono stata ripetutamente tradita dal mio ex marito e l'incontro con Marco mi aveva fatto sperare in qualcosa di importante", racconta Rossetti, "probabilmente mi sono sbagliata. Ieri gli ho mandato un ultimo sms chiedendogli di vederlo, vorrei almeno che la nostra amicizia che dura da 15 anni potesse sopravvivere".

“Ogni ulteriore rinvio di iniziative concrete da parte della Commissione Europea in campo industriale avvicina sempre di più il rischio di deindustrializzazione”. Interviene nuovamente e con fermezza l’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi, in merito all’ipotesi di nuovo rinvio della presentazione del pacchetto automotive della Commissione Europea.
Sul settore "non solo ci aspettiamo risposte dalla presidente Von der Leyen il prossimo 10 dicembre, ma che queste possano incidere realmente sulla salvaguardia del settore". Interventi che - sottolinea Guidesi - "noi, come Regione Lombardia e Automotive Regions Alliance, sollecitiamo da tempo, come l’apertura reale a tutte le tecnologie e quindi anche ai biocarburanti e la revisione dei limiti di Co2 da prevedere anche per i camion e bus. Ricordo che soli pochi giorni fa il più importante costruttore europeo ha annunciato la prima auto prodotta interamente in Cina con il proprio marchio; dalla Commissione arrivano addirittura ipotesi di detariffazione sull’import cinese come se lo spostamento produttivo fosse una strategia di politica industriale”.
Preoccupazione anche per il siderurgico: "Apprendiamo del rinvio di interventi in materia di Ets, fortemente richiamati da tempo dal 'sistema lombardo' - aggiunge l'assessore -. Allo stesso modo non vengono ancora inseriti limiti all'esportazione del 'rottame ferroso' che per la nostra siderurgia rappresenta la materia prima”.“Altro settore sul quale da tempo stiamo sollecitando interventi da parte della Commissione – rimarca – è quello della chimica". Guidesi si aspetta un'accelerazione del pacchetto a tutela del settore, partendo "da un intervento strutturale sui costi energetici oltre al cambiamento di un'impostazione regolatoria che ha sostanzialmente limitato il settore quasi da renderlo incompatibile con l’Europa”.
“Sono solo alcuni esempi di un'aspettativa che non può essere disattesa – ribadisce l’assessore – perché, senza concreti cambiamenti regolatori, la desertificazione industriale inizierà a concretizzarsi. Posticipo e temporeggiamenti ulteriori sono inaccettabili perché tempo non ne abbiamo più, sono a rischio milioni di posti di lavoro e interi comparti”. Guidesi ha voluto quindi annunciare che “senza interventi da parte della Commissione la Lombardia si farà capo di una protesta in rappresentanza della manifattura: lo faremo a tutela della nostra economia, del lavoro e del futuro dei più giovani”.

Ipocrita, sdolcinato, antipatico, banale e inutile. La stampa britannica stronca all'unisono lo speciale natalizio di Meghan Markle su Netflix, con alcuni giornali che hanno assegnato allo show "piuttosto folle e un po' triste" una stella su cinque o addirittura nessuna per i suoi "contenuti intorpiditi". Ma cosa ha fatto di male la duchessa di Sussex nell'episodio 'With Love, Meghan: Holiday Celebration' per attirarsi le critiche del Daily Mail, del Times, del Guardian, del Telegraph e dell'Independent, i cui giornalisti sono rimasti esterrefatti dallo spettacolo di 56 minuti, quasi che si trovassero al cospetto di un Natale da incubo? Che c'è di strano nel condividere con amici famosi consigli su come preparare i cracker di Natale o come incartare diversi tipi di regali, o come decorare un albero?
Per Daily Mail sia Meghan che il suo show "antipatici"
Andiamo con ordine, iniziando con il Daily Mail che ha definito sia Meghan che il suo show "antipatici", a causa della "sdolcinata ipocrisia e la profonda mancanza di consapevolezza di sé della nostra conduttrice. Se solo potesse dare sfogo alla sua personalità stizzosa e di tipo A, prendendosi anche un po' in giro, potrebbe essere quasi accattivante, un po' come Monica di Friends". Passando al Times, il giornale ha descritto lo spettacolo come "insondabile", aggiungendo che presentava "quattro mestieri inutili, tre "amici" casuali, due bambini invisibili, un principe inglese e una duchessa su un pero o almeno la preparazione dello sciroppo di pere". Con gli ospiti che "fanno la fila per dire cose inverosimili, da stupide a banali, per poi esprimere gioia" per mezzo di dialoghi che hanno dato la sensazione che "la lingua inglese sia stata arricchita da Google Translate".
Da parte sua, il Telegraph ha definito l'episodio "piuttosto folle e un po' triste", con l'apparizione di Naomi Osaka come la "parte più imbarazzante" del programma, aggiungendo che la star del tennis "non ha mai incontrato Meghan prima e, a giudicare dalla sua espressione, non la incontrerà di nuovo presto, se potrà evitarlo". La giornalista che ha recensito lo show ha scritto che lo spettacolo le ha ricordato il consiglio di Pippa Middleton nel suo libro 'Celebrate' del 2012, che "raccomandava di servire il tacchino il giorno di Natale e di andare a osservare le stelle di notte perché lo si fa quando è buio". "I consigli di Meghan - scrive - vengono impartiti in modo semplice e disinvolto, mentre lei si dilunga in lodi sulle tradizioni familiari e sul trascorrere le festività con i propri cari".
Il cameo di Harry
Harry, che è apparso brevemente nella prima stagione di 'With Love, Meghan' ma non nella seconda, fa il suo cameo nello show verso la fine, quando entra in cucina mentre Meghan e il ristoratore ospite Tom Colicchio stanno cucinando. "È inorridito - rileva il Telegraph - alla vista di un'insalata di barbabietole, verdure sottaceto, olive nere, acciughe e finocchio e chiede: 'Oh, wow, è come l'anti-insalata?', e chi può biasimarlo? Date a quel pover'uomo un panino con salsiccia e fategli trascorrere un felice Natale". Un'altra recensione a una stella è stata pubblicata dall'Independent, che sintetizza che l'episodio "non è divertente, piacevole o addirittura ambizioso" e che si tratta di uno "speciale festivo prevedibilmente insipido".
"Adesso mi piace il Natale e non ho più una di quelle strane vendette monarchiche contro Meghan Markle: penso che sembri una donna adorabile e dolce!", aggiunge ironicamente il giornale, per poi fare sul serio: "Quindi, in teoria, dovrei godermi 'With Love, Meghan: Holiday Celebration' per quello che significa: un massaggio al cervello. Purtroppo, questo contenuto Netflix, il più Markle-iano, mette a dura prova la mia allegria natalizia". Fra l'altro, Meghan "prepara cibo natalizio e oggetti decorativi per il vostro bene, senza mostrarvi come fare o elencare gli ingredienti necessari come in un programma di cucina". Insomma, uno spettacolo con "un contenuto intorpidente sullo sfondo delle nostre festività natalizie. Un rumore bianco per intorpidire i sensi".
La critica televisiva del Guardian, tentata di dare una stella allo spettacolo, ha scritto: "Mi sento sia offesa che ferita, ma per buona volontà aggiungerò una stella alla mia valutazione in segno di gratitudine per il fatto che almeno ora siamo tranquilli fino all'anno prossimo". Ha poi consigliato a "tutti gli spettatori britannici, che non lavorano come attori e/o non sono sposati con la duchessa del Sussex di assumere tutti gli antiemetici che il medico ritiene opportuni e poi di assumere la posizione di emergenza". E sottolinea: "Meghan e il ristoratore americano Will Guidara preparano cracker e fanno a gara per farsi beffe a vicenda". E a proposito della tennista Osaka che assiste alla scena, dice: "Non ho mai visto nessuno più disperato di me nel voler tornare a casa".
Solo un'eccezione
Ci sono anche recensioni dello stesso tenore sullo Standard e sul British Vogue che non vale la pena riportare: il contenuto non si discosta da quello dei giornali succitati e parla come al solito di "banalità", di "frasi dette tanto per dire, dove non c'è nulla di stimolante e dove tutto conduce lo spettatore a uno stato semi ipnotico". L'unica eccezione, ma bisogna capire se è davvero tale, quella dell'Express, che a onor dello show dichiara che ha fornito "alcuni consigli utili su come impacchettare oggetti scomodi come peluche e bottiglie di vino". E cita una clip con Meghan intenta a decorare i biscotti glassati che dichiara, senza pensare se gli spettatori saranno d'accordo o invece pensino che con loro proprio non lo sta facendo: "Prenditi cura di te stessa e sarai in grado di prenderti cura di tutti gli altri".
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