(Adnkronos) - Hanno più di cinquant’anni, sono in gran parte soddisfatti del lavoro che svolgono ma non smettono di guardare altrove: solo il 38,6% dei collaboratori domestici vorrebbe, infatti, mantenere l’occupazione attuale, il 61,4% punta invece a un cambiamento nei prossimi cinque anni. È uno dei principali risultati che emergono dal 4° paper del Rapporto 2025 Family (Net) Work, intitolato 'Il lavoro domestico: tendenze, valutazioni e prospettive', presentato oggi a Roma da Assindatcolf, in collaborazione con la Fondazione studi consulenti del lavoro.
Un universo, quello del lavoro domestico, che in Italia conta 1 milione 229mila lavoratori – tra regolari e non - per un valore economico generato di circa 17 miliardi di euro, pari a quasi l’1% del Pil nazionale nel 2024. Un settore essenziale per l’equilibrio familiare e sociale del Paese, ma che mostra segnali di affaticamento: secondo l’Inps, dal 2019 al 2024 si sono persi 47mila lavoratori, 23mila solo nel 2024.
Ma qual è l’identikit del lavoratore domestico? La survey promossa dal Family (Net) Work su un campione di 421 collaboratori domestici – che in estate hanno compilato un questionario – restituisce un quadro articolato del settore. Le badanti sono la categoria più strutturata e fedele: il 75% lavora per una sola famiglia, spesso in convivenza (45,2%), ciò implica un impegno lavorativo più rilevante (il 44% più di 40 ore settimanali). Sono anche le più appagate: il 47,6% si dichiara molto soddisfatta del proprio lavoro, in particolare grazie al rapporto che si instaura con la famiglia e perché amano prendersi cura di una persona che ha bisogno.
Anche la condizione contrattuale è valutata positivamente, il 33,8% è molto soddisfatta, il 43,4% abbastanza, ma comunque il 58,9% esprime di voler cambiare condizione entro il 2030. Tra i principali aspetti di insoddisfazione per il 40,3% c’è la retribuzione e per il 32,3% la mancanza di tempo libero. Quanto alle babysitter – che costituiscono circa il 20% della forza lavoro domestica – nel 61,3% dei casi hanno un solo committente, con un impegno inferiore alle 30 ore settimanali nel 60,6%. Il 46,8% si dice molto soddisfatta del proprio lavoro, ma solo il 19,4% della propria condizione contrattuale.
Le retribuzioni (58,6%) e la scarsa tutela contrattuale (31%) sono le principali criticità. Guardando al futuro, il 63,9% prevede di cambiare condizione lavorativa. Tra le colf solo il 42,8% lavora per una sola famiglia, mentre il 57,2% è impegnata con più datori di lavoro. Solo il 27,5% si dichiara molto soddisfatta del proprio lavoro e il 15,2% della condizione contrattuale. Retribuzioni (40,7%) e fatica (27,6%) restano le principali criticità. Il 62,8% guarda ad un cambiamento nel prossimo quinquennio.
Il paper analizza i trend che derivano da una fornitura personalizzata di dati di archivio Inps, che consente di leggere in chiave dinamica il mercato del lavoro domestico, ovvero in termini di attivazioni e cessazioni. Nel 2024 si sono registrate 383.425 nuove attivazioni a fronte di 382.611 cessazioni, con un saldo lievemente positivo (+814), dopo tre anni di flessione. Le badanti confermano il loro nuovo primato: quasi due terzi (64,3%) dei nuovi contratti riguarda questa figura (erano il 53,4% nel 2015). Al contrario, i contratti per colf e altri collaboratori si sono ridotti di oltre il 20% mentre la durata media dei contratti è pari a 741 giornate (poco più di due anni), ma con grandi differenze tra figure: 449 giorni per le badanti e 1.238 per le colf.
“Il quadro che emerge da questo Paper - dichiara Andrea Zini, presidente di Assindatcolf - conferma la crescente mobilità e fragilità di un comparto che, pur tra molte difficoltà, rimane un pilastro dell’economia e del welfare familiare del nostro Paese e, proprio per questo, merita di essere valorizzato. Per superare le principali criticità, la mancanza di ricambio generazionale, la scarsa attrattività del settore, l’elevato tasso di irregolarità e la carenza di professionalità, è necessario renderlo più sostenibile anche dal punto di vista economico, senza che a sostenerne interamente il peso siano le famiglie datrici di lavoro. Un tema che auspichiamo trovi adeguata attenzione anche nell’ambito della prossima Legge di Bilancio”.
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(Adnkronos) - "Per l'Italia serve un commissario straordinario" per la transizione digitale "perché nonostante gli sforzi compiuti con il Pnrr, che ha migliorato il quadro della trasformazione digitale, c’è molto da fare". Lo ha detto oggi Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano, intervenuto alla plenaria del Digital Innovation Forum, in corso a Cernobbio.
"Dobbiamo auspicare - ha poi aggiunto - che l’assetto organizzativo degli enti locali segua i principi che rappresentano l’intelligenza artificiale: economie di rete e big data. Dobbiamo superare questa infausta architettura a 8000 enti locali definita da Napoleone".
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(Adnkronos) - La transizione digitale per la pubblica amministrazione "è un percorso collettivo, che riguarda la competitività delle nostre imprese, i servizi ai cittadini e la credibilità delle istituzioni". Lo ha detto oggi Sebastiano Callari, vicario della Commissione per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione della Conferenza Stato Regioni, durante la plenaria del Digital Innovation Forum, in corso a Cernobbio.
Un ruolo strategico lo ricopre la cybersecurity: "Non si può pensare di far transare tutto il valore della nostra società senza sicurezza; non si può pensare che ci sia valore nelle imprese senza cybersicurezza". Per questo motivo "sosteniamo linee guida comuni, centri di competenza regionali e un approccio federale alla cybersecurity". Servono, secondo Callari, "formazione e coordinamento".
Un "impulso determinante" lo ha fornito il Pnrr. "I progetti finanziati - ha spiegato Callari - hanno consentito alle Regioni di rafforzare le proprie infrastrutture di sicurezza. Sono interventi che non producono soltanto nuove tecnologie, ma anche nuove competenze, informazioni, analisi di rischio condivisi". "Tutto questo non deve esaurirsi con il Pnrr, ma rappresentare la base per una sicurezza duratura - ha concluso -. Non ci può essere sicurezza senza fiducia nella pubblica amministrazione. Accanto alla sicurezza il tema chiave è la sovranità digitale. Rispetto alla trasformazione digitale per l’Italia è arrivato il momento di lavorare come un unico soggetto, perché nessuno resti indietro".
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(Adnkronos) - "L'Italia è un Paese che, secondo me, sta continuando a mantenere un'attenzione fortissima sui temi di sostenibilità, perché gli attori economici del nostro Paese si rendono conto che la sostenibilità aiuta a gestire il rischio climatico e i rischi fisici che ne derivano, perché è una tipologia di rischio che non è diversificabile, è un rischio sistemico: o lo si gestisce o ci si scontra e probabilmente si perde. Quindi l'Italia ha continuato a vedere una dinamica molto favorevole della finanza sostenibile, noi nella prima parte dell'anno come Ing in Italia abbiamo avuto una crescita del 95% anno su anno, semestre su semestre, degli strumenti di finanza sostenibile sul Paese". Così Andrea Diamanti, head of wholesale banking Ing Italia, intervenendo all'evento Adnkronos Q&A ‘Sostenibilità al bivio’ in corso oggi al Palazzo dell’Informazione a Roma.
Diamanti ha sottolineato che "sicuramente il nostro team è stato molto bravo a produrre un più 95% ma significa anche che c'è una domanda di mercato particolarmente solida". "A livello globale abbiamo avuto un primo semestre dell'anno record come Ing perché abbiamo generato 68 miliardi di euro di finanza sostenibile per i nostri clienti, con un più 19% rispetto al semestre precedente e sicuramente è per ora un punto di massimo storico ma noi vogliamo continuare a crescere perché vediamo una domanda crescente", ha sottolineato.
"Noi abbiamo un team che si occupa di transizione sostenibile per i nostri clienti a livello globale, abbiamo più di 60 professionisti dedicati a queste attività che fanno due cose sostanzialmente: aiutano i clienti nei piani di transizione sostenibile, quindi con servizi di consulenza, di advice e di monitoraggio dei progressi che si raggiungono nei piani di transizione sostenibile. Li aiutiamo - ha continuato - a disegnare dei business model che siano sostenibili e che siano presentabili alla comunità finanziaria sempre in maniera sostenibile", ha continuato.
"Quest'anno -ha spiegato Diamanti- abbiamo lanciato un'ulteriore iniziativa, quella del Transition accelerator, abbiamo formato un team che era in parte già esistente ma lo abbiamo rifocalizzato, e aiuta le aziende nostre clienti ad accelerare la transizione in determinate tecnologie, quattro ambiti fondamentali: la transizione dei veicoli elettrici, tutto il settore delle tecnologie legate alla biodiversità, alla bio-based, natural-based, il clean tech e poi l'economia circolare".
"Quindi noi che cosa facciamo? Aiutiamo -ha concluso- i nostri clienti a disegnare un percorso che gli consenta di scalare il più velocemente possibile le tecnologie che noi identifichiamo insieme a loro come quelle su cui puntare, in maniera tale da rimuovere le barriere potenziali, far affluire i capitali necessari per portare la tecnologia a un livello di scala efficiente che permetta poi un utilizzo a costi più bassi possibile e quindi un'espansione della tecnologia nei nostri sistemi economici e sociali", ha concluso.
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(Adnkronos) - Il "tema principale" della missione di Volodymir Zelensky negli Stati Uniti è quello della fornitura di missili Tomahawk, ha reso noto una fonte autorevole del governo ucraino citata dall'Afp. Il presidente dell'Ucraina, che arriverà oggi a Washington, e domani sarà ricevuto da Donald Trump alla Casa Bianca, nelle prossime ore incontrerà anche rappresentanti delle industrie della difesa. "Si tratta di capire quanto i rifornimenti saranno effettivamente possibili", ha sottolineato la fonte.
"Sui Tomahawk all’Ucraina, Trump sta bluffando" dice in un'intervista al 'Corriere della Sera' Dmitrij Suslov, vicedirettore del Centro di studi europei e internazionali presso la Scuola Superiore di Economia e consigliere del Cremlino per la politica estera. "È difficile per Mosca assumere che gli Usa forniscano missili da crociera basati a terra, perché di questo si tratta nel caso dell’Ucraina, che non ha navi o sottomarini adatti. Fino a oggi, infatti, non li hanno mai forniti a nessun Paese europeo alleato. Solo l’anno prossimo, secondo una decisione presa dall’amministrazione Biden, i Tomahawk dovrebbero essere consegnati alla Germania", osserva.
"Sono missili a medio raggio", ricorda ancora. "Significherebbe una sostanziale escalation, tanto più che non possono essere usati senza la presenza di personale americano sul campo: il loro impiego implicherebbe il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nel conflitto, in contraddizione con tutte le dichiarazioni di Trump sulla deescalation e le sue diverse priorità. Per questo la consideriamo una campagna di pressione, che non potrà funzionare".
"I Tomahawk - avverte infine - non cambierebbero la correlazione delle forze sul terreno, non sono l’arma magica che rovescia le sorti del conflitto. Ma politicamente, sarà la fine irreversibile di ogni dialogo con la Casa Bianca sul tema Ucraina".
(Adnkronos) - "Non è mai troppo tardi per fare sostenibilità, e comunque intervenire all'interno di un perimetro di azione che per il Gruppo Ferrovie dello Stato rappresenta un target importantissimo. Il nostro Gruppo è infatti il più grande consumatore italiano di energia elettrica, oltre 7 terawattora (TWh) di consumo annuo, quindi stiamo parlando di una spesa energetica che supera circa il miliardo di euro ogni anno di costi. Era necessario e strategico fare questo passo" di creare Fs Energy "ed è stato inserito all'interno del piano industriale del Gruppo 2025-29, dove appunto uno degli obiettivi strategici che bisogna traguardare è il raggiungimento di un Gigawatt (GW) di produzione da fonti rinnovabili entro il 2029". Così Antonello Giunta, amministratore delegato e direttore generale di Fs Energy, intervenendo all'evento Adnkronos Q&A ‘Sostenibilità al bivio’ in corso oggi al Palazzo dell’Informazione a Roma.
Secondo Giunta, la creazione di Fs Energy "era straordinariamente importante per accentrare all'interno di questa struttura tutte le attività energetiche del Gruppo, siano esse quelle relative all'approvvigionamento di energia elettrica per metterci al riparo, rendere più sicuro dalle diverse variabili in campo l'approvvigionamento elettrico e quindi il consumo energetico del Gruppo".
Giunta ha quindi sottolineato la scelta green del Gruppo visto che "il piano di approvvigionamento da fonti rinnovabili è un piano che prevede sì il raggiungimento di 1 Gigawatt al 2029, ma traguarda al 2034 due Gigawatt di produzione da fonti rinnovabili, che tradotto in energia significano circa 3 Terawattora di energia, quindi il 40% dei volumi del Gruppo coperti da produzione da fonti rinnovabili", ha concluso.
Leggi tutto: Giunta (Fs Energy): "Obiettivo 1 GW di produzione da rinnovabili entro 2029"
(Adnkronos) - Scure sull'occupazione da Nestlé. Il nuovo ceo del colosso alimentare svizzero, Philipp Navratil, passa subito all'azione con un taglio globale di 16.000 posti di lavoro nel quadro di un piano di riduzione dei costi. I tagli avverranno nei prossimi due anni e riguarderanno anche 12mila posizioni dirigenziali in tutte le aree geografiche. I risparmi dovrebbero raggiungere 1 miliardo di franchi entro la fine del 2027.
Presentando i risultati dei primi nove mesi, la società ha parlato di vendite al ribasso: il giro d'affari si è fermato a 65,9 miliardi di franchi, contro i 67,15 miliardi dell'anno scorso, si legge in una nota. La crescita organica ha dal canto suo raggiunto il 3,3%, mentre la crescita interna reale (RIG), che misura i volumi, è stata dello 0,6%. L'effetto dei prezzi si attesta al 2,8%.
Nestlé deve “cambiare più rapidamente” per adattarsi alle mutevoli condizioni globali, ha sottolineato l'ad Philipp Navratil.
Nell'ambito della 'cura dimagrante', Nestlé ha aumentato il proprio obiettivo di risparmio sui costi a 3 miliardi di franchi svizzeri (3,7 miliardi di dollari) entro la fine del 2027, rispetto al precedente obiettivo di 2,5 miliardi di franchi.
(Adnkronos) - La macchina del Festival di Sanremo si è ufficialmente messa in moto. Con la pubblicazione online del regolamento della 76esima edizione, in programma dal 24 al 28 febbraio, iniziano a delinearsi i contorni della kermesse musicale più attesa d'Italia. Le prime indicazioni parlano chiaro: 26 artisti ‘Big’ in gara. Tuttavia, il numero dei concorrenti potrebbe non essere definitivo. Negli ultimi anni, i direttori artistici dei Festival hanno spesso aumentato last minute, con una modifica al regolamento, il numero dei cantanti in gara. L'anno scorso, lo stesso Carlo Conti portò il totale dei Big da 24 a 30 (gareggiarono poi in 29 dopo la rinuncia di Emis Killa).
Gli altri punti salienti del regolamento: l’accesso di diritto nella categoria 'Nuove Proposte' di 2 artisti provenienti da 'Area Sanremo', che si aggiungeranno ai 2 selezionati durante la finale di 'Sanremo Giovani' del 14 dicembre, in onda su Rai 1. Di nuovo tre le giurie che voteranno gli artisti in gara: Televoto del pubblico; Giuria della Sala Stampa, Tv e Web; Giuria delle Radio, con un peso percentuale rispettivamente del 34, 33 e 33%.
Passando all’analisi delle singole serate, nella prima (il martedì) si esibiranno i 26 Big/Campioni e le canzoni verranno votate dalla Giuria della Sala Stampa, Tv e Web. Durante la seconda (il mercoledì) si esibiranno 13 Big/Campioni, votati dal pubblico - attraverso il Televoto - e dalla Giuria delle Radio, ciascuno con un peso pari al 50 %. Per la categoria Nuove Proposte, i 4 artisti saranno suddivisi in due coppie ed ogni coppia si esibirà in una sfida diretta. Gli artisti saranno giudicati dal pubblico con il Televoto, dalla Giuria della Sala Stampa, Tv e Web e dalla Giuria delle Radio. I due artisti vincitori delle sfide accederanno alla Terza serata.
Stesse modalità nella terza serata (il giovedì) per i Big/Campioni; per le Nuove Proposte avrà luogo la sfida finale tra i due artisti che hanno avuto accesso alla serata, la canzone più votata dal Televoto, dalla Giuria della Sala Stampa, Tv e Web e dalla Giuria delle Radio sarà proclamata vincitrice della categoria.
Confermata la serata delle 'Cover' al venerdì, con vincitore: i Big, affiancati da un artista ospite, re-interpreteranno un brano edito italiano o internazionale e le votazioni di questa gara non influiranno sul risultato finale del Festival. Le cover saranno valutate da tutte e tre le giurie.
Novità del regolamento pubblicato oggi è la durata dei brani proposti, che non dovranno superare i 3'30'', come i brani in gara per la vittoria del festival. L'anno scorso invece la durata delle cover poteva raggiungere i 4 minuti.
Il regolamento di Sanremo 2026 non lo esplicita, come non lo esplicitava quello dell'edizione 2025, ma - a quanto apprende l'Adnkronos - il conduttore e direttore artistico Carlo Conti renderà possibili anche quest'anno, per gli artisti che lo vorranno, i duetti tra i cantanti in gara nella serata cover. L'anno scorso questa possibilità venne colta da 6 artisti e i cantanti in gara che duettarono tra di loro furono Francesca Michielin con Rkomi, Achille Lauro con Elodie e Tony Effe con Noemi.
Nella finalissima della quinta e ultima serata (il sabato) verranno eseguite tutte le 26 canzoni dei Big/Campioni in gara, votate dalle tre Giurie. Il risultato di questa votazione si assemblerà con quello delle precedenti serate (tranne quella delle 'Cover'), al fine di determinare una classifica delle canzoni/Artisti. Nuova esibizione e votazione per le prime 5 canzoni classificatesi. Il risultato andrà ad aggiungersi a quello complessivo delle precedenti al fine di determinare una nuova classifica riferita alle 5 canzoni/Artisti attribuendo così la palma di vincitore della 76esima edizione del Festival della Canzone Italiana.
Il lavoro di ascolti di Conti è già iniziato da tempo ma ora il conduttore e direttore artistico entrerà nella fase più delicata della selezione delle tante proposte ricevute. Il regolamento segna il 17 novembre come il termine ultimo per le proposte e sottolinea che gli artisti scelti potranno essere resi noti dal 23 novembre in poi. Termine che rende probabile l'annuncio dei Big, che negli ultimi anni è avvenuto sempre di domenica nel Tg1 delle 13.30, per il 30 novembre. Anche perché la domenica successiva, 7 dicembre, l'annuncio andrebbe a coincidere con la prima della Scala.
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(Adnkronos) - “In questo momento la mobilità sta vivendo una fase di grande trasformazione in Italia. I dati diffusi da Motus-E a giugno 2025 ci dicono che ci sono più di 67mila punti di ricarica diffusi su tutto il territorio italiano e solo nell’ultimo anno sono cresciuti di altri di 10mila. Anche le autostrade stanno facendo la loro parte, nel 60% delle aree di servizio troviamo stazioni di ricarica con una potenza maggiore di 150kw, che vuol dire soste brevi e viaggi più agevoli. Quindi, l’infrastruttura cresce e cresce bene. Ma da sola, non basta”. Lo afferma Daniela Biscarini, Ceo di Ewiva, intervenuta all’evento Adnkronos Q&A ‘Sostenibilità al bivio’ in corso oggi al Palazzo dell’Informazione a Roma.
“Abbiamo bisogno di più veicoli elettrici e di una nuova cultura di mobilità elettrica – sottolinea Biscarini -. Gli operatori del settore privato, come Ewiva, stanno anticipando molti investimenti per far sì di accogliere una domanda, ma c’è bisogno di un supporto a questa domanda. Quello che auspichiamo è che il settore pubblico, quello privato e i cittadini abbiano un’unica regia per far fronte a questa grande trasformazione del mercato. Anche in altri Paesi europei, la chiave della trasformazione è stata un’incentivazione più stabile a sostegno della domanda che ha creato maggiore confidenza nell’approccio al veicolo elettrico. Quindi, serve una regia unica per sostenere questo grande cambiamento”.
“La mobilità elettrica non è solo una nuova cultura tecnologica ma è anche un cambio nella quotidianità di tutti. E per far sì che il cambiamento avvenga, bisogna lavorare tutti insieme per una maggiore informazione e sfatare i falsi miti sulla mobilità elettrica. È momento cruciale per questa trasformazione, o acceleriamo o rimaniamo indietro rispetto al resto del mondo”.
"Per noi l'operazione di ricarica deve essere parte della quotidianità del guidare elettrico, per questo lavoriamo molto sulla semplificazione dell’esperienza utente. Siamo stati i primi Cpo in Italia ultraveloci a offrire la possibilità di ricaricare con pagamento contactless su tutte colonnine. E inoltre offriamo anche su tutta rete la funzionalità plug and charge, che consente di ricaricare semplicemente attaccando il cavo senza la necessità di scaricare una app o avere una tessera, questo per rendere la ricarica più accessibile e semplice. Lavoriamo molto sulla cultura della mobilità elettrica, investiamo sui giovani, andiamo nelle scuole per parlare di energie rinnovabili e mobilità sostenibile perché crediamo che il vero cambiamento passi anche da loro".
“Ewiva si è data l’obiettivo di costruire una rete di ricarica ultraveloce diffusa sul territorio e alimentata al 100% da energie rinnovabili. Oggi abbiamo 1500 punti di ricarica su 400 siti diffusi su tutto il territorio. il 50% è al nord, il 27% al centro, il 23% al sud e isole. La collaborazione con i territori è fondamentale nella selezione dei siti dove costruire nuovi punti di ricarica. Infatti, i nostri partner sono sia privati sia le amministrazioni locali. Con loro selezioniamo e copriamo aree che prima non vedevano nessuna possibilità di ricaricare auto elettriche”.
“Il 70% dei nostri siti ha 4 punti di ricarica e l’obiettivo è essere presenti per tutti i guidatori elettrici, da quelli che fanno lunghe percorrenze a quelli occasionali. Per questo, nella scelta dei nostri siti selezioniamo aree commerciali, tratte di lunga percorrenza o snodi strategici”, conclude Biscarini.
Leggi tutto: Mobilità, Biscarini (Ewiva): "Non basta solo l’infrastruttura, serve nuova cultura"
(Adnkronos) - Questa mattina, fuori dal ministero di Grazia e Giustizia in via Arenula a Roma, il viceministro Francesco Paolo Sisto ha incontrato Teresa Cataldo, una 70enne di Terlizzi, in Puglia, sfrattata dalla sua abitazione e costretta, di fatto, a vivere da due anni con il marito in una tenda nel giardino. Dal 14 ottobre scorso è in presidio fuori dal ministero insieme alla sua avvocata Anna Maria Caramia, nella speranza di incontrare qualche rappresentante delle istituzioni.
A rispondere al suo appello, questa mattina, è stato il viceministro Sisto, che l'ha raggiunta in strada, fuori dal palazzo di via Arenula, in centro a Roma: "Sono pugliese come lei e anche per questo ha tutta la mia vicinanza umana e personale. Come rappresentante del palazzo che è alle mie spalle le dico quello che noi possiamo fare. C'è stata un'interrogazione parlamentare, me la farò dare, vedrò quella che è stata la risposta del ministro e verificherò se questi accertamenti sono iniziati".
Sisto ha chiarito al legale che rappresenta la donna che "anche un eventuale intervento del ministero, se ci fossero gli estremi, non revoca le sentenze. Il ministero interviene per vedere se ci sono delle patologie comportamentali tali da legittimare il proprio intervento. Sono venuto perché era giusto che lei avesse una risposta e che ci fosse una presenza che fosse sensibile al dramma che lei rappresenta".
(Adnkronos) - Barilla sarà al fianco di Medici senza frontiere per la raccolta fondi 'Biscotti senza frontiere'. Venti regioni, 92 città, più di 150 piazze italiane e 60mila tubi di biscotti Grancereale da 250 grammi e 230 grammi donati da Barilla verranno distribuiti da 2mila volontari dell’associazione il 18 e il 19 ottobre. L’intero ricavato sarà devoluto per sostenere il Fondo Emergenze e i progetti umanitari di Medici senza frontiere.
Protagoniste dell’operazione - riporta una nota - saranno le biscottiere di latta Msf in edizione limitata che contengono una confezione di Grancereale. A fronte di una donazione minima di 15 euro, sarà possibile ricevere questo oggetto speciale, disponibile in 3 colori, ognuno abbinato ad un gusto di biscotti Grancereale all’interno (classico, cioccolato e frutta). La latta con i 'biscotti solidali' raffigura l’arrivo di aiuti umanitari via aerea e via terra in un campo tenda e sarà disponibile anche online sulla 'Bottega solidale' di Medici senza frontiere per poterla ricevere direttamente a casa o per fare una dolce sorpresa a distanza che unisce all’originalità e al gusto anche un significato più profondo.
"Da sempre Grancereale promuove la gioia e l’emozione della natura. Con questo dono a Msf, la qualità e il gusto dei biscotti Grancereale si arricchisce del valore della solidarietà: ogni donazione degli aderenti all’iniziativa sostiene i progetti dell’organizzazione e porta cure a chi ne ha più bisogno" ha dichiarato Andrea Capano, Brand Manager Grancereale.
Da 50 anni Msf interviene in tutte le emergenze umanitarie con rapidità ed efficacia operando in contesti molto diversi: luoghi segnati da guerre, epidemie, catastrofi naturali, ma anche aree dove si verificano crisi malnutrizionali acute oppure dove l’accesso alle cure è assente o limitato. Con oltre 70 Paesi d’intervento, 65mila operatori sul campo e 12 milioni di visite mediche all’anno - conclude la nota - Msf si occupa di numerose attività mediche quali gestione di ospedali, cliniche e centri nutrizionali, chirurgia di guerra e routinaria, lotta alle epidemie e supporto psicologico per le vittime di traumi e guerre. Per trovare l’elenco delle piazze: https://biscottisenzafrontiere.it/
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