
"La ricerca indipendente è fondamentale perché permette di esplorare ambiti che l'industria farmaceutica, di solito, non affronta. Studi su meccanismi fisiopatologici, malattie rare o condizioni poco conosciute possono fornire le basi scientifiche per sviluppare le terapie del futuro. Non a caso, anche l'industria utilizza spesso i risultati della ricerca indipendente come punto di partenza per nuovi sviluppi". Così all'Adnkronos Salute Roberto Poscia, responsabile dell'Unità di Ricerca clinica e Clinical Competence del Policlinico Umberto I di Roma e presidente del Comitato sulle terapie avanzate dell'Aifa (Agenzia italiana del farmaco), alla presentazione - oggi a Roma - degli 8 dottorati innovativi in 5 università e 4 regioni (Lazio, Lombardia, Piemonte e Puglia), il cui obiettivo è aprire nuove frontiere della ricerca e accelerare il cambiamento nella pratica clinica. Bristol Myers Squibb Italia ha co-finanziato gli 8 dottorati di ricerca della durata di 3 anni, rivolti a giovani ricercatori che avranno anche l'opportunità di trascorrere 6 mesi in azienda.
Poscia sottolinea poi un cambiamento ormai inevitabile: "Un ospedale moderno - spiega - non può fare a meno di una struttura dedicata alla gestione della ricerca clinica. Così come non è pensabile un ospedale senza un reparto ormai consolidato come la Cardiologia, allo stesso modo non è più possibile immaginare un grande centro sanitario senza un'unità organizzata che si occupi di sperimentazioni cliniche. Servono professionisti formati, perché la ricerca clinica è diventata una disciplina a sé: lo sperimentatore deve potersi concentrare sul lavoro scientifico, mentre la gestione normativa deve essere affidata a personale dedicato, nel pieno rispetto delle good clinical practice".
Per rendere la ricerca clinica parte integrante del Servizio sanitario nazionale, secondo Poscia "è necessario completare il lavoro normativo già avviato dal ministero della Salute, guidato dal professor Guido Rasi, attraverso il Tavolo della ricerca e sperimentazione clinica attivo al dicastero. L'obiettivo - sottolinea - è creare una piena integrazione tra ricerca, sperimentazioni cliniche e assistenza sanitaria, trasformando la sperimentazione in una vera opportunità terapeutica per tutti i pazienti. Le cure devono arrivare prima possibile e in modo uniforme su tutto il territorio". Poscia ricorda anche l'importanza della recente determina Aifa sulla decentralizzazione dei trial clinici (la n.424 2024): una misura che permette, ad esempio, di svolgere parte delle sperimentazioni direttamente al domicilio dei pazienti. "Una scelta decisiva per chi vive lontano dai grandi centri ospedalieri e rischia di non accedere a terapie innovative".
Riguardo agli 8 nuovi dottorati di ricerca, Poscia li considera essenziali: "Le università potranno formare figure altamente qualificate, capaci di affrontare le sfide emergenti, come l'uso di sistemi basati su intelligenza artificiale nei dispositivi medici. Servono competenze tecniche e regolatorie, oggi sempre più richieste".
Dove andranno, una volta formati, questi nuovi scienziati? Per Poscia la risposta è chiara: "Dovrebbero rimanere nel sistema sanitario nazionale e nelle università. E' fondamentale creare le condizioni necessarie per trattenerli in Italia, evitando che vadano all'estero o verso altre realtà. Lo Stato li forma, lo Stato deve fare in modo di trattenerli".

Si è conclusa la prima edizione di '7 Idee per cambiare l’Italia', l’iniziativa promossa da L’Espresso, in collaborazione con Q8 Italia in qualità di main partner, per valorizzare i migliori progetti italiani sulla sostenibilità.
Le 7 startup vincitrici (AquaLink, BioPhi, Dafne, Dataclean, Pink Road, Pit’sa, Talea) sono state premiate a Roma, nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, dal direttore de L’Espresso Emilio Carelli, al termine della pitch competition conclusiva che ha messo a confronto le 14 finaliste. Alla cerimonia hanno preso parte il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Le migliori 7 startup riceveranno da L’Espresso un pacchetto media da investire in strategie di marketing e comunicazione dal valore complessivo di 280.000 euro (40 mila euro per ciascun progetto).
Le startup sono state selezionate e votate da una giuria composta da rappresentanti dei partner del progetto: Fortunato Costantino (direttore risorse umane, legal e corporate affairs di Q8 Italia e professore a contratto presso la European school of economics di teoria generale della sostenibilità esg di impresa e dell’innovazione sociale), Paul Kyprianou (responsabile relazioni esterne di Gruppo Grimaldi), Gaia Dal Pozzo (investment director per Lmdv Capital), Enzo Raho (Qhse & sustainability director di Renco) e Alessio Boceda (co-fondatore di Startup Geeks).
Dopo l’apertura del bando, sono state raccolte quasi 300 candidature provenienti da tutta Italia, segno della vitalità dell’ecosistema dell’innovazione sostenibile e del desiderio crescente di generare impatto positivo attraverso progetti concreti.
Durante l’evento finale, le 14 startup selezionate hanno avuto l’occasione di presentare i propri progetti alla giuria, illustrando soluzioni che spaziano dalla tecnologia alla mobilità sostenibile, dalla salute alla digitalizzazione, fino ai nuovi modelli di economia circolare. Dopo le valutazioni, la giuria ha decretato le 7 idee ritenute più promettenti. '7 Idee per cambiare l’Italia' ha potuto contare sul supporto di Q8 Italia, impegnata in un percorso di innovazione nella mobilità e nella transizione energetica; sui co-partner industriali Gruppo Grimaldi, Lmdv Capital e Renco, che hanno contribuito con competenze strategiche e una visione imprenditoriale orientata alla sostenibilità; sui growth partner Startup Geeks e Talent Garden.
Inoltre, Giorgio Chiellini, director of football strategy della Juventus e co-fondatore di Akka Italy - piattaforma che consente anche a piccoli investitori di partecipare al finanziamento di startup selezionate, democratizzando l’accesso al venture capital - ha partecipato come ambassador dell’iniziativa con un video rivolto alle startup finaliste, portando il messaggio che il talento, per generare un impatto reale, deve trasformarsi in disciplina, studio e responsabilità.
Secondo Emilio Carelli, direttore de L’Espresso: "Questa prima edizione di '7 Idee per cambiare l’Italia' ha confermato una volta di più quanta creatività ci sia in Italia quando si parla di sostenibilità. L’Espresso ha voluto ideare questa iniziativa proprio per valorizzare progetti capaci di generare un impatto positivo sull’ambiente e sulla società. Da gennaio si apriranno le candidature per l’edizione 2026, un’occasione per continuare a far emergere nuove idee a favore di un futuro più sostenibile".
Per Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica: “Il filo conduttore delle startup è ambientale e tecnologico. L’obiettivo ambientale deve permeare le nostre azioni, perché significa essere più moderni, raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Ma gli obiettivi di decarbonizzazione, per un Paese come l’Italia, sono anche opportunità. Noi siamo importanti nel mondo, essendo il quarto Paese esportatore, avendo un terzo del nostro prodotto interno lordo, quindi della nostra ricchezza italiana, legato all'esportazione. Perché facciamo i prodotti migliori, non perché facciamo i prodotti che costano meno. E questo, automaticamente, è l'innovazione, la tecnologia, la genialità di questo Paese”.
Secondo Roberto Gualtieri, sindaco di Roma: “Iniziative come queste vanno ad avviare il campo delle idee. Sono convinto che in questo Paese, in questa città, ci sia tantissima energia per pensare al futuro. Spero che la nostra economia nazionale possa imparare anche a coltivare e sostenere idee più mondiali. So che questo progetto ha ricevuto oltre 300 proposte, ringrazio ancora L’Espresso e tutti quanti hanno sostenuto questa iniziativa”.
Giorgio Chiellini, director of Football Strategy della Juventus e fondatore di Akka Italy, in un videomessaggio, ha sottolineato che "negli ultimi anni mi sono avvicinato sempre di più al mondo delle startup: un ecosistema fatto di idee, innovazione e lavoro di squadra. Per questo sono felice di supportare '7 Idee per cambiare l’Italia', l’iniziativa de L’Espresso che valorizza progetti ad alto impatto sociale e ambientale. Alle startup finaliste faccio un grande in bocca al lupo. Continuate a crederci e a costruire soluzioni che possano davvero migliorare il Paese. Buon lavoro a tutti e complimenti per questa bellissima iniziativa”.

Scambio di salme all’ospedale di Biancavilla, nel Catanese, dove una famiglia si è vista recapitare la bara con all’interno il corpo di un’altra persona. L'episodio, che ha dell'incredibile, è avvenuto martedì scorso quando, secondo quanto ricostruisce il quotidiano La Sicilia, i cadaveri di due uomini, morti nel nosocomio nelle stesse ore, si trovavano l'uno accanto all'altro nella sala mortuaria in attesa di essere riconsegnati ai parenti. Quando per una delle due salme è arrivato il nullaosta gli addetti dell'agenzia delle pompe funebri l'hanno sistemata nella bara: vestita con gli abiti dati dalla famiglia, che a casa attendeva il proprio caro per l'ultimo saluto. Quello che, però, è stato loro consegnato era il morto sbagliato.
Sulla vicenda è intervenuta la Federazione provinciale del Partito democratico di Catania, esprimendo "preoccupazione e sconcerto". Per il segretario provinciale, Giuseppe Pappalardo, si tratta di "un fatto estremamente grave che colpisce nel profondo la dignità delle persone e delle famiglie coinvolte. È inaccettabile che in una struttura sanitaria pubblica possano verificarsi errori del genere, soprattutto in un contesto in cui il rispetto del defunto e il sostegno ai parenti dovrebbero rappresentare una priorità assoluta". Da qui la richiesta all'Azienda sanitaria provinciale di Catani di una immediata "verifica interna rigorosa". "Individui le responsabilità e metta in campo tutte le misure necessarie affinché episodi simili non possano più ripetersi", dice il dem.
A stretto giro arriva, però, la replica dell'ospedale di Biancavilla, per il quale la consegna dei defunti è avvenuta "nel pieno rispetto delle procedure vigenti".
"Le salme sono state regolarmente riconsegnate ai familiari e agli aventi diritto, nel pieno rispetto delle procedure previste e delle normative vigenti", precisa il nosocomio, sottolineando che "sono stati scrupolosamente applicati tutti i protocolli, documentando puntualmente ogni fase dell’iter. Eventuali disguidi o problematiche emerse successivamente alla riconsegna non possono pertanto essere attribuiti all’ospedale", che ribadisce di "non avere alcuna responsabilità in merito all’accaduto".
La Direzione medica del presidio ha comunque fornito "un contributo operativo rilevante, collaborando attivamente all’individuazione e alla ricostruzione dell’accaduto e mettendo a disposizione ogni elemento utile alle verifiche".

"Il mio cantante preferito è Gigi D’Alessio". Così Clara Ghinazzi ha risposto alla domanda di Caterina Balivo a La volta buona, tradendo simpaticamente suo padre, il cantante Pupo.
Clara, ospite oggi nel salotto di Balivo, ha raccontato la sua famiglia non convenzionale, che per anni ha fatto discutere. Pupo conduce infatti una vita condivisa con le sue donne: le tre figlie, Ilaria, Clara e Valentina, e tre nipoti Matteo, Viola e Leonardo. Poi la moglie Anna Erli, sposata nel 1974, e la compagna Patricia la cui relazione è iniziata nel 1989.
“Ho un papà eccezionale, è sempre stato presente con noi figlie. Oggi è presente anche come nonno”, ha raccontato Clara. “Può sembrare una situazione anomala - ha aggiunto - però noi l’abbiamo sempre vissuta in maniera serena. Tra tutti noi c’è un bellissimo rapporto. Per me è la normalità”.

Confermata dal Tar del Lazio la nomina di Eugenio Albamonte a sostituto procuratore della Direzionale nazionale Antimafia e Antiterrorismo. I giudici amministrativi della prima sezione hanno respinto il ricorso presentato dal pm Stefano Luciani che lo scorso 18 dicembre era stato escluso, per minore anzianità, dai sette magistrati, proposti dalla Terza Commissione e votati dal plenum del Csm per la Dnaa. Insieme ad Albamonte erano stati nominati anche Antonella Fratello, Ida Teresi, Paolo Sirleo, Antonio De Bernardo, Federico Perrone Capano e Giovanni Musarò.
Luciani, pm della Dda di Roma, aveva impugnato e chiesto l’annullamento della delibera del Consiglio superiore della magistratura che aveva assegnato ad Albamonte il massimo punteggio. Nella sentenza pubblicata ieri, il collegio ritiene che quello su Albamonte non sia stato “un giudizio generico e meno che mai acritico” e che “i dieci anni di assegnazione nel gruppo Reati contro la personalità dello Stato e terrorismo della procura di Roma sono stati accompagnati, nella motivazione della delibera, dall’esplicitazione dei risultati investigativi per attività che rientrano nel perimetro di competenza della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo”. Per i giudici del Tar è necessaria una valutazione d’insieme “della peculiare attitudine richiesta, in forza della quale anche l’eventuale disallineamento, in termini di consistenza, tra l’esercizio pregresso di attività di repressione della criminalità organizzata, da un lato, e di repressione del terrorismo, dall’altro, non costituisce fattore discriminante”.
Poiché, “diversamente opinando – si legge nella sentenza - si dovrebbe pervenire alla conclusione che tutti i percorsi professionali dei magistrati aspiranti a ricoprire la funzione di sostituto procuratore presso la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo debbano, obbligatoriamente, contemplare entrambi (o, per giunta, entrambi e in egual misura) gli ambiti di attività per poter essere gratificati dal punteggio massimo. In tal modo, però, si finirebbe per determinare un meccanismo di svalutazione di chi, pur eccellendo particolarmente in uno dei due ambiti di attività, vedrebbe frustrata la possibilità di ottenere il conferimento di tale incarico, di massima sempre assegnato a magistrati di doti eccellenti se non eccelse: doti che, nella specie, il ricorrente certamente annovera in tema di lotta alla criminalità organizzata ma non altrettanto in materia di antiterrorismo; e, di converso, che il controinteressato vanta in tale ultimo ambito, mentre non ugualmente può vantare in materia di repressione della criminalità organizzata. Si vuol dire, pertanto – concludono i giudici del Tar - che l’apprezzamento dell’Amministrazione ai fini di punteggio non possa banalizzarsi sul piano della sola quantità distributiva tra i due ambiti di attività (Antimafia e Antiterrorismo) che definiscono la funzione della Direzione Nazionale”.

Poco più di sessanta persone in Italia 'valgono' 197,3 miliardi di dollari, quasi il 9% del Pil. E' il ritratto dei miliardari vivono nel nostro Paese. In totale, sono 61. Più di quelli della Francia, molto meno di Germania e Regno Unito secondo l'annuale Ubs Billionaire Ambitions Report.
Il numero di 'paperoni' rispetto al 2024 è sceso di una unità. Il gruppo, sebbene esiguo e con una leggera perdita sui dodici mesi (-2,5 miliardi), continua a vantare un patrimonio consistente, pari 197,3 miliardi di dollari.
Il rapporto segnala poi come la quota di miliardari nazionali che si sono fatti da sé sia fra le più basse in Europa, segno di ricchezze consolidate da generazioni: i self made men sono solo il 44% contro il 70% del Regno Unito (91 'paperoni') e il 75% dei Paesi Bassi (che però sono scesi a 8 super ricchi).
Rispetto all'Italia sono più 'statiche' anche le ricchezze dei 156 miliardari tedeschi (solo il 26% si sono fatti da sé) mentre la Francia - che pure vanta grandi dinastie e importanti gruppi bancari e industriali - conta solo 46 super ricchi, quasi la metà della Svizzera (84).
I 'paperoni' francesi possono però consolarsi con un patrimonio assai più consistente degli omologhi italiani: i 46 fortunati controllano asset per ben 508 miliardi, due volte e mezzo superiori a quelli del nostro paese, anche se in un solo anno, il totale è sceso di quasi 68 miliardi, mentre in Germania la crescita è stata di ben 146 miliardi (a quota 692,1 miliardi). Il calo dei paperoni transalpini - si legge - è dovuto principalmente al declino delle fortune delle famiglie con attività nel settore dei beni di lusso (Bernard Arnault e famiglia -23,6% su base annua; Françoise Bettencourt e famiglia -17,9%).
Le cifre europee però impallidiscono rispetto a quanto emerge dal Report per Stati Uniti e Cina. Gli States si confermano come la Mecca dei super ricchi: in un solo anno ne sono stati creati ben 109 e ora il totale dei miliardari è salito a quota 924 con un patrimonio cresciuto in dodici mesi del 18% a quota 6890 miliardi (quasi tre volte il Pil italiano). A Pechino e dintorni, invece, i super ricchi hanno aggiunto 321,4 miliardi di dollari di ricchezza portando il loro patrimonio a 1766 miliardi (+22,2% su base annua) con 70 nuovi ingressi per un totale di 470 miliardari.
Non sorprende - conoscendo l'evoluzione dell'economia cinese - che il 98% di loro sia 'di nuova generazione'. Una quota record di self made men che si accoppia con il record di uscite dal club (in 24 sono scesi sotto la soglia del miliardo di dollari) segno di un sistema in rapido movimento, dove niente - neanche la ricchezza - può essere dato per scontato.

Una donna di 49 anni è stata trovata gravemente ferita e riversa in una pozza di sangue intorno alle 5 del mattino di oggi, nel cortile del condominio dove abita col marito e il figlio a Torri di Quartesolo (Vicenza). Soccorsa dal Suem 118 è stata portata all’ospedale San Bortolo di Vicenza, dove si trova ricoverata in rianimazione in gravi condizioni.
Sono stati proprio i sanitari ad avvisare la Questura che ha mandato sul posto Squadra mobile e la Scientifica che stanno svolgendo le indagini coordinate dalla Procura berica che non esclude alcuna ipotesi circa l'accaduto.

A Bari ultima tappa per il 2025, ma tutto è pronto a ripartire il prossimo anno. Si chiude infatti nel capoluogo pugliese il Roadshow di Bnl Bnp Paribas che sta portando la Banca, da Nord a Sud, in un percorso di confronto e dialogo su economia, imprese, innovazione, lavoro e geopolitica, con clienti, stakeholder, rappresentanti del mondo imprenditoriale, delle associazioni, delle università e della Società. Cinque tappe (Roma, Parma, Verona, Bergamo e oggi Bari) per il 2025, mentre lo scorso anno sono state 4 le città toccate: Bologna, Padova, Napoli e Milano; per un totale di oltre 2000 ospiti e più di 50 relatori.
Presso il Palazzo della Provincia, sede della Città Metropolitana di Bari, si parla di connessioni tra talento, ricerca e impresa, di opportunità nell’ambito della transizione digitale e ambientale, della capacità del Sud di attrarre risorse, competenze e progettualità. Elena Goitini, Amministratore Delegato di BNL e Responsabile del Gruppo BNP Paribas in Italia, aprendo la tavola rotonda ha sottolineato come "il Sud è terra di eccellenze, imprenditorialità, innovazione e visione. Il panel di oggi è la più concreta espressione di quanta forza e valore ci siano nel mondo delle imprese, delle associazioni, dell’Accademia e della Società sul territorio pugliese. Abbiamo toccato diverse città in tutta Italia e ogni tappa ci ha restituito sia la razionalità nell’analisi dei rischi e dei contesti, sia la reattività e il coraggio di progettare ogni giorno il futuro. È con questa consapevolezza che, come Banca e Gruppo, continuiamo a sostenere l’economia reale, accompagnando famiglie e imprese. Proseguiremo in questo viaggio tra i distretti produttivi, ambasciatori del nostro Paese nel mondo".
A Bari si confrontano Lucia Forte, Amministratore Delegato Oropan S.p.A.; Mario Aprile, Presidente di Confindustria Bari e BAT; Pasquale Casillo, Presidente e Amministratore Delegato Gruppo Casillo; Vincenzo Divella, Amministratore Delegato Gruppo Divella; Antonio Messeni Petruzzelli, Prorettore del Politecnico di Bari. La moderazione è affidata al Direttore Territoriale Sud di BNL BNP Paribas, Barbara Martini; chiude i lavori Ruxandra Valcu, Chief Commercial Officer della Banca. L’evento si sviluppa su due giorni (oggi e domani) e, oltre alla tavola rotonda, prevede meeting mirati per intensificare lo scambio con i clienti, ma anche tra le strutture interne di BNL su attività presenti e future.
La Regione Puglia è parte del perimetro di competenza e azione della Direzione Territoriale Sud della Banca, attiva anche in Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia. La Struttura conta circa 1000 persone e 150 “punti di presenza” tra filiali, centri Private Banking e Wealth Management, centri Corporate Banking, SME (PMI) e Pubblica Amministrazione.
Come ricorda Ruxandra Valcu, Chief Commercial Officer BNL BNP Paribas "la Puglia è un territorio che non ha più bisogno di essere sostenuto, ma accompagnato. Cresce, sta accelerando, anche gestendo le discontinuità e trasformazioni".
"Grazie ad un settore industriale che si é aperto a innovazione e nuove tecnologie; a politiche regionali che hanno saputo attivare risorse importanti, in primis quelle del PNRR; e a un tessuto imprenditoriale che ha scelto di investire invece di attendere. Noi - conclude - vogliamo esserci perché il sapere diventi impresa, la ricerca prodotto e il talento sviluppo. Lo facciamo puntando su crescita, trasformazione e sostenibilità".

Can Yaman di nuovo single? La relazione tra l'attore turco e Sara Bluma sarebbe giunta ormai al capolinea. Dopo settimane di indiscrezioni, alimentate dalla sparizione delle foto insieme sui social, l'ipotesi trova ora conferma. A riportarlo è il settimanale 'Diva e Donna' che in copertina riporta una confidenza dell'attore: "Ora cerco il vero amore", ha detto Yaman.
L'ultima volta che i due sono stati visti insieme risale a fine ottobre, durante un soggiorno a Tenerife. Da allora, nessuna immagine di coppia, fino a quando l'artista e dj di origini algerine ha chiuso il profilo social eliminando tutte le foto insieme all'ex compagno.
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La prima apparizione pubblica risale invece allo scorso 23 giugno, quando la coppia ha sfilato all'Italian Global Series Festival, a Rimini, mano nella mano. In un'intervista rilasciata a Domenica In[2], l'attore si è mostrato molto riservato e concentrato sul lavoro, evitando qualsiasi domanda riguardo sulla vita privata, che preferisce mantenere lontano dai riflettori.

Decretati i vincitori della tredicesima edizione del premio 'Salva la tua lingua locale', il concorso promosso e organizzato da Unpli (Unione delle Pro Loco d’Italia), da Autonomie Locali Italiane Lazio (Ali), con la collaborazione del Centro Internazionale Eugenio Montale. La cerimonia di premiazione che ha i patrocini del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati e del Comune di Roma è in programma alle 9.30 di domani nella sala della Protomoteca in Campidoglio a Roma e sarà condotto da Adriana Volpe e Beppe Convertini.
Otto le sezioni, tutte a tema libero, di cui saranno assegnati i riconoscimenti: “Poesia” (edita ed inedita), “Prosa” (inedita), “Teatro”, “Fumetto”, “Musica”, il premio “Tullio De Mauro” intitolato all’illustre e compianto linguista (già presidente onorario di 'Salva la tua lingua locale') e dedicato a lavori scientifici editi o inediti (saggi, tesi di laurea, studi su dialetti e/o lingue locali e dizionari) e il Premio 'Luigi Manzi 2025'. Accanto ai premi principali, la Giuria ha attribuito numerose menzioni speciali alle Pro Loco Unpli di tutta Italia e ad associazioni, enti, editori, gruppi e realtà culturali che, con iniziative sul territorio e attività di promozione, hanno contribuito alla diffusione del Premio e alla valorizzazione delle lingue locali. Un riconoscimento che sottolinea il ruolo fondamentale del volontariato culturale e delle comunità locali nella tutela del patrimonio linguistico immateriale.
Alla cerimonia di premiazione del Premio 'Salva la tua lingua locale' saranno presenti numerose personalità istituzionali e del mondo culturale. Porteranno i loro saluti il sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri, il presidente Unpli Antonino La Spina, il presidente Ali Lazio Luca Abbruzzetti, il presidente onorario del Premio, il professor Giovanni Solimine, insieme ai membri del Comitato dei Garanti Bruno Manzi e professoressa Silvana Ferreri. Interverrà inoltre Leandro Ventura, Direttore dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale. Nel corso della mattinata sono previsti anche interventi dei membri della Giuria. La cerimonia del 5 dicembre sarà l’occasione per celebrare tutti i vincitori, i finalisti e le realtà che hanno contribuito alla diffusione del Premio, in un momento di incontro e di festa dedicato alla ricchezza linguistica del Paese.

La vita di Wilma Goich è stata segnata da un dolore profondo, quando il 7 aprile del 2020 è morta la figlia Susanna Vianello, a soli 49 anni, dopo una breve battaglia contro un tumore ai polmoni. "Mi è caduto tutto addosso, sto facendo una fatica incredibile per riprendere un po' di vita", confessava Wilma in una vecchia intervista.
Ospite oggi a La volta buona, la cantante è tornata a parlare di questo grande dolore: "Le feste sono la tragedia, però devi fare festa lo stesso. Lì subentra la forza che uno ha dentro, perché la devi trovare. Devi sorridere, io ho imparato a farlo perché mi sono detta 'se devo vivere lo devo fare al meglio'".
Wilma Goich ha trovato conforto e forza nel rapporto speciale con suo nipote: "Ora vive con la sua compagna, io sono sempre presente per lui. Sono la sua 'nonnì'".

Secondo i dati di Mordor Intelligence, entro il 2030 il mercato mondiale delle criptovalute potrebbe raggiungere la cifra di 18,150 miliardi di dollari, con un tasso annuo di crescita composto (cagr) del 30%. Analogamente, il mercato dell'intelligenza artificiale è destinato a una crescita simile, con Grand view research che prevede un cagr del 31.5% tra il 2025 e il 2033 e un'aspettativa di crescita del settore fino a 3500 miliardi di dollari nel 2033. Numeri che confermano quanto Ia e blockchain non siano semplicemente tecnologie emergenti, ma leve strategiche in grado di ridefinire mercati, modelli economici e persino le strutture istituzionali.
Ne parla con Adnkronos/Labitalia Umberto Zanin, marketing manager di Bitget, exchange universale, che sarà partner principale dell’evento 'Giovani & istituzioni nell’era digitale', in programma il prossimo 6 dicembre, presso The social hub a Firenze. L’appuntamento, patrocinato da Regione Toscana, Comune di Firenze e Comune di Colle Val d’Elsa, si pone come ponte essenziale tra i policy maker e la nuova generazione di innovatori.
"L’evento è stato organizzato dall’associazione culturale The Florence crypto engagement e si inserisce in un cruciale contesto europeo segnato dall’arrivo dell’Ia act e dal crescente bisogno di chiarezza normativa per gli asset digitali. L’obiettivo è ambizioso: creare un dialogo concreto per guidare l'ondata di cambiamento portata da Intelligenza artificiale e blockchain, garantendo innovazione, sviluppo ed equità per il futuro”, spiega Umberto Zanin che, durante l’incontro, terrà un intervento focalizzato sul tema della finanza e della decentralizzazione. I panel esploreranno anche l’evoluzione di bitcoin, la cybersecurity, le stablecoin e l’adozione globale delle crypto e della tecnologia blockchain.
"Il mercato crypto - osserva l’esperto - sta vivendo una fase di maturazione. Lo dimostra la crescente adozione, specialmente a livello istituzionale, e l'emergere di regolamentazioni in diverse parti del mondo che mirano a offrire un quadro normativo chiaro per questo nuovo settore. Siamo profondamente impegnati nello sviluppo sostenibile del mercato web3. Iniziative come questa, che promuovono il dialogo e la generazione di nuove idee, sono fondamentali, al pari degli eventi educativi che assicurano una comprensione approfondita del settore e delle sue tecnologie".
"La partecipazione all'evento rientra in un punto chiave della visione di Bitget: l’educazione delle nuove generazioni e lo sviluppo sostenibile del mercato. Come primo exchange universale, Bitget offre un accesso unificato ad asset crypto e tradizionali, tools di trading innovativi e risorse educative complete. Attraverso l’iniziativa dedicata ai giovani Blockchain4Youth, Bitget promuove attivamente la conoscenza del web3 organizzando eventi, webinar, hackathon e workshop a livello globale, condividendo le competenze essenziali per i builders di domani", conclude Zanin.
Il convegno vedrà, inoltre, la partecipazione di una platea di speaker e opinion leader del settore web3, tra cui Lucrezia Van Stegeren, Gianluigi Ballarini, Marco Costanza, Lady in Finance e Filippo Anania. I dibattiti si concentreranno sulle opportunità economiche e sulle sfide etiche e normative, offrendo soluzioni e visioni concrete per la nuova generazione.

Si chiude la stagione della Formula 1 e c'è una sorpresa in casa Ferrari. Arthur Leclerc, fratello del pilota della Rossa Charles, prenderà il posto di Lewis Hamilton nella prima sessione di libere dell'ultimo Gran Premio del 2025. Ma qual è il motivo? Si tratta di semplice applicazione del regolamento, visto che ogni pilota ha l'obbligo di 'cedere', nel corso della stagione, la guida della propria monoposto a un rookie, un pilota che ha corso meno di tre gare in carriera.
La curiosità è che già un anno fa i fratelli Leclerc avevano corso insieme in Ferrari, sempre ad Abu Dhabi: "Io e Charles siamo felici di correre di nuovo insieme nelle prossime libere 1. È emozionante e, da un punto di vista tecnico, guidare in pista è sempre utile per noi piloti che supportiamo principalmente la squadra dal simulatore di Maranello, per fornire feedback agli ingegneri" ha spiegato Arthur Leclerc alla vigilia dell'impegno.

Addio a Mabel Bocchi, "probabilmente la più famosa giocatrice di basket italiana di tutti i tempi": aveva 72 anni. Lo annuncia la Federbasket dal suo sito.
"Campione d'Europa di club con la Geas di Sesto San Giovanni (l'attuale Women Euroleague) nel 1978, primo titolo continentale femminile da parte di una squadra italiana di qualsiasi disciplina sportiva, ha poi vinto 9 scudetti nel campionato italiano - si legge - Con la Nazionale (113 presenze e 1058 punti in totale) ha disputato tre Campionati Europei (terzo posto a Cagliari nel 1974) e un campionato del Mondo nel 1975 in Colombia. Nel 2007 è stata la prima giocatrice a ricevere l'Italia Basket Hall of Fame, la massima onorificenza del basket italiano".
"Il presidente Giovanni Petrucci, ricevuta la drammatica notizia, interpretando il cordoglio della Fip e della pallacanestro italiana, ne piange la scomparsa nel ricordo di un'amicizia di una vita, da quando segretario generale la conobbe, ricordando i tanti momenti agonistici e i successi professionali che Mabel ha colto. Forte è il senso di vicinanza in questo momento del presidente Petrucci alla famiglia Bocchi. Sempre all'avanguardia, sempre innovatrice, dalla forte personalità, sempre se stessa, Mabel ci mancherà. Come persona e come protagonista del nostro mondo".

Opstart, private capital fintech hub italiano, compie un passo decisivo nel panorama fintech italiano: l’eliminazione definitiva dei portafogli virtuali grazie all’integrazione di Crowdlender (il portale di lending crowdfunding) all’interno della piattaforma e alla collaborazione con Banca Valsabbina. Una svolta che permette di investire in lending tramite un normale bonifico, senza aprire un wallet e senza passaggi intermedi.
Una decisione che, come spiega il ceo Giovanpaolo Arioldi, "è molto più di un aggiornamento tecnico: è una scelta strategica che semplifica radicalmente l’esperienza dell’utente e abbatte una barriera che, per anni, ha frenato l’ingresso dei grandi investitori sul mercato del crowdfunding. Per me non è un punto di arrivo, ma il via a nuovi progetti perché l’innovazione è da sempre il nostro pane quotidiano".
La nuova architettura digitale di Opstart riunisce equity, lending e debt crowdfunding in un solo ambiente, insieme a Crowdre per il real estate, alle operazioni proprietarie Crowdlisting e Crowdbridge e alla bacheca Crowdarena dedicata allo scambio di quote. Un ecosistema completo che rende Opstart l’unica realtà italiana in grado di offrire in un solo ambiente digitale, tutti gli strumenti per diversificare e raccogliere capitali tramite finanza alternativa.
Il superamento dei wallet risolve una delle principali criticità del lending digitale: la complessità dell’infrastruttura degli istituti di pagamento. Con la nuova modalità, gli investitori ricevono interessi e capitale direttamente sul proprio conto corrente. Per investire è sufficiente un bonifico, senza ricariche o gestioni di portafogli virtuali.
Arioldi sottolinea come questa evoluzione "ci permette di parlare finalmente la stessa lingua di istituti di credito e fondi di investimento. Questo apre le porte a investitori di calibro maggiore e ci consente di progettare strumenti di finanziamento più sofisticati per imprese strutturate, come operazioni di acquisition financing e Lbo (leveraged buy-out) mediante finanziamenti o minibond a supporto di processi di m&a (mergers and acquisitions)".
La semplificazione riguarda anche le aziende che si finanziano tramite Opstart: i fondi arrivano direttamente sul conto corrente aziendale, dal quale partono poi i flussi di rimborso. Ciò consente di allineare le operazioni con la normale gestione di cassa, ricevere pagamenti da clienti e da enti pubblici e ridurre drasticamente i passaggi operativi richiesti dai wallet, che potevano essere ricaricati solo dall’azienda titolare. Con l’eliminazione dei wallet e la piena integrazione di Crowdlender, Opstart si posiziona come un vero e proprio private capital fintech hub, capace di connettere investitori, imprese e istituzioni in un ambiente regolamentato, efficiente e pronto a evolvere verso soluzioni sempre più avanzate della finanza alternativa in Italia.

I numeri diffusi dall’Arma dei Carabinieri rivelano un’emergenza che non può essere ignorata: da gennaio a settembre 2025 i reati da Codice Rosso hanno superato quota 40mila, con 6.673 arresti tra maltrattamenti in famiglia, atti persecutori e violenze sessuali. Un quadro che conferma la necessità di non confinare la lotta alla violenza di genere alle ricorrenze simboliche ma di affrontarla ogni giorno dove si formano le relazioni, dove si genera dipendenza economica e dove può nascere, o essere contrastata, la discriminazione: nei luoghi di lavoro.
E' da questa consapevolezza che nasce il convegno 'Oltre il 25 novembre: la forza della prevenzione, la voce delle donne', promosso da Federmanager e Federmanager Minerva con il patrocinio dell’Arma dei Carabinieri. Una giornata che ha posto al centro una notizia fondamentale: per prevenire la violenza non bastano le norme, serve un’alleanza strutturale e continua tra istituzioni, imprese e management, un dialogo concreto capace di tradurre i principi in comportamenti e i diritti in tutele reali.
La violenza, nelle sue molte forme, non è un atto improvviso: spesso è figlia di una cultura che deve essere cambiata. Lo confermano i dati sulla violenza economica della Global thinking foundation che mostrano come solo il 58% delle donne ha un conto corrente intestato personale, il 12,9% ne ha solo uno intestato con il partner o altro familiare e una percentuale compresa tra il 49,5 al 65,9% prende le decisioni inerenti ai soldi insieme al partner. E' una vulnerabilità che si riflette anche nel mondo produttivo, perché dove manca autonomia economica manca libertà di scelta, e dove questa manca le molestie possono radicarsi più facilmente. Federmanager porta in questa discussione una chiave decisiva: il lavoro come prima linea della prevenzione. Nelle aziende occorre rafforzare una cultura del rispetto, basata su impegno, responsabilità, coerenza e capacità di allinearsi agli obiettivi valoriali dell’organizzazione. Una cultura che si costruisce attraverso l’esempio dei manager, che con i loro comportamenti quotidiani determinano il clima e il livello di sicurezza percepita dai lavoratori e dalle lavoratrici. Perché è proprio dall’osservazione degli ambienti lavorativi che si comprende quanto la diffusione delle molestie non sia un episodio isolato ma il sintomo di una cultura che va ripensata.
Il nuovo ccnl dei dirigenti, rinnovato da Federmanager, si inserisce in questo percorso come un presidio avanzato: non solo valorizza la figura manageriale, ma introduce strumenti moderni e concreti su pari opportunità, genitorialità, equità retributiva, benessere e prevenzione, confermandosi un contratto capace di tutelare e orientare. E' una leva strategica perché, quando il contratto cresce, cresce anche la cultura aziendale. E quando la cultura aziendale cresce, arretra inevitabilmente lo spazio per abusi e disparità.
In questo scenario il ruolo delle istituzioni resta centrale. L’Arma dei Carabinieri, che ha patrocinato l’evento anche alla luce del protocollo d’intesa firmato con Federmanager nel 2024, ha presentato il 'violenzametro', uno strumento utile per riconoscere precocemente situazioni potenzialmente pericolose e incoraggiare la richiesta di aiuto. Un contributo concreto alla costruzione di un sistema di prevenzione diffuso e accessibile
"L’impegno costante della nostra Federazione nella promozione di modelli inclusivi ci ha portato a conseguire la certificazione per la parità di genere, diventando tra le prime organizzazioni rappresentative a ottenerla", ha sottolineato in apertura il presidente Federmanager, Valter Quercioli. "Consapevoli dell’importanza strategica dell’inclusione per le imprese, continuiamo a lavorare per valorizzare ogni talento. L’incontro è un momento necessario per mantenere vivo il dialogo e ampliare la consapevolezza sulla prevenzione della violenza di genere".
Il dibattito, moderato da Marina Marinetti, condirettrice di Economy, ha riunito esponenti istituzionali, rappresentanti del mondo manageriale, esperti di diritto e professionisti impegnati sul fronte della tutela: la deputata Martina Semenzato, presidente Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, Monica Lucarelli, assessora alle Attività Produttive, alle pari opportunità e all’attrazione investimenti del Comune di Roma, Samanta Cimolino, maggiore sezione atti persecutori Racis, Luciana Delfini, presidente del Comitato pari opportunità dell’Ordine degli avvocati di Roma e Consigliera di parità supplente della Regione Lazio, Maria De Renzis, coordinatrice nazionale Federmanager Minerva, Simona Signoracci, presidente Fondazione Vises Ets, Maria Cristina Cerrato, avvocata Ufficio legale Differenza Donna, Antonio Cavallera, direttore Human capital & organization Autostrade per l’Italia.
Interventi che hanno evidenziato come la prevenzione sia possibile solo se l’intero sistema azienda – dai vertici ai collaboratori – assume una visione condivisa: riconoscere, ascoltare, intervenire.
La violenza di genere non è un problema privato: è una questione sociale, culturale, organizzativa. E Federmanager ricorda che un Paese può cambiare solo se cambia il modo in cui le sue aziende lavorano, formano, tutelano e valorizzano le persone. E' questo il passo che va oltre il 25 novembre: non un giorno di memoria, ma l’impegno quotidiano per costruire ambienti professionali nei quali ogni donna sia libera, rispettata e protetta.
Salvato dall'oblio con Agris e ora imbottigliato a Orgosolo... Esce per Newton Compton “Roma, la città dei segreti”, il nuovo libro di Francesco Rutelli dedicato ai luoghi nascosti, alle storie inattese e alle meraviglie meno visibili della Capitale. Un viaggio personale e documentato tra vicoli, palazzi, rovine e trasformazioni urbane, in cui l’ex sindaco di Roma guida il lettore alla scoperta di una città sorprendente, stratificata, spesso dimenticata. Un racconto che unisce memoria civile, curiosità, misteri e vicende poco note, svelando una Roma da leggere con occhi nuovi.
Di seguito, un estratto dal volume pubblicato
in esclusiva per il sito di Adnkronos, che parla di ponti e
monumenti a pochi metri dalla sede dell'agenzia:
COS’HANNO VISTO, QUESTI PONTI…
Dalle origini dell’Isola Tiberina a imperatori e papi gettati nel fiume: le storie custodite dal Tevere
Dove: Ponte Fabricio
Percorrendo i due lati del Lungotevere nell’area centrale, i ponti sono frequenti. Da Ponte Sublicio tra Trastevere e Testaccio (non l’antico, che non esiste più, ma quello risalente alla prima guerra mondiale, progettato da Marcello Piacentini, inizialmente chiamato Ponte Aventino) a Ponte Milvio lungo la via Flaminia, risalente a più di 2100 anni fa e che oggi è pedonale; ma ci pensa Corso di Francia, poco avanti, a farci passare il fiume in auto con il nuovo Ponte Flaminio, voluto da Mussolini e inaugurato dopo la fine della seconda guerra mondiale. In epoca romana di ponti esistevano Ponte Milvio e Ponte Elio, posto davanti a Castel Sant’Angelo; il Ponte di Agrippa, Ponte Neroniano, Ponte di Probo, crollati o scomparsi.
Elemento cruciale, dalla nascita della città, è il sistema degli attraversamenti tra l’Isola Tiberina e Ponte Sublicio. Da qui partiamo, per ritrovare i significati intrecciati con le vicende fondative di Roma, e un certo numero di segreti passati per queste rive. Alcuni di essi, leggendari, sono anche immaginari, come la storia secondo cui l’Isola sarebbe nata da un’antica nave incagliata in una secca del fiume, coperta progressivamente di detriti sino a formare un’isoletta; un’altra – raccontata anche da Ovidio nelle Metamorfosi – secondo cui alla deposizione del crudele re Tarquinio il Superbo fece seguito la dispersione nel Tevere della sua ricca dotazione di grano: tanto erano abbondanti quelle messi da formare e presto consolidare l’isola. Entrambi i racconti hanno tuttavia legami significativi con la realtà: nella leggenda della nave si trova il riferimento alla storia del dio Esculapio, venuto da Epidauro per sconfiggere la peste del 293 a.C. e al quale il serpente avrebbe indicato la localizzazione del tempio a lui dedicato, da cui la sistemazione del perimetro dell’Isola in forma di nave; quello sul grano di Tarquinio richiama invece i ripetuti intasamenti del fiume, specialmente in riva sinistra, a causa dell’attività dei mulini che vi erano collocati (e che qui operarono per nove secoli).

L’Isola della Salute – così chiamata per l’antica tradizione delle cure mediche e dei presìdi sanitari e ospedalieri che ha ospitato – è collegata alle due rive dal Ponte Cestio (risalente al 46 a.C.), radicalmente ristrutturato nel corso dei secoli, e dal Ponte Fabricio, il “Ponte Quattro Capi” (62 a.C.). Il Ponte Sublicio originario, il primo della storia di Roma, fu smantellato, dice la leggenda, per impedire l’accesso alle truppe di Porsenna, mentre Orazio Coclite si batteva eroicamente. La magistratura dei Pontefices era legata alla salvaguardia dei ponti. Dopo un millennio, il titolo di Pontefice Massimo passò al papa, vescovo di Roma. Lunga è la storia di Ponte Emilio, o Ponte Rotto, più volte ripristinato e crollato; inizia nel 181 a.C. e si conclude a fine Ottocento con l’affiancamento ai suoi resti di Ponte Palatino.
Si parla frequentemente di tornare a fare il bagno nel Tevere; in prossimità del moderno Ponte Garibaldi, costruito nel 1884-88, era viva la tradizione della spiaggia della Renella, da cui il nome di via Arenula. Ma vi prego di non trascurare che qui, sul Lungotevere, dov’è oggi una sede del ministero della Sanità, inizia fisicamente una delle strade più lunghe del mondo antico: la via Aurelia, la quale assunse altre denominazioni oltre il tracciato nelle Gallie, per arrivare fino a Gibilterra lungo le coste mediterranee, e affacciarsi sull’Atlantico.
Scopriamo alcune emblematiche sciagure avvenute nel Tevere. Perché se il grande Plinio il Vecchio asserì che il compito di Roma è “dare umanità all’uomo”, e se la storiografia predilige le glorie o i drammi solenni, noi tendiamo a trascurare gli eventi spregevoli. Se non vogliamo considerare che il Tevere è stato per millenni la principale discarica della città (è anche per il trasporto delle macerie, dei detriti e dei rifiuti, che il suo estuario si è conseguentemente allungato di circa otto chilometri), non possiamo trascurare che il fiume è stato scenario anche di molti eventi scellerati.
Per secoli si è coltivata la leggenda secondo cui la Menorah, il candelabro (d’oro) a sette braccia trafugato nel 70 dall’imperatore Tito nel Tempio di Gerusalemme, fosse finito nel fiume. In vari rilievi si vede la scena del trafugamento (in particolare, nell’Arco di Tito al Foro, luogo nel quale siamo riusciti nel 1998, per il cinquantesimo anniversario dello Stato di Israele, a realizzare una cerimonia pubblica di riconciliazione storica). È stato tramandato che i vandali di Genserico, nel 455, lo portarono via dal Templum Pacis, dov’era custodito; ma la loro nave in fuga affondò nel Tevere. Storici e narratori (anche il Belli) si sono industriati a restituire curiosità e ansia della sua ricerca nei fondali.
Varie personalità del potere pontificio, tra il Sette e l’Ottocento, hanno progettato di deviare il corso del fiume, varando mezzi specializzati per l’esplorazione, come la nave Medusa nel 1819. Ricerche più rudimentali, fai-da-te, nel letto del Tevere sono state costanti, ma senza risultato.
In antico, le cronache raccontano con orrore che, al termine dei violentissimi scontri della guerra civile della Repubblica romana dell’82 a.C., Lucio Cornelio Silla fece gettare nel fiume un numero enorme di avversari sconfitti e uccisi. Non pochi personaggi controversi subirono una damnatio memoriae associata al lancio del loro cadavere nel Tevere. L’imperatore Commodo, che fu al potere dal 180 – diciannovenne – al 192, con un esercizio dirompente e spesso bizzarro del culto della propria persona, fu ucciso in una congiura, dopo aver schivato in precedenza un tentativo di avvelenamento. Il Senato decretò fosse gettato nel Tevere, ma fu invece sepolto nel Mausoleo di Augusto, e conobbe anche riabilitazioni postume. Nel Tevere fu gettato Eliogabalo, proclamato imperatore – come Marco Aurelio Antonino – a soli quattordici anni, nel 218, e ucciso dai pretoriani nel 222, dopo un governo stralunato e dominato dagli eccessi (tra corruzione, orge collettive, sacrifici di fanciulli e innovazioni magico-religiose legate al culto del Sole).
Nei primi secoli del papato si registrò la strana sorte di papa Formoso, il cui corpo dovette subire un gran traffico. Nato nell’816, eletto papa nell’891, morì dopo quattro anni e mezzo di pontificato, nell’896. Su ordine del successore, papa Stefano vi, fu disseppellito e il suo cadavere mummificato fu sottoposto a processo: il celebre “Concilio del cadavere”, svoltosi in Laterano nell’anno 897. Al termine, i suoi resti furono gettati nel Tevere; un monaco avventurosamente li ritrovò su una sponda del fiume presso Ostia e li custodì, finché papa Teodoro ii non li seppellì nuovamente in San Pietro.

Questi episodi ci lasciano intendere che le condanne a morte e le brutali esecuzioni fossero un’eccezione, nella Città Eterna? No, purtroppo. I roghi non si limitavano ai casi più eclatanti, come Giordano Bruno a Campo de’ Fiori, e lo stesso valeva per le decapitazioni (che nel Medioevo avvenivano specialmente in Laterano, in prossimità della statua di Marco Aurelio, che lì si trovava), estrema sanzione verso oppositori politici primari, come accadde per Angelo Targhini e Leonida Montanari, e attraverso le performances epocali di Mastro Titta. Egli, il Boia per eccellenza, svolse le sue mansioni addirittura per sessantotto anni, giustiziando più di cinquecento persone.
Tra i tanti episodi non esplorati, e pochissimo noti, c’è la vicenda della comunità di omosessuali che si era ritrovata nella bella chiesa di San Giovanni a Porta Latina, a ridosso delle mura Aureliane. Quando l’ho raccontata a due miei cari amici che qui si sono sposati di recente, faticavano a immaginare che fosse vera. Secondo la testimonianza del 1580 di Michel de Montaigne nel suo Journal de Voyage, due anni prima sarebbe emersa qui un’esperienza, specialmente da parte di viaggiatori iberici, per cui «durante la messa si sposavano uomini con uomini, attenendosi alle stesse cerimonie che usiamo noi per le nozze. Si comunicavano insieme, leggevano il medesimo vangelo nuziale e poi dormivano e abitavano insieme». Scoperti, arrestati e processati per sodomia, undici componenti questo gruppo furono condannati a morte, impiccati a Ponte Sant’Angelo, e bruciati a San Giovanni a Porta Latina.
Con le singolari storie di questo cuore della città in mezzo al Tevere potrei riempire ben più che le pagine del nostro libro. Se aveste fatto parte del Comune di Roma nel 1791, ad esempio, avreste dovuto valutare il progetto dell’architetto Natale Marini relativo al prosciugamento del ramo sinistro del fiume (spesso intasato per i detriti e per gli scarti delle attività dei mulini), eliminando il Ponte Fabricio e rendendo l’area edificabile. Se foste stati nella Commissione del neonato Stato unitario incaricata dal 1871 di contrastare le piene del Tevere, avreste dovuto votare pro o contro la proposta di eliminare l’Isola Tiberina (poi bocciata dal ministro dei Lavori pubblici Gerolamo Guisso, del governo Zanardelli). Se foste stati nel Parlamento all’inizio degli anni Trenta, in epoca fascista, avreste letto su «La Tribuna» l’appello a demolire “il palazzone” dell’ospedale: «Cancelliamo il ricordo di questa specie di tetro lazzaretto, bonifichiamo l’isola con energica opera». Se foste stati a Londra nel 2023 avreste potuto partecipare al novecentesimo compleanno del Barts (St. Bartholomew’s Hospital), fondato nel 1123 dal pellegrino Rahere che, ammalatosi di malaria a Roma e guarito sull’Isola Tiberina dai monaci di San Bartolomeo, così decise di onorare la salvezza romana.
Da qui…
Da Ponte Fabricio si visita l’Isola Tiberina, con la basilica di San Bartolomeo, che ospita la singolare evocazione dei “Nuovi Martiri” del xx secolo, voluta da Giovanni Paolo ii. Oltre all’ospedale Fatebenefratelli, che ha quasi mezzo millennio di storia, vi è una sede dell’ospedale Israelitico. Sulla riva sinistra c’è l’antico Ghetto Ebraico, sulla riva destra il rione Trastevere.

Per spiegare l’italianità, elemento immateriale eppure così riconoscibile in tutto il mondo, con il calendario 2026 Lavazza prosegue il racconto iniziato a livello globale con la campagna 'Pleasure makes us human' . E per farlo, ha affidato la direzione creativa del progetto all’agenzia Armando Testa, con cui prosegue un sodalizio consolidato nel tempo dal successo di campagne globali, e allo sguardo di Alex Weebb, fotografo della prestigiosa agenzia fotografica Magnum Photos, tra i più originali street photographer contemporanei, celebre per il talento compositivo e la sensibilità cromatica. (VIDEO[1]) (PHOTOGALLERY[2])
Il lancio del calendario vede per questa edizione un palcoscenico d’eccezione: per la prima volta, Lavazza presenterà al pubblico il suo Calendario in occasione di Art basel Miami Beach, una delle fiere d’arte moderna e contemporanea più importanti al mondo, appuntamento imprescindibile per galleristi, collezionisti e appassionati d’arte di ogni latitudine. "Siamo estremamente orgogliosi di essere official partner di Art basel Miami e partecipare a questo momento unico dove poter raccontare la nostra lunga relazione con il mondo dell’arte e della fotografia", spiega Francesca Lavazza, board member del Gruppo Lavazza.
"L’arte contemporanea - continua - rappresenta un linguaggio universale capace di connettere sensibilità, culture e generazioni in ogni angolo del mondo. Attraverso le sue molteplici espressioni, essa ci invita a riflettere sulla complessità del presente, esaltandone la bellezza e rivelandone le contraddizioni. Lavazza, da sempre impegnata nella promozione della cultura, ha saputo intrecciare visione e responsabilità sociale in un percorso che valorizza l’arte come strumento di dialogo e trasformazione. In questo contesto, la partecipazione ad Art basel Miami costituisce una tappa significativa del nostro impegno nel sostenere e celebrare la creatività".
Per il nuovo calendario, Alex Webb ha realizzato le sue fotografie costruendo un personale 'grand tour' in alcune suggestive location italiane, componendo una narrazione visiva calda, intensa e sofisticata, lontana dai cliché. Pleasure makes us human è il concept che intesse gli scatti, in un racconto dove l’osservazione della vita reale si arricchisce di rimandi sottili al cinema, alla fotografia, alla pittura, traducendo con eleganza e ironia momenti del vivere quotidiano all’italiana.
A tal proposito dice Webb: "Ho sempre pensato che l'Italia avesse una certa tradizione estetica, che attraversa i secoli ed è viva ancora oggi. Una caratteristica che ho sempre percepito nella mia relazione con questo paese". Una qualità palpabile che si può ritrovare semplicemente passeggiando tra le strade, negli scorci delle città e negli angoli meno conosciuti, tra la sua gente. Una caratteristica che Webb unisce alla propria sensibilità, realizzando dodici scatti per i mesi dell’anno, a cui si aggiungono il dettaglio pensato per la cover e la back cover. Sono scatti ambientati in luoghi non consueti e compongono un ritratto inaspettato, dove il caffè si rivela come un elemento imprescindibile della convivialità e del piacere di ogni giorno. Il talento di Webb per la luce e il colore costruisce una continuità narrativa in contesti differenti, dove la sua capacità di cogliere l’imprevedibile guizzo di un momento, la vitalità di una situazione inaspettata, riesce a far emergere un ritratto ipnotico di una realtà vibrante. Dice Webb: "Ho cercato di seguire la luce, i colori e i movimenti delle persone, catturando immagini che trasmettessero un certo livello di energia e risonanza. Come fotografo, tendo a vedere la bellezza, l'arte e il piacere anche nei piccoli gesti e nei momenti semplici, come bere caffè".
Nei dodici mesi del calendario, gli attimi colti dall’obiettivo di Webb si snodano tra l’apertura su un prezioso angolo lacustre animato dalla leggerezza dei giochi dei bambini a un delizioso bar in centro città, dove un momento di pausa rivela un imprevedibile lato ludico; dallo studio artistico, dove si tramanda un’arte antica come quella della modellazione del gesso, alla bocciofila, che diventa un ritrovo per un pubblico del tutto peculiare di sacerdoti; dallo scorcio sulla cittadina di mare dove il colore riempie le strade al pranzo in trattoria, un appuntamento irrinunciabile nelle abitudini quotidiane, per fare tappa in una barberia in stile liberty e, infine, per godersi un momento di festa durante la celebre processione dedicata a Santa Rosalia a Palermo; il tutto pervaso da un’atmosfera gioiosa e dai colori caldi che richiamano l’estate, la stagione per eccellenza di scoperta dell'Italia anche da parte di chi italiano non è.
Lavazza, "azienda che affonda le proprie radici in Italia ma con lo sguardo aperto verso il mondo", con il Calendario 2026 ha scelto di raccontare un’atmosfera, una sensibilità e un insieme di costumi inconfondibili e, al contempo, sempre presenti. Michele Mariani, executive creative director del Gruppo Armando Testa, dice: "Abbiamo voluto raccontare un viaggio nell’italianità, evitando ogni stereotipo. Lo abbiamo immaginato come un percorso in dodici tappe, ognuna espressione di un’umanità diversa, che ci ha permesso di esplorare in profondità le molteplici sfumature del piacere. Un concetto, quello del piacere, che appartiene da sempre al dna di Lavazza. Così è nato un itinerario ideale attraverso un’Italia più autentica, concreta e sincera".
Gli scatti evocano la leggerezza della 'vita dolce': i ritmi rallentano, la spontaneità si fa spazio, ogni istante può racchiudere un momento di piacere che va ricercato nel tessuto del tempo quotidiano e ne rivela il valore intimo e prezioso. Il piacere di incontrarsi, dello stare insieme, il piacere della conversazione e della buona tavola, l’attimo in cui l’incalzare della giornata lascia spazio al rito del caffè: si tratta di piccoli momenti di felicità alla portata di tutti, qualcosa di cui ognuno può fare esperienza nelle proprie giornate e che fanno parte di quel patrimonio comune che è lo stile di vita italiano. Naturalmente in compagnia di una tazzina di caffè, quest’anno più che mai protagonista degli scatti, una punteggiatura che dona espressività ad ogni momento e può trasformarlo in una piccola festa.
E se pensiamo all’italianismo espresso, che anche all’estero indica una precisa tipologia di caffè, capiamo quanto questa bevanda sia parte costituente della cultura italiana, tanto da diventarne una bandiera a tutte le latitudini. Sempre Francesca Lavazza spiega: "Il caffè è una scintilla, è sempre l’inizio di qualcosa. E' un momento condiviso che si può raccontare ma si può anche assaporare. E, in questo caso, è un piacere fatto di piccoli gesti, legato alla spontaneità dell'essere italiani. Una spontaneità che è apertura e accoglienza". Ma c’è anche una dimensione più raccolta, meno appariscente ma altrettanto importante legata al caffè: "E' un gesto che diventa più intimo quando si desidera un momento per sé, un tempo in cui ci si prende cura delle relazioni, della propria famiglia, dei propri amici. Rappresenta davvero un universo di relazioni che abbraccia tutto il mondo all'interno di una tazzina".
Con la presentazione del calendario 2026 in occasione di Art basel Miami Beach, "Lavazza conferma il proprio interesse verso l’arte e la solida presenza all’interno del panorama della cultura visiva attuale. Con un’attenzione particolare alla fotografia, grazie alla straordinaria produzione del Calendario che è arrivato ormai alla trentaquattresima edizione, coinvolgendo i più grandi talenti fotografici del mondo, Lavazza fa proprio il racconto del contemporaneo, cogliendo lo spirito dinamico del tempo attraverso l’obiettivo fotografico e attraverso autori che hanno saputo interpretare i propri valori, arricchendone la narrazione con il proprio talento e la forza di una visione sempre originale".
L'appuntamento con Art Basel Miami arriva quindi a coronamento di un lungo percorso di attività nel campo artistico, durante il quale Lavazza ha realizzato significative collaborazioni con alcune delle istituzioni e degli interpreti più importanti a livello nazionale e internazionale, tra cui la Triennale e il Mudec di Milano, la collezione Peggy Guggenheim e i musei civici di Venezia, il Guggenheim Museum di New York. Un impegno costruito nel tempo che rende Lavazza non solo ambasciatrice del caffè nel mondo, ma anche portatrice di bellezza e di creatività.

L'ex Alta Rappresentante dell'Ue Federica Mogherini si dimette da rettrice del Collegio d'Europa. "In linea con il massimo rigore e la massima correttezza con cui ho sempre svolto i miei compiti - dichiara in una nota pubblicata sul sito del Collegio - oggi ho deciso di dimettermi dalla carica di rettrice del Collegio d'Europa e di direttrice dell'Accademia Diplomatica dell'Unione Europea".
La decisione di Mogherini arriva dopo essere stata indagata nell'inchiesta condotta dall'Eppo di Bruxelles che riguarda una presunta frode ai danni degli interessi finanziari dell'Ue[1], relativa all'organizzazione da parte del Collegio, con sede a Bruges, nelle Fiandre, di corsi per diplomatici europei.
Mogherini nel messaggio di commiato si dice "certa che la comunità del Collegio, nei nostri tre campus, proseguirà il percorso di innovazione ed eccellenza che abbiamo tracciato insieme in questi ultimi cinque meravigliosi anni. Sono orgogliosa di ciò che abbiamo realizzato insieme e sono profondamente grato per la fiducia, la stima e il supporto che studenti, docenti, personale e Alumni del Collegio e dell'Accademia mi hanno dimostrato e mi stanno dimostrando. È stato un onore e un piacere per me servire la comunità del Collegio e la sua missione", conclude.
Intanto gli Stati Uniti attaccano Mogherini. In un post su X, il vice segretario di Stato americano Christopher Landau ha parlato dell'ex Alta rappresentante Ue e rettrice dimissionaria del College d'Europe, finita al centro di un'inchiesta a Bruxelles, come della "stessa persona che definì la Cuba comunista una 'democrazia monopartitica' e promosse gli investimenti, il turismo e il commercio europei, che sostennero il regime repressivo e fortemente antiamericano dell'isola".

Sold out per la Prima. Anche per il 2025, il Teatro alla Scala conferma il suo status di evento imperdibile: tutti i biglietti disponibili per la Prima del 7 dicembre, che aprirà la stagione con ‘Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk’ di Dmitrij Šostakovič, sono andati esauriti, per un totale di circa 2.000 spettatori e un incasso che sfiora i 3 milioni di euro -2 milioni 850mila, per la precisione-. Una cifra in crescita rispetto allo scorso anno, quando la Prima si era fermata attorno ai 2,6 milioni di euro.
I prezzi dei biglietti rappresentano da sempre uno degli elementi più discussi della serata mondana più attesa dell’anno. Per il 2025, la forbice è ampia: si va dai 150 euro per un posto in galleria fino a 3.200 euro per la platea e i palchi con affaccio in prima fila. Una struttura di prezzo che riflette la natura ibrida della Prima: un evento culturale di altissimo livello ma anche un appuntamento mondano che unisce élite internazionale, istituzioni e mondo dello spettacolo.
All’incasso notevole della serata si contrappongono gli investimenti necessari per mettere in scena uno spettacolo che, per tradizione, rappresenta l’eccellenza della lirica mondiale. Il costo di produzione complessivo dello spettacolo che inaugurerà la stagione 2025/2026, oscilla tra 1,5 e 2 milioni di euro, incluse le otto repliche. Ogni replica garantisce un incasso medio tra 250 e 300mila euro, contribuendo a rendere il titolo della stagione un asset fondamentale per la sostenibilità economica del teatro.

"Che rabbia assistere a un femminicidio dopo l'altro. Rabbia, rabbia e ancora rabbia. Questo provo io oggi. E come me tutte le persone che hanno provato da vicino cosa voglia dire perdere una sorella, una figlia, una nipote per mano di un uomo spesso già denunciato. Mi spiace dirlo, ma nel 99% dei casi la colpa è sempre di chi non ha agito, pur potendo, per salvare vittime innocenti. Mia sorella e mia nipote avevano denunciato quell'uomo undici volte. Gabriela è stata uccisa con sei colpi di fucile, Renata, che aveva 22 anni e le mani da bambina, non aveva più parte del cranio. Ma quale consenso, ma quali campagne. Bisogna applicare le leggi". A parlare all'Adnkronos è Elena Tiron, sorella di Gabriela Trandafir e zia di Renata, ammazzate il 13 giugno 2022 dal marito di Gabriela, Salvatore Montefusco, a Cavazzona di Castelfranco Emilia.
Ieri, ad Ancona, un'altra donna, un'altra moglie, è stata uccisa dal marito[1] arrestato solo ad aprile scorso per maltrattamenti. "Ecco perché dico che basterebbe applicare le leggi per diminuire drasticamente questa sfilza di femminicidi - spiega Elena - Anche nel caso di mia sorella e di sua figlia tutti sapevano; addirittura il pubblico ministero ha chiesto l'archiviazione, nonostante sapesse chi fosse lui, quanto pericoloso fosse, nonostante gli avessero tolto le armi. Sapevano tutti fino all'ultimo, quando è stata uccisa. Mia sorella ha sempre urlato che quell'uomo avrebbe ammazzato lei e sua figlia. Ha denunciato le armi, ha denunciato tutto. Per un anno e mezzo abbiamo chiesto aiuto, lo hanno lasciato libero. Mia sorella fu costretta ad andare a Bologna a denunciarlo, perché a Castelfranco nemmeno le presero le denunce. Abbiamo chiesto aiuto e tutti si sono girati dall'altra parte. Non potrò mai perdonare chi ha sbagliato. Avranno sempre sulla coscienza mia sorella e mia nipote".
"Sono sicura che se qualcuno veramente prendesse sul serio questa violenza, i femminicidi diminuirebbero. E' tutto inutile se non applicano le leggi - ribadisce Elena Tiron - se sottovalutano tutto. Mia sorella e mia nipote sono state massacrate. E un giudice donna ha escluso la crudeltà, concedendo tutte le attenuanti. All'uomo che me le ha portate via tutte e due insieme hanno dato 30 anni. E' stato solo grazie all'avvocato Barbara Iannuccelli, che ha preso a cuore questo caso e non ha mai smesso di crederci, che gli è stato dato l'ergastolo in secondo grado. A distanza di tre anni, ogni femminicidio, ogni ragazza dispersa, per me è sempre un dolore perché so cosa vuol dire, so che un'altra famiglia passerà quello che stiamo passando noi. E le cose non cambieranno, è inutile. Sono arrivata al punto di dire che una tragedia simile dovrebbe capitare a chi, per il suo ruolo, è chiamato a prendere decisioni. A quel punto, forse, potrà capire cosa vuol dire sottovalutare un grido d'aiuto". (di Silvia Mancinelli)
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