
"La spesa messa in campo per ricerca e sviluppo di farmaci di precisione per patologie rare merita un'attenzione particolare. I costi iniziali possono essere più alti, ma la resa in prospettiva è molto soddisfacente se gli investimenti vengono fatti nei modi e nei tempi giusti". Così Guido Quintino Liris (Fdi), membro della V Commissione Bilancio del Senato, intervenendo all'evento 'Tutela del paziente con malattie rare: la miastenia gravis come paradigma', organizzato a Roma e promosso da Omar - Osservatorio malattie rare, con il contributo non condizionato di Ucb Pharma.
"Affrontare queste patologie con le scoperte scientifiche e tecnologiche che abbiamo oggi a disposizione - sottolinea Liris - mette in condizioni il Servizio sanitario nazionale di non essere inflazionato", per questo "intervenire prima e meglio significa dare qualità di vita al paziente e un'opportunità in più in termini di guarigione. Inoltre - conclude - viene data una prospettiva di maggiore tenuta di conti pubblici a una nazione che deve rivedere il Servizio sanitario nazionale così come lo conosciamo alla luce di una platea di riferimento che è cambiata e di patologie nuove e rare che meritano di essere affrontate alla stessa maniera".

Torna in pista la Formula 1. Il Mondiale riparte da Las Vegas, dove sabato 22 novembre andranno in scena l'ultima sessione di prove libere e le qualifiche - in diretta tv e streaming. Nell'ultimo appuntamento del Mondiale in Brasile a trionfare è stata la McLaren di Lando Norris, seguita dalla Mercedes di Kimi Antonelli e dalla Red Bull di Max Verstappen, terzo a chiudere il podio.
Quinto Oscar Piastri, che si gioca il titolo Piloti con il compagno di scuderia papaya, mentre le Ferrari di Charles Leclerc e Lewis Hamilton sono state costrette a un clamoroso doppio ritiro.
Formula 1, prove libere e qualifiche Gp Las Vegas: gli orari
L'ultima sessione di prove libere e le qualifiche del Gran Premio di Las Vegas di Formula 1 sono in programma sabato 22 novembre. Le prove libere andranno in scena all'1.30 ora italiana, mentre per le qualifiche bisognerà aspettare le 5.
Formula 1, prove libere e qualifiche Gp Las Vegas: dove vederle in tv
Le prove libere del Gran Premio di Las Vegas di Formula 1 saranno trasmesse in diretta televisiva sui canali SkySport, mentre le qualifiche saranno disponibili anche in chiaro su TV8. Gli appuntamenti saranno visibili in streaming sull'app SkyGo e su NOW, oltre che (per quanto riguarda le qualifiche) anche sul sito web di TV8.

"Le malattie rare sono uno dei settori in cui le fragilità strutturali del nostro sistema sanitario emergono con più evidenza: ritardi diagnostici, disuguaglianze territoriali nell'accesso alle cure, percorsi assistenziali non sempre integrati e un livello di consapevolezza sociale ancora insufficiente. La miastenia gravis, rara malattia autoimmune che colpisce in Italia almeno 17mila pazienti, rappresenta un esempio concreto di queste criticità, ma anche la dimostrazione di come, grazie alla collaborazione tra istituzioni, professionisti sanitari e associazioni dei pazienti, sia possibile trasformare le difficoltà in opportunità, migliorando realmente la qualità dell'assistenza e della vita delle persone coinvolte". Lo ha ribadito Ugo Cappellacci, presidente Commissione XII Affari sociali, Camera dei deputati, durante l'evento 'Tutela del paziente con malattie rare: la miastenia gravis come paradigma', realizzato da Omar - Osservatorio malattie rare con il contributo non condizionante di Ucb Pharma, svoltosi ieri pomeriggio al MoMec di piazza Montecitorio.
"Vivere con la miastenia gravis è doppiamente difficile - ha spiegato Marco Rettore, presidente Am-Associazione miastenia Odv - perché si tratta di una malattia fortemente invalidante, ma anche estremamente fluttuante: nei periodi di remissione, se la malattia viene correttamente controllata farmacologicamente, segni e sintomi sono relativamente contenuti, ma quando arrivano le crisi la malattia diventa devastante, perdiamo l'autonomia, non siamo più in grado di fare le scale, di lavarci i denti, lavorare diventa impossibile".
"La miastenia gravis è una patologia spesso invisibile, ma altamente impattante - ha spiegato Renato Mantegazza, primario emerito di Neuroimmunologia e Malattie neuromuscolari, Fondazione Irccs Istituto neurologico Carlo Besta di Milano e presidente Aim (Associazione italiana miastenia e malattie immunodegenerative - Amici del Besta Odv) - che compromette forza, resistenza e continuità lavorativa, con effetti economici e sociali significativi per pazienti e caregiver. I dati internazionali mostrano rinunce lavorative, riduzioni di reddito e necessità di assistenza familiare, mentre l'accesso alla legge 104 resta incerto e disomogeneo a causa di valutazioni non uniformi. Anche le terapie più avanzate risultano difficilmente compatibili con gli impegni professionali e con la vita quotidiana, soprattutto a causa di barriere logistiche e differenze regionali. E' urgente garantire percorsi uniformi, criteri valutativi adeguati e soluzioni organizzative flessibili, affinché inclusione e cura non dipendano dal caso ma da diritti concreti e riconosciuti".
Lorenzo Maggi, direttore Neuroimmunologia e Malattie neuromuscolari del Besta, ha ricordato che "negli ultimi anni la miastenia gravis ha vissuto una vera rivoluzione terapeutica: da una situazione di sostanziale scarsità di opzioni siamo passati alla disponibilità di farmaci innovativi, mirati e biologici, che aprono scenari fino a poco tempo fa impensabili. Tuttavia, garantire una medicina realmente personalizzata resta complesso al di fuori dei centri di riferimento con competenze altamente specializzate, dove esperienza clinica, multidisciplinarità e capacità di scelta terapeutica avanzata sono consolidate. Per questo è fondamentale costruire una rete nazionale strutturata, che metta in connessione professionisti, centri e territori, così da offrire a tutti i pazienti le stesse opportunità di cura, indipendentemente dal luogo in cui vivono".
Per Elena Murelli, della Commissione Affari sociali, Sanità, Lavoro del Senato, "i passi avanti compiuti con la riforma di Aifa e il miglioramento dei tempi di valutazione dei farmaci orfani, innovativi, che rispondono ad un alto bisogno medico insoddisfatto, o per i quali non sono disponibili alternative terapeutiche autorizzate, sono segnali importanti, ma non ancora sufficienti per chi convive con patologie complesse come la miastenia gravis. Parliamo di pazienti che non possono permettersi attese prolungate per l'accesso a terapie innovative e ad alto valore clinico, in particolare quelle orfane o senza alternative disponibili. E' indispensabile continuare a semplificare i percorsi, rafforzare i meccanismi di accesso precoce e uniforme su tutto il territorio nazionale. La tutela del diritto alla cura deve essere una priorità concreta, non solo dichiarata".
Durante l'evento sono stati numerosi gli interventi istituzionali, a partire dai saluti inviati dal sottosegretario Marcello Gemmato. Sono poi intervenuti il senatore Guido Quintino Liris, della V Commissione permanente del Senato della Repubblica, il senatore Orfeo Mazzella, vicepresidente Commissione X, l'onorevole Maria Elena Boschi, la senatrice Daniela Sbrollini, l'onorevole Ilenia Malavasi, l'onorevole Gian Antonio Girelli, l'onorevole Elena Bonetti.
L'accesso alle terapie a livello regionale
Accanto ai grandi progressi terapeutici, permane una forte disomogeneità nelle organizzazioni regionali dedicate alla miastenia gravis, che si traduce in opportunità e livelli di assistenza non omogenei su base geografica. "In Sardegna, dove il numero di pazienti è particolarmente elevato, la rete clinica è stata aggiornata, ma la nostra associazione ritiene che sia necessario aggiungere ulteriori nodi alla rete, e a questo fine ci organizzeremo per attivare un'interlocuzione diretta con l'assessorato", ha spiegato Maya Uccheddu, dell'Aim Sardegna. In Puglia "si sta lavorando attivamente alla definizione di percorsi chiari e condivisi, con l'obiettivo di garantire un'assistenza qualificata e multidisciplinare - hanno detto Antonia Occhilupo, segretaria e responsabile scientifica dell'Associazione miastenia gravis Aps Lecce, e Paolo Alboini, dell'Unità di Neurologia Irccs ospedale Casa Sollievo della Sofferenza San Giovanni Rotondo di Foggia - ma c'è ancora molto lavoro da fare, e un registro nazionale dei pazienti è certamente uno strumento essenziale per permettere una corretta pianificazione delle risorse anche a livello regionale".
In Sicilia "la presenza di pochi centri altamente specializzati rende più complesso l'accesso tempestivo a competenze avanzate e a terapie innovative", ha rimarcato Carmelo Rodolico, responsabile Centro di riferimento regionale ricerca diagnosi e cura della miastenia di Messina e direttore Unità di Neurologia e Malattie neuromuscolari, azienda ospedaliera universitaria 'G.Martino' di Messina. "In Toscana, il centro di Pisa rappresenta inoltre un punto di riferimento nazionale, accogliendo numerosi pazienti fuori regione con inevitabili difficoltà legate alla gestione amministrativa e al rimborso dei farmaci", ha spiegato Michelangelo Maestri Tassoni, Dipartimento di Neuroscienze, azienda ospedaliera universitaria pisana. "Questo ancora una volta conferma la necessità di un coordinamento che superi la regionalizzazione della sanità, almeno per patologie complesse come le malattie rare."
"In Campania stiamo lavorando per costruire un Pdta regionale secondo un modello hub&spoke - ha riferito Francesco Habetswallner, direttore dell'Unità Neurofisiopatologia Aorn Cardarelli di Napoli - in grado di connettere centri di riferimento e strutture territoriali e di assicurare una presa in carico integrata. Tuttavia è evidente che a livello nazionale permangono delle criticità operative, a partire proprio dalla disomogeneità di accesso alla presa in carico diagnostica, assistenziale e terapeutica, che ostacolano l'uniformità dell'assistenza". Un'altra esperienza positiva arriva dal Veneto, dove esiste una rete organizzata e funzionante. "Tutto questo conferma la necessità di un coordinamento nazionale capace di fare rete - ha commentato Rettore - standardizzare i percorsi e garantire pari opportunità di cura su tutto il territorio, senza eccezioni né disparità". Sul tema regionale è intervenuta la senatrice Sbrollini, componente dell'Intergruppo parlamentare Malattie rare: "Clinici, pazienti e istituzioni devono lavorare insieme per far sì che le politiche sanitarie non restino solo sulla carta: devono tradursi in azioni a livello regionale, e questo è possibile solo attraverso una condivisione di priorità e investimenti tra Stato e Regioni. Come Intergruppo Malattie rare - ha concluso - continueremo a essere un punto di riferimento in Parlamento per indirizzare le scelte del Governo e favorire politiche che mettano al centro i pazienti. Questo è l'impegno che prendo oggi: aprire un tavolo di confronto con le associazioni e con i clinici, per tradurre queste priorità in azioni concrete".

"L'Associazione miastenia Odv è in questo momento focalizzata sul Triveneto e vuole dare un'accoglienza ai pazienti, soprattutto in prima diagnosi. In quel momento hanno bisogno di un punto di riferimento per capire cosa fare e come comportarsi con la miastenia". Così Marco Rettore, presidente Am - Associazione miastenia Odv, intervenendo all'evento 'La tutela del paziente con malattie rare', in cui si è discusso delle persone affette da miastenia gravis, organizzato a Roma e promosso da Omar - Osservatorio malattie rare, con il contributo non condizionato di Ucb Pharma.
"Organizziamo anche un corso di formazione terapeutica rivolto a pazienti, caregiver, medici e infermieri. Si tratta di un percorso itinerante e con gli specialisti rispondiamo alle domande che provengono dai pazienti", conclude.
Al momento dell'esplosione erano presenti in cucina due persone... 
Il Made in Italy ha nuovamente brillato al Metstrade di Amsterdam, mettendo in evidenza la sua capacità di guidare l’innovazione e di anticipare le esigenze del mercato globale della nautica da diporto. La collettiva composta da 82 aziende italiane, presente nell’Italian Pavilion (Hall 12 e Hall 8) grazie alla collaborazione tra Confindustria Nautica e Ice Agenzia, ha offerto una panoramica completa dell’eccellenza produttiva nazionale. Le imprese italiane hanno confermato ancora una volta la loro leadership internazionale nella progettazione e realizzazione di componenti e accessori ad alto contenuto tecnologico, caratterizzati da qualità, affidabilità e design distintivo.
Piero Formenti, Presidente di Confindustria Nautica, ha commentato: “Il Mets è un osservatorio privilegiato: in pochi giorni è possibile confrontarsi con gli operatori del settore e portare avanti in modo efficace le istanze dell’industria italiana. In questo percorso, il ruolo di ICE Agenzia è determinante. Quest’anno la sede di Bruxelles ci ha confermato il suo impegno istituzionale affinché la collettiva italiana possa presentarsi in futuro con un’immagine ancora più riconoscibile, all’altezza della qualità che le nostre aziende esprimono. Il sostegno di ICE ci permette di valorizzare al meglio il nostro potenziale e di continuare a rafforzare la presenza del Made in Italy sui mercati internazionali. La nostra presenza al Mets parla da sola: 82 aziende nella collettiva su un totale di 1.757 mq di esposizione. Una forza che trova le sue radici in una filiera di componentistica e di accessori unica al mondo, capace di fornire ai costruttori di yacht le soluzioni più innovative e di design. È questa eccellenza diffusa a rendere il Made in Italy un riferimento globale, oggi più che mai”.
Tindaro Paganini – Direttore Ice Bruxelles ha sottolineato che "La collaborazione tra Ita e Confindustria Nautica rappresenta un modello virtuoso di sistema Paese applicato alla nautica. L’unione tra il supporto istituzionale di Ita e l’expertise industriale di Confindustria Nautica permette di presentare, nei principali eventi internazionali come Metstrade, un’immagine forte, coesa e competitiva della filiera italiana. Grazie a questo lavoro congiunto, la nautica italiana può valorizzare al meglio i suoi tratti distintivi — innovazione tecnologica, qualità costruttiva, design e sostenibilità — rafforzando la reputazione globale del Made in Italy. Il Padiglione Italia ne è l’esempio più evidente: uno spazio in continua crescita, che offre alle imprese italiane, in particolare alle PMI, nuove opportunità di visibilità, networking e accesso ai mercati esteri. Insieme, ITA e Confindustria Nautica rafforzano l’internazionalizzazione del comparto e consolidano la leadership globale dell’Italia nella nautica".
Un riscontro positivo è arrivato anche dalle aziende presenti nella Hall 12 e 8, che hanno manifestato soddisfazione per il livello di interesse riscontrato e per la qualità dei contatti avuti durante i tre giorni della manifestazione.
Anton Francesco Albertoni – Ceo Veleria San Giorgio e Past President Confindustria Nautica ha sottolineato che “Il Metstrade di Amsterdam si conferma una fiera di assoluto riferimento a livello internazionale. La presenza della collettiva italiana organizzata da Confindustria Nautica e Ice Agenzia ha avuto un impatto davvero significativo, con una partecipazione di aziende sempre maggiore e uno spazio espositivo ampliato. In questo contesto, abbiamo scelto il Mets per inaugurare le celebrazioni dei cento anni di Veleria San Giorgio, un marchio storico nato nel 1926 nella Darsena di Genova e che si avvicina a un traguardo straordinario. Il percorso celebrativo proseguirà per tutto il 2026 con iniziative dedicate ai nostri clienti e partner, fino a raggiungere il suo momento conclusivo al Salone Nautico Internazionale a Genova, dall’1 al 6 ottobre 2026. Un progetto che vuole onorare la nostra storia e generare nuove opportunità di incontro e sviluppo per l’azienda”.
Alessandro Gianneschi - Ceo Gianneschi Pumps&Blowers e Vicepresidente Confindustria Nautica ha spiegato che “Il Padiglione Italia rappresenta una delle collettive nazionali più significative del Metstrade e conferma, anno dopo anno, il suo ruolo strategico a livello internazionale. Grazie al lavoro congiunto con Ice Agenzia, riuniamo oltre ottanta aziende tra la Hall 12 e la Hall 8 dedicata ai superyacht, vetrine uniche sulle novità tecnologiche, sui materiali più avanzati e sulle soluzioni innovative sviluppate dalla nostra industria.
Il settore della componentistica, inoltre, è la cartina al tornasole del mercato: il Mets una delle ultime fiere dell’anno, ci permette di comprendere con lucidità lo stato dell’industria dopo i saloni autunnali dal quale emerge una fotografia chiara: il Made in Italy mantiene solidità, reputazione e capacità di innovare, e il Padiglione Italia continua a essere uno dei motori di questa riconosciuta eccellenza”.
Luciano Paissoni - Ceo Foresti&Suardi e Consigliere Confindustria Nautica ha sottolineato che “Questa edizione del Metstrade è stata particolarmente preziosa per la nostra collettiva, perché ha favorito momenti autentici di confronto tra le aziende italiane e non. L’aggregazione e lo scambio di opinioni sono elementi fondamentali per un settore come il nostro, e l’iniziativa serale con l’Aperitivo Italiano, che abbiamo condiviso ha contribuito in modo significativo a rafforzare questo spirito”.
Alessio Piana - Consigliere delegato allo Sviluppo economico di Regione Liguria ha spiegato che “La partecipazione della Liguria al Mets di Amsterdam, per il tramite di Liguria International, è un primo passo per presidiare stabilmente uno dei principali appuntamenti mondiali della nautica. Un settore, quello della Blue Economy, strategico per la nostra Regione e sul quale intendiamo continuare a investire. Non solo per sostenere le 15 imprese liguri presenti, ma anche per valutare le modalità con cui rafforzare la partecipazione del sistema regionale nelle prossime edizioni. Il nostro obiettivo è quello di aiutare le aziende a crescere sui mercati internazionali e trasformare queste opportunità in sviluppo economico e nuova occupazione”.
Confindustria Nautica ha preso parte al Council Meeting della federazione europea Ebi e a numerosi incontri e workshop tecnici di ICOMIA, quali il Board of Directors, il Trade and Market Intelligence Committee, la Superyacht Division, il Technical Committe e il Combined Meeting.
Fabio Planamente, Vice Presidente di Confindustria Nautica e membro del Board di Ebi con delega alla rappresentanza speciale del settore grandi yacht ha affermato che “Nell’ambito del Metstrade, Confindustria Nautica ha partecipato alla riunione della Federazione EBI - European Boating Industry, un appuntamento di grande rilevanza per il settore nel corso del quale è emersa una convergenza significativa su diversi temi strategici per il futuro del settore, con particolare riferimento alle politiche di sostenibilità e allo sviluppo delle infrastrutture. A tal proposito, abbiamo accolto con soddisfazione la recente decisione della Commissione Europea di destinare, per la prima volta, fondi specifici per il settore nautico destinati allo sviluppo delle marine e alla sostenibilità del comparto: un risultato che conferma l’importanza e il ruolo strategico della nostra industria non solo in Italia, ma a livello europeo”.
Prossimo appuntamento per le aziende dell’industria nautica da diporto italiana è in programma a Roma, presso la Camera dei deputati, l’11 dicembre 2025 con l’Assemblea dei Soci di Confindustria Nautica che vede riuniti gli imprenditori della nautica da diporto per una giornata di lavori, confronto e aggiornamento sul settore. Tema della sessione pubblica, in programma alle 11:30 presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati: “Nautica: nuovi paradigmi per l’industria del Made in Italy. Relazioni internazionali, economia, politica industriale e normative di una filiera che guida la manifattura italiana e guarda al mondo”.

"Anche se oggi l'uomo accetta e deve accettare l'assoluta parità nei confronti della donna, nel suo subconscio il suo codice genetico trova sempre una certa resistenza". A dirlo è stato il ministro della Giustizia Carlo Nordio durante la Conferenza internazionale contro il femminicidio in corso a Roma. Stesso evento in cui la collega di governo Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, ha spiegato che "non c'è una correlazione fra l'educazione sessuale a scuola e una diminuzione di violenze contro le donne". Le parole dei due ministri hanno scatenato un'ondata di polemiche dall'opposizione.
Cosa ha detto Nordio
"Mi sono sempre chiesto - ha detto il ministro durante la conferenza - come mai siamo arrivati a questa prevaricazione secolare dell'uomo nei confronti della donna, è una risposta un po' darwiniana della legge del più forte. Questo unico criterio ha fondato il cosiddetto maschilismo e da lì si è protratto in tutte le discipline: se vediamo la storia dell'umanità è purtroppo un continuo dominio maschile".
"Tutto ciò - ha continuato Nordio - ha comportato una sedimentazione nella mentalità dell'uomo difficile da rimuovere, di sopraffazione, superiorità, a nche se oggi l'uomo accetta e deve accettare questa assoluta parità nei confronti della donna, nel suo subconscio il suo codice genetico trova sempre una certa resistenza, ecco perché - la conclusione - è necessario intervenire con le leggi, con le leggi penali, la repressione, la prevenzione ma soprattutto è necessario intervenire con l'educazione".
Cosa ha detto Roccella
"Se vogliamo parlare di educazione sessuo-affettiva ne parliamo, ma lateralmente, perché se guardiamo ai Paesi dove da molti anni è un fatto assodato - come per esempio la Svezia per dire quello più noto al mondo - non c'è correlazione con una diminuzione dei femminicidi: la Svezia - ha affermato Roccella nel corso della conferenza rispondendo a una domanda sull'educazione sessuo-affettiva nelle scuole - ha più violenze e più femminicidi di noi. Non voglio criminalizzare la Svezia, ma non c'è una correlazione fra l'educazione sessuale a scuola e una diminuzione di violenze contro le donne", la replica della ministra, che ha poi continuato: "Quindi possiamo parlarne, ma non mettiamole insieme".
Dal Pd al M5S, scoppia la polemica
Le affermazioni dei due ministri hanno quindi scatenato la polemica politica, con le opposizioni partite all'attacco.
"Le dichiarazioni della ministra Roccella e del ministro Nordio sono di una gravità inaudita. Negare l’importanza dell’educazione sessuale nella prevenzione della violenza, o evocare una presunta incapacità 'genetica' degli uomini a riconoscere la parità, non è solo sbagliato: è pericoloso. Sono parole che distorcono i fatti, che confondono il dibattito pubblico e che rischiano di trasformare una responsabilità sociale e culturale in un finto destino biologico", la nota delle deputate democratiche in commissione Femminicidio, Valentina Ghio, Sara Ferrari e Antonella Forattini. "La violenza contro le donne - sottolineano ancora le parlamentari - non nasce nel Dna: nasce in una cultura che alcuni, ancora oggi, sembrano giustificare o quantomeno minimizzare. Attribuire la radice del problema alla natura maschile significa spostare l’attenzione dai veri nodi – educazione, potere, stereotipi – e può diventare, anche involontariamente, un alibi per chi perpetua comportamenti inaccettabili. È scandaloso che due Ministri della Repubblica, alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, consegnino al Paese messaggi così distorti e regressivi. Mentre l’Italia chiede risposte concrete, rispetto, prevenzione e strumenti culturali adeguati, dal Governo arriva invece un segnale di arretramento che offende le donne, gli uomini e le nuove generazioni. A chi mette in dubbio l’efficacia dell’educazione, andrebbe ricordato che è proprio da lì che passa il cambiamento reale".
"Queste parole sono un danno a chi combatte la violenza e un regalo all’oscurantismo, peraltro a pochi giorni dall’approvazione unanime della legge sul consenso alla Camera. Con questa dichiarazione i due ministri appaiono fuori dalla realtà", la chiosa delle deputate Pd.
Quindi Chiara Braga, Capogruppo Pd alla Camera dei Deputati: "La perla quotidiana che ci regala Nordio dice che nel dna degli uomini non c’è la parità dei sessi. Tempo fa invece sosteneva invece che la violenza degli uomini era solo nella genetica di alcune etnie". E ancora: "Nordio vuole una giustificazione scientifica ai suoi inaccettabili pregiudizi. Eppure è tutto molto chiaro: non c’è nulla di naturale nella sopraffazione di un uomo su una donna e la parità tra i sessi non è un artificio ma una conquista culturale che evidentemente il ministro della Giustizia non ha raggiunto. La dimostrazione di quanto sia necessaria l’educazione sessuale ed affettiva. A scuola e non solo".
Per i parlamentari del Movimento 5 stelle nella commissione bicamerale di inchiesta sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere Stefania Ascari, Anna Bilotti, Alessandra Maiorino e Daniela Morfino, è "gravissimo che il ministro Nordio riduca la violenza maschile contro le donne a ‘sedimentazione genetica’. Parlare di ‘subconscio maschile’ e di ‘codice genetico’ che resiste all’uguaglianza significa spostare l’attenzione dalle responsabilità umane, culturali e politiche a una sorta di destino inevitabile. No, ministro: il femminicidio non è un retaggio biologico, ma il frutto avvelenato di scelte, silenzi, mancati investimenti, leggi non applicate e stereotipi che continuano a essere tollerati. È troppo comodo liquidare tutto come un problema millenario, mentre ogni giorno una donna chiede aiuto e trova istituzioni lente, risorse insufficienti, percorsi di protezione a ostacoli. Se davvero vuole cambiare le cose, Nordio smetta di filosofeggiare sulla ‘legge del più forte’ e inizi a rafforzare la legge dello Stato: fondi certi ai centri antiviolenza, formazione obbligatoria, misure di protezione immediate ed efficaci. La cultura si cambia con l’educazione, ma la credibilità delle istituzioni si costruisce con i fatti, non con spiegazioni pseudo-darwiniane".
Dura anche la deputata M5S Chiara Appendino sui social: "Oggi due ministri della Repubblica hanno pronunciato parole che fanno male. Parole che non spiegano la violenza: le danno un gigantesco alibi culturale. Nordio dice che la violenza di genere sarebbe nel codice genetico maschile. Roccella sostiene che l’educazione sessuale non servirebbe a ridurla. Due tesi sbagliate e pericolose. Perché se la violenza è nel Dna, allora l’uomo è un predatore per natura. E se l’educazione non serve, allora stiamo dicendo ai nostri figli che non esiste alcun modo per imparare il rispetto, il consenso, l'affettività. È oscurantismo, e l’oscurantismo genera violenza".
"Perché l’assenza di educazione e consapevolezza è una ragazzina che non si accorge di essere intrappolata in una relazione tossica, è un ragazzo che non sa riconoscere un no perché nessuno gli ha mai spiegato cosa significhi davvero il consenso, sono milioni di adolescenti che conoscono il sesso dalla pornografia, con tutte le sue distorsioni - aggiunge -. La verità è un’altra: la violenza contro le donne non è un istinto, è una cultura. Una cultura che si può cambiare e che si disarma educando alle relazioni sane".
"Invece di distorcere scienza e dati per coprire la propria immobilità ideologica, il governo dovrebbe fare la sua parte: prevenire e educare. La violenza non è inevitabile. E su questo non arretriamo di un millimetro", conclude Appendino.
"Il governo Meloni? Benvenuti nel Medioevo! Per Nordio la violenza sessuale sarebbe nel codice genetico dei maschi, per Roccella non serve l’educazione sessuale. Questi sono i ministri che governano l’Italia. Da chi difende Gelli, capo della loggia massonica eversiva P2 che proponeva la separazione delle carriere, alla ministra Roccella che non vuole educare i giovani a scuola. E se non lo fa la scuola, chi dovrebbe farlo? La strada?", attacca quindi Angelo Bonelli, parlamentare AVS e co-portavoce di Europa Verde.
"I nuovi dati diffusi oggi dall’Istat sono la fotografia di un Paese che precipita indietro nel tempo: 6 milioni e 400mila donne italiane, quasi una su tre, hanno subito violenze fisiche o sessuali. Il 5,7% ha subìto stupri o tentati stupri, e la stessa Istat chiarisce che gli stupri sono commessi soprattutto dai partner. È una realtà devastante che non possiamo più permetterci di ignorare".
"A fronte di questa realtà drammatica, le parole di Nordio — che tira in ballo un presunto “codice genetico maschile” — e la minimizzazione della ministra Roccella rappresentano un arretramento culturale pericoloso: si deresponsabilizzano gli aggressori e si nega il carattere strutturale della violenza di genere". Bonelli conclude: "Il governo Meloni è gretto e culturalmente arretrato e fa pagare un prezzo elevato agli italiani".
E ancora la presidente dei deputati di Italia Viva Maria Elena Boschi: “Imbarazzanti. Solo così si possono definire le parole di Nordio e Roccella. Il ministro della Giustizia, che parla della violenza contro le donne come di una ‘tara’ maschile, e la ministra per le Pari opportunità, che sostiene che l’educazione non serva a contrastare i femminicidi, stanno insultando tutte donne che ogni giorno chiedono rispetto e pari opportunità”.
"È questo è il contributo che il governo Meloni offre alla Conferenza contro i femminicidi? Ora capiamo perché l’Italia arretra. Le donne non hanno bisogno di teorie ottocentesche, ma di leggi applicate, fondi certi, centri antiviolenza sostenuti e una cultura del rispetto che si costruisce proprio a scuola. La parità non è un’idea né un’eccezione biologica, è un dovere costituzionale”.
“Dopo aver attuato il più becero panpenalismo a dispetto di decenni di professione garantista, il ministro Nordio si improvvisa genetista e antropologo e dal minestrone delle sue argomentazioni ne viene fuori che la prevaricazione dell'uomo sulla donna, anche violenta, sarebbe da considerare alla stregua di un fatto genetico. Per questo, a detta del Guardasigilli, serve la repressione ma anche l'educazione, evidentemente sulle tematiche sessuo affetive che però il suo governo vuole fortemente limitare nelle scuole italiane, non sia mai che si rischi modificare ‘il codice genetico dei maschietti’”, attacca quindi il segretario di Più Europa Riccardo Magi.
“Poi arrivano le parole in libertà della ministra Roccella, che spaccia correlazioni evidenti solo a lei tra l'educazione sessuoaffettiva nelle scuole e i casi sempre più frequenti di femminicidio. La realtà è che i due ministri del governo Meloni sciorinano questo bestiario di banalità perché di educazione sessuoaffettiva nelle scuole non ne vogliono parlare. L’accrocco del Ddl Valditara è l’esempio più lampante di come l’esecutivo Meloni non ha alcuna intenzione di affrontare con serietà il tema della violenza di genere”, conclude.

"Le infezioni correlate all'assistenza - negli ospedali, nelle Rsa e nelle comunità - rappresentano oggi una delle principali sfide per il sistema sanitario. Il loro monitoraggio è un driver fondamentale per garantire sicurezza e qualità delle cure. Ciò richiede l'implementazione rigorosa di protocolli di prevenzione e un forte sostegno ai programmi aziendali dedicati al controllo dell'uso appropriato degli antibiotici, soprattutto nelle strutture assistenziali. Un ruolo centrale in questo ambito è svolto dagli igienisti. Oltre a guidare le strategie di prevenzione delle infezioni, sono in prima linea nella promozione delle vaccinazioni che rappresentano uno dei pilastri nel contrasto ai microrganismi resistenti e nella riduzione della pressione selettiva che favorisce l'antimicrobico-resistenza". Così Paolo Giuseppino Castiglia, professore ordinario di Igiene generale e applicata all'università di Sassari, coordinatore gruppo Vaccini e politiche vaccinali della Siti - Società italiana di igiene, spiega l'importanza della Settimana dell'antimicrobico resistenza (Amr), in calendario dal 18 al 24 novembre: "Un appuntamento cruciale", sottolinea l'esperto, che "serve a richiamare l'attenzione di operatori sanitari, istituzioni e cittadini sulla necessità di rafforzare comportamenti responsabili nell'uso degli antibiotici e di sostenere tutte le strategie utili a contrastare le resistenze batteriche".
"La consapevolezza sull'antimicrobico resistenza rappresenta oggi una priorità assoluta di sanità pubblica - osserva Castiglia - Siamo infatti di fronte a una delle maggiori minacce per la salute a livello globale, non solo in Italia. I dati sono eloquenti: in Europa si registrano oltre 35mila decessi attribuibili a infezioni da batteri multi-drug resistant (Mdr), mentre nel mondo le morti correlate superano 1,3 milioni. Un impatto sanitario ed economico enorme. Nonostante in Italia si osservi un trend di miglioramento, anche grazie alle ultime misure messe in campo - evidenzia - il nostro Paese rimane ancora indietro rispetto ad altri contesti europei. Deteniamo, ad esempio, livelli particolarmente elevati di resistenza in alcuni batteri - come Klebsiella pneumoniae e Acinetobacter - e registriamo tassi di mortalità elevati legati alle infezioni resistenti. A questo si aggiunge un consumo di antibiotici ancora superiore alla media europea, sia in ambito ospedaliero che territoriale".
Oltre a promuovere la vaccinazione, per ridurre l'impatto dell'Amr "gli igienisti si occupano anche della comunicazione sanitaria, favorendo una corretta informazione ai cittadini - continua l'igienista - e partecipano attivamente alla definizione e all'attuazione dei piani strategici nazionali. Dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale" Pnpv, "fino al Piano nazionale di contrasto dell'antimicrobico resistenza, il loro contributo è fondamentale per coordinare i diversi attori coinvolti, inclusi quelli riuniti nel modello One Health, e per garantire un'azione efficace all’interno dei dipartimenti di prevenzione".
A tale proposito, recentemente è stata pubblicata una review su 'Vaccines', di cui Castiglia è coautore, che analizza un decennio di applicazione del calendario vaccinale, valutando in particolare la capacità dei vaccini di ridurre l'uso degli antibiotici. Si evidenziano due effetti: uno è diretto e l'altro indiretto. Il primo è legato al fatto che, "prevenendo l'infezione da parte di specifici microrganismi, i vaccini impediscono la necessità di ricorrere agli antibiotici: se non c'è infezione, non c'è trattamento antibiotico - precisa l'esperto - Alcuni vaccini, inoltre, sono progettati per colpire in modo mirato i sierotipi più frequentemente associati a resistenze. Un esempio è il vaccino antipneumococcico, che include sierotipi noti per la loro capacità di sviluppare resistenza, come il 19A, resistente alla penicillina. La ricerca si sta muovendo proprio in questa direzione: sviluppare vaccini mirati contro ceppi batterici particolarmente resistenti, così da ridurre ulteriormente la pressione selettiva". L'effetto indiretto, prosegue Castiglia, è "altrettanto rilevante e riguarda i vaccini contro le infezioni virali. Gli antibiotici non sono efficaci contro i virus, ma nella pratica clinica vengono spesso prescritti in modo inappropriato in presenza di febbre o sintomi persistenti, per ragioni prudenziali o medico-legali. Vaccini come l'antinfluenzale, l’anti-Covid o quelli di nuova generazione riducono il numero di infezioni virali e, di conseguenza, limitano questo uso improprio di antibiotici, che rappresenta uno dei fattori che alimentano l'Amr".
Nell'analisi sono stati considerati diversi vaccini, tra cui quelli antinfluenzale, antipneumococcico, anti-rotavirus, antivaricella e anti-Rsv. In particolare, "il virus respiratorio sinciziale (Rsv) non è solo responsabile delle bronchioliti nel neonato e nel bambino piccolo con possibili esiti a distanza come l'asma, e dunque con un impatto rilevante sulla sanità pubblica pediatrica - puntualizza lo specialista - Oggi sappiamo che l'Rsv ha un ruolo importante anche nell'adulto, in particolare nell'anziano e nelle fasce di età più fragili, dove può determinare quadri clinici severi e un significativo carico assistenziale". Anche per questo l'auspicio è che il vaccino anti-Rsv venga inserito nel Pnpv. Per Castiglia "ci sono motivazioni etiche, di equità e di efficienza sanitaria: una copertura uniforme consente non solo un impatto clinico più rilevante e misurabile, ma permette anche di valutare la costo-efficacia dell'investimento preventivo. Raggiungere obiettivi chiari e monitorati significa poter verificare se una strategia sta funzionando, aggiornare le politiche sulla base dei dati e usare responsabilmente le risorse. Lasciare che tutto avvenga spontaneamente, senza un quadro nazionale - conclude - rischia invece di generare diseguaglianze, inefficienze e sprechi".

"In un'epoca segnata da accelerazioni e fragilità, l'università rappresenta uno degli spazi istituzionali in cui il presente può essere compreso e il futuro può essere preparato con serietà e lungimiranza". Così il rettore dell'università degli Studi di Roma Tor Vergata, Nathan Levialdi Ghiron, nella sua prolusione all'apertura del 43esimo anno accademico dell'ateneo. Il rettore ha evidenziato "lo spessore del ruolo dell'istituzione universitaria nel futuro da costruire". Il titolo scelto per l'evento, 'Un futuro da plasmare nello spazio della comunità', sottolinea "il valore della conoscenza di cui l'università è custode come strumento per comprendere e costruire un futuro condiviso, fondato sulla responsabilità, sulla collaborazione e sull'impegno collettivo". Presenti alla cerimonia il ministro della Salute, Orazio Schillaci, e suor Raffaella Petrini, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.
"La cura della comunità" e "la responsabilità della conoscenza" sono stati i temi che il rettore ha più volte toccato: sia riferendosi all'impegno degli ospiti presenti all'inaugurazione, che con "le loro responsabilità, pur distinte, convergono nella consapevolezza che il futuro non si attende e non si eredita: si costruisce, attraverso la conoscenza, la visione e un senso concreto di appartenenza alla comunità", sia riconoscendo il ruolo dell'ateneo che è "un luogo capace di generarle e sostenerle".
La giornata ha preso avvio con l'ingresso solenne del Corteo accademico dei rettori e delle rettrici in rappresentanza di 17 università italiane, e il coro gospel dell'ateneo diretto dal maestro Alberto Annarilli che ha incantato l'auditorium strapieno di studenti e studentesse con l'esplosione dell'Inno alla Gioia di Ludwig Van Beethoven, inno dell'Unione europea. La prolusione del rettore, dedicata al ruolo dell'università come spazio di crescita, dialogo e partecipazione consapevole, ha quindi ripercorso il cammino virtuoso dell'ateneo delineando le prospettive dell'anno accademico 2025-2026, anno che impone una nitidezza di sguardo nei confronti del sistema globale che il Global Risks Report 2025 del World Economic Forum descrive segnato da tensioni strutturali: "Le università appartengono a questa architettura essenziale della democrazia contemporanea. Sono luoghi in cui si produce conoscenza verificabile, si formano competenze critiche, si riconosce che ogni progresso richiede un equilibrio tra innovazione e responsabilità". Nel segno della pace l'università di Roma Tor Vergata, ha ricordato il rettore, quest'anno "ha vissuto un momento che resterà nella sua storia: il grande Giubileo dei giovani, quando circa 1 milione di ragazze e ragazzi, provenienti da ogni parte del mondo, hanno riempito la spianata di Tor Vergata per incontrare Papa Leone XIV".
E i dati presentati dal rettore Levialdi Ghiron sul numero di iscritti mostrano con chiarezza una crescita costante. Gli studenti iscritti sono passati da circa 27.000 nel 2019 a 32.000 nel 2024. Le matricole sono infatti salite da 6.400 nel 2019 a circa 8.500 nel 2024. L'ampliamento dei posti disponibili nei corsi di Medicina, sia in italiano sia in inglese, insieme all'accreditamento della sede di Tirana presso l'università Cattolica Nostra Signora del Buon Consiglio, valutata positivamente da Anvur dopo un lungo iter, ha portato al riconoscimento come nostri studenti anche dei frequentanti di quella sede. Fortissima la spinta del corso di laurea in Medicina veterinaria: unico nel Lazio, il corso attrae gli studenti tanto da avere 680 aspiranti matricole per 80 posti disponibili, a conferma della solidità dell'iniziativa avviata lo scorso anno.
I nuovi corsi di laurea di questo anno accademico ampliano l'offerta formativa: tra questi il programma blended in Diritto, Innovazione tecnologica e Sostenibilità; la laurea magistrale in Digital Humanities; il nuovo corso magistrale in Psicologia e Salute mentale nel ciclo di vita che prosegue una laurea triennale di grande successo, con oltre 500 matricole l'anno; il corso di laurea magistrale in Biotecnologie agrarie. Per il prossimo anno sono già in fase di accreditamento tre ulteriori corsi: due nella sede di Tirana, in ambito medico, e un nuovo corso in Storia, società e culture. E' stato ricordato l'avanzamento significato dell'ateneo nei ranking internazionali: nell'ultima edizione del Qs World University Ranking Tor Vergata si è stabilmente posizionata nel top 23% mondiale. Oltre a essere seconda in Italia per numero di studenti internazionali rispetto al numero di studenti. Ulteriore menzione alla Sustainability sempre nel Qs Ranking che vede l'ateneo 15esimo in Italia.
Il rettore ha rimarcato l'impegno nell'ambito dell'internazionalizzazione, che in questi ultimi anni è stato potenziato: l'ateneo offre oggi 17 corsi di studio e 7 curricula interamente in lingua inglese, e ha ampliato in modo significativo i percorsi di doppio titolo, le summer e le winter school, nonché i progetti di didattica transnazionale. Potenziato anche l'Erasmus per gli studenti e per il personale con oltre 2.000 persone in viaggio, oltre al numero crescente di visiting professor e molti progetti concreti con i Paesi europei ed extraeuropei nei continenti americano, asiatico, africano. Il rettore ha sottolineato anche lo sforzo importante che ha portato all'aumento di risorse economiche attratte dall'impegno scientifico: ha ricordato che nell'ultimo anno i finanziamenti europei sono cresciuti del 126,88%, quelli ministeriali del 27,13%, quelli provenienti da imprese italiane del 64,28%. Rafforzato il trasferimento tecnologico, anche coordinando le collaborazioni con il sistema produttivo. Tor Vergata infatti svolge un ruolo guida nello Spoke dedicato al trasferimento tecnologico del Rome Technopole, l'ecosistema dell'innovazione del Lazio finanziato dal Pnrr.
Nel corso della cerimonia, hanno preso la parola un rappresentante delle studentesse e degli studenti, seguito da un intervento di una rappresentante del personale tecnico, amministrativo e bibliotecario, offrendo una riflessione sul valore della comunità universitaria e sulla forza della collaborazione quotidiana. Annalisa De Cesare, avvocato, lavora all'università di Roma Tor Vergata dal 2005 ed è oggi responsabile dell'Area gestione del personale della Direzione VI: "Il futuro dell'ateneo nasce da una rete di relazioni: è nella comunità che la conoscenza prende vita, unisce e diventa responsabilità verso il mondo".
Per le studentesse e gli studenti è intervenuto Antonio Infante, 24 anni, studente del V anno del corso di laurea in Medicina e chirurgia dell'università di Roma Tor Vergata, che vive con forte partecipazione la vita universitaria: "La nostra università è un organismo vivo: il suo cuore pulsante nasce qui, ma la sua forza arriva lontano, raggiungendo studenti e territori che ne condividono la missione".

“Il modello italiano del riciclo è virtuoso. Il nostro paese è sicuramente da prendere ad esempio”. Così, Letizia Moratti (Mep Commissione Itre), all’evento organizzato da Conai, in collaborazione con il Corriere della Sera, presso la Borsa di Milano, dal titolo ‘Il futuro della sostenibilità tra sfide emergenti e transizione competitiva’.
“L'Italia ha già superato i target del 2025 e nel 2024 siamo arrivati ad un 76,7% di riciclo, quindi un modello che deve essere preso in considerazione dall'Europa e da altri paesi. Per far questo - prosegue Moratti - il vecchio continente deve semplificare le regole, orientarle al risultato, puntare sull'innovazione di processo e prodotto, favorendo quindi gli investimenti. Deve fare in modo che le procedure per le autorizzazioni, per esempio quelle ambientali, siano più rapide. Inoltre bisogna superare il concetto di rifiuto in modo tale che ci sia in Europa un'armonizzazione che non porti un paese a pensare ad un rifiuto in un certo modo e un paese a classificarlo in un modo diverso”.

L’inviato di Report, Daniele Autieri, e Francescomaria Tuccillo, ex Ad della società Cantieri Navale Vittoria, sono stati sentiti oggi in procura a Roma come persone informate sui fatti nell’ambito dell’inchiesta aperta per l’attentato con un ordigno esploso lo scorso 16 ottobre davanti casa del conduttore di Report Sigfrido Ranucci, che ha distrutto la sua auto. Al centro dell’audizione di oggi davanti al pm della Dda di Roma Carlo Villani, una lettera anonima arrivata alla redazione di Report venerdì scorso che collegherebbe all'attentato ambienti criminali della camorra e un presunto traffico di armi emerso in un servizio andato in onda domenica scorsa.
In particolare, lo scorso 24 settembre Autieri si trovava per un servizio giornalistico nella sede di Cnv ad Adria, quando alcuni dipendenti hanno rinvenuto nel cantiere due casse di legno con dentro due mitragliatrici da guerra non registrate, un caso sul quale ora sta lavorando la procura di Rovigo.
Non solo. Lo stesso Tuccillo, ex ad della Cnv, poche ore dopo l’esplosione dell’ordigno davanti casa del giornalista ha ricevuto una pec con la quale gli è stato revocato l’incarico. La lettera anonima arrivata a Report è stata subito inoltrata ai carabinieri e la procura di Roma ha avviato approfondimenti. Nell’inchiesta, con le indagini delegate ai carabinieri dei nuclei investigativi di Roma e Frascati, si procede per i reati di danneggiamento e violazione della legge sulle armi, in relazione all’ordigno esploso davanti casa di Ranucci, entrambi aggravati dal metodo mafioso.

“Dal punto di vista economico abbiamo distribuito valore sul territorio direttamente, agendo verso gli enti locali, le pubbliche amministrazioni e quindi i territori per la promozione della raccolta differenziata, con oltre 780 milioni di euro in un solo anno; 20 milioni di euro sono stati poi destinati come valore distribuito alle piattaforme che si occupano di ritirare, riparare e rigenerare gli imballaggi commerciali industriali e altri 520 milioni di euro sono stati destinati a sostegno delle attività di riciclo e recupero dei materiali di imballaggio”. Così Simona Fontana, direttore generale Conai, il Consorzio nazionale imballaggi, intervenendo, oggi a Milano, all’evento ‘Il futuro della sostenibilità tra sfide emergenti e transizione competitiva’, organizzato dal Consorzio in collaborazione con il Corriere della Sera, nella sede della Borsa di Milano.
Sono numeri importanti quelli illustrati da Fontana che si sommano a quelli generati dall’effetto “indiretto e indotto sull'economia italiana - aggiunge - Stiamo parlando di oltre 3,8 miliardi di euro in un solo anno, pari a 2 miliardi di Pil generato”. Cifre che raccontano di un “indotto e di una filiera industriale che oggi occupa circa 25mila addetti”, ricorda. Risultati raggiunti grazie al sistema italiano di gestione degli imballaggi che si basa “su un approccio di sistema collaborativo tra Conai e i consorzi di filiera, tra le filiere del riciclo e le imprese, ma soprattutto con le istituzioni nazionali e locali - approfondisce il direttore generale del Consorzio - Una collaborazione che ha portato, nel 2024, al riciclo di oltre il 76,7% degli imballaggi che usiamo nelle nostre case e nelle nostre aziende”.
Fontana si sofferma poi sulle principali criticità che rischiano di rallentare l'evoluzione del modello italiano per l'economia circolare: “Siamo oggi in una fase di transizione competitiva, dove la transizione ecologica deve ancora di più rafforzare il suo legame con una sostenibilità, non solo ambientale, ma anche sociale ed economica per le imprese - spiega - Da questo punto di vista diventa importante andare verso regole sempre più chiare e orientate ai risultati. Nel settore degli imballaggi si è lavorato tanto su riduzione, riutilizzo, riciclo. Oggi è il momento di lavorare ancora di più di quanto non sia stato fatto fino ad oggi sul tema del riciclato, sostituendo i materiali vergini con materiali da riciclo - raccomanda Fontana - Un passaggio utile a prevenire fenomeni di scambi commerciali non equi, dove la competizione e il costo al ribasso rischiano di mettere a repentaglio il grande lavoro che la manifattura italiana e le filiere del riciclo hanno saputo generare in questi 27 anni di attività”.

Secondo il sondaggio, condotto sugli elettori di Pd, M5S, Avs, Azione, IV e +Europa, il leader M5S è al 43% davanti a Schlein al 29% e Silvia Salis al 28%
"Chi vincerebbe le primarie del campo largo? Secondo un nostro sondaggio, condotto sugli elettori di Pd, M5S, Avs, Azione, IV e +Europa che si dicono sicuri di votare a queste primarie, a vincerle sarebbe Giuseppe Conte (43%), davanti a Elly Schlein (29%) e Silvia Salis (28%)". E' quanto si legge sull'account social di Youtrend.
"Sempre secondo il nostro sondaggio, tra gli elettori M5S il 96% sceglierebbe di votare Conte alle primarie del campo largo, mentre tra gli elettori Pd una percentuale più bassa (55%) indicherebbe Schlein", il 29% voterebbe per la sindaca Salis e un 16% per il leader 5 Stelle.

Tre giorni intensi di incontri per esplorare il concetto di sostenibilità sociale e riscrivere insieme l’immaginario contemporaneo. Tutto questo è il ReWriters fest, primo e unico festival europeo dedicato alla sostenibilità sociale, fondato e diretto da Eugenia che andrà in scena nella storica Piazza Colonna, accanto a Palazzo Chigi, da oggi, venerdì 21, a domenica 23 novembre, all’interno della cornice della Social Sustainability Week. Madrina dell'edizione di quest'anno è Violante Placido, accompagnata da Chiara Francini. Tra le ospiti e gli ospiti, presenti anche registi, attori e attrici che porteranno le platee dalla commozione alla risata, a partire da Vera Dragone, Giobbe Covatta, Carlotta Parodi, Cosimo Damiano Damato, fino alla stand-up comedy dei seguitissimi Gabriele Piazza e Lorenzo Balducci. E poi giornalisti e giornaliste come Valeria Manieri, Francesco Acampora, Rory Cappelli, Cristina Sivieri Tagliabue, e volti noti della tv come Licia Colò, Myrta Merlino, Eleonora Daniele e Giovanni Ciacci. Ma anche numerosissimi altri ospiti, dal mondo dello spettacolo a quello dell’associazionismo, dal mondo dell’arte a quello della società civile.
“Con questa quinta edizione il ReWriters fest allarga i propri orizzonti e punta a offrire al pubblico una lettura ancora più intuitiva del concetto di sostenibilità sociale - afferma Eugenia Romanelli, ideatrice e direttrice artistica del ReWriters fest -. Lo facciamo con gli strumenti che da sempre caratterizzano la manifestazione, quelli della creatività, della cultura, dell'arte, dell’impresa innovativa, dell’attivismo, individuale e collettivo. E anche dell'ironia, del gioco e del divertimento. Vogliamo raccontare come costruire insieme il cambiamento culturale imprescindibile per il benessere del pianeta e delle varie specie che lo abitano, compresa la nostra: un'avventura bellissima, una sfida che vale la pena cogliere e che può essere un’opportunità piena di gioia”.
Forti e attuali i temi trattati: violenza maschile contro le donne, gender pay gap, medicina di genere, violenza sugli animali, violenza digitale, le nuove frontiere del food integrato, criminalità organizzata, cyberbullismo, educazione sessuoaffettiva, maternità consapevole, discriminazioni LGBTQIA+, e identità trans, il nuovo capitalismo dei dati e il rapporto tra informazione e potere, giovani e salute mentale, genocidio e guerra, body positività e sport come leva sociale, disabilità. Il ReWriters fest si svolge in partnership con Mondadori Bookstore e Galleria Alberto Sordi, sostenuto dalle mediapartnership con Repubblica, Adnkronos e Radio Radicale, patrocinato dal ministero della Cultura, ministero dell'Ambiente, Rai per la sostenibilità, Fondazione Treccani Cultura, Sapienza Università di Roma, Asvis, Lav, Wwf, ActionAid Italia, Save The Children, Fridays for Future, Fondazione Libellula, Side by Side, Crumb Gallery.

“La sfida è produrre nuovi materiali e tecnologie, quindi puntare sull'innovazione, che significa dare spazio ai giovani, elemento che forse spesso viene sottovalutato, nei campi della ricerca, nella gestione delle aziende e nelle scelte produttive più importanti. Costa poco ed è elemento chiave con cui si può aprire una nuova pagina”. Lo spiega Guido Tonelli, fisico Cern, all’evento organizzato da Conai, in collaborazione con il Corriere della Sera, presso la Borsa di Milano, dal titolo ‘Il futuro della sostenibilità tra sfide emergenti e transizione competitiva’.
“La fisica produce leggi generali, studia le proprietà dei materiali. Di per sé non dà una soluzione, ma nel momento in cui si sono trovate le simmetrie profonde nascoste in alcuni materiali, se ne possono inventare di nuovi, ingegnerizzandoli. È già avvenuto spesso nel passato, ma siamo solo all'inizio. Oggi abbiamo strumenti come l'intelligenza artificiale, che ci permette di fare simulazioni di nuovi materiali prima ancora di produrli e guadagnare così un'enorme quantità di tempo, scartando le soluzioni poco promettenti e concentrando, invece, gli esperimenti materiali e fisici su quelle che, sulla base delle simulazioni, si presentano come le soluzioni più significative”, conclude.

“C’è sostanzialmente una leva strategica che le imprese devono attivare per trasformare la sostenibilità da obbligo normativo a vantaggio competitivo: l'innovazione, perché per raggiungere gli obiettivi di lungo termine bisogna avere una transizione competitiva, ossia capace di generare Ebitda anche nel breve termine e l'unico modo per farlo è l'innovazione, che è anche trasferimento di tecnologie che qualche volta possono essere mature nel settore”. Sono le dichiarazioni di Carlo Cici, Partner e Head of Sustainability Teha Group, all’incontro ‘Il futuro della sostenibilità tra sfide emergenti e transizione competitiva’, organizzato da Conai, in collaborazione con il Corriere della Sera, presso la Borsa di Milano.
“Questo è l'argomento chiave e per farlo è necessario fare due cose: anzitutto individuare in modo chiaro le priorità, perché non si può fare innovazione su tutto, e cercare di fare leva anche sulla collaborazione con altre aziende, in quanto sugli aspetti precompetitivi si possono cogliere economie di scala e ridurre ulteriormente i costi”, conclude.

"Non sono mai stato un padre molto presente con i miei tre figli, per ovvi motivi, perché stavo un po’ sempre in giro. Però ci sono sempre stato, nei momenti in cui ci dovevo stare. Quando erano molto piccoli stavo sempre in giro per il mondo. Purtroppo era il mio lavoro, non potevo fare altrimenti. Ho fatto tanti sbagli, anche anni in cui mi ero completamente isolato, per esempio". Così Adriano Panatta, che si racconta a 'Ciao Maschio' ospite di Nunzia De Girolamo su Rai 1 il 22 novembre alle 17.05.
"Il merito di Anna, mia moglie, è stato proprio quello lì, mi ha ridato la gioia di mettermi un po’ in gioco, di ricominciare un po’ da capo, di fare cose che non facevo più - aggiunge nell'intervista -. Io andavo solamente in ufficio, lavoravo, poi andavo a casa, non uscivo mai. Avevo perso anche il contatto con gli amici. È stato un periodo non tanto bello. Non c’era voglia di vedere nessuno, questa è la verità. Facevo il mio lavoro, perché l’ho sempre fatto per carità. Però durante i momenti liberi non frequentavo persone, me ne stavo per conto mio da solo".
"Morire? Che devo fare? Mi dà fastidio - confessa Panatta -. Sono a più di tre quarti della mia vita. Per cui bisogna pensarci…". Nel corso della puntata riaffiora anche un episodio controverso legato alla sua carriera sportiva e alla Coppa Davis. "Era Francia–Italia, credo a Nancy. Ci hanno rubato la partita - ricorda-. La federazione internazionale di tennis, mi ha fatto un processo e mi voleva squalificare. Ma non sapevano come fare, perché un mese prima mi hanno dato il premio, non meritato, come miglior capitano di Coppa Davis di quell’anno. Alla fine è finita che ho scritto una lettera di scuse alla federazione internazionale e hanno messo un pochino a tacere. Comunque veramente ci hanno rubato la partita. Stavamo 2-0, abbiamo perso 3-2".

"Questa sera abbiamo vinto il Grand Prix del Best Event Awards e, per il secondo anno consecutivo, siamo la migliore agenzia dell’anno, con il premio per il miglior evento dell’anno. È una grandissima soddisfazione, dedicata alle nostre risorse e ai nostri talenti". Così Marco Jannarelli, presidente di Next Group, intervenendo alla serata dedicata alla XXII Edizione del Bea Italia, a conclusione della Live Communication Week, all’Auditorium Parco della Musica di Roma. "Un ringraziamento va al cliente Ferrari: l’evento di Amalfi è stato particolarmente emozionante, perché abbiamo dovuto creare una location su un molo con i suoi frangiflutti".
Jannarelli ha ricordato i quarant’anni in arrivo per Next e il ruolo delle nuove generazioni "nel passaggio generazionale che porterà altri successi". Ha annunciato inoltre l’apertura del primo ufficio all’estero a Riad e "a breve anche a Città del Messico", per "esportare creatività e know-how internazionale".

"La Live Communication Week, attraverso i suoi due premi — uno italiano e uno mondiale, il Bea Italia e il Bea World — rappresenta la comunicazione delle aziende e delle agenzie che fanno degli eventi una vera e propria industria". Così Salvatore Sagone, presidente di Adc Group, intervenendo alla serata dedicata alla XXII Edizione del Bea Italia, a conclusione della Live Communication Week, all’Auditorium Parco della Musica di Roma. "Centinaia di agenzie presentano i propri progetti, giudicati da giurie composte da brand di tutti i settori merceologici, che esprimono la potenza industriale degli eventi". Sagone ha definito gli eventi "un motore di sviluppo dell’economia e di promozione del Made in Italy nel mondo", ricordando le professionalità impiegate nei grandi appuntamenti internazionali. "Celebriamo i migliori eventi dell’anno e un’industria che cresce a ritmi molto interessanti, a due cifre", ha concluso.

"Quello che abbiamo fatto, portando per tre anni consecutivi questo appuntamento a Roma, ha garantito alla nostra città che le più grandi aziende che organizzano grandi eventi, insieme alle aziende a livello mondiale, venissero qui per capire quanto abbiamo deciso di investire su appuntamenti che — dai concerti alla musica, dal corporate ai congressi — contribuiscono a creare ricchezza a Roma". Così Alessandro Onorato, assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale, intervenendo alla serata dedicata alla XXII Edizione del Bea Italia, a conclusione della Live Communication Week, all'Auditorium Parco della Musica di Roma. "I grandi eventi concertistici, della moda, dell’arte e dello sport hanno trasformato la permanenza media dei turisti, che per la prima volta nella storia è passata da 2,3 giorni a 4 giorni. L’immagine di Roma è tornata a essere competitiva e soprattutto contemporanea".

"Quello che abbiamo presentato oggi è il 21º Monitor sugli eventi e la live communication in Italia. Abbiamo intervistato più di 320 aziende che investono in comunicazione e che ci hanno raccontato se e quanto stanno investendo negli eventi. Gli ultimi anni hanno segnato una crescita sempre a due cifre e anche quest’anno registriamo un incremento superiore al 10%, nello specifico del 12,2%. Questo significa che il mercato complessivo in Italia è arrivato a 1.123 milioni di euro". Così Cosimo Finzi, direttore di AstraRicerche, intervenendo alla serata dedicata alla XXII Edizione del Bea Italia, a conclusione della Live Communication Week, all'Auditorium Parco della Musica di Roma. "Crescono in particolare gli eventi interni alle aziende, grazie soprattutto al contributo degli eventi formativi. Aumentano gli eventi B2B, mentre gli eventi consumer mostrano una sostanziale stabilità".
Finzi sottolinea anche le tendenze per il prossimo anno: "Le parole chiave sono due: creatività da una parte e aspetto digitale dall’altra, soprattutto grazie all’intelligenza artificiale". Quanto ai criteri Esg, "le aziende sono sempre più attente: circa due terzi attribuiscono in fase di gara un vantaggio a chi mostra buone performance". Infine, lo sguardo a Milano Cortina 2026: "Ha già generato un numero significativo di eventi e potrà coinvolgere più del 55% delle aziende intervistate".
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