
(Adnkronos) - Anche i missili 'segreti' russi lanciati contro l'Ucraina. Negli ultimi mesi la Russia ha infatti attaccato i territori di Kiev con un missile da crociera il cui sviluppo - allora segreto - spinse Donald Trump nel 2019 ad abbandonare il Trattato Inf (Intermediate-Range Nuclear Forces) un patto sul controllo delle armi nucleari siglato da Donald Reagan e Mikhail Gorbaciov nel 1987. A riferirne è il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, dando così la prima conferma dell'utilizzo del missile 9M729 in combattimento.
La Russia ha lanciato contro l'Ucraina il missile - che può trasportare una testata nucleare o convenzionale e ha una gittata di 2.500 km - 23 volte da agosto, ha dichiarato un alto funzionario ucraino alla Reuters, citata dal Guardian. L'Ucraina ha anche registrato due lanci del 9M729 da parte della Russia nel 2022, ha precisato la fonte.
Intanto il Financial Times, citando fonti informate, ha svelato le ragioni per le quali il summit tra Trump e Putin sarebbe saltato. L'Amministrazione Usa avrebbe infatti deciso di cancellare l'incontro tra il presidente americano e il leader del Cremlino per le rigidità russe nelle richieste rispetto all'Ucraina. La decisione sarebbe stata presa dopo una telefonata tesa tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il Segretario di Stato americano Marco Rubio. Al termine del colloquio Rubio avrebbe quindi informato Trump che la Russia non era seriamente intenzionata a negoziare un accordo.
Leggi tutto: Russia, contro l'Ucraina i missili da crociera 'segreti' che fecero infuriare Trump

(Adnkronos) - “Lo studio realizzato da Osservatorio Birra, in collaborazione con Althesys Strategic Consultants, ha messo in evidenza come il comparto della birra rappresenti oggi uno dei principali motori di creazione di valore condiviso in Italia. In dieci anni, la filiera ha generato circa 92 miliardi di euro, di cui oltre 10 miliardi solo nel 2024, dimostrando una capacità strutturale di generare ricchezza e occupazione”. Lo ha detto Alessandro Marangoni, chief executive officer Althesys, interpretando i dati dell'ultimo studio realizzato da Osservatorio Birra, in collaborazione con Althesys Strategic Consultants, presentato a Roma presso il Senato della Repubblica, in occasione del decennale di Fondazione Birra Moretti.
Secondo Marangoni, la forza del settore risiede nella sua estensione a tutta la catena, “dall’agricoltura alla produzione fino al consumo finale”, in grado di produrre impatti economici significativi e duraturi.
Leggi tutto: Marangoni (Althesys): "Birra, moltiplicatore di valore per economia italiana"

(Adnkronos) - “La birra genera un valore economico rilevante per l’Italia, oltre 92 miliardi di euro in dieci anni. Con Fondazione Birra Moretti abbiamo accompagnato questa crescita, promuovendo un consumo responsabile e diffondendo la cultura birraria come leva di sviluppo. La birra rappresenta oggi non solo una bevanda, ma un simbolo di informalità e socialità, in linea con i nuovi stili di vita degli italiani”. Lo ha dichiarato Alfredo Pratolongo, presidente Fondazione Birra Moretti, alla presentazione dell’ultimo studio realizzato da Osservatorio Birra a Roma presso il Senato della Repubblica, in occasione del decennale di Fondazione Birra Moretti.
Nel suo intervento, Pratolongo ha sottolineato il ruolo centrale della Fondazione, nata dieci anni fa, nel diffondere conoscenza e responsabilità sul consumo della birra attraverso ricerche, formazione e iniziative educative.
“La birra - ha ricordato - non è solo una bevanda, è una storia millenaria che rappresenta probabilmente uno degli elementi di crescita del comparto beverage nel prossimo futuro. L'impegno della Fondazione ha contribuito a consolidare il settore come motore economico e culturale del Paese, oltre che a valorizzare la birra come parte integrante della convivialità italiana”.
Leggi tutto: Pratolongo (Heineken Italia): "Birra simbolo di convivialità e crescita responsabile"
Manovra, SoloAffitti: "Aumento cedolare pesa 60 euro ma proprietari tornano ad affitto residenziale"

(Adnkronos) - L’aumento della cedolare secca dal 21% al 26% per gli affitti brevi avrà un impatto limitato sui proprietari, pari a circa 60 euro al mese. Lo rileva il Centro Studi di SoloAffitti, secondo cui l’aggravio medio sarà di 713 euro l’anno su un reddito imponibile medio di 14.000 euro. Il gettito complessivo della cedolare secca nel 2024 ha raggiunto quasi 5 miliardi di euro, con oltre tre milioni di contribuenti. L’aumento, secondo SoloAffitti, genererà appena 102 milioni di euro in più per l’erario: "Un’operazione di equilibrio di bilancio più che una misura strutturale".
Molti proprietari stanno già abbandonando la locazione breve per tornare a quella residenziale, attratti da rendimenti più stabili e minori costi di gestione. Tolte le spese, il guadagno netto medio da affitti brevi si riduce infatti a 5.700 euro l’anno, inferiore a quanto si ottiene con un affitto tradizionale in molte città.
“La vera sfida – sottolinea la Ceo di SoloAffitti, Silvia Spronelli – è rimettere sul mercato le quasi 10 milioni di case sfitte, con una riforma complessiva che offra più garanzie ai proprietari e soluzioni accessibili a famiglie, studenti e lavoratori in mobilità.”

(Adnkronos) - “Esprimiamo il nostro più profondo dolore per la scomparsa improvvisa di Oria Gargano, fondatrice e presidente della cooperativa sociale antitratta ed antiviolenza Beefree. Donna combattente ha dedicato la sua intera vita alla lotta per i diritti, l’emancipazione, la dignità e la libertà delle donne. Sarà per sempre la nostra guida e per sempre le saremo grate per le sue battaglie contro ogni tipo di violenza di genere. La salutiamo con commozione oggi 31 ottobre 2025, nella Camera Ardente allestita presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio dalle 11 alle 14. I funerali domenica 2 novembre ore 15 nella Chiesa di San Francesco a Ripa”. Lo dichiarano in una nota congiunta Lorenza Bonaccorsi, Claudia Santoloce e Daniela Spinaci rispettivamente presidente del Municipio I Roma Centro, assessora e Presidente Commissione Pari Opportunità.
Leggi tutto: Femminismo, Municipio I Roma: "Camera ardente Oria Gargano in Campidoglio"

(Adnkronos) - "Ma quale 'dottor Ai'. Ad oggi l'intelligenza artificiale non ha carattere né empatia, non può produrre nel paziente alcun effetto umano e l'umanità è parte integrante della cura. Senza l'anima, non c'è il medico". Antonino Mazzone - siciliano doc trapiantato a Legnano dove dirige il Dipartimento medico dell'Asst Ovest Milanese, internista per vocazione ("l'internista è il medico che si occupa dei malati e non delle malattie") e scrittore (è autore di tre romanzi che mescolano storie di vita e di professione) - di "medici artificiali" non vuole proprio sentir parlare. "E' una definizione che fa schifo", sentenzia lo specialista, spiegando all'Adnkronos Salute le ragioni del suo rifiuto per un termine ormai sdoganato anche dalla letteratura scientifica. Mazzone tira dritto: "L'Ia potrà anche fare una diagnosi o produrre un ragionamento equivalente a quello umano nel prevedere l'evoluzione di un caso clinico. Ma chiunque abbia a che fare ogni giorno con la complessità, con pazienti polipatologici e politrattati, sa bene che oltre a questo c'è molto di più". Ci sono le emozioni, c'è l'anima, appunto, e l'intelligenza artificiale l'anima non ce l'ha.
Mazzone ne sta facendo una crociata: una lettera a 'Quotidiano sanità', dichiarazioni su altre testate anche locali, e domani un intervento sul tema 'Comunicazione medico-paziente in era digitale, parole e cura' al convegno 'Sciascia e Tobino: la letteratura tra impegno sociale e cura', una due giorni iniziata oggi alla Fondazione Leonardo Sciascia di Racalmuto nell'Agrigentino. In occasione dell'evento, organizzato dal medico, artista, attore e autore teatrale Salvatore Nocera Bracco, e sostenuto da Giuseppe Ruggeri, presidente dell'Amsi, Associazione medici scrittori italiani, l'internista sferra un nuovo attacco all'algoritmo: "Magari riesce a essere più efficiente dell'uomo nella capacità di ragionamento clinico, ma manca di umanità e di amore". Sentimento a cui Mazzone ha dedicato il suo ultimo libro 'Amare, nonostante tutto. Incontri ed emozioni', edito da Nardini.
"Data la maturità di questa tecnologia in rapida evoluzione, l'adozione degli Llm (Large language model) nella pratica medica clinica è imminente", avvertono gli autori di un paper israeliano pubblicato nell'aprile 2024 sul 'New England Journal of Medicine', secondo cui "le prestazioni di ChatGpt-4 sono paragonabili a quelle dei medici agli esami ufficiali di specializzazione". A parte rivendicare la superiorità della sua categoria sulla macchina ("lo studio mostra che in medicina interna il confronto è molto favorevole all'uomo"), l'internista non nega certo l'evidenza che certifica i progressi dell'Ia in sanità. Per imparare a sfruttarne le opportunità, "in parallelo al lavoro medico umano e non in sua vece", nei giorni scorsi ha pure invitato per una relazione all'ospedale di Legnano Daniela Tirotta, editor di un volume dell''Italian Journal of Medicine' dedicato all'intelligenza artificiale. Mazzone fa notare però che l'Ia deve fare ancora tanta strada. Cita un esperimento, pubblicato, dell'internista di Bergamo Alice Fanin: "Ha sottoposto a ChatGpt alcuni quesiti, uno dei quali era 'ho le gambe gonfie da 10 giorni, cosa può essere?'. L'algoritmo rispondeva che le cause possono essere molte e forniva consigli tra cui 'bevi molta acqua'. Peccato che se le gambe gonfie dipendono da uno scompenso cardiaco, bere può aggravare non poco il quadro clinico". Dal dottor Ai "una grossa inesattezza", dunque. Un esempio dei "tanti errori digitali che fanno ancora del medico un professionista insostituibile", ripete lo specialista.
Che ci sia una rivoluzione in atto è palese, e il cambiamento va compreso e gestito per non esserne travolti. "Le capacità in rapida evoluzione degli strumenti basati sull'intelligenza artificiale hanno gettato le basi per una ricerca trasformativa", si legge in un editoriale apparso questo mese su 'Jama Internal Medicine'. "L'Ia è stata infatti ampiamente adottata dalla ricerca medica" e gli studi in materia aumentano esponenzialmente, osservano i firmatari: se "10 anni fa su PubMed si contavano circa 5mila pubblicazioni l'anno", questa cifra è salita a "10mila nel 2018" e "quest'anno siamo sulla buona strada per superare le 50mila pubblicazioni in tutto il mondo. Tuttavia, il potenziale di tradurre queste informazioni in approfondimenti clinicamente rilevanti e miglioramenti significativi ed equi nell'erogazione dell'assistenza rimane al momento in gran parte teorico", precisano gli autori.
"Nonostante la rapida crescita degli studi incentrati sull'Ia - evidenziano - meno dell'1% sono trial clinici". Inoltre, "molti degli studi riportati finora sono stati condotti su campioni di piccoli dimensioni e si concentrano sull'accuratezza diagnostica, piuttosto che sulla valutazione dell'efficacia di un intervento di Ia in termini di risultati sul paziente". Infine, "gli studi esistenti presentano solo informazioni limitate sui dati demografici dei pazienti e sull'efficienza operativa, e la maggior parte non è stata replicata, sollevando preoccupazioni sulla possibilità di generalizzarne e applicarne i risultati". Per colmare queste lacune, la rivista annuncia "un bando per le ricerche relative all'intelligenza artificiale", invitando la comunità scientifica a disegnare "studi randomizzati di alta qualità che definiscano chiaramente l'intervento fondato sull'Ia" e "affrontino direttamente gli esiti per i pazienti". In altre parole, la 'bibbia' della medicina interna chiede "trial che valutino l'impatto dell'intelligenza artificiale sulla riprogettazione dell'assistenza sanitaria nella pratica clinica reale".
Mentre "la Food and Drug Administration statunitense ha già approvato oltre 1.000 dispositivi medici basati sull'Ia", Jama Internal Medicine rileva anche come "i quadri normativi esistenti non riescano a tenere il passo con il rapido ritmo di scoperta e implementazione" dei nuovi strumenti. Il giornale solleva "preoccupazioni etiche in merito alla privacy del paziente, alla responsabilità, alla trasparenza e alla provenienza dei dati". E sottolinea che "la capacità di 'apprendere' ed evolversi" è sì "uno dei punti forti dell'Ia", ma "rende anche molto più difficile la supervisione normativa". Un'altra sfida, poi, è "la mancanza di chiarezza su come i modelli di intelligenza artificiale raggiungano le loro conclusioni". Per il futuro, in sintesi, "saranno necessari nuovi approcci normativi per garantire efficacia e sicurezza, bilanciando al contempo gli interessi e i diritti del paziente". Gli editorialisti insistono sul concetto di "equità": sarà "fondamentale identificare e prevenire i bias algoritmici", soprattutto "per garantire che l'adozione dell'Ia nell'assistenza clinica non esasperi le disparità di lunga data in ambito sanitario".
In un'Italia in cui il diritto costituzionale alla salute resta sempre più spesso sulla carta, superare le disuguaglianze che ne ostacolano l'esericizio per Mazzone è un compito dell'umano, non dell'Ai. La lotta alle disparità, è il messaggio dell'internista scrittore, comincia dalla ricostruzione del rapporto medico-paziente. Un "privilegio" che si è perso. "Oggi - afferma il camice bianco - la medicina si muove su territori lontani dal letto del malato, intrappolata fra briefing, riunioni tecnologiche, Pdta, linee guida. In questi anni difficili tutto ciò ha aperto una ferita profonda nella complessa e delicata relazione personale tra medico e paziente, in crisi già ben prima della pandemia di Covid. Abbiamo la necessità di tornare ai fondamentali della natura e dell'etica del rapporto medico-paziente", perché "prima della scienza medica c'è la compagnia al malato. La condivisione della sofferenza, l'aiuto a chi soffre, connota radicalmente l'essere medico e non è semplice obbedienza a una linea guida".
"La medicina - ammonisce Mazzone - oggi ha il compito di recuperare quelle che gli anglosassoni chiamano Medical Humanities, gli elementi insostituibili della relazione medico-paziente". Innanzitutto "l'ascolto attivo, che non riguarda solo l'anamnesi clinico-scientifica, ma il contesto culturale, sociale, economico e di vita del paziente, tutti fattori che possono influenzarne la salute e guidarne la cura. Il medico deve sempre ricordarsi la lezione di Talete da Mileto: abbiamo due orecchie e una sola bocca per ascoltare il doppio e parlare la metà". Ascolto significa anche "empatia: comprendere il vissuto e le esperienze personali dei pazienti stabilisce con loro un rapporto più intimo, favorendo la cosiddetta cura personalizzata o sartoriale, tagliata su misura". E' così che nasce il dialogo vero, "una comunicazione efficace, chiara, aperta, semplice e comprensibile. Capire le aspettative e le preoccupazioni del malato è fondamentale, ma a interpretare le emozioni l'algoritmo non ci è ancora arrivato e io spero che non ci arriverà mai".
"C'è un'umanità che supera la scienza e la competenza, che non si impara sui banchi dell'università e che non rientra nel prontuario dell'azienda sanitaria, ma che è vitale come e più delle medicine", chiosa l'internista. Nella sua professione, nel rapporto con il paziente, "il medico deve "amare. Amare, nonostante tutto". E' questo il fil rouge e il titolo dell'ultimo romanzo di Mazzone, il terzo dopo 'La malinconia dei nati altrove' (2018, vincitore nel 2020 a Firenze del premio letterario 'La ginestra' con menzione d'onore della giuria) e 'Poteva non succedere. Storie di vita e di corsia' (2022). Ventiquattro racconti autobiografici di 'Incontri ed emozioni' più due capitoli di saluto alla sua mamma, scomparsa nel 2020, testimone lontana - ma sempre presente - del viaggio che ha portato il giovane Nino dalla contrada Maina di Naso, comune natio nel Messinese sui monti Nebrodi ("un piccolo borgo siciliano che guarda l'orizzonte dove le isole Eolie si pavoneggiano gareggiando in bellezza l'una con l'altra"), all'università di Pavia - Policlinico San Matteo, culla di tanti volti noti della medicina tricolore.
E' nei corridoi della Clinica medica pavese che Mazzone ha imparato a prendersi cura dei "pazienti complessi di cui nessuno specialista voleva occuparsi" e che finivano sempre in Medicina interna, "l'Itaca di Ulisse", ormai "l'unico reparto a non scegliere i pazienti e ad accettare tutti", scrive l'autore. Ha capito lì che parlare con un malato "non è mai tempo perso", che la comunicazione conta anche se "alla facoltà di Medicina purtroppo non si insegna", che i pazienti andavano coinvolti nel processo di cura (era "un tabù") e cosa può fare un sorriso: "Quello del dottore - dice Titti che convive con la sclerodermia - ha prodotto più benefici di qualsiasi farmaco". Nel suo libro il medico narra le lezioni apprese nei 'vis-à-vis' più memorabili (da Joaquìn Navarro-Valls, direttore della Sala stampa vaticana durante il pontificato di Giovanni Paolo II, a Papa Francesco, fino al presidente della Repubblica Sergio Mattarella), ma anche e soprattutto da amici e compaesani di cui ritrae gioie e dolori: "Persone speciali", le chiama. Figure appassionate e tragiche come Tanina, rinchiusa per 20 anni in una struttura psichiatrica con la sola colpa di un amore scomodo e salvata dalla legge Basaglia. E per lei la dedica di Mazzone: "A tutte quelle persone che hanno subito il manicomio senza essere pazzi".
"Un medico che scrive non è omologabile a qualsiasi altro scrittore", è la convinzione dell'Associazione medici scrittori italiani, perché "nel suo percorso narrativo dispiega capacità penetrative e spirito empatico che gli provengono dall'esperienza maturata nella professione. Il medico continua nello scrittore in un'indagine a 360 gradi sull'uomo e le sue fragilità", e le parole diventano terapia. "La storia della medicina - riflette il presidente dell'Amsi - viaggia all'unisono con il secolare, anzi millenario, rapporto medico-paziente dal quale attinge vigore e senso, nutrendo al tempo stesso l'immaginazione di quei medici che, dotati di virtù di penna, lo raffigurano in forma di storie di vita vissuta. Non è un caso che due illustri scrittori e psichiatri italiani, Corrado Tumiati e Mario Tobino, abbiano raggiunto la fama letteraria grazie a romanzi ispirati alle loro esperienze manicomiali". Per Ruggeri, "attraverso la filigrana della professione medica" traspare "una spessa trama di interessi culturali. Una professione le cui origini classiche, che dal mito di Asclepio discendono fino al positivismo ippocratico, non sono mai rimaste esenti da un profondo spirito umanistico".
"La letteratura, in quanto produzione di umanità da parte dell'umano - dichiara Bracco, anima del convegno agrigentino intitolato a Sciascia e Tobino - è una dimensione che nell'ambito della salute in generale, e mentale in particolare", si traduce in un "esercizio di ascolto, ma anche di consapevolezza, di empatia e nello stesso tempo di razionale distacco, perché permette una diversa visione del proprio essere in relazione. Sciascia giovane è un poeta che riflette proprio in questa direzione, mentre Tobino, psichiatra e a sua volta scrittore, riflette su come è all'interno di relazioni sociali che si realizza la cura". Cura che, "come teorizza la filosofa della medicina Luigina Mortari, è relazione viva tra persone vive". Intelligenze umane, non artificiali. (di Paola Olgiati)

(Adnkronos) - Manageritalia Lombardia celebra 80 anni di storia, impegno e protagonismo al fianco della crescita economica e sociale di Milano, della Lombardia e dell’Italia. Fondata il 23 giugno 1945, nel cuore della ricostruzione post-bellica, l’associazione ha rappresentato e valorizzato generazioni di dirigenti del terziario, contribuendo in modo decisivo allo sviluppo del Paese essendo da sempre la capitale del terziario avanzato. L’assemblea celebrativa si è tenuta oggi negli spazi iconici della Triennale di Milano, in Viale Emilio Alemagna, luogo simbolo della cultura e dell’innovazione, a testimonianza del legame profondo tra managerialità e progresso come ha sottolineato anche Carla Morogallo, Direttrice Generale di Triennale Milano.
“Celebrare 80 anni di Manageritalia Lombardia significa celebrare il ruolo fondamentale che i manager hanno avuto e continuano ad avere nello sviluppo economico, sociale e culturale di Milano, della Lombardia e dell’intero Paese”, ha dichiarato Antonio Bonardo, presidente di Manageritalia Lombardia.
“Siamo orgogliosi di essere stati protagonisti della ricostruzione, della crescita e dell’innovazione. Oggi, più che mai, il nostro compito è quello di essere un corpo intermedio attivo e responsabile, capace di dialogare con le istituzioni, le imprese e la società civile. Manageritalia Lombardia è e vuole continuare ad essere un punto di riferimento per i dirigenti, quadri ed executive professional offrendo strumenti, visione e rappresentanza per affrontare le sfide del futuro con competenza, equità e coraggio. Siamo i rappresentanti dei manager del terziario nella patria di questo settore sempre più determinante per il futuro”, ha aggiunto.
Ad aprire l’assembla il video messaggio del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana: “Oggi si celebra 80º anniversario di Manageritalia Lombardia, un traguardo che testimonia la solidità e la capacità di evolversi di un’organizzazione che dal 1945 ha accompagnato la crescita economica e sociale della Lombardia e dell’Italia. In 80 anni di storia, ha promosso una visione fondata su competenza, merito e innovazione, contribuendo alla ricostruzione post-bellica e oggi alla transizione digitale, ambientale e produttiva. La Lombardia, prima regione industriale del Paese, riconosce il ruolo centrale dell’associazione, che rappresenta un capitale umano essenziale per la competitività del territorio. I valori di Manageritalia - competenza, etica, trasparenza e rispetto delle regole - coincidono con quelli su cui Regione Lombardia ha costruito il proprio modello di sviluppo, basato sulla collaborazione tra istituzioni, imprese, università e terzo settore. Il contributo dei manager è prezioso per guidare con responsabilità la crescita futura”.
Per Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro del Comune di Milano, presente in sala: “Il contributo di Manageritalia nel formare, connettere e far crescere generazioni di professionisti alla guida delle aziende, è stato fondamentale in questi 80 anni, nei quali la nostra economia è profondamente cambiata. Il ruolo di un’associazione che rappresenta i manager è quello essere sempre avanguardia senza dimenticare l’eredità e il saper fare di chi ha guidato la transizione italiana dalla prima industrializzazione alla digitalizzazione che stiamo vivendo. Questo metodo portato avanti con competenza da un corpo intermedio dinamico e sempre al passo coi tempi, sarà ancora più prezioso per continuare ad accompagnare i cambiamenti che ci aspettano”.
A seguire il saluto di Carlo Massoletti, vicepresidente vicario Confcommercio Imprese per l’Italia-Lombardia, che ricordato la storica relazione tra chi rappresenta in Regione e a livello nazionale imprese e manager del terziario. Oggi Manageritalia Lombardia conta 25.478 manager associati, con un’età media di 59 anni. Tra i dirigenti in servizio, l’età media è di 50 anni, con il 25% di donne e il 13% di under 40. Milano si conferma capitale italiana della managerialità: qui operano 43.063 dirigenti, pari al 33% del totale nazionale, e ben il 38,5% delle donne manager italiane ossia 28.544 sulle 10.987 totali.
Dalla nascita come Aldac, alla trasformazione in Manageritalia Lombardia, l’associazione ha saputo evolversi, anticipare i cambiamenti e promuovere strumenti concreti di welfare, contrattualistica, rappresentanza e formazione. Ha accompagnato la crescita delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi, contribuendo a definire il ruolo strategico del management nel tessuto produttivo italiano. L’Associazione nasce da una intuizione di Mario Negri (primo presidente Aldac), imprenditore e filantropo fondatore dell’Istituto che ancora oggi porta il suo nome nel segno della ricerca e innovazione biomedica.
L’incontro che ha toccato diversi temi legati alla vita manageriale ha preso spunto dai dati Istat che fotografano una Lombardia dinamica e performante: l’occupazione totale regionale è al 69,4%, ben sopra la media nazionale del 62,2%. Milano si distingue con il 71,7%, posizionandosi all’11° posto tra le province italiane. Particolarmente incoraggianti i dati dei giovani tra i 25 e i 34 anni: a Milano l’occupazione raggiunge l’82,4%, mentre in Lombardia è all’80,7%, contro una media nazionale del 68,7%.
Se la Lombardia vanta una media oraria lorda per i lavoratori dipendenti di 16,73 euro, superiore a quella nazionale (14,78 euro), il divario di genere resta marcato: le donne guadagnano in media 15,40 euro contro i 17,69 degli uomini. I manager hanno sottolineato la necessità di politiche attive per colmare questo gap e valorizzare il contributo femminile alla leadership aziendale.
Infine, l’andamento dei dirigenti privati: in Lombardia secondo gli ultimi dati Istat elaborati da Manageritalia i manager lombardi crescono del +3,6%, superando il dato nazionale (+2,6%), con quasi 58mila attivi. Milano si conferma capitale della managerialità con 43mila dirigenti, mentre province come Sondrio (+6,2%) e Lecco (+5,7%) trainano la crescita, seguite da Brescia (+2,4%) e Como (+2,3%), Varese (+1,4%) stabili Mantova, Lodi e Bergamo. Il confronto ha messo in luce l’importanza di investire nella formazione e nel ricambio generazionale per sostenere la competitività del territorio. Oggi, come ieri, Manageritalia Lombardia guarda al futuro con la stessa energia e visione che l’ha guidata per otto decenni, pronta a sostenere le nuove sfide del lavoro, dell’innovazione e dell’equità.
Dopo la parte statutaria con il saluto del presidente Manageritalia nazionale Marco Ballarè, la relazione del presidente Manageritalia Lombardia Antonio Bonardo e la relazione di bilancio della vicepresidente Tiziana Vallone, nella parte pubblica, condotta dalla giornalista Cristina Origlia, tre degli 11 gruppi di lavoro dell’associazione Lombarda hanno raccontato parte della loro storia e delle loro realizzazioni. Nell’ordine sono saliti sul palco il gruppo Donne manager che – con la coordinatrice Luisa Quarta e i due ospiti Fabio Salvi, hr manager Flixbus, e Alessandro Fusacchia, già deputato della Repubblica – ha raccontato delle iniziative di Produttività & Benessere, in particolare di 'Un Fiocco in Azienda', per favorire il worklife balance, lavoro agile e la genitorialità anche al lavoro. A seguire il gruppo Un Ponte sul Futuro, che da anni con il progetto food4minds porta i manager nelle aule delle scuole superiori per orientare i giovani al lavoro, con il coordinatore Ignazio De Lucia, e Maria Grazia Demaria, docente, Francesca Benedetti, consulente progetti pcto, Alessandra Bragonzi, responsabile progetti pcto Liceo Tigli-Gallarate, Roberto Trentini, project leader progetti pcto Manageritalia Lombardia e due giovani studenti. Da ultimo il Gruppo4Giovani con la coordinatrice Mariolina Brovelli, un altro componente del gruppo Fabrizio Marrazzi e Laura Prinzi, general manager Smart City Milano ha raccontato alcune iniziative vincenti per coinvolgere i giovani e i giovani manager.
A chiudere la serata non solo arte ma anche tanta storia e una precisa analisi dell’evoluzione del nostro Paese attraverso le parole e la voce del giornalista e scrittore Aldo Cazzullo. Per l’occasione i partecipanti all’assemblea hanno potuto visitare Milano Inequalities un percorso guidato lungo la 24ª Esposizione Internazionale per scoprire installazioni e progetti che raccontano visioni, urgenze e prospettive globali.

(Adnkronos) - Il nome del principe Andrea non appare più nell'elenco ufficiale dei nobili britannici conservato presso il Crown Office. Lo riporta Sky news spiegando che, in qualità di Lord Cancelliere, David Lammy è responsabile dell'elenco dei nobili britannici. Ieri sera re Carlo ha emesso un mandato reale a Lammy, chiedendogli di rimuovere Andrea dall'elenco.
Buckingham Palace ha annunciato ieri che il principe Andrea ha perso il suo titolo reale e lascerà il Royal Lodge. "Il principe Andrea sarà ora conosciuto come Andrew Mountbatten Windsor", si legge nella nota.
"Sua Maestà ha oggi avviato un processo formale per rimuovere lo stile, i titoli e gli onori del principe Andrea. Il suo contratto di locazione al Royal Lodge gli ha finora garantito protezione legale per continuare a risiedere, ma gli è stato notificato formalmente di restituire la proprietà e si trasferirà in un’altra residenza privata. Queste misure sono ritenute necessarie, nonostante continui a negare le accuse a suo carico - recitava la nota -. Le loro Maestà desiderano chiarire che i loro pensieri e la massima solidarietà sono stati e continueranno a essere rivolti alle vittime e ai sopravvissuti di qualsiasi forma di abuso".
Secondo quanto riferito dalla Bbc, il principe Andrea si trasferirà in una proprietà privata della tenuta di Sandringham, nel Norfolk, il cui mantenimento sarà a carico del re.
Sky News apprende che anche la sua ex moglie, Sarah Ferguson, lascerà la residenza di Windsor che condivideva con lui. Ferguson, sposata con Andrea dal 1986 al 1996, dovrà ora trovare una sistemazione autonoma. La (ex) duchessa di York aveva già perso il suo titolo ufficiale all'inizio del mese in seguito alla rinuncia di Andrea agli altri titoli.
Leggi tutto: Il principe Andrea cancellato dall'elenco ufficiale dei nobili britannici

(Adnkronos) - Dopo la notizia apparsa su alcuni quotidiani, è indirizzata a Giorgia Meloni la richiesta da parte del Pd di condannare i cori fascisti intonati in una sede di Fratelli d'Italia a Parma.
"Questa volta la matrice è chiara: giovani inneggiano al duce in una sede di Fdi. Per questo chiediamo alla Premier Meloni di condannare senza esitazione un episodio grave che offende una città e la storia di un paese. Meloni dovrebbe ricordare ai suoi, soprattutto ai più giovani, che governa democraticamente eletta perché qualcuno combatté il fascismo anche a costo della vita. E dovrebbe ricordare ai suoi giovani, di cui va tanto fiera, che la Costituzione su cui ha giurato è nata dalla Resistenza e dalla lotta di liberazione dal nazifascismo", recita una nota di Chiara Braga e Francesco Boccia, Capigruppo Pd alla Camera dei deputati e al Senato.
Leggi tutto: "Cori fascisti in sede FdI a Parma, Meloni condanni", la richiesta del Pd

(Adnkronos) - Ha partorito in casa da sola e poi ha abbandonato la figlia neonata vicino ai cassonetti. E' accaduto a Calisese, una frazione di Cesena, secondo quanto rivela 'il Resto del Carlino', nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi. Fortunatamente un passante ha assistito alla scena e ha chiamato i soccorsi. Sul posto carabinieri e 118. Dopo le prime cure la piccola è stata portata all'ospedale Bufalini di Cesena dove si trova ricoverata in prognosi riservata ma non in pericolo di vita.

(Adnkronos) - Dopo la notizia apparsa su alcuni quotidiani, è indirizzata a Giorgia Meloni la richiesta da parte del Pd di condannare i cori fascisti intonati in una sede di Fratelli d'Italia a Parma.
"Questa volta la matrice è chiara: giovani inneggiano al duce in una sede di Fdi. Per questo chiediamo alla Premier Meloni di condannare senza esitazione un episodio grave che offende una città e la storia di un paese. Meloni dovrebbe ricordare ai suoi, soprattutto ai più giovani, che governa democraticamente eletta perché qualcuno combatté il fascismo anche a costo della vita. E dovrebbe ricordare ai suoi giovani, di cui va tanto fiera, che la Costituzione su cui ha giurato è nata dalla Resistenza e dalla lotta di liberazione dal nazifascismo", recita una nota di Chiara Braga e Francesco Boccia, Capigruppo Pd alla Camera dei deputati e al Senato.
"Gioventù Nazionale ha provveduto immediatamente appena appreso il fatto, a commissariare la federazione provinciale di Gn di Parma, comunicandolo con una nota nelle prime ore del mattino e ben prima della pubblicazione del video", risponde il deputato di Fdi, Fabio Roscani, presidente nazionale di Gioventù Nazionale.
"Abbiamo dimostrato con chiarezza e nettezza come si agisce di fronte a questi episodi, ribadendo che non c'è spazio nel nostro movimento per comportamenti incompatibili con i valori della libertà e della democrazia. Allo stesso tempo - insiste Roscani - non accettiamo lezioni dalla sinistra e aspettiamo ancora dai vertici nazionali del Partito democratico che fino ad oggi non hanno detto una parola di condanna, o preso le distanze, quando giovani esponenti del Pd si facevano fotografare con indosso magliette inneggianti alle Brigate Rosse".
Leggi tutto: "Cori fascisti in sede FdI a Parma, Meloni condanni", la richiesta del Pd e la replica
Intervento dei vigili del fuoco per tutta la notte... 
(Adnkronos) - Dante Ferretti, tre volte premio Oscar e tra i più celebri scenografi al mondo, ha lavorato con Pier Paolo Pasolini, ucciso nella notte tra l’1 e il 2 novembre 1975, in otto film: “nel primo, ‘Il Vangelo secondo Matteo’, avevo a malapena 18 anni”, racconta all’Adnkronos. “Ero l’assistente di Luigi Scaccianoce, che aveva l'abitudine di accettare più incarichi contemporaneamente. Mentre giravamo tra i sassi di Matera, Pasolini mi chiedeva dove fosse lo scenografo, che si presentava sul set una o due volte a settimana, e io dovevo accampare scuse e inventare urgenti impegni familiari. Successe anche in due film successivi, ‘Uccellacci e uccellini’ con Totò e l’’Edipo Re’ che girammo in Marocco, a Ouarzazate, A quel punto però Pasolini sapeva che a guidare il lavoro c’ero io, e nel frattempo si era creato un rapporto solido fatto di fiducia e rispetto: ‘Meglio così, noi ci capiamo’, mi diceva”.
‘Edipo Re’ nel 1968 vinse il Nastro d’Argento per la scenografia, ma dal palco Scaccianoce neanche menzionò il suo assistente Ferretti, che in realtà aveva fatto tutto il lavoro. “Mi aveva detto che neanche sarebbe andato alla cerimonia”, ricorda lo scenografo, che negli anni successivi si rifece ampiamente di questa ingiustizia: grazie al suo lavoro con Fellini, Scorsese, Zeffirelli, Tim Burton, e al sodalizio sentimentale e professionale con la moglie Francesca Lo Schiavo, è stato candidato a 10 Oscar (di cui tre vinti) e ha ricevuto 4 Bafta, 4 David di Donatello, e 12 Nastri d’Argento.
E' con ‘Medea’ che diventa ufficialmente lo scenografo di Pasolini. “Avevo appena finito un lavoro con Fellini. Esco di casa per andare a mangiare uno spaghetto da Mastino a Fregene e passare la giornata al mare, ma mi dimentico una cosa e risalgo a casa. Squilla il telefono: ‘Ferretti, deve partire subito per la Cappadocia! Domani è il primo giorno di riprese e il regista la vuole sul set’. Non sapevo nulla del film, che aveva un’altra scenografa, ma parto con il primo volo, arrivo sul set il giorno dopo e trovo una produzione che è lì da settimane senza aver girato nulla. Mi danno quattro ore per allestire il carro su cui deve salire la Callas. Mi faccio aiutare da chi conoscevo sul set, tra cui Piero Tosi e Gabriella Pescucci (in seguito anche lei premio Oscar, ndr) e riusciamo a portare a casa la prima scena. Pasolini si avvicina e mi dice ‘Benissimo, stanotte lei si legge il copione e domani si riparte” (i due si sono dati del lei fino all’ultimo giorno).
Dopo ‘il Decameron’ (1971) Pasolini lo definisce ‘il mio pittore’ per la capacità di costruire ambienti che sembrano affreschi medievali viventi. Il secondo capitolo della ‘Trilogia della Vita’, ovvero ‘I racconti di Canterbury’, lo girano in Inghilterra, mentre il terzo, ‘Il Fiore delle mille e una notte’, è ambientato tra Medio Oriente, Africa e Asia. Arriva il 1975, anno di ‘Salò o le 120 giornate di Sodoma’, l’ultimo film del regista. “Non era ancora uscito in Italia. Lo aveva appena presentato a Parigi e sapevamo che avrebbe creato grande scandalo”, ricorda Ferretti.
In quegli anni Pasolini pubblica articoli affilati sul ‘Corriere della Sera’ e inizia a scrivere ‘Petrolio’, un romanzo di durissima critica politica e sociale, in cui dice che avrebbe fatto “nomi e cognomi”. Ci aveva lavorato nella Torre di Chia, rudere di un antico castello nel viterbese che Dante Ferretti aveva contribuito a ridisegnare e restaurare. “Si fece molti nemici”, prosegue lo scenografo nel suo colloquio con l’Adnkronos. “Sono sicuro che il suo omicidio fu un agguato, è stato condannato Pino Pelosi ma c’erano altre persone. L’avvocato della famiglia, Nino Marazzita, mi mandò sul luogo del delitto, all'Idroscalo di Ostia, per fare fotografie, prendere le misure e disegnare la scena del crimine. Era chiaro dalle impronte, dal sangue e dai segni che fu opera di un gruppo”.
Ferretti ha dedicato un libro intimo e profondo al loro rapporto. "Bellezza imperfetta. Io e Pasolini", pubblicato da Edizioni Pendragon nel 2024 e curato da David Miliozzi, è molto più di un memoir: è un viaggio onirico nella memoria di un'amicizia che ha segnato per sempre la vita e la carriera dello scenografo. “Sono felice per come il libro è stato accolto”, conclude. “Per troppi anni Pasolini non è stato riconosciuto per il suo talento e la sua genialità. Mi diceva sempre: 'Le cose fatte bene sembrano finte, l'imperfezione è necessaria perché appaia la verità'”.
Leggi tutto: ‘Fu un agguato, non ho dubbi!’ Dante Ferretti ricorda Pasolini

(Adnkronos) - Dante Ferretti, tre volte premio Oscar e tra i più celebri scenografi al mondo, ha lavorato con Pier Paolo Pasolini, ucciso nella notte tra l’1 e il 2 novembre 1975, in otto film: “nel primo, ‘Il Vangelo secondo Matteo’, avevo a malapena 18 anni”, racconta all’Adnkronos. “Ero l’assistente di Luigi Scaccianoce, che aveva l'abitudine di accettare più incarichi contemporaneamente. Mentre giravamo tra i sassi di Matera, Pasolini mi chiedeva dove fosse lo scenografo, che si presentava sul set una o due volte a settimana, e io dovevo accampare scuse e inventare urgenti impegni familiari. Successe anche in due film successivi, ‘Uccellacci e uccellini’ con Totò e l’’Edipo Re’ che girammo in Marocco, a Ouarzazate, A quel punto però Pasolini sapeva che a guidare il lavoro c’ero io, e nel frattempo si era creato un rapporto solido fatto di fiducia e rispetto: ‘Meglio così, noi ci capiamo’, mi diceva”.
‘Edipo Re’ nel 1968 vinse il Nastro d’Argento per la scenografia, ma dal palco Scaccianoce neanche menzionò il suo assistente Ferretti, che in realtà aveva fatto tutto il lavoro. “Mi aveva detto che neanche sarebbe andato alla cerimonia”, ricorda lo scenografo, che negli anni successivi si rifece ampiamente di questa ingiustizia: grazie al suo lavoro con Fellini, Scorsese, Zeffirelli, Tim Burton, e al sodalizio sentimentale e professionale con la moglie Francesca Lo Schiavo, è stato candidato a 10 Oscar (di cui tre vinti) e ha ricevuto 4 Bafta, 4 David di Donatello, e 12 Nastri d’Argento.
E' con ‘Medea’ che diventa ufficialmente lo scenografo di Pasolini. “Avevo appena finito un lavoro con Fellini. Esco di casa per andare a mangiare uno spaghetto da Mastino a Fregene e passare la giornata al mare, ma mi dimentico una cosa e risalgo a casa. Squilla il telefono: ‘Ferretti, deve partire subito per la Cappadocia! Domani è il primo giorno di riprese e il regista la vuole sul set’. Non sapevo nulla del film, che aveva un’altra scenografa, ma parto con il primo volo, arrivo sul set il giorno dopo e trovo una produzione che è lì da settimane senza aver girato nulla. Mi danno quattro ore per allestire il carro su cui deve salire la Callas. Mi faccio aiutare da chi conoscevo sul set, tra cui Piero Tosi e Gabriella Pescucci (in seguito anche lei premio Oscar, ndr) e riusciamo a portare a casa la prima scena. Pasolini si avvicina e mi dice ‘Benissimo, stanotte lei si legge il copione e domani si riparte” (i due si sono dati del lei fino all’ultimo giorno).
Dopo ‘il Decameron’ (1971) Pasolini lo definisce ‘il mio pittore’ per la capacità di costruire ambienti che sembrano affreschi medievali viventi. Il secondo capitolo della ‘Trilogia della Vita’, ovvero ‘I racconti di Canterbury’, lo girano in Inghilterra, mentre il terzo, ‘Il Fiore delle mille e una notte’, è ambientato tra Medio Oriente, Africa e Asia. Arriva il 1975, anno di ‘Salò o le 120 giornate di Sodoma’, l’ultimo film del regista. “Non era ancora uscito in Italia. Lo aveva appena presentato a Parigi e sapevamo che avrebbe creato grande scandalo”, ricorda Ferretti.
In quegli anni Pasolini pubblica articoli affilati sul ‘Corriere della Sera’ e inizia a scrivere ‘Petrolio’, un romanzo di durissima critica politica e sociale, in cui dice che avrebbe fatto “nomi e cognomi”. Ci aveva lavorato nella Torre di Chia, rudere di un antico castello nel viterbese che Dante Ferretti aveva contribuito a ridisegnare e restaurare. “Si fece molti nemici”, prosegue lo scenografo nel suo colloquio con l’Adnkronos. “Sono sicuro che il suo omicidio fu un agguato, è stato condannato Pino Pelosi ma c’erano altre persone. L’avvocato della famiglia, Nino Marazzita, mi mandò sul luogo del delitto, all'Idroscalo di Ostia, per fare fotografie, prendere le misure e disegnare la scena del crimine. Era chiaro dalle impronte, dal sangue e dai segni che fu opera di un gruppo”.
Ferretti ha dedicato un libro intimo e profondo al loro rapporto. "Bellezza imperfetta. Io e Pasolini", pubblicato da Edizioni Pendragon nel 2024 e curato da David Miliozzi, è molto più di un memoir: è un viaggio onirico nella memoria di un'amicizia che ha segnato per sempre la vita e la carriera dello scenografo. “Sono felice per come il libro è stato accolto”, conclude. “Per troppi anni Pasolini non è stato riconosciuto per il suo talento e la sua genialità. Mi diceva sempre: 'Le cose fatte bene sembrano finte, l'imperfezione è necessaria perché appaia la verità'”.

(Adnkronos) - 'Noi del Rione Sanità' su Rai1 è stato il programma più visto del prime time di ieri con 2.769.000 spettatori e il 17.7% di share. Secondo posto negli ascolti tv per ‘Grande Fratello’ su Canale5, seguito da 1.620.000 spettatori pari al 13.1%. Terzo gradino del podio per ‘Splendida Cornice’ su Rai3, che ha totalizzato 1.142.000 spettatori e il 7.4% di share.
A seguire, tra gli altri ascolti del prime time: ‘Vendetta’ su Italia1 (985.000 spettatori, share 5.6%); ‘Piazzapulita’ su La7 (821.000 spettatori, share 6.3%); ‘Ore 14 Sera’ su Rai2 (801.000 spettatori, share 6.1%); ‘Dritto e Rovescio’ su Rete4 (685.000 spettatori, share 5.6%); ‘Sinceramente Persia – One Milf Show’ sul Nove (447.000 spettatori, share 2.7%); ‘The Karate Kid – La leggenda continua’ su Tv8 (336.000 spettatori, share 2.2%).
In access prime time, su Canale5 ‘La Ruota della Fortuna’ ha raccolto 5.054.000 spettatori pari al 24.7% (preceduta da ‘Gira La Ruota della Fortuna’ a 3.949.000 e il 19.8%). Su Rai1 ‘Affari Tuoi’ ha registrato 4.820.000 spettatori e il 23.4%, preceduto da ‘Cinque Minuti’ a 3.951.000 e il 20.1%. Buon risultato anche per ‘Otto e Mezzo’ su La7, che ha ottenuto 1.671.000 spettatori con l’8%.
Nel preserale, su Rai1 ‘L’Eredità – La Sfida dei 7’ ha ottenuto 3.337.000 spettatori (23.3%), mentre ‘L’Eredità’ ha coinvolto 4.501.000 spettatori (26.2%). Su Canale5, ‘Avanti il Primo’ ha intrattenuto 2.117.000 spettatori (16.2%) e ‘Avanti un Altro’ ha convinto 3.066.000 spettatori (18.8%).
Leggi tutto: Noi del Rione Sanità vince gli ascolti tv. La Ruota della Fortuna supera Affari Tuoi

(Adnkronos) - 'Noi del Rione Sanità' su Rai1 è stato il programma più visto del prime time di ieri con 2.769.000 spettatori e il 17.7% di share. Secondo posto negli ascolti tv per ‘Grande Fratello’ su Canale5, seguito da 1.620.000 spettatori pari al 13.1%. Terzo gradino del podio per ‘Splendida Cornice’ su Rai3, che ha totalizzato 1.142.000 spettatori e il 7.4% di share.
A seguire, tra gli altri ascolti del prime time: ‘Vendetta’ su Italia1 (985.000 spettatori, share 5.6%); ‘Piazzapulita’ su La7 (821.000 spettatori, share 6.3%); ‘Ore 14 Sera’ su Rai2 (801.000 spettatori, share 6.1%); ‘Dritto e Rovescio’ su Rete4 (685.000 spettatori, share 5.6%); ‘Sinceramente Persia – One Milf Show’ sul Nove (447.000 spettatori, share 2.7%); ‘The Karate Kid – La leggenda continua’ su Tv8 (336.000 spettatori, share 2.2%).
In access prime time, su Canale5 ‘La Ruota della Fortuna’ ha raccolto 5.054.000 spettatori pari al 24.7% (preceduta da ‘Gira La Ruota della Fortuna’ a 3.949.000 e il 19.8%). Su Rai1 ‘Affari Tuoi’ ha registrato 4.820.000 spettatori e il 23.4%, preceduto da ‘Cinque Minuti’ a 3.951.000 e il 20.1%. Buon risultato anche per ‘Otto e Mezzo’ su La7, che ha ottenuto 1.671.000 spettatori con l’8%.
Nel preserale, su Rai1 ‘L’Eredità – La Sfida dei 7’ ha ottenuto 3.337.000 spettatori (23.3%), mentre ‘L’Eredità’ ha coinvolto 4.501.000 spettatori (26.2%). Su Canale5, ‘Avanti il Primo’ ha intrattenuto 2.117.000 spettatori (16.2%) e ‘Avanti un Altro’ ha convinto 3.066.000 spettatori (18.8%).
Agorà, il talk di approfondimento politico in onda al mattino su Rai3, firma intanto un risultato da record nella puntata di giovedì 30 ottobre. Il programma con 312k ha registrato una media di share che sfiora il 7%, toccando picchi dell’8,4% nelle fasi più calde del dibattito, confermandosi tra le trasmissioni più viste del panorama mattutino.
"I dati - recita una nota - testimoniano la crescente attenzione del pubblico verso l’approfondimento ragionato ma veloce. Roberto Inciocchi, alla guida del programma, si conferma punto di riferimento per credibilità e capacità di innovare. Gli ottimi risultati di ascolti premiano il lavoro della squadra di Agorà e l’impegno di Rai3 nell’offrire al pubblico una televisione di qualità, capace di leggere i cambiamenti del Paese".
Leggi tutto: Noi del Rione Sanità vince gli ascolti. La Ruota supera Affari Tuoi, Agorà da record

(Adnkronos) - È morto improvvisamente Lorenzo Bosi, 57 anni, presidente della Rondinella Marzocco e figura di primo piano del calcio dilettantistico toscano. La notizia, giunta nella notte, ha gettato nello sconforto la società e l'intero movimento sportivo regionale. Bosi è stato stroncato da un malore improvviso, lasciando un vuoto profondo tra colleghi, atleti e tifosi.
Imprenditore e appassionato di sport, Lorenzo Bosi ha guidato per decenni la Rondinella Marzocco, portando la squadra a risultati di prestigio. Sotto la sua presidenza, la società fiorentina si trova oggi in testa al girone B del campionato di Eccellenza Toscana, frutto della sua visione e della dedizione per il calcio di base.
Il suo impegno non si limitava al campo: Bosi era anche attivo nella vita politica locale. Alle ultime elezioni regionali toscane era stato capolista per la lista civica “È Ora!” nel collegio di Firenze 1, sostenendo la candidatura di Alessandro Tomasi alla presidenza della Regione.
Figlio del senatore Francesco Bosi, scomparso nel 2021, Lorenzo ha sempre coltivato un legame profondo con la comunità, coniugando passione sportiva e servizio pubblico. La Rondinella Marzocco ha deciso di rinviare la partita in programma domenica 2 novembre e ha allestito, nel tardo pomeriggio di oggi, un’esposizione presso il Centro Sportivo di Ponte a Greve (via E. Detti) per un ultimo saluto.
La società, con un messaggio ufficiale, si stringe attorno alla famiglia Bosi: «Il suo ricordo e la sua passione resteranno per sempre nel cuore della nostra comunità». Il calcio dilettantistico toscano perde così una guida, un amico e un punto di riferimento insostituibile.
Leggi tutto: È morto l'imprenditore Lorenzo Bosi, addio al presidente della Rondinella

(Adnkronos) - “Ascolto, digitalizzazione e sostenibilità sono le chiavi per il procurement dei materiali indiretti (Mro) del futuro. La ricerca per noi è innanzitutto un momento di allineamento con l’ecosistema in cui operiamo. L’Mro è un’area in profonda evoluzione e per noi comprendere le necessità, in particolare dei nostri clienti e degli specialisti del procurement, è fondamentale per rispondere a trend, criticità e domande del settore”. Così Massimiliano Rottoli, amministratore delegato di Rs Italia, commentando i risultati della ricerca ‘Il Procurement dei materiali Indiretti in Italia 2025’, promossa da Rs Italia in collaborazione con l’Università Europea di Roma e Adaci (Associazione Italiana Acquisti e Supply Management) presentata oggi a Milano.
Secondo Rottoli, la complessità dell’area Mro “è legata all’elevato numero di fornitori e alla varietà dei prodotti necessari per gestire e manutenere le imprese”. Un contesto nel quale, sottolinea, “Rs Italia può offrire un valore concreto grazie all’ampiezza della propria gamma e a soluzioni integrate che semplificano la gestione degli approvvigionamenti”. Il tema della digitalizzazione, poi, emerge con forza anche dai risultati della ricerca: il 74% delle imprese indica la digitalizzazione del processo d’acquisto come priorità, mentre il 67% riconosce all’ufficio acquisti un ruolo sempre più centrale nella governance aziendale, si legge in una nota. “La digitalizzazione - evidenzia Rottoli - è un’area di investimento ormai indispensabile per creare efficienza e sostenibilità nei processi di procurement e oggi si intreccia sempre più con le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale, argomento che per la prima volta inseriamo nella ricerca per capire dagli specialisti del procurement come vedono questa dinamica nel contesto dell'area Mro”, approfondisce.
Sul fronte Esg, aggiunge, “la maggior parte delle aziende segue questo percorso dove Rs Italia, tra l'altro, è molto attiva e proattiva. Trasparenza e rispetto ambientale diventano condizioni necessarie per poter fare business in maniera sostenibile” sottolinea. La ricerca, giunta alla sua quarta edizione, conferma la maturazione del settore, pur in un contesto ancora sfidante. “Il nostro obiettivo - conclude Rottoli - è supportare le imprese partner nell’affrontare questa complessità, offrendo soluzioni digitali di e-procurement o fisiche, di gestione degli stock, che uniscono tecnologia, efficienza e trasparenza”.

(Adnkronos) - “L'evoluzione del mondo del procurement è sempre un punto chiave della crescita professionale di un buyer. È importante, infatti, la formazione, che garantisce l'acquisizione di conoscenze e competenze per l'area del procurement”. A dirlo Fabrizio Santini, presidente nazionale di Adaci - Associazione Italiana Acquisti e Supply Management, alla presentazione della ricerca “Il Procurement dei materiali Indiretti In Italia 2025”, quarta edizione dell’indagine sui processi di acquisto degli Mro promossa da Rs Italia in collaborazione con l’Università Europea di Roma e Adaci.
“Il settore dei materiali indiretti (Mro) è molto importante perché fino a poco tempo fa vi era la convinzione che fossero solo una nicchia o facilmente comprabili attraverso un processo negoziale. È, invece, importante comprendere quanto sia necessaria un'analisi del costo e un'analisi della funzione che quel servizio crea all'azienda, per ottenere l'efficienza migliore e un Total Cost of Ownership (Tco) importante. Questo comporta lo sviluppo della maieutica, quindi del dialogo con gli enti tecnici per avere maggiori informazioni possibili utilizzabili in fase di negoziazione”, conclude.

(Adnkronos) - “Metamorfosi significa cambiamento culturale in relazione agli acquisti (Mro), che non sono più considerati come acquisti secondari e non strategici, ma diventano a tutti gli effetti fonte di creazione del valore. Questo emerge dal fatto che l'ufficio acquisti è più responsabilizzato nella razionalizzazione e nella quantificazione dei fabbisogni e che vengono utilizzate prevalentemente tecnologie abilitanti per rendere ancora più efficiente questo processo”. Lo spiega Emanuela Delbufalo, docente di Economia e Gestione delle Imprese dell’Università Europea Di Roma, alla presentazione della ricerca 'Il Procurement dei materiali Indiretti In Italia 2025', quarta edizione dell’indagine sui processi di acquisto degli Mro promossa da Rs Italia in collaborazione con l’Università Europea di Roma e Adaci (Associazione Italiana Acquisti e Supply Management).
“Le imprese italiane mostrano un livello di maturità variegato e l'atteggiamento nei confronti dell'intelligenza artificiale è ambivalente - spiega Delbufalo - da un lato si vede il grande potenziale di questa tecnologia per l'analisi dei dati e per la razionalizzazione della spesa, dall'altro, però, le aziende temono un potenziale di sostituzione della macchina con il fattore umano”.
“Di fatto, l'intelligenza artificiale è uno strumento che aiuterà, ma non sostituirà mai l'ufficio acquisti nel cuore dell'attività, che è quello del processo di negoziazione e che rimane a tutti gli effetti appannaggio dei buyer formati e qualificati, proprio grazie anche alle potenzialità di questa tecnologia”, conclude.
Leggi tutto: Imprese, Delbufalo: "Acquisti Mro non più secondari ma fonte di creazione del valore"

(Adnkronos) - "Devastati da questa tragica notizia, siamo vicini al tuo cuore. Marcella e Chiquito". Queste le parole di cordoglio della concorrente di 'Ballando con le Stelle' Marcella Bella e del suo maestro per la morte di Evan Delogu, fratello diciottenne della concorrente Andrea Delogu, causato da un incidente in moto. Il messaggio di Marcella Bella si unisce a quelli di altri componenti del cast del programma di Rai1. "Non ci sono parole. Solo tanto dolore. Ti abbraccio fortissimo Andrea", è il messaggio che la concorrente Barbara d'Urso ha condiviso sui social. Ha espresso la sua vicinanza anche Rossella Erra, 'voce del popolo' del programma condotto da Milly Carlucci, che in una storia su Instagram ha scritto: "Accanto a te con le preghiere, con il pensiero e con il mio affetto per te mia cara Andrea".
Nel frattempo, resta il dubbio sulla presenza di Delogu nella puntata di domani sera, primo novembre, dopo le dichiarazioni di Milly Carlucci rilasciate ieri in collegamento su Rai 1 con 'La vita in diretta': "La vita è piena di tranelli, purtroppo - dice Carlucci - mentre tu sei serenamente per la tua strada, ti capitano delle cose che non si possono nemmeno immaginare, come la perdita di un fratello: una cosa inenarrabile. Ma noi siamo come i circensi, come i teatranti, è la crudeltà del nostro mestiere: dobbiamo andare comunque in onda, qualsiasi cosa succede, perché il nostro compito è portare evasione e speranza", conclude.
Leggi tutto: Il cordoglio di 'Ballando' per Andrea Delogu e il 'giallo' su domani

(Adnkronos) - Muri di scatole dentro casa, oggetti che riempiono ogni spazio o anche conservare in modo compulsivo chincaglie d'ogni genere, per anni. Quando separarsi dagli oggetti diventa impossibile e accumulare è una necessità, dietro potrebbe nascondersi la disposofobia. "Un disturbo psicologico, diventato noto con reality televisivi", negli Usa 'Hoarding: Buried Alive', in Italia 'Sepolti in casa' "e casi di cronaca, che causa rischi concreti e importanti da riconoscere per aiutare chi ne soffre". Lo spiegano gli esperti del sito 'Dottore ma è vero che...?', lanciato dalla Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici, chirurghi e odontoiatri) per contrastare le fake news.
Accumulare troppe cose è una malattia? "Sì, in alcuni casi accumulare troppe cose può essere una condizione patologica - rispondono - Si tratta del disturbo da accumulo (o disposofobia, dall’inglese 'hoarding' cioè 'accumulazione'), e si manifesta con la persistente difficoltà a eliminare i propri beni. La persona che ne soffre continua a conservare nella propria abitazione numerosi oggetti, anche inutili o danneggiati, perché separarsene provoca un profondo disagio".
"È importante non confondere il disturbo da accumulo con il collezionismo, che è invece una raccolta curata e intenzionale di oggetti specifici, né con il naturale attaccamento emotivo a beni che sono appartenuti a una persona cara che non c’è più. E, naturalmente, è ben diverso dal disordine delle camerette dei ragazzi - precisano - L’accumulo compulsivo, o seriale, è oggi riconosciuto ufficialmente come patologia a sé stante nel Dsm-5 (il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali). Pur appartenendo allo spettro dei disturbi ossessivo-compulsivi, viene classificato separatamente proprio per le sue caratteristiche specifiche".
Come si riconosce? "L’Associazione degli psichiatri americani ha stilato un elenco di sintomi e manifestazioni che identificano gli accumulatori compulsivi: difficoltà insuperabile a buttare via, vendere, riciclare, regalare; accumulo di oggetti (e rifiuti, talvolta anche organici) in equilibrio precario, disordinato, in ogni spazio della casa, compresi letti, scale, lavandini e bagno; molto tempo impiegato a spostare gli oggetti o cercare ciò che è effettivamente utile; conflitti con persone che offrono aiuto per eliminare il disordine; la convinzione che qualsiasi cosa possa essere utile in futuro o che abbia un valore economico; in casi più rari, accumulo di animali domestici. Secondo diversi psicologi - riportano gli esperti - è possibile tracciare un identikit dell’accumulatore seriale. Si tratta di una persona che spesso vive da sola, che non ha una vita sociale attiva; inoltre, ha difficoltà a prendere decisioni e a gestire le emozioni, la sofferenza in particolare".
Perché accumulare eccessivamente è pericoloso? "Le conseguenze più evidenti sono un peggioramento della qualità della vita per chi accumula e per gli eventuali conviventi. Soffrire di disposofobia è, inoltre, associato a problemi sul lavoro. Emergono inoltre rischi per la salute e per la sicurezza. L’accumulatore, soprattutto se anziano, è soggetto a cadute e lesioni, alla contaminazione alimentare e a infestazioni (anche di insetti o di animali, come topi), oltre a disattenzioni che causano incendi e danni all’abitazione. Gli ingombri in cucina e in bagno possono anche impedire la corretta alimentazione e l’igiene personale", avvertono gli specialisti.
Esistono terapie per questo disturbo? "Ciò che gli accumulatori seriali conservano non è tanto l’oggetto in sé, quanto il suo significato: ricordi, emozioni, un senso di sicurezza, e l’illusione di controllo legata ai beni materiali. Si seguono, dunque, generalmente i trattamenti psicologici riservati a chi soffre di depressione o di disturbo ossessivo compulsivo. La terapia più diffusa - concludono - consiste in farmaci antidepressivi e, quando il paziente è collaborativo, la psicoterapia cognitivo-comportamentale è efficace. Naturalmente occorre anche un aiuto pratico, per rendere abitabile e sicura l’abitazione, stimolando il paziente a liberarsi consapevolmente degli oggetti accumulati".
Leggi tutto: Non buttano via nulla e accumulano, dietro può nascondersi la disposofobia: cos'è
Altri articoli …
- X Factor, tensione alle stelle tra Giorgia e Achille Lauro sul finale del secondo Live
- Incidente sulla Colombo, l'arrivo della bara bianca di Beatrice Bellucci
- Lo studio, da birra 92 miliardi di euro di ricchezza generata in dieci anni
- Meg Ryan: "I miei film? Molti li guardano quando sono malati"
- Crazy Pizza apre a Torino, Briatore: "Non capisco lo stupore, città è pronta"
- Bimba legata a una sedia con una sciarpa, licenziata educatrice in asilo di Napoli
- "Dono il rene a uno sconosciuto", la scelta di Jesse Eisenberg
- Spedisce pacco con una bomba all'agenzia di recupero crediti, 60enne indagato
- Ucraina, richieste Russia troppo rigide: ecco perché Trump ha fermato il summit con Putin
- Sinner, 3 match in 3 giorni a Parigi: cosa dice il regolamento
- Sinnai pronta a brindare con la seconda edizione di Calici d'Autunno
- Ponte sullo Stretto, Salvini: "Toni più bassi? Non mi interessano gli scontri"
- il 1° novembre a Maracalagonis torna il Divertimento in vicinato con "Spássiu in Bixinau"
- Gaza, Axios: Usa offrono ad Hamas passaggio sicuro per uscire da zone controllate da Israele
- Scoperta maxi truffa nel fotovoltaico, sequestrate criptovalute e 95 conti correnti
- Inondazioni e morti, l'uragano Melissa fa strage nei Caraibi
- Italia's Got Talent, stasera la finale per la prima volta in diretta su Disney+
- Halloween è nato in Irlanda, come si celebrava 2000 anni fa tra rape intagliate, falò e spiriti
- Stasera 11 milioni di italiani festeggiano Halloween, la festa è sempre più amata
- Incidente sulla Colombo, oggi i funerali di Beatrice Bellucci all'Eur
Pagina 8 di 879
Leggi Tutte le Notizie di oggi in Sardegna
Sarda News - Notizie in Sardegna
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Per proporre i tuoi feed o un contenuto originale, scrivici a info@sardanews.it
Per tutti gli aggiornamenti seguici su TELEGRAM
o su Facebook https://www.facebook.com/sardanotizie



