
“La nostra filosofia è collaborare il più possibile con i privati. Il centro di Roma è il cuore nevralgico della città, con tutte le sue complessità, e proprio per questo è fondamentale costruire sinergie che permettano di renderlo sempre più bello, accattivante, attraente e decoroso". E' quanto ha dichiarato Lorenza Bonaccorsi, presidente del Municipio I Roma Capitale, durante la celebrazione del primo anniversario del Flagship Store Starbucks a Roma.
Bonaccorsi ha sottolineato l’importanza degli investitori privati e della loro presenza nel centro storico, definendoli un elemento essenziale per la vitalità e la qualità urbana del territorio. “In questi quattro anni di amministrazione abbiamo fatto un lavoro straordinario, partendo dai fondamentali: rimettere in sesto ciò che riguarda la cura del territorio. Penso in particolare al tema dei rifiuti. Oggi il centro di Roma è curato, pur sopportando una pressione enorme tra turisti e city users”, ha spiegato.
La presidente del Municipio I ha ricordato come il 2025 sia stato segnato da un’affluenza straordinaria legata al Giubileo e ai grandi eventi, una prova impegnativa per il territorio ma superata con risultati che l’amministrazione definisce soddisfacenti. “Abbiamo lavorato molto sulla manutenzione di strade, piazze e palazzi di nostra competenza, mantenendo un dialogo costante con gli investitori. Sono questi gli ingredienti necessari affinché Roma resti attrattiva: una città che funziona, che si presenta bene e che attira chi vuole investire e contribuire al suo sviluppo”, ha aggiunto Bonaccorsi. Ricordando il valore simbolico del flagship di Starbucks come presenza internazionale nel cuore della Capitale, Bonaccorsi ha concluso sottolineando il ruolo del lavoro di squadra: “I numeri degli ultimi mesi, tra grandi eventi e flussi turistici, dimostrano che la città può crescere se pubblico e privato si muovono insieme”.

Brusco calo delle temperature e neve in pianura. Ci sono grosse novità per il prossimo weekend di sabato 22 e domenica 23 novembre. "Dopo una lunga novembrata, con massime oltre i 20°C anche al Nord, cambia tutto" dice all'Adnkronos Lorenzo Tedici, meteorologo de 'iLMeteo.it'. "Nel giro di 2-3 giorni, aria artica di origine norvegese raggiungerà il Mediterraneo, causando la formazione di un ciclone invernale, un 'winter vortex': entro venerdì le temperature caleranno anche di 10°C e registreremo locali gelate in Pianura Padana. Da una quasi coda-estiva piomberemo in un anticipo di inverno".
"Da venerdì, oltre all'aumento del freddo, troveremo anche qualche fiocco bianco a bassa quota al Nord - continua Tedici -, non si esclude la possibilità di neve in pianura seppur bagnata e molto localizzata. Le zone dove questo fenomeno potrebbe verificarsi sono quelle comprese tra Emilia, Basso Piemonte e Lombardia. Sarà una caccia al fiocco di neve in pianura, in anticipo di circa un mese rispetto al bianco Natale". "Le temperature resteranno sotto la media del periodo anche sabato e domenica; sabato avremo ancora maltempo da Nord a Sud (neve a quote collinari al settentrione), domenica è prevista invece una tregua prima di un nuovo ciclone in arrivo lunedì. Un periodo decisamente turbolento e via via più freddo con il winter vortex", conclude Tedici.

Si è tenuto oggi, nella sede del Parlamento europeo di Bruxelles, il convegno "Come la produzione zootecnica europea può garantire accessibilità al cibo e sicurezza alimentare e nutrizionale per i cittadini dell’Ue, organizzato da Renew Europe e patrocinato dall'eurodeputato belga Benoit Cassart, allevatore e co-presidente dell’intergruppo zootecnia sostenibile. La kermesse nasce con l’obiettivo di creare una piattaforma di confronto tra istituzioni, accademia, imprese, mondo dell’innovazione e società civile, nel contesto delle politiche europee e di una narrazione sul settore degli allevamenti che, a detta degli organizzatori, spesso risulta distorta da impostazioni ideologiche e antiscientifiche. Al centro dei lavori il ruolo della produzione zootecnica nel contesto di una nutrizione adeguata: la sfida, sulla quale si sono confrontati ricercatori, esperti e decisori politici, è quella di bilanciare densità nutrizionale e livelli di trasformazione degli alimenti nel contesto di diete culturalmente e territorialmente appropriate.
"Anni di criminalizzazione dell’allevamento e delle proteine animali hanno fatto sì che carne e latticini siano per molte persone il male assoluto da un punto di vista della salute e dell’ambiente", ha commentato Cassart. "Nessuno vuole promuovere un consumo eccessivo di carne. Ma grazie a illustri professori universitari, ci siamo finalmente potuti concentrare sugli impatti di una dieta troppo debole in proteine animali, e abbiamo visto che i danni sono importanti, indubbiamente sulla salute ma anche sul clima, perché l’allevamento ha un ruolo centrale da giocare per permettere all’Europa di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e di bio-economia". Nel dibattito seguito agli interventi dei relatori sono intervenuti diversi esponenti della Commissione Europea (DG Sante), della'Organizzazione Onu per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao) e di Farm Europe, think tank brussellese specializzato in agricoltura.
Tra i relatori Alice Stanton (professoressa di Terapia cardiovascolare, Facoltà di Farmacia e Scienze biomolecolari al Royal College of Surgeons di Dublino), che nell’intervento al panel intitolato "Is forcing the reduction of Animal Source Foods part of the solution?" (Imporre la riduzione dei cibi di origine animale è parte della soluzione?) si è focalizzata sugli aspetti nutrizionali delle fonti proteiche animali e dei rischi per la salute a fronte di una carenza di macro e micronutrienti nell'alimentazione. "Nel 2025, il mondo si trova ad affrontare sia una crisi climatica che una crisi della biodiversità, e il sistema alimentare contribuisce in modo significativo a entrambe. Per alcuni, la soluzione è semplice: l’assunzione di alimenti di origine animale (Asf, Animal Source Foods) dovrebbe essere notevolmente ridotta, mentre il consumo di alimenti di origine vegetale (Psf, Plant Source Foods) dovrebbe aumentare considerevolmente. Tuttavia, tali riduzioni forzate degli Asf comportano gravi rischi per la salute umana", ha avvertito la professoressa, sottolineando come "le evidenze provenienti da studi osservazionali, di modellizzazione e da interventi sperimentali indicano chiaramente che le forti riduzioni degli Asf, previste da molte diete a base vegetale, peggioreranno le già diffuse carenze di micronutrienti", andando a colpire "in particolare i gruppi vulnerabili, tra cui donne, bambini e anziani".
"I benefici delle diete a base vegetale nella protezione contro le malattie non trasmissibili (Ncds) sembrano essere più fortemente associati alla riduzione dell’apporto calorico e di sale, e all’aumento del consumo di frutta, verdura, frutta a guscio e cereali integrali, piuttosto che alla diminuzione di proteine animali", ha proseguito Stanton. "Infatti, un maggiore consumo di latticini e prodotti ittici è associato a una protezione contro obesità, diabete, infarti, ictus, malattie cerebrali e alcuni tipi di cancro. Inoltre, il consumo di carne di pollame e uova sembra non avere alcun impatto sulle Ncds ed eventuali effetti negativi assoluti del consumo di carne rossa e lavorata sono minimi, incerti e tendono a ridursi notevolmente, o a scomparire, quando tali alimenti vengono consumati all’interno di una dieta sana. Sono necessari rigorosi studi clinici randomizzati e controllati su tutte le nuove diete a base vegetale proposte come 'ecologicamente sostenibili' per fornire prove chiare dell’adeguatezza in termini di micronutrienti e proteine, con o senza l’uso di integratori, alimenti fortificati e/o biofortificati. Nel frattempo, il consumo di alimenti di origine animale ricchi di nutrienti e prodotti in modo sostenibile dovrebbe continuare a essere incluso nelle linee guida dietetiche nazionali e internazionali per una dieta sana ed equilibrata”, ha concluso la professoressa Stanton.
Successivamente, il professor Peer Ederer (Goal Sciences, Osservatorio globale sulle scienze zootecniche accurate) è intervenuto nel panel "What is the role of Livestock in food availability and affordability in the Eu?" (Qual è il ruolo della zootecnia nella disponibilità e nell'accessibilità economica dei prodotti alimentari nell'Ue?), evidenziando il ruolo cruciale svolto dagli allevamenti zootecnici nel garantire la sicurezza alimentare e l’accessibilità al cibo per tutti gli europei. "Più di 60 anni di politiche alimentari per la salute pubblica nei paesi ad alto reddito hanno fallito sotto diversi aspetti: i tassi di adozione delle diete raccomandate sono trascurabili, la salute metabolica è peggiorata, l’accessibilità economica degli alimenti più nutrienti è diminuita e la quota di cibi ultra-processati e artificiali è aumentata drasticamente. È dunque giunto il momento di un approccio diverso: piuttosto che promuovere diete universali basate su gruppi alimentari specifici con toni più o meno autoritari, è più promettente sottolineare la libertà di scelta personale, la varietà e la flessibilità secondo le preferenze culturali e sociali, e indicare le categorie alimentari rischiose per le quali esistono prove scientifiche inequivocabili degli effetti negativi", ha evidenziato.
"In Europa, in media, l’80% delle proteine biodisponibili nella nostra dieta proviene da alimenti di origine animale, suddivisi equamente tra carne e latticini, uova e pesce. L’unica alternativa nutrizionalmente valida per sostituire la quantità significativa di proteine derivanti dalla carne sono i legumi, cioè fagioli, piselli e lenticchie. Oggi, essi coprono meno dell’1% di questo fabbisogno. L’offerta dovrebbe quindi aumentare di 60 volte per colmare questa lacuna", ha osservato il professore. "La ragione del consumo minimo di legumi in Europa potrebbe essere legata a una saggezza evolutiva: i legumi sono tossici per l’uomo e diventano commestibili solo dopo un accurato lavaggio e una lunga cottura. Le ricette a base di legumi sono spesso molto speziate, salate, zuccherate o fermentate per migliorarne il gusto. Sostituire la carne con i legumi nelle diete europee appare quindi principalmente un’opzione teorica". Inoltre, ha proseguito Ederer, le proteine derivanti dai cereali in Europa "sono fino a quattro volte più costose di quelle provenienti da alimenti di origine animale, mentre le proteine da frutta e verdura risultano fino a dieci volte più costose. La ragione è la bassa concentrazione di proteine in questi alimenti. Il loro ruolo in una dieta equilibrata è piuttosto quello di fornire rispettivamente energia e micronutrienti come vitamine e minerali", ha concluso.
In seguito, il professor Frederic Leroy (Professore di Microbiologia industriale e Biotecnologia alimentare, Facoltà di Scienze e Scienze bioingegneristiche, Vrije Universiteit Brussel) è intervenuto ssu "Nourishment as a Right: Can We Make It a Reality?" (Il diritto all'alimentazione nutriente : possiamo trasformarlo in realtà?) focalizzandosi sul concetto di "nutrizione adeguata" rispetto ad una semplice "dieta sana". Leroy si è riferito ad una nuova ricerca scientifica riassunta nel "Nourishment table (Tavola nutrizionale), affermando che l'essere umano, in quanto onnivoro, "può adottare numerosi modelli e abitudini alimentari per raggiungere un nutrimento ottimale, anche in modi che possono entrare in conflitto con le linee guida dietetiche convenzionali. Tuttavia, esistono limiti a questa flessibilità alimentare, influenzati dalla densità dei nutrienti e dal grado di trasformazione degli alimenti", ha avvertito.
"Il potenziale nutritivo di una dieta tende a migliorare con l’inclusione di alimenti di origine animale, affiancati da una varietà di vegetali ricchi di nutrienti. Gli alimenti minimamente trasformati sono raccomandati come scelta alimentare preferibile, ma una certa quantità di alimenti moderatamente trasformati è comunque considerata benefica, soprattutto quando la dieta è prevalentemente a base vegetale, poiché contribuisce a ridurre le fitotossine e a migliorare la biodisponibilità dei nutrienti", anche se una trasformazione eccessiva "riduce la qualità del cibo, e le diete dominate da alimenti ultra-processati risultano dannose", ha spiegato Leroy. "Per fornire indicazioni nutrizionali più efficaci, la Nourishment Table pone l’accento sulla flessibilità e consente agli individui di scegliere autonomamente una varietà di alimenti sazianti e ricchi di nutrienti, entro i limiti stabiliti dall’evoluzione. I decisori politici dovrebbero condividere l’ambizione collettiva di rendere una nutrizione adeguata un diritto per tutti, affinché le popolazioni umane possano prosperare", ha concluso il professore.

Starbucks celebra il primo anniversario dall’inaugurazione del suo iconico Flagship store in Italia ispirato al concetto 'Where coffee meets art', aperto il 16 novembre 2024 in partnership con Percassi, licenziatario esclusivo del brand in Italia. L’evento celebrativo si è svolto oggi alla presenza delle istituzioni locali, di Vincenzo Catrambone, general manager di Starbucks Italy e di alcuni dei clienti più fedeli di Starbucks, nonché naturalmente di Lucamaleonte, l’eclettico artista romano che ha realizzato l’imponente murale che accoglie i visitatori al piano terra, ispirato al caffè, alla cultura romana e alla mitologia.
Nel corso dell’evento, Lucamaleonte ha realizzato una performance di live painting ampliando il suo artwork come prosecuzione del racconto visivo iniziato un anno fa. La giornata è proseguita con sessioni di degustazioni dedicate, ritratti dal vivo realizzati dall’illustratore Jacopo Ascari e da un dj set allestito nel Mixato Bar. Nel pomeriggio, inoltre, i visitatori sono stati coinvolti in workshop creativi di crochet condotti da Cecilia e Martina Tornati, fondatrici del brand Almace e di calligraffiti, a cura dell’artista Warios.
Situato in Piazza San Silvestro, nel cuore della Capitale, il Flagship presenta un format inedito, 'Where coffee meets art', che fonde arte, creatività e passione per il caffè. Lo store offre un’esperienza immersiva unica nel suo genere e rappresenta un punto d’incontro per la comunità romana e i visitatori provenienti da tutto il mondo, che trovano in Starbucks il perfetto Third Place, un luogo accogliente e fonte di ispirazione in cui sentirsi a casa, dove il rito del caffè si trasforma in un’esperienza culturale e condivisa. Il Flagship diventa così un punto di riferimento per la comunità, un luogo dinamico in cui il piacere del caffè si arricchisce di momenti di espressione artistica, scambio e connessione, consolidando il legame tra il brand e la città.
In un anno, il Flagship di San Silvestro ha sostenuto l’economia locale offrendo opportunità lavorative ad oltre 50 partner (dipendenti) e circa 7.000 ore di formazione. In questi primi 12 mesi, lo store ha ospitato numerosi eventi culturali, rafforzando il legame con il territorio grazie anche al sostegno di artisti emergenti e organizzato workshop e sessioni di coffee tasting, coniugando arte, caffè e sostenibilità in esperienze di condivisione e dialogo, perché “together is the best place to be”. Il Flagship è stato inoltre teatro a giugno della finale nazionale della Barista championship 2025, la competizione annuale che dal 2014 riunisce partner provenienti da 42 Paesi situati in Europa, Medio Oriente e Africa.
Oggi Starbucks conta in Italia 50 negozi - l’ultimo dei quali inaugurato a ottobre a Bolzano all’interno della High Street Gallery del nuovo complesso multifunzionale WaltherPark - e oltre 760 partner provenienti da dieci regioni: Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana, Trentino-Alto Adige e Veneto. Le recenti iniziative del brand riaffermano il suo impegno a offrire una Starbucks Experience sempre più inclusiva e innovativa, come spazio di incontro focalizzato sulla connessione tra le persone. Tra queste vi è lo Starbucks Book Club, un percorso itinerante in cinque tappe alla scoperta dei grandi capolavori della letteratura, guidato dallo scrittore e autore Riccardo Pedicone. L’ultimo appuntamento sarà a dicembre proprio in uno store a Roma. Inoltre, in ottica di inclusione, Starbucks ha recentemente introdotto la price parity, eliminando il sovrapprezzo per le sue quattro alternative vegetali al latte – avena, soia, cocco e mandorla.
Vincenzo Catrambone, general manager di Starbucks Italia, ha dichiarato: “Roma ha accolto il Flagship store Starbucks con entusiasmo e curiosità e siamo orgogliosi di celebrare questo primo anniversario insieme alla città e ai nostri partner, rinnovando l’impegno di Where Coffee Meets Art nel valorizzare l’arte e la comunità locale. Fin dal primo giorno, il nostro Flagship è diventato un luogo in cui il caffè è un linguaggio universale che unisce persone, generazioni e culture diverse. In un anno abbiamo visto crescere una comunità attiva, coinvolta e connessa, una comunità che riconosce in Starbucks non solo come un luogo di condivisione, ma anche come uno spazio di cultura e appartenenza. Continuiamo a credere in questo percorso, unendo qualità, innovazione e creatività per rendere ogni visita una Starbucks experience unica”.

Allarme minori: troppi adulti gli vendono illegalmente alcol, tabacco, azzardo e pornografia. Più della metà dei locali e rivenditori ignora i divieti di legge: il 53% dei locali continua a vendere alcolici ai minori anche se visibilmente alticci; il 60% dei rivenditori di tabacco non verifica l’età e il 46% dei minori ritiene che giocare moderatamente non sia pericoloso. Sono alcuni dei dati che emergono dall'edizione 2025 dell'indagine “Venduti ai minori”, presentata nella Sala Matteotti della Camera dei deputati, condotta dal Movimento italiano genitori (Moige), in collaborazione con l’Istituto Piepoli per analizzare il fenomeno della vendita ai minori di prodotti vietati o inadatti: alcol, fumo, gioco d’azzardo, pornografia, videogiochi 18+ e prodotti contraffatti. L'indagine è stata condotta su 2.123 ragazzi fra i 10 e 18 anni non compiuti.
Dalla ricerca emerge una vendita “illegale” ai minori piuttosto diffusa di prodotti vietati tra i minori in Italia, nonostante i divieti di legge. La diffusione, sottolinea il Moige, è legata alla facilità e la complicità dei commercianti che non verificano l’età di chi compra, e vendono senza problemi anche ad acquirenti minorenni.
Il 94% del campione intervistato è consapevole del fatto che l’alcol può avere conseguenze nocive sulla salute. Tre intervistati su 4 affermano di averne parlato in famiglia e i genitori li hanno messi in guardia. Nove ragazzi su 10 dichiarano che anche i loro docenti hanno affrontato il tema in classe. Ciononostante, un terzo dei minori italiani dichiara di aver consumato bevande alcoliche, anche se con frequenze e intensità diverse. Il (28%) ha bevuto alcol almeno una volta e il 5% lo fa abitualmente (in aumento rispetto al 2023). I minori bevono alcol principalmente per sentirsi più energici e allegri (14%), rilassarsi (12%), ed essere più socievoli (10%). Gli alcolici vengono acquistati principalmente in locali, pub e discoteca (9%) e bar (8%), il 6% al supermercato. Il 59% dei rivenditori non ha verificato l’età di chi comprava alcolici e il 53% ha continuato a vendere alcolici ai minori anche se visibilmente alticci.
Il 28% ha fumato almeno una sigaretta
Quanto al fumo il 95% del campione intervistato sa che il fumo fa male, e che può comportare conseguenze serie e permanenti (85%). Il 28% ha fumato almeno una sigaretta. Di questi, il 8% lo fa abitualmente. I minori fumano principalmente per curiosità (20%) e per rilassarsi (9%). Il 76% dei fumatori lo fa in compagnia. Il 56% ha solo provato o fuma occasionalmente, tra i fumatori, la maggior parte (26%) fuma tra 1 e 5 sigarette, ma il 4% arriva ad un intero pacchetto da 20 a giorno e l’2% fuma anche oltre un pacchetto quotidianamente (dato raddoppiato rispetto al 2023). Le sigarette o tabacco trinciato vengono acquistate principalmente presso tabaccherie (45%) e distributori (22%). Il 17%, invece, le chiede ad amici.
Secondo la ricerca i minori che acquistano presso distributori automatici con controllo della tessera sanitaria utilizzano quella di amici più grandi (52%), o dei genitori o fratelli maggiori (38%). Nel 10% dei casi, invece, la verifica non era attiva. Per quanto riguarda i negozi fisici, invece, il 60% dei venditori non ha verificato l’età, e il 45% non ha negato la vendita anche sapendo che si trattava di un minore.
Dai dati della ricerca condotta dal Moige, in collaborazione con l’Istituto Piepoli, il 33% degli intervistati ha fumato almeno una volta la sigaretta elettronica. A fumarla abitualmente è l'8% degli intervistati, a fronte di un 4% della precedente rilevazione del 2023. Il motivo che spinge a svapare è la curiosità (21%), la convinzione che sia meno dannosa delle sigarette tradizionali (10%), per rilassarsi (7%) e per smettere di fumare altri tipi di sigarette (4%). Il 5% (+2% rispetto al 2023) lo fa perché la fumano gli amici. Il 69% utilizza liquidi che contengono nicotina (+25% rispetto al 2023). Il 38% acquista sigarette elettroniche e ricariche in tabaccheria, il 19% presso distributori automatici e il 17% le chiede agli amici. Riguardo alle ricerche l’80% utilizza prodotti già confezionati e pronti all’uso.
Il 29% è entrato in una sala dedicata al gioco con vincita in denaro
Quanto al gioco, secondo i dati diffusi dal Moige, l’81% (-2% rispetto al 2023) dei ragazzi è consapevole del fatto che giocare spesso con giochi con vincita in denaro può avere conseguenze negative, ma solo il 46% crede che queste possano essere serie e permanenti. Il 59% riconosce come conseguenza grave il non essere più in grado di smettere, per il 34% comporta il ridursi il povertà, il 7% riconosce influenze le attività quotidiane. L’83% sa che questo tipo di attività è vietato ai minori di 18 anni, il 5% crede che l’età minima sia 16 anni, per il 4% è sufficiente avere 14 anni e per il 8% non è mai vietato. Il 46% ritiene che giocare moderatamente non sia pericoloso, mentre l’85% ritiene utile inserire un limite massimo di importo o di tempo per il gioco.
Il 29% è entrato in una sala dedicata al gioco con vincita in denaro, il 72% lo ha fatto con i coetanei. Il 68% conosce il divieto di accesso alle sale con vincite in denaro per i minori. Il 16% ha giocato almeno una volta presso agenzie per le scommesse, bar, tabaccherie, sale bingo, o altri luoghi simili. La tipologia di gioco più diffusa tra i minori è il gratta e vinci (30%), seguiti dalle scommesse sportive (22%), slot machine (12%) e Casinò (11%). Presso le attività commerciali, il 48% dice che sia stata controllata la sua età, il 50% dei gestori non si è rifiutato di far giocare un minore.
Il 64% dichiara che non sia possibile scambiarlo per un maggiorenne. Per quanto riguarda, invece, il gioco online con vincite in denaro, il 12% ci ha giocato almeno una volta, il 37% ne è venuto a conoscenza dagli amici, il 22% lo ha visto in tv. In rete si fanno principalmente scommesse sportive (7%), ma anche poker (in tutte le sue varianti), bingo, casinò e video lottery. Nel 30% dei siti non c’erano avvisi che dichiarano illegale quel gioco per i minori di 18 anni. Al momento dell’iscrizione, o non viene chiesta l’età (34%), oppure, semplicemente, i ragazzi mentono (47%).
Il 44% degli intervistati ha visto almeno una volta un contenuto pornografico, dannoso per il benessere psichico dei minori dal 49% degli intervistati. Per il 68% film e foto porno sono illegali per i minori di 18 anni, mentre per 22% si tratta solo di una raccomandazione, per il 10% basta avere almeno 14 anni. Sono alcuni dei dati che emergono dall'edizione 2025 dell'indagine “Venduti ai minori”, presentata nella Sala Matteotti della Camera dei deputati, condotta dal Movimento italiano genitori (Moige), in collaborazione con l’Istituto Piepoli per analizzare il fenomeno della vendita ai minori di prodotti vietati o inadatti: alcol, fumo, gioco d’azzardo, pornografia, videogiochi 18+ e prodotti contraffatti. L'indagine è stata condotta su 2.123 ragazzi fra i 10 e 18 anni non compiuti.
Secondo i dati dell'indagine il 69% degli intervistati guarda questi contenuti da solo, il 23% con amici della stessa età, il 4% con il/la fidanzato/a, il 2% con amici più grandi e l’2% con adulti. Il 53% è venuto a conoscenza di contenuti pornografici da amici, il 21% li ha cercati su internet. Il mezzo più utilizzato è lo smartphone (36%), seguito da computer di casa (8%) e tablet (7%). Nel 41% dei casi non viene verificata l’età dell’acquirente, il 55% mente.
Aumentano i giovani che giocano ai videogiochi, solo 25% dichiara di non giocarci mai. Il 40% gioca 1 ora al giorno , il 75% gioca collegato online (il 40% sempre o spesso). Il 36% gioca da solo, il 36% con amici collegati online, il 20% con amici in presenza e il 3% con sconosciuti connessi in rete. I giochi preferiti sono quelli di azione e avventura (43%), ma anche sport (22%). Il device più utilizzato è lo smartphone (42%), seguito da console per videogiochi (38%). Sono alcuni dei dati che emergono dall'edizione 2025 dell'indagine “Venduti ai minori”, presentata nella Sala Matteotti della Camera dei deputati, condotta dal Movimento italiano genitori (Moige), in collaborazione con l’Istituto Piepoli per analizzare il fenomeno della vendita ai minori di prodotti vietati o inadatti: alcol, fumo, gioco d’azzardo, pornografia, videogiochi 18+ e prodotti contraffatti. L'indagine è stata condotta su 2.123 ragazzi fra i 10 e 18 anni non compiuti.
Il 38% dei minori intervistati ritiene che i giochi con contenuti violenti o volgari non abbia alcuna conseguenza sul proprio benessere mentale. Il 9% crede che non esistano divieti per i giochi con contenuti violenti e volgari, e il 47% ammette di aver giocato almeno una volta con videogiochi vietati per la propria età.
Il 38%, secondo i dati diffusi dal Moige, ha scaricato nell’ultimo anno videogiochi non adatti per la loro età, nel 32% dei casi non erano presenti avvisi di divieto di età. Il 18% li ha fatti acquistare ai genitori il 17% li ha acquistati in negozio, l’8% su internet. Molti ragazzi (57%) riconoscono i simboli che accompagnano i videogiochi, come il Pegi. Il 60% è d’accordo nell'installazione del parental control.
La contraffazione è percepita in modo superficiale dagli adolescenti: il 33% non ha consapevolezza del fenomeno e il 13% lo riduce a una semplice “imitazione a basso costo”. Il 73% ritiene che riguardi tutti i settori, soprattutto abbigliamento, accessori e tecnologia. Il 70% sa che è un problema globale, non solo italiano. I canali di acquisto dei falsi sono sia online che offline (50%), ma internet è il principale: il 46% si imbatte spesso in offerte sospette su e-commerce e social. Sono alcuni dei dati che emergono dall'edizione 2025 dell'indagine “Venduti ai minori”, presentata nella Sala Matteotti della Camera dei deputati, condotta dal Movimento italiano genitori (Moige), in collaborazione con l’Istituto Piepoli per analizzare il fenomeno della vendita ai minori di prodotti vietati o inadatti: alcol, fumo, gioco d’azzardo, pornografia, videogiochi 18+ e prodotti contraffatti. L'indagine è stata condotta su 2.123 ragazzi fra i 10 e 18 anni non compiuti
Secondo l'indagine, molti ragazzi non sanno distinguere un prodotto autentico da uno contraffatto. I rischi percepiti riguardano soprattutto la scarsa qualità (67%), mentre pochi conoscono i pericoli per salute, sicurezza o le implicazioni legali; il 25% pensa che non ci siano rischi. Solo una minoranza sa che comprare falsi può essere sanzionato.
Nelle strategie di prevenzione, prevale il controllo delle recensioni online (37%). Gli acquisti contraffatti riguardano soprattutto abbigliamento (66%) e tecnologia (20%), ma anche cosmetici e cibo. Il 41% riconosce il falso dopo problemi tecnici, il 19% lo usa comunque, e un 10% prova vergogna per l’acquisto. Le motivazioni principali sono convenienza (35%), scelta (40%) e rapidità (27%). Il 72% non conosce le tecniche dei contraffattori, sempre più sofisticate e ingannevoli.

La lettera, l'abbonamento al giornale, l'ultima intervista. La morte delle gemelle Ellen e Alice Kessler, decedute insieme all'età di 89 anni per suicidio assistito, in Germania monopolizza in particolare l'attenzione dell'Abendzeitung il quotidiano bavarese a cui le due ballerine e cantanti erano particolarmente legate. Nella sua edizione online, il giornale evidenzia il rapporto affettivo costruito con le due abbonate speciali nel corso di decenni. E in un articolo oggi offre elementi che aiutano a comprendere la meticolosità e la razionalità della scelte delle due sorelle.
L'ultima lettera
"Poco prima della sua morte Alice Kessler[1] ha disdetto l'abbonamento all'Abendzeitung. Lunedì mattina (17 novembre), il postino ha consegnato una lettera all'Abendzeitung. Nella missiva, Alice cancellava l'abbonamento congiunto delle gemelle al giornale dopo decenni. Inizialmente aveva digitato al computer la data del 30 novembre, poi aveva corretto la data a mano con una penna a sfera: 17.11.2025", si legge sull'Abendzeitung. "Sotto c'era il suo autografo, forse l'ultimo della sua vita. Con una sottolineatura lunga e decisa, vibrante come le vite delle gemelle protagoniste. Un atto finale".
Sui media, si fa riferimento anche a regali che le gemelle avrebbero inviato nelle ultime ore a persone a cui erano legate. In almeno un caso, il dono sarebbe stato accompagnato dalla richiesta di aprire il pacchetto dopo la data del 17 novembre, quella scelta dalle sorelle per porre fine alle proprie vite.
I problemi fisici e l'intervista
Il quotidiano ricorda che "al gala per il 70° anniversario dell'Abendzeitung" le gemelle Kessler "si erano esibite. Alice aveva persino fatto la spaccata sul palco del Deutsches Theater tutto esaurito. A 81 anni!", quindi solo 8 anni fa. Il giornale offre elementi che possono aiutare a comprendere il quadro. Negli ultimi anni "Ellen aveva subito interventi chirurgici ed entrambe soffrivano di dolori, nonostante decenni di disciplina ed esercizio fisico fino a tarda età. Il tema dell'invecchiamento non era affatto un tabù per loro. Autodeterminazione fino alla morte: questo era il loro credo".
Ad agosto 2024, le parole di Ellen: "Mi hanno impiantato un pacemaker e poi ho iniziato a curare le infezioni del tratto urinario. Le pillole mi fanno quasi deprimere, mi buttano giù. Non ho mai sperimentato simili sbalzi d'umore prima".
Abendzeitung ricorda che le sorella "parlavano apertamente dell'incapacità di comprendere" la situazione di "altre persone (importanti)" che "diventavano impotenti nella loro vecchiaia e necessitavano di cure. Un'operazione dopo l'altra, in definitiva inutile, l'isolamento con una flebo o in una casa di cura: questa non era un'opzione per le Kessler. Era semplicemente una prospettiva orribile da evitare a tutti i costi".

Raccontare la sclerosi multipla attraverso le voci di chi la vive ogni giorno. Nasce da questo intento il vodcast 'Mille storie', realizzato da Merck Italia con i patrocini dell'Associazione italiana sclerosi multipla (Aism) e della Società italiana di neurologia (Sin). Cinque brevi video interviste documentaristiche, della durata di 15 minuti, realizzate in 5 città italiane. Protagonista di ogni puntata è il dialogo tra un paziente e un neurologo. Mentre il paziente condivide la sua storia, le sue paure, i suoi obiettivi, il neurologo offre spunti di riflessione basati sulla propria sensibilità ed esperienza clinica. Un viaggio nella quotidianità delle persone con sclerosi multipla, un dialogo aperto su temi che coinvolgono la vita di tutti: genitorialità, relazioni, carriera, studio, sport.
La quarta storia, 'Una mamma con la sclerosi multipla' - descrive una nota - è ambientata a Milano e vede il confronto tra Gloria Leppini, rappresentante Aism, e Lucia Moiola, neurologa coordinatrice Centro sclerosi multipla e Area ambulatori ospedale San Raffaele di Milano. Il dialogo ruota attorno all'importanza, per chi convive con la sclerosi multipla, di vivere pienamente la genitorialità affrontando le sfide quotidiane con coraggio e resilienza.
"La sclerosi multipla è una malattia infiammatoria e degenerativa del sistema nervoso centrale che colpisce prevalentemente i giovani adulti, spesso nel pieno della loro vita lavorativa, sociale e familiare. Tra i progetti di vita di molti giovani c'è anche quello di costruire una famiglia, ovvero avere dei figli - sottolinea Moiola - Oggi siamo in grado di gestire efficacemente anche le forme più attive della patologia, grazie a un ampio ventaglio di terapie che ci consente di personalizzare il trattamento, tenendo conto dei bisogni e dei desideri di ciascun paziente. E' quindi fondamentale affrontare il tema della gravidanza fin dalla diagnosi o al momento della scelta terapeutica, anche se il progetto può sembrare lontano nel tempo. Questo permette di selezionare farmaci compatibili e di pianificare la gravidanza una volta che la malattia sia stabilizzata. E' importante parlare anche di allattamento e di accudimento del neonato. La donna va rassicurata: non ci sono rischi per il bambino né per lei". La sclerosi multipla non è, infatti, una malattia genetica. "Va ribadito con forza - rimarca l'esperta - che una donna con sclerosi multipla può essere una madre eccellente e che questa patologia non è un impedimento per la genitorialità".
'Mille storie' è un progetto che parla di libertà e resilienza, illustra la nota. La serie mostra come la sclerosi multipla non debba necessariamente rappresentare un ostacolo: con i giusti strumenti, informazioni e supporto, è possibile continuare a sognare, a costruire, a vivere pienamente. Ogni episodio è ambientato in uno spazio aperto, simbolo di movimento e di rinascita, e diventa un invito a ripensare la malattia come parte di un percorso di vita, non come un limite. Con 'Mille storie' Merck è al fianco delle persone con Sm e della comunità scientifica, con l'obiettivo di migliorare la qualità di vita e favorire una maggiore consapevolezza sulla patologia.
"Per un'azienda come la nostra, avere cura dei pazienti e delle persone a loro vicine vuol dire rispondere a tutti i loro bisogni: non solo quelli terapeutici, ma anche quelli di educazione sulla salute", dichiara Ramon Palou de Comasema, presidente e amministratore delegato Healthcare di Merck Italia. La serie vodcast è disponibile sul canale YouTube di Merck Italia per tutto il mese di novembre con cadenza settimanale, accompagnata da una campagna social sulle pagine Instagram e LinkedIn dell'azienda.
"Il progetto racconta ciò che Aism promuove da sempre: la possibilità di andare oltre la sclerosi multipla, integrandola in un percorso di vita pieno e significativo - conclude Mario Alberto Battaglia, direttore generale Aism e presidente Fism - Questo è possibile quando si mette al centro la persona, riconoscendone il ruolo attivo nel percorso di cura e nella ricerca".

Crollo oggi sulla Via Appia in provincia di Napoli, nel tratto interessato dai cantieri del collettore fognario tra Melito, Sant’Antimo e Giugliano in Campania. A denunciarlo è il deputato Francesco Emilio Borrelli (Avs) insieme a Carlo Ceparano, esponente di Europa Verde, allertati dai residenti e dai testimoni sul posto, denunciano pubblicamente l'accaduto e la gravità della situazione. A seguito delle intense precipitazioni che hanno colpito la zona, un vasto tratto di strada ha ceduto improvvisamente, aprendo una profonda voragine. Testimonianze dirette indicano che il crollo ha colto di sorpresa il traffico veicolare, inghiottendo nel vuoto almeno quattro autovetture e mettendo a repentaglio la vita dei conducenti.
Il cedimento è avvenuto in un’area dove i lavori, durati circa tre anni, avrebbero dovuto garantire la messa in sicurezza del sistema fognario. “Dopo circa tre anni di lavori e disagi, è bastato un po' di maltempo per far crollare tutto” dichiarano Borrelli e Ceparano che più volte hanno fatto blitz sui cantieri. “Non si tratta di una calamità naturale inattesa, ma della drammatica conseguenza di opere palesemente inadatte a fronteggiare gli eventi climatici di questo tipo. La fragilità di questo tratto stradale, subito dopo la conclusione dei lavori, è un fallimento e un rischio mortale per i cittadini”.
I due esponenti verdi chiedono l’immediato intervento della Procura della Repubblica per accertare la qualità dei lavori, la lentezza esasperante e le responsabilità che hanno portato a questa strage sfiorata: "È urgente una verifica su tutte le aree del collettore prima che si verifichino altri crolli".

L'Italia torna in campo in Coppa Davis. Gli azzurri capitanati da Filippo Volandri sfideranno l'Austria nei quarti di finale del torneo tennistico per Nazionali al via oggi, martedì 18 novembre e che li ha visti trionfare sia nel 2023 che nel 2024. La strada per il terzo titolo consecutivo però, il quarto della storia azzurra contando anche la leggendaria vittoria del 1976, ci si sono imprevisti, come i forfati di Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, e avversari di livello, che potrebbero rendere la strada più complicata rispetto al passato a Berrettini e compagni.
L'Austria, avversaria dei quarti
L'Austria, avversaria degli azzurri ai quarti di finale e approdata per la prima volta nella sua storia alle Final Eight di Coppa Davis, è una Nazionale di livello ma alla portata degli uomini di Volandri. Gli austriaci hanno eliminato la Finlandia prima e l'Ungheria poi, staccando così il pass per Bologna.
Il numero uno a disposizione del capitano Jurgen Melzer è Filip Misolic, numero 80 del ranking Atp non impiegato nella sfida con i magiari e una vera arma tra i singolaristi. Il doppio, formato da Alexander Erler e Lucas Miedler, è competitivo, ma non all'altezza di due top come Bolelli e Vavassori, eliminati in semifinale alle Finals di Torino.
Da Zverev alla Francia: i pericoli per Volandri
Oltre agli austriaci, si sono qualificate per le Final Eight di Coppa Davis anche Argentina, Belgio, Francia, Germania, Repubblica Ceca e Spagna, che dovrà fare a meno di Carlos Alcaraz[1], oltre all'Italia, saranno le Nazionali che si contenderanno la vittoria dell'insalatiera. L'assenza del numero uno del mondo, reduce dalla sconfitta con Sinner all'ultimo atto delle Atp Finals di Torino, toglie l'arma più pericolosa sulla strada degli azzurri, che in ogni caso avrebbero potuto affrontare la Nazionale iberica soltanto in finale.
La Spagna è sicuramente una delle Nazionali più pericolose, anche senza Alcaraz, potendo contare su singolaristi come Martinez, Munar, Carreno Busta e un doppista di livello assoluto come Granollers. Ma per arrivare ad affrontare gli azzurri gli iberici dovranno vedersela prima con la Repubblica Ceca di Lehecka, Machac e Mensik e poi, soprattutto, nell'eventuale semifinale, con la Germania di Alexander Zverev.
Il numero tre del mondo è diventato, grazie al forfait di Alcaraz, il giocatore con il ranking più alto nella competizione, e nonostante le sue scarse motivazioni, esternate in conferenza stampa all'indomani delle Finals, mantiene un vantaggio su chiunque si trovi dall'altra parte della rete. Sulla strada di Zverev però ci sarà un avversario ostico come l'Argentina di Cerundolo, eliminata proprio dall'Italia, trainata da Jannik Sinner, ai quarti di finale nella scorsa edizione.
Ma prima di un eventuale finale contro Zverev, l'Italia dovrà superare, una volta battuta l'Austria, l'ostacolo Francia. I transalpini, nettamente favoriti nel quarto di finale con il Belgio di Bergs, possono schierare singolaristi come Rinderknech, Moutet, Mpetshi Perricard e Bonzi. Tutti giocatori capaci di mettere in seria difficoltà quelli azzurri.
Dal 20 al 23 novembre 14 concerti al Teatro Massimo...
Proposta Fdi per modificare vecchia norma. Piga, Fondi a rischio... 
''Noto nei media poca compassione, nessun cordoglio e invece tanta ideologica esaltazione davanti al macabro duplice suicidio avvenuto ieri in Germania. Alice ed Ellen Kessler appartengono al lungo elenco di anziani, disabili, sofferenti che dalla fine degli Anni Trenta lo Stato tedesco ha iniziato a sterminare perché rappresentavano un costo inutile per lo Stato. I nazisti lo chiamarono 'programma Aktion T4' e Goebbels ci fece su anche un bel film che trionfò al festival di Venezia del 1941. I tempi non sono cambiati: al festival di Venezia l’anno scorso ho visto un altro film che esalta l’eutanasia, i media applaudono un duplice suicidio operato dallo Stato che ha preparato con una sua dottoressa la pozione letale, come fosse un trionfo della civiltà e dei diritti''. A parlare all'Adnkronos è Mario Adinolfi, f ondatore del Popolo della Famiglia e presidente dell'associazione 'Cristo Regna', sul suicidio assistito di Alice e Ellen Kessler, morte ieri nella loro abitazione in Germania.
Secondo Adinolfi "le Kessler sono state uccise con lo stesso metodo e dalla stessa logica dei nazisti: costavano e non rendevano, per lo Stato era vantaggioso eliminarle e per questo ha mandato un suo medico donna a espletare la pratica - continua Adinolfi - M i meraviglia il silenzio della Chiesa. Quando quel film sull’eutanasia voluto da Goebbels vinse a Venezia nel '41 i vescovi tedeschi ordinarono ai sacerdoti di andare a bussare casa per casa per vietare ai cattolici di vederlo. Ora discettando di fine della cristianità, i cardinali italiani tacciono davanti alla barbarie che si consuma nello stesso giorno delle loro amene assemblee. Poi ci si chiede perché avanza ovunque il pericolo islamico. Alice e Ellen Kessler meritano prima di tutto sgomento e cordoglio sinceri, poi preghiere per le loro anime che speriamo abbiano incontrato la misericordia del Signore davanti ad una scelta tragica quanto grave e sbagliata''.
''La vita non è un bene disponibile, lo Stato che sopprime è ingiusto quando lo fa con Socrate e quando lo fa con le Kessler, l’Italia non segua in questo la via dettata dal Nord Europa che da sempre genera ideologie pericolose, specie quelle che partono dalla Germania - sottolinea Adinolfi - Hitler e Marx sono stati entrambi sconfitti dalla cristianità, con buona pace del cardinale Zuppi che evidentemente è immemore della lezione del Papa sotto cui ricevette l’ordinazione sacerdotale, resistente antinazista in Polonia e poi guerriero anticomunista in nome di Cristo per una vita intera. Giovanni Paolo II fu un condottiero a difesa della vita dei più fragili e anche Francesco è stato in prima linea a denunciare la 'cultura dello scarto' che è alla base dell’abominio dell’eutanasia e del suicidio assistito. I cattolici non possono tacere davanti a ciò che è stato fatto ad Alice ed Ellen Kessler - prosegue il fondatore del Popolo della Famiglia e presidente dell'associazione 'Cristo Regna' - perché ci riporta alla mente gli anni più bui del Novecento anche se qualcuno che sa far di conto vuole provare a spacciarci questi morti come splendidi testimonial di un presunto nuovo diritto. Ma il diritto alla morte non esiste - ammonisce Adinolfi - è solo negazione del diritto alla cura anche dell’incurabile, anche dell’anziano non produttivo, anche del sofferente senza speranza. Questa è la civiltà che l’ordinamento giuridico italiano deve continuare a difendere sfidando la cultura utilitaristica della morte di Germania, Olanda, Belgio e Svizzera dove, dagli Anni Quaranta, uccidono i sofferenti per risparmiare in sanità, previdenza e assistenza attuando programmi eutanasici tra i più crudeli della storia dell’umanità'', conclude. (di Alisa Toaff)

Giorgia è 'Woman of the year' di Billboard Women in Music , l'evento che celebra le donne protagoniste dell'industria musicale. L'appuntamento è a Milano il 25, 26 e 28 novembre presso gli spazi di Ufo Milano (Via Orobia 26), che per l'occasione diventerà la "Donne in Musica House". Quest'anno, il premio 'Woman of the Year' è stato assegnato a Giorgia. Una delle voci più potenti e riconoscibili della musica italiana, l'artista incarna un modello di creatività e rigore artistico, capace di parlare a generazioni diverse. La motivazione ufficiale di Billboard Italia recita: "Da trent'anni la voce di Giorgia è uno dei tratti distintivi della canzone italiana. Sempre indipendente, padrona del proprio destino, Giorgia è anche e soprattutto un esempio per tutte le donne del mondo dello spettacolo di come una carriera può rinnovarsi, rinascere e ripartire e questo 2025 è senza dubbio suo. Per questo Giorgia è la donna dell'anno di Billboard Women in Music".
Il tema di questa edizione è 'Intersections' , un concetto che esplora il potere della musica di creare connessioni con altri linguaggi come arte, cinema, sport, letteratura e attivismo, diventando un ecosistema di esperienze e innovazione. Billboard Women in Music 2025 assegnerà nove premi basati su dati di classifiche, streaming, impatto culturale e rilevanza sociale. Oltre a Giorgia, le premiate sono: Laura Pausini (Global Icon Award); Serena Brancale (Powerhouse); Deborah De Luca (DJ of the Year); Sarah Toscano (Rising Star); Joan Thiele (Songwriter of the Year); Emma Nolde (Performer of the Year); Ele A (Breakthrough) e Paola Zukar (Manager of the Year – Paola Zukar).
Nato negli Stati Uniti nel 2007, Billboard Women in Music ha premiato icone globali come Taylor Swift, Beyoncé e Lady Gaga, affermandosi come piattaforma di riferimento per il talento femminile. L'edizione italiana consolida questo impegno, come testimoniato anche dall'incontro in Vaticano del 12 novembre con Papa Leone XIV, durante il quale Billboard Italia ha donato una targa simbolica a sostegno del valore della voce femminile come linguaggio universale.Le tre giornate (25, 26 e 28 novembre) vedranno un ricco programma di workshop, mostre, presentazioni, showcase e DJ set aperti al pubblico, previa registrazione tramite iscrizione alla newsletter di Billboard Italia Women in Music (fino a esaurimento posti). Le artiste premiate parteciperanno a conversazioni con altre protagoniste della cultura contemporanea, che diventeranno una serie originale pubblicata su YouTube. Inoltre, il 25 e 26 novembre (dalle 14:30 alle 19), la Women in Music House ospiterà una mostra a ingresso libero dell'artista Laurina Paperina , il cui universo visivo pop e dissacrante dialogherà con il tema "Intersections".

Dopo il grande successo con 'La Ruota della Fortuna', Gerry Scotti approda anche in prime time su Canale 5, prima con uno spin off del game show con cui sta macinando record da quest'estate e poi con una nuova edizione di 'Chi vuol essere milionario?'. Giovedì 20, infatti, il programma condotto da Gerry Scotti con Samira Lui propone un appuntamento speciale in prime time, intitolato 'La Ruota dei Campioni', in cui si sfideranno i concorrenti più bravi che hanno partecipato alle puntate di access.
Poi entro la prima metà di dicembre, Gerry tornerà al timone di un altro titolo storico di Mediaset, 'Chi vuole essere milionario?', che esordì 25 anni fa su Canale 5 proprio con Gerry. Allora, per motivi di valuta, si intitolava 'Chi vuol essere miliardario?', poi dal 2002, con l'euro, il 'miliardario' divenne 'milionario'. Dal 2000, anno della prima edizione, Scotti ne ha condotte 15 edizioni: l'ultima nell'autunno 2020, cinque anni fa.

Problemi sul web oggi, 18 novembre, per siti e app. Il down diffuso coincide con la giornata complicata per Cloudflare. La piattaforma si definisce "una delle più grandi reti che operano su Internet. Le persone scelgono le soluzioni di Cloudflare allo scopo di aumentare la sicurezza". Il sito web dell'azienda americana risulta accessibile a tratti.
Cloudflare opera nel settore del content delivery network, vale a dire la rete per la consegna di contenuti. "Gestiamo in media oltre 81 milioni di richieste HTTP al secondo", si legge all'interno della versione italiana del sito. Cloudflare gestisce servizi di sicurezza internet e servizi di DNS distribuiti, nel 'dialogo' tra i visitatori di un sito e gli hosting provider degli utenti Cloudflare.
La piattaforma sul mercato fornisce servizi di rete, sicurezza e prestazioni anche per applicazioni online. La mediazione di Cloudflare si propone di proteggere dalle minacce online, portate magari da attacchi DDoS o bot, e garantisce un rapido caricamente delle pagine con l'obiettivo di rendere la navigazione rapida e sicura.
Cloudfare, che aveva programmato interventi di manutenzione, ha reso noto poco prima delle 11 di essere a conoscenza dei problemi riscontrati da diversi clienti: "Stiamo cercando di comprendere la portata del problema e di risolverlo", afferma Cloudfare. Non è la prima volta che un guasto a Cloudfare paralizza il web. Era già successo nel luglio 2019 e nel giugno 2022.

Il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell'Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha adottato un parere positivo raccomandando l'approvazione del regime ad alto dosaggio di nusinersen per il trattamento dell'atrofia muscolare spinale (Sma) di tipo 5q. Lo annuncia Biogen in una nota, sottolineando che la Sma 5q è la forma più comune della malattia e rappresenta circa il 95% di tutti i casi. Il parere positivo del Chmp sarà ora esaminato dalla Commissione europea: una decisione finale è prevista per gennaio 2026. Se approvato dalla Ce, il regime ad alto dosaggio costituirà un'opzione di trattamento aggiuntiva rispetto al regime a basso dosaggio da 12 mg, già approvato e attualmente disponibile in oltre 71 Paesi.
"Nonostante nell'ultimo decennio siano stati compiuti grandi progressi, resta l'urgenza di fare di più per rispondere ai bisogni ancora insoddisfatti della comunità Sma - dichiara Priya Singhal, Executive Vice President e Head of Development di Biogen - Il parere positivo del Chmp per il regime ad alto dosaggio di nusinersen rappresenta un avanzamento promettente e testimonia il nostro impegno nel rispondere ai bisogni sempre in evoluzione delle persone che vivono con Sma, fornendo terapie in grado di migliorare gli esiti".
Il parere positivo del Chmp - riferisce la farmaceutica - si basa sui dati dello studio Devote di fase 2/3, articolato in 3 parti, e della sua estensione a lungo termine, tuttora in corso, che hanno valutato l'efficacia e la sicurezza del regime ad alto dosaggio di nusinersen in persone naïve al trattamento e in individui precedentemente trattati con quello approvato da 12 mg. Per i pazienti naïve, il regime ad alto dosaggio ha comportato la somministrazione di 2 dosi di carico da 50 mg a distanza di 14 giorni e una di mantenimento da 28 mg ogni 4 mesi. Per i pazienti già in trattamento con il dosaggio 12 mg attualmente disponibile, il passaggio al regime ad alto dosaggio ha previsto una singola dose di carico da 50 mg, proseguendo poi con il mantenimento da 28 mg ogni 4 mesi. Durante lo studio, il trattamento ad alto dosaggio è stato somministrato tramite iniezione intratecale da parte di professionisti sanitari esperti in puntura lombare. "Sulla base dei risultati dello studio Devote e della mia esperienza con i pazienti che ricevono questo nuovo regime - affermato Eugenio Mercuri, professore di Neurologia pediatrica all'università Cattolica, Roma - sono fiducioso che l'alto dosaggio di nusinersen abbia il potenziale per offrire benefici significativi alle persone che vivono con la Sma".
Nel dettaglio - riporta la nota - la coorte principale della parte B (n=75) dello studio ha raggiunto l'endpoint primario, in cui i neonati sintomatici naïve al trattamento che hanno ricevuto il regime ad alto dosaggio hanno mostrato un miglioramento statisticamente significativo rispetto al basale nella funzione motoria misurata tramite il Children's Hospital of Philadelphia Infant Test of Neuromuscular Disorders (Chop-Intend), rispetto a un gruppo di controllo (non trattato) abbinato dello studio Endear (differenza media 26,19 punti; +15,1 vs - 11,1; p < 0,0001). Il gruppo trattato con il regime ad alto dosaggio ha registrato una riduzione del rischio di morte o ventilazione permanente del 68% rispetto al gruppo di controllo. Nella parte C, in aperto, dello studio Devote, un ampio numero di soggetti (n=38) è passato al regime ad alto dosaggio dopo una mediana di 3,9 anni con il regime approvato da 12 mg. I partecipanti hanno mostrato miglioramenti della funzione motoria, con un aumento medio di 1,8 punti (Ds=3,99) dal basale al giorno 302, misurato tramite la Hammersmith Functional Motor Scale Expanded.
Il regime ad alto dosaggio è risultato generalmente ben tollerato, con eventi avversi riportati in linea con la Sma e con il profilo di sicurezza noto di nusinersen. Non sono emerse nuove problematiche di sicurezza con l'uso continuato del farmaco nello studio di estensione a lungo termine. Nella parte B del trial, gli eventi avversi più comuni (≥10 % dei partecipanti) e verificatisi almeno il 5% più frequentemente rispetto al gruppo di controllo abbinato sono stati polmonite, Covid-19, polmonite ab ingestis e malnutrizione. Le avvertenze e precauzioni speciali per l'uso includono reazioni avverse associate alla puntura lombare, bassa conta piastrinica e anomalie della coagulazione, tossicità renale e idrocefalo (accumulo eccessivo di liquido cerebrospinale nel cervello).
Il nuovo regime ad alto dosaggio di nusinersen è stato recentemente approvato in Giappone ed è attualmente in esame presso la Us Food and Drug Administration (Fda), con una decisione prevista entro il 3 aprile 2026. Biogen sta collaborando con le autorità regolatorie di tutto il mondo per introdurre il regime ad alto dosaggio come ulteriore opzione di trattamento per le persone che vivono con Sma.

Il premier polacco Donald Tusk ha reso noto che Varsavia ha identificato i due presunti responsabili del sabotaggio avvenuto domenica mattina lungo la linea ferroviaria Varsavia-Lublino[1]. Secondo il primo ministro, si tratta di due cittadini ucraini "la cui identità è nota" e che "da tempo operano e collaborano con i servizi russi".
Tusk ha riferito al Parlamento che i due sospettati hanno già lasciato la Polonia e si sono rifugiati in Bielorussia. Uno di loro, ha aggiunto, era stato condannato in contumacia da un tribunale di Leopoli per atti di sabotaggio. Le autorità polacche avevano già affermato che "tutto indica" un coinvolgimento di Mosca nell’incidente.
Tusk ha poi denunciato "l'escalation" dei servizi di intelligence russi contro Varsavia. Nel suo intervento al Parlamento, il premier polacco ha affermato che Mosca è interessata "non solo all'effetto diretto di questo tipo di azioni, ma anche alle conseguenze politiche e sociali, come disorganizzazione, caso, panico, speculazione, incertezza l'incitamento di sentimenti anti-ucraini possibilmente radicali".
Tutto questo, secondo Tusk, "è particolarmente pericoloso in Paesi come la Polonia, dove abbiamo abbastanza oneri da sopportare a causa della presenza di oltre un milioni di rifugiati ucraini". E ancora, il capo del governo di Varsavia ha sottolineato come "questi atti di sabotaggio e azioni dei servizi in tutta Europa, non solo in Polonia, stiano sfortunatamente guadagnando slancio, abbiamo a che fare con un'escalation".
Il portavoce del governo responsabile per i servizi segreti Jacek Dobrzynski ha poi insistito sulla necessità di mantenere il riserbo sulle indagini. "Non posso dire a che punto siano gli agenti, su cosa stiano lavorando attualmente, quali indizi stiano collegando o quali indizi stiano analizzando. I servizi russi vorrebbero molto avere queste informazioni: dove si trovano i nostri agenti o in quale direzione si stanno muovendo", ha affermato.

“C’è una sorta di abbandono digitale nell’utilizzo di app e dispositivi per il proprio benessere e la propria salute”.
Lo dichiara Cristina Cenci, Senior Partner Eikon Strategic Consulting Italia, commentando i risultati della ricerca ‘Salute, benessere e sostenibilità’, presentata da Eikon in occasione dell’evento di apertura della Social Sustainability Week in corso oggi a Palazzo dell’Informazione a Roma, secondo cui il 54% degli intervistati non usa app e dispositivi per il proprio benessere e salute. "È una sorpresa, nel senso che sembra che si sia perso tutto ciò che si era costruito con il Covid in termini di accelerazione digitale. Stiamo perdendo la risorsa digitale come risorsa chiave nella costruzione dei percorsi di cura”, aggiunge Cenci.

"L'approccio di Fondazione Msd al tema One Health riguarda a pieno titolo la salute pubblica. Pur nascendo da un'azienda farmaceutica, la Fondazione ha finalità completamente diverse e si dedica soprattutto a promuovere e sensibilizzare su temi che riguardano il benessere della collettività. One Health è un concetto affascinante e complesso: parla del legame profondo tra salute umana, salute animale e salute dell'ambiente. Per questo non va soltanto spiegato, ma va raccontato con linguaggi capaci di coinvolgere le persone, così da trasformare la conoscenza in comportamenti virtuosi, utili a ciascuno e all'intera società". Lo ha detto Claudia Rutigliano, coordinatrice scientifica di Fondazione Msd, intervenendo a Roma - nella sede del Palazzo dell'Informazione - all'incontro 'Salute e benessere come priorità sociale', evento di apertura della Social Sustainability Week.
"Per noi la leva del cambiamento è la Health Literacy, l'alfabetizzazione sanitaria - sottolinea Rutigliano - Come riconosciuto anche dall'Organizzazione mondiale della sanità, rappresenta un determinante fondamentale della salute e un elemento che abilita davvero un approccio One Health. Nei nostri programmi abbiamo sempre iniziato da una ricognizione dei bisogni formativi delle persone, con l'obiettivo di offrire un contributo concreto e di valore. Un altro aspetto per noi decisivo è il lavoro in collaborazione: i nostri progetti sono sempre stati sviluppati con partner autorevoli e numerosi. Questa coralità ha reso i percorsi più complessi da gestire, ma anche molto più ricchi e significativi".
"Nel 2023 - ricorda Rutigliano - abbiamo realizzato una prima indagine sulla popolazione adulta (18-65 anni) per capire qual era la consapevolezza sul tema One Health. I dati emersi sono stati molti, ma uno ci ha colpito in modo particolare: sebbene il tema risultasse interessante per la maggior parte degli intervistati, l'83% non aveva mai ricevuto una formazione dedicata. Da qui è nato un primo ciclo di webinar, una formazione inizialmente più tradizionale, ma resa innovativa dal coinvolgimento di molti attori diversi: esperti, clinici, giornalisti - fondamentali nella comunicazione scientifica - e rappresentanti del terzo settore, in particolare le associazioni di pazienti, molto sensibili al ruolo della prevenzione nell'ottica One Health. L'anno successivo abbiamo scelto di concentrarci sui giovani, un target centrale per la Fondazione. Anche qui siamo partiti da un'analisi dei bisogni, che ha evidenziato una forte richiesta di formazione soprattutto nelle scuole. Abbiamo quindi lanciato una call to action rivolta a istituti di tutta Italia, proponendo un percorso didattico basato su un gioco collaborativo. Il percorso si concludeva con la realizzazione di un elaborato che raccontasse cosa significasse One Health per gli studenti. La risposta è stata sorprendente: 1.600 ragazze e ragazzi hanno aderito producendo poesie, racconti, video e molti altri lavori creativi. I loro elaborati hanno rivelato sensibilità, interesse e una notevole consapevolezza: segno che la direzione intrapresa era quella giusta e che il modello formativo proposto ha funzionato".
"Siamo orgogliosi dei risultati ottenuti, anche grazie alle partnership e ai patrocini - rimarca la coordinatrice scientifica di Fondazione Msd - E continueremo a muoverci in questa direzione, convinti del valore del percorso avviato. Vorrei chiudere con una nota personale: ho due figlie gemelle di 11 anni, molto curiose, ma non sempre entusiaste quando racconto loro le mie giornate di lavoro. Quando però ho parlato dell'approccio One Health, del legame tra persone, animali e ambiente, le ho viste davvero interessate. E' un piccolo esempio, ma dice molto: se troviamo le parole giuste - conclude Rutigliano - One Health può parlare a tutti, anche ai più giovani".

"Al Quirinale si registra stupore per le dichiarazioni del capogruppo alla Camera del partito di maggioranza relativa", Galeazzo Bignami, "che sembra dar credito a un ennesimo attacco alla Presidenza della Repubblica costruito sconfinando nel ridicolo". Così il Colle in una nota dopo la richiesta di chiarimenti del capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera su un articolo pubblicato oggi da 'La Verità'.
"Apprendiamo oggi dalla stampa - prosegue la nota del Quirinale - che persone che ricoprono il ruolo di consiglieri del Quirinale auspicherebbero iniziative contro il presidente Giorgia Meloni e il centrodestra, esprimendo altresì giudizi di inadeguatezza nei confronti dell'attuale maggioranza di Governo", le parole di Bignami, che fanno riferimento ad un articolo del direttore de 'La Verità, Maurizio Belpietro, che la nota del Quirinale definisce per l'appunto "ennesimo attacco alla Presidenza della Repubblica costruito sconfinando nel ridicolo".
Cosa dice l'articolo de 'La Verità'
Il quotidiano parla di "strane manovre per impedire non solo una vittoria di Giorgia Meloni, ma che una maggioranza non di sinistra nella prossima legislatura possa decidere il sostituto di Sergio Mattarella. A quanto pare si ragiona di una 'grande lista civica nazionale', una specie di riedizione dell’Ulivo, con dentro tutti. Un’ammucchiata centrista per togliere voti alla Meloni. Ma forse questo potrebbe non essere sufficiente e allora -scrive ancora Belpietro- il consigliere di Mattarella, Francesco Saverio Garofani, tre legislature come parlamentare del Pd, invoca la provvidenza. 'Un anno e mezzo di tempo forse non basta per trovare qualcuno che batta il centrodestra: ci vorrebbe un provvidenziale scossone', sussurra l’uomo del Colle".
"In che cosa consista lo scossone non è noto, ma lo si può immaginare. Un no al referendum sulla giustizia potrebbe aiutare. La Corte dei Conti e altri giudici impegnati a mettere i bastoni fra le ruote all’Esecutivo darebbero una mano. E magari, perché no, anche una bella crisi finanziaria come ai tempi di Berlusconi, con lo spread alle stelle".
Cosa ha detto Bignami e la risposta al Colle
In una nota il capogruppo di Fdi, commentando quanto apparso su 'La Verità' ha dichiarato: "Confidiamo che queste ricostruzioni siano smentite senza indugio in ossequio al rispetto che si deve per l'importante ruolo ricoperto dovendone diversamente dedurne la fondatezza".
Lo stesso Bignami dopo la nota con cui il Quirinale ha espresso stupore per le sue parole ha chiarito che "nessuno ha chiesto una smentita del Quirinale, né mi sarei potuto permettere. Il comunicato è abbastanza chiaro. La domanda rimane, ovviamente rivolta al consigliere. Figuriamoci se chiedevo un intervento del Colle... La richiesta di smentita era formulata a Garofani, come mi pare chiaro dal comunicato. Mi aspettavo e continuo ad aspettarmi che la smentita la faccia colui al quale quelle frasi vengono attribuite". Così il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Galeazzo Bignami, dopo la nota con cui il Quirinale ha espresso stupore per le parole dell'esponente di Fdi. Bignami, prendendo spunto da indiscrezioni di stampa, aveva puntato il dito contro "persone che ricoprono il ruolo di consiglieri del Quirinale" che "auspicherebbero iniziative contro il Presidente Giorgia Meloni e il centrodestra, esprimendo altresì giudizi di inadeguatezza nei confronti dell'attuale maggioranza di Governo".
Belpietro insiste: "Confermo tutto"
Intanto il direttore de La Verità Maurizio Belpietro risponde al Colle affermando che "confermo parola per parola quanto pubblicato oggi dalla Verità. Di ridicolo in questa vicenda c’è solo il maldestro tentativo di mettere il silenziatore a dichiarazioni inquietanti rilasciate da un consigliere del presidente della Repubblica”.
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