
Il giovane pilota della Mercedes Kimi Antonelli è stato minacciato di morte dopo che la Red Bull ha insinuato che si fosse spostato deliberatamente per essere superato da Lando Norris nelle fasi finali del Gran Premio del Qatar di Formula 1. Norris è salito al quarto posto dopo che Antonelli è andato largo al penultimo giro della gara di domenica.
Norris ha guadagnato così due punti dall'errore di Antonelli, il che significa che ora può arrivare terzo, anziché secondo, nell'ultima gara di stagione di questo fine settimana ad Abu Dhabi, con la certezza di battere la Red Bull di Max Verstappen nella corsa al titolo. Ed è stata proprio la scuderia dell'olandese a 'notare' l'errore di Antonelli e insinuare qualche dubbio, preludio della shitstorm che si è abbattuta sul giovane pilota italiano.
Le accuse Red Bull: "Sembra che l'ha fatto passare" e la shitstorm
Il primo ad accusare, neanche troppo velatamente, Kimi Antonelli è stato l'ingegnere di pista di Verstappen, Gianpiero Lambiase, ha detto via radio al suo pilota, vincitore in Qatar: "Sembrava che (Antonelli) si fosse semplicemente fermato e avesse lasciato passare Norris".
Anche il consulente motorsport della Red Bull, Helmut Marko, ha criticato il 19enne esordiente, sostenendo che avrebbe "salutato" Norris. Antonelli, che ha sostituito Lewis Hamilton alla Mercedes, ha da allora oscurato la sua immagine del profilo Instagram[1] in seguito a una valanga di attacchi online.
La Press Association è stata informata che la Mercedes ha identificato "più di 1100 commenti gravi o sospetti", "molti dei quali erano minacce di morte", sugli account social di Antonelli. Altri 330 commenti "gravi o sospetti" sono stati segnalati anche sui canali social della Mercedes che ha condiviso i dati con la campagna United Against Online Abuse della Fia.
Le scuse della Red Bull e la difesa di Wolff
La Red Bull è stata spinta a presentare delle scuse. Una dichiarazione della Red Bull Racing recita: "I commenti fatti prima della fine e subito dopo il Gp del Qatar, secondo cui il pilota della Mercedes Kimi Antonelli avrebbe deliberatamente permesso a Lando Norris di sorpassarlo, sono chiaramente errati. Il filmato di replay mostra Antonelli che perde momentaneamente il controllo della sua vettura, permettendo così a Norris di sorpassarlo. Ci rammarichiamo sinceramente che questo abbia portato Kimi a ricevere insulti online".
La McLaren è alimentata da motori Mercedes e, parlando domenica sera, il team principal della Mercedes, Toto Wolff, ha dichiarato: "Questa è una totale, assoluta assurdità che mi fa impazzire. Stiamo lottando per il secondo posto nel campionato costruttori, il che è importante per noi. Kimi sta lottando per un potenziale terzo posto in gara. Voglio dire, quanto si può essere stupidi anche solo a dire una cosa del genere? E mi dà fastidio. Perché sono infastidito dalla gara in sé, da come è andata. Sono infastidito dall'errore alla fine. Sono infastidito da altri errori. E poi sentire queste assurdità mi fa impazzire".
"Ho parlato con Lambiase. Ovviamente erano emotivi in quel momento. Gli ho detto: 'Lui (Antonelli) è semplicemente uscito di pista. Ha avuto un piccolo momento di difficoltà nella curva precedente e poi ha perso velocità in ingresso nella curva a sinistra. Può succedere'. Quindi con lui è tutto chiaro. Abbiamo chiarito la situazione. Ha detto di non aver capito la situazione. Ma perché dovremmo farlo? Perché dovremmo anche solo pensare di interferire in un campionato piloti? Bisogna davvero controllare se stessi e capire se si vedono fantasmi".

A pochi giorni dalla diffusione dei risultati preliminari globali dello studio di fase 3 Oceanic-Stroke, Bayer Italia sottolinea il contributo del nostro Paese a un trial che potrebbe aprire un nuovo capitolo nella prevenzione secondaria dell'ictus ischemico non cardioembolico. Lo studio, che ha valutato l'inibitore del Fattore XIa asundexian in aggiunta alla terapia antiaggregante - informa una nota - ha mostrato una riduzione significativa del rischio di ictus ischemico rispetto al placebo, senza aumentare i sanguinamenti maggiori, raggiungendo così entrambi gli endpoint primari di efficacia e sicurezza. L'Italia ha dato un contributo importante alla ricerca con 22 centri clinici coinvolti in tutto il Paese. Grazie ai dati raccolti e alla gestione accurata del follow-up, i centri italiani hanno supportato lo studio in modo determinante, rafforzando la robustezza scientifica dei risultati globali.
L'ictus rappresenta ancora una sfida di portata globale: ogni anno colpisce circa 12 milioni di persone e nel 20–30% dei casi si tratta di recidive. E' la seconda causa di morte nel mondo e le recidive spesso comportano esiti ancora più gravi rispetto al primo episodio. Nonostante le terapie oggi disponibili, il rischio di un nuovo evento rimane elevato: 1 sopravvissuto su 5 può andare incontro a un secondo ictus entro 5 anni. "Lo studio Oceanic-Stroke - afferma Andrea Zini, direttore della Neurologia e Rete Stroke dell'Irccs Istituto delle scienze neurologiche dell'ospedale Maggiore di Bologna - segna un cambiamento importante nella ricerca neurologica. Gli inibitori del Fattore XIa come asundexian rappresentano una nuova frontiera nella prevenzione dell'ictus, un passo significativo nella lotta contro le recidive, soprattutto per i pazienti con ictus ischemico non cardioembolico per i quali le opzioni terapeutiche non sono state sostanzialmente innovate negli ultimi anni. Asundexian, primo farmaco di questa classe a completare con successo uno studio di fase 3, potrebbe offrire una soluzione efficace per ridurre il rischio di ictus ricorrenti in questa popolazione. La terapia antiaggregante attualmente in uso non è sufficiente per prevenire completamente i secondi ictus, il che rende l'approvazione di nuovi trattamenti ancora più cruciale"
Asundexian ha ottenuto la designazione fast track dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti come potenziale trattamento per la prevenzione dell'ictus nei pazienti con ictus ischemico non cardioembolico, ricorda la nota. Tuttavia - si legge - va sottolineato che asundexian è ancora un farmaco sperimentale e non è stato ancora approvato da alcuna autorità sanitaria. Lo studio Oceanic-Stroke ha analizzato efficacia e sicurezza di asundexian, inibitore orale del Fattore XIa, somministrato alla dose di 50 mg una volta al giorno, per la prevenzione dell'ictus ischemico in pazienti che avevano recentemente avuto un ictus ischemico non cardioembolico o un attacco ischemico transitorio (Tia) ad alto rischio. Il trattamento è stato valutato in combinazione con la terapia antipiastrinica standard. Si tratta di uno studio multicentrico e internazionale, randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco, a gruppi paralleli e guidato dal numero di eventi, che ha arruolato oltre 12.300 pazienti.

“Quando parliamo di Hiv non parliamo solo di una malattia, ma di stigma, di diritti e accesso alle cure. Se la scienza su questa infezione ha fatto enormi passi avanti, la comunicazione sembra essere rimasta un po' indietro: termini come contagiato, infetto, focolai, vittime dell'Aids, sieropositivo, non sono solo errori semantici, hanno un impatto e delle conseguenze reali. Superare questo tipo di comunicazione è un segno di rispetto verso le persone”.
Lo ha detto Irma D’Aria, giornalista medico scientifica di Medikea, partecipando al web talk promosso da Adnkronos ‘Innovazione nella prevenzione dell’Hiv: miti e realtà’, realizzato con il supporto non condizionante di Viiv Healthcare. Un incontro che ha visto anche la partecipazione di due infettivologi e che è stato organizzato con l'obiettivo di superare i falsi miti e le convinzioni errate che ancora troppo spesso ruotano attorno all’Hiv, attraverso una comunicazione corretta, basata sulle evidenze scientifiche.
Proprio sul tasto della comunicazione ha battuto la giornalista scientifica. “Di Hiv si parla poco e sui social se ne parla male, con atteggiamenti colpevolizzanti. Inoltre, circolano fake news potenti”, sottolinea. Poi si sofferma sui due antipodi che caratterizzano l’argomento: “Da una parte il catastrofismo, dall'altra una normalizzazione eccessiva. Una dualità che può portare i giovani a vivere una prevenzione superficiale - avverte - Noi giornalisti dovremmo prendere maggiore consapevolezza del mestiere che facciamo e il ruolo che abbiamo e combattere i falsi miti più diffusi. Dobbiamo costruire articoli, contenuti, anche in maniera semplice, che diano un contributo più fattivo”.
D’Aria ricorda inoltre l’importanza di diffondere una corretta informazione partendo dalle scuole, ma anche la necessità di adattare il tipo di comunicazione al contesto socio-culturale attuale: “Sui media mainstream i giovani non ci leggono più - dice - La comunicazione sui canali social va affidata ai giornalisti, non agli influencer, a meno che non siano particolarmente esperti - raccomanda - Bisogna usare un linguaggio coinvolgente per arrivare direttamente ai giovani. Inoltre - aggiunge - occorre puntare sui canali di comunicazione tradizionali per arrivare alle famiglie, che, a un certo punto, dovrebbero affrontare il tema sessualità con i loro figli - sottolinea ricordando che - Spesso i genitori riescono a parlare di contraccezione per evitare una gravidanza, ma difficilmente si parla di malattie sessualmente trasmissibili”. Per la giornalista, la necessità più stringente quando si parla dell’infezione è quella di “riuscire a comunicare che una persona con Hiv”, che segue una terapia antiretrovirale, “non trasmette il virus”.
C’è anche un’altra urgente necessità: “Per restituire un po' di umanità a un tema per troppo tempo raccontato con stigma, vanno coinvolte direttamente le persone con Hiv – spiega D’Aria - Perché nessuna campagna può funzionare se parla sulle persone anziché con le persone che vivono l'infezione”. Poi un invito ai colleghi giornalisti: “Anche se spesso le condizioni in cui lavoriamo ci portano a fare il nostro lavoro di corsa, non smettiamo mai di chiederci che impatto hanno le parole che scegliamo” conclude.
Il regista partenopeo al Teatro Massimo di Cagliari con Vizita...
Previste chiusure per mercoledì 3 dicembre... 
"Con questa nuova installazione di Joana Vasconcelos, il I Municipio rinnova il suo impegno nel valorizzare i luoghi simbolo della città attraverso progetti culturali che parlano al presente e costruiscono futuro. 'Solitário' non è solo un’opera spettacolare, è un invito alla riflessione collettiva e alla partecipazione, un modo per riportare l’arte al centro della vita urbana e restituirla alla cittadinanza". Così la presidente del I Municipio di Roma Lorenza Bonaccorsi dopo l'arrivo di "Solitário", la nuova installazione dell’artista internazionale Joana Vasconcelos, da oggi visibile sulla Terrazza del Pincio. L’opera approda in uno dei luoghi più iconici della città grazie al patrocinio di Roma Capitale e alla collaborazione con il Municipio Roma I Centro, che ha sostenuto fin dall’inizio la realizzazione e l’inserimento del progetto nel contesto urbano.
La cerimonia di unveiling si è svolta questa mattina alla presenza del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, dell’artista e di Giancarlo Giammetti, ribadendo il valore istituzionale dell’intervento e la visione condivisa di una città che porta l’arte negli spazi pubblici. La scultura, costruita con 110 cerchioni dorati e una piramide rovesciata composta da 1.450 bicchieri di cristallo, propone un linguaggio visivo monumentale e allo stesso tempo sofisticato, suggerendo una rilettura contemporanea dei simboli di status e della loro trasformazione. "Solitário" dialoga direttamente con la Terrazza del Pincio, palcoscenico monumentale e suggestivo, invitando a riflettere non solo sul ruolo dei simboli nella società contemporanea ma anche sui temi legati al genere, all’identità e alle narrazioni collettive. Il progetto prende forma grazie al Patrocinio di Roma Capitale e alla collaborazione con il Municipio Roma I Centro, che insieme alla Fondazione Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti ha costruito un percorso culturale fatto di installazioni, laboratori e iniziative diffuse, con l’obiettivo di promuovere democratizzazione dell’arte e rigenerazione urbana.
Per l'assessore alla Cultura, Giulia Silvia Ghia, "la collaborazione siglata tramite un accordo con la Fondazione Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti conferma quanto la cultura possa essere motore di inclusione e rigenerazione. Quest’opera, in dialogo con un luogo iconico come la Terrazza del Pincio, dimostra come arte e comunità possano incontrarsi generando bellezza, curiosità e nuove visioni. È un passo ulteriore verso una città che vive la cultura come esperienza condivisa". Con questa installazione, il Municipio Roma I Centro rafforza il proprio impegno nel rendere la cultura un elemento vivo della città, capace di creare relazione, partecipazione e nuove forme di identità urbana.

Il rapporto con Gino Paoli, la figlia Amanda, la carriera e le scelte. Stefania Sandrelli ospite a Belve, nella puntata in onda domani 2 dicembre su Raidue, risponde alle domande di Francesca Fagnani.
Si parte dall'incontro con Gino Paoli ("non sapevo che era sposato" dice), la passione ("ci siamo levati parecchie soddisfazioni"), l'arrivo della figlia Amanda nata 3 mesi dopo il figlio che Paoli ebbe con sua moglie Anna. "Come ha fatto ad accettare questa contemporaneità?", domanda la giornalista. "Amore a tre mai! Mi disse che non era stato lui, non gli ho creduto. Ha sempre negato. Disse anche che lei era libera di fare quello che voleva: anni dopo con Anna ne abbiamo parlato e riso insieme", risponde Sandrelli che nello studio di Belve rivela di aver fatto l’amore "in cima alla Basilica San Pietro, sulla scala verso la cupola".
"Chi era il fortunato?" chiede Fagnani. "Il solito" ammette Sandrelli riferendosi a Gino Paoli. L'attrice poi si commuove quando ricorda gli anni della separazione forzata dalla figlia Amanda che andò a vivere con il padre Paoli e la moglie, quando era sposata con Nichi Pende che ebbe problemi con l’alcol. "Ho sofferto molto. Mi sono separata da mio marito, non potevo rinunciare a mia figlia".
"Il sesso ha contato molto nella sua vita?" chiede Fagnani." Sì e sono molto contenta che Gino mi abbia svezzata. Perché anche lui era molto esuberante" risponde Sandrelli. La giornalista poi scherza su qualche suo vezzo "da diva". "Si dice che lei non debba mettere sempre gli slip". "Mi danno fastidio. Sono più le volte che non le metto..." dice Sandrelli. E Fagnani aggiunge: "Questa abitudine non l'ha persa?". "No, infatti stasera ho le calze". chiosa l’attrice con un sorriso.
Capitolo carriera: dopo aver lavorato con alcuni maestri del cinema, negli anni ’80 gira 'La chiave' di Tinto Brass. "Intraprende il filone erotico a 40 anni, perché?" chiede Fagnani. "La sceneggiatura era molto bella, ho avuto voglia di farlo", spiega Sandrelli. "Quando si è rivista ha sentito imbarazzo?", insiste Fagnani. "No. Mi sono piaciuta. E poi mi ha liberata…", risponde Sandrelli.

La VII edizione di 'Panettone Maximo', festival nazionale del panettone artigianale – tra i più autorevoli a livello nazionale e, senza dubbio, il più importante evento di Natale della Capitale – si è svolta ieri, domenica 30 novembre, dando il benvenuto al mese dedicato al Natale. Organizzato dalla E20 Events Factory e Ristoragency, l’evento ha goduto del patrocinio della Presidenza della Regione Lazio e dell’Assessorato ai Grandi Eventi del Comune di Roma e il contributo di Arsial (agenzia regionale per lo sviluppo e l'innovazione dell’agricoltura del lazio) e l’importante sostegno degli sponsor Agrimontana, Molino Dallagiovanna, Irinox, Fattoria Latte Sano, Reviva e Caffè Moak (gold) e Cacao Barry ed Eurovo (silver).
A trionfare sono stati Pasticceria Macrì di Roma per la categoria del 'Miglior panettone tradizionale' e Dolce Tuscia di Capranica (Vt) nella categoria 'Miglior panettone al cioccolato'. Grande consenso anche quest’anno per la competizione per il 'Miglior panettone gourmet', titolo vinto da Francesco Apreda, titolare del ristorante Idylio by Apreda di Roma. A seguire, il 'Premio Stampa Estera', consegnato dalla presidente Elena Postelnicu, è andato a Konig Cafè (Campobasso) quello per il 'Miglior Packaging' alla pasticceria pugliese L’arte di Luciano (Apricena - FG), mentre nella categoria 'Miglior comunicazione digitale' si è affermata Lisita Pasticceria (Mondragone-Ce). Il 'Premio del pubblico', votato direttamente dalle migliaia di presenti, è andato a Zest Pasticceria (Ardea-Rm).
A decretare i vincitori è stata una super giuria composta, come ogni anno, da nomi di assoluto prestigio del mondo della pasticceria – come il Maestro Gino Fabbri (presidente onorario Apei), Angelo Musolino (presidente Compait), Claudio Gatti (presidente Accademia dei Maestri del Lievito Madre), Attilio Servi (Mastro Pasticcere e lievitista) e i Mastri Pasticceri Denis Dianin, Fabrizio Donatone (Campione del mondo 2015) e Walter Musco per il tradizionale. Per il cioccolato invece Giuseppe Amato (Miglior pasticcere del mondo 2021), Davide Comaschi (World Chocolate Masters 2013 e Maestro Cioccolatiere), Francesco Boccia (Campione del mondo 2015), Pasquale Marigliano (Maestro Pasticcere & Maitre Chocolatier), Andrea Fiori (Pastry Chef & Maitre Chocolatier), Marion Lichtle (Pastry chef e titolare de Il Pagliaccio**) e Valerio Esposito (Maitre Chocolatier).
In giuria anche critici enogastronomici (per il panettone tradizionale Luigi Cremona, Alberto Lupini, Vincenzo Pagano, per il panettone al cioccolato Valeria Maffei, Pamela Panebianco, Marco Gemelli) e i rappresentanti del “Gruppo del gusto” della Stampa Estera, Elena Postelnicu e Bernard Bedarida.
Novità di questa edizione è stata l’area dedicata a 'Olea Dulcis', ovvero i grandi lievitati realizzati con l’olio Evo, evento tenutosi la prima volta lo scorso anno in Umbria, ideato e condotto dal noto giornalista enogastronomico Luigi Cremona e da Lorenza Vitali, con il contributo di Emanuela Mancino e con il proposito di diffondere la cultura dell’olio extravergine di oliva per le sue doti di sostenibilità, valore alimentare, salutistico, paesaggistico e di incentivarne l’utilizzo in pasticceria. La vittoria è andata ex aequo al Parco delle Querce (Valentano-Vt) e Pavone Pasticceria Contadina (Chiaramonte Gulfi-Rg) per il miglior panettone con evo legato al territorio, a Eden Resort Gaeta (Gaeta-Lt), per il miglior panettone con evo creativo, e a Fornai Ricci (Montaquila-IS) per il miglior premio 100% olio extravergine di oliva. A presentare brillantemente la kermesse è stata la giornalista e volto televisivo Barbara Politi, ovviamente di rosso vestita, con il suo brio, simpatia e bellezza “made in Salento”.
Un inebriante profumo di cioccolato, burro, uvetta e canditi, caratteristico della festività più amata dell’anno, ha invaso per tutta la domenica il Salone delle Fontane dell’Eur, facendo da cornice all’attesissimo evento che ha premiato, di fronte a una platea entusiasta, i migliori panettoni artigianali d’Italia.
“Siamo molto soddisfatti per il grande successo di questa settima edizione di Panettone Maximo – ha affermato l’ideatore ed organizzatore Fabio Carnevali - che ha nuovamente superato quello dell’anno precedente, con circa 5.000 presenze, confermandosi come l’evento più atteso del periodo natalizio nella capitale. 48 pasticcerie e forni, 96 panettoni in gara, 20 banchi degustazione di eccellenze gastronomiche, 10 panettoni gourmet realizzati da chef stellati, 6 show cooking tri-stellati, l’esclusivo privé per la giuria e i giornalisti e il Christmas village dedicato ai più piccoli, con gli elfi, Babbo Natale e tanto zucchero filato, la donazione a due associazioni che assistono bambini in stato di disagio o in cura presso il reparto di oncoematologia del Bambino Gesù".
"Tutto questo è Panettone Maximo e il segreto del suo successo, arricchito quest’anno dall’evento collaterale Olea Dulcis, ideato da Lorenza Vitali e Luigi Cremona, con 20 panettoni all’olio Evo. Ora il nostro obiettivo, non proprio facile, sarà fare di meglio e di più. Ma ce la metteremo tutta”, ha concluso.
Il festival del panettone si riconferma family friendly, grazie al suo amatissimo Christmas Village dove, oltre a tanti banchi di assaggi, è stata come di consueto allestita un’area a tema natalizio, dedicata all’intrattenimento dei più piccoli, con elfi animatori e l’immancabile foto con Babbo Natale, laboratori creativi e tanto zucchero filato.
Consulta, tentativo di risposta a scopertura cure primarie... 
Migliorare la gestione delle malattie rare, avvicinando la cura ai pazienti e supportando famiglie e caregiver con materiali utili per gestire la quotidianità.
Sono gli obiettivi dell’iniziativa “Ipsen for Rare”, annunciata da Ipsen, azienda biofarmaceutica impegnata nella ricerca e nello sviluppo di innovazioni terapeutiche in oncologia, neuroscienze e malattie rare.
Il programma parte con un servizio di home delivery dedicato ai pazienti pediatrici con Colestasi Intraepatica Familiare Progressiva (PFIC), un gruppo di malattie colestatiche rare che insorgono più spesso durante l’infanzia alterando il normale flusso della bile verso l’intestino con sintomi invalidanti come il prurito, che può interferire con il sonno e le attività quotidiane, peggiorando in modo significativo le condizioni di vita.
“La PFIC è una malattia cronica complessa, che richiede una gestione specialistica accurata e costante. Questo comporta per le famiglie regolari visite di controllo in ospedale a cui si aggiungono quelle motivate dal ritiro del farmaco, con un conseguente impatto logistico e organizzativo. – commenta il Dott. Andrea Pietrobattista, Responsabile U.O.S. di Epatologia e Clinica del Trapianto di Fegato dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma - In questo contesto, il servizio di consegna domiciliare del farmaco rappresenta un supporto concreto per semplificare la continuità terapeutica e migliorare l’aderenza al percorso di trattamento, offrendo alle famiglie un sostegno tangibile, senza compromettere la sicurezza o la qualità dell’assistenza”. Dal mese di novembre e su indicazione del medico specialista, le famiglie possono usufruire del programma ‘Ipsen for Rare’, che prevede la consegna a domicilio del farmaco odevixibat, insieme a un kit composto da materiali informativi per la gestione della malattia. Per esprimere le proprie emozioni tramite parole o disegni, un diario illustrato è tra i materiali che arriveranno nelle case dei genitori, per affrontare meglio la malattia nel contesto domestico, che rappresenta uno spazio familiare e protetto al centro del percorso di cura. Nel kit è incluso anche ‘Il drago ruba bellezza’, la fiaba che soffia parole coraggiose realizzata dall’associazione pazienti PFIC Italia Network Odv e Carthusia Edizioni, impresa culturale e creativa specializzata in editoria per bambini e ragazzi, con il supporto incondizionato di Ipsen Italia.
“La PFIC causa sintomi invalidanti che compromettono la qualità di vita e rendono difficile per i piccoli pazienti e le loro famiglie affrontare la quotidianità. Per questo, frequenti spostamenti per raggiungere i centri ospedalieri, spesso lontani dai luoghi di residenza, sono difficilmente gestibili dalle famiglie e rischiano di creare ulteriori ostacoli, oltre a quelli già gravosi della malattia. - commenta Francesca Lombardozzi, Presidente di PFIC Italia Network Odv – Poter ricevere direttamente a casa la terapia, in accordo con il medico, insieme a informazioni e strumenti come un diario illustrato e una fiaba che soffia parole coraggiose, permette alle famiglie dei piccoli con PFIC di valorizzare l’ambiente domestico come luogo di cura, con effetti positivi sulla qualità di vita e sulla gestione della malattia”.
Il servizio di home delivery è solo l’inizio del programma.
L’obiettivo è di allargare le iniziative e i servizi anche ad altri pazienti rari negli ambiti in cui si concentra l’impegno dell’azienda.
Il programma “Ipsen for Rare” parte con un servizio dedicato ai pazienti pediatrici con Colestasi Intraepatica Familiare Progressiva (PFIC), con l’obiettivo di allargare le iniziative e i servizi anche ad altri pazienti rari negli ambiti in cui si concentra l’impegno dell’azienda, come commenta Patrizia Olivari, Presidente e Amministratore Delegato di Ipsen Italia: “L’avvio del programma ‘Ipsen for Rare’ rappresenta un ulteriore passo avanti nel nostro costante impegno per rispondere ai bisogni delle persone che affrontano malattie complesse. La ricerca scientifica e l’innovazione terapeutica sono al centro della nostra missione, ma siamo consapevoli della necessità di andare oltre e di supportare la comunità clinica e dei pazienti con servizi e iniziative volte a migliorare e semplificare la vita, in un’ottica di sostenibilità, efficacia e prossimità della cura. Da qui nasce “Ipsen for Rare”.
Il servizio di home delivery è gestito da Adecco Outsourcing (Professional Solutions), società del gruppo Adecco con una lunga esperienza nella progettazione di Patient Support Program (PSP) per aziende farmaceutiche, con l’impegno di migliorare la qualità di vita dei pazienti, favorire l’aderenza terapeutica e garantire un supporto continuativo a tutto l’ecosistema della salute.

"Ritengo che la decisione assunta dal Dipartimento di Filosofia dell'Università di Bologna di negare l'attivazione di un percorso di studi per i giovani ufficiali dell'Esercito Italiano sia un atto incomprensibile e gravemente sbagliato". Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in una nota, interviene sulla vicenda del corso di filosofia negato dall'Ateneo dsi Bologna ai cadetti dell'Accademia di Modena.
"Non si tratta solo di una scelta inaccettabile, ma di un gesto lesivo dei doveri costituzionali che fondano l'autonomia dell'Università -sottolinea- . L'Ateneo, in quanto centro di pluralismo e confronto, ha il dovere di accogliere e valorizzare ogni percorso di elevazione culturale, restando totalmente estraneo a pregiudizi ideologici. Questo rifiuto implica una messa in discussione del ruolo stesso delle Forze Armate, presidio fondamentale della difesa e della sicurezza della Repubblica, come previsto dalla Costituzione".
Per il presidente del Consiglio "arricchire la formazione degli ufficiali con competenze umanistiche è un fattore strategico che qualifica ulteriormente il servizio che essi rendono allo Stato. È proprio in questa prospettiva di difesa e di impegno strategico, spesso in contesti internazionali complessi, che la preparazione non può essere solo tecnica. Avere personale formato anche in discipline umanistiche garantisce quella profondità di analisi, di visione e di pensiero laterale essenziale per affrontare le sfide che alle Forze Armate sono affidate. Una preparazione completa è garanzia di professionalità per l'intera Nazione".
"Ribadisco personalmente e a nome del Governo il pieno e incondizionato sostegno all'Esercito e alle Forze Armate e condanno fermamente ogni tentativo di isolare, delegittimare o frapporre barriere ideologiche a un dialogo istituzionale così fondamentale per l'interesse nazionale", conclude il capo del governo.

Mentre continua il dibattito pubblico e istituzionale sul ruolo dell'educazione sessuale rivolta ai giovani, la Giornata mondiale contro l'Aids rappresenta un'occasione cruciale per riportare l'attenzione sulla prevenzione. Un tema oggi più che mai urgente alla luce delle allarmanti evidenze emerse dall'ottava edizione dell'Osservatorio 'Giovani e sessualità' di Durex, condotto in collaborazione con Skuola.net su un campione di 15mila giovani tra gli 11 e i 24 anni. I dati mostrano una scarsa consapevolezza dei giovani italiani riguardo alla salute sessuale e alla prevenzione e conoscenza delle infezioni sessualmente trasmissibili (Ist). Oltre il 40% dei ragazzi non sa che solamente utilizzando il preservativo ci si può proteggere dalle Ist e quasi la metà (44,5%), di fronte a un elenco di infezioni, non sa indicare quelle a trasmissione sessuale. La scarsa conoscenza porta a una sottovalutazione del rischio di contrarre una Ist durante rapporti sessuali non protetti: il 58% non ha mai provato timore e il 45,8% pensa che con un partner stabile non ci si possa infettare.
I comportamenti dei giovani - riporta una nota - riflettono questa percezione ridotta del rischio: l'uso regolare del preservativo è in calo, passando dal 56,7% del 2019 al 45,4% nel 2025. Inoltre, il 60,4% si è affidato almeno una volta al coito interrotto e il 31,8% lo ritiene efficace per evitare gravidanze e/o infezioni sessualmente trasmissibili, percentuale che supera il 50% nella fascia 11-13 anni. Anche i controlli restano poco praticati: quasi la metà (43,9%) non ha mai effettuato test specifici per le infezioni sessualmente trasmissibili perché non sente di averne bisogno (57%), prova imbarazzo nel parlarne con i genitori (12%), non era a conoscenza dell'esistenza dei test (8,4%) o non sa a chi rivolgersi (6,5%). Non solo: il 63,9% dei giovani non si è mai rivolto a specialisti come ginecologi e andrologi, precludendosi l'opportunità di ricevere indicazioni e informazioni corrette e complete sul tema da professionisti del settore. Emerge però una necessità chiara: 2 giovani su 3 (70,9%) vorrebbero ricevere più informazioni sulle infezioni a trasmissione sessuale e sulla protezione nei rapporti sessuali, soprattutto a scuola (54,2%). Per questo in occasione del primo dicembre è importante fare luce su una sfida non solo sanitaria, ma anche culturale: trasformare la prevenzione in educazione e l’educazione in una forma concreta di tutela.
"Oggi più che mai la scuola è chiamata ad assumere un ruolo determinante nel trasmettere conoscenze corrette e scientificamente fondate ai giovani, soprattutto in un contesto in cui la circolazione di informazioni imprecise o fuorvianti attraverso i media digitali e i social network è in costante aumento", dichiara Laura Savarese, direttrice Affari regolatori e relazioni esterne di Reckitt Benckiser Healthcare (Italia) Spa, che commercializza il brand Durex in Italia. "I dati emersi dal nostro Osservatorio Giovani e sessualità rappresentano un campanello d'allarme che non possiamo permetterci di ignorare - sottolinea - Disinformazione, false credenze e una scarsa percezione del rischio legato alle infezioni sessualmente trasmissibili, insieme al calo dell'uso del preservativo, generano conseguenze concrete e preoccupanti per la salute pubblica. Per questo è indispensabile intervenire con tempestività: si tratta di una responsabilità condivisa, che coinvolge istituzioni, scuola, famiglie e anche aziende come la nostra. Educare sin dalla preadolescenza e offrire ai ragazzi strumenti adeguati significa metterli nelle condizioni di vivere la propria sessualità in modo sicuro, libero, protetto e pienamente consapevole".
Commenta la direttrice Centro operativo Aids dell'Istituto superiore di sanità, Barbara Suligoi: "I dati sui comportamenti dei giovani emersi dall'Osservatorio sono una conferma dell'emergenza riscontrata anche in campo clinico. Il Centro operativo Aids dell'Iss ha riscontrato un aumento delle segnalazioni di infezioni sessualmente trasmesse del 16,1% in più rispetto al 2021. Gli incrementi più significativi riguardano la gonorrea (+83,2%), la sifilide primaria/secondaria (+25,5%) e l'infezione da clamidia (+21,4%). Questi numeri, insieme alle evidenze dell'Osservatorio, confermano l'urgenza di rafforzare prevenzione, educazione e informazione corretta attraverso un intervento coordinato e strutturato a livello nazionale. E' fondamentale promuovere una cultura della prevenzione che includa non solo l'uso corretto dei contraccettivi, ma anche la consapevolezza dei rischi, il rispetto delle regole del sesso sicuro e l'accesso facilitato a centri di consulenza. Continueremo a monitorare attentamente la situazione e a collaborare con tutte le istituzioni e gli attori coinvolti per sviluppare strategie efficaci per la salute pubblica".

Il gip di Roma si è riservato di decidere sulla richiesta di archiviazione della procura nel procedimento che vede indagato l’ex numero 10 della Roma, Francesco Totti, accusato di abbandono di minori. La vicenda era nata dalla denuncia presentata dall’ex moglie, Ilary Blasi, in cui si afferma che Totti avrebbe lasciato la figlia sola in casa per alcune ore in una sera del maggio 2023. Oltre a Totti sono indagate anche l’attuale compagna del calciatore, Noemi Bocchi, i cui figli minorenni sarebbero stati anche loro in casa, e la tata, che vive nello stesso palazzo.
Per i pm che sollecitano l’archiviazione, "non vi è mai stato un reale pericolo per i minori, la più piccola aveva un telefono con il quale poteva chiamare la madre, era con bambini più grandi e la tata, pur non presente, era 'verosimilmente' disponibile a salire subito perché vive nello stesso palazzo". Alla richiesta si sono opposti i legali della Blasi e dopo l'udienza di opposizione all’archiviazione, che si è tenuta oggi a piazzale Clodio, il gip scioglierà la riserva nei prossimi giorni.

Sono stati "duri ma molto costruttivi" i negoziati tra Washington e Kiev nel club privato Shell Bay del Witkoff Group nel sud della Florida. Una fonte a conoscenza diretta dei colloqui, a cui hanno partecipato il Segretario di Stato americano Marco Rubio, l'inviato speciale Steve Witkoff e il genero del presidente Donald Trump, Jared Kushner, ha dichiarato alla Cnn che gli intensi negoziati hanno rappresentato un "passo avanti" e "si sono basati sui progressi compiuti a Ginevra", dove la scorsa settimana si è tenuto un primo round di discussioni sulle proposte statunitensi per porre fine alla guerra russa in Ucraina. "Sarebbe molto prematuro dire che abbiamo finalizzato tutto, perché ci sono ancora molte cose da fare", ha detto la fonte all'emittente americana.
"L'incontro è stato molto mirato e gli aspetti più problematici delle proposte di pace sono stati discussi in dettaglio", ha aggiunto la fonte, lasciando intendere che potrebbero essere fatti dei timidi progressi in alcuni ambiti[1]. Uno degli "aspetti più problematici" della proposta di pace iniziale degli Stati Uniti, composta da 28 punti, era la clausola che imponeva all’Ucraina di rinunciare formalmente alla sua aspirazione, sancita dalla sua costituzione, di aderire alla Nato. Una richiesta fondamentale della Russia per porre fine alla guerra e qualcosa che i funzionari ucraini continuano a respingere. Tuttavia, secondo la Cnn, i negoziatori hanno discusso un possibile scenario in cui all'Ucraina verrebbe di fatto impedito di unirsi all'alleanza militare occidentale guidata dagli Stati Uniti, tramite accordi che dovrebbero essere negoziati direttamente tra gli stati membri della Nato e Mosca.
"L'Ucraina non sarà spinta a rifiutare ufficialmente, in senso legale, questa aspirazione", ha detto la fonte alla testata, aggiungendo che "se gli Stati Uniti hanno qualcosa da concordare con la Russia a livello bilaterale, o se la Russia vuole ricevere delle garanzie dalla Nato a livello multilaterale, allora questo non significa coinvolgere l'Ucraina nel processo decisionale". Una decisione definitiva su quello che sarebbe un compromesso molto delicato, probabilmente impopolare tra gli stati della Nato, non è stata ancora presa e spetterebbe in ultima analisi al presidente ucraino. Ma ciò suggerisce che, mentre procedono i negoziati tra Stati Uniti e Ucraina e mentre Witkoff si reca a Mosca per colloqui al Cremlino, si stanno esplorando soluzioni creative per aggirare in punta di piedi le linee rosse di Kiev.
Un altro degli aspetti problematici è la richiesta dei Mosca, che ha trovato riscontro anche nella proposta di pace statunitense in 28 punti, che l'Ucraina ceda il territorio nella regione del Donbass, nell'Ucraina orientale, annesso ma non ancora conquistato dalla Russia. Il piano degli Stati Uniti prevedeva che la regione, che comprende una "cintura di fortezze" di città e paesi fortemente difesi e considerati cruciali per la sicurezza ucraina, diventasse una zona demilitarizzata russa, che Mosca avrebbe amministrato ma in cui non avrebbe schierato forze militari.
Secondo la Cnn, le discussioni stanno procedendo anche su questo tema, uno dei più controversi dei negoziati. "L'idea di cedere il controllo ai russi, cosa che indebolirebbe notevolmente la difesa dell'Ucraina e renderebbe più probabile un'ulteriore potenziale aggressione, riducendo significativamente la capacità dell'Ucraina, è fuori questione", ha detto la fonte. "Ma ciò non significa che non ci siano potenziali modi per preservare le disposizioni costituzionali e salvaguardare la sicurezza dell'Ucraina".

Judi Dench non riesce più a riconoscere i volti. La celebre attrice britannica, 90 anni, ha raccontato in un'intervista televisiva a Itv come la degenerazione maculare, diagnosticata da anni, abbia ormai compromesso quasi del tutto la sua vista. "Non vedo più. Ho… quella cosa", ha detto, riferendosi alla malattia che colpisce la visione centrale e che è comune tra gli over 50.
Quando l'amico e collega Ian McKellen ha scherzato dicendo che loro, però, la vedono benissimo, Dench ha sorriso amaramente:"Sì, e io vedo la tua sagoma, e ti conosco così bene. Ma non riesco più a riconoscere nessuno. Non vedo la televisione, non riesco a leggere". L'attrice ha raccontato che la perdita della vista la accompagna ormai anche nella quotidianità, generando situazioni curiose: alla domanda se le capiti di salutare perfetti sconosciuti pensando di conoscerli, Dench ha ammesso ridendo: "A volte sì"".
Non è la prima volta che la star parla pubblicamente delle difficoltà causate dalla malattia. Già nel 2012 aveva confessato di non riuscire più a leggere da sola i copioni, affidandosi alla figlia, all'agente o agli amici: "Mi piace, perché posso immaginare la storia nella mia mente", aveva detto allora. Ma aveva anche rivelato un aspetto doloroso: "La cosa più angosciante è che, la sera al ristorante, non riesco a vedere la persona con cui sto cenando".
Considerata una delle più grandi interpreti britanniche, Dench ha costruito una carriera di oltre sei decenni, diventando un volto iconico grazie ai film di James Bond e alla sua interpretazione in 'Shakespeare in Love', che le valse l'Oscar. Oggi, però, la malattia l'ha allontanata dagli schermi. "Non appaio più molto in televisione perché non vedo", ha spiegato con franchezza.

Torna in campo il Bologna. I rossoblù sfidano oggi, lunedì 1 dicembre, la Cremonese - in diretta tv e streaming - nel monday night della 13esima giornata di Serie A. La squadra di Italiano è reduce dalla netta vittoria in Europa League, dove ha battuto il Salisburgo per 4-1, mentre nell'ultimo turno di campionato ha superato l'Udinese 3-0 in trasferta. Quella di Nicola invece vuole rialzarsi dopo aver perso in casa contro la Roma per 3-1.
Bologna-Cremonese, orario e probabili formazioni
La sfida tra Bologna e Cremonese è in programma oggi, lunedì 1 dicembre, alle ore 20.45. Ecco le probabili formazioni:
Bologna (4-2-3-1): Ravaglia; De Silvestri, Heggem, Lucumì, Miranda; Pobega, Ferguson; Orsolini, Odgaard, Dominguez; Castro. All. Italiano
Cremonese (3-5-2): Audero; Terracciano, Baschirotto, Bianchetti; Barbieri, Bondo, Payero, Vandeputte, Floriani Mussolini; Bonazzoli, Vardy. All. Nicola
Bologna-Cremonese, dove vederla in tv
Bologna-Cremonese sarà trasmessa in diretta televisiva e in esclusiva sui canali Dazn, visibili tramite smart tv. La partita sarà disponibile anche in streaming sulla piattaforma web di Dazn.
Il 27 dicembre si esibiranno i Ricchi e Poveri... 
L'infortunio di Dusan Vlahovic tiene in ansia la Juventus, come sta e quando torna? Sono queste le domande che animano i tifosi bianconeri, dopo che l'attaccante si è fermato durante l'ultimo match di campionato contro il Cagliari. Vlahovic è stato sottoposto oggi, lunedì 1 dicembre, a esami strumentali che hanno evidenziato una "lesione di alto grado" all'adduttore sinistro.
Un problema muscolare importante quindi per Vlahovic, che lo costringerà a rimanere mesi fuori dal campo, con il 2025 che può considerarsi virtualmente chiuso per lui, e apre nuovi scenari di calciomercato per la Juventus, con il serbo che, in ogni caso, ha il contratto in scadenza proprio nel 2026 e da gennaio sarà libero di firmare per un altro club.
A comunicare l'entità del problema di Vlahovic è stata la stessa Juventus con una nota sui propri canali ufficiali: "In seguito al problema muscolare accusato durante la partita Juventus-Cagliari, questa mattina Dusan Vlahovic è stato sottoposto ad approfondimenti radiologici presso il Jmedical".
"Gli esami strumentali hanno evidenziato una lesione di alto grado della giunzione muscolo - tendinea dell’adduttore lungo di sinistra. Saranno necessari ulteriori consulti medici per definire le modalità terapeutiche più appropriate". Lo comunica la Juventus sul proprio sito.
I tempi di recupero si dovrebbero quindi aggirare intorno ai 2-3 mesi. L'appuntamento è quindi fissato per il 2026, con l'infortunio che terrà Vlahovic fuori dai campi almeno fino al prossimo febbraio, ma c'è il rischio che i tempi si possano allungare fino a marzo.
Cosa cambia sul mercato
L'infortunio di Vlahovic apre inevitabili considerazioni di calciomercato. Il centravanti serbo, come detto, ha il contratto in scadenza proprio nel 2026 e da gennaio sarà libero di firmare per un altro club. Un motivo in più, per la dirigenza bianconera, per cercare un attaccante, specialemente considerando le difficoltà di adattamento riscontrate dai due acquisti estivi.
Sia Jonathan David, arrivato da svincolato dal Lipsia, che Lois Openda, in prestito dal Lipsia, non sono riusciti a incidere in questo inizio di stagione. Il canadese è tornato al gol in Champions League contro il Bodo dopo che l'unico gol in bianconero era arrivato alla prima giornata, mentre il francese ha collezionato una sola rete, anche in questo caso nella trasferta in Norvegia.
Probabile quindi che la Juventus possa pensare a inserire un'altra punta, anche se appare difficile che il club possa lasciarsi andare a un investimento importante a gennaio. La pista più semplice porta quindi a un prestito, magari con un'opzione di riscatto da esercitare a giugno.
'Lista stupri' nel bagno del liceo Giulio Cesare, la condanna dei docenti: "Scritta inqualificabile"

La Digos e la Squadra Mobile di Roma indagano sulla 'lista degli stupri' comparsa nei bagni del liceo romano Giulio Cesare. Questa mattina la preside dell'istituto è stata sentita per gli eventuali profili politici connessi alle elezioni studentesche e i professori del liceo hanno condannato il gesto in una nota congiunta di cui l'Adnkronos è in possesso.
"Noi docenti del Liceo Giulio Cesare esprimiamo la nostra più ferma e severa condanna per la scritta inqualificabile apparsa su un muro del bagno del nostro liceo negli scorsi giorni; esprimiamo allo stesso tempo la nostra più sincera e profonda vicinanza alle persone, ragazze e ragazzi, colpiti da questa vigliacca e inaccettabile violenza verbale; ci uniamo alle parole della dirigente, soprattutto nel passaggio in cui: 'si ribadisce fortemente la condanna nei confronti di qualsivoglia stereotipo e violenza di genere sia essa fisica, verbale, psicologica o digitale'". "Ringraziamo la comunità studentesca per l’assemblea straordinaria convocata dalle studentesse e dagli studenti, e sostenuta dalla Dirigenza e dai noi docenti, dello scorso 28 novembre, in cui una parte numerosa, variegata e qualificata di ragazzi e ragazze, a partire dai rappresentanti di istituto - si legge - ha preso parola per denunciare con coraggio l’accaduto e soprattutto invitare con forza tutti e tutte a un cambio di passo verso la sparizione dell’omertà in cui eventi del genere trovano il terreno fertile; durante quei discorsi, il silenzio e l’attenzione mostrate dalla netta maggioranza della comunità studentesca ha evidenziato una solidarietà e una coesione ammirevoli che ci auguriamo non vadano perduti o strumentalizzati; ribadiamo l’intenzione di continuare il nostro lavoro di docenti attraverso le attività formative già in corso, decisi a potenziare, per quanto è nelle nostre possibilità, i temi trasversali e interdisciplinari della parità di genere, dell’educazione affettiva e all’espressione sana dei sentimenti, del rispetto delle differenze, della presa di parola anche forte ma non violenta, nella consapevolezza che molta strada è da percorrere da parte di tutti per servire una società in rapida evoluzione, ma per la quale i dettami della Costituzione ci offrono indicazioni chiare. L’augurio è che da questo episodio deprecabile il nostro Liceo possa trarre nuova linfa per procedere insieme in questa direzione, con maggiore forza e consapevolezza, disponibili come docenti a continuare a fare la nostra parte".
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