Cagliari e Roma in campo oggi 7 dicembre alle 15 per il match (in diretta tv e streaming) valido per la 14esima giornata della Serie A. I giallorossi vanno a caccia di una vittoria per continuare la corsa nelle zone altissime della classifica. I sardi cercano punti per non essere risucchiati in zona retrocessione.
La Roma è reduce dalla sconfitta casalinga con il Napoli, il Cagliari ha perso una settimana fa sul campo della Juve.

E' "davvero vicino" un accordo per porre fine al conflitto innescato dall'invasione russa su vasta scala dell'Ucraina avviata nel febbraio di tre anni fa. Parola di Keith Kellogg, inviato per l'Ucraina di Donald Trump, secondo il quale si tratta di risolvere la questione del futuro del Donbass e della centrale nucleare di Zaporizhzhia, in mano alle forze russe dal marzo 2022. "Se sei un militare - ha detto durante il Reagan National Defense Forum - sai che gli ultimi dieci metri per arrivare all'obiettivo sono sempre i più difficili. E' lì che si concentrano gli attriti. Credo siamo negli ultimi dieci metri".
"Penso tutto si riduca a un paio di questioni", ha affermato, citando il Donbass e Zaporizhzhia e aggiungendo che "se si risolveranno questi due punti, il resto si risolverà abbastanza bene". E ha insistito nel ritenere che un accordo sia "molto vicino".
Per Kellogg, il conflitto in Ucraina "è senza precedenti" dalla Seconda Guerra Mondiale e "Russia e Ucraina, insieme, contano più di due milioni" di perdite. Ha parlato di "bilanci orribili", in assenza, da mesi, di dati confermati da Kiev e Mosca, e ribadito che "è necessario porre fine al conflitto".
Nuovi attacchi in Ucraina
Intanto si registrano nuovi attacchi russi contro l'Ucraina. Kiev accusa la Russia di aver lanciato nella notte "cinque missili balistici e 241 droni" contro il territorio ucraino. Secondo quanto reso noto dall'Aeronautica militare ucraina e riportato dai media locali, sono stati abbattuti 175 droni e quattro missili, due Kinzhal (Kh-47M2) e altrettanti Iskander (Iskander-M/Kn-23). Non ci sono per ora notizie di danni o vittime.
La città di Kremenchuk, nella regione di Poltava, è finita nel mirino di un "attacco massiccio" che ha lasciato alcune aree senza acqua, energia elettrica e riscaldamento. Lo riferisce Ukrinform sulla base di quanto segnalato dal sindaco della città, Vladislav Maletsky. "Un altro massiccio attacco combinato contro le infrastrutture di Kremenchuk - ha denunciato - Attualmente in alcune zone della città si verificano interruzioni di energia elettrica, flusso idrico e riscaldamento".
Secondo The Kyiv Independent a Kremenchuk le prime esplosioni sono state udite alle prime ore di oggi e contro la città sarebbero stati lanciati droni e missili Kinzhal. Non ci sono per ora notizie di vittime né è chiara l'entità dei danni denunciati dal sindaco. Maletsky ha chiesto agli abitanti di rimanere al sicuro e di non condividere foto e video.
Prima dell'inizio del conflitto, con l'avvio dell'invasione russa su vasta scala dell'Ucraina nel febbraio del 2022, a Kremenchuk vivevano circa 215.000 persone. La città si trova a circa 250 chilometri a sudest della capitale Kiev.
Kiev denuncia: "Per attacchi russi blackout fino a 16 ore al giorno"
Potrebbero volerci "settimane" per i lavori di ripristino della rete elettrica ucraina dopo l'attacco russo nella notte del 6 dicembre. Lo ha detto Vitalii Zaychenko, a capo di Ukrenergo, il gestore della rete, come riporta stamani Ukrinform. "Purtroppo nella maggior parte delle regioni le interruzioni di energia elettrica non vanno più avanti per otto ore, ma probabilmente fino a 12, 16 ore (al giorno)", ha detto.
"Oggi avremmo dovuto avere interruzioni di corrente di 4-8 ore, ma a causa degli attacchi alla rete elettrica, la durata dei blackout aumenta", ha aggiunto, parlando di una situazione "piuttosto difficile".
Russia rivendica controllo di altre due località
La Russia dal canto suo afferma che i suoi sistemi di difesa aerea hanno intercettato e abbattuto nelle ultime ore 77 droni ucraini. Secondo il ministero della Difesa di Mosca, come riportano i media russi, solo nella regione di Saratov sono stati abbattuti 42 droni.
La Russia rivendica inoltre il controllo di altre due località ucraine nel Donetsk e nella regione di Kharkiv. Secondo il ministero della Difesa di Mosca, riportano i media russi, le forze russe hanno preso il controllo della località di Kucherivka, nella regione di Kharkiv, e del villaggio di Rivne, nel Donetsk.

La Lega "chiamerà Calenda a rispondere delle sue farneticanti dichiarazioni nelle sedi opportune". E' quanto si apprende da fonti del partito di Matteo Salvini, dopo quanto dichiarato dal leader di Azione, in un'intervista al Corriere della Sera, sostenendo che "ci sono molti filoputiniani" in M5S e Lega, chiedendosi inoltre se "vengono finanziati da Putin".
A stretto giro la replica di Calenda che scrive: "Cari leghisti intanto rispondete sul perché non avete formalmente disdetto l'accordo con Russia Unita. Traditori della Patria".

Emmanuel Macron alza la voce con Pechino e minaccia dazi "nel prossimo futuro" se la Cina non prenderà provvedimenti per ridurre il deficit commerciale con l'Ue. "Ho detto loro che se non reagiranno noi, europei, saremo costretti, nel prossimo futuro, ad adottare misure forti", come "gli Stati Uniti, come per esempio dazi sui prodotti cinesi", ha detto il presidente francese, di ritorno da una visita nel gigante asiatico, in dichiarazioni al giornale Les Echos, pur consapevole che un fronte comune europeo non è facile e che la Germania "non è ancora totalmente sulla nostra linea".
Per Macron, il Dragone "sta colpendo il cuore del modello industriale e di innovazione europeo, storicamente basato sulla macchina utensile e sull'auto". E il protezionismo dell'Amministrazione Trump aggrava la situazione, "aumenta i nostri problemi reindirizzando in modo massiccio i flussi cinesi sui nostri mercati". Secondo Macron, "oggi siamo nel mezzo ed è una questione di vita o di morte per l'industria europea".
"Non possiamo importare costantemente - ha scandito il presidente francese - Le aziende cinesi devono venire in Europa". E gli investimenti cinesi in Europa "non devono essere" concepiti "con fini di egemonia" o per innescare "dipendenze". Mentre l'Ue deve proteggersi nei settori più vulnerabili e al contempo puntare su una "politica di competitività".
Il Mondiale 2025 di Formula 1 si chiude oggi con il Gp di Abu Dhabi, ultimo atto della stagione, che incoronerà il campione del mondo. Il britannico Lando Norris, con la McLaren, comanda la classifica mondiale con 408 punti. L'olandese Max Verstappen, con la Red Bull, insegue a quota 396. L'australiano Oscar Piastri, con l'altra McLaren, è terzo a 392. Norris si laurea campione del mondo se chiude almeno terzo nella gara di oggi. Verstappen, che scatta dalla pole position davanti al leader iridato, deve vincere e sperare che Norris non salga sul podio.
Per Norris, sarebbe il primo titolo della carriera. Per Verstappen sarebbe il quinto trionfo consecutivo.

"Il linguaggio di odio di certa sinistra fa guadagnare qualche ospitata televisiva e molti like, ma rischia di fomentare i facinorosi e far ripiombare l’Italia in un clima che non vorremo mai più rivivere"
"'Spara a Giorgia' e firma dell’estremismo comunista delle brigate rosse. Questa mattina è apparsa questa scritta a Marina di Pietrasanta sul viale a mare. Solidarietà a Giorgia. Il linguaggio di odio di certa sinistra fa guadagnare qualche ospitata televisiva e molti like, ma rischia di fomentare i facinorosi e far ripiombare l’Italia in un clima che non vorremo mai più rivivere. Giorgia non si farà intimidire. Non ci fermeremo". Lo scrive sui social Giovanni Donzelli, responsabile dell'organizzazione di Fratelli d'Italia, postando una foto del muro con la scritta di minacce verso la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Un uomo è stato fermato con l'accusa di aver aggredito "diverse persone" all'aeroporto londinese di Heathrow colpite "con spray, che si ritiene essere un tipo di spray antiaggressione, da un gruppo di uomini che hanno lasciato il posto". Lo riferisce la Bbc, che cita quanto confermato dalla polizia, allertata intorno alle 8.11 di questa mattina. Dall'aeroporto avevano inizialmente dato notizia dell'intervento dello staff con i servizi d'emergenza per una segnalazione nel parcheggio multipiano del Terminal 3. La Met Police parla di episodio isolato, escludendo l'ipotesi terrorismo e anche la possibilità che si tratti di una protesta.
"In questa fase riteniamo che l'episodio coinvolga un gruppo di persone che si conoscevano e che ci sia stata una lite e sia sfociata in un'escalation - ha detto il comandante Peter Stevens - I nostri agenti hanno risposto rapidamente". "Non stiamo seguendo il caso come terrorismo", ha spiegato. Le persone aggredite sono state trasportate in ospedale. Non sono in pericolo di vita, ha precisato la polizia.

“Un detenuto di origini albanesi di 41 anni, con fine pena fissato a ottobre del 2048, è evaso nella notte dalla Casa di Reclusione di Milano Opera nel più classico dei modi: segando le sbarre della finestra e calandosi con delle lenzuola annodate". Lo dichiara Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria.
"Non è ancora chiaro come abbia fatto poi a scavalcare la cinta muraria e se abbia goduto di complicità esterne. Certo è che questo ennesimo episodio, unito al dramma che si vive ogni giorno nelle prigioni e a tutto ciò che accade, certifica ulteriormente il fallimento delle politiche penitenziarie condotte dai governi almeno negli ultimi 25 anni, ivi compresi quelli più recenti", afferma De Fazio.
“Attualmente sono in corso le ricerche dell’evaso da parte della Polizia penitenziaria e delle altre forze dell’ordine e confidiamo che anche questa volta il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia penitenziaria e le sue articolazioni territoriali possano metterci una pezza. Ma è evidente che non si può andare avanti turando falle, di ogni genere, e senza un reale e concreto progetto programmatico degno di un paese civile”, aggiunge il segretario della Uilpa pp.
“Nel carcere di Opera 1.338 detenuti sono stipati in 918 posti disponibili (sovraffollamento del 153%) e vengono gestiti, per com’è possibile, da soli 533 agenti, quando ne necessiterebbero almeno 811 (-34%). Una situazione oggettivamente insostenibile che, oltre a ledere i fondamentali diritti umani dei reclusi, mette a durissima prova gli operatori del Corpo di polizia penitenziaria, sottoposti a carichi di lavoro inenarrabili e a turnazioni di servizio che si protraggono ben al di là della durata regolare, con la compressione di diritti anche di rango costituzionale. Del resto, a livello nazionale i detenuti sono 63.690, mentre i posti disponibili, in costante diminuzione al di là della narrazione governativa, sono solo 46.199 e alla Polizia penitenziaria nelle carceri mancano 20mila agenti. Servono subito tangibili provvedimenti per deflazionare la densità detentiva, potenziare gli organici della Polizia penitenziaria e delle altre figure professionali, ammodernare le strutture, che in attesa dei fantomatici moduli prefabbricati continuano a sgretolarsi, implementare le tecnologie e gli equipaggiamenti, garantire l’assistenza sanitaria e avviare riforme complessive”, conclude De Fazio.

In Benin un gruppo di militari ha annunciato in tv la rimozione dall'incarico del presidente Patrice Talon, al potere dal 2016, e ha comunicato che il tenente colonnello Tigri Pascal è stato nominato a capo di un "Comitato militare per la rifondazione". Lo riferisce Radio France Internationale, parlando di una situazione che a Cotonou resta confusa. Sono stati uditi, riporta Rfi, colpi d'arma da fuoco nei pressi della zona del porto e della presidenza.
Dall'entourage del presidente dicono all'agenzia Afp che Talon è al sicuro e l'Esercito sta riprendendo il controllo della situazione.
"Si tratta di un piccolo gruppo di persone, che controlla solo la tv - dice all'Afp una fonte militare dell'entourage di Talon - L'Esercito regolare sta riprendendo il controllo. La città (Cotonou) e il Paese sono sicuri, così come sono al sicuro il presidente e la sua famiglia".
La Farnesina e l'Ambasciata d'Italia ad Abuja,
competete per il Benin, seguono con attenzione l'evolversi della
situazione a seguito del colpo di Stato in corso da parte di forze
militari. Il ministro Antonio Tajani è costantemente informato". Lo
riferisce su X la Farnesina, invitando per qualsiasi emergenza o
segnalazione, a contattare l’Unità di Crisi al +39 06 36225 o

Il ministro degli Interni del Benin afferma che l'Esercito ha sventato un "tentativo" di colpo di stato da parte di un gruppo di soldati che stamani ha rivendicato di aver destituito il presidente Patrice Talon. "Un piccolo gruppo di soldati ha dato il via a un ammutinamento con l'obiettivo di destabilizzare lo Stato e le sue istituzioni - ha detto il ministro Alassane Seidou - Le Forze Armate del Benin e i loro vertici hanno mantenuto il controllo della situazione e sventato il tentativo" di golpe. In precedenza l'entourage di Talon aveva fatto trapelare che il presidente, al potere dal 2016, è al sicuro.
"La Farnesina e l'Ambasciata d'Italia ad Abuja,
competente per il Benin, seguono con attenzione l'evolversi della
situazione" e "il ministro Antonio Tajani è costantemente
informato". Lo riferisce su X la Farnesina, invitando per qualsiasi
emergenza o segnalazione a contattare l’Unità di Crisi al +39 06
36225 o

Spunta Jannik Sinner nel paddock di Abu Dhabi, dove oggi si corre l'ultimo Gp del Mondiale di Formula 1. Il numero 2 del tennis, con la fidanzata Laila Hasanovic, è arrivato nell'autodromo dove andrà in scena la gara decisiva della stagione, con l'ultimo atto della sfida iridata tra Lando Norris, Max Verstappen e Oscar Piastri.
Sinner, che già un anno fa fu ospite nel paddock di Abu Dhabi, è arrivato 'scortato' dal suo team, con il coach Simone Vagnozzi e il preparatore Umberto Ferrara. L'azzurro ha posato, in particolare, per una foto con Kimi Antonelli, pilota italiano della Mercedes. Con Antonelli, ha girato sul circuito a bordo di una AMG GT 63 con 585 cavalli. E proprio dal box delle Frecce d'argento dovrebbe assistere alla gara.
L'azzurro è reduce dagli allenamenti di Dubai, dove ha lavorato in vista della stagione 2026. Sinner inizierà l'anno difendendo il titolo agli Australian Open, dove ha trionfato nelle ultime 2 edizioni.

L'orologio personalizzato del regista Francis Ford Coppola ha raggiunto la cifra straordinaria di 10,8 milioni di dollari (diritti compresi) durante l'asta organizzata sabato 6 dicembre da Phillips a New York. Il modello, un F.P. Journe Ffc Prototype, unico nel suo genere e co-progettato dallo stesso regista statunitense, è stato aggiudicato a un acquirente anonimo dopo 11 minuti di offerte serrate, secondo quanto riportato dalla casa d'aste.
La vendita rappresenta il prezzo più alto mai realizzato da un orologio in un'asta statunitense dai tempi del Rolex 'Paul Newman' Daytona appartenuto all'attore Paul Newman, venduto da Phillips nel 2017 per 17,8 milioni di dollari. Un risultato definito "storico" da Paul Boutros, vice presidente e responsabile del dipartimento orologi per le Americhe di Phillips: "L'importanza di questo segnatempo, frutto di una collaborazione creativa tra due menti geniali del cinema e dell'orologeria, non può essere sottovalutata", ha dichiarato. Il prototipo, valutato almeno un milione di dollari, era stato indossato da Coppola anche alla première di "Megalopolis" al Festival di Cannes nel maggio 2024.
La vendita dell'orologio arriva in un momento delicato per l'86enne regista de "Il Padrino" e "Apocalypse Now", che ha subito un grave contraccolpo finanziario dopo l'uscita di "Megalopolis" nel 2024. Il film, costato 120 milioni di dollari e finanziato interamente con capitali personali, ha incassato appena 14,4 milioni di dollari al botteghino mondiale. In un’intervista rilasciata nel marzo scorso per il podcast "Tetragrammaton", Coppola aveva ammesso la propria situazione economica precaria: "Non ho più soldi, perché tutto ciò che ho preso in prestito per realizzare 'Megalopolis' l'ho investito nel film. Praticamente è sparito. Penso che tornerà nell'arco di 15 o 20 anni, ma ora non ce l'ho". Negli ultimi mesi, il regista ha già ceduto alcuni dei suoi beni, tra cui un'isola in Belize venduta per 1,8 milioni di dollari. La cessione dell'orologio, uno degli oggetti più preziosi della sua collezione, rappresenta dunque un ulteriore passo nel tentativo di riequilibrare la propria situazione finanziaria. (di Paolo Martini)

Una ragazza di sedici anni è morta in un incidente stradale avvenuto ieri, nel tardo pomeriggio, a Formello. Nello scontro, in via Formellese Sud all'altezza del km 6, sono rimaste coinvolte la microcar dove si trovava la giovane e un'altra auto guidata da un uomo di 63 anni, rimasto illeso. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Formello che sono al lavoro per accertare la dinamica dell'incidente. La salma, come disposto dall'autorità giudiziaria, è stata trasferita al Policlinico Gemelli mentre i veicoli sono stati sequestrati.

Dopo cinque giorni, è stata ritrovata Suamy, la ragazza di 16 anni scomparsa lo scorso 2 dicembre da Portici (Napoli). La studentessa è stata ritrovata dai carabinieri a Napoli e, secondo quanto si apprende, sta bene. La 16enne era svanita nel nulla dopo la scuola e non aveva fatto ritorno nella casa famiglia dove era ospitata.

"Non siamo quasi mai contenti di quel che passa il convento politico. Se c’è un(a) leader forte, si teme e si denuncia l’eccesso di potere che accompagna quelle figure che finiscono per stare troppo in alto e troppo sole. Se invece c’è il riaffacciarsi delle correnti e si invoca una maggiore condivisione delle scelte, si critica quel tanto di confusione che l’agitarsi di troppe persone in ordine sparso quasi sempre produce. E così, come un pendolo, finiscono per oscillare tutti i nostri stati d’animo e le troppe insofferenze che li accompagnano. Qualcosa di tutto questo si è visto negli ultimi giorni, tra il rinnovato censimento delle correnti del Pd e la sfida su chi dovesse confrontarsi vis a vis con Meloni sul palco di Atreju.
L’argomento in questa fase appartiene infatti soprattutto al centrosinistra e segnatamente al suo maggior partito, il Pd. Laddove Elly Schlein viene gratificata da un consenso forse meno unanime e meno convinto di quel che si racconti. Mentre il riunirsi più frequente di gruppi vecchi e nuovi getta inevitabilmente un’ombra sul fulgore di quella leadership. Così, mano a mano che si avvicinano le elezioni l’argomento lievita come un soufflé e finisce per dare adito a un dibattito non sempre così facile da decodificare.
Ora, è piuttosto ovvio che Schlein consideri un atto dovuto la sua candidatura a premier in quanto leader del maggior partito di opposizione. Ed è altrettanto ovvio che le seconde e le terze file di quel partito vogliano essere tenute in considerazione in vista delle candidature prossime venture. Tanto più con una legge elettorale che consegna al/la segretario/a tutto il potere a questo riguardo. Dunque fin qui siamo nel campo del consueto e del già visto.
Quello che invece andrebbe aggiunto, e magari considerato con una migliore disposizione d’animo, è il fatto che tutto questo trambusto è, per così dire consustanziale al centrosinistra. Fa parte della sua storia e della sua natura. Mentre l’inseguimento di un modello di leadership più assertiva, decisionista, finisce per far giocare la partita secondo gli schemi dell’avversario(a). Assai più capace di padroneggiare quel tipo di competizione.
Si aggiunga che ormai la sotterranea contesa tra Schlein e Conte non appare certo più un segreto di Stato. E dunque che ogni volta che uno dei due segna un punto a proprio favore, l’altro è indotto a controbattere e a rilanciare. Con l’effetto inevitabile di accrescere il tasso di confusione che regna da quelle parti. Laddove si dovrebbe invece imparare a farsi forti delle proprie debolezze e a diventare più virtuosi facendo pace con alcuni dei propri vizi.
In una parola, il centrosinistra dovrebbe fare davvero i conti con se stesso. E piuttosto che nascondere la polvere delle proprie divisioni sotto al tappeto della propria retorica farebbe meglio a mettere a frutto la pluralità delle sue storie presentandosi per quello che è -nel bene e nel male. Infatti, al netto delle umane ambizioni (e anche delle umane miserie, a volte), c’è sempre un vantaggio quando si discute. Si sprigionano energie, si fanno affiorare nuovi argomenti, si dà modo a più gente di dire la sua. Insomma, si rende meno asfittica la vita di quel partito, e meno solitaria la posizione di chi lo guida.
Il disordine insomma può essere alle volte anche creativo, ancorché scomodo. Mentre l’obbedienza dei propri cari nasconde spesso insidie che il coro dei consensi e la vanità dei leader finiscono per sottovalutare. Dunque, il fastidio per la pluralità delle voci dissonanti dovrebbe prima o poi lasciar posto a una discussione più vivace e magari anche più sincera. Questa regola dovrebbe valere appunto soprattutto per la sinistra.
Poiché la destra solitamente incarna un principio d’ordine e ha una naturale tendenza alla semplificazione, quando non addirittura al culto del proprio capo. Mentre la sinistra invece è quasi sempre un luogo convulso, disordinato, irriverente. E’ la sua natura, e con la natura occorre sempre scendere a patti. Insomma, a quanti fanno opposizione di questi tempi servirebbe forse più una disputa vera che una finta unità". (di Marco Follini)

La trattativa per la vendita di Gedi al gruppo Antenna, controllato/ dall’armatore greco Theo Kyriakou, non è ancora chiusa. Il negoziato è entrato nelle fasi cruciali: la cifra proposta, circa 140 milioni di euro, ha infatti soddisfatto le richieste di John Elkann. Ma nell’operazione potrebbe esserci un colpo di scena in extremis, l’inserimento, come anticipato due settimane fa da Domani, di un altro attore, questa volta tutto italiano. Martedì scorso, infatti, Lmdv Capital, il family office di Leonardo Maria Del Vecchio, ha presentato ai cda di Gedi e di Exor (che la controlla) un’offerta ufficiale di 140 milioni di euro tondi tondi, pareggiando la proposta formulata dal veicolo di Kyriakou. Lo riporta il Domani.
Del Vecchio, uno degli eredi del fondatore di Luxottica, scrive il quotidiano, avrebbe così messo sul tavolo una cifra consistente, in linea con le richieste di Elkann (che in realtà considera l’asset non inferiore a 150 milioni di euro, ma sono inezie), e spera di convincere il giovane Agnelli a dare a lui il gruppo editoriale. Nell’iniziativa non c’è alcun coinvolgimento del resto della famiglia Del Vecchio, né tantomeno della Delfin, la holding finanziaria di famiglia guidata da Francesco Milleri, protagonista del risiko bancario di questi ultimi mesi. L’offerta di Del Vecchio, a differenza di quanto scritto da alcuni retroscena, prevederebbe, si legge ancora sul Domani, l’acquisizione in blocco di tutto il gruppo: non solo Repubblica ed emittenti radiofoniche (la “corona della regina” Radio Deejay, M2O e Radio Capital), ma anche La Stampa, Huffington Post, i periodici Limes e National Geographic. Nel caso in cui l’acquisizione dovesse andare in porto, l’intenzione di Del Vecchio, a differenza di quella di Kiriakou, sarebbe quella di conservare la proprietà di tutte le testate.
Il greco, a ora, non crede che la Stampa (che avrebbe debiti di circa 30 milioni, secondo chi ha analizzato i conti scorporati delle varie testate) possa far parte in futuro del perimetro del nuovo colosso editoriale, e così potrebbe essere riallacciata, una volta comprata Gedi, la trattativa che Exor a iniziato con il gruppo editoriale Nem guidato da Enrico Marchi, oggi congelata. Idem per l’HuffPost, a cui sono interessati certamente due aziende di peso. Dopo l’offerta finale arrivata a fine novembre, la trattativa tra Gedi e Antenna non è chiusa, come invece veicolato su alcuni media, ma ha fatto certamente nuovi importanti passi in avanti. Ed è entrata nella fase warranty, cioè della trattativa sulle garanzie assegnate al compratore, che è titolare del diritto di acquistare Gedi al prezzo prestabilito entro una data di scadenza fissata, che è ancora ignota. Ci vorrà almeno un mese e mezzo per mettersi d’accordo. In questo pertugio temporale, Del Vecchio jr. spera di tentare Elkann a “cambiare cavallo”. Non sarà affatto facile, visto che la partita con i greci sembra alle battute finali, ma il giovane imprenditore punta sulla nazionalità sua e della sua azienda e, nel caso la sua offerta venga bocciata dai cda (che hanno comunque l’obbligo di discuterla), farne un’altra rilanciando sul prezzo.
Qualche esperto, poi, suggerisce che Exor, puntando su Kyriakou e il suo socio saudita Bin Salman (Domani ha scoperto che il principe che ha dato ordine di uccidere il giornalista Jamal Khashoggi controlla, attraverso il fondo sovrano Pif, il 30 per cento di Antenna), potrebbe trovare un ostacolo, riporta il Domani, nell’esercizio del golden power da parte del governo. La questione non riguarda ovviamente i giornali, bensì l’uso delle frequenze radiofoniche, che potrebbero essere considerate asset strategico nazionale nell’ambito comunicazioni. Golden power che invece non riguarderebbe Del Vecchio, essendo il rampollo italianissimo.
Cosa pensa Palazzo Chigi della doppia ipotesi è difficile dirlo. È un fatto che Elkann abbia settimane fa avvertito Giorgia Meloni della trattativa con Kyriakou. I due dopo anni di tensioni e scontri durissimi hanno riallacciato rapporti cordiali. La premier, scrive il quotidiano, ha preso atto, e ha detto ai suoi che non s’immischierà in nessun modo nella vicenda. Che viene seguita con attenzione e preoccupazione soprattutto dalla sinistra e dal Pd, che ha nel gruppo editoriale, e in particolare in Repubblica, uno dei suoi storici punti di riferimento editoriali. A prescindere dall’esito dell’operazione di cessione di Gedi (anche se alla fine, con ulteriore colpo di scena, Elkann dovesse decidere di non vendere) le redazioni di Repubblica e Stampa andranno comunque verso una riduzione del numero dei giornalisti. Ma gli esuberi ipotizzati (anche nelle fasi di trattativa con i greci) sono legati solo a prepensionamenti, nella speranza che il governo rifinanzi il prima possibile il fondo straordinario per l’editoria.
In caso di accesso a queste risorse, la proprietà (nuova o vecchia che sia) secondo i calcoli di Gedi potrebbe mettere mano al prepensionamento di circa 100 giornalisti a Repubblica nei prossimi 24 mesi e di altri 40 alla Stampa. Un’operazione che aiuterebbe i conti di due testate in sofferenza, ma un patrimonio dell’editoria italiana da salvaguardare a ogni modo.

"Vattene su Marte". Lo ha detto senza mezzi termini il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, a Elon Musk che ha chiesto l'"abolizione" dell'Ue dopo la multa da 120 milioni di euro a X per violazione delle regole del Digital Service Act (Dsa), anche in relazione ai cambiamenti nell'assegnazione della spunta blu, e dopo la nuova Strategia per la sicurezza nazionale Usa, che contiene delle dure critiche agli alleati europei.
"Vattene su Marte. Lì non c'è censura sui saluti nazisti", ha scritto nelle scorse ore Sikorski rispondendo alle critiche di Musk su X - che si chiedeva "quanto tempo ci vorrà prima che l'Ue scompaia" - con un apparente riferimento al gesto che risale allo scorso gennaio e che aveva suscitato grandi polemiche.
Musk è convinto che il sistema burocratico dell'Ue stia "lentamente soffocando l'Europa a morte" e che la multa sia un attacco di Bruxelles alla libertà di espressione. "L'Unione Europea - ha scritto ieri - dovrebbe essere abolita[1] e la sovranità restituita ai singoli Paesi in modo che i governi possano meglio rappresentare i loro popoli".

Dopo sei giorni di sorveglianza continua, la polizia neozelandese ha recuperato un prezioso uovo Fabergé tempestato di diamanti che un ladro aveva tentato di far sparire… inghiottendolo. L'insolito furto si è consumato ad Auckland (Nuova Zelanda), nella boutique Partridge Jewellers, dove un uomo di 32 anni ha afferrato il gioiello e lo ha ingerito nel tentativo di sfuggire alla sicurezza. L'allarme lanciato dal personale ha permesso agli agenti di intervenire in pochi minuti, arrestando il sospetto e mettendo fine al maldestro tentativo di fuga. In un comunicato, la polizia ha spiegato che "il gioiello è stato recuperato" e che ora "si trova in custodia della giustizia".
Le autorità hanno assegnato un agente alla sorveglianza continua del ladro, in attesa che il prezioso oggetto, per così dire, tornasse alla luce. Solo dopo sei giorni, il Fabergé ha potuto fare ritorno al legittimo proprietario e il sospetto è ora atteso al processo.
Il pendente, del valore di circa 33.500 dollari, è una speciale edizione creata in omaggio al celebre Fabergé protagonista di "Octopussy - Operazione Piovra"[1], film del 1983 della saga di James Bond interpretato dall'attore Roger Moore nei panni dell'agente segreto 007. Il guscio in smalto verde guilloché si apre per rivelare un polipo in oro giallo 18 carati, ornato da 60 diamanti bianchi, 15 zaffiri blu e due occhi di diamante nero. Un tributo diretto all'antagonista dell'iconica pellicola.
Fabergé resta uno dei nomi più leggendari dell'alta gioielleria. Le sue celebri uova, realizzate tra il 1885 e il 1917 per la famiglia imperiale russa dei Romanov, sono oggi tra gli oggetti più ricercati al mondo: se ne contano circa 50, di cui sette ancora disperse e altrettante conservate in mani private.
Il fascino degli esemplari originali continua ad alimentare un mercato da record. Il 2 dicembre, un raro uovo Fabergé in cristallo e diamanti è stato battuto da Christie's a Londra per 22,9 milioni di sterline[2] (circa 30,2 milioni di dollari), superando ogni precedente primato. L'asta, intitolata "The Winter Egg and Important Works by Fabergé from a Princely Collection", ha totalizzato 27,8 milioni di sterline (37,1 milioni di dollari).
Il record precedente risaliva al 2007, quando un altro uovo Fabergé era stato acquistato a Londra dalla famiglia Rothschild per 8,9 milioni di sterline (11,9 milioni di dollari). Il bizzarro episodio di Auckland aggiunge un nuovo capitolo alle vicende già incredibili legate agli oggetti Fabergé. Stavolta, però, non si tratta di un mistero da collezionisti o di un intrigo da Casa Romanov, ma di un goffo tentativo di furto che nemmeno James Bond avrebbe potuto prevedere. (di Paolo Martini)

Mosca parla di "passo positivo" con la nuova Strategia per la sicurezza nazionale Usa affermando che abbandona l'"approccio" delle precedenti Amministrazioni e la descrizione della Russia come "minaccia diretta". "Lo consideriamo un passo positivo", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in dichiarazioni all'agenzia russa Tass. Il Cremlino, ha aggiunto, sta studiando il documento e, ha sostenuto, "nel complesso i messaggi (sulle relazioni Usa-Russia) sono certamente in contrasto con gli approcci delle precedenti Amministrazioni" Usa.
Nuovi attacchi in Ucraina
Intanto si registrano nuovi attacchi russi nella notte contro il territorio ucraino. La città di Kremenchuk, nella regione di Poltava, è finita nel mirino di un "attacco massiccio" che ha lasciato alcune aree senza acqua, energia elettrica e riscaldamento. Lo riferisce Ukrinform sulla base di quanto segnalato dal sindaco della città, Vladislav Maletsky. "Un altro massiccio attacco combinato contro le infrastrutture di Kremenchuk - ha denunciato - Attualmente in alcune zone della città si verificano interruzioni di energia elettrica, flusso idrico e riscaldamento".
Secondo The Kyiv Independent a Kremenchuk le prime esplosioni sono state udite alle prime ore di oggi e contro la città sarebbero stati lanciati droni e missili Kinzhal. Non ci sono per ora notizie di vittime né è chiara l'entità dei danni denunciati dal sindaco. Maletsky ha chiesto agli abitanti di rimanere al sicuro e di non condividere foto e video.
Prima dell'inizio del conflitto, con l'avvio dell'invasione russa su vasta scala dell'Ucraina nel febbraio del 2022, a Kremenchuk vivevano circa 215.000 persone. La città si trova a circa 250 chilometri a sudest della capitale Kiev.
Kiev denuncia: "Per attacchi russi blackout fino a 16 ore al giorno"
Potrebbero volerci "settimane" per i lavori di ripristino della rete elettrica ucraina dopo l'attacco russo nella notte del 6 dicembre. Lo ha detto Vitalii Zaychenko, a capo di Ukrenergo, il gestore della rete, come riporta stamani Ukrinform. "Purtroppo nella maggior parte delle regioni le interruzioni di energia elettrica non vanno più avanti per otto ore, ma probabilmente fino a 12, 16 ore (al giorno)", ha detto.
"Oggi avremmo dovuto avere interruzioni di corrente di 4-8 ore, ma a causa degli attacchi alla rete elettrica, la durata dei blackout aumenta", ha aggiunto, parlando di una situazione "piuttosto difficile".

Mosca parla di "passo positivo" con la nuova Strategia per la sicurezza nazionale Usa affermando che abbandona l'"approccio" delle precedenti Amministrazioni e la descrizione della Russia come "minaccia diretta". "Lo consideriamo un passo positivo", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in dichiarazioni all'agenzia russa Tass. Il Cremlino, ha aggiunto, sta studiando il documento e, ha sostenuto, "nel complesso i messaggi (sulle relazioni Usa-Russia) sono certamente in contrasto con gli approcci delle precedenti Amministrazioni" Usa.
Nuovi attacchi in Ucraina
Intanto si registrano nuovi attacchi russi contro l'Ucraina. Kiev accusa la Russia di aver lanciato nella notte "cinque missili balistici e 241 droni" contro il territorio ucraino. Secondo quanto reso noto dall'Aeronautica militare ucraina e riportato dai media locali, sono stati abbattuti 175 droni e quattro missili, due Kinzhal (Kh-47M2) e altrettanti Iskander (Iskander-M/Kn-23). Non ci sono per ora notizie di danni o vittime.
La città di Kremenchuk, nella regione di Poltava, è finita nel mirino di un "attacco massiccio" che ha lasciato alcune aree senza acqua, energia elettrica e riscaldamento. Lo riferisce Ukrinform sulla base di quanto segnalato dal sindaco della città, Vladislav Maletsky. "Un altro massiccio attacco combinato contro le infrastrutture di Kremenchuk - ha denunciato - Attualmente in alcune zone della città si verificano interruzioni di energia elettrica, flusso idrico e riscaldamento".
Secondo The Kyiv Independent a Kremenchuk le prime esplosioni sono state udite alle prime ore di oggi e contro la città sarebbero stati lanciati droni e missili Kinzhal. Non ci sono per ora notizie di vittime né è chiara l'entità dei danni denunciati dal sindaco. Maletsky ha chiesto agli abitanti di rimanere al sicuro e di non condividere foto e video.
Prima dell'inizio del conflitto, con l'avvio dell'invasione russa su vasta scala dell'Ucraina nel febbraio del 2022, a Kremenchuk vivevano circa 215.000 persone. La città si trova a circa 250 chilometri a sudest della capitale Kiev.
Kiev denuncia: "Per attacchi russi blackout fino a 16 ore al giorno"
Potrebbero volerci "settimane" per i lavori di ripristino della rete elettrica ucraina dopo l'attacco russo nella notte del 6 dicembre. Lo ha detto Vitalii Zaychenko, a capo di Ukrenergo, il gestore della rete, come riporta stamani Ukrinform. "Purtroppo nella maggior parte delle regioni le interruzioni di energia elettrica non vanno più avanti per otto ore, ma probabilmente fino a 12, 16 ore (al giorno)", ha detto.
"Oggi avremmo dovuto avere interruzioni di corrente di 4-8 ore, ma a causa degli attacchi alla rete elettrica, la durata dei blackout aumenta", ha aggiunto, parlando di una situazione "piuttosto difficile".
Mosca: "77 droni Kiev abbattuti nella notte su regioni russe"
La Russia dal canto suo afferma che i suoi sistemi di difesa aerea hanno intercettato e abbattuto nelle ultime ore 77 droni ucraini. Secondo il ministero della Difesa di Mosca, come riportano i media russi, solo nella regione di Saratov sono stati abbattuti 42 droni.

Bel tempo con sole e temperature sopra la media, ma non per tutti: durante i mesi autunnali ed invernali l’alta pressione non porta sole ovunque e sempre, ci sono delle particolarità anche in Italia, spiegano i meteorologi.
Lorenzo Tedici, meteorologo de iLMeteo.it[1], conferma una fase di alta pressione in compagnia dell’Anticiclone Africano fino almeno a Santa Lucia. Ciò non significherà avere sole e temperature sopra la media del periodo ovunque.
Nei mesi autunnali ed invernali, quando un campo di alta pressione si impossessa di tutta l’Italia, abbiamo tanto sole e temperature sopra la media in montagna e lungo le coste; nelle zone interne, nei fondovalle e in Pianura Padana, l’alta pressione invece schiaccia l’umidità nei bassi strati e favorisce nebbie o nubi basse.
Queste nubi basse, qualora presenti in Estate e in Primavera, si dissolvono con i primi raggi solari; durante l’inverno e l'autunno, questo fenomeno è meno frequente a causa della maggiore durata della notte e delle temperature più fredde.
In pratica, non si hanno i moti di rimescolamento dell’aria tipici della Primavera e dell’Estate, legati all’irraggiamento solare e alla tipica instabilità responsabile anche dei temporali di calore.
In sintesi, l’alta pressione in primavera ed estate significa quasi sempre sole e temperature miti o calde, in inverno e autunno invece porta spesso nubi basse e foschie in pianura, sole in montagna e zone costiere (anche qui salvo eccezioni).
Le previsioni sono dunque all’insegna dell’Anticiclone Africano fino a Santa Lucia: avremo nubi e locali foschie in Val Padana, nubi marittime tra Liguria (qui definite Macaia o Maccaja) e Toscana, altrove dominerà il sole.
Dove avremo sole e cieli tersi sono previste temperature eccezionali per il periodo: i valori si porteranno anche 10°C oltre la media climatologica di dicembre: soprattutto in montagna avremo una fase calda che purtroppo fonderà la neve accumulata nelle ultime settimane.
Nelle prossime ore, il passaggio di una perturbazione atlantica, in moto tra Svizzera e Germania, causerà addensamenti sulle Alpi con qualche fiocco oltre i 2000 metri (!), locali annuvolamenti si attarderanno sul meridione poi dalla Festa dell’Immacolata avremo un clima monotono in compagnia dell'Anticiclone Africano e sempre più caldo.
Per trovare un cambiamento dovremo aspettare Santa Lucia, il giorno con il tramonto più anticipato: in seguito, con il sole che tramonterà via via sempre più tardi, arriveranno le nubi, anche se questa tendenza è da confermare.
Domenica 7. Al Nord: passaggio di velature, neve sulle Alpi di confine. Al Centro: bel tempo prevalente. Al Sud: ulteriore miglioramento con prevalenza di sole; isolati piovaschi tra Sicilia e Calabria.
Lunedì 8. Al Nord: prevalenza di sole; nubi basse in Val Padana, specie nelle ore notturne. Al Centro: bel tempo prevalente. Al Sud: bel tempo con prevalenza di sole.
Martedì 9. Al Nord: prevalenza di sole; nubi basse in Val Padana. Pioviggine in Liguria. Al Centro: bel tempo prevalente; nubi in Toscana. Al Sud: bel tempo con prevalenza di sole.
Tendenza: alta pressione con tempo stabile.

Dal tentato suicido alla rinascita. Achille Costacurta sarà ospite oggi, domenica 7 dicembre, per la prima volta a Verissimo per raccontare a Silvia Toffanin la sua adolescenza difficile, segnata da sofferenze profonde: sette Tso, la diagnosi di Adhd e un rapporto complicato con i due genitori, Martina Colombari e Billy Costacurta, modelli di riferimento e persone del mondo dello spettacolo. Oggi Achille ha 21 anni ma se guarda indietro certe ferite fanno ancora male.
Il passato di Achille
Ospite del podcast 'One More Time', il ragazzo aveva ripercorso quelli che sono stati i momenti più bui del suo passato soffermandosi su come è riuscito ad allontanarsi da quel vortice e a riprendere in mano la sua vita.
Sulla diagnosi dell’ADHD, il 21enne aveva spiegato: "Il mio cervello non produce abbastanza dopamina. Io adesso prendo il Ritalin, nel primo mese che l’ho preso leggevo un libro in due, tre ore, scrivevo 40/50 pagine al computer in tre ore, robe che non riuscivo a fare prima. Da quando i miei genitori hanno fatto anche loro un corso genitoriale per l’ADHD, il nostro rapporto è cambiato da così a così. Prima in casa quando litigavamo, io andavo fuori, spaccavo porte. Da lì non è mai più successo perché loro ora sanno come dirmi un 'no'".
Per quanto riguarda la droga e i TSO, Achille aveva spiegato: "Ho iniziato a fumare a 13 anni. Al compleanno dei miei 18 anni ho provato la mescalina. Una volta ho avuto una colluttazione con la polizia. Ero sotto effetto e ho fatto il matto su un taxi", aveva raccontato ammettendo di essere arrivato nel tempo a subire 7 TSO.
Tra gli episodi più drammatici, il tentativo di suicidio avvenuto a 15 anni mentre si trovava in una comunità terapeutica: "Prendo tutto il metadone che c’era, sette boccettine, mi chiudo in bagno e le bevo tutte, volevo suicidarmi. Arrivano i pompieri e sfondano la porta, poi l’ambulanza. Nessun medico ha saputo dirmi come io sia ancora vivo perché l’equivalente di sette boccettine di metadone sono sui 35, 42 grammi di eroina".
Il dolore di mamma Martina
Colombari a Ballando con le stelle aveva ripercorso senza filtri le difficoltà vissute accanto al figlio. "Sono stata giudicata per tutti i problemi di mio figlio. Lui è stato sempre un bambino complicato, poi con la diagnosi di ADHD abbiamo capito da dove provenissero tutti quei comportamenti". "Era come non avere un figlio, era un corpo senza vita completamente anaffettivo. Non riuscivi a smuoverlo con niente", aveva detto l'attrice, che ha ammesso di aver chiamato per il TSO per "salvarlo, non avevo altro soluzioni".
Colombari ha vissuto le dichiarazioni del figlio come una sorta di liberazione: "In un certo senso, il fatto che lui abbia sdoganato tutto quello che è successo a me ha tolto un peso enorme". L'attrice aveva poi parlato dei giudizi ricevuti: "In tanti mi additavano come la mamma sbagliata, la mamma che non ce l'ha fatta, quella che avrebbe potuto fare di più. Io sono stata anni in silenzio".
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