(Adnkronos) - Procede a gonfie vele la prima gravidanza di Giulia De Lellis. L'influencer è in dolce attesa di una bambina, che si chiamerà Priscilla. Con un video postato sui social, De Lellis si è lasciata andare a un racconto intimo del momento speciale che sta vivendo al fianco del fidanzato e futuro papà, Tony Effe.
"La mia gravidanza sta andando nei migliori dei modi, sto benissimo. Mi sento fortunata e non è scontato. Sono molto felice perché è stata una gravidanza desiderata, cercata, voluta, volutissima", ha esordito Giulia De Lellis, visibilmente raggiante.
Giulia ha rivelato di aver voluto aspettare il momento giusto, nonostante il compagno fosse pronto già da tempo: "Fosse stato per il mio ragazzo, penso dopo i 2 o 3 mesi già potevamo iniziare ad avere un bambino, io ho preferito far passare delle situazioni, prenderci una casa un po' più grande", ha raccontato.
La bambina si chiamerà Priscilla, nome scelto proprio dal rapper romano: "Significa antica, qualcosa di estremamente nobile e importante. Sono completamente innamorata del suo nome. Quando lui mi ha detto questo nome io mi sono innamorata di nuovo di lui. Il modo in cui me l'ha detto mi ha fatta emozionare", ha spiegato.
La gravidanza sta inevitabilmente influenzando il suo umore e il rapporto di coppia: "Mi capita spesso di innamorarmi di nuovo di lui durante la giornata o... di odiarlo! E questa cosa fa parte della gravidanza. Sono diventata una piagnona, ho dei picchi ridicoli. Io solitamente non sono mai gelosa, in gravidanza faccio scenate di gelosia", ha aggiunto. "Il mio fidanzato l'ha presa benissimo - ha spiegato Giulia con gli occhi lucidi - è stato un momento veramente intenso in cui ho provato un'emozione che non vi posso descrivere. Un'emozione nuova anche per me, non posso paragonarla ad altre".
De Lellis racconta che desiderava tanto fosse una femminuccia: "Tutti erano convinti fosse un maschietto, ovviamente sarei comunque stata felice, però una bambina credo sia una ricompensa divina".
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(Adnkronos) - Il ministero degli Affari Esteri sta per convocare l'ambasciatore russo in Italia per contestargli l'inserimento di alte cariche della Repubblica Italiana in un presunto elenco di soggetti "russofobi". E' quanto si apprende da fonti della Farnesina. Nell'elenco ci sono anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e i ministri Crosetto e Tajani.
Solidarietà bipartisan in Senato al capo dello Stato. Il primo ad intervenire è stato il senatore del Pd, Graziano Delrio che ha parlato di "attacco inaccettabile e intollerabile che il popolo italiano respinge, contro chi rappresenta l'unità nazionale".
"Il presidente Mattarella - ha sottolineato - non ha mai speso parole di odio verso la Russia: ha sempre detto che la condanna dell'invasione russa in Ucraina non comporta nessun giudizio e nessuna inimicizia verso il popolo russo".
"Penso che l'aula e il Governo dovrebbero riflettere con grande attenzione su questa inqualificabile vicenda dell'attacco da parte della portavoce russa al nostro Presidente della Repubblica al quale va tutta la nostra solidarietà", ha detto per Italia Viva il senatore Enrico Borghi.
Dalla maggioranza il capogruppo di Fdi, Lucio Malan, ha sottolineato che "è doveroso che tutte le forze politiche si uniscano per respingere con sdegno questi attacchi".
(Adnkronos) - Non c'è allerta tsunami in North Dakota. E non è una sorpresa, considerando che Fargo, capitale dello stato, si trova a 1700 miglia dall'Oceano Pacifico, circa 2700 chilometri. Tra il North Dakota e l'Oceano ci sono il Montana, l'Idaho, lo stato di Washington. Nessuno ha emesso allerta tsunami. Su google, però, a quanto pare si sono moltiplicate le ricerche sull'allarme inesistente.
In North Dakota, alla fine, il servizio meteo è stato costretto a diffondere una nota per chiarire che non ci sarebbe stato nessuno tsunami su Fargo: "Non c'è alcun rischio di impatto di tsunami nel North Dakota. Se vi trovate in una zona costiera a rischio, consultate il sito tsunami.gov per informazioni aggiornate e contattate le autorità locali per eventuali ordini di evacuazione".
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(Adnkronos) - Nelle ore in cui le Hawaii devono fronteggiare l'allerta tsunami, sui social in tanti tirano in ballo Oprah Winfrey accusandola di aver tenuto chiusa la sua strada privata, impedendo un'evacuazione più rapida lungo la costa.
"Oprah non ha aperto la sua strada privata da Wailea a Kula, nelle Hawaii, che permetterebbe alla gente della costa di raggiungere rapidamente zone più elevate", "Le Hawaii sono sotto allerta tsunami. Perché bloccare una via di evacuazione?", "In caso di emergenza è disumano bloccare una via di fuga": questi alcuni dei messaggi inviati su X. Talmente tanti che la famosa conduttrice statunitense ha voluto condividere un comunicato per chiarire la questione.
"Non appena abbiamo ricevuto l'allarme tsunami, abbiamo contattato le forze dell'ordine locali per assicurarci che la strada venisse riaperta. Qualsiasi altra segnalazione è falsa", dice il portavoce di Winfrey a 'Newsweek'.
Il governatore delle Hawaii Josh Green ha dichiarato lo stato d'emergenza alle Hawaii per lo tsunami, causato dal terremoto di magnitudo 8,8 nella costa orientale della Russia, che ha iniziato a colpire l'arcipelago nel Pacifico. Secondo i dati del misuratore di livello dell'acqua a Nawiliwili, sulla costa di Kauai, le prime ondate hanno iniziato ad arrivare alle Hawaii intorno alle 19,24 ora locale, superando di 30 centimetri la marea prevista. I meteorologi hanno affermato che le onde colpiranno le isole per diverse ore.
Il governatore ha dichiarato che la forza cumulativa dello tsunami potrebbe causare inondazioni diffuse, con il potenziale di minacciare la rete elettrica, spostare auto, danneggiare case e annegare le persone che non sono riuscite a spostarsi verso zone più elevate o nell'entroterra. "È un potente muro d'acqua", ha detto. "Ci si possono aspettare onde ovunque".
Le autorità di emergenza dello Stato americano hanno chiuso tutti i principali porti e l'aeroporto internazionale di Hilo a scopo precauzionale, mentre i turisti a Kauai sono stati invitati a evitare la pittoresca Hanalei per consentire l'evacuazione delle persone presenti. A Maui, veicoli e attrezzature di emergenza sono stati posizionati lungo le autostrade. Ai residenti della costa è stato consigliato di lasciare immediatamente le aree a rischio o di cercare riparo in edifici di almeno 10 piani.
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(Adnkronos) - Vacanze all'estero e viaggi esotici da affrontare anche con il giusto bagaglio di informazioni per la salute, soprattutto su temi che in patria non sono frequenti. Come nel caso dei morsi di serpente sui quali l'azienda ospedaliera universitaria di Ferrara ha realizzato un focus con l'aiuto di Mario Pantaleoni, direttore facente funzioni dell’Unità operativa di Malattie infettive dell’azienda. Il primo dato è che delle circa 3.000 specie di serpenti del mondo solo il 15% è pericoloso per l'uomo. Le morti per questi morsi sono più di 100.000 ogni anno.
Questo perché il veleno di alcuni serpenti contiene componenti neurotossici che causano un blocco neuromuscolare potenzialmente capace di indurre una paralisi respiratoria. Mentre morsi di serpenti non velenosi causano solo danni locali accompagnati, solitamente, da dolore ed escoriazioni provocate dalla mandibola superiore del serpente nella sede del morso.
Ma come capire se c'è un avvelenamento? Il morso di un serpente - velenoso o meno - generalmente causa terrore e le conseguenze possono essere nausea, vomito, tachicardia, diarrea, sudorazione difficili da distinguere dalle manifestazioni reali dell'avvelenamento. Ed è il primo elemento da considerare. In genere entro 30-60 minuti, se c'è stato l'avvelenamento, si formano edema ed eritema nella sede del morso e nei tessuti adiacenti. La fuoriuscita di gocce di liquido dalla ferita suggerisce avvelenamento. L'edema può progredire rapidamente ed entro poche ore può interessare l'intero arto. La temperatura cutanea, inoltre, aumenta intorno alla sede del morso. Negli avvelenamenti moderati o gravi è frequente il livido che può comparire nella sede del morso e intorno ad essa, entro 3-6 ore. L'ecchimosi è più grave dopo i morsi di serpenti a sonagli. La pelle intorno al morso può cambiare colore e apparire tesa. Vescicole piene di siero o sangue compaiono, di solito, nella sede del morso entro 8 ore. La necrosi intorno alla sede del morso è frequente dopo l'avvelenamento da serpente a sonagli. La maggior parte degli effetti del veleno raggiunge la sua massima espressione nei tessuti molli entro 2-4 giorni.
I sintomi dell'avvelenamento possono comprendere nausea, vomito, diarrea, diaforesi (sudorazione), ansia, confusione, sanguinamento spontaneo, febbre, dolore toracico, difficoltà a respirare, parestesia, ipotensione e shock. Alcune persone con morsi da serpente a sonagli provano un sapore gommoso, di menta o metallico in bocca. Il veleno della maggior parte dei crotalidi causa modificazioni neuromuscolari, inclusa una debolezza generalizzata e senso di addormentamento muscolare. Alcuni pazienti hanno un'alterazione dello stato mentale. Il veleno dei serpenti a sonagli può provocare gravi deficit neurologici, inclusa la depressione respiratoria. La debolezza dell'estremità colpita può diventare evidente in diverse ore. E’ importante sospettare l’avvelenamento nel caso di tutti i morsi provocati da serpenti velenosi, anche se non ci sono segni di avvelenamento subito dopo il morso.
La diagnosi definitiva di un morso è facilitata da un'identificazione esatta del serpente, oltre che dalle manifestazioni cliniche dell'avvelenamento. I pazienti, però, spesso non ricordano i particolari relativi alle caratteristiche del serpente. Le vipere e i serpenti non velenosi si distinguono per alcune caratteristiche fisiche. Le vipere, a differenziarli dai serpenti, hanno: la testa a punta di freccia (triangolare); pupille ellittiche; presenza delle fossette termiche tra gli occhi e il naso.
I serpenti corallo hanno le pupille rotonde e il muso nero, ma sono privi delle fossette. Hanno le teste smussate o a forma di sigaro e bande alternate di colore rosso, giallo (crema) e nero. I serpenti a sonagli possono lasciare segni dei denti singoli o doppi o segni di altri denti, mentre i morsi di serpenti non velenosi di solito lasciano numerosi segni superficiali dei denti. Tuttavia, il numero dei segni dei denti e le sedi dei morsi possono variare, in quanto i serpenti possono colpire e mordere più volte. La gravità dell'avvelenamento dipende dalla: dimensione e specie del serpente; quantità di veleno iniettato per morso (non può essere determinato dall'anamnesi); numero di morsi; sede e profondità del morso (ad esempio, l'avvelenamento da morsi alla testa e al tronco tende a essere più grave di quello dei morsi alle estremità); età, corporatura e condizioni di salute del paziente tempo trascorso prima dell'inizio del trattamento; risposta del paziente al veleno.
Il trattamento dei morsi di serpenti inizia subito, prima di arrivare in una struttura medica. Il paziente deve evitare di compiere sforzi fisici e deve essere tenuto al caldo e trasportato rapidamente al più vicino ospedale o centro medico. La parte colpita deve essere immobilizzata ma senza fasciature costrittive in una posizione funzionale, circa al livello del cuore, rimuovendo tutti gli anelli, orologio e vestiti stretti. L'immobilizzazione per ritardare l'assorbimento sistemico del veleno non è raccomandata in quanto può causare insufficienza arteriosa e necrosi.
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(Adnkronos) - La Francia e altre 14 nazioni hanno invitato i Paesi di tutto il mondo a impegnarsi per riconoscere lo Stato di Palestina. Lo ha scritto su X il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot, dopo la conferenza di New York volta a rilanciare la soluzione dei due Stati per Israele e i palestinesi.
"A New York, insieme ad altri 14 Paesi, la Francia lancia un appello collettivo: esprimiamo la nostra volontà di riconoscere lo Stato di Palestina e invitiamo coloro che non l'hanno ancora fatto a unirsi a noi", ha scritto Barrot sul social.
Ieri il semaforo verde del Regno Unito. Il premier britannico Keir Starmer, durante la riunione del gabinetto del suo governo, ha annunciato che riconoscerà lo stato della Palestina il prossimo settembre a meno che Israele non faccia dei passi per mettere fine alla "terribile situazione" a Gaza.
"Starmer premia il terrorismo mostruoso di Hamas e punisce le sue vittime". Così Benjamin Netanyahu. Il riconoscimento dello Stato palestinese si rivelerebbe minaccia non solo per la sicurezza di Israele ma anche del Regno Unito. "Uno stato jihadista oggi al confine con Israele domani minaccerà la Gran Bretagna - ha affermato - l'appeasement verso i terroristi jihadisti ha sempre fallito".
"Mai discusso". Donald Trump afferma di non aver parlato dell'argomento con Starmer nell'incontro in Scozia. Pur rifiutandosi di criticare la mossa di Starmer, il presidente Usa ha poi ribadito di avere una posizione diversa: "Se fai una cosa del genere veramente ricompensi Hamas, io non lo farò", ha detto.
Andrebbero letti come un tentativo di fare pressioni su Hamas, affinché torni ai negoziati ormai in stallo e accetti un accordo, i presunti piani israeliani che, secondo le rivelazioni dei giorni scorsi dei media locali, prevederebbero l'annessione di aree della Striscia di Gaza se il gruppo non dovesse accettare un'intesa. Lo scrive il giornale israeliano Haaretz, che cita un ministro israeliano secondo il quale "non si tratta di qualcosa che sta per accadere".
"E' un atto disperato per convincere il gruppo ad accettare l'accordo provvisorio che il premier Benjamin Netanyahu vuole raggiungere", scrive il giornale, che in un'analisi titola "I ministri di Netanyahu insistono: l'annessione israeliana di Gaza non è sul tavolo".
"Ritengo sia molto difficile vederlo concretizzarsi", ha commentato anche un esponente di spicco della coalizione. "Stiamo cercando di minacciare Hamas, con quello che dovrebbe fare più male, il territorio", ha aggiunto la fonte citata da Hareetz. Secondo il giornale, l'idea andrebbe quindi letta come tattica, più che come strategia per placare Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir, contrari a un accordo per un cessate il fuoco, o essere indicativa di un'intenzione reale.
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(Adnkronos) - Lo tsunami minaccia anche le Hawaii dopo il terremoto di magnitudo 8.8 che è stato registrato a circa 130 km a sud-est della Kamkatchka. Anche nell'arcipelago, come in Giappone e lungo le coste della Russia, scatta l'allerta.
I video in time lapse nella baia di Hanalei mostrano immagini impressionanti: il mare si ritira di una trentina di metri, con un movimento che può diventare il prologo di massicce onde capaci di colpire la costa.
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