Incidente a Settimo San Pietro, in ospedale 70enne e il padre di
101 anni...
Sit-in del sindacato sotto il Consiglio Regionale... 
"Ho letto anche io che Antonella (Elia) ha dato a Monica Setta della sleale ma credo che la sua reazione sia stata emotiva. In realtà Monica è stata sempre leale con noi e a me ha parlato con affetto di Antonella spingendomi più volte a tornare con lei". Così Pietro delle Piane, nella puntata 'Storie al Bivio' in onda il prossimo sabato 13 dicembre, risponde alle polemiche nate dopo una battuta della showgirl sulla presunta lealtà della conduttrice.
La rottura fra Delle Piane e Antonella Elia
A novembre 2025 la coppia, che pareva prossima al matrimonio (previsto per il 31 dicembre a Cortina), ha annunciato una pausa. Nella puntata del 22 novembre di 'Storie al bivio', Delle Piane ha dichiarato che Antonella lo aveva lasciato “senza spiegazioni”[1].
Secondo lui, non si è trattato di grandi tradimenti o drammi, ma semplicemente di “piccoli litigi” accumulatisi negli anni.
La versione di Antonella Elia
Qualche giorno dopo, ospite a 'La Volta Buona', Antonella Elia ha smentito la versione di Delle Piane, definendola "una barzelletta"[2]. Secondo lei, la decisione di non sposarsi sarebbe maturata per una serie di divergenze di carattere e valori, non per un abbandono “senza spiegazioni”.
La frecciata a Monica Setta
Mentre la questione della separazione turbinava sui social e in tv, Antonella Elia ha lanciato una frecciatina nei confronti di Monica Setta con un commento molto polemico: "Monica una “grande amica”…ma sulla cui lealtà…ci sarebbe molto da dire!!!", ha scritto la showgirl, ricevendo decine di domande da parte degli utenti che le hanno chiesto invano ulteriori dettagli su un'affermazione così pungente.

Non accadrà a Natale, ma dopo gennaio potrebbe succedere che Meghan faccia visita a re Carlo assieme ai figli. Con l'anno nuovo, infatti, il governo britannico dovrebbe decidere se concedere alla famiglia del principe Harry la sicurezza che il secondogenito del sovrano ritiene appropriata al suo rango. E se si pronunciasse in maniera positiva, i piccoli Archie e Lilibet, che hanno rispettivamente 6 e 4 anni, potrebbero finalmente incontrare l'anziano nonno.
Il sistema di sicurezza
Secondo quanto riportato da The Sun, l'agenzia del governo britannico incaricata di esaminare le modalità di protezione della famiglia reale e di altri personaggi importanti ha avviato una revisione completa del personale di sicurezza di Harry. Il duca di Sussex, che vive con la famiglia in California, ha sostenuto che senza la sicurezza da parte del governo non sarebbe in grado di riportare i suoi figli e sua moglie Meghan nel Regno Unito.
"Il sistema di sicurezza protettiva del governo del Regno Unito è rigoroso e proporzionato. È nostra politica consolidata non fornire informazioni dettagliate su tali misure, poiché ciò potrebbe comprometterne l'integrità e la sicurezza delle persone", ha dichiarato un portavoce del governo britannico alla rivista People.
Quando si deciderà la data del colloquio
Secondo quanto riportato dal The Sun, la decisione verrà presa a gennaio. A settembre, il principe Harry e il principe Carlo si sono visti di persona dopo 18 mesi di separazione. Harry è stato fotografato mentre arrivava alla casa londinese di Carlo, Clarence House. Prima dell'incontro avvenuto ad autunno, Harry aveva visto suo padre l'ultima volta nel febbraio 2024, dopo la diagnosi di cancro di Charles, e aveva trascorso con lui solo un breve lasso di tempo. Prima di quel momento, una fonte aveva dichiarato a People che re Carlo non rispondeva più alle chiamate di Harry né alle sue lettere.

L’Associazione Amici dell’Aventino Ets presenta Oponbox6 – Albero d’Artista, sesta edizione del progetto espositivo che mette in relazione la scultura contemporanea con il paesaggio storico dei giardini dell’Aventino. L’inaugurazione è fissata per domenica 14 dicembre alle 10.30 a Piazza Albina, con un percorso che proseguirà nel Giardino di Sant’Alessio. La mostra, curata da AdA – Cultura, riunisce le installazioni site-specific di Fabio Maria Alecci, Nina Eaton, Gianluca Esposito, Susanne Kessler, Samuele Vesuvio e Paul Wiedmer, dando vita a un itinerario immersivo in cui arte, natura e riflessione ecologica dialogano in modo immediato e spontaneo. Il progetto è promosso con il Municipio I Roma Centro, che ne sostiene la valenza culturale e ambientale. L’assessore Giulia Silvia Ghia sottolinea come Openbox6 – Albero d’artista “rappresenti un dialogo virtuoso tra arte contemporanea, paesaggio e comunità, valorizzando i luoghi dell’Aventino e richiamandoci alla responsabilità verso il futuro della città. Gli alberi, custodi della biodiversità e regolatori del clima, diventano simbolo di sostenibilità e rinascita. Come Municipio I, sosteniamo con convinzione iniziative che uniscono creatività, cura del territorio e attenzione ambientale, in linea con l’impegno di Riforestiamo Roma! per una città più verde, più sana e più bella”.
Il tema dell’albero guida l’intero progetto come metafora e testimonianza: radice vitale del pianeta, regolatore climatico, simbolo universale di crescita e resilienza, ponte costante tra natura e dimensione spirituale. Nel giardino di Piazza Albina, il pubblico troverà un grande albero di Natale d’artista, un’opera collettiva che prende forma tra gli olmi e si anima grazie ai contributi dei sei artisti coinvolti. Le scatole sospese di Fabio Maria Alecci, le forme organiche e colorate di Nina Eaton, la gabbia dorata di Susanne Kessler, i pesci tra le fronde di Gianluca Esposito, le figure in ascolto di Samuele Vesuvio e le orbite immaginarie di Paul Wiedmer trasformano l’albero in un vero e proprio universo poetico, in cui natura e immaginazione si intrecciano. Il percorso prosegue nel vicino Giardino di Sant’Alessio, dove sono esposte le installazioni individuali degli artisti.
Le creature grottesche e riciclate di Alecci si adagiano sui rami di un ficus, mentre Esposito riflette sulla fragilità del vivente attraverso una gabbia-edicola popolata da fiammiferi. Il colore diventa progetto e meraviglia nelle opere di Nina Eaton, mentre Samuele Vesuvio porta in scena figure sospese tra mito, natura e migrazioni botaniche. Paul Wiedmer, infine, invita alla reciprocità e allo scambio con un lavoro che richiama anche il pensiero di Jacques Derrida. Con questa edizione, Openbox6 – Albero d’Artista conferma la missione dell’Associazione Amici dell’Aventino: valorizzare luoghi unici della città attraverso la ricerca artistica contemporanea e alimentare un dialogo costante tra natura, comunità e cultura. L’ingresso alla mostra è libero.

Entra in vigore il divieto dell'uso dei social media per bambini e ragazzi sotto i 16 anni che è stato approvato un anno fa in Australia. Da domani oltre un milione di account di utenti under 16 sulle diverse piattaforme dovranno essere disattivate o rimosse dalle società che le gestiscono che dovranno adottare "misure ragionevoli" per assicurare che bambini e ragazzi non possano aprirne di nuovi.
Le legge, presentata dal partito laburista del premier Anthony Albanese ma appoggiata anche da gran parte dell'opposizione, ha dato quindi un anno di tempo alle piattaforme per trovare il modo di applicare questo limite di età, che è il più alto al mondo, ed al contempo minaccia sanzioni fino a 50 milioni di dollari australiani (oltre 28 milioni di euro) per le società che non impediranno agli under 16 di avere account.
"Con una legge noi proteggiamo la generazione alfa dall'essere risucchiata nel purgatorio da algoritmi predatori descritti dall'uomo che li ha creati come "una cocaina comportamentale'": con queste parole non tenere nei confronti delle società dei social media la ministra delle Comunicazioni, Anika Wells, nei giorni scorsi ha difeso la legge come una misura per proteggere i più piccoli dalla dipendenza dai social che secondo gli esperti può avere effetti disastrosi sulla salute mentale.
Anche se la legge ha il sostegno della maggioranza degli australiani, il 77% secondo un sondaggio fatto al momento della sua approvazione, non sono mancate infatti in questi mesi critiche alla misura, da parte di chi sostiene che negare l'accesso ai social agli under 16 rischia di colpire gruppi marginalizzati, come i residenti nelle zone più remote della sconfinata nazione. Due ragazzi di 15 anni hanno anche presentato un ricorso alla Corte Suprema.
Ma i sostenitori della misura sono sicuri che, vedendo i risultati in Australia, il resto del mondo adotterà il bando, che sta incontrando una fiera resistenza da parte le piattaforme social. "Io parlo sempre di questo come della prima tessera del domino, per questo loro stanno opponendo questa resistenza", ha detto Julie Inman Grant, commissaria per la sicurezza online.
Instagram, YouTube, TikTok, Facebook, X, Snapchat e Reddit sono tra le piattaforme che hanno detto che rispetteranno la misura, con alcune che hanno adottato il divieto ancora prima della scadenza di domani. Meta infatti il meso scorso ha detto che avrebbe iniziato già dal 4 dicembre a chiudere gli account degli under 16 su Instagram, Threads e Facebook.

Un drammatico schianto tra due vetture ha insanguinato il primo pomeriggio sulla Statale 387, in territorio di Settimo San Pietro, nella provincia di Cagliari. Le prime informazioni parlano di un bilancia tragico: una persona ha perso la vita e altre due sono rimaste ferite, una delle quali in condizioni molto gravi.
L’incidente mortale è avvenuto intorno alle 14:30 di oggi, all’altezza del chilometro 11 della strada statale, nelle vicinanze del noto ristorante Charme. Secondo una ricostruzione preliminare, i mezzi coinvolti – una Volkswagen Polo e un fuoristrada – sarebbero venuti in collisione frontale con violenza.
Sul posto sono immediatamente intervenuti i sanitari del 118 di Sinnai Soccorso. Purtroppo, per il conducente della Polo, un uomo di 63 anni, non c’è stato nulla da fare e i medici ne hanno potuto solo constatare il decesso. I soccorritori hanno invece prestato le prime cure agli altri due coinvolti, trasportandoli urgentemente in ospedale.
Le condizioni di uno dei feriti, trasportato a bordo di una Mike (automedica avanzata), sono state giudicate molto serie. L’altro è stato invece eli-trasportato all’ospedale Brotzu di Cagliari per le necessarie cure intensive. Al momento, non sono note le generalità dei feriti né le dinamiche precise che hanno scatenato l’impatto.
I rilievi tecnici e le indagini per accertare le cause dello scontro sono stati affidati agli agenti della Polizia Locale dell’Unione dei Comuni del Parteolla, i quali hanno lavorato sul posto per diverse ore per ripristinare la viabilità e raccogliere tutti gli elementi utili.
La Statale 387 resta una delle arterie più trafficate del sud-est della Sardegna e, purtroppo, teatro di numerosi incidenti negli anni. Questo nuovo fatto di cronaca riaccende i riflettori sulla sicurezza stradale in un tratto molto frequentato sia dai residenti che dai turisti.
La comunità di Settimo San Pietro e dei paesi limitrofi è profondamente scossa dalla notizia. Si attendono ulteriori aggiornamenti dalle forze dell’ordine sulla dinamica dell’incidente, mentre proseguono le cure per i due feriti.
Con la piantumazione di 300 nuovi alberi nella Riserva Naturale di Nazzano Tevere Farfa, Nestlé Professional, attraverso il brand Nescafé, chiude il progetto triennale PiantiAmo il Futuro, avviato nel 2023 per promuovere un modello più responsabile di utilizzo delle attrezzature e di gestione delle risorse nel canale fuori casa.
L’iniziativa nasceva con l’obiettivo di piantare 500 alberi in cinque anni: un traguardo che è stato non solo raggiunto, ma anche superato, con 600 alberi messi a dimora in soli tre anni, grazie alla collaborazione con le strutture alberghiere partner che hanno scelto di rimettere in uso macchine da caffè revisionate in luogo di nuove installazioni.
Nel corso del progetto, PiantiAmo il Futuro ha portato valore in contesti italiani molto diversi tra loro: a Milano (2023), 100 alberi nell’area Balossa del Parco Nord, in una zona metropolitana ad alta fruizione; a Ferrara (2024), 200 alberi lungo la Nuova Darsena e in alcune aree verdi cittadine, grazie al coinvolgimento dei partner dell’ospitalità; a Nazzano Tevere Farfa (2025), 300 alberi tra lecci, pioppi bianchi e salici, per contribuire al recupero delle aree colpite dalla tempesta del 2025, in collaborazione con la Riserva e con Federparchi. Un percorso che ha coinvolto territori urbani, periurbani e naturali, valorizzando esigenze e caratteristiche locali differenti e lavorando a fianco delle amministrazioni pubbliche e delle realtà del territorio.
“Con PiantiAmo il Futuro abbiamo voluto trasformare un gesto tecnico, la revisione delle macchine del caffè, in un contributo concreto ai territori - dichiara Paolo Pisano, Marketing Manager Nestlé Professional Bevande - La filiera del caffè ci impegna ogni giorno, dai Paesi d’origine ai luoghi del consumo. Questo progetto riflette i principi del Nescafé Plan 2030: attenzione alla rigenerazione, supporto ai coltivatori, riduzione dell’impatto lungo tutta la catena del valore. Chiudere con 600 alberi significa aver costruito insieme ai partner un percorso importante, che lascia un segno positivo”.
“La collaborazione con le imprese è essenziale per rafforzare la capacità delle aree protette di reagire ai cambiamenti climatici - afferma Luca Santini, presidente di Federparchi - L’intervento nella Riserva di Nazzano Tevere Farfa è un contributo prezioso al recupero delle aree danneggiate dalla tempesta del 2025 e un esempio di responsabilità condivisa”.

Studiare come il ciclo profondo dello zolfo, ovvero i suoi movimenti e trasformazioni sotto la superficie terrestre, abbia plasmato l’evoluzione del pianeta, dalla formazione del nucleo alla generazione di composti necessari allo sviluppo di forme di vita.
E come questo elemento chimico possa favorire o limitare la potenziale abitabilità in tutto il Sistema Solare. È l’obiettivo del progetto di ricerca “S-Cape” (“The Earth’s Deep Sulphur Cycle from Planetary Accretion to Present”, tradotto: “Il ciclo profondo dello zolfo della Terra dall’accrescimento del pianeta fino a oggi”), coordinato da Valerio Cerantola, professore di Mineralogia al dipartimento di Scienze dell’ambiente e della terra dell’Università di Milano-Bicocca, che è stato premiato dall’Unione Europea con un ERC da 3 milioni di euro, della durata di cinque anni, nella categoria Consolidator Grant. Lo si legge in una nota.
Gli Erc Consolidator Grant vengono assegnati dall’European Research Council a quei ricercatori che vantano una decina di anni di esperienza di riconosciuto valore alle spalle e che siano promotori di un progetto di ricerca ritenuto eccellente e particolarmente innovativo. Valerio Cerantola coinvolgerà un’equipe di una decina di persone, compresi tre dottorandi e tre post-doc che verranno assunti grazie al finanziamento.
Al centro del progetto “S-Cape”, lo zolfo. "Viene spesso erroneamente considerato come un costituente minore all’interno della Terra – svela il professore – nonostante sia certamente tra i primi otto elementi più abbondanti sul nostro pianeta, forse addirittura il quinto. Se grandi quantità di questo elemento sono rimaste nel nucleo terrestre quando il pianeta si è differenziato, creando i suoi strati concentrici, una frazione significativa risiede ancora oggi nella crosta e nel mantello influenzando processi geologici, geochimici e biologici del pianeta, dalle reazioni di ossidoriduzione al ciclo dei volatili fino all’evoluzione geodinamica della Terra".
S-Cape mira ad approfondire questi aspetti «studiando sperimentalmente e teoricamente la trasformazione dei composti contenenti zolfo – spiega Cerantola – a partire dalle condizioni che si verificano durante l'accrescimento terrestre, caratterizzate da impatti di pianeti e di meteoriti, a quelle degli attuali contesti geodinamici, inclusi la subduzione e gli ambienti del mantello moderno. Primo obiettivo: capire come lo zolfo sia arrivato sulla Terra, simulando diversi tipi di impatti meteoritici o di collisioni di pianeti, per capire il loro effetto sui composti di zolfo, come i solfuri, i solfati o i solfiti.
"Utilizzeremo la tecnica di compressione dinamica – precisa il professore – con laser ad alta energia che simula le onde d’urto (shock waves) causate da questi eventi risalenti agli albori del Sistema Solare. Questi esperimenti vengono svolti in grandi sorgenti a raggi X che permettono di analizzare la struttura atomica ed elettronica di questi composti nel momento in cui succede l’impatto". Secondo: capire come lo zolfo possa avere influenzato la geochimica all’inizio della formazione planetaria, provocando reazioni chimiche che hanno generato i minerali odierni. "Utilizzeremo la tecnica di compressione statica attraverso la cella a incudine di diamante che comprime i campioni simulando le pressioni dei diversi strati del pianeta, in combinazione con laser che modificano la temperatura, ricreando le diverse ere geologiche del nostro pianeta", continua il responsabile del progetto.
Terzo e ultimo punto: la vita. «Altri studi, in ambito biologico, affermano che i composti di zolfo possano avere contribuito a donare energia ai composti monocellulari che si sono formati agli albori della vita, 3,7-3,8 miliardi di anni fa. Se noi provassimo che questi composti erano stabili alle condizioni di formazione del pianeta, e quindi ben prima dei 3,8 miliardi di anni, potremmo ipotizzare che la vita si sia formata molto prima di quanto si pensi ora".
Gli esperimenti verranno condotti allo European X-Ray Free-Electron Laser di Amburgo, in Germania, e al Sincrotone Europeo di Grenoble, in Francia. All’Università di Milano-Bicocca verrà condotta la preparazione dei campioni sperimentali e sarà utilizzata la piattaforma di microscopia per studi sui materiali post-esperimento. Grazie al finanziamento ERC verrà acquisito un FIB – Focused Ion Beam, uno strumento scientifico adatto a predisporre i campioni su scala micro- e nano-metrica e la loro analisi chimica dopo la manipolazione a condizioni estreme.
"Oltre ad affinare la nostra comprensione dell'interno della Terra, prevediamo che i risultati di S-Cape rivoluzioneranno la nostra prospettiva su come lo zolfo abbia plasmato l'evoluzione planetaria e su come possa favorire o limitare la potenziale abitabilità in tutto il Sistema Solare", conclude Valerio Cerantola.
"Il progetto “The Earth’s Deep Sulphur Cycle from Planetary Accretion to Present “ di Valerio Cerantola, che si situa alla frontiera della ricerca tra geologia, fisica e chimica, è concepito per indagare il ruolo del ciclo profondo dello zolfo nell'evoluzione geologica del nostro pianeta e nella formazione dei mattoni prebiotici della vita. Nell’esprimere a Valerio le mie più vive congratulazioni per il prestigioso riconoscimento ottenuto, auspico che il suo successo possa fornire alla comunità accademica del nostro Ateneo ulteriore stimolo a continuare a condurre ricerca scientifica di alta qualità con l’obiettivo di spostare in avanti la frontiera della conoscenza", afferma il prorettore alla Ricerca dell’Università di Milano-Bicocca, Leo Ferraris
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È stato presentato 'Make America Thin Again – La Dieta Tisanoreica', il nuovo lavoro editoriale di Gianluca Mech, imprenditore della salute, divulgatore scientifico e fondatore del Metodo Tisanoreica. Un’opera dal tono personale e al tempo stesso divulgativo, dedicata alla figura di Ivana Trump, riconosciuta come una delle principali sostenitrici del metodo negli Stati Uniti. Il volume ripercorre l’idea lanciata nel 2018 insieme a Ivana Trump con il progetto 'Make America Thin Again', iniziativa nata per introdurre negli Stati Uniti una visione italiana del benessere integrato. Un percorso interrotto dagli eventi internazionali degli anni successivi e dalla scomparsa di Ivana, ma che in questo libro trova nuova luce come testimonianza, omaggio e punto di ripartenza.
Mech illustra i fondamenti della Tisanoreica, un metodo nutrizionale che combina preparazioni a base naturale, supporto fitoterapico e protocolli sviluppati nel corso del tempo. L’approccio proposto va oltre la dimensione del controllo del peso, abbracciando il benessere metabolico, il miglioramento dell’energia quotidiana, il riequilibrio funzionale e il sostegno a condizioni diffuse che possono beneficiare di un’alimentazione più strutturata, sempre nel rispetto delle competenze mediche. Al centro della filosofia presentata nel libro si trova il concetto di longevità metabolica: promuovere abitudini sostenibili che aiutino il corpo a mantenere efficienza e vitalità nel lungo periodo.
Vengono proposti strumenti pratici, indicazioni nutrizionali e strategie studiate per rispondere alle esigenze contemporanee
Accanto alla parte narrativa, il testo offre una sezione operativa rivolta a chi desidera comprendere o approfondire il metodo. Vengono proposti strumenti pratici, indicazioni nutrizionali e strategie studiate per rispondere alle esigenze contemporanee. Tra gli approfondimenti, una particolare attenzione è dedicata al ruolo degli integratori di supporto per persone che seguono terapie farmacologiche finalizzate al dimagrimento, con l’obiettivo di mitigare alcuni effetti indesiderati riportati da chi intraprende tali percorsi. L’approccio presentato è coerente con l’idea di integrazione responsabile, pensata per affiancare — e non sostituire — il lavoro dei professionisti della salute.
Un ponte tra memoria e progettualità. "Questo libro è un atto d’amore e un gesto di gratitudine verso Ivana - afferma Gianluca Mech - Rappresenta anche il desiderio di riaccendere un progetto condiviso: raccontare al pubblico internazionale un metodo italiano che unisce natura e scienza per migliorare la qualità della vita". Make America Thin Again – La Dieta Tisanoreica', in onore di Ivana Trump si presenta così come un’opera che unisce testimonianza personale, riflessione scientifica e una proposta di benessere orientata al futuro.

"Sono sempre pronto alle elezioni". E' quanto ha detto oggi, martedì 9 dicembre, Volodymyr Zelensky rispondendo a una domanda del Messaggero, di Repubblica e del Fatto, sull'attacco di Donald Trump, secondo cui il presidente ucraino starebbe "usando la guerra per non indire le elezioni"[1]. Poi, subito prima di andare a Palazzo Chigi per un incontro con la premier Giorgia Meloni, Zelensky ha detto: "Mi fido di lei, ci aiuterà".
La presidente del Consiglio ha avuto ieri una conversazione telefonica con il presidente ucraino e ha partecipato, sempre nella giornata di lunedì, a una videoconferenza con Zelensky e altri leader europei per fare il punto della situazione sul percorso di pace in Ucraina alla luce degli ultimi colloqui tra le delegazioni americana e ucraina.
Meloni, ha riferito Palazzo Chigi, ha nuovamente posto l’accento sull’importanza dell’unità di vedute tra partner europei e Stati Uniti per il raggiungimento di una pace giusta e duratura in Ucraina. E' "fondamentale in questo momento, ad avviso dei leader riuniti, aumentare il livello di convergenza su temi che toccano gli interessi vitali dell’Ucraina e dei suoi partner europei, come la definizione di solide garanzie di sicurezza e l’individuazione di misure condivise a sostegno dell’Ucraina e della sua ricostruzione", è emerso dalla videocall.
Nel corso del colloquio tra la presidente del Consiglio e Zelensky, hanno inoltre fatto sapere da Palazzo Chigi, la premier "ha innanzitutto voluto rinnovare la solidarietà italiana a seguito di una nuova serie di attacchi indiscriminati russi contro obiettivi civili ucraini e ha annunciato al presidente Zelensky l’invio di forniture di emergenza a sostegno delle infrastrutture energetiche e della popolazione. I generatori forniti da aziende italiane verranno inviati in Ucraina già nelle prossime settimane".

"Sono sempre pronto alle elezioni". E' quanto ha detto oggi, martedì 9 dicembre, Volodymyr Zelensky rispondendo a una domanda del Messaggero, di Repubblica e del Fatto, sull'attacco di Donald Trump, secondo cui il presidente ucraino starebbe "usando la guerra per non indire le elezioni"[1]. Poi, subito prima di andare a Palazzo Chigi per un incontro con la premier Giorgia Meloni, Zelensky ha detto: "Mi fido di lei, ci aiuterà".
La presidente del Consiglio ha avuto ieri una conversazione telefonica con il presidente ucraino e ha partecipato, sempre nella giornata di lunedì, a una videoconferenza con Zelensky e altri leader europei per fare il punto della situazione sul percorso di pace in Ucraina alla luce degli ultimi colloqui tra le delegazioni americana e ucraina.
Meloni, ha riferito Palazzo Chigi, ha nuovamente posto l’accento sull’importanza dell’unità di vedute tra partner europei e Stati Uniti per il raggiungimento di una pace giusta e duratura in Ucraina. E' "fondamentale in questo momento, ad avviso dei leader riuniti, aumentare il livello di convergenza su temi che toccano gli interessi vitali dell’Ucraina e dei suoi partner europei, come la definizione di solide garanzie di sicurezza e l’individuazione di misure condivise a sostegno dell’Ucraina e della sua ricostruzione", è emerso dalla videocall.
Nel corso del colloquio tra la presidente del Consiglio e Zelensky, hanno inoltre fatto sapere da Palazzo Chigi, la premier "ha innanzitutto voluto rinnovare la solidarietà italiana a seguito di una nuova serie di attacchi indiscriminati russi contro obiettivi civili ucraini e ha annunciato al presidente Zelensky l’invio di forniture di emergenza a sostegno delle infrastrutture energetiche e della popolazione. I generatori forniti da aziende italiane verranno inviati in Ucraina già nelle prossime settimane".

Impegnati da mesi in una campagna di pressione militare sul Venezuela, con le ripetute minacce pubbliche di Donald Trump nei confronti di Nicolas Maduro, gli Stati Uniti stanno lavorando a piani per il "day after" in caso dell'uscita di scena del leader venezuelano. Piani che Trump sta facendo preparare, in modo riservato, al Consiglio per la Sicurezza Interna della Casa Bianca, guidato da uno dei suoi consiglieri più fidati Stephen Miller, che lavora in stretto contatto con il segretario di Stato, e consigliere per la Sicurezza ad interim, Marco Rubio, rivelano oggi alla Cnn due fonti dell'amministrazione Trump.
Secondo queste fonti, i piani comprendono diverse opzioni per le azioni che gli Usa potrebbero intraprendere per colmare il vuoto di potere o stabilizzare il Venezuela[1] nel caso che Maduro lasciasse il potere nell'ambito di un'uscita negoziata o fosse costretto a lasciarlo a seguito di raid mirati Usa all'interno del Paese o altre azioni dirette.
Il dispiegamento di forze navali di fronte alle coste del Venezuela, e le decine di raid che sono in questi giorni al centro di un acceso dibattito politico a Washington, vengono ufficialmente giustificati come parte della guerra ai narcotrafficanti, che l'amministrazione Trump considera narcoterroristi. Ma funzionari dell'amministrazione non esitano ad ammettere che l'operazione è un chiaro segnale del fatto che Trump sta considerando di costringere Maduro a lasciare il potere[2].
Trump continua a ripetere di "non escludere nulla" sul Venezuela e che "Maduro ha i giorni contati", come ha fatto nell'intervista oggi a Politico, secondo la Cnn non vi sarebbe però all'interno dell'amministrazione una posizione unitaria a riguardo, ma posizioni nettamente contrastanti su una possibile azione militare o clandestina per rimuovere Maduro.
E secondo le fonti dell'amministrazione citate non vi sarebbe un grande desiderio di aumentare l'impegno degli Usa in Venezuela, anche se Trump si è rifiutato di escludere una partecipazione diretta in un'operazione di "regime change" e quindi nei piani che sta elaborando il White House Council prevedono anche questa opzione. "E' il compito del governo federale essere sempre pronto per il piano A, B e C", afferma un alto funzionario dell'amministrazione, notando che il presidente non farebbe le minacce che fa se non avesse un team pronto con una serie di opzioni per ogni possibile scenario.
Bisogna ricordare che l'opposizione venezuelana, guidata da Maria Corina Machado, che domani è attesa a Oslo per ricevere il premio Nobel per la pace, e Edmundo González, da anni lavora al dopo Maduro e ha reso noti diversi elementi di questi piani, in particolare quelli per garantire la tenuta di sicurezza, economia, energia, infrastrutture e istruzione. In particolare, l'opposizione ha formula un piano di "100 ore" ed uno di "100 giorni" dalla caduta di Maduro, e questi piani sono stati condivisi con l'amministrazione Trump che considera Gonzalez il "legittimo presidente" del Venezuela, avendo ottenuto la maggioranza dei voti alle elezioni dello scorso anno. Non è chiaro però quanto dei piani dell'opposizione venezuelana siano stati incorporati in quelli dell'amministrazione Trump.
A Sa Manifattura domenica 21 dicembre l'unica Fiera del disco
nell'Isola...
Appuntamento all'Exma di Cagliari venerdì 12 dicembre...
Convegno con esperti su finanza, innovazione e digitale... 
"Ho rischiato davvero la vita". Catena Fiorello, ospite di Caterina Balivo a La volta buona, racconta il dramma vissuto lo scorso inverno, durante i giorni del Festival di Sanremo. "La colecisti si è trasformata in una mostruosità. I calcoli sono una cosa seria e l'ho sperimentato personalmente, possono portare anche alla morte in casi estremi. Per farla breve, si rimandava quest'intervento mentre avevo dolori fortissimi", racconta la scrittrice, sorella di Fiorello.
"Sono arrivata ad un punto in cui non c'era più tempo, sono entrata in sepsi. Ho rischiato la vita? Certo... Sono stata operata d'urgenza, il post-intervento è lungo e faticoso. Il chirurgo si chiedeva come avessi fatto a non esplodere dal dolore, perché avevo anche un nodulo incistato nel duodeno. Ho rischiato davvero la vita, ho scelto di operarmi nell'ospedale di Lecce e ho lasciato un video se non ce l'avessi fatta. I miei familiari avrebbero potuto chiedere" al compagno Paolo "perché non ero stata portata in un ospedale di Roma. Io ero sicura che avrei risolto la situazione con la mia decisione".

Dov’eravamo rimasti? A un San Siro sold out, a un pubblico in delirio e alla chiusura di una trilogia. Un percorso artistico che ha ridefinito anche la storia personale di Marracash. Eppure, guardandosi intorno, all’Unipol Forum d’Assago, non sembrano essere passati sei mesi da quel 25 giugno. Le stesse facce, quelle che c’erano al suo primo tour negli stadi, si ritrovano con le stesse braccia al cielo e le stesse gole senza voce. Ma molte cose possono cambiare in sei mesi. Il Marra che ha toccato l’apice della sua carriera non è lo stesso che entra nei palazzetti. Più consapevole, più presente, più in pace.
“Sono a casa Milano!”, suona come la chiusura di un cerchio. Dopo un viaggio durato sei anni e tre dischi, Marracash accende ancora la sua città con un concerto dallo stesso concept di quello estivo, ma rivisitato. Ci sono canzoni che non avevano trovato spazio, ospiti che non avevano ricevuto invito, e anche il look è diverso: “Ho i baffi ora”, sorride al microfono il rapper mentre raccoglie un reggiseno lanciatogli dal parterre.
La prima delle tre date milanesi si apre come si erano concluse quelle estive. Un laboratorio per palco, ballerini per scienziati e un uomo dilaniato dal dualismo tra Fabio e il suo alter ego, Marracash. Come raggiungere un equilibrio in una vita in bilico? La risposta il rapper, forse, l’ha trovata proprio negli stadi italiani[1]. Quando le sue due anime sono diventate una, e un percorso si è finalmente concluso.
Per aprirne uno nuovo, Marra si affida al suo pubblico e a vecchi (e nuovi) amici. C’è Lazza che aveva ospitato proprio Fabio per il suo primo San Siro[2] e ora ha ricambiato il favore. C’è Blanco, quel ‘figlioccio’ artistico che Marracash ha visto spiccare il volo, prima di cadere. E che proprio su quel palco ha fatto il primo passo verso il suo ritorno. Ma nonostante molti, nella scena italiana, considerino Marra un padre e la Barona casa, sono in pochi quelli a cui Fabio ha stretto la mano.
Della nuova generazione di rapper, lontana per flow e argomenti, Marracash si è avvicinato a una voce o, meglio, “a un gran urlatore, proprio come me”. 22simba entra sul palco con l’emozione di chi, il Forum, lo aveva soltanto sognato. Il suo ‘Fanculo’ commuove e riempie l’aria, e in mezzo a tutti quei telefoni accesi per lui, quanto sembrano irrilevanti le classifiche. In un momento in cui il rap domina, ma un disco dura una settimana.
Marracash, insomma, guarda al futuro, ma senza dimenticare il passato. Il suo ultimo progetto prende il nome da una canzone che contiene il campionamento di un brano di Ivan Graziani. E così per cantare ‘E’ finita la pace’ arriva Filippo, il figlio del cantautore. E persino Marra, per un secondo, si sente ‘piccolo’ a ospitare asta e chitarra. È il lascito di un’era musicale passata, quando i live contavano più degli stream, ma che molti non hanno dimenticato. Ancora una volta Fabio mostra rispetto per chi è venuto prima di lui e ha ispirato il suo viaggio.
L’atto finale dello show si apre con una promessa. Quella di aprire un nuovo capitolo della sua storia, non più fatto di dicotomie e conflitti interiori, ma sempre di barre e basi. Gli stessi argomenti, ma un linguaggio rinnovato. Guerre, ingiustizie sociali e un amore che prima ti travolge e poi ti tradisce. Marra è tutto questo, e resterà fedele a se stesso. Ma forse è Fabio a uscirne rinnovato. Finalmente in lui prende spazio la consapevolezza di essere uno, solo, unico. In una parola, il King del rap. (di Marica Di Giovanni)

Can Yaman, l'italiano, il calcio e la 'regola' di Pietro Sermonti. L'attore turco sta collezionando successi di ascolti con la nuova serie Sandokan, che domina la serata del lunedì su Raiuno. Nella sua chiacchierata con Fiorello, nella puntata di ieri della Pennicanza, Can Yaman sorprende lo showman con la totale padronanza della lingua italiana. "Incredibile", dice Fiorello.
"Parlo turco, inglese, italiano, spagnolo. Ho una buona base di tedesco, russo e francese. Li ho studiati da piccolo e poi non li ho più usati. Se riprendessi a studiare, nel giro di due mesi me la caverei", risponde l'attore. "Ho frequentato il liceo italiano a Istanbul per 5 anni, ho studiato tutte le materie in italiano. Ero già italianizzato da giovane, tra le lingue che conosco l'italiano è la numero 1. Mi piace studiare", aggiunge.
Tra le note inedite, spicca la passione per il calcio. In Turchia, Can Yaman ha coltivato la passione per il Besiktas, uno dei principali club di Istanbul con Galatasaray e Fenerbahce. "Tifo Besiktas ma da 5 anni vivo a Roma e non riesco a seguire le partite", dice prima di confessare il nuovo amore calcistico. "Da quando sono qui tifo Roma", dice, confermando la validità della 'regola Pietro Sermonti'. Cos'è la regola? Pietro Sermonti, in una memorabile puntata del podcast Tintoria, fece luce sul 'curioso' fenomeno che porta personaggi dello spettacolo a dichiarare pubblicamente il proprio amore per la Roma pur avendo origine tutt'altro che capitoline. "Rimanga un po' tra noi - la 'rivelazione' di Sermonti: loro vengono da fuori, però tifano Roma. Allora, se tifi da piccolo va bene... Ma il fatto che tu arrivi in questo straordinario mondo del cinema" scoprendo la passione per la Roma "è un po' sospetto... Non vorrei fare il processo alle intenzioni, però strano che mò a 36 anni di colpo si diventa romanista

Nella prima parte del 2025, secondo le analisi dell’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa anticipate all'Adnkronos/Labitalia, i valori delle case nelle zone di montagna hanno messo a segno un aumento dei prezzi dell’1,0%. Spicca la Lombardia con +7,3% grazie, in particolare, al traino del comprensorio del passo del Tonale. Un recupero dei prezzi interessa anche la provincia di Sondrio con Tirano. A seguire il Trentino-Alto Adige i cui valori immobiliari sono cresciuti del 3,8%. Infine, il Veneto che ha registrato un aumento dei prezzi dello 0,4%. Sostanziale stabilità per le località turistiche della Valle d’Aosta (-0,3%), Abruzzo (-0,6%) e Piemonte (0%).
Le località della Valle d’Aosta hanno messo a segno una diminuzione dei prezzi dello 0,3%. A Cogne i prezzi sono stabili nella prima parte del 2025; si conferma l’interesse per i comuni di Introd, Saint Nicolas e l’omonima vallata e Saint Pierre. Quest’ultimo comune è apprezzato per il suo posizionamento strategico che consente di raggiungere facilmente Cogne, Pila e Courmayeur. Cogne si conferma la realtà più costosa che arriva a 3500 euro al mq per una soluzione ristrutturata.
Quotazioni sostanzialmente stabili nella Valle del Gran San Bernardo e nella Valpelline appartenenti entrambe alla Vallata del Grand Combin. Il mercato della casa vacanza è alimentato da acquirenti lombardi e piemontesi. Negli ultimi tempi è cresciuta la presenza di stranieri, svizzeri e belgi, in particolare. Tra i comuni preferiti dai turisti ci sono Etroubles, Saint Oyen e Saint Rhemy en Bosses. Etroubles, un borgo storico del ‘700-‘800 è caratterizzato da numerose frazioni ed è apprezzato perché concentra la maggioranza dei servizi. A seguire Ollomont dove una soluzione in buono stato costa 1500 euro al mq. La parte più richiesta è quella vicina al Crevacol caratterizzata da una pista di 25 km e dove una tipologia indipendente di buona qualità, costa 1900-2000 euro al mq. Poche le nuove costruzioni che hanno prezzi medi di 2500-3000 euro al mq. C’è una buona domanda di affitto sia per la stagione invernale sia per quella estiva e, per questo motivo, c’è una buona domanda di immobili ad uso investimento da mettere a reddito. Nei mesi di dicembre e gennaio si affitta a 120 euro al giorno. Negli altri mesi si affitta a 500 euro al mese.
Stabili i prezzi delle case nella Bassa Valle (Chatillon, La Salle, Champorcher) e nell’Alta Valle (Cervinia, Valtournenche, Torgnon) dove, negli ultimi tempi, si segnala un incremento significativo di compravendite realizzate da acquirenti stranieri in arrivo da tutta Europa. Si prediligono soprattutto bilocali per i quali occorre mettere in conto cifre che possono andare da 150 mila euro a Torgnon per arrivare a 200-250 mila euro a Cervinia. Quest’ultima registra prezzi medi di 6000-7000 euro al mq nelle zone centrali con punte per il nuovo di 10 mila euro al mq. I prezzi scendono a 4000 euro al mq a Cheneil e a 2300 euro al mq a Cielo Alto. Attira sempre molto il mercato di Torgnon dove, nelle zone centrali, si vende a 2200 euro al mq. Il mercato della casa vacanza di Saint Vincent è vivace anche grazie alla presenza delle Terme e del Casinò. Si conferma un mercato di nicchia quello di Chamois, accessibile solo con la funivia e amata da coloro che cercano tranquillità. Chi desidera vivere nella classica casa di montagna può considerare questa località i cui prezzi medi sono di 3000 euro al mq. Valori stabili a Gressoney.
Invariati i prezzi delle località turistiche del Piemonte. Sono stabili i prezzi a Bardonecchia nella prima parte del 2025 anche se la domanda di casa vacanza è vivace. Bardonecchia ha il vantaggio di essere ben collegata con il treno e quindi facilmente raggiungibile da Milano, Torino e Genova e le rispettive province, anche se la maggioranza degli acquirenti arriva da Torino. Una soluzione usata e in buono stato costa 2800-3000 euro al mq. Sono in corso degli interventi di riqualificazione e il nuovo si aggira intorno a 5000-6000 euro al mq. Per la stagione invernale, da dicembre a marzo, si chiedono canoni di 3000-3500 euro per bilocali o piccoli trilocali.
Il mercato immobiliare di Sestriere è decisamente dinamico, con una domanda in aumento. Gli acquirenti provengono da Genova, Milano, Torino e la provincia di Torino. Sono in crescita coloro che acquistano monolocali da 50-70 mila euro da utilizzare per investimento o per fare B&B. Per la stagione invernale un monolocale costa 3000-3500 euro. Per un bilocale di quattro posti letto ci sono cifre introno a 4500-5000 euro a stagione. Particolarmente apprezzato il colle di Sestriere dove si concentrano condomini costruiti tra gli anni ’60-’80 che, in buono stato, costano intorno a 2800-3000 euro al mq oppure baite costruite nei primi anni 2000. Il ristrutturato ha prezzi medi di 4000-5000 euro al mq.
In Lombardia si segnala un aumento dei prezzi a Clusone (+6,7%) nella prima parte del 2025. Il mercato è dinamico, acquirenti in arrivo prevalentemente dalle altre province della Lombardia e, in sporadici casi dal Nord Europa, acquistano bilocali e trilocali dal valore compreso tra 70 e 110 mila euro. A Clusone prevalgono gli immobili costruiti tra gli anni ’70 e gli anni ’90. Sono apprezzate le abitazioni dotate di balcone abitabile. Presenti anche acquirenti che comprano per mettere a reddito e che praticano affitti brevi, in modo particolare. Piacciono i posizionamenti nel centro di Clusone e di Castione della Presolana dove le case hanno prezzi medi compresi tra 900 e 1200 euro al mq quando usate e in buone condizioni. A Bratto e Dorga, frazioni di Castione, si concentrano le tipologie più richieste che possono toccare valori di 1300-1400 euro al mq. La zona è in generale apprezzata per la presenza dei servizi e per gli impianti presenti sul Monte Pora, rinnovati negli ultimi anni.
Sono in aumento i prezzi delle case a Ponte di Legno (+10,8%) e a Temù (+13,6%), dove l’attesa per le Terme crea ancora tensione sui prezzi; contribuisce anche la domanda elevata e la scarsa offerta dal momento che i proprietari sono poco propensi a vendere. A cercare la casa vacanza sono principalmente persone in arrivo da Brescia, Bergamo, Milano alla ricerca di bilocali o trilocali. Presenti anche degli investitori che acquistano per mettere a reddito, in particolare bilocali da affittare nel paese di Ponte di Legno a 5000-5500 euro per l’intera stagione invernale (da novembre a aprile).
Crescono poco più dell’8% i valori delle case a Tirano. La motivazione si deve ricercare nella carenza di offerta determinata dal fatto che molti proprietari si stanno indirizzando verso gli affitti brevi e non vendono più. Negli ultimi tempi, infatti, sono aumentati notevolmente i turisti che utilizzano il trenino rosso Bernina e che soggiornano a Tirano per alcune notti. Piace anche la presenza della pista ciclabile che collega Bormio con il lago di Como.
Sono stabili i prezzi di Bormio. Sicuramente i vari lavori svolti, tra cui i nuovi parcheggi e le nuove rotonde, hanno ridotto il traffico all'interno del paese permettendo una maggiore mobilità. In questo senso si stanno organizzando per le Olimpiadi per rilasciare eventuali pass auto per i residenti e lavoratori di Bormio. A livello di affitti il mercato è vivace con molta domanda e molta offerta a prezzi anche elevati: per un bilocale ristrutturato con 4 posti letto in centro per il mese di febbraio siamo intorno a 8000-9000 euro mentre per un trilocale circa 12- 13.000 euro per il solo mese di febbraio. Acquistano prevalentemente persone residenti in altre province della Lombardia, alla ricerca della casa vacanza da utilizzare per uso personale. Si indirizzano su bilocali e trilocali. I prezzi medi per le soluzioni usate a Bormio si aggirano intorno a 4000-5000 euro al mq, il nuovo arriva a 8000 euro al mq.
A Santa Caterina di Valfurva le case costano meno, intorno a 4000 euro al mq. In Valfurva i prezzi scendono a 2000-3000 euro al mq. A Santa Caterina in Valfurla stanno rinnovando il centro, ampliando le strade, creando parcheggi e sistemando la funivia. Prezzi in aumento a Morbegno (+7,7%), Val Masino e Gerola.
In Trentino-Alto Adige nella prima parte del 2025 i valori delle case a Lavarone e Folgaria hanno registrato un leggero incremento. La domanda di casa vacanza è in aumento visto che i prezzi sono più contenuti rispetto a quanto si registra in Val Gardena. A Folgaria una soluzione usata costa intorno a 1900-2000 euro al mq. Per chi dispone di un budget più limitato, le frazioni vicine come Serrada, San Sebastiano e Carbonare offrono opzioni più accessibili, con valori che variano tra 1500 e 1800 euro al mq. In queste zone vige la Legge Gilmozzi e, di conseguenza, si realizzano solo riqualificazioni che, nel centro di Folgaria, possono arrivare a 5000 euro al mq. La presenza degli impianti a Folgaria e Lavarone attira turisti di inverno ma è un’area molto apprezzata anche d’estate dal momento che offre numerose attività. Per questo motivo ci sono investitori che acquistano per mettere a reddito nel periodo invernale ed estivo, durante i quali si possono ottenere 1500-2000 euro al mese per un trilocale.
Veneto: nella prima parte del 2025 sono in leggero aumento i prezzi delle case ad Asiago e Gallio. La motivazione va ricercata nella bassa offerta presente sul mercato. Al contrario la domanda è elevata e riguarda potenziali acquirenti in arrivo dalle altre province del Veneto, dall’Emilia Romagna e, in parte, dal Bresciano. Si cercano bilocali e trilocali possibilmente con spazi esterni, difficili da trovare se non all’interno di condomini. Poche le nuove costruzioni acquistabili a 4500-5000 euro al mq. Negli ultimi tempi è cresciuto l’appeal per la zona di Ekar, a pochi chilometri da Asiago e, per questo motivo, più tranquilla. Laghetto e Aeroporto si confermano tra le zone preferite i cui prezzi si aggirano intorno a 2900 euro al mq.
In Abruzzo nella prima parte del 2025 i valori immobiliari di Roccaraso sono in leggera diminuzione (-8,5%) soprattutto sulle tipologie usate, anche in seguito alle numerose nuove costruzioni in classe A e B che sono in corso e che si vendono a 3500 - 4000 euro al mq. Negli ultimi anni sono stati fatti diversi interventi di sviluppo sul territorio. Si stanno costruendo tagli da 40 a 80 mq. Si acquistano case dal valore medio di 200 mila euro. Nelle zone centrali i valori sono in leggero aumento e un buon usato si vende intorno a 3500 euro al mq.
Buon riscontro per Castel di Sangro, apprezzato per la grande offerta di servizi. Negli ultimi tempi, infatti, il valore al mq per il nuovo supera anche i 3000 euro. Gli investitori si rivolgono a Roccaraso per acquistare appartamenti da mettere a reddito sia per la stagione invernale che per gli affitti brevi. Per la stagione invernale un bilocale di quattro posti letto si affitta a 3000-3500 euro.

Acalabrutinib, in prima linea, può cambiare lo standard di cura dei tumori del sistema linfatico. La terapia mirata, inibitore di Btk di seconda generazione, ha evidenziato importanti risultati in particolare nella leucemia linfatica cronica e nel linfoma mantellare, in tre studi presentati al Congresso della Società americana di ematologia (American Society of Hematology, ASH), in corso a Orlando (Florida) fino ad oggi, 9 dicembre. Lo studio 'Amplify' - informa una nota - ha dimostrato che 9 pazienti su 10 con leucemia linfatica cronica trattati in prima linea con acalabrutinib in combinazione con venetoclax, un nuovo regime completamente orale a durata fissa, sono liberi dal trattamento a 3 anni. Nello studio 'Echo', acalabrutinib in combinazione con chemio-immunoterapia (bendamustina e rituximab), nel trattamento di prima linea dei pazienti con linfoma mantellare, ha dimostrato una riduzione del 24% del rischio di iniziare una terapia di terza linea o di decesso ed è stata ridotta del 40% la probabilità di progressione precoce della malattia. E, nello studio TrAVeRse, si aprono prospettive importanti in prima linea per la cura del linfoma mantellare senza chemioterapia. Grazie alla tripletta costituita da acalabrutinib più venetoclax e rituximab, il tasso di risposta globale ha raggiunto il 95%.
La leucemia linfatica cronica è la forma più comune di leucemia negli adulti. In Italia, sono stimati circa 2.750 nuovi casi ogni anno. "È una neoplasia ematologica caratterizzata dall’accumulo anomalo di un particolare tipo di globuli bianchi, i linfociti B, nel sangue periferico, nel midollo osseo e negli organi linfatici, linfonodi e milza – spiega Antonio Cuneo, direttore dell’Unità operativa di Ematologia dell’Azienda ospedaliero universitaria di Ferrara -. La chemio-immunoterapia, un tempo, rappresentava lo standard di cura in prima linea, ma oggi è superata dalle terapie mirate, costituite dagli inibitori di Btk e di Bcl-2, utilizzati assieme o in associazione con un terzo farmaco, un potente anticorpo monoclonale. Oggi, pertanto, la leucemia linfatica cronica è sempre più curabile, anche se tende spesso a ripresentarsi a distanza di tempo".
Lo studio 'Amplify' - dettaglia la nota - ha paragonato 3 schemi di terapia in prima linea, tutti a durata fissa: la doppietta acalabrutinib più venetoclax, la tripletta acalabrutinib più venetoclax e obinutuzumab, entrambe con durata del trattamento di 14 cicli, e la migliore chemio-immunoterapia per 6 mesi. 2Nello studio Amplify – continua Cuneo – l’88,5% dei pazienti trattati con acalabrutinib, inibitore di Btk di nuova generazione, più venetoclax, che è un inibitore di Bcl-2, era libero dal trattamento a 3 anni. Fino a poco tempo fa venivano utilizzate terapie continuative, cioè assunte fino a quando funzionavano o il paziente le tollerava. I dati aggiornati dello studio Amplify dimostrano che, grazie ad acalabrutinib più venetoclax, che agiscono in maniera sinergica, 9 pazienti su 10, a tre anni, non richiedono trattamenti. Questo significa che la neoplasia non è più presente funzionalmente, perché questi pazienti non mostrano più segni di malattia. Altro aspetto centrale è l’alto livello di tollerabilità del regime acalabrutinib più venetoclax, superiore alle altre opzioni terapeutiche disponibili. Anche durante i circa 14 cicli di terapia, gli effetti collaterali, ad esempio di tipo cardiologico, sono stati pochi e di lieve entità e facilmente gestibili. Dati da evidenziare, soprattutto se si considera che circa il 25% dei pazienti coinvolti nello studio Amplify aveva più di 65 anni".
Lo scorso anno, sempre al Congresso Ash, erano stati presenti i risultati di sopravvivenza libera da progressione a 36 mesi, pari al 76,5% per acalabrutinib più venetoclax, all’83,1% con l’aggiunta di obinutuzumab, rispetto al 66,5% per la chemio-immunoterapia.
"Lo studio Amplify – sottolinea Cuneo - ha dimostrato che, con la combinazione acalabrutinib più venetoclax, è possibile ottenere un controllo della malattia molto più prolungato rispetto alla migliore immunochemioterapia. Non solo. Aumenta anche la sopravvivenza globale, che include qualunque causa di morte. E oggi è disponibile anche il dato sul tempo libero da ulteriori trattamenti. Questi risultati segnano la fine definitiva dell’era dell’immunochemioterapia nella leucemia linfatica cronica. Le prospettive offerte dalla nuova combinazione orale a durata fissa sono molto importanti anche da un punto di vista psicologico, perché il paziente, pur vivendo con una malattia cronica, è consapevole del termine del trattamento – evidenzia Cuneo -. Inoltre, il regime acalabrutinib più venetoclax è completamente orale, con ulteriori vantaggi per la qualità di vita dei pazienti, che possono ridurre gli accessi in ospedale, assumendo la terapia a casa. Analisi farmacoeconomiche hanno dimostrato che le terapie a durata fissa, nel medio periodo, sono più vantaggiose nel trattamento di prima linea rispetto alla chemioimmunoterapia".
"Vanno evidenziati anche i risultati ottenuti con la tripletta acalabrutinib più venetoclax e obinutuzumab, anticorpo monoclonale anti CD20 – continua Cuneo -. Ci sono prospettive per l’utilizzo di questa opzione terapeutica soprattutto in pazienti più giovani, con malattia ad alto rischio, in cui sono state ottenute remissioni profonde. La terapia a durata definita a 3 farmaci, infatti, in 8 pazienti su 10 determina risposte profonde, con meno di una cellula su 10mila residua". Al Congresso Ash sono stati presentati anche i risultati aggiornati dello studio 'Echo' su acalabrutinib in combinazione con chemio-immunoterapia (bendamustina e rituximab) nel trattamento di prima linea di pazienti over 65 con linfoma mantellare. Questa neoplasia rappresenta il 6% dei linfomi non Hodgkin e si stimano in Italia, ogni anno, circa 800 nuovi casi.
"Il linfoma mantellare è un tipo di linfoma non Hodgkin B linfocitario, che colpisce soprattutto persone anziane - afferma Enrico Derenzini, direttore della Divisione di Oncoematologia all’Istituto europeo di oncologia di Milano e professore associato di Ematologia alla Statale di Milano -. Questo tumore del sangue può determinare un aumento del volume delle linfoghiandole e interessare organi a livello gastroenterico e soprattutto il midollo osseo, talvolta con comparsa di sindrome leucemica. Lo studio Echo ha riguardato pazienti anziani di età superiore a 65 anni o non candidabili a chemio-immunoterapia intensificata".
Al congresso Ash - riferisce la nota - sono presentati i dati aggiornati dello studio, con un follow up di 50 mesi. "La combinazione di acalabrutinib con la chemio-immunoterapia a base di bendamustina e rituximab, attuale standard di cura nei pazienti con linfoma a cellule mantellari non precedentemente trattati, ha determinato vantaggi in termini di tempo alla progressione, tassi di risposta e tendenza alla sopravvivenza globale – continua Derenzini -. Questi passi avanti sono stati ottenuti nonostante lo studio prevedesse la possibilità di 'crossover', perché i pazienti che presentavano progressione di malattia nel braccio con la terapia standard potevano passare al trattamento con acalabrutinib. Il 70% dei pazienti del braccio di controllo ha infatti ricevuto acalabrutinib alla progressione o recidiva dopo la prima linea".
"Lo studio - spiega Derenzini - ha dimostrato che, nei pazienti trattati con la combinazione a base di acalabrutinib già in prima linea, è stato ridotto del 24% il rischio di iniziare una terapia di terza linea. Al follow up a 50 mesi, è stato ulteriormente migliorato il vantaggio di sopravvivenza libera da progressione già osservato nell’analisi iniziale dello studio, con una mediana pari a 72,5 mesi per acalabrutinib più chemio-immunoterapia rispetto a 47,8 mesi per l’attuale standard di cura. È stato mantenuto anche l’elevato profilo di tollerabilità della combinazione. Lo studio Echo, inoltre, ha analizzato il POD24, cioè la progressione di malattia entro 24 mesi dall’inizio del trattamento, che è considerata un fattore prognostico negativo. Con acalabrutinib più chemio-immunoterapia è stata ridotta del 40% la probabilità di progressione precoce. Questi dati indicano che è possibile cambiare la storia naturale del linfoma mantellare".
Al Congresso Ash sono stati presentati anche i risultati preliminari di TrAVeRse, studio multicentrico di fase 2 che ha coinvolto 108 pazienti. "Questo trial mostra le prospettive future della cura di prima linea del linfoma mantellare, che può essere libera da chemioterapia – afferma il Derenzini -. L’endpoint primario era il tasso di remissioni complete Mrd negative, che indica assenza di malattia sia dal punto di vista radiologico che molecolare, al termine dell’induzione costituita da 13 cicli di trattamento. Grazie alla triplice terapia, con acalabrutinib, venetoclax e rituximab, è stato ottenuto un tasso di risposta globale del 95%, con più della metà dei pazienti in remissione completa. Molti pazienti si trovano ancora in fasi precoci di terapia, per cui ci aspettiamo che il tasso di remissione completa aumenti nelle analisi successive. Da segnalare che tutti e 12 i pazienti che sin qui hanno completato il trattamento di induzione hanno ottenuto una remissione completa Mrd negativa. Un altro aspetto importante è che anche la sottopopolazione di pazienti con mutazione del gene TP53, che correla con una prognosi sfavorevole, presenta vantaggi significativi. Anche la tollerabilità della tripletta 'chemio-free' è stata elevata".
Un ruolo sempre più decisivo nella cura delle patologie ematologiche è riservato agli anticorpi monoclonali bispecifici, che sono in grado di colpire le cellule tumorali con estrema precisione. In particolare - conclude la nota - surovatamig è un anticorpo bispecifico anti-CD3 e anti-CD19, in sviluppo nei linfomi aggressivi e indolenti. In due studi di fase 1 presentati al Congresso Ash, sono stati dimostrati tassi elevati di risposte complete in pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B e linfoma follicolare, recidivati o refrattari e pesantemente pretrattati, anche con la terapia cellulare Car-T e con anticorpi bispecifici.

Il consiglio di amministrazione di Gruppo San Donato SpA, riunitosi con procedura di urgenza, a seguito dei gravi fatti verificatisi nella notte tra il 6 del 7 dicembre scorso nell’ospedale San Raffaele di Milano, comunica di aver votato all’unanimità la procedura di revoca nei confronti del dottor Francesco Galli, amministratore unico dell’Irccs Ospedale San Raffaele. Galli, venuto a conoscenza dell’avvio della procedura, ha comunicato le proprie irrevocabili dimissioni.
Nella medesima seduta del Consiglio, l’ingegner Marco Centenari è stato indicato quale nuovo amministratore unico dell’Ospedale San Raffaele. Centenari, nella duplice veste di amministratore delegato del Gruppo San Donato e amministratore unico dell’Ospedale San Raffaele, ha confermato la totale disponibilità della struttura ospedaliera e di tutti i professionisti coinvolti, affinché sia assicurata la assoluta trasparenza e siano tutelate prima di tutto la salute e la sicurezza dei cittadini.
Nelle ultime ore erano state denunciate una serie di criticità organizzative nel reparto cure intensive.
"Gestiamo una regione con 10 milioni di abitanti, oltre 200 ospedali tra pubblici e privati e 120mila dipendenti solo nel comparto del welfare. È fisiologico che ogni giorno possano presentarsi criticità: sarebbe impossibile pensare che tutto funzioni sempre alla perfezione. Quando emerge un problema specifico, interveniamo immediatamente, come abbiamo fatto con l'autorità del San Raffaele", ha spiegato l'assessore al Welfare della Regione Lombardia Guido Bertolaso, in merito alle segnalazioni di criticità emerse ieri riguardanti l'ospedale San Raffaele di Milano.
"La decisione assunta dal Consiglio di amministrazione del San Raffaele rappresenta un esempio concreto di sinergia fra pubblico e privato. È evidente che prima della riunione del Cda ci sia stato un confronto con i vertici del Gruppo San Donato, e i risultati si sono visti da subito", ha chiarito l'assessore in una nota, sottolineando come il sistema sanitario lombardo sia impegnato nel monitoraggio e nella prevenzione delle situazioni complesse ed evidenziando il coordinamento tra istituzioni e settore privato: la Regione Lombardia, si spiega ancora nella nota, continuerà a seguire da vicino l'evoluzione della situazione. "Approfondiremo nel dettaglio quanto accaduto e, se necessario, adotteremo ulteriori misure correttive".
Dopo la segnalazione di una serie di criticità organizzative nel reparto cure intensive - fatti che si sono verificati nella notte tra il 6 del 7 dicembre scorso nell'ospedale San Raffaele - ieri in tarda serata il consiglio di amministrazione del Gruppo San Donato, riunitosi con procedura d'urgenza, ha comunicato di aver votato all'unanimità la procedura di revoca nei confronti di Francesco Galli, amministratore unico dell'Irccs di via Olgettina. Galli, venuto a conoscenza dell'avvio della procedura, ha comunicato le proprie irrevocabili dimissioni. "Il San Raffaele - ha concluso Bertolaso - è per noi una risorsa fondamentale, un vero fiore all'occhiello della sanità italiana, riconosciuto tra i migliori 100 ospedali al mondo. Ci teniamo che continui a operare con gli standard di eccellenza che lo hanno sempre contraddistinto".
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