
L'Inter torna in campo in Champions League. Oggi, mercoledì 26 novembre, i nerazzurri affrontano l'Atletico Madrid al Wanda Metropolitano nella quinta giornata della fase campionato. I nerazzurri, tra le prime della classe con 12 punti dopo quattro gare, vanno a caccia di un successo importante anche in termini di morale dopo il ko rimediato nel derby contro il Milan. Dall'altra parte, gli spagnoli hanno conquistato fin qui 6 punti nel torneo. Ecco orario, probabili formazioni e dove vedere la partita in tv e streaming.
Atletico Madrid-Inter, orario e probabili formazioni
Ecco le probabili formazioni di Atletico Madrid-Inter, in campo stasera alle 21:
Atletico Madrid (4-4-2) Musso; Molina, Gimenez, Lenglet, Ruggeri; Llorente, Barrios, Koke, Baena; Griezmann, Alvarez. All. Simeone.
Inter (3-5-2) Sommer; Akanji, Bisseck, Bastoni; Carlos Augusto, Barella, Calhanoglu, Zielinski, Dimarco; Thuram, Lautaro. All. Chivu.
Atletico Madrid-Inter, dove vederla
Atletico-Madrid-Inter è visibile in diretta su Amazon Prime Video. Partita visibile anche in streaming sull'app di Amazon Prime.

"Certe vite sfumano, veloci come le canzoni". L'immagine poetica celebrata in un pezzo iconico da una star nostrana, Luciano Ligabue, è più reale che mai. A confermarlo è la scienza: di fama si vive e si muore, diversi anni prima rispetto a chi non ha mai sperimentato l'ebbrezza della notorietà. Per la precisione, sotto la luce abbagliante dei riflettori i cantanti che diventano star sembrano spegnersi in media circa 4 anni prima rispetto ai coetanei che non hanno raggiunto lo status di celebrity. E secondo gli autori dello studio pubblicato online sul 'Journal of Epidemiology & Community Health', proprio la fama potrebbe essere un fattore critico nell'accorciare loro la vita, al di là dei rischi del mestiere. E' quanto i ricercatori dell'università Witten/Herdecke (Germania) hanno osservato nel lavoro condotto su celebrità di Regno Unito, Europa e Nord America.
Lo studio
Gli esperti osservano che gli effetti della fama sono paragonabili ad altri rischi per la salute. Come il fumo occasionale, che comporta un rischio di morte più elevato del 34%. Ricerche precedentemente pubblicate indicavano già che i cantanti famosi tendono a morire prima del loro grande pubblico. Ma non è chiaro se sia la notorietà in sé, le esigenze dell'industria musicale o lo stile di vita associato all'essere un musicista a contribuire a questo rischio elevato. Per far luce su questo enigma, i ricercatori hanno confrontato retrospettivamente il rischio di morte di 648 cantanti, metà dei quali aveva raggiunto lo status di celebrità e l'altra metà no. Ciascuna delle 324 star è stata confrontata con i colleghi meno noti in base ad anno di nascita, sesso, nazionalità, etnia, genere musicale e status di cantante solista/principale in una band.
La maggior parte (83,5%) era di sesso maschile e l'anno medio di nascita era il 1949, ma la fascia di età variava dal 1910 al 1975. Oltre la metà dei cantanti (61%) proveniva dal Nord America, mentre i restanti dall'Europa/Regno Unito. La gran parte era bianca (77%), con solo il 19% di etnia nera e il 4% di altre etnie o di etnia mista.
I cantanti più a rischio
E la maggioranza apparteneva al genere rock (65%), seguito da R&B (14%), pop (9%), new wave (6%), rap (4%) ed elettronica (2%). Oltre la metà dei cantanti (59%) faceva parte di una band; il 29% era un solista e il 12% si esibiva sia da solista che in una band.
Il campione di cantanti famosi è stato estratto dalla 'Top 2000 Artists of All Time', database che aggrega classifiche globali basate su elenchi pubblicati da critici musicali, giornalisti e professionisti del settore, ma non su sondaggi del pubblico o dati di vendita. Sono stati inclusi solo gli artisti attivi dopo il 1950 e prima del 1990, per raccogliere informazioni sufficienti sul rischio di morte entro la fine di dicembre 2023.
L'analisi dei dati ha mostrato che, in media, i cantanti famosi sopravvivevano fino all'età di 75 anni, mentre quelli meno famosi arrivavano fino all'età di 79 anni.
La band protegge. Anzi, no
Sebbene l'appartenenza a una band fosse associata a un rischio di morte inferiore del 26% rispetto a chi cantava da solo, l'inclusione di questa variabile non influenzava l'effetto complessivo della fama, poiché i cantanti famosi avevano comunque il 33% di probabilità in più di morire prima rispetto ai loro colleghi meno noti. Solo 2 (0,6%) delle star hanno raggiunto la fama postuma. Il rischio elevato di morte nei casi analizzati è iniziato solo dopo aver raggiunto la fama ed è rimasto significativamente associato per tutto il periodo della vita da celebrità.
Ciò suggerisce, ragionano gli autori, che l'aumento del rischio di morte non è attribuibile a differenze di base o a una causalità inversa per cui una morte precoce contribuisce alla fama, ma che questo rischio emerge specificatamente dopo il raggiungimento della fama. "Il che - spiegano - evidenzia la fama come un potenziale punto di svolta temporale per i rischi per la salute, inclusa la mortalità. Oltre alle spiegazioni occupazionali, i nostri risultati suggeriscono che la fama aggiunge ulteriore vulnerabilità all'interno di un gruppo già a rischio".
Le conclusioni
Gli autori puntualizzano che si tratta di uno studio osservazionale e, in quanto tale, non è possibile trarre conclusioni definitive su un rapporto di causa-effetto. Si precisa anche che il campione di studio non era globale e si limitava ai cantanti, il che significa che tali osservazioni potrebbero non essere applicabili ad altre regioni del mondo o ad altri ambiti della fama, come la recitazione o lo sport.
Ma una possibile spiegazione di questi risultati potrebbe risiedere nello "stress psicosociale unico che accompagna la fama, come l'intenso controllo pubblico, la pressione dovuta alle prestazioni e la perdita della privacy", ipotizzano gli studiosi. "Questi fattori di stress possono alimentare disagio psicologico e comportamenti di adattamento dannosi, trasformando la fama in un peso cronico che amplifica i rischi professionali esistenti".
La notorietà porta una notevole sicurezza finanziaria, fattore che viene spesso associato a un invecchiamento sano. Ma in realtà dallo studio emerge che "essere famosi appare così dannoso da annullare qualsiasi potenziale beneficio associato a un elevato status socioeconomico. Ancora una volta, questo evidenzia la maggiore vulnerabilità" delle star, "indicando la necessità di una protezione e di un sostegno mirati per questa popolazione".

"Sinner ha avuto un trattamento di favore, lo dico con invidia". Con queste parole Filippo Magnini ha commentato, ospite a Belve, le accuse sul caso doping che lo hanno coinvolto nel 2018[1], facendo un paragone con le recenti accuse rivolte al tennista altoatesino.
"Io ho avuto un trattamento diverso dal suo. Penso che lui sia stato trattato così perché era un'atleta in attività, io invece sono stato trattato come una persona normale accusata di doping", ha detto Magnini, ricordando come Sinner sia stato controllato e scagionato nell'arco di pochi giorni. "Tutti gli atleti dovrebbero essere trattati nello stesso modo", ha aggiunto. "Se la sentenza di Sinner fosse arrivata dopo 2 anni, lui avrebbe perso 2 anni di tornei e non sarebbe stato giusto".
Magnini ha poi commentato il comportamento della stampa in relazione al suo caso: "La stampa è stata corretta nei confronti di Sinner. Sono finito su tutti i giornali e mi hanno accusato di doping, senza accertarsi che fosse vero. Dopo 20 anni di carriera mi aspettavo più rispetto, sono stato massacrato".
Spazio ai suoi successi sportivi e alle 'invidie'. Il campione di nuoto con Francesca Fagnani ha ripercorso i suoi record, a partire da quello conquistato in 48 secondi e 200 primi, celebrato con un tatuaggio sul braccio a forma di corona. "Quando si batte il record poi comincia l'incubo che qualcun altro lo batta", ha osservato Fagnani.
Magnini ha risposto in maniera diretta: "In Italia sì, e dico in italia perché noi siamo un paese invidiosi, nello sport in particolare", ha detto lo sportivo che ha ammesso di essere stato lui stesso invidioso dei successi altrui. "Ho sempre avuto il terrore che qualcun altro mi battesse, una volta che sei in alto puoi solo cadere e molti sperano che tu cada perché la caduta del campione affascina sempre", ha aggiunto.
Il fuoriclasse ha ammesso di averlo sentito spesso su stesso: "Chi spera che tu fallisca, ti guarda sempre più attentamento di quelli che sperano che tu vinca".

Le forze russe stanno sfondando la barriera difensiva ucraina a nord e a est di Huliaipole, creando una seria minaccia alla fortificazione di difesa della regione di Zaporizhzhia. Kiev ha riposizionato le forze lungo il fiume Zarichne in vista di una battaglia cruciale, dopo che Mosca ha ammassato nella zona 40mila militari mentre proseguono, a poco meno di 100 chilometri a nordest, nella regione del Donetsk, gli scontri per il controllo di Pokrovsk, dove gli ucraini però ancora prevalgono.
"Le forze ucraine mantengono le posizioni e una certa capacità di operare a Pokrovsk malgrado settimane in cui gli sforzi russi per prendere il controllo della città si sono intensificati", scrive l'Institute for the Study of War. All'interno della cittadina sono riusciti a infiltrarsi circa 500 soldati russi ma sono fra loro relativamente poco coordinati e capita che si sparino fra loro.
A nordest di Pokrovsk, le forze russe avanzano anche nella direzione di Siversk. "Mentre l'attenzione di tutti si concentra su Huliaipole e Pokrovsk, problemi sistemici stanno emergendo anche in altre direzioni", ha denunciato l'attivista e blogger militare ucraino Serhii Sternenko, precisando che si tratta di una zona, quella che corre lungo la direzione Siversk/Yampil, in cui "la crisi apparirà presto in tutta la sua importanza". Anche qui, il problema è lo stesso che altrove: aumentano gli attacchi dei droni russi contro la logistica ucraina.
Huliaipole è stata creata negli anni Settanta del Settecento proprio come barriera difensiva e da allora rimane la base della difesa di Kiev nella regione. Ed è la base intorno a cui l'eroe anarchico ucraino Nestor Makhno che creò le prime fattorie collettive.
"I difensori ucraini hanno respinto sette attacchi da parte dei russi vicino agli insediamenti di Zelenyi Hai, Zatyshshia, Solodke, e nella direzione di Varvarivka e Dobropillia", ha reso noto lo stato maggiore ucraino, secondo cui ci sono stati anche raid aerei contro Huliaipole e Zaliznychne. Il ministero della Difesa a Mosca ha rivendicato la cattura di un piccolo insediamento due chilometri a nord di Huliaipole, Zatishschia.
Ma l'avanzata di Mosca è lenta, anche se molto meno dello scorso anno. Ed è molto costosa in termini di perdite, anche se non ci sono più gli attacchi in cui soldati trattati come carne da cannone venivano mandati allo sbaraglio. La Russia ha potenziato i suoi droni ed è in grado di colpire la logistica ucraina per controllare le strade e impedendo veloci ritirate delle forze di Kiev. "Ma il tasso di perdite è ancora molto pesante. Sono in grado di sostituire i caduti, soprattutto rispetto agli ucraini. Ma lo stesso sorprende che mentre le forze militari sono il loro asset migliore, lo trattino come qualcosa di totalmente sacrificabile, Spendono un sacco di risorse in una guerra che non sono in grado di spingere in modo decisivo in un modo o nell'altro", ha denunciato Emil Kastehlmi, analista al Black Bird Group, citato dal Washington Post. Alla fine, le forze di Mosca combattono da mesi per avanzare di qualche isolato in una qualche piccola città", riassume un militare ucraino.

All'indomani della vittoria larga in Campania del 'suo' Roberto Fico, arrivata (anche) grazie all'unione della coalizione progressista, Giuseppe Conte non si lascia incantare né dai risultati entusiastici, né tantomeno dalle sirene dei colleghi delle opposizioni e tira dritto per la sua strada. Prima di sedersi al tavolo per definire il programma dell'alternativa per battere Giorgia Meloni alle politiche del 2027, il presidente del Movimento 5 stelle vuole sentire dalla sua base, dalla sua comunità quali sono le priorità da mettere nell'agenda politica condivisa. E dunque il cantiere. Che non rappresenta di fatto nessuno stop alla costruzione di un campo - largo, progressista, di sinistra, che dir si voglia - piuttosto lo rimanda a quando si avranno le idee più chiare, con l'obiettivo di riportare alle urne la maggioranza dei cittadini che, ora, anche dove si stravince, decidono di rimanere a casa.
"Il Movimento - spiega Conte in un lungo post sui social - non è nato per accontentarsi, per garantirsi pratiche di potere. La rivoluzione del Movimento nasce per favorire la più ampia partecipazione dei cittadini alla vita politica. È il momento di costruire un programma per far rialzare l’Italia". Come, però? La risposta è presto detta: a un anno di distanza dall'Assemblea costituente, l'ex premier lancia una Nova 2.0, in cui si aprirà "il cantiere di un nuovo programma di forte cambiamento, di proposte forti per i nostri giovani, per l’Italia, per l’Europa".
"Quello che uscirà da questo nostro processo di apertura ai cittadini e alle istanze dal basso lo porterò poi nel confronto con le altre forze politiche del campo progressista per dare al Paese un nuovo programma di governo. Un programma che non potrà essere frutto di un mero scambio di vedute tra dirigenti di partito, che non potrà contenere compromessi al ribasso".
Ma non subito, però. Secondo quanto si apprende, infatti, questa nuova fase di costruzione di idee e proposte non dovrebbe vedere la luce prima dell'inizio del nuovo anno. "C'è da dare battaglia sulla manovra - è il ragionamento che arriva dalle parti di Campo Marzio -. I cittadini e le imprese sono in ginocchio, con la legge di bilancio il governo non li aiuta e per noi adesso è fondamentale concentrarci su questo".
"Ho una importante novità da annunciarvi. Oggi potrei accontentarmi di una schiacciante vittoria, per aver battuto con un candidato del M5S - il nostro Roberto Fico[1] - di ben 25 punti un esponente di primo piano del Governo Meloni. Ma non posso chiudere gli occhi sul fatto che molte, troppe persone non si sentono coinvolte dalla politica. Non vanno a votare. Non credono che la politica possa cambiare la loro vita", sottolinea Conte.
"Il Movimento non è nato per accontentarsi, per garantirsi pratiche di potere. La rivoluzione del Movimento nasce per favorire la più ampia partecipazione dei cittadini alla vita politica. E si sviluppa contrastando le incrostazioni di un sistema politico sempre più autoreferenziale. È il momento di costruire un programma per far rialzare l’Italia in cui crollano gli stipendi reali, la povertà è ai massimi storici, si taglia sulla scuola, le persone rinunciano a curarsi, aumenta l’insicurezza nelle città, la crescita è a zero e saremo ultimi in Europa nel prossimo triennio mentre si ipoteca il futuro dei ragazzi buttando miliardi in armi e spese militari".
"In questi anni abbiamo sperimentato, con il M5S, un nuovo modo di ascoltare e far partecipare le persone alle decisioni, di farle incidere nelle scelte pubbliche. Esattamente un anno fa lo abbiamo sperimentato con Nova. E ora quel metodo che ha messo insieme i nostri iscritti, la società civile, gli esperti voglio replicarlo con il Movimento per costruire priorità e programmi che partano dal basso e in cui ognuno potrà contare e contribuire alle scelte".
"Apriamo il cantiere di un nuovo programma -annuncia Conte- di forte cambiamento, di proposte forti per i nostri giovani, per l’Italia, per l’Europa. Quello che uscirà da questo nostro processo di apertura ai cittadini e alle istanze dal basso lo porterò poi nel confronto con le altre forze politiche del campo progressista per dare al Paese un nuovo programma di Governo. Un programma che non potrà essere frutto di un mero scambio di vedute tra dirigenti di partito, che non potrà contenere compromessi al ribasso. Lavoreremo a un programma che serva davvero ai cittadini, alle famiglie, alle imprese. Che miri davvero a cambiare la nostra società".
"Perché l’Italia merita molto di più di chi saltella sulla sofferenza di famiglie e imprese. Perché abbiamo già dimostrato che l’Italia può vincere battaglie in Europa, anche se parte isolata, se ha la visione e la forza per correre avanti, per proporre svolte contro la povertà, il malaffare, la corruzione. Possiamo farlo ancora con la partecipazione, con l’ascolto, con il coraggio di operare scelte forti, di metterci sempre in discussione. Avanti, possiamo cambiare le cose insieme".

La prima bozza del piano Trump per porre fine alla guerra in Ucraina nasce durante il volo di ritorno dal Medio Oriente di metà ottobre del presidente americano e la sua delegazione. Secondo una ricostruzione del Wall Street Journal, dopo aver contribuito all'accordo tra Israele e Hamas, Donald Trump incarica il genero Jared Kushner e l’inviato Steve Witkoff di preparare una proposta per chiudere anche l'altro grande conflitto ancora irrisolto. I due iniziano così a scrivere le prime linee di quello che diventerà un quadro di pace in 28 punti. È in quel momento, secondo funzionari statunitensi, che prende forma l’idea di un’iniziativa diplomatica parallela, condotta fuori dai canali istituzionali.
Le richieste
Nei giorni successivi, il lavoro dei due consiglieri si intensifica fino a coinvolgere Kirill Dmitriev, emissario del Cremlino con stretti legami con Vladimir Putin e da tempo in buoni rapporti con Kushner. Dmitriev vola a Miami il weekend prima di Halloween per tre giorni di incontri riservati, tra cene e lunghe discussioni a casa di Witkoff. I tre condividono una visione generale dell’accordo possibile, ma Dmitriev pone sul tavolo richieste molto più nette: niente ingresso dell’Ucraina nella Nato, ritiro totale dal Donbass e da altri territori contesi, e una drastica riduzione dell’esercito ucraino. Il suo contributo, spiegano fonti americane, nasce dal tentativo di "ottenere il via libera" di Putin.
Parallelamente, la bozza viene condivisa anche con la parte ucraina. Witkoff e Kushner invitano a Miami il consigliere per la sicurezza nazionale ucraino, Rustem Umerov, che giudica il documento "più favorevole alla Russia che all’Ucraina" e consiglia di informare direttamente il presidente Volodymyr Zelensky. Il 16 novembre, in una telefonata descritta come "franca ma costruttiva", Kushner e Witkoff illustrano il piano al leader ucraino, che li ringrazia - e ringrazia Trump - ma avverte che la proposta "richiede molto lavoro". Una seconda chiamata nello stesso fine settimana conferma che Kiev vuole tenere aperti i canali di dialogo, pur considerando irricevibile la bozza iniziale.
Il 'terremoto'
Il vero terremoto arriva quando il piano trapela sulla stampa[1]. Le condizioni, giudicate eccessivamente sbilanciate verso il Cremlino, scioccano gli alleati europei e scatenano una crisi diplomatica. Il segretario di Stato Marco Rubio, che aveva ricevuto il documento solo in quelle ore del 18 novembre[2], durante la visita alla Casa Bianca del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, viene subissato di telefonate da parlamentari americani ed europei furiosi. Alcuni senatori riferiscono che Rubio ha attribuito l’influenza russa a un "interlocutore senza nome", pur ricordando che anche Kiev aveva contribuito ad alcune parti del testo.
La riunione di Ginevra
Intanto la Casa Bianca - già impegnata in un percorso diplomatico ufficiale - è costretta a integrare il piano nella propria strategia, mentre a Kiev l’inviato Dan Driscoll ricorda che Washington ha sospeso in passato gli aiuti militari, lasciando intendere che potrebbe farlo di nuovo se l’Ucraina respingesse qualsiasi ipotesi di negoziato. Per contenere il contraccolpo politico, Rubio - dopo aver assicurato che "il piano è stato redatto dagli Usa" - si riunisce d’urgenza a Ginevra con Witkoff, Kushner e rappresentanti ucraini ed europei. Nell’occasione vengono concordate modifiche per rendere il piano più accettabile a Kiev[3], tra cui un aumento del limite massimo delle forze armate ucraine e la rimozione del passaggio che avrebbe vietato l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Funzionari statunitensi assicurano che la versione finale garantirà gli obiettivi fondamentali di Kiev.

E' attesa al vertice di maggioranza di oggi o domani l'operazione-verità sui nodi della manovra 2026. Intanto l'Italia, già promossa con il rialzo del rating da Moody's, ha incassato il via libera della Commissione Ue[1] alla Legge di Bilancio.
A quanto si apprende la riunione potrebbe tenersi già oggi, mercoledì 26 novembre, o con più probabilità domani, eventualmente prima del Consiglio dei ministri. Ad ogni modo, secondo quanto indicato dal viceministro all'Economia Maurizio Leo, entro questa settimana si dovrebbe trovare la quadra sulle modifiche più spinose, dalle banche agli affitti brevi. Ogni ritardo si ripercuoterebbe sull'esame in commissione Bilancio al Senato allungando i tempi del voto definitivo a poco più di un mese dalla scadenza limite del 31 dicembre.
Sul fronte delle modifiche è slittata alle 9 di stamattina la comunicazione degli emendamenti inammissibili in commissione attesa ieri. Per ogni emendamento depennato e per contenuti o coperture ogni gruppo potrà comunque presentare un'altra proposta di modifica, ha fatto sapere il relatore di Fratelli d'Italia Guido Liris. Dopo la scure delle ammissibilità sul fascicolo dei 414 emendamenti segnalati si verificherà se potrà essere aggiunto "qualche emendamento più importante sia dei relatori che del governo ma certamente con il protagonismo del Parlamento”, ha detto ancora Liris.
Nodo principale per le modifiche a saldi invariati è infatti quello delle coperture, tanto più che la politica di bilancio prudente del governo ha ricevuto la promozione di Bruxelles. "Gli sforzi delle autorità italiane per portare il deficit di bilancio al di sotto del 3% del Pil già quest'anno siano sufficienti per uscire dalla procedura per deficit eccessivo" nella prossima primavera, ha detto il commissario Ue Valdis Dombrovskis. Resta però la nota dolente del pil che arranca, segnando un modesto +0,4% per la Commissione Ue quest'anno. L'Italia "dovrebbe lavorare su quelle riforme strutturali che migliorano la crescita", ha sottolineato.
Per quanto riguarda il sostegno dato all'economia dai fondi Ue, "il meccanismo di ripresa e resilienza (che alimenta il Pnrr, ndr) è una spinta importante per l'economia italiana in termini assoluti. L'Italia è il principale beneficiario, quindi è importante anche garantire una transizione graduale, ora che ci troviamo di fronte alla scadenza del meccanismo di ripresa e resilienza, verso un uso più forte dei finanziamenti di coesione per sostenere il livello di investimenti pubblici", ha spiegato. Intanto giovedì è atteso il via libera Ue alla revisione del Pnrr che dovrebbe portare ossigeno per oltre 5 miliardi di euro agli interventi della Legge di Bilancio.

Maria De Filippi e il suo 'alter ego' segreto a Belve. La conduttrice televisiva è tornata nello studio di Rai 2 per un nuovo faccia a faccia con l'amica Francesca Fagnani, cogliendo l'occasione per svelare un hobby finora tenuto nascosto.
De Filippi è arrivata in studio con il suo tablet con cui ha ammesso di passarci intere notti a giocare a burraco online, ovviamente sotto falsa identità. "Mi faccio chiamare 'Cattivik' e sono capace di giocare anche per due ore di fila, soprattutto la notte", ha raccontato con ironia facendo riferimento al nickname ispirato dal personaggio dei fumetti ideato da Bonvi nel 1965 e disegnato da Silver.
Un siparietto simpatico che ha coinvolto anche la padrona di casa, Fagnani, che si è avvicinata a De Filippi e al suo tablet per interagire con gli "amici virtuali". Maria De Filippi in perfetto stile 'Mr Robot' gioca senza rivelare la sua vera identità. A quel punto Fagnani ha provocato la conduttrice: "Scrivigli che sei Maria De Filippi". La conduttrice l'ha fatto. La risposta dall'altra parte? Gelida: "Si, e io so il papà".

Luciano Spalletti lo aveva detto in conferenza stampa alla vigilia di Bodo-Juve: "Se ho freddo? Con me è dura, perché io sono stato cinque anni in Russia, ho fatto una figlia lì e mi piaceva stare lì. È una difficoltà reale per abitudini e rimbalzi e sicuramente pagheremo qualcosa, ma ci adatteremo". La Juve si è adattata al freddo polare della Norvegia, vincendo 3-2 in rimonta, allo scadere, contro i padroni di casa. E il tecnico bianconero si è lasciato andare a un'esultanza già diventata cult per il suo primo successo in Champions sulla panchina della Juventus. Sfidando il gelo della serata norvegese.
Al gol del definitivo 2-3 di David, il tecnico toscano si è tolto il berretto di lana, sfidando in maniera audace le temperature estreme ed esultando con i componenti del suo staff per festeggiare un successo di grinta e carattere. Una vittoria fondamentale nella corsa ai playoff di Champions League. Fotografata da festeggiamenti destinati a rimanere nella storia di questa stagione.

"Ho avuto un attacco di panico e ho preso dei calmanti per sentirmi meglio". Con queste parole Belen Rodriguez ha rotto il silenzio sul video dell'intervista diventato virale[1], in cui la showgirl appare visibilmente confusa e provata. Dopo i commenti diffusi sui social, con le domande di molti utenti che si chiedevano cosa le stesse accadendo, Belen ha voluto fare chiarezza sul suo stato di salute.
"Non ho fatto mai segreto della mia vita, ho raccontato sempre degli attacchi di panico e soprattutto della depressione che ho avuto a causa dei tanti attacchi di panico, uno dietro l'altro. E io posso garantire che non è vita", ha esordito la showgirl. La sera dell'intervista, Belen ha raccontato, era da sola senza bambini: "Mentre stavo dormendo, mi è partito un attacco di panico abbastanza complesso e ho preso un calmante per sentirmi meglio... quindi ne ho preso un altro e poi ne ho preso un altro... Ovviamente il risultato è stato un un rincoglionimento importante... Non è stato non è stato bello per me rivelarmi così".
L'argentina non nasconde le proprie fragilità: "È difficile accettare riuscire ad accettarsi con queste fragilità, soprattutto quando fai un lavoro pubblico, dove la tua fragilità può diventare anche una presa in giro. La verità è che ci tenevo ad esserci all'intervista di Vanity perché tante volte ho mancato al lavoro proprio per non per non presentarmi così".
La showgirl conclude sottolineando l'importanza di chiedere aiuto: "Mi dispiace però ci sto lavorando, mi curo, lavoro tanto con con lo psicologo, cosa che ogni persona che si trova in queste situazioni deve fare perché altrimenti diventa veramente complicato, complicato", ha concluso.

"Novembre si è travestito da gennaio e, da una decina di giorni, i connotati meteo sono più invernali che autunnali. Il freddo continuerà fino a venerdì, specie al mattino e soprattutto laddove il vento soffierà più forte. Fino a venerdì infatti avremo la tramontana, il grecale e la bora protagonisti, venti dai quadranti settentrionali che porteranno aria più fredda dalle lontane terre baltiche". Così all'Adnkronos Lorenzo Tedici, meteorologo de ilmeteo.it[1].
"Oltre al freddo - spiega Tedici - queste correnti baltiche forniranno energia a una bassa pressione presente al Sud con altri rovesci sia al meridione sia sul Medio Adriatico. Questi rovesci di neve oltre gli 800-1000 metri lungo tutta la fascia appenninica rendendo il paesaggio ancora più natalizio a un mese dalle festività".
"Dal prossimo weekend è atteso un graduale rialzo delle temperature, ma il maltempo non sarà finito: una nuova perturbazione è prevista in arrivo domenica al Centro-Nord", conclude Tedici.

"Sfidiamoci a duello". Mauro Corona e la querela di Aurelio De Laurentiis, nuova puntata a E' sempre Cartabianca. Lo scrittore e scultore, come è noto, è stato querelato dal presidente del Napoli per alcuni commenti rilasciati durante il periodo del covid quando il patron azzurro, febbricitante, si recò ad un'assemblea della Lega. La trasmissione di Rete4, condotta da Bianca Berlinguer, ha inseguito De Laurentiis chiedendo 'clemenza' per Corona. Il presidente del Napoli ha scelto il silenzio e non ha risposto alle domanda.
"Un uomo di classe poteva prenderla con spirito. Questo essere un po' pusillanime...", dice Corona dopo aver osservato il servizio. "Ormai la querela non si può ritirare, il processo va avanti. Io non ho 600mila euro[1] ma anche se li avessi non glieli darei. Io voglio andare in carcere. Io sono un uomo imprudente nel dialogo, ho sempre paura di beccare una querela. Ma sfidiamoci a duello, come nel Medioevo", aggiunge.
"La preoccupazione di ricevere una querela spinge a non esprimersi più come in passato: 600mila euro qua, 600mila là... Non sono mica Trump o Musk. Se stessi per morire, faremmo una puntata e direi qualsiasi cosa: poi potrebbero pure arrivare 3000 querele...", afferma ancora. De Laurentiis è stato rinviato a giudizio a Roma in un procedimento legato ad operazioni di calciomercato: "Non sono felice di questo inciampo, non godo. Se ci sfidavamo a duello, come un tempo, sì...", chiosa Corona.

Feci umane sono state trovate in diversi punti della chiesa di San Nicola di Bari di via Gian Carlo Passeroni di Ostia, a Roma. Il ritrovamento è avvenuto nel pomeriggio di oggi, quando gli escrementi sono stati trovati anche sull'altare.
"Il cardinale vicario Baldo Reina e il vescovo ausiliare del Settore Sud, monsignor Renato Tarantelli Baccari, a nome dell'intera comunità, hanno espresso il proprio dolore e la ferma condanna per l'azione, definendola un atto non solo di vandalismo, ma di violenza spirituale contro la fede e il sentimento religioso dei fedeli", scrive il vicariato di Roma in una nota, sottolineando come "di fronte a tale abominio, la nostra risposta non può che essere la preghiera e la carità. In ottemperanza alle norme canoniche, come Atto di Riparazione verrà celebrata una Santa Messa Solenne. La cittadinanza e tutte le associazioni laicali sono invitate a partecipare numerose alla celebrazione per manifestare la propria solidarietà e riaffermare il rispetto per i luoghi di culto. Si invitano le Forze dell'Ordine a fare piena luce sull'accaduto".
"La chiesa, anche per la sua posizione, proprio di fronte all’Ospedale G. B. Grassi, rimane sempre aperta durante la giornata, per consentire a chiunque lo desideri di fermarsi in preghiera. Anche oggi pomeriggio era aperta. A scoprire l’aula liturgica in quelle condizioni - si conclude la nota - è stata una segretaria della parrocchia, che ha prontamente avvisato il parroco, don Cosmo Scardigno".

A meno di 200 giorni dall'inizio della prima Coppa del Mondo Fifa a 48 squadre, è stata confermata la procedura per determinare la composizione dei dodici gruppi da quattro squadre che comporranno la prima fase del torneo. Il tabellone finale, uno dei momenti più emozionanti sulla strada verso il titolo mondiale, riunirà gli allenatori e i manager di tutte le squadre qualificate -e di quelle ancora in corsa- venerdì 5 dicembre al prestigioso John F. Kennedy Center for the Performing Arts di Washington D.C. Anche l'Italia, impegnata a marzo nei playoff, osserverà il sorteggio con attenzione.
Mondiali, il sorteggio
La procedura finale di estrazione prevede che i paesi ospitanti - Canada, Messico e Stati Uniti - saranno assegnati al primo Pot, mentre le altre 39 squadre qualificate saranno distribuite nei quattro Pot di dodici squadre ciascuna, basate sulla classifica mondiale Fifa maschile pubblicata mercoledì 19 novembre 2025. Infine, i due posti riservati alle squadre del torneo di qualificazione ai Mondiali FIFA 2026, così come i quattro posti relativi alle qualificazioni europee, saranno assegnati al quarto Pot.
Pot 1: Canada, Messico, Stati Uniti, Spagna, Argentina, Francia, Inghilterra, Brasile, Portogallo, Paesi Bassi, Belgio e Germania. Pot 2: Croazia, Marocco, Colombia, Uruguay, Svizzera, Giappone, Senegal, Iran PR, Repubblica di Corea, Ecuador, Austria e Australia. Pot 3: Norvegia, Panama, Egitto, Algeria, Scozia, Paraguay, Tunisia, Costa d'Avorio, Uzbekistan, Qatar, Arabia Saudita e Sudafrica. Pot 4: Giordania, Capo Verde, Ghana, Curaçao, Haiti, Nuova Zelanda, Qualificazioni Europee A, B, C e D, Qualificazioni Fifa 1 e 2.
Come si svolge il sorteggio dei Mondiali
Il sorteggio inizierà con tutte le squadre del Pot 1, che saranno distribuite dal Gruppo A al Gruppo L. Verranno poi estratti i Pot 2, 3 e 4, in quest'ordine. Nel Pot 1, Canada, Messico e Stati Uniti, come paesi ospitanti, saranno identificati con palline di colori diversi. In conformità con il calendario delle partite pubblicato il 4 febbraio 2024, al Messico sarà assegnata la posizione A1 (palla verde), Canada posizione B1 (palla rossa) e la posizione Usa D1 (palla blu). Le altre nove squadre del Pot 1 saranno identificate da nove palline dello stesso colore e saranno automaticamente assegnate alla posizione 1 nel gruppo in cui sono posizionate.
Per garantire l'equilibrio competitivo, sono stati istituiti due sorteggi separati fino alle semifinali del calendario delle partite. Per ottenere una distribuzione equilibrata delle squadre, sono state applicate le seguenti restrizioni al sorteggio per le prime quattro squadre della FIFA/Coca-Cola Men's World Ranking: la squadra migliore in classifica (Spagna) e la seconda più alta (Argentina) saranno assegnate casualmente alle squadre opposte. Lo stesso principio si applicherà alle squadre classificate terza e quarta (rispettivamente Francia e Inghilterra). Quindi, se le prime due squadre del ranking mondiale avessero concluso la prima fase al primo posto nei rispettivi gironi, non si affronterebbero prima della finale.
Nei Pot 2, 3 e 4, la posizione delle squadre in ciascun gruppo sarà assegnata secondo uno schema predefinito. In linea di principio, nessun gruppo conterrà due squadre della stessa confederazione, con l'unica eccezione della Uefa, rappresentata da 16 squadre. Ogni gruppo avrà almeno una e al massimo due squadre Uefa. Per quanto riguarda i posti nel Torneo di Qualificazione FIFA, per rispettare il principio generale della FIFA secondo cui due squadre della stessa confederazione non vengono sorteggiate nello stesso gruppo, questa limitazione si applicherà anche alle tre squadre in ciascun tabellone del Torneo di Qualificazione FIFA che si contendono i due posti nel Pot 4.

L'Ucraina ha accettato il piano di pace concordato con gli Usa. E il presidente Donald Trump, che parla di "un accordo molto vicino" per porre fine alla guerra con la Russia, ha incaricato l'inviato speciale Steve Witkoff di incontrare il presidente Vladimir Putin nella speranza di finalizzare il tutto. Secondo alcuni media americani, tuttavia, Mosca respingerà il piano di cessate il fuoco in 19 punti elaborato da Washington e Kiev negli ultimi giorni di negoziati tra Ginevra e Abu Dhabi.
Media Usa: "Mosca verso il no"
Al termine di una giornata di annunci ottimistici, è il New York Post a parlare di un conflitto che potrebbe protrarsi almeno fino a Natale. La proposta, ridotta rispetto alla precedente versione in 28 punti giudicata da ucraini ed europei fortemente favorevole a Mosca, è stata modificata per renderla più accettabile all’Ucraina. E il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha già dichiarato che Mosca non sosterrà alcun piano che si discosti dalla versione originale concordata ad agosto ad Anchorage tra Trump e Putin, definendo il nuovo documento incompleto e bisognoso di chiarimenti. Tuttavia, secondo gli esperti, la Russia potrebbe ricorrere a tattiche di disinformazione, rilasciando dichiarazioni vaghe o firmando documenti senza impegnarsi realmente a porre fine alla guerra.
Trump invia Witkoff da Putin
"Penso che siamo molto vicini a un accordo" per mettere fine alla guerra tra Ucraina e Russia, ha detto Trump nel suo discorso durante la concessione della grazia presidenziale ai tacchini per il Ringraziamento[1]. "Stiamo facendo progressi. Non è facile, ma penso che ci arriveremo", ha aggiunto.
Poco dopo, in un post su su Truth Social, il numero 1 della Casa Bianca ha spiegato che "il piano di pace originale in 28 punti, redatto dagli Stati Uniti, è stato perfezionato con ulteriori contributi da entrambe le parti e ora rimangono solo pochi punti di disaccordo. Nella speranza di finalizzare questo piano di pace, ho incaricato il mio inviato speciale Steve Witkoff di incontrare il presidente Putin a Mosca e, contemporaneamente, il segretario dell'esercito Dan Driscoll incontrerà gli ucraini".
"Sarò informato su tutti i progressi compiuti, insieme al vicepresidente Jd Vance, al segretario di Stato Marco Rubio, al segretario alla guerra Pete Hegseth e al capo di gabinetto della Casa Bianca Susie Wiles", ha aggiunto Trump.
"Spero di poter incontrare presto il presidente Zelensky e il presidente Putin, ma solo quando l'accordo per porre fine a questa guerra sarà chiuso o, comunque, nelle sue fasi finali".
Una fonte ucraina vicina al dossier ha dichiarato all'Afp che la nuova versione del piano americano è "significativamente migliore" per Kiev. "L'Ucraina, gli Stati Uniti e gli europei hanno reso la proposta americana praticabile", ha spiegato la fonte, sottolineando che "è cambiata in modo significativo in meglio". In particolare, si ribadisce che nella nuova versione Kiev mantiene 800mila truppe, senza la riduzione a 600mila prevista dalla prima bozza del piano.
Zelensky da Trump al Ringraziamento?
Kiev vorrebbe comunque discutere le questioni più delicate riguardanti i territori e le garanzie di sicurezza durante un incontro tra Zelensky e Trump che potrebbe avvenire il giorno del Ringraziamento, ovvero il 27 novembre. Un funzionario americano ha confermato che ci sono state discussioni con gli ucraini sulla possibilità di un incontro questa settimana o la prossima, ma che una data non è stata ancora fissata.
Secondo Axios, Trump dovrebbe passare la giornata nella sua residenza di Mar-a-Lago in Florida e, secondo il capo dello staff del presidente ucraino, Andriy Yermak, potrebbe avere un valore simbolico incontrarsi in questi giorni.
Macron: "Kiev deve avere esercito forte e senza limitazioni"
L'Europa fa sentire la propria voce attraverso le parole del presidente francese Emmanuel Macron. Un accordo per il cessate il fuoco deve garantire che l'Ucraina abbia "un esercito forte" e "senza limitazioni" per dissuadere la Russia da un nuovo attacco. "E' necessario, prima di tutto, mantenere un esercito ucraino forte. I colloqui di Ginevra hanno dimostrato che non si devono avere limitazioni per l'esercito ucraino. Abbiamo pianificato tutto quello di cui abbiamo bisogno per farlo", ha detto Macron parlando ai giornalisti dopo la videoconferenza con la Coalizione dei Volenterosi.
Per Macron "non c'è alcuna volontà russa di accettare un cessate il fuoco oggi". Mosca non ha neanche mostrato "la volontà di discutere" il piano Usa nella versione modificata a seguito dei colloqui tra americani, ucraini e europei lo scorso weekend a Ginevra. Per questo il presidente francese ha sottolineato che bisogna continuare a fare pressioni sulla Russia affinché accetti di negoziare.
Una "soluzione" per "garantire finanziamenti" all'Ucraina utilizzando gli asset russi congelati sarà "definita nei prossimi giorni", ha aggiunto Macron, sottolineando che questi beni sono "estremamente importanti" e "anche un mezzo per esercitare pressione" sulla Russia.

Fratelli d'Italia cala, il Pd sale e riduce il gap. E' il 'duello' secondo il sondaggio Only Numbers (Alessandra Ghisleri) per Porta a Porta sulle intenzioni di voto degli italiani reso noto oggi, 25 novembre, dopo le elezioni regionali in Puglia, Campania e Veneto.
Fratelli d'Italia, sempre primo partito, perde lo 0,4% rispetto alla rilevazione dello scorso 11 novembre e si attesta al 29,7%. Il Pd nelle ultime 2 settimane guadagna lo 0,3% e sale al 22,5%.
Alle spalle dei primi
Il Movimento 5 stelle, invece, cala di mezzo punto (-0,5%) attestandosi all'11,3%. Forza Italia arriva al 9,5% salendo dello 0,1%, mentre la Lega arriva al 9% con un progresso dello 0,5%. Alleanza verdi e sinistra è al 6,7% (+0,2%). Azione è al 3,3% (+0,4%), Italia viva al 3,1% (+0,5%). Infine +Europa perde mezzo punto (-0,5%) ed è all'1,5% mentre Noi moderati è stabile allo 0,7%.
Coalizioni a confronto
In generale, il centrodestra è al 48,9% (+0,2%), mentre il centrosinistra resta al 30,7%. Stabile anche il campo largo al 45,1%. Gli astenuti-indecisi si attestano al 46,6% (in calo dello 0,8% rispetto all’ultima rilevazione).
Le elezioni possono finire in parità
Con le due coalizioni divise da pochi punti, in teoria, sarebbe possibile anche un pareggio nelle elezioni politiche con l'attuale legge elettorale. L'Istituto Cattaneo evidenzia che, se resta il Rosatellum, "il risultato sarà determinato, questa volta quasi completamente, dal numero di seggi ottenuti nei collegi uninominali". E con un centrosinistra trasformato in 'Campo Largo' unito e non più diviso come nel 2022, il conto dei seggi sarebbe molto diverso.
"Nelle elezioni politiche del 2022, i partiti del centrosinistra hanno ottenuto, nel complesso, una percentuale di voti leggermente superiore a quella dei partiti del centrodestra. Di conseguenza, hanno ottenuto un numero di seggi leggermente superiore rispetto al centrodestra tra quelli ripartiti con metodo proporzionale. Alla Camera, nella quota proporzionale, il centrodestra ha ottenuto 114 seggi" mentre le opposizioni ne hanno "ottenuti 130".
"Ma poiché ciascuna delle tre componenti del cosiddetto campo largo ha presentato candidati propri (in competizione gli uni con gli altri) nei collegi uninominali" qui "il centrodestra ha vinto quasi dappertutto: in 121 dei 147 collegi" mentre "le opposizioni" divise "solo in 23. Se si considerano le intenzioni di voto attualmente stimate dai sondaggi, è assai plausibile che, in una competizione nazionale in cui il centrosinistra si presenti unito, centrosinistra e centrodestra otterrebbero percentuali di voti e un numero di seggi di entità quasi equivalente nella quota proporzionale".

Estratta la combinazione vincente del concorso di oggi, martedì 25 novembre, del Superenalotto: 18, 20, 21, 23, 40, 43. Numero Jolly: 52. Numero SuperStar: 10. Nessun '6' né '5+1'. Centrati invece sette '5' che vincono ciascuno 23.710,72 euro.
Il jackpot per il prossimo concorso sale a 83.200.000 euro.

Notte di paura per la famiglia dell'attaccante del Sassuolo Andrea Pinamonti. Mentre il giocatore era in campo nella sfida tra i neroverdi e il Pisa lunedì 24 novembre dei ladri si sono introdotti nella casa del giocatore a Modena, quando c'erano i due bimbi con la baby sitter, mentre la compagna del giocatore Dasha Lapushka era allo stadio a seguire la partita.
A denunciare l'episodio è stata la stessa Dasha Lapushka, influencer e modella nata in Bielorussia, in una storia su Instagram. "Ieri sera mentre ero a guardare la partita del mio fidanzato, sono entrati ladri in casa. C'erano la baby sitter e i miei due bambini: grazie a Dio i piccoli erano giù e stanno bene ed è davvero l'unica cosa che conta. Le cose materiali si ricomprano, la serenità no", ha detto la compagna di Pinamonti.
"Chi fa del male semina solo male e prima o poi la vita presenta il conto. Spero che chi ha fatto questo venga presto individuato e fermato. Purtroppo, in Italia negli ultimi anni c'è qualcosa che non funziona: troppi furti, troppa violenza, troppi femminicidi. Forse, con punizioni più adeguate, molti ci penserebbero due volte prima di agire", ha concluso.
Torna la Champions League. Oggi, martedì 25 novembre, si giocano Bodo Glimt-Juve e Napoli-Qarabag per la quinta giornata della fase campionato. Per i bianconeri di Spalletti, sfida in condizioni 'estreme' sotto la neve norvegese e ricca di insidie. Per gli azzurri di Antonio Conte, una partita abbordabile per portare a casa tre punti importante in ottica qualificazione.
Dove vedere le due partite? Bodo Glimt-Juve è visibile in diretta tv su Sky (canali Sky Sport 1 e 252), ma anche in streaming su Sky Go e Now.
Napoli-Qarabag sarà visibile in diretta e in esclusiva su Sky ai canali Sky Sport Calcio, Sky Sport 4K e Sky Sport (253). Partita visibile anche in streaming su Sky Go e Now.
Nella sesta giornata della fase campionato si giocheranno Juventus-Pafos e Benfica-Napoli.

Nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne i cortei cittadini. Omaggio a Ornella Vanoni a Milano, blitz alla metropolitana a Torino. Entrambi i cortei sono partiti in serata e i manifestanti sfilano al buio perché "la notte ci piace e vogliamo uscire in pace".
Milano
A Milano il corteo cittadino organizzato da 'Non Una di Meno' è partito da porta Venezia e sfila per 4 chilometri fino a piazzale Lodi. "Sabotiamo guerre e patriarcato. Contro la violenza maschile sulle donne e di genere", è scritto sullo striscione esposto in testa al corteo. "Vogliamo educazione affettiva in tutte le scuole perché la cultura dello stupro si sconfigge con la cultura del consenso", ha detto al megafono una delle organizzatrici della manifestazione.
"Siamo più di 10mila", hanno fatto sapere le organizzatrici. Oltre 8mila i manifestanti, secondo le stime della Questura. Sfilano al buio, perché - spiegano in coro - “la notte ci piace e vogliamo uscire in pace. Ci piace pure il giorno, levatevi di torno”. Le note di ‘La voglia, la pazzia’ di Ornella Vanoni hanno accompagnato i primi passi del corteo. "Ciao Ornella insegna a tutte noi come essere donne libere", il messaggio delle attiviste, che hanno voluto omaggiare l’artista di cui si sono celebrati ieri i funerali a Milano, prima di leggere i nomi di tutte le vittime di femminicidio e transicidio avvenuti in Italia nell’ultimo anno.
“La violenza è strutturale e attraversa anche le aule di giustizia. Vogliono introdurre il consenso nel resto di violenza sessuale ma il consenso lo si impara a scuola nei corsi di educazione affettiva per cui il governo chiede il consenso alle famiglie”, ha detto una delle organizzatrici al megafono. “Hanno introdotto il reato di femminicidio[1], ma è un crimine di potete e culturale: i femminicidi non diminuiranno solo per il fatto che esiste il reato. Troppo costoso investire in formazione, il carcere allora è la risposta. Ma il carcere da solo non previene, non educa. Caro governo Meloni, grazie ma è troppo tardi quando interviene il diritto penale. La cultura della violenza si contrasta con la prevenzione, proprio attraverso l’educazione al consenso. Il governo ci tutela da morte ma non riconosce i nostri diritti da vive”, ha detto l’attivista di Non Una di Meno, prima che il corteo ripartisse, intonando “Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce”.
Torino
Anche a Torino il corteo promosso da 'Non una di meno'. Partito da piazza Carlo Felice, partecipano oltre 2500 persone. Davanti alla stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova, mentre stava sfilando lungo via Nizza, il corteo ha improvvisamente interrotto la marcia e alcune centinaia di manifestanti sono scesi lungo le scale della metropolitana bloccando le porte di un convoglio con lo striscione ‘Contro la violenza del patriarcato blocchiamo tutto’. Dopo alcuni minuti i manifestanti hanno ripreso a sfilate per le vie del capoluogo piemontese.

La Camera ha approvato all'unanimità il disegno di legge che introduce il delitto di femminicidio e altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime, già approvato dal Senato. I sì sono stati 237.
"Sono molto soddisfatta dell'approvazione all'unanimità in Parlamento del disegno di legge del governo che introduce il reato di femminicidio. E' un segnale importante di coesione della politica contro la barbarie della violenza contro le donne. Aggiungiamo uno strumento in più a quelli che avevamo già previsto: dal rafforzamento del Codice rosso al raddoppio delle risorse per i centri anti violenza e per le case rifugio. Sono passi concreti, che ovviamente non bastano, dobbiamo continuare a fare ogni giorno di più per difendere la libertà e la dignità di ogni donna", ha detto in un video la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
La nuova legge prevede l'ergastolo per chi uccide una donna per discriminazione, odio e prevaricazione, ovvero con atti di controllo, possesso, dominio verso la vittima in quanto donna. Inoltre il reato si determina anche quando l'omicidio è commesso per il rifiuto della vittima di instaurare o mantenere un rapporto affettivo o come atto di limitazione delle sue libertà individuali.
Il testo interviene sulla concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei condannati per il nuovo delitto e per altri reati legati alla violenza di genere, subordinandola alla valutazione giudiziale positiva dei risultati dell’osservazione scientifica della personalità del detenuto o internato, condotta per almeno un anno. Inoltre è previsto l’obbligo di dare immediata comunicazione alla persona offesa dei provvedimenti applicativi di misure alternative alla detenzione e di altri benefici che comportano l’uscita del condannato dall’istituto penitenziario.
Analoga comunicazione è prescritta nei confronti dei prossimi congiunti della persona offesa deceduta per femminicidio o di omicidio aggravato. Prevista poi una riduzione della durata massima dei permessi premio concessi ai minori di età condannati per il reato di femminicidio.
La legge estende l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato anche in deroga ai limiti di reddito per le persone offese dai reati di tentato omicidio aggravato e di tentato femminicidio e prevede modifiche alla normativa vigente per assicurare una più piena tutela agli orfani di femminicidio. Previsto inoltre che le vittime di violenza che hanno compiuto quattordici anni possano accedere ai centri antiviolenza senza la necessaria preventiva autorizzazione dei genitori o degli esercenti la responsabilità genitoriale per ricevere informazioni e orientamento.
Per prevenire e contrastare aggressioni di tipo sessuale viene contemplata la promozione di campagne di sensibilizzazione e di iniziative formative e didattiche sulla pericolosità dell'utilizzo di sostanze stupefacenti, psicotrope o comunque atte ad alterare la coscienza, istituendo anche presso il ministero della Salute un tavolo tecnico permanente per prevenire e contrastare il fenomeno della violenza sessuale attraverso l’uso di sostanze stupefacenti.
Vengono poi potenziate le iniziative formative, per i magistrati e in ambito sanitario, in materia di violenza contro le donne e violenza domestica. Infine ogni anno il ministero della Giustizia presenterà una relazione al Parlamento sullo stato di applicazione della nuova legge.

Martina Colombari sarà ospite stasera, martedì 25 novembre, per un'intervista esclusiva a Belve. L'attrice ed ex Miss Italia, oggi impegnata a Ballando con le stelle, prevedibilmente affronterà alcuni capitoli delicati della sua vita privata, legati alla maternità.
Come già raccontato pubblicamente, il figlio Achille Costacurta oggi 21enne ha avuto un’adolescenza complicata tra detenzione, TSO, droghe, diagnosi di ADHD, il tentativo di suicidio e un rapporto difficile con i genitori che da sempre lottano per aiutarlo. Ospite del podcast 'One More Time', il ragazzo aveva ripercorso quelli che sono stati i momenti più bui del suo passato soffermandosi su come è riuscito ad allontanarsi da quel vortice e a riprendere in mano la sua vita.
Il passato di Achille
Sulla diagnosi dell’ADHD, il 21enne aveva spiegato: "Il mio cervello non produce abbastanza dopamina. Io adesso prendo il Ritalin, nel primo mese che l’ho preso leggevo un libro in due, tre ore, scrivevo 40/50 pagine al computer in tre ore, robe che non riuscivo a fare prima. Da quando i miei genitori hanno fatto anche loro un corso genitoriale per l’ADHD, il nostro rapporto è cambiato da così a così. Prima in casa quando litigavamo, io andavo fuori, spaccavo porte. Da lì non è mai più successo perché loro ora sanno come dirmi un 'no'".
Per quanto riguarda la droga e i TSO, Achille aveva spiegato: "Ho iniziato a fumare a 13 anni. Al compleanno dei miei 18 anni ho provato la mescalina. Una volta ho avuto una colluttazione con la polizia. Ero sotto effetto e ho fatto il matto su un taxi", aveva raccontato ammettendo di essere arrivato nel tempo a subire 7 TSO.
Tra gli episodi più drammatici, il tentativo di suicidio avvenuto a 15 anni mentre si trovava in una comunità terapeutica: "Prendo tutto il metadone che c’era, sette boccettine, mi chiudo in bagno e le bevo tutte, volevo suicidarmi. Arrivano i pompieri e sfondano la porta, poi l’ambulanza. Nessun medico ha saputo dirmi come io sia ancora vivo perché l’equivalente di sette boccettine di metadone sono sui 35, 42 grammi di eroina".
Le parole di Colombari
Colombari a Ballando con le stelle aveva ripercorso senza filtri le difficoltà vissute accanto al figlio. "Sono stata giudicata per tutti i problemi di mio figlio. Lui è stato sempre un bambino complicato, poi con la diagnosi di ADHD abbiamo capito da dove provenissero tutti quei comportamenti". "Era come non avere un figlio, era un corpo senza vita completamente anaffettivo. Non riuscivi a smuoverlo con niente", aveva detto l'attrice, che ha ammesso di aver chiamato per il TSO per "salvarlo, non avevo altro soluzioni".
Colombari ha vissuto le dichiarazioni del figlio come una sorta di liberazione: "In un certo senso, il fatto che lui abbia sdoganato tutto quello che è successo a me ha tolto un peso enorme". L'attrice aveva poi parlato dei giudizi ricevuti: "In tanti mi additavano come la mamma sbagliata, la mamma che non ce l'ha fatta, quella che avrebbe potuto fare di più. Io sono stata anni in silenzio".
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