
Diletta Leotta è incinta: il volto di Dazn e Loris Karius diventeranno genitori per la seconda volta. Oggi, mercoledì 10 dicembre, la bordocampista ha annunciato con un post pubblicato sul proprio profilo Instagram di essere incinta del secondo figlio: "Questo Natale non potevamo desiderare regalo più bello. Aria sta diventando una sorella maggiore, e i nostri cuori sono pronti ad amare il doppio".
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Un post condiviso da Diletta Leotta (@dilettaleotta)[1]
L'annuncio è stato accompagnato da una foto di famiglia 'allargata', con Karius, ex portiere del Liverpool oggi allo Schalke 04, che abbraccia Leotta e la figlia Aria e con una mano tocca la pancia di Diletta. Proprio la bordocampista di Dazn, poco prima dell'annuncio, aveva pubblicato una storia su Instagram in cui si inquadrava la pancia con un cuore bianco.
Iniziativa della Regione, coinvolti 133 istituti per un totale di
oltre 1.500 volumi...
Comune, 'impianti convenzionati non sono più in grado di accogliere
ulteriori quantità'... 
Passato lo choc (anche un po’ esagerato) della Strategia di sicurezza nazionale trumpiana, è utile concentrarsi sulle carte che l'Europa può ancora giocarsi. Una di queste, inimmaginabile fino a poco tempo fa, è l’alleanza italo-tedesca, destinata a ridefinire gli equilibri europei in un contesto di instabilità interna francese e nuove geometrie politiche globali.
Tra i due Paesi il legame non è stato mai così forte dai tempi di Adenauer e De Gasperi. Il presidente del Consiglio italiano accolse a Roma il cancelliere tedesco in una storica visita nel giugno 1951, a poche settimane dalla firma del trattato che istituì la Comunità europea del carbone e dell’acciaio, e che mise fine all’isolamento tedesco vincolando l'industria bellica dei sei Paesi fondatori a un progetto di pace comune. Da quella ripresa delle relazioni diplomatiche - di cui nel 2026 si celebreranno i 75 anni - i due governi collaborarono strettamente per creare la Comunità europea di difesa (Ced), ma nel 1954 la bocciatura francese e la diffidenza degli altri Stati membri (la ferita della guerra era ancora aperta) bloccarono un processo che è ripartito sul serio solo dopo l’invasione russa dell’Ucraina.
Meloni-Merz: stabilità politica e convergenza ideologica
A parte le ricorrenze diplomatiche, il 2026 sarà l’anno di Italia e Germania per ragioni ben più sostanziali. Roma e Berlino hanno in comune due governi a guida conservatrice, una certa stabilità e la ragionevole aspettativa di non dover affrontare elezioni nazionali da qui a un anno e mezzo. Inoltre, Giorgia Meloni e Friedrich Merz non rientrano negli schemi che hanno dominato i rispettivi Paesi per due decenni: l'era Merkel e quella della schizofrenia governativa italiana. Tra i leader si è instaurata una "chimica" fondata sul pragmatismo e sull’aver navigato da esterni la fase precedente: lei all’opposizione sin dalla nascita di Fratelli d’Italia nel 2012; lui fuori dalla politica e nel mondo degli affari durante la guida merkeliana della Cdu. Gli anni in cui l’Italia era il membro fiscalmente indisciplinato dell’Unione, delle risate con Sarkozy al Consiglio europeo che anticipavano la caduta di Berlusconi nel 2011, della contrapposizione tra il rigido ministro delle Finanze Schaeuble e i cosiddetti Piigs.
Oggi l'Italia ha uno spread sotto i 70 punti base, conti pubblici in ordine e potrebbe uscire in anticipo dalla procedura d’infrazione, mentre la Germania, in crisi d’identità, deve ridefinire il proprio ruolo nel mondo anche attraverso la sua potenza industriale e di motore dell’export europeo. La convergenza ci è sempre stata, le filiere sono da decenni integrate, ma ora si vede chiaramente un disegno strategico per spingere l’Unione in una direzione diversa.
Il forum Mimit-Bmwe
Quali sono i segnali, concreti, di questa special relationship? Partiamo da oggi, 10 dicembre: al Ministero delle Imprese e del Made in Italy si è tenuto il secondo Forum ministeriale italo-tedesco, presieduto dal ministro Adolfo Urso e dalla ministra federale dell'Economia e dell'Energia Katherina Reiche, che ha prodotto un documento congiunto di politica industriale su auto e siderurgia. Al centro, la revisione della transizione ecologica europea e in particolare dello stop ai motori endotermici previsto per il 2035. Urso, in sintonia con la collega tedesca, rivendica una "revisione radicale ed efficace" che preveda neutralità tecnologica, riconoscimento strutturale del ruolo di biofuel, e-fuel e tecnologia ibrida, estendendo il nuovo approccio anche ai veicoli commerciali e pesanti. Merz ha formalmente richiesto alla Commissione europea di permettere ai "motori a combustione altamente efficienti" di continuare oltre il 2035, posizione condivisa da altri sei Stati membri dell'Ue. La battaglia comune mira a tutelare le industrie energivore europee e "rimediare ai danni di una transizione ideologica", proteggendo settori automotive vitali per Germania e Italia.
I segnali diplomatici della nuova alleanza
L'agenda bilaterale dei prossimi mesi conferma la vivacità di questo rapporto. La settimana prossima, durante la XVIII edizione della Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori d’Italia nel mondo (che Adnkronos seguirà con tre dirette speciali), ci sarà un solo ministro degli Esteri, in una sessione speciale insieme ad Antonio Tajani, e sarà il tedesco Johann Wadephul. Il 23 gennaio 2026 si terranno a Roma le consultazioni per il Piano d'Azione italo-tedesco, con Merz ricevuto da Meloni per il nuovo vertice intergovernativo tra i due paesi. Il Piano d'Azione, firmato nel novembre 2023, prevede cooperazione rafforzata su politica industriale, spazio, tecnologie digitali e green, sicurezza e difesa, migrazione e cultura.
Difesa e industria degli armamenti
La difesa rappresenta uno dei settori più dinamici della cooperazione. Il 15 ottobre 2024, Leonardo e Rheinmetall hanno costituito la joint venture paritetica Leonardo Rheinmetall Military Vehicles (Lrmv), con sede legale a Roma e operativa a La Spezia, dove si svolgerà circa il 60% delle attività industriali. Pochi giorni fa, Lrmv ha firmato il primo contratto per la fornitura di 21 veicoli cingolati A2CS Combat per l'Esercito italiano, con il primo mezzo consegnato entro la fine del 2025. L'amministratore delegato Laurent Sissmann ha definito l'accordo come "la nascita di una sinergia industriale concreta" destinata a sviluppare non solo veicoli, ma una capacità industriale condivisa per i futuri carri armati principali europei.
Il Piano d'Azione prevede una cooperazione rafforzata su numerosi programmi, dal Sistema principale di combattimento terrestre (Mgcs) al Sistema di combattimento corazzato di fanteria (Ajcs), dal Rotore di nuova generazione (Ngrc) al progetto di difesa anti-missili ipersonici Hydis. Oltre ai progetti già esistenti come Eurofighter, Eurodrone, elicottero NH-90 e missile Vulcano, le due nazioni mirano a "ridurre la frammentazione, promuovere l'intercambiabilità e rafforzare l'industria europea della difesa".
Spazio e innovazione
Lo spazio costituisce un pilastro fondamentale della partnership strategica italo-tedesca. Al centro della collaborazione figura il programma Iris², la costellazione satellitare europea per comunicazioni sicure e sovrane, con primo lancio previsto nel 2029. Durante il primo Forum ministeriale a Berlino nel novembre 2024, i ministri Urso e Habeck hanno posto lo spazio al centro della cooperazione bilaterale, identificandolo come "catalizzatore per le tecnologie emergenti" e strumento per garantire competitività e autonomia all'Europa. Il Piano d'Azione prevede gruppi di lavoro dedicati all'economia spaziale, promuovendo collaborazioni industriali e poli di innovazione. Dopo la partecipazione italiana alla Fiera di Hannover 2025, a ottobre il German-Italian Aerospace Forum a Roma ha ulteriormente consolidato questa collaborazione, supportata dal Consiglio dei Ministri Esa 2025.
Regolamentazione e sovranità tecnologica
Nella partita europea sull’“Omnibus digitale” la Germania si sta ritagliando il ruolo di capofila dei paesi che chiedono una vera cesura con la stagione della iper regolazione, e la linea illustrata da Karsten Wildberger, ministro per la digitalizzazione, al Consiglio Ue Telecomunicazioni del 9 dicembre, conferma questa ambizione: Berlino saluta il pacchetto della Commissione come un passo nella direzione giusta ma lo giudica insufficiente, chiede di estendere l’ambito della riforma, rendere le norme nativamente “machine readable” per permettere una compliance automatizzata e tagliare in modo drastico il ricorso ad atti delegati ed esecutivi che scaricano incertezza giuridica su imprese e amministrazioni nazionali.
Parlando con chi ha partecipato al forum berlinese sulla sovranità digitale di fine novembre, la sovranità non viene più declinata come autarchia tecnologica ma come capacità europea di governare infrastrutture critiche – dai cavi sottomarini allo spazio, già definiti da vari ministri “nuovi territori sovrani” – e di costruire un quadro normativo sufficientemente semplice per non trasformare il fattore regolatorio in un vantaggio competitivo per gli attori extra Ue. È in questo spazio che si inserisce, quasi in modo complementare, la posizione italiana espressa dal viceministro Valentino Valentini al Consiglio Telco: meno complessità normativa, più chiarezza e coerenza tra i grandi regolamenti orizzontali (Dsa, Dma, Data Act, Cyber Resilience, Nis2), razionalizzazione degli obblighi per evitare sovrapposizioni, e soprattutto uso “intelligente” del digitale – piattaforme comuni, interoperabilità tra autorità, modelli e procedure standardizzate – per ridurre oneri invece di crearne di nuovi.
L'allineamento tra Ppe e Ecr
La convergenza Roma-Berlino trova riscontro anche nelle dinamiche del Parlamento europeo, dove il Partito Popolare Europeo (Ppe) di Merz e i Conservatori e Riformisti Europei (Ecr) di Meloni collaborano sempre più frequentemente. L’Ecr, quarto gruppo parlamentare con 80 eurodeputati provenienti da 19 Stati membri (e che in questi giorni si riunisce a Roma per i suoi ‘study days’), si posiziona come possibile "cardine" di coalizioni variabili, capace di collaborare sia con il Ppe che con i Patrioti su dossier specifici, facendo ovviamente irritare il resto della maggioranza che ha sostenuto il secondo mandato di Ursula von der Leyen, ovvero Socialisti e Liberali. Questa dinamica, definita anche "maggioranza venezuelana" dopo il voto congiunto sul riconoscimento di Edmundo González come presidente del Venezuela, si è manifestata ripetutamente su temi industriali e di politica estera. Il presidente del Ppe Manfred Weber ha dimostrato più volte disponibilità a proteggere il governo Meloni, come nel blocco della missione parlamentare europea sullo stato di diritto in Italia, che si sarebbe dovuta tenere in questi giorni. (di Giorgio Rutelli)

Amazon ha raggiunto un accordo con il fisco italiano per versare 511 milioni di euro nell'inchiesta che riguarda il presunto mancato versamento dell'Iva da parte dei venditori cinesi, rispetto ai quasi 3 miliardi calcolati dalla Guardia di finanza e dalla Procura di Milano tra imposte, interessi e sanzioni. L'inchiesta addebita al colosso americano di non avere ottemperato nel 2019-2021 ad alcuni obblighi tributari. La cifra si aggiunge ai 212 milioni definiti da Amazon logistica e Amazon italia transport per non incorrere nel rischio di misura interdittiva del divieto di pubblicità chiesta dal pm Paolo Storari per frode fiscale nella eterodirezione digitale dei lavoratori.
"Questo accordo riflette il nostro impegno a collaborare in modo costruttivo con le autorità italiane. Ci difenderemo con determinazione rispetto all’eventuale procedimento penale, che riteniamo infondato". E' il commento di Amazon in merito all'accordo.
"Siamo tra i primi 50 contribuenti in Italia e uno dei maggiori investitori esteri nel Paese. Negli ultimi 15 anni abbiamo investito oltre 25 miliardi di euro in Italia, dove impieghiamo direttamente più di 19.000 persone. Contesti normativi imprevedibili, sanzioni sproporzionate e procedimenti legali prolungati incidono sull'attrattività dell'Italia come destinazione di investimento" si sottolinea in una nota.
Gallo (Sogeaal): 'puntiamo per il 2026 al traguardo di 1,9 milioni
di viaggiatori'... 
Anche quest’anno il Natale si conferma un momento di tenuta per i consumi, nonostante il calo del potere d’acquisto e la difficoltà di risparmio delle famiglie. Nonostante ciò, dicembre resta un motore economico solido: tra regali, pranzi, viaggi e piccoli piaceri accessibili, il Natale resta comunque una boccata d’ossigeno per l'economia. A crescere sono soprattutto i consumi di compensazione: food premium, beauty, prodotti di benessere. Ma cambia il modo in cui gli italiani comprano: oltre 6 su 10 usano intelligenza artificiale e comparatori intelligenti per gestire il budget, mentre quasi il 70% aspetta promozioni o sconti mirati per acquistare.
Se la spesa tiene, l’atmosfera cambia. Le persone descrivono le feste come più stancanti, più sobrie e meno magiche. Cresce la percezione del regalo come obbligo, soprattutto tra i giovani, e cala l’identificazione con la classica narrazione pubblicitaria fatta di famiglie perfette e scenari innevati. È quello che molti definiscono realismo emotivo: un modo più autentico, pragmatico e disincantato di vivere il Natale, in cui si riconosce ciò che si prova davvero, non ciò che ci si aspetta di provare.
È da questo scarto, tra ciò che si vive e ciò che si vede, che nasce un nuovo modo di raccontare il Natale. Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse per un tipo di comunicazione che potremmo definire 'anti-Natale': campagne che non rifiutano la festa, ma la raccontano al contrario. Invece di mostrare famiglie sorridenti e neve che cade, mettono in scena l’ironia, l’imprevisto e l’individualismo. Un linguaggio che rompe lo standard e punta sulla sorpresa per catturare attenzione in un mercato saturo. Dal punto di vista psicologico, il meccanismo funziona perché rompe le aspettative. Il cervello presta più attenzione a ciò che contraddice uno schema abituale: un Natale 'diverso' attira curiosità e resta in memoria più a lungo. Anche un pizzico di provocazione, se dosato bene, genera empatia e condivisione social.
“L’anti-Natale non è una provocazione fine a sé stessa", spiega Luna Mascitti, formatrice specializzata in neuromarketing e storytelling e founder di 'Mio Cugino Adv', agenzia di marketing digitale. “È un modo per riattivare l’attenzione di un pubblico disincantato, che riconosce subito i cliché e cerca emozioni più vere. Oggi funziona chi sa sorprendere senza prendersi troppo sul serio", continua. Nonostante qualche esperimento riuscito, la pubblicità natalizia italiana rimane ancorata ai suoi simboli più rassicuranti: famiglia, tavola, luci e buoni sentimenti. È una scelta culturale (il Natale in Italia è fortemente legato all’appartenenza) ma anche di prudenza strategica: rompere con la tradizione può sembrare rischioso per un brand.
Eppure i segnali di cambiamento ci sono. Tra i Gen Z e Millennial cresce l’idea che i regali siano un obbligo più che un piacere, e di conseguenza la richiesta è di comunicazioni più oneste, spontanee e meno idealizzate. Il mercato, poi, è sovraffollato: a dicembre, se non ancora prima ormai, ogni marchio lancia il proprio spot, e la vera novità è proprio chi osa cambiare tono.
Il fenomeno dell’anti-Natale non è un rifiuto del sentimento natalizio, ma un modo più onesto di raccontarlo. Significa riconoscere che le emozioni cambiano, che i consumatori non vogliono più sentirsi “vendere” la felicità, ma riconoscersi in un racconto più vicino alla vita reale. Anche Babbo Natale, ogni tanto, ha bisogno di un rebranding.

In occasione delle festività natalizie, il Centro diagnostico italiano accende le luci de 'L’Albero della Gentilezza', un progetto luminoso che unisce tradizione artigiana, sostenibilità e attenzione civica. Non solo un simbolo di festa, ma un segno urbano, che restituisce alla città un messaggio di cura e di prossimità, coerente con i valori di Cdi nel suo cinquantesimo anno di attività. Il design dell’albero della gentilezza, progettato da Marco Balich e realizzato da Balich Wonder Studio, è affidato alla tradizione mediterranea dei paratori, (artigiani specializzati nella preparazione e nell’allestimento di apparati decorativi temporanei per feste religiose e civili) reinterpretata da uno studio di giovani custodi di una continuità familiare e culturale: attraverso forme leggere e materiali naturali, viene restituita l’idea di un’arte che prepara e protegge. La struttura dell’albero della gentilezza, composta da oltre 30.000 luci a basso consumo e da elementi in legno interamente riciclabili, garantisce una riduzione energetica fino all’80% ed è concepita con moduli riutilizzabili.
Il progetto si articola in centro e fuori dalle mura, in due luoghi importanti per la vita cittadina e per la storia di Cdi: l’albero principale in Piazza Umberto Giordano, al termine della Galleria San Babila, dove sta sorgendo una nuova grande sede del Centro Diagnostico Italiano, e una seconda installazione in Via Spezia, in prossimità del Cdi Navigli, aperto nel 2021. Entrambe le opere riportano lo stesso messaggio luminoso: 'Prendersi cura è il primo modo per voler bene'. Un invito a vivere la gentilezza come un gesto concreto e quotidiano.
“L’Albero della Gentilezza celebra la forza dei piccoli gesti, semplici e condivisi, capaci di diventare grandi quando vissuti insieme. Un invito all’attenzione verso gli altri, a prendersi cura. Per noi rappresenta la sintesi di questo anno speciale, in cui abbiamo celebrato i 50 anni del Cdi dicendo innanzitutto grazie a Milano, la città che ci ha consentito di mettere alla prova le nostre idee, crescere e condividere la nostra visione di una sanità di prossimità rigorosa nella ricerca di innovazione e qualità e incentrata sulla prevenzione, sul futuro. La salute che ci sta a cuore non si misura infatti solo nelle tecnologie ma soprattutto nella fiducia che i pazienti ci danno da così lungo tempo. La gentilezza, in fondo, è questo: un gesto che costruisce futuro", ha affermato Diana Bracco, presidente e amministratore delegato del Centro diagnostico italiano.
In questa prospettiva di legacy sociale si collocano anche alcune iniziative attivate da Cdi nel 2025: il progetto di riqualificazione, condiviso con il Comune di Milano, degli spazi di via Sacco, nel municipio 7, zona in cui si trova anche la sede principale del Cdi, che verranno ripensati con un occhio di riguardo per il benessere fisico e il gioco dei più piccoli; il sostegno al poliambulatorio di Opera San Francesco per i Poveri mettendo a disposizione gratuitamente servizi clinici e diagnostici.
E ora in occasione del Natale e dell’accensione dell’Albero della Gentilezza, Cdi ha deciso di sostenere ulteriormente questa importante realtà che incarna, come poche altre, la dimensione più concreta della cura, supportando i servizi di cambio vestiti e docce di Opera San Francesco in via Kramer.
Il caso irrompe in Consiglio, manca numero legale per assenza
consiglieri centrosinistra... 
Bonus contro il caro-energia per le fasce più deboli: una bozza del decreto Bollette atteso al varo in Consiglio dei ministri entro fine anno prevede contributo straordinario annuo per il 2026 di 55 euro sulla materia prima per le forniture di energia elettrica ai clienti domestici residenti con Isee fino a 15.000 euro o alle famiglie con almeno 4 figli a carico e Isee inferiore a 20.000 euro, una platea di circa 4,5 milioni di nuclei.
L’attuazione spetterà ad una deliberazione dell’Arera. Il contributo inoltre è da considerarsi aggiuntivo rispetto al bonus sociale previsto dalla manovra.
Un'altro articolo della bozza introduce disposizioni per promuovere la contrattazione di lungo termine della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili con priorità per le piccole e medie imprese. In arrivo anche misure per la riduzione degli oneri generali di sistema derivanti dalle bioenergie. Previsti anche interventi per l’abbattimento del prezzo della bolletta del gas e misure per promuovere la concorrenza e l’integrazione dei mercati all’ingrosso del gas.

“In Italia manca un recupero della produttività. Il nostro Paese cresce perché si lavora di più. Resta rilevante la questione salariale: la retribuzione oraria reale nel primo semestre del 2025 è del 5% inferiore al 2019, quando già veniva da anni di invarianza. Il tema salariale è legato a quello della produttività”. Lo spiega Gabriele Barbaresco, direttore Area Studi di Mediobanca, all’incontro stampa organizzato da Centromarca oggi a Milano, per illustrare dinamiche e prospettive economiche del comparto largo consumo e dell’industria di Marca per il 2026.
Restando in tema di produttività, Barbaresco fa sapere che “nell'ultimo triennio il Pil pro capite italiano è cresciuto dello 0,8% medio annuo solo grazie agli aumenti di occupazione e orario di lavoro, in assenza dei quali la produttività oraria lo avrebbe fatto cadere dell'1,3%. Tale dato – spiega – è a sua volta integralmente dovuto alla produttività totale dei fattori, che rispecchia le inefficienze del sistema Paese. Pesano anche l'aumento occupazionale in settori a basso valore aggiunto e il fenomeno del lavoro improduttivo: nel 2023-24 nella manifattura l'occupazione è salita del 2% a fronte di un calo del 5,3% della produzione. Eppure – continua – si stima un fabbisogno lavorativo al 2028 tra 3,1 e 3,6 milioni di persone, con un 80%-90% da puro replacement. I contratti di lavoro con difficoltà di reperimento sono passati dal 26% (2018) al 50% (2023)”.
Ma da cosa dipende questa difficoltà? “I due terzi dal labour shortage, ossia le candidature deserte – illustra Barbaresco – Un fenomeno che costa circa 2,5 punti di Pil. Rimaniamo una manifattura votata all'export, il cui successo si fonda su tre driver: qualità, specializzazione e competenza tecnica – approfondisce – Siamo invece penalizzati dal costo dei beni intermedi e da quello dell'energia (+20% tra 2020 e 2025)”.
“All'interno dei nostri punti di forza si nascondono anche insidie, tra le quali la medtech. Vedo però una call to action che si articola su due punti: il primo è il decisore politico, a cui si chiede di favorire la crescita dei settori a maggiore valore aggiunto e garantire l'autonomia strategica – illustra – Il secondo è chiedere al ceto imprenditoriale di intraprendere con convinzione la transizione digitale, intendendola come un investimento e non come un costo, e passando dalla mera adozione alla sua assimilazione, in modo che diventi uno strumento di miglioramento organizzativo e del mindset aziendale”.
“Altra leva è il rafforzamento delle logiche di filiera – dice – per contenere la sempre maggiore distanza tra imprese leader e imprese lagger. Spetta alle imprese leader collocarsi nei segmenti pregiati delle Cgv (Catene globali del valore) e veicolare conoscenza alla rete della fornitura nazionale. Qualità e competenze produttive sono garantite dal nostro capitalismo familiare, ma esso oggi è chiamato a un percorso di crescita inorganica (M&A), modernizzazione della governance e crescita degli investimenti intangibili".
"I fondi di Private Equity (PE) possono giocare un ruolo fondamentale: essi sono oggi portatori di proposte imprenditoriali votate alla crescita rispetto al loro precedente ruolo di puri efficientatori. Ritorna, su questo tema, il ruolo cruciale dell’uso a fini produttivi del cospicuo risparmio privato”, conclude.

Nella versione estesa della nuova Strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti studiata dall'amministrazione Trump - non pubblicata dalla Casa Bianca ma visionata dalla rivista Defense One - l’Italia, insieme ad Austria, Polonia e Ungheria, viene indicata tra i Paesi con cui Washington dovrebbe "collaborare maggiormente" con l’obiettivo di "allontanarli" dall’Unione Europea.
Al fine di "rendere l'Europa di nuovo grande", il documento suggerisce inoltre che gli Stati Uniti dovrebbero sostenere "partiti, movimenti e figure culturali" favorevoli alla sovranità nazionale e alla difesa dei "modi di vita europei tradizionali", a condizione che rimangano filoamericani.
Intanto l'offensiva di Trump contro la "decadenza" dell'attuale leadership europea provoca reazioni diverse tra partiti dell'estrema destra[1], quei "partiti europei patriottici", incoraggiati, recita la Strategia di Sicurezza Nazionale, a promuovere da "alleati politici in Europa" un "revival dello spirito". Un sostegno che la tedesca 'Alternativa per la Germania' (Afd) ha accolto con entusiasmo, considerandolo un potente aiuto verso una legittimazione che metta fine al suo ostracismo politico.
Molto più cauto Rassemblement National, sia per motivi politici, e in ultima analisi sovranisti, ma anche per la grande impopolarità di Trump tra l'elettorato francese, sottolinea Politico che analizza le posizioni dei due partiti di estrema destra al momento in testa ai sondaggi in Germania e Francia.
Il documento di 33 pagine elaborato dal presidenteTrump e reso noto dalla Casa Bianca contiene parole brutali nei confronti dell'Europa, vista come una civiltà in declino.
"L’amministrazione Trump - si legge -si trova in disaccordo con funzionari europei che nutrono aspettative irrealistiche sul conflitto" in Ucraina, "radicate in governi di minoranza instabili, molti dei quali calpestano i principi democratici di base sopprimendo l’opposizione". "Una grande maggioranza europea desidera la pace, ma tale desiderio non si traduce in politiche, in larga parte a causa della sovversione dei processi democratici da parte di quei governi", prosegue il testo, che sottolinea come questo sia "strategicamente importante per gli Stati Uniti proprio perché gli Stati europei non possono riformarsi se restano intrappolati in crisi politiche".
La strategia, che pone l'enfasi sul rischio di declino della civiltà europea ed esorta le singole nazioni a resistere all'influenza dell'Ue, delinea come "interesse fondamentale degli Stati Uniti negoziare una cessazione delle ostilità rapida in Ucraina, per stabilizzare le economie europee, prevenire un’escalation o un’espansione indesiderate del conflitto, ristabilire la stabilità strategica con la Russia e consentire la ricostruzione postbellica dell’Ucraina, affinché sopravviva come Stato vitale".
Sul versante europeo, la Casa Bianca spiega che le nazioni hanno perso fiducia a causa del declino, pur godendo di un "notevole vantaggio di potenza rispetto alla Russia in quasi tutte le misure, tranne che per le armi nucleari. A seguito della guerra della Russia in Ucraina, le relazioni europee con la Russia sono oggi fortemente deteriorate e molti europei considerano la Russia una minaccia esistenziale. Gestire i rapporti europei con la Russia richiederà un significativo impegno diplomatico statunitense, sia per ristabilire condizioni di stabilità strategica attraverso la massa continentale eurasiatica, sia per mitigare il rischio di conflitto tra la Russia e gli Stati europei".
La strategia spiega anche che la guerra in Ucraina ha avuto "l’effetto perverso di aumentare la dipendenza esterna dell’Europa, in particolare della Germania. Oggi le aziende chimiche tedesche costruiscono alcuni dei più grandi impianti di lavorazione al mondo in Cina, utilizzando gas russo che non possono ottenere in patria. Eppure, l’Europa rimane strategicamente e culturalmente vitale per gli Stati Uniti", continua il documento, sottolineando che il commercio transatlantico "è ancora uno dei pilastri dell’economia globale e della prosperità americana".
"Coltivare la resistenza alla traiettoria attuale dell’Europa all’interno delle singole nazioni europee": questo uno degli obiettivi fondamentali delineati dalla nuova Strategia di sicurezza nazionale Usa. Secondo il testo, le "questioni più gravi che l’Europa deve affrontare includono le attività dell’Unione europea e di altri organismi transnazionali che minano la libertà politica e la sovranità, le politiche migratorie che stanno trasformando il continente e generando conflitti, la censura della libertà di parola e la soppressione dell’opposizione politica, il crollo dei tassi di natalità e la perdita di identità e fiducia nazionali".
Nel testo, Washington avverte che "se le tendenze attuali continueranno, il continente sarà irriconoscibile in vent’anni o meno", e "non è dunque affatto certo che alcuni Paesi europei manterranno economie e forze armate abbastanza solide da restare alleati affidabili". Molte di questi Stati-nazioni, che rimangono "l'unità politica fondamentale del mondo", al momento stanno intensificando gli sforzi che contraddistinguono il loro percorso attuale, rileva la strategia: "Vogliamo che l’Europa rimanga europea, che ritrovi la fiducia nella propria civiltà e abbandoni l’attenzione fallimentare alla soffocante regolamentazione", si legge nel documento.
Il documento evidenzia anche come i funzionari Usa siano "abituati a considerare i problemi europei in termini di carenze di spesa militare e stagnazione economica. In parte è vero, ma i problemi reali dell’Europa sono ancora più profondi. L’Europa continentale ha visto la propria quota del Pil globale diminuire, dal 25% nel 1990 al 14% di oggi, in parte a causa di regolamentazioni nazionali e transnazionali che minano la creatività e l’operosità. Ma questo declino economico è oscurato dalla prospettiva, ancora più seria, di una cancellazione della civiltà". Altrove, nella sezione che riguarda l'Ucraina, il documento parla anche di "sovversione dei processi democratici" da parte dei governi europei.
"Eppure, l’Europa rimane strategicamente e culturalmente vitale per gli Stati Uniti", continua il documento, sottolineando che il commercio transatlantico "è ancora uno dei pilastri dell’economia globale e della prosperità americana", i settori industriali europei "restano tra i più solidi al mondo" e il continente ospiti "ricerche scientifiche d’avanguardia e istituzioni culturali di livello mondiale. Non possiamo permetterci di abbandonare l’Europa: farlo sarebbe controproducente per gli obiettivi di questa strategia". La diplomazia americana deve quindi "continuare a difendere la vera democrazia, la libertà di espressione e la celebrazione senza complessi del carattere e della storia delle singole nazioni europee. L’America incoraggia i propri alleati politici in Europa a promuovere questa rinascita dello spirito, e la crescente influenza dei partiti patriottici europei è motivo di grande ottimismo".
"Il nostro obiettivo è aiutare l’Europa a correggere la propria traiettoria attuale. Avremo bisogno di un’Europa forte per competere con successo e collaborare con noi nel prevenire che qualsiasi avversario domini il continente europeo", continua il testo, specificando che gli Stati Uniti rimangono "comprensibilmente legati sentimentalmente al continente europeo, e naturalmente alla Gran Bretagna e all’Irlanda. Il carattere di questi Paesi è anche strategicamente importante, perché contiamo su alleati creativi, capaci, fiduciosi e democratici per creare condizioni di stabilità e sicurezza. Vogliamo collaborare con Paesi allineati che desiderano ristabilire la loro antica grandezza".

A dieci promettenti manager è stato attribuito oggi presso il Pontificio Istituto Patristico Augustinianum il Premio Giovane 2025, il prestigioso riconoscimento istituito da Federmanager e dal suo Gruppo Giovani per valorizzare nuove competenze, visione e leadership nel mondo manageriale. Giunto alla sua settima edizione, il premio conferma la volontà dell’associazione di sostenere le nuove generazioni, sempre più protagoniste nei processi di innovazione e trasformazione delle imprese italiane. Ai dieci premiati si è aggiunta una menzione speciale dedicata al miglior Expat manager.
Al primo posto come miglior manager dell’edizione 2025 si è classificato Stefano Bison, chief executive officer di Humanitas Medical Care.
Bison è Amministratore Delegato di Humanitas Medical Care, la rete di poliambulatori e centri diagnostici del Gruppo Humanitas, uno dei principali player ospedalieri in Italia. Con una solida esperienza nella gestione aziendale, strategia e innovazione, guida una realtà riconosciuta per l’eccellenza clinica, la ricerca e l’Università Hunimed. Ha maturato negli anni competenze di alto livello in contesti internazionali come Assicurazioni Generali, Boston Consulting Group, Oliver Wyman e Lehman Brothers. Bison porta nel Gruppo Humanitas una visione manageriale orientata allo sviluppo e alla qualità dei servizi.
Gli altri manager premiati sono: Luca Canonico, BorgWarner, Torino; Chiara Carrisi Centro Medico Santagostino, Milano; Francesco Castellone, Iren Spa, Parma; Elena Chiarella, Fincantieri Spa, Friuli-Venezia Giulia; Alessandra Faella, Baker Hughes, Firenze; Alessandra Marinacci, Tim spa, Roma; Valentina Marchio, Nextchem Spa (Gruppo Maire), Milano; Luca Damiano Sozzo, Zoetis Italia Srl, Roma; Antonio Zaccariello, Anz Srl, Napoli. Il Premio speciale Expat è stato assegnato ad Alessio Ruffinelli, Umbra Group Spa, Perugia, per il contributo di rilievo portato in un contesto internazionale altamente competitivo.
Il premio di oggi conclude un contest che ha coinvolto circa 2.000 manager under 44 iscritti a Federmanager. Dopo un’attenta valutazione dei curricula provenienti da tutta Italia, i profili più meritevoli sono stati selezionati da un comitato di valutazione composto dal Gruppo Giovani Federmanager e da Jefferson Wells – Gruppo Manpower. La selezione si è basata su criteri rigorosi: percorso formativo, esperienze professionali, anzianità nel ruolo, meriti maturati e motivazioni personali alla candidatura. Inoltre, per questa edizione, ai candidati è stato richiesto di presentare un progetto di innovazione applicato al business, con particolare attenzione alle implicazioni etiche nell’attuale fase di trasformazione, in coerenza con il tema del contest.
'Next – new ethics for transformation' è infatti il filo conduttore della settima edizione del Premio, che ha posto al centro il ruolo strategico delle nuove generazioni manageriali nella gestione dell’innovazione e nell’evoluzione dei paradigmi etici imposti dalle tecnologie digitali emergenti.
"Complimenti a questi giovani manager che dimostrano che in Italia è possibile crescere professionalmente, avere successo e soprattutto contribuire alla competitività del Paese. A loro va il mio incoraggiamento a migliorarsi sempre, rafforzando competenze e network", è il commento del presidente Federmanager, Valter Quercioli. "Questo premio vuole essere un messaggio di sostegno alle donne e agli uomini di talento che rappresentano una ricchezza per le imprese, creano nuove opportunità per il Paese e trovano in Federmanager un alleato per il proprio percorso di crescita professionale", ha continuato.
«Questa edizione conferma quanto le nuove generazioni manageriali siano pronte a guidare il cambiamento, con coraggio, responsabilità e una visione aperta all’innovazione. Il 'Premio giovane manager' vuole valorizzare proprio questo: la capacità di leggere il presente e di preparare il futuro, mettendo al centro etica e competenze", ha dichiarato la coordinatrice del Gruppo Giovani Federmanager, Paola Vitale.
"È per noi un grande motivo di orgoglio essere partner del Premio Giovane Manager anche quest’anno. Con Jefferson Wells, la realtà di ManpowerGroup dedicata alla ricerca e selezione di profili senior ed executive, crediamo fortemente nel valore di iniziative che sostengono lo sviluppo delle nuove generazioni di leader” ha continuato Laura Gangitano, senior manager di Jefferson Wells.
“Questa edizione affronta temi che sentiamo particolarmente vicini: la trasformazione del mondo del lavoro e la centralità dell’etica nella leadership. Oggi più che mai, il talento di una e di un leader si misura anche nella capacità di essere responsabile e guidare il cambiamento con integrità. Per questo contribuiamo ad un progetto che valorizza competenze e visione, preparando manager in grado di affrontare le sfide del futuro", ha continuato.
"In un contesto di profonda trasformazione digitale, il ruolo dell’etica diventa centrale per guidare l’innovazione verso obiettivi sostenibili e responsabili", ha concluso Sergio Terzi, associate dean to international relations di Polimi graduate school of management.
"La settima edizione del Premio Giovane Manager, promossa da Federmanager, ha evidenziato come le nuove generazioni di manager siano pronte a interpretare il cambiamento con coraggio, competenza e una visione aperta all’innovazione, mettendo al centro valori etici e responsabilità sociale. La digital transformation e l’intelligenza artificiale offrono opportunità straordinarie, ma pongono anche nuove sfide: è fondamentale che i leader di oggi sappiano leggere il presente e preparare il futuro, integrando competenze tecniche con una solida cultura etica. Solo così sarà possibile creare valore per le imprese e per la società, promuovendo una crescita inclusiva e sostenibile. Formare persone capaci di guidare la trasformazione digitale con responsabilità e visione è la sfida più importante che dobbiamo affrontare insieme. L’etica del futuro passa dai manager del presente, chiamati a essere protagonisti attivi nel disegnare paradigmi innovativi e sostenibili", ha spiegato. A moderare la tavola rotonda Roberto Inciocchi, giornalista di Rai3, con gli interventi di Monsignor Renzo Pegoraro, presidente Pontificia Accademia per la Vita, Paola Vitale, coordinatrice nazionale Giovani Federmanager, Daniele Damele, presidente Federmanager Friuli V.G. e autore del libro 'Etica ed economia' - ed. Kepown, Lorenzo Bagnoli, vicepresidente Giovani Imprenditori Confindustria, Roberta Parena, referente nazionale giovani Aidp e Sergio Terzi, associate dean Polimi graduate school of management. Il contest è stato organizzato in collaborazione con la Pontificia Accademia per la Vita, Jefferson Wells – Manpower Group, Polimi graduate school of management e Federmanager Academy.

Un neonato di tre mesi è ricoverato all’ospedale San Pio di Vasto (Ch) dopo una sospetta ingestione di detergente. Il piccolo è arrivato ieri pomeriggio al Pronto soccorso con sintomi compatibili con un’intossicazione da sostanze caustiche. I medici lo hanno immediatamente sottoposto agli accertamenti del caso e a lavanda gastrica. Le sue condizioni, pur richiedendo monitoraggio costante, non desterebbero particolare preoccupazione: non è in pericolo di vita.
L’allarme è scattato quando i familiari hanno segnalato che il bimbo aveva ingerito, in circostanze ancora da chiarire, una piccola quantità di prodotto per la pulizia domestica. L’intervento tempestivo del personale sanitario ha permesso di stabilizzare rapidamente il quadro clinico. Sull’episodio sono state avviate indagini da parte dei carabinieri della Compagnia di Vasto, che dovranno ricostruire con precisione la dinamica dei fatti.

Carlos Alcaraz e Ronaldo insieme su un campo da tennis. Allenamento speciale per il numero uno del mondo, tornato ad allenarsi dopo le vacanze per prepararsi alla nuova stagione, con gli Australian Open al via il prossimo gennaio. A Miami, dove lo spagnolo ha giocato un'esibizione, Alcaraz ha incontrato proprio l'ex attaccante brasiliano.
I due hanno scambiato qualche pallina prima di fermarsi per una breve chiacchierata sotto rete, in cui Carlos ha anche dato qualche consiglio mimando il gesto del dritto, colpo su cui, evidentemente, Ronaldo deve ancora migliorare. Ronaldo ha inoltre regalato ad Alcaraz una maglia del Brasile autografata, che ha ringraziato abbracciando l'ex attaccante, tra le altre, di Inter e Milan.
Sindacati e lavoratori si ritroveranno alle 11 davanti allo
stabilimento sardo... 
Un donatore di sperma, portatore inconsapevole di una mutazione genetica che aumenta drasticamente il rischio di cancro, ha contribuito a mettere al mondo almeno 197 bambini in tutta Europa. Alcuni sono già morti e solo una minoranza, tra quelli che erediteranno la mutazione, non svilupperà una forma di tumore nel corso della propria vita.
E' quanto emerge da un'indagine condotta da 14 emittenti - compresa la Bbc - che riferimento ad una vicenda legata ad una banca del seme in Danimarca a cui si sarebbero rivolte poche famiglie britanniche. Lo sperma è stato donato da un soggetto anonimo a partire dal 2005: il seme è stato utilizzato per circa 17 anni. Lo sperma dell'uomo sarebbe stato usato da 67 cliniche in 14 paesi.
Il soggetto, circa 20 anni fa, era stato giudicato idoneo e aveva superato i controlli di routine. Il Dna in alcune sue cellule sarebbe mutato con danni al gene TP53, che svolge un ruolo cruciale nel prevenire l'evoluzione cancerosa delle cellule stesse.
La malattia genetica ereditaria è nota come sindrome di Li Fraumeni e comporta il rischio altissimo, fino al 90%, di sviluppare un tumore durante l'infanzia o nella fase più avanzata della vita.
La banca del seme in Danimarca ha reso noto che "né il donatore né i suoi familiari sono malati" e che tale mutazione "non viene rilevata preventivamente tramite screening genetico". La struttura ha "immediatamente bloccato" il donatore una volta scoperto il problema.
Nel corso del 2025, medici che avevano in cura bambini affetti da cancro legati alla donazione di sperma hanno fatto scattare l'allarme sollevando preoccupazioni presso la Società Europea di Genetica Umana. I primi dati facevano riferimento a 23 bambini con la variante. A 10 bambini era già stato diagnosticato un cancro.
Con il successivo accesso agli atti e con i colloqui con i medici, i media hanno appurato che i bambini coinvolti nella drammatica vicenda sono almeno 197: "Il numero potrebbe non essere definitivo poiché i dati non sono stati ottenuti da tutti i Paesi", spiega la Bbc, evidenziando che "non è noto nemmeno quanti di questi bambini abbiano ereditato la pericolosa variante".
La professoressa Edwige Kasper, genetista oncologica presso l'Ospedale Universitario di Rouen, in Francia, è uno degli scienziati che presentato i dati iniziali: "Abbiamo molti bambini che hanno già sviluppato un cancro. Abbiamo alcuni bambini che hanno già sviluppato due tumori diversi e alcuni di loro sono già morti in tenera età".

Paulo Dybala e la Roma, sarà addio a gennaio? Le ultime esclusioni dell'attaccante argentino, protagonista di un inizio di stagione altalenante avevano fatto scattare l'allarme nei tifosi giallorossi. Gasperini aveva preferito lasciarlo in panchina nelle ultime due partite di campionato contro Napoli e Cagliari, entrambe perse 1-0, lanciando Baldanzi titolare come falso nueve nella trasferta dell'Unipol Domus.
Dybala, reduce da un problema muscolare, era subentrato nella ripresa non riuscendo però a cambiare l'inerzia della gara e certificando qualche problema di adattamento allo stile di gioco dell'ex allenatore dell'Atalanta, con un solo gol e un assist messo a referto da inizio stagione tra Serie A ed Europa League.
A rispondere alle voci di chi vedeva un imminente addio alla Capitale, addirittura nel mercato di gennaio, però è stato lo stesso Dybala con un eloquente post sul proprio profilo Instagram. Paulo ha pubblicato una foto in allenamento con una descrizione breve ma chiara: "& Roma". Un modo per spegnere ogni voce di mercato e concentrarsi soltanto sul campo.

Il glioblastoma di cui soffriva la scrittrice britannica Sophie Kinsella, morta a 55 anni, "è un raro tumore al cervello per il quale ancora oggi è impossibile fare una diagnosi precoce perché non esiste un solo sintomo esclusivo riconducibile alla malattia". Così Enrico Franceschi, direttore dell'Oncologia del sistema nervoso all'Irccs Istituto delle Scienze neurologiche di Bologna e coordinatore delle linee guida per i tumori cerebrali dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), fa il punto per l'Adnkronos Salute sul glioblastoma, un tumore che nasce e si sviluppa all'interno del cervello, di cui in Italia si registrano ogni anno circa 1.500 nuovi casi secondo i 'Numeri del cancro 2024'.
"Anzi - spiega ancora l'oncologo -, la sintomatologia è aspecifica: un mal di testa forte, un cambiamento comportamentale, crisi epilettiche, disturbi del linguaggio, problemi motori, deficit di forza. Per questi motivi l'unica cosa da fare, in presenza di disturbi neurologici persistenti, è consultare il proprio medico curante o un neurologo per esami più approfonditi".
L'autrice di 'I love shopping'[1], che avrebbe compiuto 56 anni tra pochi giorni, aveva annunciato la sua malattia sui social nel 2024. "Il glioblastoma colpisce più gli uomini (54%) che le donne - sottolinea Franceschi - in particolare tra i 50 e i 65 anni, ma non risparmia i giovani (7% dei casi). Essendo un tumore raro non esiste diagnosi precoce, impossibile prevedere la sua insorgenza. Al primo mal di testa non bisogna correre dal neurologo; tuttavia, se il disturbo persiste è bene indagare".
Dopo l'accertamento della neoplasia "bisogna vedere per prima cosa se il glioblastoma è tecnicamente operabile, quindi dopo l'intervento passare al secondo step: ovvero il percorso di radioterapioa e chemioterapia". Ad oggi "questo tumore si può trattare, però purtroppo ancora oggi solo il 5% dei pazienti ha un'aspettativa di vita di almeno 5 anni dal momento della diagnosi".
Due date con Marquinn Middleton The Miracle Chorale...
Da Milano o Roma per l'Isola spesa media di 266 euro... 
È Andrea Diprè, l'ex avvocato trentino trasformatosi in youtuber, l'uomo di 51 anni che è stato denunciato dalla Polfer di Mestre (Venezia) per essersi finto capotreno sul regionale Venezia- Portogruaro Caorle.
Diprè, presentandosi come un capotreno di Trenitalia, chiedeva agli ignari passeggeri di esibire i loro biglietti, li scansionava col suo telefonino e girava dei video che poi pubblicava su Youtube. "Gentili telespettatori, sono orgoglioso di lavorare per Trenitalia. Sono stato assunto come 'capetto' e controllore. Io li sgamo tutti, andiamo a vedere chi ha il biglietto. Tolleranza zero", le parole pronunciate da Diprè sul treno prima di dirigersi verso i passeggeri.
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