(Adnkronos) - Evoca il 'miracolo economico' italiano Giorgia Meloni. E lo offre come modello per la ricostruzione dell'Ucraina, accogliendo a Roma, per la Ukraine Recovery Conference, il presidente di Kiev Volodymyr Zelensky, giunto alla Nuvola di Fuksas con la moglie Olena Zelenska. Poi collegandosi per la call dei Volenterosi, a Londra, serra le fila: "L'unità dell'Occidente è fondamentale" sottolinea, perché "quanto facciamo noi europei e quanto fa Trump è complementare per costruire una pace giusta e duratura". Nel centro congressi dell'Eur, per la conferenza che punta a reperire fondi, investimenti, e organizzare la rinascita dell'Ucraina dopo il conflitto ("dobbiamo saper immaginare ora una Ucraina ricostruita, libera, prospera", dice il presidente del Consiglio), sono tanti i leader europei accorsi.  

Dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, al presidente albanese Edy Rama, che fa il bis dell'inginocchiamento di fronte alla premier italiana, dallo spagnolo Pedro Sanchez al polacco Donald Tusk, dal cancelliere tedesco Friedrich Merz al premier dei Paesi Bassi Dick Schoof, dal presidente del Consiglio europeo Antonio Costa al vicepresidente della Commissione europea Raffaele Fitto. Presente anche Keith Kellogg, inviato speciale di Trump, quest'ultimo ricordato da Meloni anche a Macron e Starmer, come 'new entry' che l'Italia ha tanto voluto. In prima fila, c'è pure, il presidente del Senato, Ignazio La Russa. 

"Noi siamo quel popolo che sulle macerie della seconda guerra mondiale ha costruito il miracolo economico degli anni '60. Anche la nostra, allora, era una nazione distrutta che affrontava difficoltà enormi. Eppure ce l'ha fatta, si è rialzata con determinazione, con orgoglio, è diventata la potenza economica e industriale che oggi tutti conoscono", dice nel corso del suo intervento nella sessione plenaria di apertura, mentre Zelensky, di suo, torna a evocare un nuovo piano Marshall per il suo paese. 

Meloni chiarisce, se ancora ce ne fosse bisogno, la vicinanza a Kiev, e le accuse a Mosca, ricordando chi ha aggredito e chi ha dovuto difendersi con le armi "non certo perché ama la guerra". "Il piano russo è lo stesso dall’inizio della guerra, tentare di piegare gli ucraini con il freddo e la paura. Questo piano è fallito perché la comunità internazionale si è schierata contro questo scempio", rivendica applaudita la presidente del Consiglio, invitando a "guardare oltre l'insopportabile ingiustizia" e "immaginare il dopo" sottolinea. Il dopo, Meloni lo sogna come quello dell'Italia del secondo dopoguerra.  

"L'Italia - assicura - può essere protagonista nella ricostruzione dell'Ucraina", ma serve che ognuno faccia la sua parte: "E' una partita che noi possiamo vincere solo se riusciremo a contare su una robusta mobilitazione dei capitali privati, sulla loro capacità di attrarre investimenti". Intanto annuncia che i primi finanziamenti ci sono: "Insieme abbiamo assunto impegni con la conferenza di oggi per oltre 10 miliardi di euro". Che come verrà specificato poi dall'organizzazione del'evento sono "circa 15 se si considerano i contratti firmati dalle imprese". 

"Ma per ricostruire una nazione martoriata dalla guerra non bastano soldi, ingegneri e architetti - avverte -. C'è bisogno di qualcosa di più e quel qualcosa di più è il sentimento che il popolo ucraino ha dimostrato di conoscere, che è l'amore di patria, l'amore per la libertà, la volontà di garantire ai propri figli un futuro di prosperità, di benessere, senza l'amore di patria tutto quello che noi facciamo perde di senso", dice nel passaggio più applaudito del suo intervento. "Mi piace pensare - è il messaggio che lancia - che questa conferenza possa essere il punto di partenza per il miracolo economico dell'Ucraina, che costruiremo insieme". 

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