
Dopo un dominio durato cinque anni, 'All I Want for Christmas Is You' di Mariah Carey cede lo scettro di brano più ascoltato a 'Last Christmas' degli Wham!. È quanto emerge dai dati ufficiali Fimi/GfK relativi alla settimana 52, quella che va dal 19 al 25 dicembre.
Top ten album
Il Natale 2025 riscrive solo in parte le gerarchie delle classifiche musicali italiane, visto che Michael Bublé si conferma il re incontrastato delle vendite degli album con il suo intramontabile 'Christmas'. La Top 10 degli album più venduti è un mix di classici natalizi, novità discografiche italiane e grandi nomi del live. 'Christmas di Bublè è l'album che da oltre un decennio accompagna le festività in tutto il mondo. Secondo posto per Olly con 'Tutta Vita (Sempre)' mentre in terza posizione troviamo i Pink Floyd, con l'edizione per il 50esimo anniversario di 'Wish You Were Here'.
La classifica è poi un'istantanea della scena musicale italiana contemporanea: troviamo il rap di Gemitaiz ('Elsewhere') e Paky ('Gloria'), il pop d'autore di Ultimo con il suo album dal vivo 'Ultimo Live Stadi 2025', il ritorno di Caparezza con 'Orbit Orbit', e Kid Yugi con 'Tutti i nomi del diavolo'. Chiudono la top ten due progetti speciali legati a performance dal vivo e sessioni in studio: 'Cremonini Live25' di Cesare Cremonini e 'Niuiorcherubini' di Jovanotti.
Top ten singoli
Ma è nell'analisi dei singoli che si registra il cambiamento più significativo. Per la prima volta dopo cinque stagioni natalizie consecutive, la regina Mariah Carey viene detronizzata. 'Last Christmas' degli Wham!, capolavoro del 1984 firmato da George Michael, conquista la vetta della classifica Fimi, interrompendo un regno che sembrava inscalfibile. 'All I Want for Christmas Is You' scivola così in seconda posizione, in un podio che vede al terzo posto un altro classico immortale, 'Jingle Bell Rock' di Bobby Helms.
L'intera Top 10 è quasi completamente monopolizzata dalle canzoni delle feste: da Brenda Lee ('Rockin' Around the Christmas Tree') a Dean Martin ('Let It Snow!'), da José Feliciano ('Feliz Navidad') allo stesso Michael Bublé, presente anche qui con la sua versione di 'It's Beginning to Look a Lot Like Christmas'. Le uniche due eccezioni non prettamente natalizie che riescono a farsi spazio in questa onda di classici sono due dei nomi più forti del pop italiano attuale: Marco Mengoni con il suo ultimo singolo 'Coming Home' (al settimo posto) ed Emma con 'L'amore non mi basta' (all'ottavo), brano di 12 anni fa tornato virale sui social.

Per decenni, il mondo della moda e del cinema ha cercato ossessivamente la 'nuova Bardot'. Non bastava essere bionde: serviva quel mix irripetibile di innocenza e sensualità esplosiva, i capelli arruffati ma perfetti, la bocca imbronciata e, spesso, quei dents du bonheur (denti della felicità, i due incisivi separati) che B.B. aveva trasformato in un marchio di fabbrica di imperfetta bellezza.
Stilisti, fotografi e riviste alla ricerca di idee hanno incoronato diverse donne come legittime eredi dell'icona francese. Alcune ne hanno ricalcato il fisico, altre l'atteggiamento ribelle. Ma oggi, a fine 2025, dove sono finite e cosa fanno le più celebri 'eredi' di Brigitte[1]?
Claudia Schiffer, il ritorno dell'icona anni Novanta
Nel 1989, la campagna Guess scattata da Ellen von Unwerth la trasformò nella copia carbone di Bardot versione 'Et dieu créa la femme', lanciandola nell'olimpo delle top model. Karl Lagerfeld suggellò il titolo nel 1993, facendola sfilare per Chanel con un look che era un omaggio vivente all'attrice francese.
Oggi, a 54 anni, Schiffer sta vivendo una seconda giovinezza professionale. Il 2025 è stato l'anno del suo grande ritorno: è apparsa come volto di ben tre grandi campagne globali (Balenciaga, Versace e Chloé). Non si limita a posare: continua a gestire il suo brand e a curare mostre sulla fotografia di moda, confermandosi la "businesswoman" più longeva tra le sue ex colleghe.
Kate Moss, la Bardot ribelle
Se Schiffer era la Bardot solare di Saint-Tropez, Kate Moss ne ha incarnato il lato più ribelle e notturno: eye-liner pesante, atteggiamento menefreghista e sex appeal magnetico.
Il 2025 non è stato semplice per l'imprenditrice Moss. A luglio la sua linea di benessere e skincare Cosmoss, lanciata tre anni prima, è stata messa in liquidazione volontaria a causa dei debiti. Le resta però la sua agenzia di talenti, la Kate Moss Agency, con cui gestisce la carriera della figlia Lila e di altri volti nuovi, mantenendo il suo status di icona di stile globale.
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Vanessa Paradis, la 'Petite' Bardot
La Francia trovò la sua nuova B.B. in Vanessa fin dal suo esordio con Joe le taxi a 14 anni. Ma fu Jean-Paul Goude a immortalare il legame estetico nel 1991, con la pubblicità del profumo Coco Chanel: Vanessa, vestita da uccellino in una gabbia, incarnava quella stessa fragilità lolitesca mista a malizia che aveva reso celebre Bardot. I denti separati e il viso da bambola fecero il resto, rendendola per i francesi la 'petite sœur' naturale di Brigitte.
Nel frattempo è diventata una delle attrici più rispettate del cinema d'autore. Nel 2025 ha girato il thriller I'll Forget Your Face di Yann Gonzalez e si prepara all'uscita della commedia T'as pas changé. Lontana dall'immagine di bambolina, ha costruito una carriera e superato l'etichetta di semplice icona di stile.
Laetitia Casta: Marianna moderna
Il paragone divenne istituzionale nel 1999, quando Laetitia fu scelta dai sindaci francesi come modello per la Marianne, il simbolo della Repubblica Francese: un onore che era toccato proprio a Brigitte Bardot decenni prima. Casta rappresentava la carnalità mediterranea e la fierezza francese di B.B., diventando l'erede fisica più credibile agli occhi del pubblico generalista. Quello stesso anno fu sul palco di Sanremo con Fabio Fazio e il premio Nobel Renato Dulbecco, diventando famosissima anche in Italia (dove trovò l'amore e due figli con Stefano Accorsi).
Anche lei negli anni ha puntato soprattutto sul cinema e sul teatro. Dopo Una storia nera uscito nel 2024, nel 2026 sarà in Bazaar, una commedia tinta di giallo in cui con il compagno sospetta che un vicino abbia ucciso la moglie.
Georgia May Jagger, la Bardot Millennial
Quando hai Mick Jagger come padre e Jerry Hall come madre, il Dna aiuta. Ma fu la campagna Rimmel London del 2009 a scatenare i media: si torna sempre agli incisivi, identici a quelli di B.B., che divennero il suo marchio di fabbrica. Seguono varie campagne che uniscono il broncio francese di Brigitte al rock'n'roll inglese.
Oggi oltre a essere una modella, Jagger è co-proprietaria del brand Bleach London e nel 2025 è stata ambasciatrice della British Beauty Week.
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Scarlett Johansson, la Bardot di Hollywood
L'America trovò la sua Bardot nei primi anni 2000. Registi come Sofia Coppola (Lost in Translation) e Woody Allen (Match Point) esaltarono una sensualità morbida e una voce roca che ricordavano potentemente la diva francese. Vanity Fair ed Esquire la incoronarono più volte "Sexiest Woman Alive" proprio per questo fascino retrò, che la distingueva nettamente dal canone delle attrici di quegli anni.
Nel frattempo, tra gli Avengers e la voce di 'Her', ha compiuto l'evoluzione a creatrice: il 2025 segna il suo debutto alla regia con Eleanor the Great, presentato a Cannes.
Lara Stone, fuga dalle passerelle
Carine Roitfeld, direttrice di Vogue Paris, la lanciò a fine 2000 dedicandole un intero numero e definendola una moderna Bardot.
Dopo anni di copertine e campagne, si vede poco in giro. Vive a Hampstead, Londra, in una villa con il marito David Grievson. Lavora ancora in modo molto selettivo per progetti editoriali di alto profilo ma ha scelto di dedicarsi soprattutto alla famiglia.
Amy Winehouse: l'erede "maledetta"
Fu Karl Lagerfeld, sempre lui dopo Claudia Schiffer, a legittimare questo paragone apparentemente azzardato. Nel 2007, lo stilista dichiarò che Amy era "la nuova Brigitte", non per le curve, ma per lo stile: la celebre acconciatura "beehive" (l'alveare) e l'eye-liner pesantissimo erano una citazione diretta del look anni '60 di Bardot. Amy incarnava la Brigitte tragica, quella perseguitata dai paparazzi e insofferente alle regole.
A 14 anni dalla morte, resta un'icona musicale e di stile. Il 2024 è stato l'anno delle polemiche postume legate al biopic Back to Black e allo sfruttamento della sua immagine.
Cielo coperto con qualche pioggia, arrivano foschie e nebbie... 
La Uoc di Ortopedia e Chirurgia della mano di Fondazione Policlinico Gemelli Irccs di Roma, diretta da Lorenzo Rocchi, è stata riconosciuta dalla Federazione delle società europee di chirurgia della mano (Fessh) quale centro accreditato Fessh per i traumi e i reimpianti della mano. Si tratta di una prestigiosa certificazione europea rilasciata solo a centri di riferimento in grado di offrire cure di eccellenza nei traumi della mano, spiegano dal Gemelli. La Uoc di Chirurgia della mano dell'ospedale, una delle più grandi d'Italia, entra così nel ristretto novero dei centri italiani in possesso di questo prestigioso 'diploma' Ebhs (European Board of Hand Surgery).
"Per i pazienti, affidarsi ad un'équipe chirurgica in possesso del diploma Ebhs rappresenta una garanzia ulteriore di qualità e sicurezza - afferma Rocchi, anche associato di Malattie dell'apparato locomotore all'università Cattolica del Sacro Cuore - Significa essere seguiti da professionisti con una esperienza certificata nel trattamento di lesioni complesse che coinvolgono ossa, tendini, nervi e vasi sanguigni della mano, spesso in situazioni di emergenza che richiedono interventi immediati e di alta specializzazione. Anche per la struttura sanitaria in cui opera questo gruppo di professionisti - prosegue lo specialista - il conseguimento di questo diploma ha un valore strategico. I centri che possono contare su chirurghi certificati a livello europeo entrano a far parte di una rete di eccellenza, riconosciuta e monitorata secondo standard condivisi. Questo rafforza il prestigio dell'ospedale, ne conferma l'affidabilità e testimonia un impegno costante verso la qualità delle cure offerte".
Il diploma Ebhs - evidenzia una nota del Gemelli - non è solo di un riconoscimento formale, ma un modello di lavoro orientato al miglioramento continuo; ha durata è quinquennale e viene conseguito superando un rigido percorso di accreditamento. Le strutture inserite nella rete europea della traumatologia della mano sono infatti chiamate a valutare costantemente i risultati dei trattamenti, a investire nella ricerca scientifica e nella formazione delle nuove generazioni di specialisti. Tutto questo si traduce in un beneficio diretto per i pazienti e per il territorio, che può contare su un punto di riferimento qualificato anche nei casi più complessi. "In un ambito delicato come quello dei traumi della mano, il diploma Ebhs diventa quindi una garanzia di competenza, affidabilità e visione internazionale - conclude Rocchi -.Un traguardo importante per i professionisti che lo conseguono e un valore aggiunto fondamentale per la struttura nella quale operano, nel solco di un'assistenza sanitaria allineata ai più alti standard europei".

Droni ucraini contro la 'casa' di Vladimir Putin. Sergei Lavrov, ministro degli Esteri russo, nelle dichiarazioni riportate dalla Tass fa riferimento ad un attacco che Kiev avrebbe lanciato contro la "residenza statale" di Putin nella regione di Novgorod. "Kiev nella notte del 29 dicembre ha lanciato un attacco con droni contro la residenza statale del presidente russo nella regione di Novgorod. Sono stati distrutti 91 droni", dice Lavrov.
"Gli obiettivi e il momento del contrattacco russo dopo l'attacco alla residenza di Putin sono stati definiti", aggiunge, evidenziando le conseguenze della vicenda: "La posizione negoziale della Russia sarà rivista tenendo conto del passaggio definitivo del regime di Kiev a una politica di terrorismo di Stato", dice Lavrov, secondo cui - in ogni caso - . "la Russia non intende abbandonare il processo negoziale dopo l'attacco delle forze armate ucraine alla residenza di Putin". L'offensiva non avrebbe provocato vittime o danni: "Non sono pervenute informazioni".
A stretto giro, a Lavrov risponde il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Le dichiarazioni riguardo agli attacchi dell'Ucraina alla residenza di Putin sono una menzogna", dice il leader. La Russia vuole minare i progressi tra l'Ucraina e gli Stati Uniti nei negoziati di pace", aggiunge, esprimendo la convinzione che Mosca stia cercando un pretesto per lanciare un attacco contro gli edifici governativi a Kiev.
"Sono state fatte delle dichiarazioni molto pericolose dalla Russia, che sono chiaramente intese a minare tutti i risultati del nostro lavoro congiunto con la squadra del presidente Trump. Stiamo lavorando insieme per avvicinare la pace", dice Zelensky facendo riferimento all'incontro con il presidente degli Stati Uniti, andato in scena a Mar-a-Lago domenica 28 dicembre.
"Ora i russi hanno inventato una storia chiaramente falsa riguardo a un presunto attacco a una residenza del dittatore, in modo da avere una scusa per continuare gli attacchi all'Ucraina, in particolare a Kiev, e per rifiutare di prendere le misure necessarie per porre fine alla guerra", prosegue il presidente ucraino. "È una tipica tattica basata sulla menzogna: i russi hanno già colpito Kiev, in particolare l'edificio del Gabinetto dei Ministri dell'Ucraina. L'Ucraina non compie azioni che potrebbero indebolire la diplomazia. La Russia invece lo fa sempre. Questa è una delle tante cose che ci distinguono", afferma ancora, evidenziando che "è importante che il mondo non taccia ora e che i russi non ostacolino il lavoro per la pace".

Sale ancora la tensione, sempre costante, nello Stretto di Taiwan. La Cina ha annunciato l'avvio di manovre militari che simulano anche il blocco di porti dell'isola, di fatto indipendente, che rivendica la sua democrazia, ma per la quale Pechino insiste sulla "riunificazione" senza escludere l'uso della forza. L'esercito cinese "impiega" per le esercitazioni - 'Missione Giustizia 2025', il nome scelto dal Dragone - "cacciatorpedinieri, fregate, caccia, bombardieri e droni". I militari della Repubblica Popolare hanno confermato "attività a fuoco contro obiettivi in mare", parlando di "monito severo per forze separatiste per l' 'indipendenza di Taiwan' e interferenze esterne".
Le zone delle esercitazioni
"Il comando del Teatro orientale dell'Esercito popolare di liberazione dispiega unità di esercito, Marina, Aeronautica e forze missilistiche per effettuare esercitazioni nello Stretto di Taiwan e in aree a nord, a sudovest, a sudest e a est dell'isola", come ha comunicato stamani il portavoce del Comando, Shi Yi. Ha parlato di manovre incentrate anche sul "blocco di porti e zone" considerati strategici e di "imbarcazioni e velivoli" che dovrebbero "avvicinarsi all'isola di Taiwan a distanza molto ravvicinata, in arrivo da diverse direzioni". Annunciate, inoltre, a partire dalle 8 di domani e fino alle 18 ora locale, "importanti esercitazioni militari" in mare e nello spazio aereo, per le quali i militari cinesi - di un esercito in 'subbuglio' con tanti comandanti e generali rimossi dall'incarico negli ultimi anni - hanno diffuso le coordinate e durante le quali sono previste "attività a fuoco" in particolare in cinque aree. Taiwan ha comunicato che ci saranno ripercussioni e ritardi nei collegamenti aerei.
Solo da pochi giorni alla guida del Comando del Teatro orientale, responsabile per l'area intorno a Taiwan, c'è il generale Yang Zhibin, che ha preso il posto del predecessore, silurato a ottobre. Gli analisti, evidenzia la Cnn, ritengono che sulla base di quanto comunicato dai militari cinesi queste manovre potrebbero essere più esplicitamente volte a tradurre nella pratica operazioni per negare l'accesso militare all'aerea a forze straniere. "L'esercito popolare di liberazione punta a impedire l'intervento di forze militari straniere in conflitti intorno a Taiwan - ha spiegato alla rete americana Chieh Chung dell'Institute for National Defense and Security Research di Taiwan -. Pechino è molto esplicita sull'obiettivo di queste manovre". Negli ultimi anni le esercitazioni militari cinesi intorno all'isola sono diventate più complesse, con una portata sempre maggiore e secondo gli osservatori, che evidenziano la crescente 'attenzione' per la simulazione di forme di assedio, suggeriscono che la Cina potrebbe cercare di 'confondere' il limite tra manovre e attività in preparazione di un attacco. Per la propaganda è stato pubblicato un manifesto che ritrae due grandi scudi con la Grande Muraglia al largo delle coste nordorientale e sudorientale dell'isola.
Il sostegno degli alleati a Taiwan in caso di attacco
E' da est che probabilmente arriverebbe il potenziale sostegno a Taiwan da parte di Usa e alleati in caso di attacco, evidenzia il New York Times, sottolineando come si tratti delle prime grandi esercitazioni da aprile, che sembrano volte a mostrare le crescenti capacità della Cina di accerchiare Taiwan.
La presidenza dell'isola ha denunciato quella che considera una "provocazione unilaterale" da parte del gigante asiatico. Taiwan, con 23 milioni di abitanti, ha accusato Pechino di "intimidazioni" e ha fatto sapere di aver rilevato nei pressi del suo territorio 89 missioni di velivoli militari cinesi e la presenza di 28 navi da guerra e unità della Guardia costiera cinese. Il ministero della Difesa di Taiwan ha anche reso noto di aver rilevato uno schieramento di navi d'assalto anfibio cinesi nel Pacifico occidentale e ha confermato che "in risposta" all'attività dei militari cinesi le Forze Armate di Taipei hanno "effettuato esercitazioni di risposta rapida".
"I tentativi delle forze esterne di 'sfruttare Taiwan per contenere la Cina' e armare Taiwan non faranno altro che alimentare l'arroganza delle forze separatiste per l' 'indipendenza di Taiwan' e spingere lo Stretto di Taiwan in una situazione pericolosa", ha detto stamani il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Lin Jian. La Repubblica Popolare insiste su "tutela della sovranità nazionale e dell'integrità territoriale".
Le manovre sono state avviate dopo che nei giorni scorsi gli Usa hanno annunciato la possibile vendita di armi a Taiwan per circa 11 miliardi di dollari. Pechino, che non manca mai di mostrare le sue ire in queste circostanze, ha 'risposto' con sanzioni contro 20 aziende americane nel settore della difesa e dieci dirigenti.
Gli Stati Uniti considerano il governo di Pechino come l'unico legittimo, ma mantengono anche rapporti - non ufficiali, in nome dell' "ambiguità strategica" - con Taipei, che ha una manciata di alleati nel mondo e vede da sempre negli Usa il suo principale sostenitore.
Lo scontro diplomatico
Le esercitazioni arrivano anche dopo lo scontro diplomatico tra Pechino e Tokyo, innescato da dichiarazioni della premier giapponese, Sanae Takaichi, considerata un falco, che a novembre ha lasciato intendere che il Paese del Sol Levante potrebbe intervenire a livello militare in caso di attacco contro Taiwan, isola in un crocevia strategico per le rotte commerciali.

La Russia sta avanzando con sicurezza sulla linea del fronte in Ucraina, facendo progressi costanti e portando avanti il suo piano per conquistare le regioni ucraine di cui aveva annunciato l'annessione nel 2022. Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin incontrando i comandanti dell'esercito di Mosca.
"L'obiettivo di liberare le regioni del Donbass, di Zaporizhia e di Kherson verrà raggiunto gradualmente, secondo il piano dell'operazione militare speciale. Le truppe stanno avanzando con sicurezza, sfondando le linee nemiche", ha dichiarato Putin. ''Le unità delle Forze armate ucraine si stanno ritirando ovunque, lungo l'intera linea di contatto'', ha detto il leader del Cremlino.
Putin ha annunciato che le forze russe stanno avanzando verso la città di Zaporizhzhia. "Si sta creando una situazione favorevole nella zona operativa del gruppo di battaglia est nella regione di Zaporizhzhia. I militari hanno superato tutti insieme il fiume Gaichur, superato le difese nemiche e stanno procedendo con un'offensiva verso Zaporizhzhia a un buon ritmo", ha aggiunto.
Le dichiarazioni arrivano dopo l'incontro in Florida tra il presidente americano Donald Trump e quello ucraino Volodymyr Zelensky[1]. Secondo Trump le parti sono vicine a una soluzione del conflitto in Ucraina e i negoziati sono alle fasi finali. A chi gli chiedeva se fosse d'accordo con quanto affermato dal tycoon, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha risposto: "Certo".
Mosca accusa Kiev: "Ucraina attacca casa di Putin con droni"
Sergei Lavrov, ministro degli Esteri russo, nelle dichiarazioni riportate dalla Tass ha fatto riferimento a un attacco con droni che Kiev avrebbe lanciato contro la "residenza statale" di Putin[2] nella regione di Novgorod. "Kiev nella notte del 29 dicembre ha lanciato un attacco con droni contro la residenza statale del presidente russo nella regione di Novgorod. Sono stati distrutti 91 droni", ha detto Lavrov.
"Gli obiettivi e il momento del contrattacco russo dopo l'attacco alla residenza di Putin sono stati definiti", ha aggiunto, evidenziando le conseguenze della vicenda. "La posizione negoziale della Russia sarà rivista tenendo conto del passaggio definitivo del regime di Kiev a una politica di terrorismo di Stato", ha dichiarato Lavrov, secondo cui - in ogni caso - "la Russia non intende abbandonare il processo negoziale dopo l'attacco delle forze armate ucraine alla residenza di Putin". L'offensiva non avrebbe provocato vittime o danni: "Non sono pervenute informazioni".
Cdm approva decreto proroga aiuti a Kiev
Intanto il Consiglio dei ministri ha approvato il dl Ucraina[3], che prevede "disposizioni urgenti per la proroga dell'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell'Ucraina, per il rinnovo dei permessi di soggiorno in possesso di cittadini ucraini, nonché per la sicurezza dei giornalisti freelance".

La Russia sta avanzando con sicurezza sulla linea del fronte in Ucraina, facendo progressi costanti e portando avanti il suo piano per conquistare le regioni ucraine di cui aveva annunciato l'annessione nel 2022. Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin incontrando i comandanti dell'esercito di Mosca.
"L'obiettivo di liberare le regioni del Donbass, di Zaporizhzhia e di Kherson verrà raggiunto gradualmente, secondo il piano dell'operazione militare speciale. Le truppe stanno avanzando con sicurezza, sfondando le linee nemiche", ha dichiarato Putin. ''Le unità delle Forze armate ucraine si stanno ritirando ovunque, lungo l'intera linea di contatto'', ha detto il leader del Cremlino.
"Si sta creando una situazione favorevole nella zona operativa del gruppo di battaglia est nella regione di Zaporizhzhia. I militari hanno superato tutti insieme il fiume Gaichur, superato le difese nemiche e stanno procedendo con un'offensiva verso Zaporizhzhia a un buon ritmo", ha aggiunto.
Le dichiarazioni arrivano dopo l'incontro in Florida tra il presidente americano Donald Trump e quello ucraino Volodymyr Zelensky[1]. Secondo Trump le parti sono vicine a una soluzione del conflitto in Ucraina e i negoziati sono alle fasi finali. A chi gli chiedeva se fosse d'accordo con quanto affermato dal tycoon, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha risposto: "Certo".
Intanto la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha riferito su X che "il presidente Trump ha concluso una telefonata positiva con il presidente Putin riguardo all'Ucraina".
Mosca accusa Kiev: "Ucraina attacca casa di Putin con droni". Zelensky: "Menzogne"
Ma oggi si è aperto un altro fronte con un botta e risposta tra Mosca e Kiev. Sergei Lavrov, ministro degli Esteri russo, nelle dichiarazioni riportate dalla Tass ha fatto riferimento a un attacco con droni che Kiev avrebbe lanciato contro la "residenza statale" di Putin[2] nella regione di Novgorod. "Kiev nella notte del 29 dicembre ha lanciato un attacco con droni contro la residenza statale del presidente russo nella regione di Novgorod. Sono stati distrutti 91 droni", ha detto Lavrov.
"Gli obiettivi e il momento del contrattacco russo dopo l'attacco alla residenza di Putin sono stati definiti", ha aggiunto, evidenziando le conseguenze della vicenda. "La posizione negoziale della Russia sarà rivista tenendo conto del passaggio definitivo del regime di Kiev a una politica di terrorismo di Stato", ha dichiarato Lavrov, secondo cui - in ogni caso - "la Russia non intende abbandonare il processo negoziale dopo l'attacco delle forze armate ucraine alla residenza di Putin". L'offensiva non avrebbe provocato vittime o danni: "Non sono pervenute informazioni".
A stretto giro è arrivata la risposta di Zelensky. "Le dichiarazioni riguardo agli attacchi dell'Ucraina alla residenza di Putin sono una menzogna", ha detto il presidente ucraino. "La Russia vuole minare i progressi tra l'Ucraina e gli Stati Uniti nei negoziati di pace", ha aggiunto, esprimendo la convinzione che Mosca stia cercando un pretesto per lanciare un attacco contro gli edifici governativi a Kiev.
Cdm approva decreto proroga aiuti a Kiev
Intanto il Consiglio dei ministri ha approvato il dl Ucraina[3], che prevede "disposizioni urgenti per la proroga dell'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell'Ucraina, per il rinnovo dei permessi di soggiorno in possesso di cittadini ucraini, nonché per la sicurezza dei giornalisti freelance".

L'accusa a Kiev di aver provato ad attaccare con droni una residenza del presidente russo, Vladimir Putin, e la rivendicazione di Mosca dei progressi sul terreno nella guerra contro l'Ucraina.
La cronaca della giornata seguita all'incontro in Florida tra il presidente americano Donald Trump e quello ucraino Volodymyr Zelensky[1] è segnata dalle dichiarazioni che arrivano dalla Russia e dalla netta smentita del leader ucraino sull'attacco all'abitazione di Putin: "Menzogne". Ma Mosca dice che è già pronta la "rappresaglia". Intanto Trump e Putin si sono sentiti telefonicamente.
Cosa ha detto Putin
La Russia sta avanzando con sicurezza sulla linea del fronte in Ucraina, facendo progressi costanti e portando avanti il suo piano per conquistare le regioni ucraine di cui aveva annunciato l'annessione nel 2022, ha affermato il presidente russo incontrando i comandanti dell'esercito di Mosca.
"L'obiettivo di liberare le regioni del Donbass, di Zaporizhzhia e di Kherson verrà raggiunto gradualmente, secondo il piano dell'operazione militare speciale. Le truppe stanno avanzando con sicurezza, sfondando le linee nemiche", ha dichiarato Putin. "Le unità delle Forze armate ucraine si stanno ritirando ovunque, lungo l'intera linea di contatto", ha detto il leader del Cremlino.
"Si sta creando una situazione favorevole nella zona operativa del gruppo di battaglia est nella regione di Zaporizhzhia. I militari hanno superato tutti insieme il fiume Gaichur, superato le difese nemiche e stanno procedendo con un'offensiva verso Zaporizhzhia a un buon ritmo", ha aggiunto.
Le dichiarazioni arrivano dopo l'incontro in Florida tra Trump e Zelensky[2]. Secondo Trump le parti sono vicine a una soluzione del conflitto in Ucraina e i negoziati sono alle fasi finali. A chi gli chiedeva se fosse d'accordo con quanto affermato dal tycoon, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha risposto: "Certo".
Intanto la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha riferito su X che "il presidente Trump ha concluso una telefonata positiva con il presidente Putin riguardo all'Ucraina".
Mosca accusa Kiev: "Ucraina attacca casa di Putin con droni". Zelensky: "Menzogne"
Ma oggi si è aperto un altro fronte con un botta e risposta tra Mosca e Kiev. Sergei Lavrov, ministro degli Esteri russo, nelle dichiarazioni riportate dalla Tass ha fatto riferimento a un attacco con droni che Kiev avrebbe lanciato contro la "residenza statale" di Putin[3] nella regione di Novgorod. "Kiev nella notte del 29 dicembre ha lanciato un attacco con droni contro la residenza statale del presidente russo nella regione di Novgorod. Sono stati distrutti 91 droni", ha detto Lavrov.
"Gli obiettivi e il momento del contrattacco russo dopo l'attacco alla residenza di Putin sono stati definiti", ha aggiunto, evidenziando le conseguenze della vicenda. "La posizione negoziale della Russia sarà rivista tenendo conto del passaggio definitivo del regime di Kiev a una politica di terrorismo di Stato", ha dichiarato Lavrov, secondo cui - in ogni caso - "la Russia non intende abbandonare il processo negoziale dopo l'attacco delle forze armate ucraine alla residenza di Putin". L'offensiva non avrebbe provocato vittime o danni: "Non sono pervenute informazioni".
A stretto giro è arrivata la risposta di Zelensky. "Le dichiarazioni riguardo agli attacchi dell'Ucraina alla residenza di Putin sono una menzogna", ha detto il presidente ucraino. "La Russia vuole minare i progressi tra l'Ucraina e gli Stati Uniti nei negoziati di pace", ha aggiunto, esprimendo la convinzione che Mosca stia cercando un pretesto per lanciare un attacco contro gli edifici governativi a Kiev.
Cdm approva decreto proroga aiuti a Kiev
Intanto il Consiglio dei ministri ha approvato il dl Ucraina[4], che prevede "disposizioni urgenti per la proroga dell'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell'Ucraina, per il rinnovo dei permessi di soggiorno in possesso di cittadini ucraini, nonché per la sicurezza dei giornalisti freelance".

L'accusa a Kiev di aver provato ad attaccare con droni una residenza del presidente russo, Vladimir Putin, e la rivendicazione di Mosca dei progressi sul terreno nella guerra contro l'Ucraina.
La cronaca della giornata di oggi 29 dicembre seguita all'incontro in Florida tra il presidente americano Donald Trump e quello ucraino Volodymyr Zelensky[1] è segnata dalle dichiarazioni che arrivano dalla Russia e dalla netta smentita del leader ucraino sull'attacco all'abitazione di Putin: "Menzogne". Ma Mosca dice che è già pronta la "rappresaglia". Intanto Trump e Putin si sono sentiti telefonicamente.
Cosa ha detto Putin
La Russia sta avanzando con sicurezza sulla linea del fronte in Ucraina, facendo progressi costanti e portando avanti il suo piano per conquistare le regioni ucraine di cui aveva annunciato l'annessione nel 2022, ha affermato il presidente russo incontrando i comandanti dell'esercito di Mosca.
"L'obiettivo di liberare le regioni del Donbass, di Zaporizhzhia e di Kherson verrà raggiunto gradualmente, secondo il piano dell'operazione militare speciale. Le truppe stanno avanzando con sicurezza, sfondando le linee nemiche", ha dichiarato Putin. "Le unità delle Forze armate ucraine si stanno ritirando ovunque, lungo l'intera linea di contatto", ha detto il leader del Cremlino.
"Si sta creando una situazione favorevole nella zona operativa del gruppo di battaglia est nella regione di Zaporizhzhia. I militari hanno superato tutti insieme il fiume Gaichur, superato le difese nemiche e stanno procedendo con un'offensiva verso Zaporizhzhia a un buon ritmo", ha aggiunto.
Le dichiarazioni arrivano dopo l'incontro in Florida tra Trump e Zelensky[2]. Secondo Trump le parti sono vicine a una soluzione del conflitto in Ucraina e i negoziati sono alle fasi finali. A chi gli chiedeva se fosse d'accordo con quanto affermato dal tycoon, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha risposto: "Certo".
Intanto la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha riferito su X che "il presidente Trump ha concluso una telefonata positiva con il presidente Putin riguardo all'Ucraina".
Mosca accusa Kiev: "Ucraina attacca casa di Putin con droni". Zelensky: "Menzogne"
Ma oggi si è aperto un altro fronte con un botta e risposta tra Mosca e Kiev. Sergei Lavrov, ministro degli Esteri russo, nelle dichiarazioni riportate dalla Tass ha fatto riferimento a un attacco con droni che Kiev avrebbe lanciato contro la "residenza statale" di Putin[3] nella regione di Novgorod. "Kiev nella notte del 29 dicembre ha lanciato un attacco con droni contro la residenza statale del presidente russo nella regione di Novgorod. Sono stati distrutti 91 droni", ha detto Lavrov.
"Gli obiettivi e il momento del contrattacco russo dopo l'attacco alla residenza di Putin sono stati definiti", ha aggiunto, evidenziando le conseguenze della vicenda. "La posizione negoziale della Russia sarà rivista tenendo conto del passaggio definitivo del regime di Kiev a una politica di terrorismo di Stato", ha dichiarato Lavrov, secondo cui - in ogni caso - "la Russia non intende abbandonare il processo negoziale dopo l'attacco delle forze armate ucraine alla residenza di Putin". L'offensiva non avrebbe provocato vittime o danni: "Non sono pervenute informazioni".
A stretto giro è arrivata la risposta di Zelensky. "Le dichiarazioni riguardo agli attacchi dell'Ucraina alla residenza di Putin sono una menzogna", ha detto il presidente ucraino. "La Russia vuole minare i progressi tra l'Ucraina e gli Stati Uniti nei negoziati di pace", ha aggiunto, esprimendo la convinzione che Mosca stia cercando un pretesto per lanciare un attacco contro gli edifici governativi a Kiev.
Cdm approva decreto proroga aiuti a Kiev
Intanto il Consiglio dei ministri ha approvato il dl Ucraina[4], che prevede "disposizioni urgenti per la proroga dell'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell'Ucraina, per il rinnovo dei permessi di soggiorno in possesso di cittadini ucraini, nonché per la sicurezza dei giornalisti freelance".

"Sarà un 2026 di guerra. Assolutamente sì". La pace tra Ucraina e Russia è ancora lontana. L'incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky non è destinato a produrre una svolta in tempi brevi. E' l'analisi di Pietro Batacchi, esperto di Difesa e direttore della rivista specializzata Rid, all'Adnkronos dopo il vertice tra il presidente degli Stati Uniti e quello ucraino. La mediazione di Trump, che prima dell'incontro ha avuto un colloquio telefonico con Vladimir Putin, non si rivelerà risolutiva nell'immediato.
"Le posizioni sono molto distanti, tuttora. E i due, cioè Zelensky e Putin, hanno tutta la voglia di continuare a farsi la guerra, una guerra di lunga durata, che mobilità gli apparati. Una guerra che finisce per esaurimento, se finisce", prosegue.
"Se Putin ad oggi non ha ancora conseguito i propri obiettivi, nemmeno Zelensky ha tutta questa voglia di fare la pace. Ha un problema forte interno, lo scandalo della corruzione, e non può essere il presidente che rinuncia ai territori dopo esser stato il presidente della resistenza", dice facendo riferimento all'ipotesi di rinunciare al Donbass.
Il presidente ucraino, prosegue Batacchi, "si deve guardare poi da tutti quegli elementi di destra estrema delle forze armate perché, quando il reggimento Azov diventa corpo d'armata e viene sistematematicamente utilizzato come tappabuchi, questi che tengono in piedi la baracca come lo prendono un accordo nel quale si rinuncia al Donbass?". "Non solo. Zelensky ha incassato adesso gli aiuti dell'Europa, quindi ha una prospettiva, una luce sul 2026 che prima non aveva. E secondo me ci sono tutti i presupposti per andare avanti", dice ancora.
Riflettori puntati sul ruolo di Donald Trump. "Dall'altra parte, poi, c'è l'amministrazione Trump che al suo interno è divisa, il presidente americano è vincolato a muoversi in un in un quadro tradizionale per ciò che concerne la politica estera e di sicurezza americana, non è un monolite che fa come gli pare, assolutamente no".
"In un contesto del genere, secondo me - prosegue Batacchi - si va ancora avanti, in attesa che la guerra faccia il suo corso e che il campo alla fine dica l'ultima parola. Ho la sensazione che questa sia una guerra che non potrà mai finire con la vittoria dell'una o dell'altra parte, per tutta una serie di ragioni, perché se da una parte c'è l'Occidente che non si può permettere una sconfitta completa dell'Ucraina, dall'altra c'è la Russia per la quale una sconfitta avrebbe delle ripercussioni interne molto forti", dice prospettando le conseguenze di un flop conclamato per Vladimir Putin.
Quindi? "Sarà un 2026 ancora di guerra, assolutamente sì. Ma poi lo vediamo tutti i giorni. I russi attaccano, ma non dimentichiamolo, attaccano anche gli ucraini, che colpiscono sistematicamente la profondità del territorio russo con i droni, con i missili, colpiscono raffinerie, depositi di petrolio, insomma fanno male". Il senso di questi continui colloqui, dunque? "C'é un balletto, e noi siamo spettatori di questa rappresentazione. La tematica vera, in questo momento, è sul campo", conclude. (di Silvia Mancinelli)
Sardegna e Qatar sì incontrano nel concerto del 31 dicembre... 
'Trump', 'Gaza', 'Israele': ecco i termini più citati secondo l'Instant mood di Arcadia relativo alle "12 parole per 12 mesi: il racconto del 2025 con hype ed emoji" nel periodo tra dicembre 2024 e il mese in corso. In base all''Instant mood', nel mese di gennaio per 'Tiktok' ci sono state 267 milioni di menzioni totali (1,1 mln in Italia) e nella nuvola delle emoji spiccano le scintille e lo smartphone.
La parola 'Sanremo' ha visto 2,4 milioni di menzioni totali, picco registrato a febbraio 2025 (così come per Mattarella) e nella nuvola delle emoji le note musicali sono le più utilizzate. Per 'Ucraina' invece ci sono stati 161,3 milioni di menzioni totali (2.4 mln in Italia), picco registrato a marzo 2025 (come per le altre tre keyword concorrenti, cioè Russia, Putin e Zelensky) e nella nuvola delle emoji emerge la bandiera ucraina. Per 'Meloni' ci sono stati 19,7 milioni di menzioni totali (4,8 mln in Italia), picco registrato ad aprile 2025 (così per Papa e dazi) e la nuvola delle emoji ha al centro il tricolore.
Per 'Conclave' sono stati registrati 6.8 milioni di menzioni totali, con picco a maggio 2025 (così come per scudetto, Europa e Leone) e la nuvola delle emoji ha al centro il puntatore. 'Israele' ha visto 299 milioni di menzioni totali (1.9 mln in Italia), picco registrato a giugno 2025 (così come guerra e medio-oriente) e nella nuvola delle emoji spicca la bandiera israeliana.
A luglio per 'Sinner' si è registrato il picco con 9,5 milioni di menzioni totali (2.3 mln in Italia) mentre la nuvola delle emoji è dominata dalla pallina da tennis. Ad agosto per 'Mare' Arcadia segnala il picco con 8,2 milioni di menzioni totali, così come per il termine Giubileo, mentre la nuvola delle emoji è dominata dall’onda e dal puntatore. A settembre 2025 la parola 'Gaza' ha visto 297 milioni di menzioni totali (3,1 mln in Italia), così come per social media, e la nuvola delle emoji è dominata dalle mani congiunte e dalla bandiera palestinese.
'Pace' ha visto, con picco a ottobre 2025, 17 milioni di menzioni totali e la nuvola delle emoji è dominata dalle mani congiunte e dal cuore rosso. Nel mese di novembre 'Garlasco' ha visto 1,6 milioni di menzioni totali e nella nuvola delle emoji c’è la freccia a seguire per i link.
Infine a dicembre 'Trump' ha visto 305 milioni di menzioni totali (3,4 mln in Italia), mentre la nuvola delle emoji ha due emoticon ricorrenti, la bandiera americana e il lampeggiante.
(Adnkronos) - Anthony Joshua coinvolto in un grave incidente d'auto che in Nigeria ha provocato la morte di due persone. Il 36enne pugile britannico, ex campione del mondo dei pesi massimi, oggi 29 dicembre secondo le prime ricostruzioni era a bordo di un Suv che sull'autostrada Lagos-Ibadan si è schiantato contro un autocarro fermo sulla carreggiata nei pressi di una stazione di servizio. Nello scontro, due persone hanno perso la vita. Joshua non avrebbe riportato danni fisici gravi.
La Federal Road Safety Corps (FRSC) non ha ancora diffuso una comunicazione ufficiale in merito all'accaduto. Le squadre di soccorso sono intervenute tempestivamente er gestire la viabilità e coordinare le operazioni di recupero. È stata avviata un'indagine per definire con precisione le dinamiche che hanno condotto all'incidente.
Joshua è reduce dal match-show disputato in scena una decina di giorni fa a Miami contro lo youtuber-pugile Jake Paul. Joshua si è imposto per k.o. al sesto round, riproponendo la propria candidatura per un ritorno 'reale' nella boxe che conta.

Terna, il gestore della rete elettrica di trasmissione nazionale, ha stabilito un nuovo record mondiale nel corso della posa del primo tratto del Ramo Ovest del Tyrrhenian Link, l’elettrodotto sottomarino che collegherà la Sicilia alla Sardegna. Per la prima volta, un cavo di potenza in corrente continua ad alta tensione è stato installato a una profondità di 2.150 metri. (VIDEO[1])
L’operazione è stata realizzata da Terna in collaborazione con Nexans, specializzata a livello globale nella progettazione e produzione di sistemi e servizi di collegamento via cavo. Il completamento della posa del primo ramo della tratta ovest, tra Sicilia e Sardegna, è previsto entro la fine del 2025.
Nei prossimi mesi anche Prysmian, leader a livello mondiale nel settore dei sistemi in cavo per l'energia e le telecomunicazioni, raggiungerà il medesimo record di profondità nella seconda tratta del Ramo Ovest, a seguito dell’esecuzione — conclusa con esito positivo nel 2024 — del sea trial test di installazione del cavo da 500 kV a una profondità di 2.150 metri.
Il progetto Tyrrhenian Link comprende inoltre il Ramo Est, che collegherà la Campania alla Sicilia. In questo tratto, la posa del primo dei due cavi si è conclusa a maggio, mentre all’inizio di dicembre è stata avviata l’installazione del secondo. L’intervento prevede la posa di circa 490 km di cavo in corrente continua, a una profondità massima di 1.560 metri, tra gli approdi di Fiumetorto (PA) e Torre Tuscia Magazzeno (SA).
Con una lunghezza complessiva di circa 970 km, una potenza di 1.000 MW e un investimento totale di 3,7 miliardi di euro — di cui 500 milioni finanziati nell’ambito del Piano REPowerEU per la tratta est — il Tyrrhenian Link rappresenta l’opera più importante e ambiziosa della società guidata da Giuseppina Di Foggia.
Il progetto costituisce un tassello chiave per la transizione energetica italiana: aumenterà la capacità di scambio elettrico tra le isole e la penisola, favorirà l’integrazione del mercato elettrico nazionale e garantirà maggiore stabilità, adeguatezza e sicurezza al sistema di Sardegna, Sicilia e Campania, contribuendo al contempo al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec).

Pedaggi autostradali in aumento da gennaio 2026. "La sentenza contraria della Corte Costituzionale ha vanificato lo sforzo del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini e dello stesso governo di congelare le tariffe fino a definizione dei nuovi pef regolatori", scrive in una nota il Mit.
"L'Art (Autorità di regolazione dei trasporti, ndr) - spiega quindi il ministero - ha poi determinato che l’adeguamento tariffario all’inflazione sarà del 1,5%. Dal 1 gennaio 2026, pertanto, per tutte le società concessionarie autostradali per le quali è in corso la procedura di aggiornamento dei relativi Piani Economico-Finanziari, sulla rete a pedaggio gestita, è previsto un adeguamento tariffario dell’1,5%, pari all’indice di inflazione programmata per l’anno 2026. Ciò è quanto stabilito, a seguito delle decisioni della Corte Costituzionale e di Art, sulle quali il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non può più intervenire".
"Per le società Concessioni del Tirreno p.A. (Tronco A10 e A12), Ivrea-Torino-Piacenza p.A. (Tronco A5 e A21) e Strada dei Parchi p.A., in vigenza di periodo regolatorio, non sono previste variazioni tariffarie a carico dell’utenza, in linea con i rispettivi Atti convenzionali vigenti. Una variazione pari all’1,925% è riconosciuta alla concessionaria Salerno–Pompei–Napoli S.p.A. Infine, è riconosciuto un adeguamento tariffario pari all’1,46% per la società Autostrada del Brennero p.A., con concessione scaduta, per la quale è in corso il riaffidamento della medesima", conclude il Mit.
Il deputato e segretario dem in Sardegna: 'ennesima perla del
governo Meloni'...
La vicenda riguarda le trattative per la vendita del club nel 2016... 
"Il prosecco non è un vino replicabile al di fuori della sua zona d'origine, è un vino unico, e quindi siamo fiduciosi che questo trend positivo del nostro mondo continuerà anche il prossimo anno. I dazi Usa hanno toccato proprio il mercato che seguo come export manager, gli Stati Uniti. Ma, sulla base dei dati dell'export disponibili ad oggi, non si registrano cali significativi. Ricordiamo che il prosecco rappresenta il 30% di tutto l'export di vino italiano negli Stati Uniti, e anche con i dazi si ritrova in una fascia di prezzo accessibile per la maggioranza delle persone". Così, intervistata da Adnkronos/Labitalia, Diva Moretti Polegato, export manager di Villa Sandi per Regno Unito, Usa e Messico, e nuova generazione della storica famiglia di vignaioli veneti, traccia un bilancio del 2025 per la sua azienda e per il mondo del prosecco, e degli effetti dei dazi Usa e del contesto geo-politico incerto.
"Io credo che bisognerà attendere il primo semestre del prossimo anno - avverte - per vedere l'effettivo impatto di questi dazi. Al momento, il prosecco registra un trend positivo di crescita e questo lo abbiamo visto dai dati dei tre Consorzi, ma un quadro più chiaro, appunto, lo potremo vedere nel primo semestre del prossimo anno".
Villa Sandi è tra i leader del mercato, con il fatturato 2024 che ha toccato i 132 milioni, e con una produzione che per il 70% va in export e per il 30% in vendite nel nostro in Italia. E le 'bollicine', nonostante un anno complesso, resistono e puntano a crescere ancora. "In generale, è stato un anno di contrazione per il mercato vitivinicolo, ma il nostro mondo, quello del prosecco, ancora 'tiene' - ribadisce - perché unico e inimitabile. Nel corso di quest'anno, abbiamo visto un freno ai consumi con abitudini orientate a stili di vita più salutari, quindi con moderato contenuto alcolico, zero alcol. E infatti una fetta di mercato ricerca prodotti, soprattutto 'bollicine', senza alcol".
"E' una tendenza che noi avevamo intercettato già 3-4 anni fa e avevamo iniziato a produrre già allora una 'bollicina' zero alcol, con una produzione che cresce ogni anno a due cifre", sottolinea Diva Moretti Polegato. Una tendenza, spiega l'esponente dell'ultima generazione di vignaioli trevigiani, spinta dal "consumo di coloro che non vogliono rinunciare al piacere di un brindisi, senza però dover assumere alcol. E questo per diverse ragioni: soprattutto quelle legate alla salute". E comunque una delle caratteristiche principali del prosecco è il moderato contenuto alcolico e questo lo rende un vino contemporaneo che risponde perfettamente a queste abitudini di consumo che sono mutate, e che prediligono vini leggeri, adatti alla convivialità, a momenti chiamiamoli 'social'", osserva.
Villa Sandi continua a guardare al futuro esplorando nuovi mercati. "Noi siamo un'azienda -spiega Diva Moretti Polegato- che esporta in 135 Paesi e ci sono dei nuovi mercati in Est Europa e in Africa soprattutto, ma anche nell'America Centrale che abbiamo di recente acquisito, e che stiamo acquisendo, per diversificare, perché questo è uno dei 'modus operandi' del nostro mondo e della nostra azienda".
Ma non solo. Diversificare il business, per 'Villa Sandi', significa anche altro. "Un altro pilastro in cui crediamo molto -fa notare l'export manager- è quello dello sviluppare tutto quel ramo dell'accoglienza dell'enoturismo, del ricevere persone in azienda, che si sta dimostrando sempre più una grande opportunità e una grande risorsa, perché è un'esperienza capace di unire territorio, cultura, ospitalità, sostenibilità e vino. Ed è un settore che dal periodo della pandemia ha visto una crescita molto grande soprattutto nel nostro Paese ma anche a livello mondiale".
"Noi come azienda abbiamo creduto e investito nell'enoturismo fin dagli anni '90, e abbiamo aperto la nostra sede, che è una storica villa di scuola Palladiana, a tutti i visitatori e tutti i giorni dell'anno. E abbiamo anche investito sull'hospitality, con 'Locanda Sandi', dove abbiamo un ristorante e alcune camere. Questa per noi è soprattutto un'opportunità per valorizzare il brand e accogliere un cliente a 360 gradi, mostrando anche i vigneti e tutto ciò che c'è dietro una bottiglia di vino", ricorda ancora.
Secondo Moretti Polegato, inoltre, "il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio immateriale dell'Unesco può essere un'opportunità anche per il settore del vino, che è collegato ad esso". "Una ulteriore cornice istituzionale forte, anche un modo per potenziare il made in Italy e rafforzare il legame vino-cultura, collegato al turismo, con un importante risvolto mediatico per poter raggiungere più consumatori finali", aggiunge. "E poi - prosegue - c'è l'impegno sulla sostenibilità, importante per la mia generazione ma anche per la precedente, con l'obiettivo di accogliere i visitatori delle nostre aziende in un ambiente sano, in cui si lavora con il minor impatto ambientale possibile, seguendo pratiche sostenibili, a livello di vigna, di vinificazione e anche di impatto ambientale. Noi ad esempio abbiamo una centrale idroelettrica, abbiamo pannelli solari, puntiamo a diventare 100% sostenibili nella prossima decade".
Per Diva Moretti Polegato, "l'augurio per il 2026 è che la situazione geopolitica causata dai conflitti in corso e i dazi Usa, che frenano in modo combinato i consumi, possano in qualche modo attenuarsi". "L'augurio a tutti noi produttori è di aprire il 2026 con buone notizie su guerre e dazi Usa appunto", conclude.

I saldi sono vendite di fine stagione e riguardano tutti i prodotti che, come recita l'articolo 15 del Decreto Bersani, se non venduti entro un certo periodo di tempo sono suscettibili di notevole deprezzamento. Nei saldi, ricorda Confcommercio, è interessata la merce rimasta alla fine della stagione autunno/inverno o primavera/estate. Le promozioni, invece, riguardano alcuni articoli ai quali vengono applicati ribassi di prezzo (generalmente con percentuali di sconto più basse di quelle applicate durante i saldi) per agevolare le vendite di un certo prodotto o, in generale, nel negozio.
Perché si usa il termine 'saldi'
Ma perché le vendite di fine stagione si chiamano saldi? Questa parola è entrata ormai nel gergo comune con una qualifica ben precisa, ma in realtà è strettamente connessa a un lessico commerciale. Il termine 'saldi' indica, infatti, la differenza tra le entrate e le uscite, nonché un 'saldo' positivo o negativo; motivo per cui i saldi sono la merce che non è stata venduta in un negozio a fine stagione e la vendita stessa dell'invenduto.
I saldi, o vendite di fine stagione, rientrano nelle cosiddette vendite straordinarie. Ma cosa si intende con questa definizione? Nella 'Riforma della disciplina relativa al settore commercio' viene data la definizione di vendite straordinarie nel modo seguente: le vendite di liquidazione, le vendite di fine stagione e le vendite promozionali nelle quali l’esercente dettagliante offre condizioni favorevoli, reali ed effettive, di acquisto dei propri prodotti. I saldi, dunque, non sono l'unico tipo di vendita straordinaria possibile: accanto alle vendite di fine stagione sono anche disciplinate le vendite di liquidazione e le vendite promozionali.
Nella definizione di vendita straordinaria sono incluse tre tipologie di vendita. 1) Vendite di fine stagione (o saldi): sono le vendite che interessano i prodotti di moda o di carattere stagionale che sono soggetti a deprezzamento se restano invenduti.
2) Vendite di liquidazione: sono vendite che possono avvenire in qualunque periodo dell'anno al fine di cedere, in poco tempo, i propri prodotti ma solamente se sussistono le seguenti condizioni, cessione dell’azienda; cessazione dell’attività commerciale; trasformazione o rinnovo dei locali; trasferimento dell’azienda in altro locale. Le vendite di liquidazione, affinché possano essere svolte correttamente, devono prima essere comunicate al Comune di competenza, che verificherà se sussistono le sopra citate condizioni.
3) Vendite promozionali: non sono vincolate ad uno specifico periodo dell'anno e avvengono per un limitato periodo di tempo. Su queste ultime la legislazione è lacunosa: il Decreto Bersani si limita a dire che le vendite promozionali possono essere effettuate per una parte specifica dei prodotti venduti e per periodi di tempo limitati. Le Regioni, pertanto, dettano regole più precise per la disciplina delle promozioni con l’obiettivo di distinguerle dai saldi e ponendo eventualmente limiti allo svolgimento nei periodi antecedenti le vendite di fine stagione (tra i 15 e i 40 giorni). In accordo con le organizzazioni locali dei consumatori e delle imprese del commercio, alle Regioni spetta il ruolo decisionale sulle modalità di svolgimento, sul periodo e la durata delle vendite di liquidazione e dei saldi e, infine, sull'adeguata pubblicità di informazione dei consumatori.

A pochi giorni dal suo insediamento ufficiale, allo scoccare della mezzanotte del nuovo anno, come sindaco di New York, Zohran Mamdani è già al centro di una lite mediatica con Elon Musk, che ha attaccato la nomina alla guida dei vigili del fuoco di New York di Lilian Bonsignore, che è stata responsabile dei servizi medici di emergenza del corpo dei pompieri.
"Moriranno persone per questo, l'esperienza sul campo conta quando ci sono vite in gioco", ha scritto il miliardario, ex consigliere di Donald Trump alla Casa Bianca, riferendosi a quella che definisce la poca esperienza di Bonsignore, che è la seconda donna, e la prima gay, nominata alla guida dei pompieri newyorkesi. Mamdani ha risposto a tono all'attacco: "L'esperienza infatti conta, per questo ho nominato la persona che da oltre 30 anni lavora per gli Emergency Medical Services, conoscete la forza che gestisce almeno il 70% delle chiamate che arrivano per i vigili del fuoco?", ha scritto su X il 34enne democratico socialista.
Al momento della sua nomina, il 23 dicembre scorso, Bonsignore ha detto che anche se non ha mai servito come vigile del fuoco "conosco il lavoro, so di cosa hanno bisogno e posso tradurre questo in un'amministrazione disposta all'ascolto". Inoltre ha detto che si batterà per ottenere la parità salariale tra vigili del fuoco e addetti ai servizi di emergenza che svolgono un lavoro "senza il quale la gente letteralmente non sopravvive".
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