
Ci sono sintomi conosciuti di un possibile tumore: la sensazione di un nodulo al seno, sangue nelle urine, un cambiamento nelle abitudini intestinali, una tosse cronica. Questi possono segnalare, rispettivamente, un cancro al seno, alla prostata, al colon-retto o ai polmoni. Poi ce ne sono altri meno noti e per certi versi "sorprendenti', insoliti e rari". A descriverli sul 'Washington Post' è Mikkael A. Sekeres, responsabile del Dipartimento di Ematologia e docente di Medicina al Sylvester Comprehensive Cancer Center dell'università di Miami.
Il dolore dopo un bicchiere di vino
"Uno di questi sintomi lo riferì una paziente. Aveva un dolore al petto che durava un giorno o 2 ogni volta che beveva un bicchiere di vino - racconta Sekeres - Una Tac del torace ha rivelato una grossa massa nei polmoni e, come previsto, una biopsia ha confermato che si trattava di linfoma di Hodgkin. Molte persone - spiega il medico - avvertono dolore o una sorta di irritazione nella parte inferiore del torace o dell'addome dopo aver bevuto alcol a causa di un'infiammazione dell'esofago o dello stomaco, condizioni chiamate esofagite o gastrite, che spesso possono essere alleviate con antiacidi o inibitori della pompa protonica. Ma il dolore in una zona circoscritta del corpo che si manifesta costantemente dopo l'ingestione di alcol, come a un linfonodo o nella parte bassa della schiena, può essere un segno di linfoma". In uno studio, il fenomeno è stato riscontrato in almeno il 5% delle persone a cui è stato diagnosticato un linfoma di Hodgkin.
Una frattura sospetta
Per il secondo dei 4 sintomi rari di cancro, lo specialista cita un altro caso: "Una frattura ossea dopo un lieve trauma accade raramente nei giovani adulti. Questi tipi di fratture possono, in alcuni casi, indicare un tumore sottostante che ha origine nell'osso o si diffonde all'osso. Può indebolirne la resistenza, portando a fratture 'patologiche' - evidenzia l'oncologo - Tra le persone con tumore osseo, circa l'8% subisce una frattura patologica. Questi tipi di fratture ossee hanno una probabilità 500 volte maggiore di verificarsi a causa di un cancro che si diffonde all'osso rispetto a un tumore osseo primario, con i tumori più comuni che originano da seno, polmone, tiroide, rene e prostata".
Troppo calcio nel sangue
C'è poi il caso di livelli altissimi di calcio. "Diverse condizioni possono portare a questo scenario, come anomalie della ghiandola paratiroidea, ipertiroidismo o persino determinati farmaci. Tuttavia - riferisce Sekeres - in uno studio su oltre 50.000 persone, chi presentava livelli di calcio elevati aveva anche un rischio più che doppio di ricevere una diagnosi di cancro nell'anno successivo rispetto a coloro che presentavano livelli normali, sebbene il numero totale di persone a cui era stato diagnosticato un cancro fosse basso. Il rischio di ricevere una diagnosi di cancro aumentava con livelli di calcio progressivamente più elevati. I tumori più comuni che causano alti livelli di calcio includono alcuni tipi di cancro ai polmoni, al seno, ai reni, alla vescica, alle ovaie, linfoma e il mieloma multiplo".
La mastite può essere un campanello d'allarme
Infine, c'è un altro sintomo insolito nella lista stilata dall'oncologo americano: "Il seno gonfio e dolorante, magari con secrezioni dai capezzoli, è una condizione benigna chiamata mastite ed è più comune nelle donne che allattano. La mastite - precisa - è un processo infiammatorio doloroso che può richiedere cure mediche, ma non è un cancro. Se però non si sta allattando e si manifestano questi sintomi, potrebbe essere un campanello d'allarme del cancro al seno infiammatorio, che rappresenta dal 2 al 4% dei casi di tumore al seno negli Stati Uniti. L'esordio può essere rapido ed è caratterizzato da alterazioni cutanee 'a buccia d'arancia', in cui la pelle del seno cambia e assomiglia alla superficie leggermente butterata del frutto. Si deve consultare il medico e potrebbe essere necessaria una biopsia mammaria. E' più probabile che la secrezione sia causata da un tumore quando si verifica in un solo seno, è intermittente e persiste nel tempo".

Stasera, giovedì 13 novembre, in diretta su Sky e in streaming su NOW, torna X Factor con il quarto Live Show di quest’anno che sarà Hell Factor e scriverà un capitolo importante, forse decisivo, di questa edizione con una puntata ad altissima tensione e soprattutto caratterizzata da una doppia eliminazione.
Si inizierà con la manche più spettacolare della stagione, la Giostra, l’esibizione senza soluzione di continuità di tutti gli artistin gara (quest’anno powered by McDONALD’S) che in pochi minuti creeranno un loop musicale frenetico e potentemente scenografico da lasciare senza fiato; dopodiché si proseguirà con il meccanismo classico, gli artisti divisi in due manche.
A fine serata, il concorrente meno votato di tutto il quarto Live sarà eliminato direttamente; il penultimo e il terzultimo nella classifica complessiva si sfideranno poi al giudizio del Tavolo formato da Achille Lauro, Francesco Gabbani, Jake La Furia e Paola Iezzi: da qui arriverà il nome del secondo eliminato.
Come sempre, a tenere le redini in questa serata che si preannuncia particolarmente calda sarà Giorgia.
Il palco dell’X Factor Arena è pronto quindi ad accogliere una puntata che potrebbe segnare un punto di svolta in questa stagione dello show Sky Original prodotto da Fremantle. Dopo la Giostra, in cui gli artisti in gara rieseguiranno uno dei brani che più hanno lasciato il segno tra quelli eseguiti fin qui, per la seconda parte della serata queste sono le assegnazioni di questa settimana: Achille Lauro ha scelto per i suoi artisti due brani epocali della musica italiana e complicatissimi da eseguire: per LAYANA 'Ancora ancora ancora' di Mina e per eroCaddeo 'La cura' di Franco Battiato.
Anche Francesco Gabbani alza l’asticella per i suoi ragazzi con tre brani conosciutissimi della nostra musica: ha dato a tellynonpiangere 'Io sono Francesco' di Tricarico, a PierC 'E tu…' di Claudio Baglioni e a MICHELLE 'Rimmel' di Francesco De Gregori. Ma sarà uno scoglio decisamente insidioso anche per gli artisti di Jake La Furia: TOMASI avrà 'I giardini di marzo' di Lucio Battisti, mentre DELIA canterà 'La notte', brano del 1965 di Salvatore Adamo, inserito in un mash-up sorprendente.
Infine, due brani molto conosciuti, pur se di due epoche lontanissime, per i cantanti della squadra di Paola Iezzi: a VISCARDI è stato assegnato 'Il cielo in una stanza' di Gino Paoli, a rob 'Bring Me to Life' degli Evanescence.
Un ospite speciale salirà sul palco dell’X Factor Arena per questo quarto Live: tornerà a X Factor Mika, uno dei cantautori più originali e iconici della sua generazione, capace di costruire un universo sonoro gioioso, raffinato e intriso di pop alternativo, nonché giudice dello show per 5 edizioni. 20 milioni di album venduti in tutto il mondo, più di 3 miliardi di stream e 1 miliardo di visualizzazioni video, che si aggiungono a dischi d’oro e di platino ottenuti in 32 Paesi, dopo quasi vent’anni di carriera con sei album in studio, Mika presenterà il suo prossimo album in arrivo nel 2026 e anticipato dal nuovo singolo 'Modern Times'.

Un bambino di nove anni è stato ucciso dalla madre nella tarda serata di mercoledì. Il piccolo mostrava ferite da taglio alla gola. E' avvenuto nella loro abitazione a Muggia, in provincia di Trieste. E' stato il padre a dare l'allarme perché non riusciva a contattare la donna. Sono interventi gli agenti della squadra mobile, ma per il bambino non c'era più nulla da fare.
La coppia era in fase di separazione.

Una donna ha ucciso il figlio di 9 anni tagliandogli la gola. E' accaduto nella tarda serata di mercoledì nella loro abitazione di Muggia, in provincia di Trieste. E' stato il padre a dare l'allarme perché non riusciva a contattare la donna. Sono interventi gli agenti della squadra mobile, ma per il bambino non c'era più nulla da fare.
La ricostruzione
La Polizia è intervenuta intorno alle 22 di ieri dopo che il padre del bambino, triestino di 58 anni, aveva lanciato l'allarme perché non riusciva a contattare la donna, 55enne di origine ucraina, e il figlio al momento della riconsegna del minore prevista per le 21. I due erano separati e seguiti da diversi anni dal servizi sociali del Comune di Muggia.
Con l’aiuto dei Vigili del fuoco gli agenti sono riusciti a entrare nell’abitazione rinvenendo il corpo esanime del bambino che presentava ferite di arma da taglio al collo e la madre, in stato di choc, con dei tagli sulle braccia, per i quali è stata presa in cura dai sanitari e trasportata presso l'ospedale di Cattinara.
Gli immediati accertamenti della Squadra mobile hanno permesso di ricostruire la dinamica dei fatti attribuendo la responsabilità del gesto alla madre, che ha tentato successivamente di togliersi la vita che sarà accompagnata presso la Casa circondariale di Trieste.
Lutto cittadino a Muggia
"Ho appena proclamato il lutto cittadino e non sappiamo ancora se durerà 1 o 3 giorni. Davvero una tragedia immane per tutta la comunità", ha detto all'Adnkronos Paolo Polidori, sindaco di Muggia. "La città si stringe intorno alla famiglia, a mezzogiorno abbiamo organizzato un picchetto con la Polizia Locale con un minuto di raccoglimento, per dimostrare la più forte solidarietà al padre, ai compagni di classe e alla squadra di calcio", ha continuato il primo cittadino.
A Muggia in questi giorni "si sta allestendo la Sagra di San Martino, l'organizzazione è già in moto ma, ovviamente, si toglieranno tutte le parti di inaugurazione", ha spiegato Polidori.
La situazione complicata della famiglia viene confermata anche dal sindaco che dichiara di avere "già avuto una riunione con gli assistenti sociali che questa mattina sono andati a comunicarlo alla scuola. Vorrei sottolineare - ha spiegato - che la situazione era seguita da anni sia dagli assistenti sociali sia dal tribunale, ma non ci sono mai stati dei segnali di tragicità, era una questione di separazione. Rimaniamo in contatto costante con la Questura", conclude.
Il parroco: "La situazione era complicata"
"Conoscevo bene la famiglia, almeno si vorrebbe chiamarla così, perché era una situazione davvero molto complicata", ha detto all'Adnkronos il parroco della Diocesi di Trieste, Andrea Destradi. Il parroco ha raccontato di avere visto il padre del bambino "in piazza Marconi a Muggia ieri verso le 21.30. Non mi sono fermato a parlare con lui perché era al telefono e stava cercando di mettersi in contatto con la mamma che non rispondeva, in casa non rispondeva nessuno".
Il parroco sostiene di avere visto "l'ultima volta insieme il padre con il figlio sabato sera a messa. I due coniugi erano separati da molti anni e, solo di recente, la donna di origini ucraine aveva avuto la possibilità di rivedere il bambino senza gli educatori". Destradi ha affermato che la donna "aveva molte fragilità. Veniva spesso da me in parrocchia a chiedere aiuto. Voleva una casa, un lavoro ma noi, che come parrocchia aiutiamo un sacco di gente, non riuscivamo ad affrontare queste problematiche che erano di tipo medico, non bastava trovare un impiego".
"Si tratta di un dramma enorme - ha continuato il parroco - come parrocchia la prima cosa che faremo sarà quello di pregare anche con il sindaco e il vescovo, per stringerci attorno alla famiglia. Probabilmente oggi o domani saremo in Duomo ma nessuno si poteva aspettare una cosa di questo genere", conclude.

Sequestrati oltre 2 milioni di euro a Giancarlo Tulliani, residente a Dubai (Eau) e attualmente latitante. A eseguire il decreto di sequestro il Servizio centrale investigazione criminalità organizzata della Guardia di finanza (Scico).
L’attività trae origine da una precedente inchiesta giudiziaria che nel 2017 portò all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’Ufficio Gip del Tribunale di Roma nei confronti dei componenti di un’associazione a delinquere a carattere transnazionale, dedita alla commissione dei reati di peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Il profitto illecito dell’associazione, oggetto di riciclaggio, veniva impiegato, oltre che in attività economiche e finanziarie, anche nell’acquisizione di immobili da parte della famiglia Tulliani, in particolare Giancarlo: dopo aver ricevuto, direttamente o per il tramite delle loro società offshore, ingenti trasferimenti di denaro di provenienza illecita, privi di qualsiasi causale o giustificati con documenti contrattuali fittizi, trasferiva le somme all’estero, utilizzando i propri rapporti bancari. Questi proventi illeciti venivano reimpiegati in acquisizioni di beni immobili e mobili, sottoposti a sequestro dalla Guardia di Finanza.
A conclusione dell’iter processuale di primo grado, Giancarlo Tulliani è stato condannato alla pena di 6 anni di reclusione per il reato di riciclaggio; contestualmente è stata disposta la confisca dei beni, pari ai proventi illecitamente accumulati (sentenza di condanna del 30 aprile 2024 del Tribunale Ordinario di Roma - Quarta Sezione Penale).
A seguito di tale condanna, la Procura di Roma-Dda ha delegato lo Scico a svolgere indagini finalizzate all’applicazione di misure di prevenzione sul conto di Giancarlo Tulliani. Le indagini economico-patrimoniali e finanziarie hanno dimostrato la rilevante sperequazione economica tra i redditi leciti dichiarati rispetto al suo tenore di vita e al valore dei beni (mobili, immobili e finanziari) di cui lo stesso risultava titolare o di cui ha avuto la concreta disponibilità nel periodo 2008-2015. Pertanto, il Tribunale di Roma–Sezione Misure di Prevenzione ha disposto il sequestro di una villa a Roma, conti correnti accesi in Italia e all’estero e due autovetture di cui una di lusso, per un valore complessivo di circa 2,2 milioni di euro.
Whoopi Goldberg, dalle pompe funebri a imbrogliona da Oscar: oggi i 70 anni di un'icona di Hollywood

La sua ironia l’ha resa libera in un'industria patinata e conformista come Hollywood. È tutt'ora un manifesto di verità in un mondo che vive di apparenze. Non solo è riuscita a emergere come attrice, ma ha contribuito a ridefinire l’immaginario femminile: la vera bellezza risiede nel talento, non nella perfezione. Lei è Whoopi Goldberg che oggi, giovedì 13 novembre, compie 70 anni ed è ancora la voce fuori dagli schemi in un'America che cambia troppo in fretta (e troppo poco). Attrice, comica, conduttrice, produttrice e attivista, è una delle poche a poter vantare l’Egot: ha vinto in tutti e quattro i premi principali nell'ambito dell'intrattenimento statunitense, Emmy, Grammy, Oscar e Tony. Ma, soprattutto, una carriera costruita sfidando ogni stereotipo.
Caryn Elaine Johnson, questo il nome all'anagrafe, è nata a New York nel 1955. Ha cominciato a calcare i palcoscenici dalla tenera età di 8 anni. Ha esordito al teatro Helena Rubistein Children's di Nyc. Appassionata della serie televisiva 'Star Trek' (da grande ha recitato in 'Star Trek: The Next Generation'), grazie a Nichelle Nichols (interprete del tenente Uhura) ha capito che il suo futuro era nella recitazione tanto che all'inizio degli Anni 70 ha abbandonato la scuola per partecipare ai musical di Broadway. Ma la consacrazione nel mondo del cinema arriva grazie alla sua interpretazione ne 'Il colore viola' di Steven Spielberg. Il ruolo di Celie Harris le ha permesso di conquistare un Golden Globe e la nomination agli Oscar come migliore attrice. Prima del successo, però, per mantenersi ha lavorato come muratrice, lavapiatti e truccatrice per un'azienda di pompe funebri.
Dopo Spielberg, ha iniziato a collezionare una serie di successi che l'hanno trasformata in una vera icona degli Anni 80-90. Indimenticabile la sua interpretazione della sensitiva Oda Mae Brown in 'Ghost' (con Patrick Swayze e Demi Moore), che le è valsa il premio Oscar come miglior attrice non protagonista. Grazie a questo riconoscimento, è diventata la seconda attrice afroamericana della storia a ricevere un Academy Award a 51 anni dalla vittoria di Hattie McDaniel per 'Via col vento'. Forse il ruolo più iconico di Goldberg è quello di una 'suora per caso', Maria Claretta, in cui ha unito le sue doti attoriali con quelle musicali. Panni che è tornata a vestire in 'Sister Act 2 - Più svitata che mai', che l'ha definitivamente trasformata in un volto amato in tutto il mondo. In questi anni vissuti sulla cresta dell'onda, ha ottenuto successi anche sul fronte musicale. Whoopi ha vinto un Grammy Award con il disco 'Whoopi Goldberg: Original Broadway recording' e un Drama Desk Award per il musical 'Whoopi Goldberg'. Nei primi Anni 90 è diventata la prima donna a presentare gli Academy Award, esperienza che poi ha ripetuto nel 1996, 1999 e 2002.
Sempre in quegli anni è stata la protagonista di 'Una moglie per papà' al fianco di Ray Liotta e ha ricoperto il ruolo dell'infermiera Valerie in 'Ragazze interrotte' di James Mangold con Winona Ryder e Angelina Jolie. Tra i riconoscimenti ottenuti, anche un Emmy per il miglior film tv 'Beyond Tara' e un Tony per il miglior musical con 'Millie'. E anche la stella sulla Hollywood Walk of Fame nel 2002. Volto amato del grande e del piccolo schermo, negli anni è diventata una delle colonne portanti dei talk show televisivi con 'The View' su Abc.
Attivista nel campo dei diritti umani e diva convenzionale. Non è mai stata una di quelle star smaniosa di scegliere il look giusto per soddisfare i fotografi o le etichette nelle serata di gala. Whoopi ha sempre seguito il suo gusto ribelle, mandando un messaggio tra le righe: 'siate alla moda, ma a modo vostro'. Una consapevolezza che l'ha portata a fondare una sua linea di moda, inclusiva per i corpi e anche per le tasche. Goldberg ora è pronta (di nuovo) a riconquistare l'Italia. La pluripremiata attrice e icona internazionale è entrata nel cast di alcuni episodi del daily drama di Rai 3 'Un posto al sole'[1], in onda nel 2026. Anno in cui lo show celebrerà i 30 anni di programmazione. Ma l'attesa è anche per 'Sister Act 3', da lei stessa interpretato e prodotto. "Sarebbe bello girare alcune scene del terzo capitolo di 'Sister Act' in Italia", aveva ammesso prima dell'estate ospite da Fazio a 'Che tempo che fa'. Sette decenni di carriera e una sola certezza: chi osa essere sé stesso, come Whoopi, non passa mai inosservato. (di Lucrezia Leombruni)

Al via il bonus elettrodomestici 2025. Dalle 7 di martedì 18 novembre, i consumatori potranno presentare la domanda di adesione tramite l’app Io oppure sul sito dedicato: www.bonuselettrodomestici.it.
Quanto vale e come funziona: il voucher
Il bonus consiste in un contributo erogato sotto forma di voucher, destinato all’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza energetica da parte degli utenti che sostituiscono apparecchiature obsolete. Obiettivo della misura è favorire il risparmio energetico e promuovere il corretto smaltimento dei vecchi apparecchi.
Il voucher copre fino al 30% del costo di acquisto, con un massimale di 100 euro per nucleo familiare e di 200 euro per i nuclei con Isee inferiore a 25.000 euro annui. Per il 2025, le risorse complessive destinate agli utenti finali ammontano a 48,1 milioni di euro, a valere sul fondo istituito presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Sulla app o sul sito www.bonuselettrodomestici.it puoi consultare anche la lista degli elettrodomestici che rientrano nel bonus[1].
Come richiederlo
La piattaforma informatica per la presentazione delle domande è gestita da PagoPa, mentre le attività istruttorie sono svolte da Invitalia, individuati dal Mimit quali soggetti gestori della misura. E' possibile richiederlo dalla sezione Servizi di Io. Al termine delle verifiche, si riceverà sulla stessa app l’esito della richiesta.E' molto importante che l'applicazione sia aggiornata all’ultima versione disponibile. La domanda per il voucher può anche essere fatta sul sito www.bonuselettrodomestici.it accedendo con SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) o CIE (Carta d’Identità Elettronica).
Per presentare la richiesta sarà necessario: effettuare l’accesso all’app IO o al sito web dedicato; seguire la procedura guidata; dichiarare di essere in possesso di un Elettrodomestico obsoleto da sostituire con un nuovo Elettrodomestico della stessa categoria commerciale di classe energetica superiore; dichiarare le informazioni relative al valore dell’ISEE 2025 in corso di validità.
Sarà possibile fare richiesta finché le risorse non saranno completamente esaurite: le nuove richieste andranno in lista di attesa e saranno gestite in ordine cronologico. Il contributo sarà erogato fino all’esaurimento delle risorse disponibili e fino alla conclusione dell’iniziativa.
Quanto si risparmia
Ma quanto è possibile risparmiare sulla bolletta elettrica cambiando gli apparecchi?[2] Per rispondere alla domanda, Facile.it ha analizzato i consumi dei principali elettrodomestici presenti nelle nostre case.

Italia e Albania. Roma e Tirana. Giorgia ed Edi. Insieme, per rinsaldare una lunga partnership e rilanciare un'amicizia che travalica le dinamiche politiche e abbraccia anche la sfera personale. Oggi, nella cornice di Villa Pamphili a Roma, la premier Giorgia Meloni riceverà il primo ministro albanese Edi Rama per il primo vertice intergovernativo tra i due Paesi. Al bilaterale farà seguito la sessione plenaria di lavoro con le rispettive delegazioni governative.
Il 'team' italiano sarà composto dai ministri Tajani, Piantedosi, Nordio, Crosetto, Pichetto Fratin, Giuli, Schillaci, Musumeci e dai sottosegretari Freni e Ferrante. Nel corso dell'incontro, i due capi di governo firmeranno l'accordo intergovernativo, cui seguirà lo scambio di altre quindici intese, tra accordi bilaterali e protocolli tecnici. E affronteranno anche le priorità in cima all'agenda europea ed internazionale, a partire dalla guerra in Ucraina.
Dai siparietti al "salto di qualità nella cooperazione"
Dal gesto teatrale di Rama che, nel maggio scorso a Tirana, si inginocchiò davanti a Meloni sul tappeto rosso - accolto con la battuta ironica "lo fa solo per sembrare alto quanto me" - fino alla sciarpa come omaggio e alla canzone di compleanno intonata da Rama a gennaio durante un summit ad Abu Dhabi. Dietro i sorrisi e i siparietti, però, si muove una strategia precisa: consolidare il ruolo dell'Italia nei Balcani e nel Mediterraneo e rafforzare l'immagine europea dell'Albania, candidata all'ingresso nella Ue col sostegno convinto di Roma. Obiettivo dell'evento di oggi, spiegano fonti italiane vicine al dossier, è far compiere "un salto di qualità alla cooperazione" tra i due Paesi.
I temi e le intese sul tavolo
Il vertice di Villa Pamphili rappresenta dunque non solo un appuntamento diplomatico, ma anche la tappa simbolica di un rapporto bilaterale sempre più stretto. A partire dalla questione migratoria, al centro del memorandum di intesa siglato nel 2023 che ha portato alla costruzione, in territorio albanese, dei centri per i migranti salvati in mare da navi italiane: accordo finito sotto la lente della magistratura e della Corte di giustizia europea, con ricorsi che ne hanno già sospeso o ritardato l'applicazione.
Il protocollo Italia-Albania, sottolineano le stesse fonti alla vigilia del summit, "costituisce una delle soluzioni innovative in materia migratoria, che sta riscontrando sempre maggior interesse sia da parte della Commissione europea che degli Stati membri". Proprio sulla questione migratoria la Commissione Ue ha presentato nelle scorse ore la sua relazione annuale, riconoscendo che l'Italia, insieme ad altri Paesi come Grecia, Cipro e Spagna, è sottoposta a una forte pressione migratoria a causa del notevole incremento degli arrivi registrato nell'ultimo anno e potrà quindi accedere al Solidarity Pool, lo strumento di solidarietà Ue, quando il Patto su migrazione e asilo entrerà in vigore a metà del 2026. Un atto "doveroso e atteso", sottolinea il ministro per il Pnrr e le Politiche europee Tommaso Foti, "dopo anni in cui l'Italia è stata lasciata sola ad affrontare l'emergenza migratoria".
Ma non ci saranno solo i migranti sul tavolo del vertice intergovernativo italo-albanese. Nel summit di Villa Pamphili faranno capolino altri temi, dalla collaborazione economica e infrastrutturale a quella della difesa e della sicurezza, dalla cooperazione in campo energetico e ambientale, fino alle sinergie in materia di salute, innovazione e formazione: sul fronte energetico, tra l'altro, è già attivo un accordo a tre Italia-Emirati Arabi Uniti-Albania, firmato lo scorso gennaio ad Abu Dhabi, per la produzione di energia rinnovabile in Albania e la realizzazione di un'interconnessione sottomarina verso l'Italia. Tra i progetti prioritari il Corridoio europeo VIII, che punta a connettere il Mar Adriatico al Mar Nero.
Le intese tecniche punteranno invece a valorizzare la collaborazione nel campo della difesa, dell'energia e della salute. Al centro anche il rafforzamento delle capacità nell'ambito della protezione civile, il sostegno alle piccole e medie imprese, la lotta al narcotraffico e la collaborazione nel campo della progettazione e formazione museale. Sul piano commerciale, invece, Roma si conferma il principale partner di Tirana, con un interscambio di oltre 3 miliardi di euro e una quota di mercato del 20%.
Sul tavolo dell'incontro di oggi anche la questione dell'ingresso dell'Albania nella Ue, un processo sponsorizzato dal governo italiano soprattutto in vista dell'imminente apertura dell'ultimo capitolo negoziale. Per Roma, come affermato da Meloni nel vertice della Comunità politica europea lo scorso maggio a Tirana, l'allargamento della Ue ai Balcani occidentali "è un investimento strategico per la sicurezza dell'Europa". Un concetto ribadito anche in occasioni successive, dove la premier ha sollecitato l'accelerazione di questo processo per dare "segnali concreti a Nazioni che stanno facendo il massimo per essere parte della nostra famiglia". Parole che Rama non ha potuto che apprezzare. (di Antonio Atte)

Dopo il voto favorevole della Camera dei Rappresentanti sul pacchetto già approvato dal Senato, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato la legge che pone fine al più lungo shutdown mai sperimentato dagli Stati Uniti: 43 giorni. "Oggi stiamo inviando un chiaro messaggio, che non cederemo mai al ricatto", ha detto Trump alludendo ai suoi avversari democratici, prima di firmare il testo tra gli applausi dei funzionari eletti repubblicani riuniti intorno a lui nello Studio Ovale.
“Questo non è il modo di governare un Paese. Spero che siamo tutti d'accordo sul fatto che il governo non dovrebbe mai più essere chiuso”, ha detto Trump in una trasmissione in diretta. E ha promesso di approvare una legge per porre fine alla possibilità dei politici di ricorrere all'ostruzionismo e ha detto che il governo federale “riprenderà ora le normali operazioni”.
Il voto alla Camera dei Rappresentanti ha fatto registrare 222 sì - tra loro quelli di sei deputati Democratici - e 209 no, compresi quelli di due Repubblicani. Sei deputati democratici hanno fornito il loro sostegno al presidente della Camera Johnson per far approvare la misura dopo che due repubblicani, Thomas Massie (Kentucky) e Greg Steube (Florida), si erano opposti al disegno di legge. Si tratta di Jared Golden (Maine), Marie Gluesenkamp Perez (Washington), Adam Gray (California), Don Davis (North Carolina), Henry Cuellar (Texas) e Tom Suozzi (New York). Seguendo le indicazioni del leader della minoranza alla Camera Hakeem Jeffries, gli altri deputati democratici hanno votato in modo schiacciante contro il pacchetto di spesa, citando l'assenza di disposizioni relative alla scadenza dei sussidi dell'ObamaCare.
Trump ha reiterato le sue accuse nei confronti del Partito democratico, attribuendo loro l'aver inflitto "enormi danni" al Paese, con la cancellazione di 20.000 voli, la privazione degli "stipendi" a "più di un milione di dipendenti governativi" e lasciando "milioni e milioni di americani in difficoltà" privi di sussidi alimentari.
Il presidente Usa ha avvertito che l'impatto complessivo del blocco non sarà immediatamente determinabile. "L'effetto totale dei danni causati dalle loro azioni richiederà settimane e probabilmente mesi per essere calcolato accuratamente, compresi i gravi danni che hanno arrecato alla nostra economia, alle persone e alle famiglie", ha aggiunto. Il blocco, protrattosi per diverse settimane, ha compromesso servizi critici e sottoposto a stress le agenzie governative su scala nazionale.

Torna in campo l'Italia. La Nazionale azzurra affronta oggi, giovedì 13 novembre, la Moldavia - in diretta tv e streaming - allo Zimbru Stadium di Chisinau, nella penultima giornata del girone I di qualificazione ai Mondiali 2026, di scena la prossima estate in Stati Uniti, Canada e Messico. Il ct Gennaro Gattuso arriva al match dopo le vittorie contron Estonia e Israele, che hanno certificato l'accesso 'almeno' ai playoff, e con il secondo posto a 15 punti, a -3 dalla Norvegia capolista.
Moldavia-Italia, orario e probabili formazioni
La sfida tra Italia e Norvegia è in programma oggi, giovedì 13 novembre, alle ore 20.45. Ecco le probabili formazioni:
Moldavia (3-4-3): Avram; Baboglo, Mudrac, Dumbravanu; Platica, Ionita, Bodisteanu, Reabciuk; Caimacov, Nicolaescu, Postolachi. Ct. Clescenco
Italia (4-4-2): Donnarumma; Bellanova, Mancini, Gabbia, Cambiaso; Orsolini, Ricci, Tonali, Zaccagni; Retegui, Pio Esposito. Ct. Gattuso
Moldavia-Italia, dove vederla in tv
Moldavia-Italia sarà trasmessa in diretta televisiva e in esclusiva, in chiaro, sui canali Rai. Il match si potrà seguire anche in streaming su RaiPlay.

Lorenzo Musetti torna in campo alle Atp Finals di Torino. Oggi, giovedì 13 novembre, il tennista azzurro sfida lo spagnolo Carlos Alcaraz - in diretta tv e streaming - nell'ultima partita del girone Jimmy Connors, con la lotta per la qualificazione in semifinale ancora apertissima. Musetti è reduce dall'entusiasmante vittoria contro Alex De Minaur, che ha rilanciato le sue speranze di passare il turno dopo la sconfitta all'esordio con Taylor Fritz. Alcaraz invece ha battuto sia l'australiano che l'americano nelle due partite precedenti.
Musetti-Alcaraz, orario e precedenti
La sfida tra Musetti e Alcaraz è in programma oggi, giovedì 13 novembre, non prima delle 20.30. I due tennisti si sono affrontati in otto precedenti, con lo spagnolo che conduce con un netto 7-1 nel parziale. L'ultimo incontro tra i due risale alla semifinale del Roland Garros, quando Musetti è stato costretto a ritirarsi a causa di un problema fisico nel quarto set.
Musetti-Alcaraz, dove vederla in tv
Musetti-Alcaraz sarà visibile in diretta e in chiaro su Rai 2, ma anche sui canali Sky Sport. Match visibile anche in streaming su Rai Play, Sky Go, Now e Tennis Tv.

Jeffrey Epstein ha menzionato Donald Trump per nome più e più volte nella corrispondenza privata degli ultimi 15 anni. A rivelarlo sono state le mail pubblicate dai Democratici della Commissione di Vigilanza della Camera, missive tra il pedofilo suicida e i suoi collaboratori che confermerebbero come il tycoon sapesse in qualche modo del traffico sessuale con giovani donne messo in piedi dall'imprenditore suicida, condannato per abusi sessuali e traffico internazionale di minori.
In mail indirizzate alla compagna e collaboratrice di lunga data Ghislaine Maxwell - anche lei condannata per traffico sessuale dopo la morte in carcere dell'uomo - e allo scrittore Michael Wolff, Epstein afferma che Trump avrebbe trascorso molto tempo con una donna, che i Democratici della Commissione di Vigilanza descrivono come vittima di traffico sessuale. Le email includono anche un messaggio in cui Epstein afferma che Trump "sapeva delle ragazze", apparentemente in riferimento all'affermazione di Trump di aver cacciato Epstein da Mar-a-Lago per aver adescato giovani donne che lavoravano nel resort.
Le email sono state pubblicate ieri dai dem della Camera, che le hanno ottenute dopo aver citato in giudizio gli eredi di Epstein all'inizio di quest'anno, proprio poche ore prima che la commissione guidata dal Partito Repubblicano pubblicasse altre migliaia di documenti degli eredi.
Trump non ha ricevuto né inviato nessuno dei messaggi, che risalgono in gran parte a prima del suo mandato presidenziale, e non è stato accusato di alcun illecito penale in relazione a Epstein o Maxwell.
Il presidente Usa e la Casa Bianca hanno quindi bollato la questione come una "bufala", con la portavoce Karoline Leavitt che ha affermato che le email "non provano assolutamente nulla, a parte il fatto che il presidente Trump non ha fatto nulla di sbagliato".
"Trump per ore con una ragazza a casa mia"
In una mail datata 2 aprile 2011 esaminata dalla Cnn, Epstein scrisse a Maxwell: "Voglio che tu capisca che quel cane che non ha abbaiato è Trump...", parlando quindi di una ragazza - il cui nome è stato nascosto - che "ha trascorso ore a casa mia con lui...". Maxwell in quell'occasione rispose: "Ci ho pensato...".
I membri repubblicani della Commissione di Vigilanza della Camera hanno identificato la persona come Virginia Giuffre, una delle più importanti sopravvissute a Epstein morta suicida ad aprile, e hanno accusato i Democratici di aver nascosto il suo nome solo perché non aveva accusato Trump.
Nel suo libro, Giuffre ha raccontato che suo padre, che lavorava alla manutenzione a Mar-a-Lago nel 2000, le trovò un lavoro come addetta agli spogliatoi, spiegando che "Trump non avrebbe potuto essere più amichevole, dicendomi che era fantastico che fossi lì. 'Ti piacciono i bambini?', mi ha chiesto. 'Fai da babysitter?'. Mi ha spiegato che possedeva diverse case vicino al resort che prestava ad amici, molti dei quali avevano bambini che avevano bisogno di cure." Nel libro "Nobody's Girl", Giuffre non ha mai accusato Trump di illeciti.
Circa tre anni prima dell'email, nel giugno 2008, Epstein era stato condannato a 18 mesi di carcere di minima sicurezza dopo essersi dichiarato colpevole di accuse statali di induzione alla prostituzione e di induzione alla prostituzione con minore di 18 anni. Fu rilasciato dal carcere nel luglio 2009, dopo aver scontato solo 13 mesi. Anni dopo, il suo patteggiamento sarebbe stato oggetto di attenzione mediatica e di diffuse critiche per la troppa indulgenza nei suoi confronti.
"Sapeva delle ragazze, ha chiesto a Ghislane di smettere"
Il documento dei dem include anche mail tra Epstein e Wolff, tra cui una del gennaio 2019, durante il primo mandato di Trump, e circa sette mesi prima che Epstein si suicidasse in prigione.
Secondo l'email esaminata dalla Cnn, Epstein avrebbe scritto a Wolff apparentemente per rispondere all'affermazione di Trump secondo cui avrebbe chiesto a Epstein di dimettersi dal club del presidente Usa a Mar-a-Lago.
"Trump ha detto di avermi chiesto di dimettermi - le parole di Epsterin -. Non sono mai stato un membro... ovviamente sapeva delle ragazze, visto che ha chiesto a Ghislaine di smettere".
La Casa Bianca ha tuttavia affermato che Trump ha escluso Epstein dal club "perché si comportava in modo strano"mentre lo stesso Trump ha affermato che Epstein avesse "adescato" giovani donne che lavoravano alla spa del resort, spiegando al contempo perché la loro relazione fosse finita. Nel suo interrogatorio con il vice procuratore generale Blanche, Maxwell ha poi negato di aver reclutato ragazze a Mar-a-Lago.
La terza mail: "Domande su di te? Puoi rovinare Trump"
In una terza email pubblicata dal comitato di vigilanza e visionata dalla Cnn, Wolff – che ha pubblicato un libro sulla West Wing di Trump nel 2018 – ha scritto a Epstein con l'oggetto "avviso" il 15 dicembre 2015. Quel giorno si teneva un dibattito sulle primarie repubblicane della Cnn, ma nella trascrizione non si fa alcun riferimento a Epstein.
"Ho sentito che la Cnn ha intenzione di chiedere a Trump stasera del suo rapporto con te, anche in diretta", avrebbe scritto Wolff a Epstein. E il finanziere, stando all'email, avrebbe risposto: "Se fossimo in grado di fornirgli una risposta, quale pensi che dovrebbe essere?".
"Penso - la replica di Wolff - che dovresti lasciarlo suicidarsi. Se dice di non essere salito sull'aereo o di non essere andato a casa, allora questo ti dà un prezioso vantaggio in termini di pubbliche relazioni e di valore politico. Puoi rovinarlo in un modo che potenzialmente genera un vantaggio positivo per te, oppure, se sembra davvero che possa vincere, potresti salvarlo, generando un debito. Certo, è possibile che, quando gli verrà chiesto, dica che Jeffrey è un bravo ragazzo e che ha ricevuto un trattamento ingiusto ed è vittima del politicamente corretto, che dovrebbe essere messo al bando".
Wolff ha dichiarato pubblicamente di aver intervistato Epstein, mentre il Daily Beast ha riferito di aver ottenuto registrazioni in cui Epstein parlava a lungo di Trump con lo scrittore affermando che i due erano amici intimi. Secondo il Daily Beast, i trumpiani hanno definito le registrazioni "false diffamazioni".
"Fottutamente pazzo", le critiche di Epstein al presidente Usa
In seguito alla pubblicazione dei dem delle email scambiate con Wolff e Maxwell, il comitato guidato dal Partito Repubblicano ha pubblicato altre 20.000 pagine ricevute dagli eredi di Epstein, inclusi messaggi in cui il finanziere pedofilo criticava il suo ex amico dopo l'insediamento.
"Donald è fottutamente pazzo", scrisse Epstein in un'email del gennaio 2017 a un giornalista del New York Times, una settimana dopo l'insediamento di Trump. In un altro scambio di email del dicembre 2018 con l'ex Segretario al Tesoro Larry Summers, definì il presidente "al limite della follia". Nello stesso mese inviò un'email all'ex consigliere della Casa Bianca di Obama, Kathryn Ruemmler, in merito al comportamento di Trump.
"Potresti dire ai tuoi amici democratici che trattare Trump come un boss mafioso significa ignorare il fatto che ha un potere enorme e pericoloso", le parole di Epstein. "Stringere il cappio troppo lentamente rischia di creare una situazione molto brutta. Gambino non è mai stato il comandante in capo. C'era poco che Gambino potesse fare mentre le mura si chiudevano. Non è stato così con questo maniaco".
Non è chiaro perché Ruemmler ed Epstein stessero scrivendo in quel momento. Tuttavia, il Wall Street Journal ha riportato nel 2023 che un portavoce di Goldman Sachs, dove Ruemmler lavorava allora, aveva affermato di avere un rapporto professionale con Epstein in relazione al suo ruolo presso lo studio legale Latham & Watkins LLP.
Ghislane Maxwell 'scagiona' il tycoon
Prima della diffusione delle mail, Maxwell aveva sostanzialmente sollevato Trump dalle responsabilità, dichiarando al vice procuratore generale Todd Blanche in un interrogatorio rilasciato all'inizio di quest'anno di "non aver mai visto il Presidente in alcun contesto inappropriato" e di non ricordare di aver mai visto Trump a casa di Epstein. Ha invece affermato di aver visto i due uomini insieme in contesti sociali. "Il Presidente non è mai stato inappropriato con nessuno", ha detto Maxwell. "Quando ero con lui, era un gentiluomo sotto tutti gli aspetti".
La reazione della Casa Bianca e del tycoon
La portavoce della Casa Bianca ha intanto criticato i democratici della Camera per aver diffuso i messaggi, sostenendo che "hanno fatto trapelare selettivamente email ai media progressisti per creare una falsa narrazione volta a diffamare il presidente Trump".
"Queste storie non sono altro che tentativi in malafede di distrarre l'attenzione dai successi storici del presidente Trump, e qualsiasi americano dotato di buon senso vede chiaramente attraverso questa bufala e questa chiara distrazione dalla riapertura del governo", ha affermato.
A farle eco è poi stato lo stesso Trump con una serie di post su Truth Social, dove ha accusato i Democratici di "cercare di tirare di nuovo in ballo la bufala di Jeffrey Epstein perché farebbero qualsiasi cosa per distogliere l'attenzione da quanto male hanno fatto sullo Shutdown e su tanti altri argomenti", per poi lanciare un avvertimento ai Repubblicani.
"Solo un Repubblicano molto cattivo, o stupido, cadrebbe in questa trappola", ha aggiunto, mentre diversi legislatori repubblicani hanno aderito alla richiesta della Camera di imporre un voto che obblighi alla pubblicazione dei file del Dipartimento di Giustizia relativi a Epstein. "Non dovrebbero esserci deviazioni su Epstein o su qualsiasi altra cosa, e tutti i Repubblicani coinvolti dovrebbero concentrarsi solo sulla riapertura del nostro Paese e sulla riparazione dell'enorme danno causato dai Democratici!", lo sfogo del tycoon.
Il rapporto Trump-Epstein e la tempesta politica
Il legame tra Trump e Epstein è da tempo di dominio pubblico, sebbene il presidente degli Stati Uniti abbia negato qualsiasi illecito e intentato una causa per diffamazione contro l'editore del Wall Street Journal e i giornalisti che avevano scritto un articolo su una raccolta di lettere donate a Epstein per il suo 50° compleanno nel 2003, tra cui un biglietto con il nome di Trump e la sagoma di una donna nuda.
Il rapporto di Trump con Epstein è stato oggetto di analisi nel mezzo di una tempesta politica a Washington sulla questione del se - e quando - il governo federale pubblicherà i suoi documenti sul defunto finanziere, morto in prigione nel 2019. La controversia si è inasprita all'inizio di quest'anno, quando il Dipartimento di Giustizia di Trump ha dichiarato di confermare la sua precedente conclusione, secondo cui Epstein si era suicidato, e di non avere intenzione di fornire ulteriori informazioni sul caso.
Le parole del Dipartimento di Giustizia hanno così scatenato proteste al Congresso e tra alcuni membri della base MAGA di Trump, dando nuovo impulso agli sforzi per ottenere nuove informazioni. La Commissione di Vigilanza della Camera ha ottenuto con successo materiale dagli eredi, e al Congresso è in corso un altro tentativo per imporre un voto per ottenere la pubblicazione di ulteriori documenti dal governo degli Stati Uniti.

Un canale di comunicazione segreto tra il Regno Unito e il presidente russo Vladimir Putin, cercato dai britannici in un momento di forte preoccupazione per la linea di politica estera dell’allora appena eletto presidente americano Donald Trump. E' questo che il consigliere per la sicurezza nazionale Gb Jonathan Powell avrebbe tentato di fare - senza successo - lo scorso gennaio. A rivelarlo è il Financial Times, secondo cui Powell - veterano dei negoziati di pace in Irlanda del Nord - avrebbe contattato il consigliere per la politica estera del Cremlino, Yuri Ushakov, nel tentativo di far arrivare a Mosca la posizione del Regno Unito e dei principali alleati europei. La conversazione però "non andò bene" e rimase un episodio isolato.
La conferma del Cremlino
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dal Moscow Times, ha poi confermato la notizia spiegando che "c’è stato effettivamente un contatto", ma che "il dialogo non è proseguito". Secondo Peskov, durante la chiamata "l’interlocutore ha mostrato un forte desiderio di illustrare la posizione europea, ma nessuna intenzione o disponibilità ad ascoltare la nostra. Poiché uno scambio reciproco di vedute si è rivelato impossibile, il dialogo non si è sviluppato oltre".
La reazione europea
Fonti europee citate dal quotidiano britannico precisano che l’iniziativa non faceva parte di un’azione coordinata del G7, ma di un tentativo autonomo di Londra, sostenuto da alcuni partner europei. "La preoccupazione - ha affermato un funzionario - è che si stiano delegando agli americani le discussioni con i russi". Downing Street non ha commentato direttamente la telefonata, ma ha sottolineato che è "normale per il Regno Unito mantenere contatti regolari con il governo russo, anche tramite l’ambasciata a Mosca".
Le nuove accuse di Mosca all'Europa
Intanto Mosca ha lanciato ieri nuove accuse all'Europa, che ritiene si stia preparando alla guerra con la Russia. Peskov in un'intervista al giornalista russo Alexander Yunashev, ha aggiunto inoltre che, "in effetti, i sentimenti filomilitaristi sono molto forti nei paesi europei".
Peskov ha osservato che l'aumento dei bilanci militari dei paesi europei comporta un sovraccarico delle loro economie e conseguenze più gravi nel medio termine. Allo stesso tempo, la Russia ha sempre considerato il pericolo della guerra e ha adottato misure per garantire la propria sicurezza.

Si allarga lo scandalo corruzione in Ucraina. I ministri della Giustizia e dell'Energia hanno rassegnato le dimissioni, richieste dal presidente Volodymyr Zelensky sullo sfondo di un vasto sistema di tangenti nel settore energetico scoperto nel Paese.
"I ministri hanno rassegnato le dimissioni in conformità con la legge", ha dichiarato su Telegram la premier Yulia Svyrydenko. La sostituzione del ministro della Giustizia, Herman Galushchenko, e della ministra dell'Energia, Svitlana Gryntchuk, deve ora essere approvata dal Parlamento.
Il caso di corruzione riguarda principalmente Galushchenko, quando era ministro dell'Energia, e Timur Mindich, uno stretto collaboratore di Zelensky che ha lasciato l'Ucraina poco prima dello scoppio dello scandalo.
"È assolutamente inaccettabile che, in queste circostanze, continuino a esistere alcuni stratagemmi nel settore energetico", mentre l'Ucraina è segnata "da interruzioni di corrente, attacchi russi e perdite", ha denunciato il presidente in un comunicato.
Invece, la ministra dell'Energia non è stata citata ufficialmente nell'indagine, ma secondo i media ucraini è considerata una persona di fiducia del suo predecessore.
All'inizio della settimana, le autorità anticorruzione ucraine hanno annunciato di aver smantellato un vasto sistema di corruzione che riguarda un presunto sistema di tangenti per circa 100 milioni di dollari (circa 86 milioni di euro) legato in particolare alla società statale Energoatom e che sarebbe stato orchestrato da Mindich. Secondo l'indagine, Galushchenko vi avrebbe preso parte quando era ministro dell'Energia.
L'annuncio è arrivato domenica sera dopo diversi mesi di tensioni tra agenzie e governo. "Il lavoro svolto ha prodotto migliaia di ore di registrazioni audio, che costituiscono la prova delle attività di un'organizzazione criminale di alto livello operante nei settori dell'energia e della difesa", ha annunciato l'Agenzia Nazionale Anticorruzione (Nabu) in una nota.
La Nabu ha specificato che l'Operazione Midas, condotta dopo un'indagine durata 15 mesi in collaborazione con la Procura Speciale Anticorruzione (Sap), ha portato alla luce un sistema criminale che estorceva fondi ai subappaltatori della società nucleare statale. Energoatom ha detto di voler collaborare alle indagini, senza commentare le accuse di corruzione.
I media ucraini hanno riferito che l'Ufficio Nazionale Anticorruzione ha anche perquisito le abitazioni dell'ex ministro dell'Energia e attuale ministro della Giustizia e di Mindish.

Dalle basi militari ai laboratori di raffinazione della cocaina, dalle piste di atterraggio clandestine ai campi di guerriglia. Sono solo alcuni degli obiettivi che l'Ammininistrazione americana potrebbe prendere di mira nel caso di un attacco al Venezuela, minacciato dal presidente Usa Donald Trump. Lo spiegano al Washington Post ex funzionari militari e antidroga statunitensi e venezuelani e analisti della difesa regionale. Che, allo stesso tempo, mettono però in dubbio che un attacco di terra Usa possa realmente concretizzarsi. E questo perché, spiega l'ammiraglio in pensione Jim Stavridis, sebbene negli ultimi anni si sia "atrofizzato", l'esercito venezuelano conserva armi e capacità sufficienti da contrastare un'incursione di terra. Quindi, gli Usa tenteranno ''attacchi cinetici di precisione contro obiettivi legati al traffico di stupefacenti e contro le capacità militari e, se ciò non dovesse sortire l'effetto desiderato, contro la leadership", ha detto Stavridis, che dal 2006 al 2009 ha supervisionato le operazioni nella regione.
"Penso che l'obiettivo sia convincere Maduro che i suoi giorni sono contati, ma per farlo serviranno un po' di attacchi contro le infrastrutture del Venezuela", ha aggiunto, affermando che il presidente venezuelano potrebbe a questo punto ''mettersi al riparo'. Gli Usa potranno a questo punto decidere se effettuare attacchi contro la sicurezza di Maduro o condurre una missione per catturare o uccidere il leader venezuelano, ipotesi "piuttosto rischiosa, con un alto potenziale di rischio", sottolinea Stavridis.
La strategia di attacco Usa, prosegue Stavridis, potrebbe prevedere inizialmente attacchi ad aeroporti o porti marittimi identificati come potenziali hub di spedizione della droga. Tra i potenziali obiettivi anche punti di spedizione al confine tra Venezuela e Colombia, da dove provengono quantità significative di cocaina, ma anche le difese aeree venezuelane, che il Pentagono vorrebbe colpire per proteggere i propri velivoli. Un ex agente della Dea Usa in Venezuela ha suggerito a condizione di anonimato al Washington Post che le forze statunitensi potrebbero anche prendere di mira piste di atterraggio clandestine, come quelle nello stato di Apure. I trafficanti spesso nascondono la cocaina vicino ai "parcheggi" dove atterrano gli aerei provenienti dall'America Centrale e attendono di caricare la droga, sottolinea.
Altre piste di atterraggio nel mirino quelle nella regione di Catatumbo, che ha visto un aumento del traffico aereo a causa della repressione statunitense contro le navi della droga, secondo un ex capitano militare venezuelano ora in esilio che ha parlato al Washington Post a condizione di anonimato per motivi di sicurezza. Anche nello stato di Sucre si trovano grandi depositi di droga, ha affermato l'ex funzionario militare. Distruggere la fornitura di droga potrebbe neutralizzare il potere economico di funzionari militari e politici corrotti, ha proseguito l'ex militare, aggiungendo che se l'obiettivo è colpire direttamente le forze di sicurezza di Maduro, l'esercito Usa potrebbe anche prendere di mira l'agenzia di controspionaggio militare venezuelana.

La Francia ricorda da giorni con una serie di eventi commemorativi gli attentati terroristici del 13 novembre 2015 a Parigi e Saint-Denis. I morti sono 132, tra cui la nostra connazionale Valeria Solesin, e oltre 350 feriti. Oggi, nell'anniversario degli attacchi, sono previsti momenti di raccoglimento e minuti di silenzio davanti a tutti i luoghi colpiti dai commando di terroristi islamisti, alla presenza del presidente Emmanuel Macron.
Gli attacchi del 13 novembre 2015
La notte di terrore del 13 novembre 2015 inizia allo Stade de France a Saint-Denis. Sugli spalti c'è il presidente della Repubblica François Hollande, in campo i giocatori in formazione per l'amichevole tra Francia e Germania. È l'inizio di una serie di attacchi terroristici simultanei, in diversi caffè e ristoranti affollati, poi un terzo commando irrompe al Bataclan. Sul palco si stanno esibendo gli statunitensi Eagles of Death Metal che vengono interrotti da una raffica di colpi. Tre jihadisti aprono il fuoco all'impazzata contro 1500 spettatori: è una strage.
Le commemorazioni
La giornata di oggi inizierà alle 11.30 con un omaggio a Manuel Dias, la prima vittima, e ai feriti dell'attentato allo Stade de France, a Saint-Denis. Seguiranno gli omaggi in successione in ogni luogo colpito, a partire dalle terrazze dei locali dell'est della capitale: alle 12.30 davanti al Petit-Cambodge e al Carillon, alle 13 alla Bonne Bière, alle 13.30 al Comptoir Voltaire e alle 13.50 a La Belle Équipe. La sosta davanti al Bataclan, la sala in cui vennero uccise 90 persone, è prevista alle 14.30.
Alle 18 è in programma una cerimonia commemorativa al Jardin du 13 Novembre 2015, in Place Saint-Gervais a Parigi, vicino al Municipio. Sono attesi diversi interventi, tra cui quelli di Emmanuel Macron, della sindaca di Parigi Anne Hidalgo e di Philippe Duperron e Arthur Dénouveaux, presidenti rispettivamente delle associazioni 13onze15 e Life for Paris. Verranno letti ad alta voce i nomi delle vittime degli attentati.
L'evento è affidato alla direzione artistica di Thierry Reboul, ex direttore esecutivo delle cerimonie dei Giochi Olimpici e Paralimpici del 2024. "La musica rock sarà centrale. L'idea è quella di rendere omaggio alla passione per la quale alcuni sono morti (soprattutto i fan della band Eagles of Death Metal che ha suonato quella sera al Bataclan)", ha detto Reboul al quotidiano Le Monde. La cerimonia sarà trasmessa in diretta su France 2 e su un maxi schermo in Place de la République. France Télévisions sta inoltre organizzando un programma speciale per il decimo anniversario degli attentati, su France 2 e france.tv.
Tra gli eventi commemorativi, anche diverse esposizioni in tutta Parigi. La serata prevede inoltre omaggi in musica e a teatro: alle 20, l'Orchestra da Camera di Parigi eseguirà, tra le altre opere, "Il fait novembre en mon âme" di Béchara El-Khoury al Théâtre des Champs-Élysées, in memoria delle vittime.
Sempre a teatro, il pubblico potrà assistere allo spettacolo 'Les Consolantes' dell'autrice e regista Pauline Susini, opera dedicata alle "forme di consolazione e di ricostruzione intima e collettiva" dopo gli attentati. Da ieri e fino a stasera la Tour Eiffel sarà illuminata di blu, bianco e rosso - i colori della bandiera - non appena farà buio, ha annunciato la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo.

Novità per l'Assegno unico universale con la manovra 2026, con un aumento delle somme destinate alle famiglie che hanno diritto al contributo. "L'Assegno unico e universale è un contributo economico mensile che vede come beneficiarie tutte le famiglie con figli a carico: fino ai 21 anni, se in formazione o con reddito inferiore a 8.000 euro; senza limiti di età per i figli con disabilità", ricorda all'Adnkronos/Labitalia l'avvocata Lilla Laperuta, esperta di Diritto del lavoro e contratti pubblici.
Novità e cifre
"La novità ora è che con la manovra finanziaria 2026 l'Assegno unico universale subirà una serie di modifiche che comporteranno un incremento medio di circa 10 euro al mese per famiglia, con aumenti anche più consistenti per chi, grazie ai nuovi criteri, rientrerà in una fascia Isee più bassa", aggiunge.
I nuovi coefficienti
"Il primo intervento - spiega Laperuta - riguarda la scala di equivalenza Isee, che dal 2026 includerà maggiorazioni aggiuntive a vantaggio dei nuclei con più figli. I nuovi coefficienti saranno: +0,10 per due figli; +0,25 per tre figli; +0,40 per quattro figli; +0,55 per cinque o più figli. Queste maggiorazioni aumentano il 'peso' dei figli nel calcolo dell’Isee, determinando così un valore complessivo più basso. Un Isee ridotto significa accesso a importi più elevati dell’Assegno unico e ad altre prestazioni sociali agevolate".
La casa e i valori Isee
"Il secondo cambiamento - avverte - riguarda la prima casa: la soglia di esclusione dal patrimonio immobiliare sale da 52.500 a 91.500 euro, con una maggiorazione di 2.500 euro per ogni figlio a partire dal secondo. In pratica, chi possiede la casa in cui vive — soprattutto le famiglie con più figli — beneficerà di una riduzione media dell’Isee fino a 3.300 euro. Anche le maggiorazioni legate alla presenza di figli con meno di 21 anni subiranno piccoli incrementi nel 2026: 122,7 euro (120,6 nel 2025) per i non autosufficienti; 111 euro (109,1 nel 2025) per i figli con disabilità grave l’importo salirà a 111 euro (contro i precedenti 109,1). In caso di disabilità media, la maggiorazione sarà di 99,4 euro (da 97,7), mentre alle madri con meno di 21 anni spetterà invece un incremento di 23,4 euro, di poco superiore ai 23 euro dello scorso anno".
Integrazioni e bonus
"Restano poi - continua l'esperta - le integrazioni variabili in base all’Isee: per i figli successivi al secondo, la cifra oscillerà da 99,4 euro per le famiglie con Isee più basso fino a 17,5 euro per quelle appartenenti alla fascia più alta (nel 2025 erano rispettivamente 97,7 e 17,2). Infine, il bonus destinato al secondo percettore di reddito ammonterà a 35 euro per la fascia Isee minima, con un importo progressivamente decrescente per gli scaglioni superiori)".
Le fasce di reddito
"Dal 2026 - ricorda - l’Assegno unico sarà articolato in tre fasce Isee aggiornate. Fascia A: fino a 17.520 euro (rivalutata); Fascia B: tra 17.520 e 46.000 euro; Fascia C: oltre 46.000 euro. Gli importi mensili aumenteranno in base alla rivalutazione Istat: importo massimo da 201 a 204,4 euro; importo minimo da 57,5 a 58,5 euro".
"Molte famiglie - fa notare - cambieranno fascia: circa il 5% di quelle attualmente in fascia B passeranno in fascia A, mentre oltre il 10% delle famiglie in fascia C scenderanno in fascia B. In totale, una famiglia su due con Isee attivo trarrà beneficio da almeno una delle due modifiche. Secondo le stime di Inps e Upb (Ufficio parlamentare di bilancio) chi scenderà di fascia potrà ottenere fino a 15–20 euro in più al mese per figlio. Ad esempio, una famiglia con due figli e Isee di 26.200 euro riceverà 321 euro mensili (contro i 315 del 2025), beneficiando anche di un abbassamento dell’Isee di circa 2.000 euro grazie al nuovo criterio di valutazione della prima casa. Per ricevere correttamente l’importo aggiornato sarà necessario presentare la nuova Dsu entro il 30 giugno 2026. In caso contrario, da marzo l’assegno verrà erogato in misura minima e gli arretrati saranno corrisposti automaticamente una volta aggiornato l’Isee".
Assegno unico anche ai nonni?
"Un’altra buona notizia - avverte Lilla Laperuta - proviene dal fronte giurisprudenziale. Con la sentenza del 29 ottobre 2025, n. 28627 la Corte di Cassazione ha affrontato una questione di particolare rilievo sociale e giuridico: il riconoscimento del diritto all’assegno per il nucleo familiare in favore di un minore convivente con la nonna, unica figura in grado di assicurarne il sostentamento economico e materiale. Il caso trae origine dal ricorso proposto dall’Inps contro una sentenza della Corte d’Appello di Lecce, la quale aveva confermato quanto già riconosciuto in primo grado alla ricorrente: il diritto a percepire l’assegno per il nucleo familiare. La Corte territoriale aveva infatti accertato che il nipote, privo di adeguato sostegno da parte dei genitori, conviveva stabilmente con la nonna ed era a suo carico".
"La Suprema Corte - spiega - nel respingere il ricorso dell’Inps, ha precisato che il requisito della 'vivenza a carico' non coincide né con la semplice convivenza né con una totale dipendenza economica, ma implica la prova di un mantenimento continuativo e prevalentemente a carico del richiedente. Tale prova, pur dovendo essere rigorosa, può essere fornita anche attraverso presunzioni e valutata dal giudice di merito, la cui decisione non è sindacabile in Cassazione se non in presenza di gravi vizi motivazionali".
"Nel caso concreto - commenta - la Corte ha valorizzato diversi elementi: la convivenza stabile del minore con la nonna, il ruolo esclusivo di quest’ultima nel suo mantenimento, l’assenza del padre e la mancanza di redditi significativi da parte della madre. Ha inoltre evidenziato che 'il quadro fattuale è di tale univocità da rendere assolto il canone probatorio richiesto', sottolineando come la nonna, titolare di pensione, provvedesse in modo costante e continuativo al sostentamento del nipote".

“E’ stata una partita molto difficile, ho servito bene nei punti importanti. Sono molto contento, adesso vediamo come andrà”. Jannik Sinner ha commentato così, a caldo, la vittoria in due set su Alexander Zverev nel secondo match delle Atp Finals di Torino, oggi mercoledì 12 novembre. Qualificatosi per le semifinali, Sinner ha aggiunto: "C’è tanto lavoro dietro, nel nostro sport è importante la confidenza, in quest’ultimo periodo ho giocato davvero bene, stiamo cercando di andare il più lontano possibile”.
Sinner ha aggiunto: “Grazie mille a tutti, il pubblico e’ stato fantastico. Ormai io e Zverv ci conosciamo molto bene, abbiamo cambiato tutti e due la tattica oggi. Lui ha giocato una buona partita a fondocampo, fortunatamente mi è bastato un break sia nel primo che nel secondo set. Sono molto contento ovviamente anche se non ci sono stati tanti scambi, non c'è stato il livello di ieri sera di Musetti. Contro De Minaur ha fatto una partita incredibile".

Se gioca Jannik Sinner, alle Atp Finals di solito comanda l’arancione. Ma quando in campo c’è l’azzurro, alla Inalpi Arena di Torino se ne vedono di tutti i colori. Nel corso del match vinto oggi contro Zverev, il fuoriclasse azzurro è stato accompagnato dal suo pubblico. Che, come al solito, non si è risparmiato in termini di inventiva. Tra guizzi, cartelloni iconici e... animali.
Perché lo spettacolo di Torino, quando gioca Sinner, sta anche sugli spalti. Nel match contro Zverev, è spuntato per esempio “San Sinner”. La gigantografia di un santino con le fattezze di Jannik. “Ormai siamo tra il sacro e il profano” commenta divertito un tifoso quando vede l’inquadratura dell’Arena cadere su uno dei geni di serata. Le trovate si susseguono. Poco dopo, uno striscione alzato con orgoglio recita “Sinner sindaco di Torino”. Un riconoscimento notevole da parte dei tifosi, visto che l’azzurro è pure cittadino onorario di Torino per averla resa "celebre in tutto il mondo" come spiegato dall'attuale primo cittadino Stefano Lo Russo. E ancora, tra le perle: “Anche il mio cane tifa Sinner”, con tanto di foto del cucciolo con parrucca arancione d’ordinanza. È la fenomenologia del 'Sinnerismo’, ideologia capace di unire l’Italia del tennis in nome del suo idolo.
Le sorprese non si fermano qui, perché a un certo punto le telecamere della Inalpi Arena inquadrano addirittura una volpe, tra le risate dei 13mila presenti. Un tifoso audace sfida il riscaldamento dell’impianto e si traveste da 'Fox' per “consegnarsi” alla storia della serata. Un’altra notte magica, che porta Jannik in semifinale alle Atp Finals. (di Michele Antonelli, inviato a Torino)

"L'Italia sta scomparendo". Elon Musk si esprime così con un tweet perentorio sul suo social X. Il magnate commenta un post del profilo Doge Designer, che ha circa 1,7 milioni di follower. Il profilo nel nickname ricorda il Doge, il Dipartimento per l'Efficienza governativa, guidato per circa 5 mesi da Musk nell'amministrazione del presidente Donald Trump.
Doge Designer afferma che "il tasso di natalità in Italia è sceso al minimo storico di 1,13 figli per donna, con solo 370.000 bambini nati l'anno scorso, il numero più basso dal 1861", snocciolando cifre relative al 2024. "Gli esperti avvertono che questo declino sta peggiorando e non mostra segni di ripresa, creando una seria sfida per la futura popolazione italiana", si legge nel post.
Musk, padre di 14 figli, da tempo accende i riflettori sulla crisi demografica: "Uno dei rischi maggiori per la civiltà è la bassa natalità. Se le persone non fanno più figli, la civiltà è destinata a crollare", ha detto e ripetuto in passato.

Una nuova pillola contro il colesterolo cattivo. Si affaccia un nuovo farmaco (Enlicitide), da assumere una volta al giorno, per contrastare il colesterolo LDL - lipoproteine a bassa densità – che si può depositare nelle pareti delle arterie provocando il restringimento dei vasi, spesso associato allo sviluppo di malattie cardiovascolari (infarto, ictus cerebrale).
Come funziona il farmaco
Il farmaco in questione è un inibitore orale di Pcsk9 da assumere una volta al giorno e ha ridotto in maniera significativa il colesterolo cattivo negli studi registrativi di fase 3 Corlareef Lipids che hanno coinvolto pazienti adulti affetti dalla malattia cardiovascolare aterosclerotica (Ascvd) o a rischio. Gli studi hanno chiamato in causa anche pazienti con ipercolesterolemia familiare eterozigote.
Il farmaco, secondo i risultati presentati da Msd conosciuta come Merck&Co negli Stati Uniti e in Canada, ha "il potenziale per diventare il primo inibitore orale di Pcsk9 approvato e progettato per ridurre il C-Ldl, con un profilo di sicurezza paragonabile al placebo". Il farmaco "mira a colmare bisogni terapeutici ancora insoddisfatti nell'ambito dell'aterosclerosi", una delle principali cause alla base dei problemi cardiovascolari.
I risultati dello studio
Nel dettaglio - riporta Msd - lo studio Coralreef Lipids dimostra che enlicitide, in adulti affetti da o a rischio di Ascvd, già in trattamento con terapie ipolipemizzanti di base o con documentata intolleranza alle statine, ha fatto registrare una riduzione statisticamente significativa e clinicamente rilevante del C-Ldl, del 55,8% e del 59,7% in una ri-analisi post-hoc rispetto a placebo alla settimana 24. La riduzione significativa si è mantenuta fino a 1 anno. Il farmaco ottiene anche altri risultati: sono state riscontrate riduzioni statisticamente significative di colesterolo non-Hdl (non-Hdl-C), apolipoproteina B (ApoB) e lipoproteina (a) [Lp(a)] dopo 6 mesi.
Lo studio Coralreef HeFh dimostra che il trattamento con enlicitide ha determinato una riduzione statisticamente significativa e clinicamente rilevante del C-Ldl, del 59,4% rispetto al placebo alla settimana 24 in adulti con ipercolesterolemia familiare eterozigote (HeFh).
L'entità dell'effetto e il profilo di sicurezza sono risultati comparabili a quelli osservati nello studio cardine di fase 3 Coralreef Lipids. Nel trial Coralreef HeFh, le riduzioni del C-Ldl sono state osservate già dalla settimana 4 e mantenute per 1 anno. Il trattamento con enlicitide ha portato a una riduzione sostenuta nel tempo e statisticamente significativa del C-Ldl, pari a 61,5% rispetto al placebo a 1 anno.

Rocco Casalino si riprende la scena. Dismessi i panni del giornalista di partito, pardon Movimento, la voce di Giuseppe Conte - di cui è stato portavoce durante il governo gialloverde e quello giallorosso - è pronto a imbarcarsi in una nuova impresa: diventare direttore di un giornale. Quale, però? A ndrea Iervolino, l'imprenditore italo-canadese, che ha in cantiere anche un biopic su Donald Trump, dice all'Adnkronos: "Voglio lanciare un progetto editoriale complesso e articolato, che comprenderà testate online e cartacee, sia già esistenti sia di nuova creazione. Rocco Casalino sarà il direttore di uno di questi progetti, il più importante".
"Al momento - rivela ancora - non si possono dare dettagli, ma la volontà è quella di creare un gruppo che fa della stampa libera il suo cavallo di battaglia. Ho capito, nel corso della mia vita, l'importanza di dare libertà ai direttori e ai giornalisti, e quindi quello che voglio creare è una realtà in cui tutti possono dire quello che pensano". Quanto al film sull'attuale presidente degli Stati Uniti, Iervolino spiega: "Mi piace raccontare storie di uomini e donne di successo, lontano da aspetti politici. Con Trump racconteremo l'uomo e l'imprenditore, non il politico".
Dopo il mondo del cinema, per l'imprenditore - che non si deve confondere con Danilo, ex proprietario dell'Espresso e attuale presidente della Salernitana -, trentasette primavere alle spalle, 38 a dicembre, nato a Cassino, in provincia di Frosinone, si aggiungerebbe quindi un'altra tacca. Con 5,2 milioni di follower su Instagram e all'attivo 132 film da produttore, l'italo-canadese (da parte di madre) inizia a muovere i primi passi con la cinepresa a 15 anni quando produce la sua prima pellicola; due anni più tardi, è sul set del Mercante di Venezia con Al Pacino. L'attore premio Oscar è solo il primo degli artisti internazionali con cui collabora: da Johnny Depp a Nicole Kidman, da Antonio Banderas a John Travolta, da Anthony Hopkins a Sarah Jessica Parker, sono molte le star di Hollywood che finiscono sotto contratto con Ambi Media Group e Iervolino & Lady Bacardi Entertainment (Ilbe).
Ma la fortuna di Iervolino non si ferma al mondo del cinema. Con la sua nuova società Taic – The Andrea Iervolino Company, l'imprenditore dà vita a un gruppo che abbraccia diversi settori: TaTaTu, la prima piattaforma di intrattenimento basata su blockchain e sharing economy, Space 11, dedicata a format e spettacoli prodotti nello spazio in assenza di gravità, Mercato Metropolitano, incubatore di imprese artigianali nel Regno Unito, e una serie di marchi di lusso nel mondo dell’hotellerie, del design e della cosmesi. Cavaliere della Repubblica dal 2018 per meriti nel campo della cultura e dei media e dal 2025 ambasciatore del Commonwealth di Dominica in Italia, Iervolino vanta anche diversi premi internazionali, a cui spera di aggiungerne di nuovi con 'Maserati: The Brothers", l'ultimo film prodotto e uscito nel 2025, diretto dal premio Oscar Bobby Moresco e interpretato da Hopkins, Andy Garcia e Jessica Alba.
Non ci sono, però, solo luci nella carriera di Iervolino. Da aprile, infatti, l'imprenditore ciociaro risulta indagato per truffa aggravata ai danni dello Stato e fatture false per la tax credit. Un fatto che per lui è da considersi chiuso. "Da aprile al 5 novembre la magistratura mi ha detto che ho ragione e sono innocente, contro di me solo false accuse. Non si dovrebbe più parlare di questo".
In attesa che la nuova avventura di Casalino decolli, l'ex deus ex machina della comunicazione dei pentastellati di certo non si tirerà indietro per accomodarsi nei salotti dei talk show politici. Nel suo debutto, ieri, da Lilli Gruber, a Otto e mezzo, non manca di fare il suo endorsement a Conte, d'altronde si sono lasciati in più che ottimi rapporti. Per l'ex portavoce, l'ex premier "è la persona in assoluto più sottovalutata" ed è proprio per questo motivo che ha deciso di abbandonare lo staff: "La crescita di Conte e della sua comunicazione mi hanno reso meno necessario e utile. E' forte come leader, non ha bisogno di un capo comunicazione come me", talmente forte che, dice, "credo sia realistico iniziare a pensare che Giorgia Meloni si possa battere" con l'Avvocato del popolo a capo della coalizione progressista: "Secondo me è una partita aperta tra Conte e Schlein".
Nel merito, poi, di quello che sarà il suo prossimo impiego, Casalino non ha dubbi: "Col Movimento abbiamo molto sofferto di un giornalismo troppo partigiano quando siamo arrivati in Parlamento. Nel mio nuovo percorso voglio fare uno sforzo: non sarà facile staccarsi dopo 15 anni da dirigente di un partito, ma cercherò di raccontare i fatti e tenermi più possibile vicino alla verità. Questo sarà l'obiettivo".
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