
“Come Unipol siamo convinti che non si possa parlare di brand senza parlare delle persone che per quel brand lavorano. Noi, di fatto, comunichiamo alle persone ma soprattutto attraverso le persone.” È questa la visione di Unipol raccontata da Alessandra Cappello, responsabile internal communication and digital workplace del Gruppo, intervenuta al Brand Journalism Festival 2025 a Roma.
“Recentemente abbiamo pubblicato un progetto podcast “Dieci storie, dieci voci, dieci mestieri”, un format pop e innovativo lanciato su intranet, LinkedIn, Instagram e Spotify, in cui i dipendenti diventano protagonisti nel raccontare la quotidianità e il valore del proprio lavoro all’interno dell’azienda. Non sempre i mestieri che si fanno all'interno di un'assicurazione sono conosciuti o spesso vengono considerati un po' polverosi. L’obiettivo è quello di avvicinare anche le nuove generazioni, mostrando il volto autentico e umano del settore assicurativo e valorizzando i mestieri spesso poco conosciuti.”
Dopo il successo della prima stagione, Unipol è già al lavoro sulla seconda serie, consolidando un modello di comunicazione che unisce employer branding e narrazione identitaria. “Solo attraverso la voce delle persone si può essere davvero credibili, autentici e umani” – ha evidenziato Cappello – spiegando come la comunicazione interna sia diventata sempre più un ponte verso l’esterno, capace di rafforzare la reputazione e l’identità del gruppo.
Presidente, 'la risorsa idrica è un diritto fondamentale'...
Nell'assicurazione costo medio del servizio è di 24 euro... Sono solo della vittima Chiara Poggi le impronte, trovate sul sacchetto dei cereali e sulla busta blu della spazzatura, nuovamente analizzate, nell'ambito dell'incidente probatorio in corso sul caso Garlasco. In particolari sono state trovate quattro impronte (pollice e medio) della ventiseienne sul sacchetto dei cereali e altre due sulla busta della spazzatura che sono comunque attribuibili alla vittima.
Esclusa la presenza, negli acetati sottoposti a perizia, di impronte riconducibili al condannato Alberto Stasi e all'indagato Andrea Sempio. Altre due impronte sono state trovate sulla porta d'ingresso, sul lato esterno, che è stata attribuita a un carabiniere (anulare destro), intervenuto sulla scena del delitto del 13 agosto 2007, mentre sul lato esterno di quella del garage c'è l'impronta del dito medio di Marco Poggi, fratello della vittima.
L'incidente probatorio sul fronte dattiloscopico si chiude con nessun colpo di scena: sono solo di Chiara Poggi le impronte, trovate nella spazzatura della villetta di via Pascoli e sul sacchetto di cereali con cui la ventiseienne fa colazione poco prima di essere colpita a morte. L'esito conclusivo arriva in queste ore con tre diverse mail del perito Giovanni Di Censo.
Sul fronte delle tracce genetiche, l'accertamento ordinato dalla giudice per le indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli non cambia quanto già si sapeva su chi frequentava casa Poggi. Sul Fruttolo è stato trovato il Dna della vittima, mentre sull'Estathè è emersa la traccia genetica di Stasi, l'allora fidanzato condannato a 16 anni per l'omicidio del 13 agosto 2007 a Garlasco.
Sono solo della vittima Chiara Poggi le impronte, trovate sul sacchetto dei cereali e sulla busta blu della spazzatura, nuovamente analizzate, nell'ambito dell'incidente probatorio in corso sul caso Garlasco. In particolari sono state trovate quattro impronte (pollice e medio) della ventiseienne sul sacchetto dei cereali e altre due sulla busta della spazzatura che sono comunque attribuibili alla vittima. Esclusa la presenza, negli acetati sottoposti a perizia, di impronte riconducibili al condannato Alberto Stasi e all'indagato Andrea Sempio. Altre due impronte sono state trovate sulla porta d'ingresso, sul lato esterno, che è stata attribuita a un carabiniere (anulare destro), intervenuto sulla scena del delitto del 13 agosto 2007, mentre sul lato esterno di quella del garage c'è l'impronta del dito medio di Marco Poggi, fratello della vittima.
L'incidente probatorio sul fronte dattiloscopico si chiude con nessun colpo di scena: sono solo di Chiara Poggi le impronte, trovate nella spazzatura della villetta di via Pascoli e sul sacchetto di cereali con cui la ventiseienne fa colazione poco prima di essere colpita a morte. L'esito conclusivo arriva in queste ore con tre diverse mail del perito Giovanni Di Censo.
Sul fronte delle tracce genetiche, l'accertamento ordinato dalla giudice per le indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli non cambia quanto già si sapeva su chi frequentava casa Poggi. Sul Fruttolo è stato trovato il Dna della vittima, mentre sull'Estathè è emersa la traccia genetica di Stasi, l'allora fidanzato condannato a 16 anni per l'omicidio del 13 agosto 2007 a Garlasco.
"Relativamente alle notizie diffuse dalle agenzie che escludono impronte riconducibili al nostro assistito, come non ci siamo preoccupati di fronte alle indiscrezioni più varie, ugualmente non cantiamo vittoria oggi, per quanto stavolta si possa a ragione parlare di un atto processuale e non della sua ipotesi" commentano dal pool difensivo - gli avvocati Angela Taccia e Liborio Cataliotti e i consulenti Armando Palmegiani e Marina Baldi - di Andrea Sempio, dopo le notizie che riportano le conclusioni dell'incidente probatorio sulle impronte che escludono la presenza dell'indagato sulla scena del delitto.

È Gianluca Gazzoli il nuovo conduttore di Sanremo giovani, che parte stasera su Rai 2. Dalla passione per lo sport, al libro sulla rivincita degli 'underdog' fino alla malattia: chi è il conduttore radiofonico e podcaster che accompagnerà fino a metà dicembre i 24 giovani che sognano il palco del festival della canzone italiana.
La carriera tra radio, tv ed editoria
Classe 1988, Gianluca Gazzoli è nato a Vigevano e cresciuto a Cologno Monzese. Dopo gli inizi nei villaggi turistici, Gazzoli ha collezionato diverse esperienze in radio e tv, da Radio Number One a Radio2, da 'The Voice' a 'Quelli che il calcio'. Nel 2017, nella terza delle edizioni guidata da Carlo Conti, ha condotto la diretta del Festival di Sanremo su Radio2 con Andrea Delogu e Gianfranco Monti. Alle spalle anche impegni con Dmax e Sky, attualmente conduce Gazzology su Radio Deejay.
Parallelamente non ha mai rinunciato al suo percorso nel mondo del web. Il suo nome è legato in particolare a 'Passa dal BSMT', un progetto creativo, fisico ed editoriale totalmente indipendente che sviluppa insieme al suo team di collaboratori. Il podcast, nato ad aprile 2022, è diventato uno più seguiti in Italia, con oltre 240 ospiti italiani e internazionali tra i quali Jared Leto, Valentino Rossi, Ben Affleck e Matt Demon, Tiziano Ferro, Laura Pausini, Andrea Bocelli, Gianni Morandi, James Blunt, Michelle Hunziker, Carlo Verdone, Jovanotti, Amadeus, Leonardo Pieraccioni, Roberto Saviano, Federica Pellegrini, Ultimo e Paolo Bonolis.
Lo scorso ottobre è sbarcato anche in libreria con 'Anche quando nessuno ci crede - La rivincita degli underdog', che racconta dieci storie di 'underdog', termine usato nello sport per indicare chi parte sfavorito e poi trionfa contro ogni pronostico. Campioni dello sport, attori, giornalisti, imprenditori e artisti che, con i loro percorsi di vita hanno, ispirato lo stesso Gazzoli.
La vita privata
Da sempre appassionato di sport, ha praticato il basket fino a 15 anni quando, a causa di un problema al cuore, ha dovuto smettere ma ha continuato a seguirlo e amarlo. Sposato con Sara Bolla e padre di due bambine, Gazzoli ha annunciato lo scorso settembre la scomparsa della sua mamma[1], Giovanna, di 65 anni, con un commovente post su Instagram, che ha raccolto immediatamente affetto e solidarietà da parte di colleghi e fan.

Stasera su Rai1 in prima serata 'La ragazza del mare', film Disney del 2024 in cui Daisy Ridley (la Rey di 'Star Wars') interpreta Trudy Ederle, stella del nuoto statunitense. Campionessa olimpica, detentrice di 5 record mondiali, è stata la prima donna ad attraversare a nuoto il canale della Manica.
La trama del film
New York, 1914. Dopo aver avuto una visione, la giovane Trudy Ederle decide di dedicare la sua vita al nuoto. In un'epoca dominata dagli uomini e dai pregiudizi, Trudy è determinata a superare ogni limite e a compiere un'impresa leggendaria, cambiando il suo destino e ispirando le donne del futuro. D
La vera storia di Trudy Ederle
Nata a New York nel 1905, Gertrude (detta 'Trudy') Ederle era figlia d'immigrati: sia sua madre sia suo padre venivano dalla Germania. È lui a insistere affinché le figlie imparino a nuotare, perché non vuole correre il rischio che affoghino in caso si trovino in mare. E Trudy impara già da bambina, ma senza grande trasporto: solo a 15 anni inizia ad allenarsi per la prima volta e appare subito chiaro che è molto più veloce delle sue compagne della Women’s Swimming Association di New York.
Raccoglie numerose vittorie nel nuoto di velocità, tanto da far parte, nel 1924, della nazionale statunitense che partecipa ai Giochi Olimpici di Parigi. Dalla capitale francese fa ritorno con tre medaglie al collo: due di bronzo, nei 100 e nei 400 metri stile libero, e una d’oro (conquistata insieme alle tre compagne della staffetta 4x100 metri stile libero). Nonostante i numerosi successi ottenuti nelle specialità di velocità, Gertrude mostra un crescente interesse verso il nuoto di fondo, nelle acque burrascose del mare aperto.
La prima impresa è del 15 giugno 1925, quando si tuffa nelle fredde acque della baia di New York e, partendo da Manhattan, arriva a Sandy Hooks, nel New Jersey, coprendo a furia di bracciate 21 miglia (circa 34 km) in 7 ore e 11 minuti. È nuovo record assoluto, maschile e femminile.
Dopo appena due mesi tenta per la prima volta la traversata dello Stretto della Manica, che fallisce perché il suo allenatore, Jabez Wolffe, la ferma quando è ormai a buon punto, preoccupato dai violenti colpi di tosse che le fanno inghiottire una gran quantità di acqua salata. Una scelta che Ederle dichiererà sempre di non aver condiviso. Ecco perché l'anno successivo ci riprova, accompagnata da un altro tecnico, e il 6 agosto 1926 tocca la costa francese. È un’impresa eccezionale: Trudy Ederle, oltre a diventare la prima donna capace di attraversare la Manica, con il tempo fatto registrare (14 ore e 34 minuti per percorrere 35 miglia) frantuma il record stabilito nel 1923 da Enrico Tiraboschi.
Il 27 agosto 1926 torna a New York dove viene accolta da una parata e il presidente statunitense John Calvin Coolidge le apre le porte della Casa Bianca. Da allora si reinventa tante volte: lavora nel cinema, interpretando sé stessa nel film 'La scuola delle sirene' del 1927, si esibisce all’Esposizione Universale di New York nel 1939 e quando diventa completamente sorda (sin da bambina a causa del morbillo aveva problemi di udito) insegna nuoto a bambini non udenti.
È morta il 30 novembre 2003, all'età di 97 anni, a Wyckoff (nel New Jersey), ricordata come una delle massime espressioni del nuoto femminile.

Torna ‘The Voice Senior’, da venerdì 14 novembre in prima serata su Rai 1, con la conduzione di Antonella Clerici. In totale, sei puntate per celebrare la musica italiana e le storie di vita delle più belle voci over 60 del Paese.
Per questa sesta edizione, che ha raccolto oltre 2.800 candidature da tutta Italia, il people show si presenta rinnovato nei volti ma fedele alla sua formula, che convince tanto gli italiani. La grande novità riguarda il cast. Ai veterani del programma, i coach Loredana Bertè, Arisa e Clementino, si aggiungono due nuove stelle della musica italiana: Nek e Rocco Hunt, quest’ultimo in coppia proprio con Clementino, con cui condividerà l’ambita poltrona rossa.
"Amo questo programma perché non si può incasellare. È un people show dove ogni canzone racconta una storia”, ha dichiarato Antonella Clerici alla conferenza stampa a Milano. Poi, parole di grande affetto e stima per i coach: "Arisa è unica nel confrontarsi con i senior, io e lei andiamo molto d’accordo. Nek è stata una bella scoperta: bello, competente e sempre puntuale. Clementino è energia pura, non sta mai fermo o zitto. Mentre Rocco è più calmo, insieme sono una coppia fantastica. Loredana Bertè? Che dire? Lei è la nostra mamma, la storia del rock e della musica".
E proprio Loredana Bertè, assente alla conferenza stampa causa influenza, ha voluto comunque far sentire la sua voce: "Ormai mi sento davvero a casa a The Voice Senior. È un programma che amo molto ed ogni edizione è come il primo giorno di scuola dopo le vacanze: ritrovi persone con cui hai condiviso un cammino bello e autentico".
"Sono felice - continua il messaggio di Bertè - di tornare a riabbracciare Antonella Clerici, una padrona di casa straordinaria, e i coach con cui ho già condiviso tante emozioni. Quest’anno poi abbiamo le new entry: Nek e Rocco Hunt, due artisti veri, sensibili, educati é un piacere lavorare anche con loro. Amo The Voice Senior perché la musica qui non è solo spettacolo, è vita. Al centro ci sono storie, percorsi e il coraggio di rimettersi in gioco dopo i 60 anni, quando nessuno se lo aspetta più. Questo programma ricorda a tutti che non abbiamo una data di scadenza, e che la vita può sorprendere sempre, se si ha la voglia e la forza di osare", ha concluso.
Resta invariata, invece, la formula che ha decretato il successo del programma e che, anno dopo anno, ha regalato al pubblico indimenticabili storie di vita e musica. Si inizia con le avvincenti ‘Blind Auditions’, le tradizionali ‘audizioni al buio’ dove i giudici, di spalle, ascoltano i concorrenti senza poterli vedere. Sarà solo la loro voce a doverli conquistare: in quel caso, il coach potrà voltarsi per aggiudicarsi il concorrente in squadra. Se più coach si volteranno, invece, sarà il concorrente a decidere in quale squadra gareggiare. Anche quest’anno, nella fase delle ‘Blind’, i coach potranno contare su due preziose armi: il tasto ‘Blocco’, che impedisce a un altro coach di scegliere un concorrente, e il tasto ‘Seconda Chance’, che permette a ciascun coach di far esibire nuovamente, in una delle puntate successive, un artista che non è riuscito a convincere nessuno al primo tentativo.
Al termine della quarta ed ultima puntata di ‘Blind’, i quattro coach dovranno selezionare i 24 concorrenti prescelti – 6 per team – che passeranno al ‘Knock Out’, la semifinale, in cui i talenti di ciascuna squadra si sfideranno con un brano assegnato dai rispettivi coach. Saranno sempre i coach a decidere, in questa puntata, chi far andare avanti nella gara e solo 3 concorrenti per team accederanno alla spettacolare ‘Finale’ dove sarà il pubblico da casa, tramite il televoto, a decretare chi vincerà la sesta edizione di The Voice Senior.
Non mancheranno, come di consueto, le esibizioni delle ‘guest star’ di puntata e gli ormai irrinunciabili duetti dei coach con i concorrenti impreziositi quest’anno dall’arrivo di Nek e Rocco Hunt. Ancora una volta il palco di The Voice Senior si prepara a trasformarsi in una grande festa della musica, dove ogni storia è fonte di ispirazione ed ogni esibizione è la testimonianza che nella vita non è mai tardi per seguire le proprie passioni.
Appello a governo e parlamentari sardi, 'stralciare modifica'...
Riunito il Comitato di sorveglianza con l'assessora del Lavoro...
L'incidente stradale a Selargius, c'è anche un ferito...
Militari dell'Arma recuperano 40mila euro tra gioielli e denaro... 
E' morto Sugar Ray Richardson. L'ex giocatore aveva 70 anni. Richardson ha lasciato il segno anche nel basket italiano indossando la maglia della Virtus Bologna alla fine degli anni '80 e vincendo una Coppa delle Coppe e 2 Coppe Italia. Richardson, riferisce Espn, era malato di tumore alla prostata.
La guardia fu squalificato dalla Nba nel 1986 dopo la terza violazione legata ad assunzione di sostanze vietate, compresa la cocaina. Richardson ammise problemi di dipendenza che fecero calare il sipario sulla carriera in America. In 8 stagioni Nba - con New York Knicks, Golden State Warriors e New Jersey Nets - fu per 3 volte il miglior giocatore per palle rubate.

"Qualsiasi sia il socio, siamo aperti alla collaborazione e ai suggerimenti, serve un dialogo positivo". Ad affermarlo il nuovo amministratore delegato della Juventus, Damien Comolli interpellato, nel giorno della sua nomina a ceo del club bianconero, sui rapporti nel nuovo consiglio di amministrazione all’indomani della nomina, nell’assemblea di venerdì del consigliere Francesco Garino, in rappresentanza del socio di minoranza, Tether.
“Sono molto contento di poter collaborare con loro e ascolterò ogni loro proposta e suggerimento. Dobbiamo ascoltare qualsiasi opinione dei soci di minoranza, ho messo da parte le cose negative e ho avuto un approccio positivo”, ha aggiunto.

L’emozione attraversa gli occhi di Simone Tartarini. Lo storico coach di Lorenzo Musetti ha accompagnato l’azzurro per tutta la carriera, dai primi allenamenti a 8 anni alle Atp Finals di Torino. Un viaggio lungo un sogno, con nuovi obiettivi all’orizzonte: “Siamo strafelici di essere qui – racconta il tecnico all’Adnkronos, dal cuore della Inalpi Arena, tra una foto e l'altra con i tifosi - era un obiettivo per Lorenzo e ce l’abbiamo fatta. È stato un percorso incredibile. In mezzo c’è stata una medaglia olimpica a Parigi, una Coppa Davis, anche partite meno belle. Adesso ci siamo ed è bellissimo, ma non è un punto d’arrivo. C’è tanto lavoro da fare e lui ha consapevolezza di essere un giocatore forte”.
Musetti, oggi la sfida contro De Minaur
Il tecnico analizza in primis il momento dell’azzurro, che dopo il ko di ieri contro Taylor Fritz tornerà in campo oggi, martedì 11 novembre, contro Alex De Minaur. A caccia dell’impresa, per non perdere di vista le possibilità di conquistare le semifinali: "Lorenzo era sereno dopo la sconfitta contro Taylor. Sapeva di essere un po' stanco dopo Atene, speravamo di riuscire a sopperire con tutto l’entusiasmo che si respira in città ma ha trovato un Fritz in grande forma. Mi ha impressionato, è stato solidissimo a livello di servizio e di risposta e ha dato poche chance a Lorenzo. Ha giocato meglio”. Anche se l’azzurro ha avuto comunque possibilità di break, non sfruttate. I consigli di coach Tartartini in vista di stasera? “Di essere sereno e allo stesso tempo aggressivo, di giocare al massimo e di avere pazienza. Non deve farsi prendere dalla frenesia di dover vincere per forza”. La chiave starà lì.
Tartarini e l'aneddoto su Musetti, Sinner e Alcaraz
Tartarini chiude la chiacchierata con una curiosità: “In questi giorni, Torino è una grande festa. Certe volte non riusciamo a goderci in pieno il viaggio fatto perché siamo sempre di corsa e concentrati, però ogni tanto ci fermiamo e guardiamo indietro. Siamo qui, con i migliori al mondo, ragazzi cresciuti insieme a noi. A cominciare da Jannik, che ricordo da ragazzino nei primi tornei contro Lorenzo. Giocarono contro per la prima volta alla Coppa Lambertenghi, da Under 12. E conosciamo Alcaraz e il suo staff da quando Carlos aveva 14 anni. Ogni volta che ci vediamo in giro per il circuito ricordiamo i vecchi tempi tra i sorrisi. Prima giocavamo con leggerezza - sorride il coach - e c'era giusto un po’ di pressione in meno”. Oneri e onori della crescita di una generazione d’oro, diventata grande un passo per volta e arrivata nel gotha del tennis mondiale. (di Michele Antonelli, inviato a Torino)

“L’istituto non è soltanto l'ente che garantisce la coesione sociale, ma vuole aprirsi alla collettività con uno sguardo ai giovani e soprattutto a quelle che sono le tensioni, le aspirazioni dei ragazzi, gli aspetti culturali, sportivi e sociali. Oggi vogliamo celebrare questo anniversario, ma non è soltanto l'apertura di palazzo Wedekind, che è a servizio della comunità nazionale, lo è stato e lo sarà sempre di più, ma anche un'occasione per incentrare l'attenzione agli aspetti culturali a cui l'Inps sta guardando con grande attenzione. L’evento odierno ha un valore simbolico per noi, significa anche un'apertura di questo palazzo e di tutte le realtà dell'Inps che possiede in Italia, una grande opportunità per l’istituto nazionale della previdenza sociale, ma soprattutto a servizio degli italiani”. Così Antonio Di Matteo, consigliere d’amministrazione dell’Inps, all’incontro organizzato a Roma, ‘Palazzo Wedekind: 100 anni di futuro. Un’eredità che guarda avanti’, che celebra l’anniversario dell’acquisizione del Palazzo da parte di Inps.

Stupro delle cuginette al Parco Verde di Caivano: la Corte d'Appello di Napoli condanna i due maggiorenni del branco. I giudici hanno confermato la condanna a 13 anni e 4 mesi per Pasquale Mosca, mentre è arrivato lo sconto di pena ad 8 anni e 8 mesi per Giuseppe Varriale. La sentenza di secondo grado è stata emessa nel pomeriggio. Parti civili costituite la madre della bimba più piccola, difesa dall'avvocato Clara Niola, il papà con l'avvocato Giovanna Limpido, mentre i tutori delle piccole vittime sono stati rappresentati dall'avvocato Manuela Palombi.

"Dobbiamo senza dubbio potenziare la medicina del territorio e la medicina specialistica ambulatoriale. Solo così possiamo migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie, mettendo al centro non il paziente, ma la persona. Abbiamo stanziato già 250 milioni di euro annui per la medicina del territorio, non bastano, dunque faremo altri investimenti ma il percorso giusto per migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie per dare risposta alla persona è quello di potenziare la medicina del territorio". Così Francesco Ciancitto, deputato di Fdi e membro della Commissione Affari sociali e sanità della Camera, intervenendo al 57° Congresso specialisti ambulatoriali Sumai-Assoprof, 'Dove finisce la teoria e inizia la cura', a Roma.

"Alcune forze politiche presenteranno degli emendamenti alla legge di Bilancio ora in discussione, al fine di rafforzare i medici specialisti ambulatoriali. C'è poi la trattativa del Sumai per i contratti - dovremmo aumentare sia le risorse che il numero di ore lavorate - e ci vogliono risorse per la medicina territoriale". Lo ha detto Annamaria Parente (Italia Viva), già presidente Commissione Sanità del Senato, intervenendo al 57esimo Congresso nazionale del sindacato specialisti ambulatoriali Sumai - Assoprof, 'Dove finisce la teoria e inizia la cura', a Roma fino al 13 novembre.

"In questa legge di bilancio c'è molto poco per gli specialisti ambulatori e, in particolare, per il territorio. Noi come opposizioni abbiamo inserito un pacchetto di emendamenti che punta soprattutto a questo, a chiedere più assunzione di personale superando anche il vincolo legato ai parametri del 2004, a valorizzare i professionisti della sanità svincolando gli aumenti contrattuali al rinnovo dei contratti e a pensare a nuovi modelli di organizzazione territoriale di cui abbiamo parlato oggi". Così all'Adnkronos Salute la vicepresidente del Senato Mariolina Castellone (M5S), intervendo alla tavola rotonda 'Dove finisce la teoria ed inizia la cura, partiti a confronto', all'interno del 57esimo Congresso nazionale del sindacato degli specialisti ambulatoriali Sumai-Assoprof, in corso a Roma.

E' ambientato a Ferrara il terzo episodio del vodcast 'Mille storie' che racconta la sclerosi multipla attraverso le voci di chi la vive ogni giorno. In questa puntata, dal titolo 'Sclerosi multipla: il mio impegno', Federica Balzani, rappresentante Aism, ed Eleonora Baldi, dottoressa dell'ambulatorio Malattie infiammatorie Snc, Uo Neurologia provinciale, Aou Sant'Anna Ferrara, si confrontano sull'importanza per le persone con sclerosi multipla di vivere pienamente, affrontando le sfide quotidiane con coraggio e resilienza, con un focus particolare su giovani e associazionismo. Il format, realizzato da Merck Italia con i patrocini dell'Associazione italiana sclerosi multipla (Aism) e della Società italiana di neurologia (Sin) - informa la farmaceutica in una nota - si compone di 5 brevi video interviste documentaristiche, della durata di 15 minuti, realizzate in 5 città italiane. Protagonista di ogni puntata è il dialogo tra un paziente e un neurologo. Mentre il paziente condivide la sua storia, le sue paure, i suoi obiettivi, il neurologo offre spunti di riflessione basati sulla propria sensibilità ed esperienza clinica. Un viaggio nella quotidianità delle persone con sclerosi multipla, un dialogo aperto su temi che coinvolgono la vita di tutti: genitorialità, relazioni, carriera, studio, sport.
"La sclerosi multipla è una sfida complessa che non riguarda solo la salute, ma tocca i progetti di vita, le aspirazioni e i sogni di chi ne è colpito, soprattutto quando si è giovani - afferma Baldi - In questo percorso, l'associazionismo diventa una forza straordinaria: essere parte di Aism significa entrare in una comunità che condivide valori, esperienze e obiettivi, dove ogni contributo conta e ogni voce può fare la differenza. Non si tratta solo di ricevere supporto, ma di costruire insieme un futuro più giusto e inclusivo, dove la ricerca avanza e i diritti dei pazienti vengono tutelati. I giovani, con la loro energia e visione, sono il motore del cambiamento: il loro impegno può davvero cambiare la storia della sclerosi multipla, trasformando la condizione da limite a opportunità di partecipazione e protagonismo. In Aism non si è spettatori, ma attori di una rivoluzione culturale e sociale che mette al centro la persona e la sua libertà di scegliere la vita che desidera".
'Mille storie' è un progetto che parla di libertà e resilienza. La serie mostra come la sclerosi multipla non debba necessariamente rappresentare un ostacolo: con i giusti strumenti, informazioni e supporto, è possibile continuare a sognare, a costruire, a vivere pienamente. "Per un'azienda come la nostra, avere cura dei pazienti e delle persone a loro vicine vuol dire rispondere a tutti i loro bisogni: non solo quelli terapeutici, ma anche quelli di educazione sulla salute", dichiara Ramon Palou de Comasema, presidente e amministratore delegato Healthcare di Merck Italia. La serie vodcast è disponibile sul canale YouTube di Merck Italia dal 28 ottobre e per tutto il mese di novembre con cadenza settimanale, accompagnata da una campagna social sulle pagine Instagram e LinkedIn dell'azienda. "Il progetto 'Mille storie' racconta ciò che Aism promuove da sempre: la possibilità di andare oltre la sclerosi multipla, integrandola in un percorso di vita pieno e significativo - conclude Mario Alberto Battaglia, direttore generale Aism e presidente Fism, Federazione italiana sclerosi multipla - Questo è possibile quando si mette al centro la persona, riconoscendone il ruolo attivo nel percorso di cura e nella ricerca".
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