(Adnkronos) - "Il 'Manifesto delle persone sordocieche' è un documento che raccoglie le richieste che abbiamo rivolto alle Istituzioni al fine di rendere questo Paese più a misura di sordocieco". Lo ha detto Francesco Mercurio, presidente del Comitato delle persone sordocieche della Lega del Filo d’Oro, in occasione della Giornata internazionale della sordocecità.
"Le persone sordocieche hanno una compromissione totale o parziale della vista e dell'udito insieme - sottolinea Mercurio - Pertanto, chiediamo di essere riconosciuti pienamente nella nostra disabilità, in quanto c'è una legge in Italia che è stata varata nel 2010", , la Legge 24 giugno 2010, n. 107, 'Misure per il riconoscimento dei diritti alle persone sordocieche', "ma che presenta anche difficoltà applicative - spiega - Chiediamo in primo luogo che questa legge sia migliorata, estendendo l'applicazione a tutte le persone sordocieche, a prescindere dall'età di insorgenza della disabilità. Inoltre, chiediamo che le Istituzioni permettano dei servizi di interpretariato alle persone sordocieche che utilizzano la lingua dei segni e la lingua dei segni italiana tattile. Da ultimo, chiediamo di poter accedere agli ausili informatici in maniera più semplice, di avere gli stessi diritti nella comunicazione, nell'accesso all'informazione e nella mobilità", conclude.
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(Adnkronos) - Lo spopolamento ''è un grande nemico, però non è un nemico invincibile. Lo dimostra il rapporto che l'Uncem e l'Unione delle unioni montane ha diramato proprio oggi, evidenziando che innanzitutto nell'arco alpino la possibilità di vivere in montagna non è considerata come una penalizzazione così forte''. Lo afferma all’Adnkronos Guido Castelli (Fdi), commissario straordinario per la ricostruzione del sisma del 2016, in occasione dell’incontro ‘Demografia, un patto fra generazioni’, un evento che rientra nel progetto editoriale dell’Adnkronos, ‘Demografica’.
''Ci sono dati che vanno in controtendenza e la stessa cosa si può dire proprio del cratere sismico dove a partire dal 2024 con l'avanzare della nostra strategia Next Appennino, che si abbina all'intervento sulle case, cominciano a esserci dati che dimostrano che l'inversione non è confinata nella sola mia personalissima immaginazione'', sottolinea Castelli. ''La nostra strategia si fonda non sull'assistenzialismo ma sul tentativo di propiziare nel cosiddetto cratere innanzitutto le condizioni per cui l'impresa possa fare innovazione in maniera sistemica''.
''Abbiamo dato voucher e sostanzialmente sostenuto 1.400 progetti di impresa con 600 milioni di euro proprio finalizzati a creare un appennino 5.0. Poi bisogna superare l'isolamento geografico come è ovvio e abbiamo sviluppato un progetto, Revita si chiama, proprio per questo motivo. Cuba 2 miliardi e 400 milioni, 1 miliardo e 300 milioni sono stati già messi a terra. Insomma questa è una strategia che vuole essere articolata, non ispirata solo all'immaginazione ma avere la concretezza di chi come il sottoscritto avendo fatto da tanti anni il sindaco sa che la prima cosa è stare con i piedi per terra ma a tenere lo sguardo verso l'alto'', conclude Castelli.
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(Adnkronos) - “La previdenza complementare è una delle azioni cruciali di politica economica per il nostro Paese che vede, dal punto di vista demografico, un trend di invecchiamento costante. Abbiamo più di 16 milioni di pensionati, il rapporto tra lavoratori dipendenti e pensionati raggiungerà la parità nel 2050, il tasso di sostituzione, in assenza di previdenza complementare, sarà intorno al 65-66%.Per questo motivo la previdenza complementare risulta essere elemento essenziale per colmare il gap di benefici determinato dal metodo contributivo”. Così Antonio De Poli, responsabile Collettive e Fondi Pensioni di Generali Italia, , in occasione del convegno 'Demografia, un patto fra generazioni', oggi al Palazzo dell'Informazione, sede dell'Adnkronos.
"La situazione attuale è una situazione che gli esperti definiscono di 'demografia invertita' - continua - c'è un allungamento dell'aspettativa di vita e contemporaneamente sorgono nuovi bisogni. La popolazione italiana vede già circa 4 milioni di non autosufficienti, il 17% della popolazione si dichiara caregiver e nel 2045 una persona su tre avrà più di 65 anni".
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(Adnkronos) - Sinicola, 25/06/2025 - Per anni si è pensato che il futuro del turismo fosse tutto digitale: voli low cost, comparatori di hotel, recensioni online e prenotazioni con pochi clic. Eppure, oggi i numeri raccontano una realtà diversa. Negli ultimi anni sono stati quasi 12 milioni gli italiani che hanno scelto di affidarsi a un’agenzia di viaggio o a un tour operator per organizzare le proprie vacanze. Un segnale forte, che conferma il ritorno alla consulenza di professionisti capaci di guidare il cliente tra scelte personalizzate, imprevisti evitati e soluzioni studiate su misura. Il trend è in crescita e riguarda un pubblico sempre più eterogeneo: giovani coppie, famiglie con bambini, viaggiatori senior, gruppi di amici. A motivare la scelta è spesso la voglia di vivere il viaggio con tranquillità, evitando stress, contrattempi e scelte sbagliate dettate dalla fretta o da una conoscenza superficiale della destinazione. “Il fai da te ha i suoi rischi – spiega Joele Matteo Martinelli, responsabile della Cosmo Viaggi di Siniscola – e non permette sempre di viaggiare in serenità. Chi entra in agenzia, invece, trova una figura esperta che ascolta le esigenze, propone alternative e accompagna il cliente in tutte le fasi, dalla progettazione alla partenza. Il viaggio, per molti, è un sogno: e i sogni vanno curati”. Il valore della consulenza non è solo nella scelta dell’hotel o del volo. È nella capacità di interpretare bisogni non sempre esplicitati. Un esempio? “Una coppia cerca relax e pensa a una crociera. Ma se parte in alta stagione, rischia di trovarsi circondata da famiglie con bambini. Noi possiamo prevederlo e proporre una soluzione diversa: un resort, una crociera più esclusiva, o un’altra meta più adatta”, racconta Martinelli. Il ritorno all’agenzia si lega anche a un altro trend in forte crescita: quello dell’integrazione tra servizi turistici e mobilità privata. Martinelli, oltre a dirigere un’agenzia, è anche responsabile di un servizio NCC attivo su Milano, specializzato nei trasferimenti aeroportuali da e per Orio al Serio, Malpensa e Linate. Durante l’estate i flussi si dirigono verso le zone dei laghi; in inverno, verso le località sciistiche. “Il nostro lavoro – spiega – è accompagnare il cliente anche oltre la prenotazione: vogliamo che ogni fase del viaggio sia comoda, sicura e ben organizzata.” Un modello che si è esteso anche a Olbia, dove Cosmo ha attivato tre licenze NCC con una flotta di van moderni. I servizi coprono trasferimenti da e per l’aeroporto ma anche spostamenti per eventi importanti come matrimoni, cerimonie o giornate speciali. “Curiamo ogni dettaglio, anche quando il viaggio è locale. Perché la qualità non dipende solo dai chilometri percorsi.” L’offerta turistica globale è letteralmente sterminata: l’agenzia diventa filtro e interprete delle nuove tendenze. “Fino a qualche anno fa – racconta Martinelli – tutti volevano andare in America. Oggi vediamo un cambio di rotta verso l’Asia: Thailandia, Vietnam, Giappone, Corea. Sono mete che attraggono soprattutto i giovani, ma anche viaggiatori adulti che vogliono conoscere culture nuove. L’Oriente esercita un fascino crescente perché è ancora in gran parte da scoprire.” L’aspetto economico, spesso frainteso, è un altro punto da chiarire. “Molti pensano che in agenzia si spenda di più. In realtà, grazie ai contratti con i tour operator, possiamo garantire pacchetti più vantaggiosi, camere migliori, condizioni favorevoli. E anche se si paga qualcosa in più, si risparmia in tempo, in stress e in soluzioni improvvisate. Un viaggio ben organizzato vale ogni centesimo.” La figura dell’agente di viaggio torna dunque centrale, non solo per le mete esotiche ma anche per il turismo nazionale, i weekend fuori porta, le vacanze attive o culturali. E quando a questo si aggiunge un servizio NCC affidabile, puntuale e flessibile, il valore percepito dal cliente cresce ulteriormente.
Contatti: Cosmo ViaggiCONTATTI PER LA STAMPA https://www.cosmoagenzia.it/ Pagine Sì! SpA https://www.paginesispa.it/ tel. 0744.431.927
(Adnkronos) - Il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha raccomandato darolutamide, inibitore orale del recettore degli androgeni (Ari), più terapia di deprivazione androgenica (Adt) per l’autorizzazione alla commercializzazione nell’Unione europea (Eu), per il trattamento dei pazienti con tumore della prostata ormonosensibile metastatico (mHspc). La raccomandazione del Chmp - informa una nota - si basa sui risultati positivi dello studio registrativo di Fase III Aranote che mostra come darolutamide più Ast abbia ridotto significativamente il rischio di progressione radiologica o di morte del 46% rispetto a placebo più Adt (HR 0,54; 95% CI 0,41–0,71; P
"Nel 2024, in Italia, sono state stimate circa 40.200 nuove diagnosi di tumore della prostata, il più frequente negli uomini nel nostro Paese - afferma Orazio Caffo, direttore dell’Oncologia, ospedale Santa Chiara di Trento - L’impatto del carcinoma della prostata metastatico sulla quotidianità dei pazienti che sviluppano sintomi correlati alla malattia può essere importante. Lo studio Aranote ha dimostrato che darolutamide, inibitore orale del recettore degli androgeni di nuova generazione, associato alla sola terapia di deprivazione androgenica riduce significativamente il rischio di progressione radiologica o di morte. Questo inibitore dei recettori degli androgeni ha dimostrato, inoltre, importanti benefici anche in termini di qualità di vita. Si ampliano, pertanto, gli strumenti terapeutici a disposizione dei clinici per il trattamento di una forma di carcinoma prostatico particolarmente insidiosa, consentendo di personalizzare ulteriormente le cure e aumentare così le opportunità per il singolo paziente".
"Il parere positivo del Chmp - commenta Christine Roth, vicepresidente esecutivo, Global Product Strategy and Commercialization e Membro del Pharmaceuticals Leadership Team di Bayer - rafforza la potenzialità di darolutamide di diventare una terapia di riferimento nei vari stadi del carcinoma della prostata e sottolinea il nostro impegno a promuovere soluzioni innovative per i pazienti colpiti da questa malattia. L’approvazione regolatoria europea significherà che darolutamide più Ast potrà essere utilizzato con o senza chemioterapia, ampliando le opzioni terapeutiche che consentiranno ai medici di soddisfare meglio le esigenze individuali dei pazienti affetti da tumore della prostata ormonosensibile metastatico".
La decisione finale sull’autorizzazione alla commercializzazione da parte della Commissione europea è prevista nei prossimi mesi. La Food and Drug Administration (Fda) statunitense a giugno 2025 ha approvato darolutamide in combinazione con Adt per il mHspc, il primo inibitore del recettore degli androgeni (Ari) approvato negli Stati Uniti per il trattamento di questo tipo di pazienti, in combinazione con Adt, con o senza chemioterapia. Darolutamide è approvato in più di 85 Paesi per l’utilizzo con Adt e docetaxel nel mHspc, e con la sola Adt per il carcinoma della prostata resistente alla castrazione non metastatico (nmCrpc) nei pazienti ad alto rischio di sviluppare la malattia metastatica.
Il carcinoma della prostata è il secondo più comune e la quinta causa di morte per cancro negli uomini a livello globale. Si stima che, nel 2022, nel mondo, 1,5 milioni di uomini abbiano ricevuto una diagnosi di tumore della prostata e circa 397mila siano deceduti a causa di questa patologia. In Europa nel 2022 sono stati stimati circa 474mila nuovi casi di carcinoma della prostata con circa 115mila decessi. Si prevede che le diagnosi di tumore della prostata aumenteranno a 2,9 milioni nel 2040. Darolutamide - conclude la nota - è sviluppato congiuntamente da Bayer e Orion Corporation, un’azienda farmaceutica finlandese che opera a livello globale.
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(Adnkronos) - "E' stato un annientamento". Donald Trump, a margine del vertice Nato a L'Aja, ribadisce che l'attacco portato dagli Stati Uniti ai siti nucleari iraniani ha prodotto una 'obliteration'. "Forse è una parola un po' forte ma è quello che è successo, un annientamento", dice il presidente americano.
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(Adnkronos) - Deborah Cornwall: chi era costei? Soltanto un nome, ma con molte assonanze e carico di ironia, anche della sorte. Fu inventato dalla principessa Diana per spiazzare i suoi inseguitori, paparazzi & co., quando andava a fare le prove per il suo iconico abito nuziale, con il quale il 29 luglio del 1981 percorse, sotto gli occhi del mondo, la navata della Cattedrale di Saint Paul di Londra per raggiungere il futuro re Carlo all'altare.
Lo pseudonimo, recentemente rivelato dalla stilista Elizabeth Emanuel nel documentario 'Secrets of Diana's Wedding Dress', che andrà in onda sabato prossimo sul britannico Channel 5, fu utilizzato per proteggere l'identità di Diana durante la realizzazione del suo vestito da sposa. Ma quattro decenni dopo, il nome in codice è riemerso con un nuovo significato, legato non solo al titolo reale che Diana assunse per poco tempo, ma anche e soprattutto alla regina Camilla.
Secondo la Emanuel, lo pseudonimo fu scelto per motivi pratici, consentendo a Diana di presenziare alle prove e di fare chiamate con discrezione in vista delle sue nozze con il principe Carlo. Il cognome Cornwall era un omaggio al ducato detenuto dal futuro re e al titolo di cortesia che Diana avrebbe assunto al momento del matrimonio: duchessa di Cornovaglia. All'epoca, Diana era più nota come principessa di Galles, mentre oggi il titolo di duchessa di Cornovaglia è strettamente associato a Camilla (ora regina Camilla), la cui relazione con Carlo sarebbe diventata una delle narrazioni reali più controverse dell'era moderna. Per uno scherzo del destino, lo pseudonimo che Diana usava per proteggersi dalla stampa ha riecheggiato per molto tempo nel titolo adottato dalla donna spesso ritenuta responsabile della rottura del suo matrimonio.
Oltre al nome inventato da Diana, il documentario racconta gli sforzi che il team di Elizabeth e David Emanuel dovette sostenere per mantenere la segretezza sull'abito che stavano realizzando, con i giornalisti che all'epoca tentavano di corrompere il personale e che rovistavano nei cestini, spingendo i designer a buttare via campioni di tessuto pur di non fornire indizi e ad assumere due guardie di sicurezza a tempo pieno, Bert e Jim, per sorvegliare il loro studio nella zona ovest di Londra. La casa di moda arrivò perfino a creare un secondo abito da sposa di riserva. "Ho pensato: cosa succederebbe se qualcuno dovesse rubare l'abito o se scoppiasse un incendio?", ha ricordato la Emanuel a People Magazine, aggiungendo che Diana era desiderosa di ringraziare personalmente le sarte e che una volta visitò l'atelier camuffata. "Stavano quasi piangendo", racconta la Emanuel. "Era così affettuosa, così vera".
L'abito finale, con uno strascico record di 7,6 metri, pizzo cucito a mano e voluminose maniche a sbuffo, consolidò lo status di Diana come icona di stile globale. Eppure, dietro la silhouette spettacolare si celava un team affiatato che lavorava in una soffitta angusta sotto forte pressione. Si dice che la vita di Diana si sia assottigliata fino a 58 centimetri durante le prove, costringendo il team a rifare parti del corpetto. "Non potevamo realizzare un abito sobrio", ha detto David Emanuel. "Doveva essere significativo". Per Elizabeth Emanuel, che ora disegna per star come Madonna, Dua Lipa e Rita Ora, quell'esperienza continua a plasmare la sua eredità. "Da allora ha davvero dominato la mia vita", dice nel documentario.
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(Adnkronos) - Al Policlinico di Milano è stato eseguito con successo il primo intervento in Italia di termoablazione con microonde guidato da risonanza magnetica, per il trattamento di un cancro del fegato. Si tratta di un importante passo avanti nella chirurgia loco-regionale dei tumori, che apre a scenari completamente nuovi per la radiologia interventistica, con la trasformazione di una tecnologia normalmente dedicata alla diagnostica in uno strumento operativo ad alta precisione.
"L’intervento che abbiamo eseguito su un paziente con tumore del fegato è una rivoluzione nel trattamento delle neoplasie – spiega Gianpaolo Carrafiello, direttore di Radiologia del Policlinico di Milano e professore Ordinario dell’Università degli Studi di Milano – La termoablazione con microonde è una procedura mini-invasiva che permette, attraverso l’inserimento di un ago apposito, di distruggere con estrema precisione una lesione tumorale, sfruttando il calore generato da microonde. Tradizionalmente, questo tipo di trattamento viene eseguito sotto guida ecografica o tomografica (Tc) - chiarisce l’esperto - Tuttavia, queste modalità di imaging permettono di intervenire solo su tumori visibili con tali tecnologie, escludendo quindi molte altre lesioni non rilevabili. La grande innovazione consiste nell'utilizzo della risonanza magnetica (Rm) come sistema di guida per l'intervento: questa tecnologia consente di individuare pressoché tutti i tumori, garantendo un’accuratezza diagnostica superiore. Inoltre, rispetto alla Tc, la Rm non espone il paziente a radiazioni ionizzanti, rappresentando quindi un’opzione ancora più sicura. Un altro vantaggio - evidenzia Carrafiello - è costituito dalla qualità dell’immagine: la Rm ad alto campo è uno strumento che offre un livello di dettaglio straordinario, in grado di guidare l’inserimento dell’ago con precisione millimetrica. Il trattamento con microonde dei tumori primitivi, come quello del nostro paziente, e metastasi del fegato rientrano nelle linee guida internazionali e rappresentano, nel caso dei tumori primitivi, la prima scelta nei tumori very early ed early".
Fino a oggi, in Italia, gli interventi di chirurgia oncologica guidati da risonanza magnetica sono stati eseguiti quasi esclusivamente mediante crioablazione, una tecnica che utilizza il freddo per 'congelare' il tumore e indurne la necrosi - informa una nota - Ora le prospettive sono molto più ampie, con nuove possibilità di trattamento per un grande numero di pazienti, che potranno godere di una procedura meno invasiva rispetto alla chirurgia tradizionale, con tempi di recupero minori e incrementata sicurezza. L’intervento al Policlinico è stato effettuato grazie a una collaborazione multidisciplinare tra radiologi, radiologi interventisti, epatologi e anestesisti.
"L’obiettivo per il futuro è che sempre più strutture ospedaliere possano eseguire l’intervento con questo approccio pioneristico – sottolinea Carrafiello – Per farlo sono necessarie risonanze magnetiche ad alto campo, già molto diffuse in Italia, e materiali amagnetici, per esempio gli aghi, che devono potersi avvicinare al macchinario senza interferire con l’accuratezza dell’imaging e con la sicurezza del paziente. La peculiarità del nostro trattamento è nell’uso di questi aghi compatibili con la Rm. In quest’ottica vogliamo creare un protocollo procedurale che metta tutte le strutture che possiedono queste apparecchiature nelle condizioni di poterli utilizzare come guida in questi interventi. Significherebbe poter trattare in modo preciso e mini-invasivo moltissimi tumori, non solo del fegato ma anche di rene, polmone e pancreas".
Questo intervento "testimonia l’impegno concreto del Policlinico di Milano verso un’innovazione a tutto campo – conclude Matteo Stocco, Direttore generale del Policlinico di Milano – dall’intelligenza artificiale applicata alla clinica e alla gestione ospedaliera, fino alle tecnologie più avanzate di radiologia interventistica. Un risultato frutto di una visione strategica che integra tecnologia, ricerca e competenze cliniche di eccellenza".
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(Adnkronos) - Jannik Sinner si prepara per Wimbledon 2025. Il tennista azzurro si sta allenando sull'erba di Londra ed è atteso dall'esordio nello Slam, che avverrà martedì 1 luglio. Sebbene non si conosca ancora orario e avversario, con il sorteggio del tabellone principale in programma venerdì 27 giugno, Sinner è sicuro di esordire il prossimo martedì visto che, per tradizione, nella prima giornata di Wimbledon giocherà il campione in carica, Carlos Alcaraz.
Lo spagnolo è testa di serie numero due del torneo e scenderà quindi in campo lunedì 30 giugno, quando partirà ufficialmente il primo turno dello Slam londinese, e aprirà così il programma sul Centre Court. Il giorno dopo invece toccherà a Sinner, numero uno del ranking Atp e già sicuro di poter incontrare Alcaraz solamente in finale, proprio come avvenuto nell'ultimo Roland Garros, quando i due tennisti hanno dato vita a un epico match durato oltre cinque ore e mezza e vinto, al super tie break del quinto set, dallo spagnolo.
Sinner sta sfruttando questi giorni, dopo essere stato eliminato nel secondo turno dell'Atp 500 di Halle da Aleksandr Bublik, poi vincitore del torneo, per allenarsi e abituarsi all'erba di Wimbledon. Nei giorni scorsi è andato in scena un allenamento-show con la numero uno del ranking Wta Aryna Sabalenka, mentre nella giornata di ieri Jannik è sceso in campo con Grigor Dimitrov, numero 21 del mondo.
Leggi tutto: Sinner verso l'esordio a Wimbledon: quando giocherà Jannik
(Adnkronos) - Lorenzo Musetti è pronto a tornare in campo con un obiettivo ben preciso: Wimbledon 2025. A sostenerlo, come sempre, c'è la fidanzata Veronica Confalonieri che sui social ha condiviso oggi, mercoledì 25 giugno, una tenera storia Instagram d'incoraggiamento rivolta al tennista toscano, che sta recuperando le forze dopo l'infortunio patito al quarto set della semifinale del Roland Garros e che lo ha costretto a dare forfait al Queen’s.
La compagna Veronica ha condiviso un collage con due foto scattate a un anno di distanza. Nella prima Musetti è immortalato all'aeroporto di Londra mentre porta in braccio il piccolo Ludovico, il primogenito della coppia nato a marzo dello scorso anno. Nella seconda foto, lo stesso Ludovico, visibilmente cresciuto, è ritratto nello stesso luogo, pronto a seguire ancora una volta il papà. "Un anno dopo, arriviamo papà", ha scritto la compagna a corredo dei due scatti.
Il tennista azzurro ha infatti già iniziato ad allenarsi sui campi inglesi a caccia della forma migliore, e ora al suo fianco ci sarà anche la compagna e il figlio. E non lo so. Come già annunciato negli scorsi mesi, dopo gli Internazionali d’Italia, Veronica e Lorenzo avevano condiviso la notizia della seconda gravidanza. I due diventeranno presto genitori bis.
Con la forza della famiglia al suo fianco, Musetti è pronto a scrivere un nuovo capitolo. Ora, l’obiettivo sarà difendere la semifinale raggiunta nel 2024 (e dunque i 1230 punti conquistati a Londra l'anno scorso, fondamentali per il ranking Atp verso la seconda parte di stagione). Al momento infatti Musetti è numero sette del mondo, scivolato quindi di una posizione dopo non aver potuto, proprio a causa dell'infortunio di Parigi, difendere la finale raggiunta al Queen's lo scorso anno, quando perse in due set con l'americano Tommy Paul.
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