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Gattuso nuovo ct Italia, Cassano: "La scelta migliore, ci porterà al Mondiale"

25 Giugno 2025
Gennaro Gattuso - Ipa/Fotogramma

(Adnkronos) - Antonio Cassano 'incorona' Gennaro Gattuso. L'ex attaccante ha speso parole d'elogio per il nuovo commissario tecnico della Nazionale, da poco nominato come successore di Luciano Spalletti sulla panchina dell'Italia: "Innanzitutto gli faccio un grandissimo in bocca al lupo. L’ho sentito prima della sua firma e spesso in questo periodo. È la scelta migliore. La migliore che si potesse fare, è un grandissimo allenatore, perché ha avuto la grande personalità, di fare negli ultimi otto anni di allenare in sei Paesi diversi, allenando squadre complicate come Marsiglia, Valencia, Napoli. Ha avuto molte esperienze importanti e sono molto contento per lui. Ha grande personalità e ha grandi idee", ha detto l'ex attaccante al podcast Calcio con la F. 

"Nelle interviste lui continua a dire che oggi un Gattuso nella sua squadra, nella sua idea di calcio, non giocherebbe. Io gli dico sempre che un Gattuso, se devi andare in guerra sportiva, serve sempre. Ha un secondo molto preparato che sa lavorare bene sulle sue idee, sono convinto che Rino è la scelta migliore, sono convinto più che mai", ha continuato Cassano, "parto dal presupposto che la Nazionale non è buona, però sono convinto che con Rino andremo al Mondiale. Ho questa sensazione, me lo auguro e se lo merita, sia come allenatore sia come persona. E poi ce lo meritiamo noi italiani: 60 milioni di persone e sono già due Mondiali che saltiamo. Non voglio pensare in negativo, voglio pensare che andremo al Mondiale e Gattuso ce la può fare, farà questo miracolo". 

Poi sulla figura di Buffon, sempre più al centro della Nazionale e decisivo per la scelta di Gattuso: "Non ho sentito Gigi, ma se è vero che ha insistito per Gattuso, ha fatto la scelta migliore. Vuol dire che gli stanno dando il rispetto e quellla responsabilità che merita. Ha un ruolo importante e sono contento di questo", ha concluso Cassano. 

 

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Salute, nasce 'Vulnerabili': progetto per l’insulina a diabetici in povertà sanitaria

25 Giugno 2025
Salute, nasce

(Adnkronos) - Prendersi cura delle categorie di pazienti più fragili e restituire dignità a chi vive ai margini: è questo l’obiettivo del progetto 'Vulnerabili', nato dalla collaborazione tra Novo Nordisk e Fondazione Banco Farmaceutico con il sostegno del vicepresidente della Camera dei Deputati, Giorgio Mulè. Per la prima volta in Italia ed Europa, un’azienda farmaceutica fornirà gratuitamente – e in modo permanente – insulina e dispositivi per la somministrazione a strutture socioassistenziali che si prendono in carico persone indigenti con diabete. Individui che spesso, a causa delle proprie condizioni socioeconomiche, non riescono ad accedere alle cure di cui hanno bisogno. L’obiettivo è semplice ma ambizioso: garantire a ogni persona con diabete, indipendentemente dal suo status socioeconomico, il diritto e l’accesso alle terapie e contribuire a supportare gli operatori sanitari.  

"Con il progetto Vulnerabili, e con la vicinanza delle Istituzioni, rinnoviamo il nostro impegno per garantire l’accesso all’insulina anche ai più fragili. È un’iniziativa - spiega Alfredo Galletti, Corporate vice president e General manager di Novo Nordisk Italia - che riflette la nostra visione di un modello di salute sostenibile, integrato e centrato sulla persona. Crediamo che solo attraverso la collaborazione tra imprese, Istituzioni e Terzo Settore si possano affrontare le grandi sfide sociali, come la povertà sanitaria. Vogliamo essere il motore di un cambiamento sistemico, capace di rispondere alle grandi sfide del nostro tempo con visione, responsabilità e innovazione. Questo progetto è parte del nostro percorso globale 'Defeat Diabetes' e rappresenta un ulteriore passo verso un futuro più equo, solidale e attento ai bisogni delle comunità più fragili". "Vulnerabili" ha ricevuto il sostegno dell’onorevole Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera dei Deputati e promotore della Legge 130/2023, una riforma innovativa che ha introdotto, per la prima volta in Italia, lo screening gratuito nazionale per il diabete di tipo 1 e la celiachia nella popolazione pediatrica. 

Grazie alla Legge 130 - riporta una nota - è attualmente in corso il progetto "D1Cescreen", promosso dal ministero della Salute e dall’Istituto superiore di sanità, che coinvolge oltre 5.000 bambini di età compresa tra 2 e 10 anni in quattro regioni italiane. Questo studio pilota esplora la fattibilità di un programma nazionale di prevenzione per due patologie autoimmuni sempre più diffuse e spesso diagnosticate in ritardo. "Il progetto 'Vulnerabili' è la dimostrazione di quanto sia potente la sinergia tra aziende responsabili, fondazioni e associazioni del terzo settore e Istituzioni. Insieme possiamo colmare le disuguaglianze che ancora oggi colpiscono pazienti invisibili, come indigenti, senzatetto e migranti senza accesso regolare alle cure. Iniziative come questa si integrano perfettamente con il percorso che abbiamo tracciato con la Legge 130-2023 e le politiche di prevenzione, perché solo con un impegno condiviso possiamo costruire un sistema sanitario sempre più inclusivo ed equo" osserva Mulè. 

Nel 2025 'Vulnerabili' prevede la distribuzione di dispositivi iniettivi e aghi in grado di rispondere al fabbisogno espresso da alcune realtà socioassistenziali dislocate da Nord a Sud del territorio nazionale, tutte dotate di personale sanitario e di frigoriferi medicali certificati. Novo Nordisk fornirà i device necessari al Banco Farmaceutico che si occuperà della logistica e del trasporto, senza alcun costo per le strutture coinvolte. "Grazie a questo progetto, daremo una risposta al bisogno di chi vive una doppia fragilità: quella della malattia e quella dell’indigenza. Per chi ha il diabete - dichiara Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico Ets - l’accesso regolare all’insulina e ai dispositivi per somministrarla è una questione di sopravvivenza che, spesso, per barriere economiche e sociali, non è garantita. Eppure, la capacità di prendersi cura di chi è ammalato e indigente definisce la qualità della nostra civiltà. Siamo felici di poter dare il nostro contributo, di aver incontrato un’azienda che ha scelto di camminare con noi per migliorare la società, e di aver collaborato con istituzioni che hanno compreso quanto sia decisivo lavorare insieme al Terzo Settore per raggiungere chi ha più bisogno". 

Otto le associazioni coinvolte in questa prima fase del progetto che è pronto a partire: Fondazione Fratelli di San Francesco e Opera San Francesco per i poveri di Milano; Medicina e Assistenza ai Margini e Comunità di Sant’Egidio di Roma; Sermig e Camminare Insieme di Torino; Cesaim di Verona; Centro Astalli di Palermo. "Con il progetto 'Vulnerabili', grazie a Novo Nordisk e al Banco Farmaceutico, potremo allargare la platea dei pazienti diabetici seguiti in maniera continuativa, con terapia insulinica corretta e controllata, indipendentemente dalle loro possibilità economico-sociali. Questa collaborazione - aggiunge Carmelo Cottone, Vicepresidente Centro Astalli di Palermo - rappresenta per noi un atto di giustizia sociale che riafferma il diritto alla salute per tutte e tutti, senza discriminazioni, e consente al nostro Centro di fare parte di una rete nazionale solidale che promuove la cultura del dono, della cura e della responsabilità verso gli ultimi". L’avvio del progetto 'Vulnerabili', insieme allo screening pediatrico previsto dalla Legge 130, rappresentano due tasselli complementari di una stessa visione: garantire un equo accesso alle cure e alla prevenzione. 

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Salute, 13 mln italiani con stipsi e cresce abuso lassativi, nell'80% dei casi inutili 

25 Giugno 2025
Salute, 13 mln italiani con stipsi e cresce abuso lassativi, nell

(Adnkronos) - La stipsi è una spada di Damocle che incombe sulla testa di 13 milioni di italiani, sia nella vita quotidiana che durante i viaggi e le vacanze. Ma il problema è tanto diffuso quanto incompreso. Nella stragrande maggioranza dei casi la stipsi viene affrontata con lassativi ed erbe, anche se nell’80% dei casi non rappresentano una soluzione efficace e duratura. Nonostante questo, secondo i dati dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), la spesa complessiva per i lassativi nel 2023 ha raggiunto i 130 milioni di euro, in crescita del 4,5% rispetto all’anno precedente. A questi vanno aggiunti circa 2,4 miliardi di euro di spese in lassativi a base di vegetale. A puntare i riflettori sull’abuso, inteso come uso diffuso e inappropriato, di farmaci ed erbe a scopo lassativo è stato Adolfo Renzi, responsabile dell'Unità Operativa delle Malattie Funzionali dell’Esofago e del Colon-Retto dell’Ospedale Buon Consiglio Fatebenefratelli di Napoli, in occasione del secondo congresso 'Hot Topics in Functional Digestive Surgery Meeting', promosso dall’Ospedale Buon Consiglio Fatebenefratelli di Napoli e dalla Società Italiana Unitaria di Colon-Proctologia (Siucp), che si è appena concluso a Napoli. 

“Molti pensano che la stipsi sia una patologia unica, ma in realtà è un sintomo con molteplici cause – spiega Renzi – Principalmente, si distinguono due tipi: la stipsi da rallentato transito intestinale e quella da difficoltà alla defecazione. Quest’ultima, in particolare, è legata a ostacoli anatomici come il prolasso rettale, il rettocele, l’intussuscezione rettale, il cistocele e disfunzioni del pavimento pelvico. Per questo tipo di stipsi, che rappresenta l’80% dei casi totali, è fondamentale rivolgersi a colon-proctologi. Questi specialisti possono diagnosticare attraverso esami come la defecografia o la defeco-Rm, e identificare problemi specifici”.  

I sintomi riferiti dai pazienti con stipsi sono generalmente lo sforzo eccessivo e prolungato durante la defecazione; il senso di ostruzione o blocco anale; sensazione di evacuazione incomplete e il ricorso a manovre manuali o ausili tipo clisteri e supposte. “A soffrirne maggiormente sono le donne di mezza età, magari con una o più gravidanze, che riferiscono un incompleto svuotamento intestinale – afferma Renzi –. La stipsi può ridurre notevolmente la qualità di vita delle persone, rendendo in particolare i viaggi e le vacanze stressanti e problematiche. La tendenza, tuttavia, è quella di ricorrere a palliativi, come lassativi, che in 3 casi su 4 sono inutili o possono addirittura rivelarsi dannosi anche se ‘naturali’”. 

Prima di ricorrere a lassativi, gli esperti sottolineano sempre di più l’importanza fondamentale di una dieta ricca di fibre (frutta, verdura, cereali integrali, legumi), un’adeguata idratazione (almeno 1.5-2 litri di acqua al giorno) e l'attività fisica regolare come prima linea di difesa contro la stitichezza. “Ma quando il problema persiste è consigliabile rivolgersi allo specialista e andare più a fondo – raccomanda Renzi –. Infatti, la buona notizia è che esistono trattamenti personalizzati, anche chirurgici, che possono risolvere definitivamente il problema. Ad esempio, nei casi di ‘defecazione ostruita’, la causa più frequente di stipsi, specialmente nelle donne, è possibile oggi ricorrere a un nuove tipologie di intervento, che variano a secondo della causa del ‘blocco’, che sono poco dolorose, mini-invasive e che necessita pochi giorni di ricovero. Grazie al Sistema sanitario nazionale, questi trattamenti davvero risolutivi possono essere gratuiti, migliorando significativamente la qualità della vita di chi soffre di questa condizione”. 

I 5 campanelli d’allarme: 1) Stare sul wc per oltre 15 minuti per evacuare nonostante gli sforzi; 2) Necessitare del clistere; 3) Evacuare in più volte; 4) Avere la sensazione di non aver espulso tutte le feci; 5) Avere un constante peso nell’ano.  

I 4 consigli per gestire la stipsi: 1) Pasti a orari regolari, i quali aiutano il benessere intestinale; 2) Dieta con fibre: è consigliato il consumo di almeno 20-35 grammi di fibre giornaliere.; 3) Esercizio regolare: l'attività fisica facilita l'attività intestinale; 4) Adeguata idratazione: bere acqua aiuta a mantenere un buon transito delle feci che sono più morbide; 5) Evitate di assume lassativi senza averne parlato con il medico. 

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Roma, scontro tra auto e moto: morto motociclista, conducente fugge lasciandolo a terra

25 Giugno 2025
Polizia locale di Roma - (IPa)

(Adnkronos) - Scontro mortale tra un'auto e una moto nella notte in viale Kant, a Roma. Il conducente dell’autovettura subito dopo l'impatto è fuggito lasciando a terra il motociclista, un 35enne che è morto sul colpo. Sono in corso le indagini della Polizia locale di Roma Capitale.  

L'incidente è avvenuto poco dopo la mezzanotte all’intersezione tra viale Kant e via Adriano Fiori. Il conducente della macchina è invece fuggito abbandonando il mezzo sul luogo dell’incidente.  

Immediate le indagini avviate dagli agenti del VII Gruppo Tuscolano della Polizia locale, intervenuti sul posto, che hanno proceduto ad acquisire tutti gli elementi utili e stanno lavorando ininterrottamente da questa notte per il rintracciare il conducente dell'auto e per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. Sequestrati entrambi i mezzi coinvolti.  

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Malattie rare, in Italia almeno 150 pazienti Cdkl5: a Roma il vertice scienziati-famiglie

25 Giugno 2025
Illustrazione donata dalla fumettista Simona Binni all

(Adnkronos) - Il sogno: una cura per guarire i bambini e ragazzi colpiti dal disordine da deficit di Cdkl5 (Cdd), malattia genetica rara che causa gravi problemi di sviluppo motorio e neurologico, inclusa epilessia. Al lavoro per realizzarlo c'è "un network fantastico", composto da diversi gruppi di ricerca "molto motivati" attivi nel mondo, anche italiani. Gli approcci terapeutici allo studio vanno dalla terapia genica al genome editing, spiega Maria Luisa Tutino, ricercatrice dell'università di Napoli Federico II e mamma di una bimba Cdkl5, Elettra Yvonne, "che ha compiuto 15 anni". Anche lei con un team tricolore è impegnata nello sviluppo di una possibile cura e sta lavorando con l'aiuto di un alleato 'esotico', "un batterio antartico", a una terapia proteica sostitutiva. "Sono convinta che nei prossimi 5 anni avremo una svolta - è la sua speranza - Non è detto che saremo noi, ma in questa gara" scientifica con la vittoria di uno "vince tutta la comunità". Si farà il punto a Roma, dove dal 27 al 29 giugno è in programma il congresso internazionale 'CDKL5 All InVolved', occasione di confronto e collaborazione (l'evento sarà all'Holiday Inn - Eur Parco Dei Medici) che unisce circa 300 partecipanti tra famiglie, bambini, ricercatori, clinici e rappresentanti dell'industria farmaceutica. 

A livello mondiale si stimano circa 1.500 casi diagnosticati di disordine da deficit di Cdkl5. In Italia, secondo il Portale delle malattie rare, ci sono almeno 150 pazienti diagnosticati, anche se è probabile - si prospetta in una nota - che il numero di casi non diagnosticati sia superiore, a causa della scarsa conoscenza della malattia. Al congresso, organizzato dall'associazione 'Cdkl5 Insieme verso la cura - Italia' (fondata nel 2014 da un gruppo di genitori e presieduta da Barbara Verdirame) in collaborazione con 'Cdkl5 Middle East and North Africa - Mena', saranno presenti 41 bambini e giovani di età compresa tra pochi mesi e 29 anni, provenienti da diverse parti del mondo, dagli Stati Uniti all'Australia, dalle Filippine al Giappone. Obiettivo dell'evento: costruire nuove alleanze e rafforzare il dialogo tra chi vive quotidianamente questa realtà e chi lavora per comprenderla e combatterla.  

La malattia colpisce sia i bambini che le bambine (più numerose). La maggior parte non può camminare, parlare o nutrirsi autonomamente. L'identificazione della sindrome è spesso difficile. Lo racconta la stessa Tutino, che sarà fra i relatori al congresso: "Nel 2010 arriva mia figlia", al termine di una "gravidanza normale". Dopo circa 5-6 mesi i primi segnali che qualcosa non va. "Da lì è partito un processo diagnostico lungo - dice la professoressa della Federico II in un video - che dopo circa 2 anni ci ha portato alla diagnosi", fatta in Toscana.  

Durante il congresso verranno presentati 7 progetti scientifici da giovani ricercatori italiani e saranno oggetto di valutazione da parte del comitato scientifico. Presente anche la Loulou Foundation, una delle organizzazioni internazionali più attive nella promozione e nel finanziamento della ricerca per trovare una cura al Cdd.  

Tra le ricerche in corso ci sono quelle sulla terapia genica - di cui in Italia si sta occupando tra gli altri Elisabetta Ciani, associata al Dipartimento di Scienze biomediche e neuromotorie dell'università di Bologna - e poi lavori sulla terapia farmacologica diretta ai microtubuli, che è il cuore del progetto Samael, lanciato dall'azienda privata con sede a Dublino Ulysses Neuroscience Ldt e da Cure5, che studia una nuova famiglia di molecole chiamate 'Angel Compounds', derivate da neurosteroidi e progettate da Massimiliano Bianchi, Ceo e fondatore di Ulysses Neuroscience.  

C'è poi la terapia proteica sostitutiva, di cui si sta occupando ad esempio Tutino. Già "prima di Elettra - ricorda - la mia attività era dedicata allo studio e alla ricerca di nuove terapie per malattie genetiche rare. Durante un progetto di dottorato mi ero occupata di organismi isolati dall'acqua di mare in Antartide". Un batterio in particolare attira la sua attenzione.  

Quello che "abbiamo dimostrato - spiega Tutino - è che nel nostro batterio antartico le proteine venivano prodotte tutte in forma solubile e biologicamente attiva, condizione che le rendeva potenziali farmaci". Gli scienziati erano di fronte una possibile 'fabbrica cellulare' alternativa. "Anche nel caso di Cdkl5 il nostro sistema antartico si è dimostrato estremamente efficace e a tutt'oggi" lo Pseudoalteromonas haloplanktis Tac125, questo il nome, "è l'unico sistema cellulare in cui la proteina viene prodotta in grandi quantità in forma solubile e biologicamente attiva e questo ci mette in prima linea nello sviluppo di una terapia proteica sostitutiva".  

La mamma scienziata racconta anche le difficoltà che accompagnano la vita quotidiana con questa malattia, spesso scandita da numerose crisi epilettiche, molto temute dalle famiglie. Anche Elettra le ha sperimentate, ma i primi 5 anni e mezzo sono stati "senza crisi - ripercorre Tutino - e ha avuto la possibilità di acquisire tanto, anche la capacità di camminare". Pur con un "repertorio di poche parole, si fa capire molto bene ed è solare". Oggi, prosegue, "è come assistere un neonato di 8 mesi imprigionato nel corpo di una 15enne e da questo punto di vista può essere impegnativo", ma "l'essere ricercatrice e mamma dà il privilegio di avere davanti agli occhi una bambina nella manifestazione di una malattia genetica rara e poter provare a traslare ciò che si osserva in tentativi di andare avanti nella comprensione dei meccanismi molecolari che determinano" la patologia, nella convinzione che "solo conoscendone la biologia e la fisiopatologia saremo in grado di elaborare strategie sempre più efficaci".  

Cosa aspettarsi per i pazienti più grandi laddove dovesse arrivare una cura approvata? "Nessuno lo sa - precisa Tutino - Sono stati pubblicati lavori negli Usa" in cui con il ripristino funzionale di Cdkl5 è stato osservato su modelli murini "il ripristino di numerosi aspetti" intaccati dalla malattia. "E' un risultato che ci riempie di speranza, anche se è ovvio che bisognerà vedere la traslabilità dei risultati nell'uomo", puntualizza. "Purtroppo in tutte le malattie del neurosviluppo più il tempo passa e più la possibilità di un ripristino completo diventa un miraggio sempre più lontano". Ma la scienziata mantiene una visione positiva e ribadisce di credere "profondamente" negli sforzi di ricerca in corso.  

Altri filoni importanti sono la ricerca sul microbiota intestinale - coordinata da Paola Tognini della Scuola superiore Sant'Anna di Pisa e che dimostra delle connessioni tra gli squilibri del microbiota intestinale e alcuni sintomi neurologici del disordine da deficienza di Cdkl5 - e la terapia molecolare, un sistema per riattivare selettivamente il cromosoma X inattivo dei pazienti, ossia il gene Cdkl5 spento, senza dover introdurre alcun gene esogeno. Uno studio, quest'ultimo, che sta portando avanti il medico americano Kyle Fink, anche lui come gli altri presente al congresso di Roma. Nelle giornate del meeting la Ulysses Neuroscience di Bianchi eseguirà dei prelievi di sangue dei pazienti con disordine da deficit di Cdkl5, per analizzare le proteine associate al funzionamento dei microtubuli. Verranno effettuati anche dei prelievi salivari da parte del team di Maurizio Giustetto, del Dipartimento di Neuroscienze Rita Levi-Montalcini - università degli Studi di Torino, nell'ambito di un progetto di ricerca scientifica a supporto della comunità Cdkl5.  

L'associazione 'Cdkl5 Insieme verso la cura', che ha organizzato l'evento scientifico e a livello internazionale fa rete con altre realtà nella Cdkl5 Alliance, si è incaricata di creare il registro nazionale Cdkl5 in collaborazione con Domenica Immacolata Battaglia, specialista in Neuropsichiatria infantile del Policlinico Gemelli di Roma. E' uno strumento fondamentale per la raccolta delle informazioni relative ai pazienti del territorio italiano. Il registro è attivo anche a Verona con Francesca Darra, direttrice Uoc Neuropsichiatria infantile dell'azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona (Policlinico G.B. Rossi). 

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Jessie J operata per un cancro al seno: "Abbraccio chi sta vivendo un momento così difficile"

25 Giugno 2025
Jessie J - Fotogramma/IPA

(Adnkronos) - Jessie J è stata operata per un cancro al seno. La cantante britannica ha condiviso la notizia con i fan postando un carosello di video e foto direttamente dall'ospedale, dove ha ricevuto il sostegno del compagno Chanan e il figlio Sky Safir.  

"Questo post racchiude i momenti più alti e bassi delle ultime 48 ore. Condividerò sempre sia le parti belle che quelle dure, di ogni viaggio che affronterò", scrive Jessie J dopo essersi sottoposta all'operazione. 

A inizio giugno, la 37enne aveva annunciato su Instagram di aver ricevuto una diagnosi di cancro al seno in fase iniziale e che aveva trascorso gli ultimi mesi tra visite ed esami medici: "Grata al mio medico/chirurgo e a tutti gli infermieri che si sono presi cura di me e di tutti i miei familiari/amici che sono venuti a trovarmi. Ora sono a casa, per riposare e aspettare i miei risultati", ha aggiunto. 

"Chanan indossa un vestito da infermiera. No no, non lo è, ma divertente da immaginare", ha scritto con ironia sottolineando come il compagno non l'ha mai lasciata da sola in questo momento così delicato. E conclude con un messaggio di speranza: "Abbraccio tutti quelli che stanno passando un brutto momento. Ce la faremo tutti". 

 

L'artista, il cui vero nome è Jessica Cornish, ha spiegato di aver deciso di rendere pubblica la sua diagnosi per due motivi principali: aiutarsi a elaborare la notizia e mostrare solidarietà alle altre persone che stanno affrontando la stessa battaglia. "So quanto la condivisione in passato mi abbia aiutato - ha detto - e mi spezza il cuore sapere che così tante persone stanno attraversando situazioni simili e peggiori".  

La cantante, che ha dato alla luce suo figlio Sky nel 2023 dopo aver subito un aborto spontaneo nel 2021, ha una storia clinica complessa. Le è stata diagnosticata una cardiopatia all'età di otto anni, ha avuto un lieve ictus a 18 anni e nel 2020 le è stata diagnosticato la sindrome di Ménière, un disturbo dell'orecchio interno che causa vertigini, ipoacusia fluttuante, acufeni, sensazione di pressione auricolare e spesso nausea e vomito. Prima di sottoporsi all'intervento chirurgico, Jessie J si è esibita al Capital's Summertime Ball allo stadio di Wembley domenica 15 giugno. 

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Basket: Bendzius dopo cinque anni dice addio alla Dinamo

25 Giugno 2025
- RIPRODUZIONE RISERVATAIl club sassarese saluta e ringrazia il capitano...

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Musetti, obiettivo Wimbledon: in campo per recuperare dall'infortunio - Video

25 Giugno 2025
Lorenzo Musetti - Afp

(Adnkronos) - Missione Wimbledon 2025 per Lorenzo Musetti. Il tennista azzurro sta recuperando dall'infortunio che lo ha messo ko nel quarto set della semifinale del Roland Garros contro Carlos Alcaraz, e dopo aver saltato il Queen's, torneo sull'erba preparatorio proprio allo Slam londinese e vinto dallo spagnolo, ha iniziato ad allenarsi sui campi inglesi a caccia della forma migliore. 

La speranza è quindi quella di aver superato la lesione all'adduttore sinistro accusata a Parigi, per scendere in campo in quella che è diventata una vera e propria corsa contro il tempo. Il primo turno di Wimbledon inizierà infatti lunedì 30 giugno, con la finale in programma invece il prossimo 13 luglio. Dopo una stagione sulla terra da protagonista, sublimata dalla finale raggiunta a Montecarlo, persa anch'essa per ritiro contro Alcaraz, e le due semifinali a Roma e al Roland Garros, Musetti si prepara a iniziare la propria annatta sull'erba, in uno dei tornei più prestigiosi del calendario. 

Obiettivo sarà difendere la semifinale raggiunta nel 2024 (e dunque i 1230 punti conquistati a Londra l'anno scorso, fondamentali per il ranking Atp verso la seconda parte di stagione). Al momento infatti Musetti è numero sette del mondo, scivolato quindi di una posizione dopo non aver potuto, proprio a causa dell'infortunio di Parigi, difendere la finale raggiunta al Queen's lo scorso anno, quando perse in due set con l'americano Tommy Paul. 

 

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Nastro Rosa Tour 2025, dal 30 giugno all'8 luglio in Sardegna

25 Giugno 2025
- RIPRODUZIONE RISERVATACagliari e La Maddalena le tappe del Giro a vela della Marina...

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Tifoso del River propone il 'biscotto', Chivu si infuria - Video

25 Giugno 2025
Cristian Chivu - Afp

(Adnkronos) - Nella notte di oggi, mercoledì 25 giugno, l'Inter torna in campo nel Mondiale per Club 2025. I nerazzurri sfidano il River Plate nell'ultima giornata del gruppo E, un match decisivo per sancire la qualificazione nerazzurro e l'eventuale primo posto del girone. Chiudere con un successo, dopo il pareggio all'esordio contro il Monterrey e il successo della scorsa giornata contro i giapponesi dell'Urawa Red Diamonds, sarebbe importante per garantirsi un ottavo di finale più agevole e aumentare la fiducia della squadra di Chivu, succeduto sulla panchina nerazzurra a Simone Inzaghi, volato all'Al Hilal dopo la rovinosa sconfitta in finale di Champions League contro il Psg. 

Proprio il neo allenatore dell'Inter, nell'ultima metà di stagione al Parma, è stato protagonista di un siparietto con uno youtuber argentino a Seattle. Un tifoso del River Plate ha aspettato giocatori e dirigenti nerazzurri per strappargli un autografo, facendogli firmare il 'patto di Seattle', vale a dire un vero e proprio biscotto. L'offerta era di concludere l'ultimo match 2-2, risultato che qualificherebbe agli ottavi entrambe le squadre. E mentre Zanetti, il presidente Marotta e alcuni giocatori come Thuram e Sebastiano Esposito hanno firmato, senza però probabilmente rendersi conto della situazione, Chivu ha rifiutato. 

L'ex difensore romeno, appena realizzato cosa stava firmando, ha guardato in cagnesco lo youtuber, declinando l'offerta con un semplice "no" e proseguendo sulla sua strada senza firmare niente. Una reazione che ha colto di sorpresa il content creator, che ha commentato con un "Chivu mi ha detto di no, sono devastato", chiudendo con un ironico, ma un filo preoccupato, "vuol dire che siamo fuori dalla coppa?". 

 

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Nuovo Dg per la Fondazione Policlinico Gemelli, chi è Daniele Piacentini

25 Giugno 2025
Daniele Piacentini

(Adnkronos) - Daniele Piacentini è il nuovo direttore generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs di Roma. Piacentini, attualmente amministratore delegato e direttore generale dell’ospedale Isola Tiberina-Gemelli Isola, "assumerà l’incarico dal primo luglio come stabilito dal Consiglio di amministrazione della Fondazione nella seduta di lunedì 23 giugno. Il Consiglio di amministrazione della Fondazione ha designato il dottor Piacentini alla guida del Gemelli al termine di un articolato e approfondito processo di selezione; succede al professor Marco Elefanti, direttore generale del Gemelli dal 31 gennaio 2018", lo sottolinea la nota del Gemelli.  

"Daniele Piacentini ha costruito un significativo bagaglio di esperienze in oltre 25 anni di carriera professionale maturata in organizzazioni sanitarie di eccellenza. Ha avviato la sua carriera nell'ambito delle Risorse Umane all'Istituto Europeo di Oncologia, dove ha assunto ruoli di crescente responsabilità fino a ricoprire l'incarico di direttore centrale delle risorse umane di Ieo e del Centro cardiologico Monzino. Dal luglio del 2015 al giugno del 2022 Piacentini ha ricoperto il ruolo di Direttore delle Risorse Umane della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs. Dal luglio del 2022 ha assunto il ruolo di Amministratore Delegato e Direttore Generale dell'Ospedale Isola Tiberina-Gemelli Isola nell'ambito del progetto di rilancio dell'Ospedale", ricorda il Gemelli.  

La scelta del dottor Piacentini "è avvenuta in prossimità della scadenza del secondo mandato quadriennale del professor Elefanti; il Consiglio di amministrazione della Fondazione nello scorso mese di marzo aveva avviato una selezione per ricercare, tra i migliori manager della sanità italiana, il nuovo direttore generale del Policlinico Gemelli. Il processo di ricerca e selezione - sottolinea la nota - è stato coordinato da una Commissione composta da Daniele Franco, presidente della Fondazione, dalla Professoressa Elena Beccalli, rettore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, da Giuseppe Fioroni, vice presidente della Fondazione, dal Professor Antonio Gasbarrini, nel duplice ruolo di preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia e di Direttore Scientifico ad interim, e dal Professor Elefanti". 

"Al fine di assicurare la valutazione di una ampia platea di candidati, ci si è avvalsi di un'autorevole società di 'head hunting' che ha individuato candidati di alto profilo nel panorama nazionale della sanità pubblica e privata. Il Consiglio di Amministrazione, preso atto dell'esito del processo di selezione nella seduta del 26 maggio, in quella immediatamente successiva del 23 giugno ha proceduto a designare il dottor Daniele Piacentini nel ruolo di Direttore Generale della Fondazione Gemelli a decorrere dal primo luglio con incarico quadriennale. Piacentini continuerà a svolgere il ruolo di Amministratore Delegato della società benefit Gemelli Isola", prosegue il Gemelli.  

Il Consiglio di Amministrazione "ha espresso vivo apprezzamento nei confronti del professor Marco Elefanti, che ha ringraziato per il lavoro svolto negli otto anni di mandato. Il suo ruolo è stato fondamentale per lo sviluppo e la crescita della Fondazione e la sua leadership ha lasciato un'impronta duratura e significativa", conclude la nota.  

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Echinococcosi alveolare, in Europa 4.200 casi: cos'è e da cosa deriva

25 Giugno 2025
Un laboratorio di analisi - (Ipa)

(Adnkronos) - Negli ultimi 25 anni in Europa sono stati segnalati oltre 4.200 casi di echinococcosi alveolare umana, malattia mortale nell’uomo in caso di mancato trattamento.  

 

L'echinococcosi alveolare è una malattia infettiva con un comportamento simile a una neoplasia maligna a causa della proliferazione del parassita negli organi interni a partire dal fegato ed è causata da piccole tenie di Echinococcus multilocularis. Il parassita vive solitamente nelle volpi e nei piccoli roditori selvatici ma l’uomo può infettarsi con le uova del parassita tramite contatto mano-bocca od ingestione di cibo/acqua contaminati.  

 

"Quasi il 70% dei casi si è verificato in Austria, Francia, Germania e Svizzera - afferma il primo studio multicentrico coordinato dall’Istituto superiore di Sanità e appena pubblicato dalla rivista T'he Lancet Infectious Diseases' - Inoltre Lituania, Polonia e Slovacchia rappresentano un ulteriore 21% di casi. L’Italia è tra i Paesi con meno segnalazioni (3 casi documentati per la prima volta nel 2023, di cui uno acquisito localmente). In generale l’incidenza in Europa nel periodo 2021-2023 è risultata di 0,12 casi ogni 100 mila abitanti, ma il dato, affermano gli autori dello studio, è probabilmente sottostimato". 

“Questo studio suggerisce che l’echinococcosi alveolare sta emergendo in quasi tutti i Paesi in cui il parassita è stato trovato, con due epicentri principali nella zona dei Paesi confinanti le Alpi ed i Paesi Baltici - si legge nelle conclusioni - Nonostante il relativo piccolo numero di casi documentati, la necessità di un trattamento per tutta la vita dei pazienti, il peso psicologico dell’infezione e le operazioni chirurgiche necessarie, che possono arrivare al trapianto di fegato, costituiscono un costo importante, e l’accesso all’assistenza appropriata può essere un problema in paesi con risorse limitate. Questi dati potrebbero essere usati a supporto di una pianificazione della sorveglianza dell’echinococcosi alveolare umana e animale, secondo una prospettiva One Health”. 

Leggi tutto: Echinococcosi alveolare, in Europa 4.200 casi: cos'è e da cosa deriva

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