(Adnkronos) - Il vertice Nato all'Aja è stato un "successo monumentale" per gli Stati Uniti, a seguito del sostanziale aumento della spesa per la sicurezza deciso dai leader dell'alleanza. Lo ha dichiarato il presidente Donald Trump. "Questo è un successo monumentale per gli Stati Uniti, perché stavamo spendendo molto più del dovuto", ha dichiarato ai giornalisti.
L'impegno degli alleati della Nato a portare la spesa per la difesa dal "2%" al "5% del Pil" entro il 2035 "è una pietra miliare storica" per l'alleanza. "Alcuni dicono che sono io che l'ho fatto. Non so se l'ho fatto io, ma in effetti penso di essere stato io a farlo". "Dal 2017 - continua - gli alleati hanno aumentato la spesa militare di 700 miliardi di dollari". Per il presidente, "tutto questo verrà fatto velocemente". Per Trump, "è vitale che questi soldi aggiuntivi vengano spesi in hardware militare serio, non nella burocrazia. E spero che sia made in America - conclude - perché abbiamo il miglior hardware militare del mondo".
Trump si è poi scagliato contro la Spagna "unico Paese " della Nato che "rifiuta di pagare". "Lo trovo terribile, non lo permetterò", aggiunge, minacciando che alla fine Madrid "pagherà di più". L'economia spagnola "potrebbe essere completamente distrutta. Sapete, negozieremo un accordo commerciale con la Spagna. Gli faremo pagare il doppio", ha aggiunto, mentre l'Ue negozia con gli Stati Uniti per evitare i dazi doganali. In ogni caso, "mi piace la Spagna", ma "è ingiusto che non paghino" come gli altri alleati, conclude.
Il segretario generale della Nato Mark Rutte "mi ha chiamato 'daddy'", cioè paparino o babbo, perché "penso di piacergli. E' stato molto efficace", quindi "se non fosse così ve lo farò sapere e colpirò duro", ha poi rivelato Trump, rispondendo ad una domanda in conferenza stampa all'Aja. "Credo che gli alleati avranno bisogno di aiuto all'inizio. Oggi è stato un gran giorno per la Nato", aggiunge.
Rutte in precedenza ha paragonato il presidente Usa a un "papà" che interviene in una rissa in un parco giochi dopo che il leader statunitense ha paragonato gli scontri tra Iran e Israele a una lite tra bambini: "Hanno litigato violentemente, come due bambini nel cortile di una scuola. Sapete, litigano come matti, non si può fermarli. Lasciateli litigare per due o tre minuti, poi è facile fermarli". Rutte ha riso, prima di aggiungere: "E a volte papà deve alzare la voce".
In un passaggio sull'Iran Trump ha annunciato che "la prossima settimana parleremo" con Teheran. "Potremmo firmare un accordo, non so. Non mi interessa se avremo un accordo o no. Il nucleare iraniano è finito. Li incontreremo". Trump ha fatto ancora riferimento al fatto che Teheran dispone di "petrolio" in abbondanza e che il Paese deve "rimettersi in piedi".
Trump ha sottolineato che gli Stati Uniti non permetteranno a Teheran di continuare ad arricchire uranio e ha ammesso che il Pentagono non dispone di informazioni complete sui danni causati dai recenti bombardamenti statunitensi contro tre impianti nucleari iraniani. Il presidente americano ha anche annunciato che attende un rapporto da Israele sulla questione. Ha tuttavia definito i bombardamenti simili a quelli di Hiroshima o di Nagasaki perché "hanno messo fine alla guerra".
Secondo una valutazione preliminare dell'intelligence statunitense, i recenti attacchi contro gli impianti nucleari iraniani di Fordow, Natanz e Isfahan hanno rallentato il programma nucleare di Teheran solo di pochi mesi. Le agenzie hanno notato che lo stock di uranio arricchito non è stato danneggiato e che le attrezzature per l'arricchimento sono rimaste in gran parte intatte, nonostante i raid contro gli impianti la scorsa settimana.
Trump è rimasto colpito dalla bellezza dell'Olanda e in particolare dagli alberi che crescono nel Paese, oltre che dall'ospitalità che gli hanno dato i sovrani nella loro residenza all'Aja. "Ho ascoltato - ha detto in conferenza stampa all'Aja - fantastici discorsi da fantastici capi di Stato. L'Olanda è un Paese bellissimo, che ha dei bellissimi alberi. Infatti, vorrei portarmene a casa qualcuno. Ho fatto colazione con il re e la regina, che sono persone incredibili. Mi sono divertito. E Rutte sta facendo un lavoro fantastico", ha concluso.
(Adnkronos) - I primi risultati dello studio Realiti-A, "osservazionale prospettico, quindi di notevole qualità", sulla capacità di mepolizumab, inibitore di IL-5, di ridurre in modo significativo le riacutizzazioni di malattia asmatica grave eosinofilica e di consentire un risparmio di steroidi (effetto steroid-sparing), "erano stati pubblicati in primis nel 2020". Lo studio che è stato presentato all'ultimo Congresso annuale dell'Eaaci, European Academy of Allergy and Clinical Immunology, "ha riguardato delle post-hoc analysis, ma anche i dati relativi ai 2 anni di trattamento ed evidenziano che non ci sono problematiche per quanto concerne i biomarcatori, gli eosinofili circolanti e il Feno", frazione esalata di ossido nitrico. "L'altro dato estremamente interessante riguarda l'età di insorgenza della malattia, che aumenta la possibilità di intervento con mepolizumab". Lo ha detto Giorgio Walter Canonica, professore e senior consultant Centro di medicina personalizzata Asma e allergie Humanitas University & Irccs Humanitas di Rozzano (Milano), commentando i dati clinici e real world che rafforzano l'efficacia e la sicurezza dell'anti Il-5 mepolizumab, uno dei farmaci più utilizzati nel trattamento dell'asma grave eosinofilico, presentanti nel corso dell'appuntamento scientifico europeo dedicato ad allergie, asma e immunologia clinica, che si è recentemente concluso a Glasgow.
Sull'asma grave, "con la grande sfida lanciata per diminuire l'uso dello steroide - continua Canonica - se ne abbiamo scoperto l'enorme abuso che in Italia si faceva, abbiamo però stimolato a valutare un dato estremamente interessante che abbiamo ottenuto" con la terapia: "Praticamente dimezzato l'incidenza d'uso di steroide nei pazienti che oggi si presentano ai nostri centri del Sani, Severe Asthma Network Italy". In questo contesto "abbiamo quindi alzato anche l'asticella rispetto a quello che era il precedente modo di valutare il trattamento con biologico. Oggi - sottolinea l'esperto - non si guarda più solo la funzionalità respiratoria, non si guarda più solo il sintomo, ma si guarda quella che è la clinical remission, cioè una valutazione multicriterio che ha decisamente innalzato la possibilità di trattare i pazienti con la cosiddetta remissione clinica in trattamento. E' ben noto da moltissimo tempo - illustra il professore - come, in realtà, esista un fenomeno chiamato remodeling o rimodellamento delle vie aeree, che non è sensibile ai trattamenti come gli inalatori e, sostanzialmente, allo steroide sistemico".
Si è quindi aperto un nuovo scenario. "I biologici hanno dimostrato di essere in grado di avere un'azione su questo rimodellamento, su vari aspetti del rimodellamento - chiarisce Canonica - e noi recentemente abbiamo proposto l'idea che esistano dei fenomeni rapidi, dei fenomeni più ritardati e anche la possibilità di una early intervention, cioè di un intervento preventivo con il biologico, per far sì che non si instaurino le problematiche del rimodellamento. L'interazione con i colleghi è fondamentale, perché ad esempio il Sani aveva rilevato che il 64% dei nostri pazienti erano in trattamento con steroide orale, cosa che aveva suscitato lì per lì una certa sorpresa perché era inatteso. Poi anche gli altri registri hanno fatto la verifica, ad esempio il network Uk ha trovato che erano il 60%. Abbiamo così rivelato una problematica, grazie alle interazioni con i colleghi. Questo è fondamentale perché si possono scoprire delle cose che si possono pensare limitate alla propria realtà, ma potrebbe non essere vero e, comunque, dal confronto si cresce".
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(Adnkronos) - Il Gruppo Bracco è uno dei grandi protagonisti dell’Expo di Osaka: Gold Sponsor del padiglione Italia, l’azienda leader globale nella diagnostica è impegnata in prima linea in diversi eventi nel corso della Health and Well-Being Week che si tiene dal 20 giugno al 1° luglio. (Video)
“L’Esposizione Universale di Osaka, soprattutto in questi tempi complessi, si sta dimostrando una preziosa agorà che consente ai 161 Paesi partecipanti di dibattere temi strategici come quello della salute, della longevità e dell’innovazione tecnologica nell’ambito healthcare - afferma Diana Bracco, presidente e Ceo del Gruppo Bracco - Il nostro padiglione, poi, è tra i più visitati, con code lunghissime che testimoniano la grande attrattività dell’Italia in Giappone. Un successo dovuto al fascino del nostro Made in Italy e alla presenza di tanti capolavori artistici, tra cui il ritratto del giovane Itō Mancho, dipinto da Domenico Tintoretto nel 1585, che abbiamo portato con la nostra Fondazione accompagnandolo con un’approfondita campagna di analisi diagnostiche. Il quadro, che raffigura il capo della prima missione diplomatica giapponese inviata in Europa, ha un’importanza non solo artistica ma anche culturale e simbolica per le relazioni tra Italia e Giappone”.
Il primo evento della Japan Health Week, cui Bracco ha partecipato in qualità di Strategic Partner, è l’agevity forum, la riunione su salute, invecchiamento, sostenibilità e longevità organizzato da Assolombarda e Silver Economy Network presso il nostro padiglione. Italia e Giappone sono due delle nazioni al mondo in cui i cittadini sono più longevi, e in entrambi i Paesi gli over 65, nel 2050, costituiranno ben il 35% della popolazione. Il forum è dunque una straordinaria occasione di confronto su questi potenti cambiamenti demografici per ricercatori, operatori sanitari, imprese farmaceutiche e istituzioni italiane e giapponesi.
All’evento sono intervenuti, accanto a figure istituzionali quali Mario Vattani, Commissioner General for Italy at Expo 2025 Osaka, Gianluigi Serianni, Scientific and Technological Attaché, Italian Embassy in Tokyo e Ako Makiyama, Executive Director, Osaka Chamber of Commerce and Industry, anche numerosi scienziati di fama internazionale tra cui Noriyuki Tsumaki, professore del dipartimento di biochimica e biologia molecolare alla University of Osaka, e Nobuhiro Hayashi, professore vice presidente per International Strategy and Engagement, all’Institute of Science di Tokyo.
“Italia e Giappone condividono tante sfide e tra queste quelle legate all’invecchiamento della popolazione”, ha dichiarato Mario Vattani. “Favorire nuove sinergie tra eccellenze italiane e giapponesi nel campo delle scienze della vita, coinvolgendo importanti player del settore come Bracco, Centro Diagnostico Italiano, Assolombarda e Silver Economy Network, vuol dire dare forza alla nostra diplomazia scientifica partendo dal concetto che L’arte che rigenera la vita”.
“Le grandi innovazioni della ricerca scientifica hanno aumentato in modo straordinario le aspettative di vita delle persone - ha affermato Alessandro Maiocchi, direttore del polo dell’innovazione del Gruppo Bracco - Insieme ad altre discipline mediche, la diagnostica per immagini è fondamentale per questa trasformazione della medicina da reattiva a proattiva. Gli strumenti avanzati di imaging ci permettono di vedere all'interno del corpo in modo non invasivo, individuando precocemente le malattie e personalizzando i piani di trattamento”.
All’evento è intervenuto anche Andrea Mecenero, amministratore delegato del Centro Diagnostico Italiano: “Garantire una vita longeva, attiva, sana e di qualità ai silver di oggi e di domani è un obiettivo strategico del nostro Cdi. Prevenzione, stili di vita sani e diagnostica precoce sono le tre leve su cui lavoriamo da 50 anni, un anniversario importante che celebriamo proprio in questo 2025”.
Il Gruppo Bracco ha partecipato poi a due eventi organizzati dall’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) sulle Health Technologies. In particolare, il primo, presso Padiglione Italia, è il workshop “Health Technologies: How Science is Transforming Healthcare”, in cui Bracco ha presentato per la prima volta la piattaforma digitale innovativa Ippocrate: realizzato con Iit, Ippocrate abilita la ricerca clinica collaborativa eliminando la necessità di trasferire dati tra i centri clinici.
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(Adnkronos) - È stato arrestato in Spagna un 19enne, sospettato di aver minacciato di morte Alvaro Morata. La notizia arriva da fonti spagnole, secondo le quali, la polizia ha arresto il giovane, presunto autore di un messaggio inviato all'attaccante dopo la finale di Nations League.
Il messaggio è stato inviato dopo che il calciatore ha sbagliato il rigore decisivo che ha visto la vittoria del Portogallo e che ha tolto alla Spagna il titolo di campione di Nations League. La minaccia di morte era stata inviata ad Alice Campello sul suo profilo social: "Ucciderò tuo marito se lo vedo per strada. Non lo lascerò stare un solo istante, e lo stesso vale per i bambini. Spero che nessuno sopravviva", si legge in uno screenshot pubblicato dalla moglie dell’attaccante, anche lei bersaglio di gravi minacce.
Come riporta il quotidiano spagnolo Marca, dopo la denuncia di Alvaro, la polizia è riuscita a risalire all'identità del colpevole grazie all'incrocio dei dati con precedenti denunce di furto d'identità. "Siamo riusciti a collegarlo a uno dei tanti ragazzi che vengono a denunciare il furto dei loro profili social. Abbiamo dunque collegato questo profilo specifico al messaggio che ha ricevuto Alice Campello", ha spiegato l'ispettore capo della Polizia Nazionale di Malaga, Andrés Román.
(Adnkronos) - Un incontro lungo e sostanziale quello avvenuto oggi, mercoledì 25 giugno, tra Volodymyr Zelensky e Doanld Trump. Ha riferirlo è lo stesso presidente ucraino in un post pubblicato dopo il suo faccia a faccia con il leader Usa a margine del vertice della Nato all'Aja, al termine del quale i due leader non hanno rilasciato dichiarazioni. "Abbiamo parlato di tutte le questioni veramente importanti. Abbiamo discusso di come raggiungere cessate il fuoco e una vera pace" tra Ucraina e Russia, si legge.
"Ho ringraziato il presidente, ho ringraziato gli Stati Uniti", ha aggiunto il presidente ucraino che durante la famosa scenata nello Studio Ovale il 28 febbraio era stato accusato dal vice presidente JD Vance di non essere grato all'America per il sostegno a Kiev. "Abbiamo discusso di come proteggere il nostro popolo, noi apprezziamo l'attenzione e la disponibilità ad aiutare ad avvicinarci alla pace", ha concluso Zelensky che promette di fornire in seguito maggiori dettagli.
L'Ucraina "vuole i missili antimissile, i Patriot, che sono molto efficaci. Vedremo se possiamo trovarne qualcuno", perché "ne abbiamo bisogno anche noi" e vengono forniti "a Israele", dice dal canto suo Trump, rispondendo, a una giornalista ucraina rifugiata in Polonia, che ha il marito sotto le armi in patria.
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(Adnkronos) - "Vergogna. La chiamano Legge, ma si legge disgusto. L'ha avvelenata per sei mesi. Ha cercato su Internet 'quanto veleno serve per uccidere una donna' poi l'ha uccisa. Per lo Stato, supremo legislatore, non è premeditazione. Vergogna a una legge che chiude gli occhi davanti alla verità e uccide due volte". Lo scrive Chiara Tramontano, sorella di Giulia, dopo la sentenza con cui i giudici d'appello di Milano hanno confermato l'ergastolo per Alessandro Impagnatiello, ma hanno escluso l'aggravante della premeditazione.
La sorella della vittima, uccisa con 37 coltellate quando era incinta del piccolo Thiago, si scaglia anche contro l'imputato che durante l'udienza è rimasto seduto in prima fila accanto alla sua avvocata, a pochi passi di distanza dai genitori della giovane uccisa il 27 maggio 207 a Senago. "E smettetela di portare gli assassini ai banchi. Sono assassini. Vanno in cella. Nessuno li vuole liberi, inquinano" scrive su Instagram.
Leggi tutto: Omicidio Giulia Tramontano, la rabbia della sorella: "Esclusa premeditazione, vergogna"
(Adnkronos) - Presso la Camera dei deputati si è tenuta ieri una conferenza stampa su iniziativa dell'onorevole Luciano Ciocchetti, vicepresidente della Commissione Affari sociali, in collaborazione con l'associazione pazienti Passion People e con il supporto non condizionante di Ucb Pharma, dal titolo 'Le nuove sfide dell'idrosadenite suppurativa: dai Lea al riconoscimento come malattia cronica'. Obiettivo: sollecitare l'inserimento dell'idrosadenite suppurativa (Hs) nel Piano nazionale delle cronicità (Pnc).
L'idrosadenite suppurativa - è stato ricordato - è una malattia infiammatoria, cronica, che compromette gravemente la qualità della vita di chi ne è affetto. Colpisce circa 11,4 persone ogni 100mila abitanti, con una prevalenza maggiore nelle donne tra i 20 e i 40 anni. Tuttavia, il numero esatto di persone colpite potrebbe essere sottostimato a causa della difficoltà diagnostica e della scarsità di dati epidemiologici. La malattia si manifesta attraverso lesioni dolorose e ricorrenti, e la sua natura recidivante rende difficile una gestione uniforme e omogenea su tutto il territorio nazionale. Un'occasione recente per accendere i riflettori su questa patologia è stata la Giornata mondiale dell'idrosadenite suppurativa, celebrata ogni anno il 6 giugno, che ha ribadito l'urgenza di garantire maggiore riconoscimento, tutela e sostegno alle persone affette. Una ricorrenza sempre più partecipata, che ha rappresentato anche quest'anno un momento importante di sensibilizzazione dell'opinione pubblica e delle istituzioni, offrendo una piattaforma di ascolto e confronto tra pazienti, operatori sanitari e decisori. Occasione di dibattito che deve, tuttavia, tradursi in azioni concrete e permanenti. Nonostante la gravità della malattia, infatti, l'Hs non è ancora riconosciuta ufficialmente nel Piano nazionale delle cronicità, privando così i pazienti di esenzioni sanitarie, del riconoscimento dell'invalidità da parte dell'Inps e di tutele lavorative specifiche.
"L'idrosadenite suppurativa presenta sfide importanti lungo tutto il percorso di cura: diagnosi tardiva, difficoltà di accesso alle terapie e necessità di una presa in carico multidisciplinare - ha affermato Alessandro Giunta, Uosd Dermatologia Azienda ospedaliera Policlinico Tor Vergata di Roma - Serve un'organizzazione più uniforme e centrata sul paziente, per garantire continuità assistenziale, tempestività e reale integrazione tra specialisti". La difficoltà nel riconoscimento della patologia è dovuta a diversi fattori, tra cui una sotto-diagnosi diffusa, una scarsa raccolta di dati epidemiologici e la complessità stessa della malattia. La mancanza di una presa in carico multidisciplinare e integrata impedisce poi di affrontare adeguatamente le comorbidità e le complicazioni associate all'Hs. "L'idrosadenite suppurativa è una patologia complessa che richiede un approccio multidisciplinare, personalizzato e continuo - ha sottolineato Angelo Valerio Marzano, presidente task force Sidemast idrosadenite suppurativa e direttore Sc Dermatologia, Fondazione Irccs Ca' Granda ospedale Maggiore Policlinico di Milano - La ricerca scientifica sta offrendo nuove soluzioni terapeutiche, ma è essenziale che queste innovazioni siano rese disponibili ai pazienti in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale".
L'incontro ha ribadito l'importanza di una risposta unitaria e coordinata, che coinvolga istituzioni, professionisti sanitari, associazioni e pazienti, per rispondere adeguatamente alle sfide poste dall'idrosadenite suppurativa. Non solo la diagnosi e il trattamento devono essere tempestivi, ma è fondamentale promuovere una cultura della sensibilizzazione, della ricerca e della formazione degli operatori sanitari. "Investire nella cura dell'idrosadenite suppurativa non è solo un dovere sanitario, ma un vero e proprio atto di responsabilità sociale - ha dichiarato Guido Quintino Liris, membro della Commissione Bilancio del Senato - E' fondamentale destinare risorse mirate per promuovere la ricerca e l'innovazione terapeutica, garantendo così il diritto alla salute di chi vive quotidianamente con questa malattia. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo affrontare questa sfida, unendo le forze per migliorare la qualità della vita di migliaia di persone e per costruire un futuro più equo e giusto per tutti".
Il riconoscimento dell'Hs nei Lea ottenuto recentemente è un passo importante, ma la sua piena inclusione nel Pnc rappresenterebbe un progresso fondamentale per rispondere in modo strutturato e tempestivo ai bisogni dei pazienti, è stato rimarcato. "L'inclusione dell'idrosadenite suppurativa nei Lea è un segnale importante e possiamo fare di più - ha evidenziato Ciocchetti - Già nello scorso novembre, in occasione di un evento dedicato, avevo annunciato l'intenzione di presentare una risoluzione: oggi confermo l'impegno della Commissione a portare avanti questa importante battaglia, promuovendo un'azione coordinata che coinvolga attivamente le associazioni dei pazienti e le società scientifiche. Dobbiamo costruire un percorso strutturato che garantisca una diagnosi precoce e una presa in carico efficace". Si tratta di "una patologia che merita attenzione e risposte concrete. Anche come Pd - ha aggiunto Gian Antonio Girelli, membro della Commissione Affari sociali della Camera - intendiamo presentare una nostra risoluzione, con l'obiettivo di arrivare a un testo condiviso e approvato congiuntamente in Commissione. Serve un impegno trasversale per garantire equità, accesso alle cure e pieno riconoscimento dei diritti delle persone che convivono con questa malattia".
Parole che trovano piena risonanza nelle considerazioni degli esperti e dei pazienti, che da anni denunciano la gravità e la complessità della patologia. "L'idrosadenite suppurativa non è una malattia lieve, né marginale: è una patologia infiammatoria cronica, spesso invalidante, che impatta profondamente sulla qualità della vita - ha precisato Damiano Abeni, responsabile dell'Unità di Epidemiologia clinica dell'Istituto dermopatico dell'Immacolata Irccs Roma - L'inserimento nei Lea al solo terzo stadio è un primo passo importante, ma non basta. E' necessario riconoscere l'Hs in tutte le sue forme cliniche e garantire un accesso equo a diagnosi tempestive e trattamenti efficaci. Solo così possiamo assicurare un reale cambiamento nella vita dei pazienti".
Uno degli aspetti più critici riguarda l'impatto sociale ed economico della malattia. Più del 60% dei pazienti riferisce difficoltà nella continuità lavorativa, e circa il 40% ha dovuto modificare o interrompere il proprio percorso professionale. Questo impone un urgente intervento delle istituzioni per garantire tutele sociali adeguate e ridurre il peso delle spese legate alla gestione della malattia, che gravano in modo significativo sulle famiglie. Testimonia Giusi Pintori, direttrice dell'associazione Passion People: "Sono ogni giorno accanto a persone che convivono con l'Hs, una malattia cronica, dolorosa e spesso invisibile. Servono cure tempestive, ascolto reale e piena dignità. Chiediamo con forza l'inserimento dell'Hs nel Pnc e il riconoscimento del ruolo attivo della nostra associazione nei processi decisionali. Solo così si costruisce una risposta giusta, equa e davvero efficace".
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