(Adnkronos) - A quanto si apprende, questa mattina, intorno alle 7.30, un operaio della ditta Lazio Servizi Srl, incaricata dei lavori da Quick Turn Engine Center Europe Srl, azienda che si occupa di interventi su motori aeronautici, è morto per un incidente sul lavoro che si è verificato presso l'officina, gestita da diversi anni dalla stessa società, situata nelle vicinanze del varco numero 5 dell’aeroporto di Fiumicino.
Le condizioni sono apparse subito gravi e, nonostante il tempestivo intervento dell’elisoccorso e dell’ambulanza, per l’operaio non c’è stato nulla da fare. Sul posto la magistratura per i primi accertamenti sulla dinamica dell’incidente.
Leggi tutto: Fiumicino, incidente sul lavoro in aeroporto: morto un operaio
(Adnkronos) - Utile netto nel primo semestre del 2025 ha raggiunto 1,2 miliardi di euro, con una crescita del 14% anno su anno (572 milioni nel secondo trimestre del 2025, con una crescita del 9,1% anno su anno).E' quanto emerge dai risultati diffusi dal gruppo. (Video)
Le attività finanziarie investite (afi) dei clienti del gruppo Poste italiane hanno raggiunto 600 miliardi, in crescita di 9 miliardi da dicembre 2024. La posizione patrimoniale solida: total capital ratio di bancoposta pari al 22,7% (di cui cet1 ratio pari al 19,5%), leverage ratio pari al 3,1% e solvency ii ratio del gruppo assicurativo poste vita pari al 315%.
Leggi tutto: Poste, utile netto 1,2 mld in primo semestre,+14% su anno
(Adnkronos) - Un ultraleggero è precipitato ad Azzano Mella, Brescia, e ha preso fuoco. Le due persone che viaggiavano a bordo del velivolo sono morte. Al momento non si conoscono le generalità delle vittime. L'incidente è avvenuto sul raccordo Corda Molle, che collega l'autostrada A4 all'A21.
Sul luogo dell'impatto sono stati valutati anche due automobilisti in transito, che con i rispettivi veicoli hanno attraversato le fiamme provocate dall'ultraleggero. Si tratta di un 56enne, apparentemente illeso e trasportato in codice verde all'ospedale Poliambulanza di Brescia e di un 59enne. Sul posto sono intervenuti l'elisoccorso, un'auto infermieristica, un'ambulanza, i vigili del fuoco e le forze dell'ordine.
Leggi tutto: Brescia, ultraleggero precipita su raccordo autostradale: due morti
(Adnkronos) - Ricavi record per Poste italiane nei primi sei mesi del 2025, in crescita del 5% anno su anno e pari a 6,5 miliardi di euro, con il contributo di tutte le aree di business. E' quanto emerge dai risultati diffusi dal gruppo.
Nel segmento corrispondenza, pacchi e distribuzione, i ricavi del gruppo Poste italiane del primo semestre del 2025 raggiungono 1,9 miliardi di euro, con una crescita del 1,1% anno su anno (960 milioni nel secondo trimestre del 2025, con una crescita del 0,7% anno su anno). I ricavi dei servizi finanziari nel 1° semestre ammontano a 2,8 miliardi, +5,7% anno su anno ( 1,4 miliardi nel secondo trimestre, +5,8% anno su anno). I ricavi dei servizi assicurativi nel primo semestre si attestano a 906 milioni, +9,5% anno su anno (464 milioni nel secondo trimestre del 2025, + 8% anno su anno). I ricavi dei servizi Postepay nel primo semestre del 2025 ammontano a 802 milioni, con una crescita del 5,4% anno su anno ( 404 milioni nel secondo trimestre del 2025, con una crescita del 5,7% anno su anno).
E ancora nel primo semestre, i costi totali ammontano a 5,3 miliardi, in crescita del 3,9% anno su anno ( 2,6 miliardi nel secondo trimestre del 2025, in crescita del 3,3% anno su anno). Nel dettaglio, i costi ordinari del personale nel 1° semestre del 2025 si attestano a 2,9 miliardi, in crescita del 3% anno su anno (1,4 mld nel 2° trimestre, + 3,4% anno su anno); i costi non-hr raggiungono 2,3 miliardi, +5,6% anno su anno, nel primo semestre del 2025, (1,1 miliardi nel secondo trimestre del 2025, +6% anno su anno). Nel primo semestre, il risultato operativo (ebit) adjusted ha raggiunto 1,7 miliardi, con una crescita del 11,5% anno su anno ( 864 milioni nel 2° trimestre del 2025, +10,4% anno su anno), grazie a maggiori ricavi e alla continua attività di razionalizzazione dei costi.
Leggi tutto: Poste, ricavi record a 6,5 mld in primi 6 mesi +5% su anno
(Adnkronos) - È partito l'assalto al numero uno del mondo. Mentre Jannik Sinner si gode le meritate vacanze dopo il trionfo di Wimbledon, dove ha battuto in finale il campione in carica Carlos Alcaraz, i suoi rivali si continuano ad allenare per colmare un gap che, con il passare del tempo, sembra sempre più evidente. Non solo lo spagnolo, attualmente al secondo posto del ranking Atp con 3430 punti di distanza dall'altoatesino, alcuni dei tennisti della top ten stanno lavorando per raggiungere il livello di Sinner, anche attraverso alcuni cambiamenti nel proprio staff. È il caso di Holger Rune e Alexander Zverev.
Il tennista danese ha annunciato nei giorni scorsi importanti cambiamenti nel suo team. Rune, 22 anni e numero otto del mondo, ha accolto l'ex preparatore atletico proprio di Sinner, da cui si è separato alla vigilia di Wimbledon, e di Djokovic, Marco Panichi. Ma non solo. Holger ha completato il suo nuovo team con Andre Agassi, ex tennista statunitense che in carriera ha vinto 60 titoli Atp di cui otto Slam. L'ingaggio di Agassi è una chiara dichiarazione d'intenti, che Rune ha spiegato così: "Io voglio diventare il numero uno del mondo, e Andre può aiutarmi. La differenza con Sinner e Alcaraz non è abissale", ha detto ai canali Atp.
Cambiamenti in vista anche per Alexander Zverev. Il tennista tedesco ricopre al momento la terza posizione del ranking, dopo essere stato, nel corso dell'anno numero due per poi essere scavalcato da Alcaraz, complice una prima parte di stagione deludente. Dopo la finale raggiunta agli Australian Open, persa contro Sinner, Zverev ha incanalato una serie di risultati negativi, culminati nell'eliminazione al primo turno di WImbledon per mano del francese Arthur Rinderknech.
E così Zverev, per provare a dare una scossa alla sua stagione, è volato in Spagna per allenarsi nell'Accademia di Nadal. A seguirlo ora c'è lo zio di Rafa, Toni, che secondo indiscrezioni riportate dai media tedeschi sarebbe sul punto di diventare nuovo allenatore. Negli ultimi anni Zverev è stato seguito prima dal padre e poi dal fratello, anche lui ex tennista, Mischa, ma ora l'intenzione è quella di alzare il livello. A Maiorca, per seguire il suo allenamento, si è visto anche Rafa Nadal, che gli ha regalato qualche consiglio prezioso e dato qualche indicazione. Sinner è avvertito.
Leggi tutto: Panichi e Agassi con Rune, Zverev da Nadal: le 'mosse' dei rivali di Sinner
(Adnkronos) - Piccolo imprevisto per Alessandra Amoroso. La cantante, in dolce attesa, ha dovuto interrompere il suo concerto a causa dei calci della piccola Penelope, la bimba che porta in grembo. Il video diventato virale sui social mostra il tenero momento in cui la cantante si siede al centro del palco e sorridendo spiega al suo pubblico il motivo della pausa.
È successo durante il concerto ad Asti. “Devo svelare quello che succede, altrimenti chissà che pensa la gente. Quando canto non la sento mai, col mio movimento è come se la cullassi quando canto”, spiega Alessandra Amoroso mentre si accarezza il pancione.
“Ora ho messo la mano sulla pancia e mi ha dato una botta, ho perso il filo per questo motivo due volte”, ha aggiunto divertita, tra gli applausi del pubblico, prima di proseguire con il suo show.
A settembre Alessandra Amoroso diventerà mamma per la prima volta. La cantante di Galatina aveva annunciato la gravidanza con un post condiviso su Instagram lo scorso 17 marzo. Una foto in bianco e nero in cui si vede il compagno, Valerio Pastone, baciarle il ventre. "Un dono meraviglioso sta crescendo dentro di me, si agita, saluta e saltella… e sta già meravigliosamente scombussolando le nostre vite!", aveva scritto Alessandra Amoroso.
La cantante aveva annunciato anche il nome: "Ti amiamo già Penny (diminutivo di Penelope, ndr), non vediamo l’ora di averti tra le nostre braccia".
Leggi tutto: Alessandra Amoroso interrotta da Penny... la figlia scalcia e ferma il concerto
(Adnkronos) - "Mio nipote è disperato. Mi ha detto: 'Fai tutto ciò che puoi, ma fammi uscire. Qui è un inferno'". A dirlo all'Adnkronos è Lucia Vitale, zia di Gaetano Mirabella Costa, uno dei due italiani rinchiusi ad Alligator Alcatraz, il centro per migranti irregolari nelle paludi della Florida.
Quarantacinque anni, originario di Fiumefreddo di Sicilia (Catania) e da una decina di anni negli Stati Uniti, Costa da sabato 12 luglio è rinchiuso nella struttura carceraria voluta dall'amministrazione Trump nella Contea di Miami-Dade. "Il 3 gennaio scorso all'uscita da un supermercato - racconta la zia - lo hanno fermato 6 o 7 pattuglie della Polizia con i cani antidroga. Gli hanno trovato due spinelli e lo hanno arrestato per detenzione di droga". Il 45enne viene portato in carcere nella Contea di Marion. Un'accusa, il possesso di sostanze stupefacenti, che si aggiunge a quella per un'aggressione a un 65enne avvenuta nell'estate dello scorso anno.
"Mio nipote non ha aggredito nessuno, si è solo difeso e nel farlo ha colpito quell'uomo. Erano in tre contro di lui", dice adesso la zia. Lo scorso 9 luglio l'udienza che avrebbe dovuto portare alla sua scarcerazione dopo sei mesi di reclusione. "Per il giudice il caso era chiuso - racconta ancora la zia - ma il procuratore generale si è opposto alla scarcerazione, sostenendo che Gaetano doveva essere trattenuto perché l'Ice, gli ufficiali federali che si occupano di immigrazione negli Stati Uniti, lo avrebbe portato in un centro per migranti. E così è finito ad Alligator Alcatraz. Ci è finito perché dicono che i suoi documenti non sono in regola, ma non è così. Aveva un'estensione del permesso di soggiorno sino a dicembre. Il 10 luglio, all'indomani della sua scarcerazione, alle 9.30 avevamo un appuntamento al Consolato di Miami per rinnovare il suo passaporto e alle 19.30 sarebbe partito per l'Italia".
Nel centro di detenzione creato in un aeroporto dismesso nelle paludi delle Everglades, in mezzo a foreste di mangrovie, tra rettili, serpenti velenosi e alligatori, Mirabella Costa sarebbe stato condotto incatenato. "Lo hanno portato con le catene alle braccia e ai piedi, come fosse un assassino - denuncia la zia -. In nove giorni ha potuto fare la doccia solo tre volte e per andare in bagno deve chiedere il permesso. I bagni non hanno porte, per avere un po' di privacy bisogna coprirsi con un lenzuolo o con una tovaglia. Da tre giorni mio nipote sta male, ieri aveva la febbre ma non gli hanno dato nessun farmaco. Sono una trentina in una tenda e per letto ha una brandina. 'Qui è un inferno, siamo trattati come animali. Aiutami a uscire', mi ha detto. E' molto abbattuto". Un appello che Lucia Vitale adesso rende pubblico perché il nipote sia tirato fuori da Alligator Alcatraz. Al più presto. (di Rossana Lo Castro)
(Adnkronos) - Una nuova forma di diabete è stata scoperta nell'Africa subsahariana nei bambini e nei giovani. Lo studio che l'ha portata alla luce, definito come il più ampio del genere mai condotto nella regione, mette in discussione le conoscenze attuali sul diabete giovanile e le terapie per curarlo: 2 persone su 3 coinvolte nella ricerca, alle quali è stato diagnosticato il diabete di tipo 1, in realtà soffrono di una malattia diversa. In altre parole, al momento stanno ricevendo cure che potrebbero essere sbagliate o non ottimali per controllare la loro condizione. I risultati, destinati a cambiare la storia della medicina, sono pubblicati su 'The Lancet Diabetes & Endocrinology'. Il lavoro è finanziato dal National Institute for Health and Care Research (Nihr) britannico, condotto da scienziati dell'università di Yaoundé (Camerun), dell'Mrc/Uvri - Unità di ricerca Uganda della London School of Hygiene and Tropical Medicine, dell'università del Witwatersrand (Sudafrica) e dell'università di Exeter (Uk).
Più di 9 milioni di persone nel mondo sono affette dal diabete di tipo 1, una malattia cronica in cui il sistema immunitario attacca e distrugge le cellule del pancreas che producono insulina, ricordano gli autori. Questo ormone controlla la glicemia e i pazienti devono iniettarselo a vita per sopperire alla carenza ed evitare complicazioni gravi o addirittura mortali. In alcune aree dell'Africa i medici sospettavano da tempo che alcuni bambini con diagnosi di diabete 1 non corrispondessero esattamente al profilo standard del 'paziente tipo'. Ad esempio, racconta Jean Claude Katte dell'università di Exeter e dell'Exeter Nihr Biomedical Research Centre, "ci siamo sempre chiesti perché molti giovani a cui è stato diagnosticato il diabete 1 riescano a sopravvivere senza insulina, almeno per un certo periodo". Nel classico diabete 1 "è una cosa insolita". Ora "questi nuovi risultati confermano il nostro sospetto di lunga data".
Lo studio, denominato Yoda (Young-Onset Diabetes in Sub-Saharan Africa), ha coinvolto quasi 900 partecipanti in Camerun, Uganda e Sudafrica. A tutti era stato diagnosticato il diabete di tipo 1 prima dei 30 anni. Gli scienziati hanno dimostrato che "circa il 65% non aveva gli anticorpi tipicamente presenti nel diabete autoimmune", quelli che indicano un auto-attacco del sistema immunitario contro il pancreas, "né prove di predisposizione genetica al diabete 1". Inoltre, "questi pazienti non presentavano caratteristiche compatibili con altre forme note di diabete, come il diabete di tipo 2 e il diabete correlato alla malnutrizione". Sembrano dunque soffrire di "un nuovo sottotipo non autoimmune" di diabete, "non incluso nelle attuali classificazioni globali".
Per capire se il 'nuovo diabete' esistesse anche fuori dall'Africa, il team ha analizzato oltre 3mila bambini di uno studio Usa (Search for Diabetes in Youth): "Il sottotipo è stato riscontrato in un piccolo numero di bimbi afroamericani", ma "era assente nei partecipanti bianchi, il che suggerisce fattori ambientali o ancestrali" all'origine della malattia, ipotizzano i ricercatori.
Per gli autori "la scoperta evidenzia una lacuna importante nella ricerca globale sul diabete". Finora, infatti, "la maggior parte degli studi si è concentrata sulle popolazioni occidentali bianche, trascurando la diversità regionale e genetica nella presenza di malattia". Il prossimo passo, anticipa Katte, sarà "indagare sulle possibili cause" della forma di diabete identificata, "che vanno dalle infezioni ai fattori nutrizionali, alle tossine ambientali. Se riusciamo a individuare la causa, potremmo essere in grado di prevenire nuovi casi e trovare nuove terapie".
"Questi risultati sono un campanello d'allarme - afferma Moffat Nyirenda, direttore Medical Research Council/Uganda Virus Research Institute (Mrc/Uvri) e Unità ricerca Uganda della London School of Hygiene and Tropical Medicine (Lshtm) -. Sfidano le nostre convinzioni sul diabete di tipo 1 e dimostrano che la malattia può presentarsi in modo diverso nei bambini e negli adolescenti africani. Dobbiamo urgentemente approfondire le nostre ricerche sui fattori biologici e ambientali che determinano questa forma di diabete, e garantire che i nostri approcci diagnostici e terapeutici siano adatti alle esigenze del contesto africano". Stesso appello da Eugene Sobngwi, direttore della Health Care Organisation and Technology presso il ministero per la Salute pubblica del Camerun e ricercatore senior sul diabete: "Dobbiamo investire in una ricerca specifica per il contesto" geografico. "Altrimenti - avverte - rischiamo di diagnosticare e trattare in modo errato milioni di persone".
(Adnkronos) - Muscoli d'acciaio come Iron Man. Stefano Accorsi, a 54 anni, mostra un fisico invidiabile, degno di un supereroe. La spinta al cambiamento è arrivata proprio da esigenze professionali, ma la trasformazione è frutto di anni di lavoro costante, dedizione e allenamenti seguiti da un coach, “che è anche un amico”, ha rivelato l’attore.
"Il film che ho appena finito mi ha permesso di allenarmi in un modo diverso e di cambiare completamente le mie abitudini", ha raccontato Accorsi, a corredo di uno scatto che lo ritrae in costume, sotto la luce del sole, rivelando i risultati di un lungo percorso di trasformazione fisica.
"Abbiamo lavorato insieme per la preparazione fisica di questo progetto. È stato un percorso ricco di sorprese", ha spiegato. Oggi Stefano dice di aver cambiato completamento stile di vita: "Adoro svegliarmi presto e godermi i primi raggi del sole, il silenzio che c’è. E poi fare sport all’aria aperta".
Immediata la reazione dei fan e colleghi. Tra questi spicca quello di Federico Zampaglione, leader dei Tiromancino: "Fratello mio, sei pronto per Iron Man". E tra i tanti complimenti c’è chi scrive: "Stefano Accorsi è come il vino, più invecchia, più...".
Leggi tutto: Stefano Accorsi, 54 anni e fisico scolpito: la trasformazione da Iron Man
(Adnkronos) - Pesava appena 32 kg, Aisha, quando, lo scorso maggio, è sbarcata da sola sull’isola di Lampedusa. Non si reggeva in piedi. Aveva le gambe piegate. Ed era incinta, al sesto mese di gravidanza. A prendersi cura di lei sono stati, fin dal primo istante, i medici e gli infermieri dell’Asp di Palermo che lavorano al Poliambulatorio dell'isola. Lei, Aisha (il nome è di fantasia ndr) non parlava con nessuno. Appoggiava solo le mani sul pancino, come se volesse proteggere la creatura che portava in grembo. Sono passati due mesi da allora e oggi Aisha sta decisamente meglio, anche se ancora non riesce ad alzarsi. A metà luglio ha partorito una bellissima bambina. E adesso madre e figlia stanno bene. Aisha ha ripreso qualche kg, anche se è ancora molto sottopeso. Ma, soprattutto, riesce a muovere un po’ meglio le gambe. Non si separa mai dalla sua bimba. A raccontare all’Adnkronos questa storia di resilienza, di coraggio, di forza è il dottor Giuseppe Canzone, direttore del Dipartimento salute famiglia dell’Asp di Palermo e del reparto di Ginecologia dell’ospedale di Termini Imerese. Periodicamente va a Lampedusa, dove presta servizio al Poliambulatorio, insieme con la sua equipe. “Quando l’abbiamo vista non credevano ai nostri occhi. Era uno scricciolo di appena 32 kg, piegata in due perché non riusciva a stare in piedi e incinta di sei mesi. Non parlava, era spaventata e si teneva il pancino”, racconta mentre si commuove. E non fa niente per nasconderlo. Accanto a lui ci sono il direttore sanitario Asp Antonino Levita e le ostetriche Valentina Dilisi e Caterina Catalano.
Aisha è arrivata a Lampedusa il 13 maggio “in condizioni molto critiche, disidrata, appena pesava 31 kg ed era in stato di gravidanza- racconta ancora Canzone - L’abbiamo trasferita subito in elisoccorso presso le nostre strutture a Palermo. In principio era ricoverata all’ospedale Ingrassia, in Ostetricia, dove era stata stabilizzata in alcune settimane”. “La ragazza era alla 27esima settimana di gravidanza- dice- Successivamente l’abbiamo presa in carico presso le nostre strutture fisioterapiche. Con la partecipazione e l’assistenza sociale, fisiatrica”.
“L’abbiamo portata a 37 settimane di gravidanza – dice ancora Canzone - Nel corso di questi mesi la ragazza ha recuperato 5 kg adesso pesa poco meno di 36 kg”. A metà luglio “il taglio cesareo, perché non sta ancora distesa, così è nata una bambina 2.180 grammi- racconta - stanno bene mamma e bambina. La mamma ha iniziato anche ad allattare. Abbiamo ancora in carico mamma e neonata, assistite dalle ostetriche, ancora avrà bisogno di aiuto”.
Aisha è arrivata da sola a Lampedusa. Non parla. Neanche adesso. Nonostante i mediatori linguistici. Con ogni probabilità è stata vittima di uno stupro in Libia, mentre era sequestrata. Come accade a buona parte delle giovani donne che lasciano la Libia per arrivare in barca in Europa. “E’ da sola – racconta Canzone - Ha appena 18 anni, è molto traumatizzata. E’ stato difficile anche entrare in contatto con lei. Ha rifiutato per lungo tempo anche ad alimentarsi, siamo stati aiutati dai mediatori culturali. Con il tempo ha iniziato a fidarsi”. Secondo il medico la ragazza “era legata in Libia, ha una posizione accovacciata da cui non riesce a sollevarsi. Siamo riusciti a risolvere un deficit del 60 per cento ma ha ancora una mancata flessione delle gambe e delle ginocchia. Immaginiamo che abbia subito una tortura, ma non ce lo ha detto”.
E adesso è scattata una gara di solidarietà per la ragazza e la sua bimba. Che ora sono ricoverata in un ospedale a Palermo per seguire il percorso di riabilitazione e cura. “Noi le stiamo vicini, c’è tutto il volontariato coinvolto, abbiamo comprato i vestitini, vogliamo dare tutto quello che le serve- dice Canzone -la nostra speranza è che possa tornare a camminare, nelle more si sta prendendo cura della bambina”, dice Canzone. (di Elvira Terranova)
Leggi tutto: Storia di Aisha, arrivata a Lampedusa a 32 kg e incinta
Pagina 351 di 1236