(Adnkronos) - Lutto nel mondo della musica. E' morto oggi, martedì 22 luglio, il cantante Ozzy Osbourne, storica voce dei Black Sabbath. Aveva 76 anni.
La famiglia ha diffuso una nota, spiegando che il decesso è avvenuto stamattina: "È con una tristezza che le parole non possono esprimere che dobbiamo annunciare che il nostro amato Ozzy Osbourne è mancato questa mattina. Era con la sua famiglia, circondato dall'amore. Chiediamo a tutti di rispettare la nostra privacy in questo momento".
A Osbourne era stato diagnosticato il morbo di Parkinson nel 2019. Solo un paio di settimane fa, si era esibito nella città natale di Birmingham per lo show d'addio dei Black Sabbath.
Se ne è andato con un inchino il figlio 'maledetto' più famoso di Birmingham. Ozzy Osbourne, 'The Prince Of Darkness', l’icona vivente del rock, il 'padrino del metal', che per oltre mezzo secolo ha urlato in faccia al mondo la sua follia e il suo genio senza batter ciglio.
Al secolo John Michael Osbourne, nato il 3 dicembre del 1948 in un sobborgo operaio dell’Inghilterra postbellica, Ozzy cresce in mezzo alle ristrettezze e alla noia. Quarto di sei figli (due fratelli: Paul e Tony; tre sorelle: Jean, Iris e Gillian), le sue condizioni familiari sono disagiate e ha problemi di linguaggio, essendo dislessico e balbuziente. Ma è dal disagio che germoglia il seme di una rivoluzione. Abbandonata la scuola, all'età di quindici anni comincia a praticare vari lavori: operaio edile di cantiere, idraulico, attrezzista, operaio in una fabbrica di auto e macellaio presso un mattatoio, ma non si sente portato per questi mestieri. E così, insieme a Tony Iommi (uno dei compagni di scuola che più detestava), Geezer Butler e Bill Ward fonda i Polka Tulk Blues Band che in futuro, dopo alcuni cambi di nome e di membri, si danno il nome di Black Sabbath, dal titolo americano del film di Mario Bava 'I tre volti della paura'.
Con loro scrive pagine leggendarie dell’heavy metal: 'Paranoid', 'War Pigs', 'Iron Man'. Suoni oscuri, riff inquietanti e testi che parlano di guerra, alienazione, incubi e stregoneria. Il 13 febbraio 1970, con l’omonimo album d’esordio, nasce il metal. E Ozzy ne diventa la voce più iconica. Il successo arriva a braccetto con i demoni. Ozzy li abbraccia e non si tira indietro. Diventa l’incarnazione stessa dell’eccesso: alcol, Lsd, cocaina, la sua vita è un trip continuo. Famosa è l’aneddotica, leggendaria la follia. Sniffa formiche sul marciapiede in tour con i Mötley Crüe (insieme a Nikki Sixx, in una delle sfide tossiche più assurde della storia del rock), morde la testa a un pipistrello lanciato sul palco, scambiandolo per un pupazzo (spoiler: non lo era). Scene al limite tra l’horror e il surreale che ne fanno un’icona pop prima ancora che Mtv lo consacri con The Osbournes, la prima rock-reality serie del piccolo schermo.
Cacciato dai Sabbath nel 1979 per abuso di sostanze, Ozzy colto da psicosi maniaco-depressiva, si rinchiude in una stanza d'albergo a Los Angeles e rimane lì per poco meno di un anno a bere e drogarsi, disperato per la fine della sua avventura con la band, riducendosi l'ombra di se stesso. Ripresosi, Ozzy, con il supporto della futura moglie Sharon Arden, figlia di Don, manager dei Black Sabbath, decide di formare nuovamente un progetto solista. Con lui, un giovane chitarrista destinato a diventare leggenda, Randy Rhoads. 'Blizzard of Ozz' e 'Diary of a Madman' rilanciano la sua carriera. La voce graffiante, i testi gotici e deliranti, lo stile inconfondibile lo impongono come uno dei più grandi frontman della storia. Anche dopo la tragica morte di Rhoads, scomparso prematuramente a 25 anni in un incidente aereo, Ozzy continua a incidere album fondamentali come 'No More Tears' e 'Ozzmosis', portando con sé una generazione di fan e un altro mitico chitarrista, Zakk Wylde. "Non mi sento davvero di essere il padre del metal o del rock, semmai più un fratello maggiore" dirà in più di un'occasione Ozzy ma quanto a musica e carisma come lui non ce n'è.
Nel 2011 circola la notizia di una reunion di Ozzy con i Black Sabbath nella formazione originaria. Dopo le smentite da parte di Tony Iommi e indiscrezioni varie, l'11 novembre 2011 alle 11.11 viene annunciata la notizia della riunione al Whiskey Go Go di Los Angeles, dove si tiene una lunga conferenza stampa sull'evento che annuncia la realizzazione di un nuovo album del gruppo, e le date del tour mondiale previste nel 2012, sebbene in seguito abbiano subito cambiamenti: il 9 gennaio 2012 viene diagnosticato a Tony Iommi un linfoma nello stadio iniziale che compromette il normale svolgimento del tour. Vengono cancellate le date europee della formazione originale dei Black Sabbath, e al loro posto si esibiscono gli 'Ozzy & friends', con Ozzy, Zakk Wylde, Rob 'Blasko' Nicholson, Gus G., Geezer Butler, Adam Wakeman, Tommy Clufetos e Slash. Nel 2013 i Black Sabbath pubblicano '13', il primo album con Ozzy Osbourne alla voce, dai tempi di 'Never Say Die'.
Nella vita privata, il caos è solo leggermente più contenuto. Il matrimonio con Sharon Arden, sua manager e regina della sua rinascita commerciale, è una saga rock. Insieme crescono tre figli - Aimée Rachel (1983), la più schiva e riservata, la celebre Kelly (1984), a sua volta legata sentimentalmente a un’altra leggenda del metal, Sid Wilson degli Slipknot, e Jack (1985) - e si trasformano in famiglia disfunzionale e iconica grazie a Mtv. Ma alle risate subentra il dolore. Le ricadute, le rehab, i tentativi di suicidio, le confessioni pubbliche. Negli ultimi anni il 'Principe delle Tenebre' ha dovuto piegarsi. Il morbo di Parkinson, diagnosticato nel 2020, e altri problemi di salute lo costringono ad annullare tour e a fare i conti con la propria mortalità. Nonostante ciò, pubblica due album eccellenti ('Ordinary Man' e 'Patient Number 9') che suonano come lettere d’amore e di addio. In mezzo, la pandemia, la convalescenza, l’attesa di un ultimo ritorno.
Quel ritorno arriva il 5 luglio 2025 con ‘Back to the Beginning’, evento già passato agli annali del rock. La sua Birmingham accoglie il concerto d’addio dei Black Sabbath riuniti, per l’ultima volta, là dove tutto è cominciato. Un cerchio che si chiude tra le fiamme e le lacrime. Ozzy canta seduto su un trono, regge il microfono a fatica, ma la voce - straziante e inconfondibile - c’è ancora. L’ultima 'Iron Man', l’ultima 'Paranoid' e poi una sanding ovation da parte del mondo del metal e non solo tra i fortunati presenti e chi segue in streaming la maratona metal, con i nomi eccellenti sul palco a rendergli l'ultimo omaggio, tra cui Metallica, Tool e Gojira. Con Ozzy Osbourne se ne va l’incubo più dolce del rock’n’roll. Un performer 'larger than life' come dicono gli americani, che ha vissuto mille vite, sfidato la morte infinite volte, regalando sempre la verità più nuda e cruda: “Finché ci saranno ragazzi che avranno bisogno di sfogare la loro rabbia, l'heavy metal sopravviverà”. (di Federica Mochi)
Leggi tutto: Morto Ozzy Osbourne, la leggenda dell'Heavy Metal aveva 76 anni
(Adnkronos) - Il governo ha mantenuto "un altro impegno preso con gli italiani, ovvero quello di scrivere un nuovo piano carceri". E' quanto ha detto in un videomessaggio oggi, martedì 22 luglio, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Un piano, aggiunge, che ci consente di "ristrutturare e ampliare le strutture esistenti, realizzarne di nuove e valorizzare quegli immobili storici che non sono più adatti a ospitare un carcere".
"Oggi in Consiglio dei Ministri abbiamo varato un piano straordinario di interventi che ci farà avere, con opere in cantiere già oggi, con il termine dei lavori al 2027, circa 10.000 nuovi posti detentivi con un investimento complessivo di oltre 750 milioni di euro. Stiamo lavorando per aggiungere altri 5.000 posti in modo da colmare l'intero divario che c'è tra le presenze e i posti disponibili", spiega la premier.
"In altre parole", rimarca Meloni, "in passato si adeguavano i reati al numero dei posti disponibili nei carceri. Noi riteniamo, viceversa, che uno Stato giusto debba adeguare la capienza delle carceri al numero di persone che devono scontare una pena. Quindi, finalmente, certezza della pena".
Leggi tutto: Meloni: "Con nuovo piano carceri finalmente la certezza della pena"
(Adnkronos) - Il governo ha mantenuto "un altro impegno preso con gli italiani, ovvero quello di scrivere un nuovo piano carceri". E' quanto ha detto in un videomessaggio oggi, martedì 22 luglio, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Un piano, aggiunge, che ci consente di "ristrutturare e ampliare le strutture esistenti, realizzarne di nuove e valorizzare quegli immobili storici che non sono più adatti a ospitare un carcere".
"Oggi in Consiglio dei Ministri abbiamo varato un piano straordinario di interventi che ci farà avere, con opere in cantiere già oggi, con il termine dei lavori al 2027, circa 10.000 nuovi posti detentivi con un investimento complessivo di oltre 750 milioni di euro. Stiamo lavorando per aggiungere altri 5.000 posti in modo da colmare l'intero divario che c'è tra le presenze e i posti disponibili", spiega la premier.
"In altre parole", rimarca Meloni, "in passato si adeguavano i reati al numero dei posti disponibili nei carceri. Noi riteniamo, viceversa, che uno Stato giusto debba adeguare la capienza delle carceri al numero di persone che devono scontare una pena. Quindi, finalmente, certezza della pena".
''Abbiamo portato in Cdm una serie di provvedimenti volti ad affrontare il problema del sovraffollamento carcerario, la cui soluzione per noi è una priorità ma quello del sovraffollamento è un problema che non può essere risolto con la bacchetta magica ma che necessita interventi strutturali'' ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio. ''Abbiamo iniziato una prima metà di interventi in due direzioni, una è l'aumento delle strutture carcerarie, quindi un aumento dei posti disponibili. Poi siamo intervenuti in altri due settori: la prima riguarda i tossicodipendenti per i quali è prevista una detenzione differenziata al di fuori dei carcere e la seconda relativa all'accelerazione delle procedure per chi ha diritto alla liberazione anticipata''.
Se consideriamo che i ''detenuti oggi sono 61.861 e il 31,93 % è affetto da dipendenza da sostanze stupefacenti o alcoliche. Facendo dei conti a spanne, anche ammesso che una buona parte di questi rientri tra quelli che hanno commesso reati ostativi che un'altra non voglia partecipare ai programmi di recupero ma se solo un terzo partecipasse avremmo già una diminuzione più che sensibile: forse anche 10mila tossicodipendenti a detenzione differenziata sarebbe una riduzione sensibile del sovraffollamento carcerario''.
Parlando della ''detenzione domiciliare per il recupero dei tossicodipendenti o alcol dipendenti'' Nordio ha poi sottolineato che ''la parola d'ordine di questo provvedimento non è sfoltimento carcerario, ma recupero dei tossicodipendenti, una buona parte dei quali sono effettivamente delle persone da curare più che dei criminali da punire ma nello stesso tempo hanno commesso dei reati di un certo allarme sociale e quindi il loro reato non può prescindere da un controllo e da un mantenimento della sicurezza''.
''Questo si ottiene attraverso una detenzione differenziata rispetto al carcere fatta in strutture certificate, verificate e quindi credibili di comunità - continua Nordio - La condizione per questo trattamento è non soltanto quella della richiesta del detenuto di partecipare a questi programmi ma anche quella di non aver commesso reati di una certa gravità''. ''Queste disposizioni favorevoli non si applicano a quelli che hanno commesso reati particolarmente odiosi dallo stupro alle rapine a mano armata - ha precisato -. Riguarda quindi persone che hanno commesso reati minori per i quali molte persone sono in carcere, furti scippi, piccole rapine che sono stati commessi in relazione alla condizione di tossicodipendenza''.
"Più carceri per ospitare i delinquenti e riforma della Giustizia per offrire più garanzia ed efficienza ai cittadini" dice il vicepremier e Ministro dei Trasporti Matteo Salvini. "Il Cdm ha approvato il piano di interventi per ristrutturare e ingrandire gli istituti penitenziari (con 335 milioni del mio Ministero), mentre il Senato ha approvato una riforma storica che prevede anche la separazione delle carriere. Gli italiani ci hanno votato anche per questo. E noi passiamo dalle parole ai fatti".
Leggi tutto: Piano carceri, ok dal Cdm: Meloni: "Finalmente la certezza della pena"
(Adnkronos) - Il candidato presidente della regione Marche del centrosinistra Matteo Ricci oggi, martedì 22 luglio, in un video sui social annuncia: "Sorprendentemente questa mattina ho ricevuto un avviso di garanzia sulla vicenda annosa degli affidi dei murales che è ormai sulla stampa da un anno". "Sono sorpreso perché io in vita mia, in 15 anni d'amministrazione, non mi sono mai occupato di affidamenti pubblici, mi sono fidato ciecamente dei miei dirigenti e dei miei collaboratori come in queste in caso" sottolinea l'ex sindaco di Pesaro.
"L'ho ripetuto per mesi e lo ripeterò anche al procuratore e fra l'altro l'accusa è curiosa perché io non avrei ottenuto nessuna utilità patrimoniale ma in termini di consenso politico. Sono sereno nel merito però anche molto amareggiato e molto arrabbiato. Questa cosa arriva il giorno dopo la convocazione delle elezioni, dopo un anno di indagini... io comunque sono fiducioso nel lavoro della magistratura. Sono convinto che smonteremo subito queste accuse".
"Quindi tanta amarezza e tanta rabbia ma anche tanta serenità perché nel merito sono completamente estraneo ai fatti, non me ne sono mai occupati e lo chiarirò presto con il procuratore" conclude.
Leggi tutto: Marche, candidato centrosinistra Matteo Ricci indagato: "Sereno, io estraneo ai fatti"
(Adnkronos) - I campioni d'Italia in carica del Napoli perdono 2-0 con l'Arezzo, club di Serie C, in un match amichevole disputato a Dimaro dove gli azzurri sono in ritiro precampionato. A decidere la partita il calcio di rigore trasformato da Pattarello al 38' e il gol di Varela al 90'.
Leggi tutto: Napoli-Arezzo 0-2, campioni d'Italia k.o. in amichevole
(Adnkronos) - Lionel Messi al Como? È questa l'ultima, folle, idea di calciomercato di oggi, martedì 22 luglio, che in queste ore sta facendo sognare i tifosi lombardi. La squadra di Fabregas è stata fin qui tra le squadre più attive del campionato sul mercato, con l'obiettivo di dare al suo allenatore, che ha deciso di rimanere rifiutando le avance dell'Inter, che lo aveva individuato come ideale sostituto di Simone Inzaghi prima di virare su Chivu, anche dopo aver ricevuto ampie garanzie dalla proprietà, la più ricca della Serie A.
La suggestione Messi nasce dopo l'amichevole giocata contro il Lille. Sulle tribune dello stadio Sinigaglia c'era anche Antonela Roccuzzo, moglie proprio del campione argentino, oggi all'Inter Miami, e grande amico di Fabregas. L'allenatore del Como ha risposto così a domanda diretta in conferenza stampa: "Messi al Como? Mai dire mai. Lionel è stato in vacanza a casa mia, era in viaggio per vedere qualche amico. Noi siamo amici da tempo, e così le nostre mogli e i nostri figli. Lui però adesso è negli Stati Uniti".
Leggi tutto: Messi al Como? Fabregas apre al sogno: "Mai dire mai"
(Adnkronos) - Due italiani su cinque rimandano le visite mediche per l’imbarazzo. Nonostante siano in larga maggioranza consapevoli dell’importanza di prendersi cura della propria salute, il 76% dei nostri connazionali ritiene che parlare di alcuni aspetti legati a questo ambito sia ancora un tabù e il 41% ha sperimentato imbarazzo a causa di controlli o visite mediche, un dato che evidenzia un significativo ostacolo per l'accesso alle cure. Tra gli aspetti della salute considerati più difficili o imbarazzanti da affrontare ci sono le evacuazioni intestinali, indicate dal 23% degli intervistati. Sono alcuni dati di una ricerca condotta da Doxa su un campione rappresentativo della popolazione adulta italiana e commissionata da Scottex, marchio di Kimberly-Clark, società leader nei prodotti di largo consumo a livello internazionale, a supporto della partnership con Fondazione Airc per la ricerca sul cancro per sostenere la ricerca sul tumore del colon e sensibilizzare le persone sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce.
"Siamo estremamente orgogliosi di aver stretto questa partnership con Fondazione Airc co-finanziando per due anni un progetto Investigator Grant sul tumore del colon guidato da Giuseppe Bifulco, del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Salerno", commenta Stefania Ghidetti, Head of Marketing Family Care di Kimberly-Clark Italia. "Ci auguriamo inoltre - continua - che il nostro impegno e i nostri sforzi congiunti possano promuovere la sensibilizzazione sui sintomi del cancro del colon sottolineando l'importanza della diagnosi precoce. La nuova campagna ‘Mettiamoci Comodi’ vuole infatti incoraggiare le persone a superare i tabù legati all'uso del bagno”.
Per Chiara Occulti, Chief Marketing & Fundraising Officer di Fondazione Airc, "il nostro primo obiettivo è promuovere presso il grande pubblico una cultura della salute, utilizzando un linguaggio accessibile e positivo per affrontare un tema che, ancora oggi, genera imbarazzo in molti italiani. Allo stesso tempo, grazie all’impegno concreto dell’azienda, possiamo finanziare due annualità di un progetto innovativo dedicato allo studio del tumore del colon, contribuendo così a sostenere la migliore ricerca oncologica nel nostro Paese". In dettaglio, la collaborazione prevede un impegno biennale da parte dell’azienda di 150.000 euro destinato a un progetto di ricerca Investigator Grant sul tumore del colon - affidato a Giuseppe Bifulco dell’Università degli Studi di Salerno - che ha l’obiettivo di andare a bloccare alcuni dei mediatori dell'infiammazione coinvolti nella malattia e mettere a punto molecole attive contro il cancro del colon, per offrire nuove opzioni terapeutiche per questo tipo di tumore.
La partnership si concretizza anche nella campagna di comunicazione di Scottex "Mettiamoci Comodi", che mira a sensibilizzare e incoraggiare le persone a superare i tabù legati all'uso del bagno. Kimberly-Clark darà infine visibilità alla partnership sui prodotti carta igienica a marchio Scottex attraverso la diffusione di 24 milioni di pacchi che raggiungeranno oltre 6 milioni di famiglie. Il tumore del colon retto è una patologia di grande impatto sociale: le stime indicano che nel nostro Paese ogni anno vengono colpite oltre 48.000 persone, facendone il secondo per incidenza tra le donne e la seconda causa in assoluto di morte per cancro.
La ricerca ha evidenziato la necessità di promuovere una maggiore attitudine alla prevenzione da parte degli italiani: il 56% dei rispondenti, infatti, monitora le proprie evacuazioni per motivi di prevenzione solo se nota qualcosa di strano, mentre l’8% trova questa pratica fonte di disagio e il 4% la evita del tutto. Inoltre, ben il 31% degli italiani afferma di avere poche o nessuna conoscenza dei segnali di allarme per la propria salute che possono essere rilevati nelle evacuazioni intestinali.
In generale, in Italia la ricerca rileva ancora un ampio margine di miglioramento in termini di attitudine alla prevenzione medica: solo il 22% degli intervistati, infatti, afferma di sottoporsi regolarmente a controlli medici preventivi in assenza di sintomi, mentre un italiano su due li effettua solo occasionalmente e ben il 10% non si sottopone mai a controlli preventivi. Le donne, col 29%, e le persone di età compresa tra i 55 e i 64 anni, col 31%, risultano più propense ad effettuare controlli regolari, mentre gli uomini si impegnano meno nella prevenzione. L’indagine, di tipo quantitativo, ha utilizzato la metodologia Cawi (Computer-Assisted Web Interviewing). Sono state raccolte un totale di 1.000 interviste, rappresentative della popolazione italiana di età compresa tra i 18 e i 64 anni. Le interviste sono state condotte considerando precise quote di distribuzione per sesso, età, titolo di studio e area geografica. La rilevazione si è svolta dall’11 al 19 giugno.
Leggi tutto: Due italiani su 5 rimandano le visite mediche per l’imbarazzo, campagna Scottex-Airc
(Adnkronos) - "La riforma votata oggi in Senato non fornisce alcuna risposta alle attese di giustizia dei cittadini del nostro paese. Non diminuisce i tempi dei processi. Non risolve i problemi delle carceri. Non agevola l’accesso alla giurisdizione dei soggetti meno abbienti o più deboli. Non irrobustisce le strutture giudiziarie che si occupano di crimine organizzato e corruzione". Lo ha detto all'Adnkronos il Presidente del Tribunale di Palermo Piergiorgio Morosini commentando il voto della riforma della Giustizia al Senato. "Il testo di riforma, di matrice governativa, approdato in parlamento nel maggio del 2024, viene a distanza di oltre un anno approvato senza che sia stata modificata neppure una virgola, nonostante sia in gioco una nuova fisionomia dei rapporti tra politica e magistratura e si adotti una soluzione che rappresenta un unicum nel panorama degli ordinamenti delle democrazie occidentali avanzate", aggiunge Morosini.
E ancora: "Per come concepita la separazione delle carriere, nei fatti già completata dalla riforma Cartabia, lungi dal rafforzare le garanzie per i cittadini pare piuttosto il preludio “ai pm sotto l’esecutivo”, come auspicato dal sottosegretario alla Giustizia", dice Morosini ricordando quanto pubblicato da Il Foglio il 14 marzo scorso. "E i due Consigli superiori separati, privi di competenza sul disciplinare e con membri togati sorteggiati e non più eletti, non sembrano in grado di rappresentare un presidio robusto per l’indipendenza dei magistrati dalle pressioni dei potenti di turno".
Per il Presidente del Tribunale di Palermo Morosini "La posta in gioco avrebbe consigliato maggiori aperture rispetto ai rilievi non solo della magistratura associata ma anche del mondo accademico e di parti dell’avvocatura, dal momento che viviamo in un epoca in cui, oltre i confini nazionali, leader europei e americani, una volta eletti, si ribellano ai vincoli dello Stato di diritto, vissuti come ostacolo all’esercizio delle prerogative di governo. E, talvolta pure con il sostegno di élite tecnocratiche, promuovono una idea del potere inteso come “blocco unico”, che non può prescindere da una magistratura omogenea al potere esecutivo e ai poteri economici. Ossia, tutto quello che rifiuta la nostra Costituzione del 1948".
"Invece, la riforma costituzionale della giustizia sta procedendo a tappe forzate in un clima generale da “resa dei conti”- dice il Presidente del Tribunale - Come hanno rilevato attenti osservatori, il modello approvato ha i caratteri della legislazione “speciale”, posto che in un contesto in cui operano almeno tre giurisdizioni (ordinaria, amministrativa e contabile), con assetti ordinamentali assimilabili, si interviene solo nei confronti della magistratura ordinaria, ossia quella che è stata in prima linea nella difesa della democrazia dal terrorismo, dal crimine organizzato e dalla corruzione sistemica, nonostante le cosiddette “correnti” esistano anche nelle altre magistrature", conclude Piergiorgio Morosini. (di Elvira Terranova)
(Adnkronos) - Dopo Nek, anche Gabriele Corsi alla fine ha detto no, rinunciando a 'Domenica In'. A quanto apprende l'Adnkronos, Mara Venier dunque, salvo sorprese, tornerà sola al comando del programma che l'ha resa la 'signora della domenica'.
La notizia era nell'aria da qualche settimana. A nessuno era passato inosservato il fatto che Venier e Corsi non si fossero presentati al lancio dei palinsesti autunnali a Napoli, a fine giugno, segno che la collaborazione fosse ancora tutta da costruire e che il conduttore, impegnato da anni con contratti a progetto sia su Rai (da Eurovision Song Contest al Primafestival) che sul Nove (dove conduce dal 2022 'Don't forget the lyrics! - Stai sul pezzo!'), non avesse ancora sciolto la riserva.
Leggi tutto: Domenica In, anche Gabriele Corsi si sfila. Venier torna sola al comando?
(Adnkronos) - È più forte Jannik Sinner o Carlos Alcaraz? Questa è la domanda che da tempo divide il mondo del tennis, non solo tifosi e appassionati ma anche giocatori, alcuni dei quali hanno molti pochi peli sulla lingua nel decretare il loro 'preferito' Così è stato per Tallon Griekspoor, tennista olandese numero 31 del mondo, che oggi, martedì 22 luglio, non ha avuto dubbi quando si è trattato di scegliere tra Sinner o Alcaraz.
"Con Sinner sai cosa aspettarti. Lui sa fare tutto e lo fa bene, è sicuramente il migliore in questo momento", ha detto Griekspoor ospite a 'The Changeover Podcast', "Jannik però non ha le stesse capacità e il gioco a rete di Alcaraz. Non ha nemmeno la palla corta né lo slice di rovescio. Sinner è a un livello altissimo, ma quello che fa Alcaraz in partita è incredibile".
Griekspoor, che con Sinner ha uno score di sei sconfitte in altrettante partite, insomma, preferisce lo spagnolo: "Alcaraz è un po' più incostante, forse perché non riesce a usare le tutte le sue opzioni al momento giusto. Credo però che Carlos possa raggiungere un livello più alto rispetto a Sinner, perché è più completo".
Leggi tutto: Griekspoor 'snobba' Sinner: "Lui ora è il migliore, ma Alcaraz è più forte"
Pagina 349 di 1238