(Adnkronos) - Torna a vedere il primo paziente al mondo trattato con una nuova terapia genica 'a doppio vettore' per una rara malattia genetica che colpisce anche la retina, la sindrome di Usher di tipo 1B. L'interveno innovativo è stato realizzato presso la Clinica oculistica dell'università degli Studi della Campania 'Luigi Vanvitelli'. "Ho accettato di essere il primo paziente non solo per me, ma per tutti quelli che vivono le mie stesse difficoltà. Prima della terapia genica tutto era confuso, indistinto. Ora riesco a uscire la sera da solo, riconosco i colleghi, le forme degli oggetti, leggo i sottotitoli in Tv anche da lontano, vedo le corsie del magazzino dove lavoro senza inciampare. Non è solo vedere meglio: è iniziare a vivere", ha detto il 38enne italiano, operato a luglio scorso, che a distanza di 1 anno non è più ipovedente.
Aveva una vista inferiore a 1 decimo e vedeva come dal buco di una serratura, mentre ora riesce a percepire anche i contorni del campo visivo. Un risultato dovuto a una terapia genica messa a punto dall'Istituto Telethon di genetica e medicina di Pozzuoli (Tigem), che è stata impiegata anche su altri 7 pazienti italiani, trattati anch'essi nel centro partenopeo, tra ottobre 2024 e aprile 2025. I dati preliminari di questi 7 casi confermano tollerabilità e sicurezza dell'approccio; a loro si stanno per aggiungere ulteriori 7 pazienti che saranno operati a breve.
"L'intervento di terapia genica non è, in sé, particolarmente complesso", spiega Francesca Simonelli, ordinaria di Oftalmologia, direttrice della Clinica oculistica e responsabile del Centro di terapie avanzate oculari dell'università Vanvitelli. "Si svolge in anestesia generale - descrive - e prevede l'iniezione, nello spazio al di sotto della retina, di 2 vettori virali distinti che trasportano ciascuno metà dell'informazione genetica necessaria per produrre la proteina che manca nei pazienti. Il recupero dall'intervento è rapido e l'effetto sull'acuità visiva è visibile già dopo pochi giorni: a 2 settimane di distanza, per esempio, il primo paziente trattato mostrava già un miglioramento della capacità visiva e a 1 mese era in grado di vedere meglio anche in condizioni di scarsa luminosità. A oggi, di fatto, gli è stata restituita la vista". Il primo paziente è stato trattato con la dose più bassa prevista nello studio internazionale di fase I/II Luce-1, sponsorizzato da AAVantgarde Bio, azienda biotecnologica nata nel 2021 come spin-off dell'Istituto della Fondazione Telethon.
Lo studio coinvolge, oltre all'università campana, il Moorsfield Eye Hospital e la The Retina Clinic di Londra. La clinica partenopea a oggi è l'unica al mondo ad avere iniziato i trattamenti, intervenendo anche su altri 7 pazienti con sindrome di Usher di tipo 1B che sono stati trattati per metà con la dose più bassa di terapia genica e per metà con una dose intermedia. A breve saranno coinvolti nella sperimentazione altri 7 pazienti, nei quali sarà testato anche un terzo dosaggio più elevato. "I dati preliminari raccolti sugli altri 7 pazienti trattati finora - riferisce Simonelli - confermano la sicurezza e tollerabilità della terapia genica. Non si sono registrati eventi avversi seri a nessuna delle 2 dosi testate e l'infiammazione oculare osservata in alcuni pazienti è poco frequente, limitata e si risolve con una terapia a base di corticosteroidi".
"Questi risultati molto incoraggianti - continua - costituiscono una speranza per tanti pazienti con malattie retiniche ereditarie. Il nuovo metodo, frutto della ricerca italiana, potrà aiutare a recuperare o preservare la funzione visiva di chi soffre della sindrome di Usher di tipo 1B, ma anche di pazienti con altre patologie ereditarie dell'occhio che dipendono da difetti in geni che finora non potevano essere trasferiti attraverso le procedure standard di terapia genica". Il trattamento "è frutto di oltre 10 anni di ricerca condotta al Tigem grazie al costante supporto della Fondazione Telethon", commenta Alberto Auricchio, direttore del Tigem e della ricerca di AAVantgarde Bio, oltre che professore ordinario di Genetica medica all'università Federico II di Napoli.
"La sindrome di Usher rappresenta una delle sfide più complesse della medicina moderna. Il trattamento sperimentale di terapia genica a doppio vettore rappresenta una pietra miliare nel campo delle malattie genetiche rare", commenta Maria Rosaria Campitiello, capo Dipartimento della Prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero della Salute. "Come ministero della Salute sosteniamo con determinazione la ricerca. In ambito oculistico abbiamo finanziato un progetto dedicato al glioma del nervo ottico e con le risorse del Pnrr abbiamo sostenuto altri 11 progetti. Il nostro impegno però è sistemico: con oltre 524 milioni di euro destinati alla ricerca sanitaria attraverso il Pnrr stiamo promuovendo innovazione, equità e sostenibilità su tutto il territorio nazionale. Questo è il nostro compito: trasformare ogni scoperta in cura, ogni dato in azione, ogni visione in realtà", conclude Campitiello.
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(Adnkronos) - La Cte, encefalopatia traumatica cronica o 'demenza dei pugili', è "una degenerazione progressiva delle cellule cerebrali a causa di vari traumi cranici, tipicamente osservata in atleti, ma anche in soldati esposti a un'esplosione".
Il Manuale Msd, fonte di informazioni mediche tra le più consultate al mondo, definisce così la malattia di cui ha scritto di soffrire il killer di New York, il 27enne di Las Vegas Shane Devon Tamura, autore della sparatoria in un grattacielo di Manhattan. Il giovane ha fatto irruzione nell'edificio al 345 di Park Avenue imbracciando un fucile M-4, e prima di togliersi la vita ha lasciato un biglietto nel quale rivelava di soffrire di Cte, esprimeva il suo rancore nei confronti della National Footbal League - la Nfl ha sede proprio nel grattacielo della strage - e chiedeva che venisse esaminato il suo cervello.
Identificata nei pugili negli anni '20 del secolo lo scorso, la demenza pugilistica o Cte, come è stata ribattezzata in anni in più recenti, "si sviluppa in alcuni atleti professionisti e giocatori di football americano universitari che si sono ritirati, e in altri atleti che subiscono traumi cranici ripetuti (come le concussioni)", riporta il manuale in un approfondimento aggiornato nel febbraio 2025. Compare inoltre "in alcuni soldati che hanno subito un trauma cranico a causa di un'esplosione (lesione da scoppio) durante il combattimento. Gli esperti - si spiega - non sanno ancora perché solo certe persone tra chi subisce traumi cranici ripetuti sviluppino la Cte, né quante lesioni e quanta forza siano necessarie per provocare questo disturbo".
Ma quali sono i sintomi dell'encefalopatia traumatica cronica? Chi soffre di Cte può evidenziare uno o più di questi disturbi: "Cambiamenti dell'umore: si sente depresso, irritabile e/o senza speranza, talvolta con pensieri suicidi; alterazioni del comportamento: agisce impulsivamente o aggressivamente o perde facilmente la pazienza; cambiamenti della funzione mentale: dimentica, ha difficoltà a fare programmi e organizzare o diventa confuso, può sviluppare demenza; problemi muscolari: si muove lentamente, diventa scoordinato e/o ha problemi a produrre il linguaggio fisicamente (disartria). I sintomi - precisa il Manuale Msd - possono non svilupparsi fino a un'età avanzata, talvolta non prima dei 60 anni. Oppure umore e comportamento possono cambiare nell'età adulta giovane (per esempio tra i 30 e i 40 anni) e la disfunzione mentale può comparire successivamente".
La diagnosi di demenza pugilistica avviene tramite "valutazione medica. I medici sospettano la Cte in chi: ha subito vari traumi cranici, lamenta i sintomi tipici del disturbo, non presenta altre patologie che spiegano meglio i sintomi". Per accertare la malattia "viene solitamente eseguito un esame di diagnostica per immagini, in genere una risonanza magnetica per immagini (Rmi), per controllare la presenza di altri disturbi che potrebbero provocare sintomi simili. Tuttavia, non esistono esami che possano confermare la diagnosi di encefalopatia traumatica cronica. La Cte - rimarcano gli esperti - può essere diagnosticata in modo certo solo tramite l'asportazione e l'esame al microscopio di un campione di tessuto cerebrale dopo il decesso, nel corso dell'autopsia". Da qui, probabilmente, la richiesta di Tamura: analizzate il mio cervello.
Per l'encefalopatia traumatica cronica "non esiste un trattamento specifico", indica il Manuale Msd. "Le misure di sicurezza e sostegno, come per altre demenze, possono aiutare". Si consigliano inoltre "consulenza psicologica e farmaci per alleviare i sintomi"
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(Adnkronos) - A tre anni dalla sua emozionante tournée d'addio, Phil Collins torna a far parlare di sé, ma stavolta non per la musica. Nelle ultime ore, alcune voci circolate sui media internazionali - rilanciate inizialmente dal sito americano Tmz - avevano fatto temere il peggio per la salute dell'ex frontman dei Genesis, tanto da ipotizzare cure palliative. Tuttavia, un rappresentante ufficiale del musicista britannico ha prontamente smentito ogni allarmismo.
"Phil è stato effettivamente ricoverato, ma solo per un'operazione programmata al ginocchio", ha fatto sapere il portavoce. "Non c'è alcun aggravamento improvviso delle sue condizioni di salute". Collins, 74 anni, lotta da tempo con una serie di problemi fisici, in particolare legati alla schiena. Dal 2007, l'artista soffre infatti di una grave lesione alla colonna vertebrale, causata - secondo i medici - da decenni passati alla batteria in posizioni scorrette. Una condizione che negli anni ha progressivamente limitato la sua mobilità e lo ha infine costretto ad abbandonare definitivamente il suo strumento.
Nel documentario 'Phil Collins: Drummer First', trasmesso nel 2024, suo figlio Nicholas - anch'egli batterista e spesso al suo fianco sul palco - aveva raccontato: "Ha subito una seria operazione al collo. È stato difficile vederlo affrontare tutto questo, ma ha sempre mantenuto una grande forza d'animo". Durante la sua ultima apparizione in Francia, nel corso della tournée di addio, Collins era salito sul palco visibilmente provato, seduto per tutta la durata del concerto. Nonostante ciò, aveva regalato al pubblico un'esibizione toccante, con una voce ancora capace di evocare la magia dei grandi classici come 'Turn It On Again' e 'Mama'. Dopo aver passato il testimone musicale a suo figlio e aver dichiarato di volersi dedicare alle "rose del suo giardino", l'artista ha mantenuto un profilo basso. Ma la sua leggenda - e la preoccupazione affettuosa dei fan - continua ad accompagnarlo anche lontano dai riflettori.
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(Adnkronos) - Se si andasse a votare oggi, Fratelli d'Italia sarebbe stazionaria nei consensi al 29,9% così come la Lega (8,4%). A rilevarlo è l'ultimo sondaggio politico Swg per La7, che rileva come ad aumentare dello 0,2% sia ora Forza Italia.
Nel centrosinistra, spiega ancora Swg, perderebbe invece lo 0,3% il Pd (22,4%) mentre guadagnerebbe uno +0,4% il M5S (13,4%), unico partito del centro sinistra con il segno positivo davanti perché anche Verdi e Sinistra perderebbero uno 0,2% (6,7%). Per il resto cala Azione di uno 0,2% (3,3%) mentre Italia viva acquista uno 0,2% (2,6%); stabile Noi moderati (1%) mentre le altre forze complessivamente perderebbero uno 0,2% (2,1%). Non si esprimerebbe, infine, l'1% degli elettori.
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(Adnkronos) - Un giorno speciale per Ghali. Ieri, lunedì 28 luglio, il rapper ha celebrato sui social il compleanno della mamma Amel e non solo... con un post condiviso sui social Ghali ha colto l'occasione per annunciare pubblicamente che la mamma sta guarendo dal cancro, diagnosticato lo scorso anno.
"Mamma sta guarendo mi sento più carico, buon compleanno vita mia", ha scritto il rapper italiano, di origine tunisine, a corredo di uno scatto in cui la madre è stata immortalata seduta su un letto e il figlio sdraiato sulle sue gambe.
Lo scorso ottobre Ghali aveva raccontato sui social che alla madre era stato diagnosticato il cancro per la terza volta. E per fortuna, aveva raccontato il cantante, per la terza volta ha avuto la forza di combatterlo. Non è stato affatto facile stare accanto alla mamma in ospedale e non poter far nulla per combattere questo mostro che la stava divorando. Ha potuto solo stringerle forte la mano prima dell'operazione. E pregare per lei.
Niente aveva più senso, nemmeno fare musica: "Ho pensato più volte di smettere di fare musica e lo gridavo spesso in faccia a mia madre. Quei giorni mi sentivo solo", aveva scritto il cantante sul suo profilo Instagram. "In quei giorni ho avuto tanta paura, ma grazie a Dio l’operazione è andata bene".
Da queste sensazioni è nato il brano, 'Niente panico', ed è come se quelle note avessero acceso una speranza in lui. "Mi emoziono e faccio sempre fatica a trattenere le mie lacrime quando ascolto questo brano, ma quella volta è stato particolarmente intenso", scriveva il 31enne.
"Quel giorno ho capito di aver scritto una cura, e per questo è la canzone più importante della mia vita. Dedico questa canzone a chiunque stia passando un momento difficile, per qualunque ragione, che sia lavoro, una malattia, un esame all’università, una guerra o un amore finito, perchè qualunque problema di salute mentale merita rispetto e comprensione. Dedico questa canzone a chiunque stia passando un momento in balia della paura", spiegava Ghali.
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(Adnkronos) - Carney Chukwuemeka può essere il nome 'a sorpresa' del mercato della Juventus. Il centrocampista inglese, secondo le ultime news di calciomercato di oggi, martedì 29 luglio, sarebbe tornato in orbita bianconera, a caccia di un profilo giovane e di talento per rinforzare la sua mediana. Un primo approccio con il giocatore c'era stato già lo scorso gennaio, quando con il Chelsea, club proprietario del cartellino, si imbastì la trattativa che ha portato Renato Veiga a Torino.
Allora la spuntò il Borussia Dortmund, oggi la Juve ci riprova, ma prima, per concretizzare l'operazione, serve una cessione a centrocampo. Ma chi è Chukwuemeka?
Carney Chukwuemeka è un giovane centrocampista di 21 anni, classe 2003, di proprietà del Chelsea. I Blues lo acquistarono nell'estate delm 2022 dall'Aston Villa, club che lo ha cresciuto, per 18 milioni di euro, ma fin qui Chukwuemeka non è riuscito a imporsi a Londra. In Inghilterra è considerato uno dei talenti più interessanti del campionato. Carney unisce forza fisica (è alto 1.85), a una grande qualità palla al piede.
Nato in Austria a Eisenstadt da genitori nigeriani, si è trasferito da piccolo in Inghilterra, a Birmingham, dove ha svolto tutta la trafila nel settore giovanile. Di lui si sono accorti anche gli osservatori della Nazionale inglese, che lo hanno convocato in Under 17 e Under 20, di cui fa ancora parte. Nell'ultima stagione, dopo sei mesi di buio al Chelsea, è volato in Germania, dove con il Borussia Dortmund ha raccolto 17 presenze con un gol.
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(Adnkronos) - Simona Quadarella vince la medaglia d'argento nei 1500 stile libero ai Mondiali di nuoto in corso a Singapore. L'azzurra, specialista della distanza, chiude dietro alla fuoriclasse americana Katie Ledecky, centrando però il miglior tempo della carriera che vale il nuovo record italiano ed europeo. L'azzurra arriva al tocco con uno spaziale 15'31"79 (il suo primato italiano precedente era 15'40"89).
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(Adnkronos) - Nelle trattative con gli Usa per arrivare a un accordo in materia di dazi, la Commissione europea ha fatto sostanzialmente quello che gli Stati volevano, quindi le critiche rivolte a Ursula von der Leyen sono mal poste. Così il portavoce della Commissione Europea al Commercio Olof Gill, rispondendo, durante il briefing con la stampa, a chi gli ha chiesto se ritenga che la Commissione non andrebbe criticata troppo, visto che nei negoziati con gli Stati Uniti non ha fatto altro che seguire la volontà degli Stati membri.
"La risposta è largamente sì", ha risposto Gill, ricordando che i negoziati con gli Stati Uniti sono stati caratterizzati da un livello di "consultazioni", sia per quanto riguarda la "frequenza" che la "profondità", tra la Commissione e gli Stati membri davvero "senza precedenti. Non ho mai visto nulla di simile - ha continuato - proprio in virtù di quei contatti stretti con le nostre industrie e con i portatori di interessi, siamo stati in grado di andare nei negoziati con gli Usa con la fiducia che stavamo parlando per tutta l'Ue".
Naturalmente, ha proseguito, "ci saranno differenze di opinioni ", qualcuno dirà che "avremmo dovuto fare questo o fare quello", ma "siamo fiduciosi di aver evitato lo scenario peggiore, che era uno scenario peggiore molto brutto. Abbiamo creato la prevedibilità e la stabilità che i nostri Stati membri e le nostre industrie ci chiedevano, in una situazione difficile". Dare "stabilità e prevedibilità" non è "una piccola cosa, è una gran cosa", e ci sono voluti "mesi" di negoziati per arrivarci. "Non sono un matematico, ma l'ultima volta che ho controllato il 15% era più basso del 30%", ha concluso Gill.
"Siamo estremamente sicuri che l’accordo raggiunto con gli Stati Uniti non influenzerà negativamente in alcun modo le nostre trattative commerciali in corso con altri partner", ha affermato inoltre un portavoce della Commissione europea durante il briefing giornaliero con la stampa, rispondendo a una domanda sulla percezione e l'effettiva efficacia della forza negoziale dell'Ue, indebolita, secondo molti analisti, dal risultato delle trattative con la Casa Bianca. Il portavoce riflette anche sul largo impiego delle parole "stabilità e prevedibilità" utilizzate dalla Commissione dalla chiusura dell'accordo per descriverne l'impatto positivo in Ue. "So che non sono termini particolarmente entusiasmanti, ma sono il requisito numero uno per il business e gli investimenti. Quindi, nell’attuale contesto, il fatto che i nostri negoziatori e la Commissione europea siano stati in grado, a nome di tutta l’Unione, di garantire stabilità e prevedibilità non è cosa da poco", evidenzia. "Ora abbiamo un accordo da cui partire, su cui costruire, e che possiamo utilizzare davvero per garantire che le catene di approvvigionamento transatlantiche e il core business dello scambio quotidiano di beni e servizi attraverso l’Atlantico possano continuare".
Per quanto riguarda gli impegni che l'Ue ha preso con gli Usa sull'acquisto di fonti di energia per 750 miliardi di euro "riguardano i prossimi tre anni", mentre gli obiettivi di decarbonizzazione hanno scadenze successive, dunque "non contraddicono" l'obiettivo Ue di portare la propria economia verso emissioni nette zero al 2050, ha detto dal canto suo la portavoce della Commissione europea per l'Energia Anna-Kaisa Itkonen, durante il briefing con la stampa a Bruxelles.
Nel pomeriggio di oggi i rappresentanti permanenti degli Stati membri presso l'Ue discuteranno nel Coreper dell'accordo raggiunto dalla presidente della Commissione europea con gli Usa.
Non è previsto un voto, ma gli Stati membri dovrebbero confrontarsi sulla materia, dopo che sono già arrivate le prime reazioni pubbliche, la più negativa dal governo francese, con il primo ministro francese Bayrou che ha parlato di un "giorno buio" per l'Europa, che ha scelto di "sottomettersi" a Trump. Sia il cancelliere tedesco Friedrich Merz che il premier polacco Donald Tusk hanno detto, con accenti diversi, che l'intesa ha consentito di evitare una guerra commerciale. L'accordo dovrebbe produrre una dichiarazione congiunta Usa-Ue, che dovrebbe essere pubblicata entro il primo agosto.
La Polonia rischia di perdere circa 8 miliardi di zloty (1,9 miliardi di euro) a causa dei dazi del 15% imposti. "I dazi americani sui prodotti europei sono ormai diventati realtà", ha scritto Tusk oggi via social. "Sono pari alla metà dell'importo proposto dal presidente Trump ad aprile, eppure non c'è motivo di festeggiare".
"Secondo stime preliminari - ha continuato Tusk - la Polonia potrebbe subire perdite di circa 8 miliardi di zloty (la minaccia iniziale era di 15 miliardi di zloty). Le ripercussioni saranno significative su entrambe le sponde dell'Atlantico, ma un accordo commerciale difficile è preferibile a un'insensata guerra tariffaria tra alleati", ha continuato.
Intanto oggi Stati Uniti e Cina di nuovo intorno a un tavolo a Stoccolma per il secondo giorno di negoziati sui dazi. La delegazione americana è arrivata nella sede del governo svedese, dove ieri si sono aperti i colloqui, riferisce la Cgtn. I negoziati vedono protagonisti il segretario al Tesoro Usa Scott Bessent e He Lifeng, vicepremier e zar dell'economia cinese, fedelissimo di Xi Jinping. Bessent ha annunciato l'intenzione delle parti di lavorare su una "probabile" proroga della tregua commerciale, in scadenza il 12 agosto, dopo l'escalation della guerra di dazi e controdazi.
Leggi tutto: Dazi, Ue replica a critiche: "Con Usa fatto quello che Stati volevano"
(Adnkronos) - Nel trattamento dei pazienti con tumore della prostata ormonosensibile metastatico (mHspc), la Commissione europea ha concesso l'autorizzazione alla commercializzazione nell'Unione europea (Eu) di darolutamide, inibitore orale del recettore degli androgeni (ARi) in combinazione con terapia di deprivazione androgenica (Adt). L'approvazione si basa sui risultati positivi dello studio registrativo di fase 3 Aranote, che ha mostrato che darolutamide più Adt ha ridotto significativamente il rischio di progressione radiologica o di morte del 46% rispetto a placebo più Adt (Hr 0,54; 95% Ci 0,41-0,71; P
"L'approvazione di darolutamide più Adt apre nuove potenzialità di impiego con o senza chemioterapia, offrendo ai medici una maggiore flessibilità nel personalizzare i piani terapeutici per soddisfare le esigenze particolari dei pazienti e per migliorare i risultati clinici negli uomini colpiti da una forma di carcinoma prostatico particolarmente insidiosa - afferma Orazio Caffo, direttore di Oncologia all'ospedale Santa Chiara di Trento - I risultati dello studio Aranote dimostrano che darolutamide, associato alla sola terapia di deprivazione androgenica, prolunga la sopravvivenza libera da progressione di malattia e, cosa altrettanto importante, grazie alla sua ottima tollerabilità, permette ai pazienti di continuare la loro vita quotidiana con il minimo disagio. Infatti, la combinazione con darolutamide non solo migliora il controllo della malattia, ma salvaguarda anche la qualità di vita con un profilo di tossicità molto limitato, aspetto fondamentale per i pazienti colpiti dalla neoplasia in fase metastatica".
"Nel 2024 in Italia sono state stimate circa 40.200 nuove diagnosi di tumore della prostata, il più frequente negli uomini nel nostro Paese - ricorda Caffo - Questa neoplasia rappresenta un ottimo esempio dei vantaggi che si possono ottenere dalla gestione multidisciplinare. Quando il paziente è assistito da un team al cui interno lavorano e collaborano diversi specialisti, possono essere ottimizzati l'appropriatezza diagnostica e terapeutica, l'accesso alle cure e l'utilizzo delle risorse. Si riscontrano anche miglioramenti nella qualità di vita e nell’adesione alle terapie".
Il carcinoma della prostata è il secondo più frequente e la quinta causa più comune di morte per cancro negli uomini a livello globale, si precisa nella nota. Si stima che nel 2022, nel mondo, 1,5 milioni di uomini abbiano ricevuto una diagnosi di tumore della prostata e circa 397mila siano deceduti a causa di questa patologia. In Europa nel 2022 sono stati stimati circa 474mila nuovi casi di carcinoma della prostata con circa 115mila decessi. Si prevede che le diagnosi di tumore della prostata aumenteranno a 2,9 milioni nel 2040.
"La terza approvazione europea di darolutamide rappresenta un passo avanti significativo per gli uomini con carcinoma della prostata avanzato - dichiara Christine Roth, vicepresidente esecutivo, Global Product Strategy and Commercialization e membro del Pharmaceuticals Leadership Team di Bayer - Darolutamide è il primo inibitore del recettore degli androgeni a dimostrare benefici clinicamente significativi nella qualità della vita correlata alla salute, offrendo ai pazienti un trattamento efficace e ben tollerato. Con il supporto dei dati clinici convincenti degli studi Aranote, Arasens e Aramis, riteniamo che darolutamide abbia il potenziale per diventare un'importante alternativa terapeutica nei vari stadi del carcinoma della prostata. Ci impegniamo a garantirne l'ampia disponibilità a beneficio del maggior numero possibile di pazienti eleggibili". Darolutamide è sviluppato congiuntamente da Bayer e Orion Corporation, un'azienda farmaceutica finlandese che opera a livello globale.
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(Adnkronos) - "In questo momento non c'è certezza, non ci sono elementi chiari, perché è una dichiarazione politica, nessuno ha visto il testo tecnico. Quindi non diamo nessun commento di merito, nel senso che potrebbe essere una cosa negativa come positiva, ma in questo momento non siamo nelle condizioni di poterlo dire. Certamente non è positivo che tra Paesi che hanno relazioni storiche come Stati Uniti e Europa, poi scatti il tema dei dazi". Così Mario Emilio Cichetti, direttore generale del Consorzio del Prosciutto di San Daniele, commentando in un'intervista con Adnkronos/Labitalia, l'intesa sui dazi al 15% sui prodotti europei raggiunta tra Usa e Ue.
Secondo Cichetti "sicuramente se il dazio fosse effettivamente al 15% netto, non sommato a dazi precedenti, potrebbe essere nel nostro caso un dazio fastidioso ma non drammatico. Quello che invece è da capire è se nella negoziazione, che mi pare sia tuttora in corso, ci fossero possibilità per alcuni prodotti a dazio zero, che sarebbe la nostra speranza. E non solo nostra, ma di molti altri nostri colleghi del settore. E se questo non fosse possibile, ci si aspetta almeno che alla luce di un dazio di questo tipo ci siano comunque degli aiuti o comunque degli interventi sui settori colpiti, per agevolarli in qualche maniera nel sistema export", sottolinea Cichetti.
"Il sistema produttivo italiano è votato alle esportazioni, quello alimentare è il più rilevante -continua- come importanza a livello comunitario, quindi è ovvio che per tutto il sistema made in Italy dell'agroalimentare, in particolare per i prodotti tipici, la partita è importante perché per noi sono mercati di sbocco fondamentali, in particolare gli Stati Uniti", continua ancora.
E Cichetti fa il punto anche sugli effetti di questi mesi di incertezza. "Tanti Paesi export sono importanti, ma gli Stati Uniti sono i più importanti, penso quasi per tutti i settori. Noi nel Paese abbiamo ancora una quota di export abbastanza limitata, 19-20%, ma comunque gli Stati Uniti sono stati il primo paese di esportazione extra-Ue nel 2024, il secondo paese dopo la Francia, con circa 100.000 prosciutti esportati negli Stati Uniti sui 450.000-480.000 esportati su base annuale. L'incertezza di questi mesi del 2025, con il dazio provvisorio al 10%, a dire la verità, è stata neutra per fortuna, non ha inciso in maniera significativa sull'esportazione", sottolinea il direttore del Consorzio.
Per Cichetti, la spiegazione sta nel fatto "che i prosciutti crudi negli Stati Uniti sono quasi tutti italiani, Dop e non Dop, abbiamo comunque un posizionamento abbastanza consolidato negli anni del sistema italiano".
"I prosciutti crudi hanno un valore sul mercato di un certo tipo, sicuramente di alta fascia e probabilmente nelle negoziazioni sottostanti tra i vari soggetti, visto che ci sono circa 4 passaggi da produttore fino al commercializzatore americano, il dazio si è drenato. E' quindi arrivato con un effetto limitato sul mercato, che da un punto di vista è un bene, da un altro è un male perché ovviamente in prospettiva si creano difficoltà sulla redditività", aggiunge.
E in conclusione per Cichetti "speriamo che nel dettaglio della trattativa ci sia una visione di riguardo, una visione di attenzione per il sistema agroalimentare italiano, in particolare per i prodotti a indicazione geografica come il San Daniele. E poi il supporto alle imprese è fondamentale, e speriamo che questi eventi alla fine siano meno negativi di quello che oggi ci si può aspettare".
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