(Adnkronos) - Piogge e temporali al Nord, ma anche grandinate. Il maltempo torna a imperversare sull'Italia settentrionale e nella giornata di oggi, giovedì 22 maggio, scatta l'allerta gialla in ben 10 regioni, con l'Emilia Romagna che si tinge anche di arancione a causa di forti raffiche di vento.
Un nuovo impulso perturbato, proveniente dalla Francia, interesserà oggi le regioni settentrionali del nostro Paese, portando precipitazioni da sparse a diffuse a prevalente carattere temporalesco, anche di forte intensità. Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche.
L’avviso prevede dalle prime ore di oggi precipitazioni da sparse a diffuse, a prevalente carattere temporalesco, su Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento.
Sulla base dei fenomeni previsti e in atto è stata valutata per la giornata di oggi allerta gialla sull’intero territorio della Liguria e su ampi settori di Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Umbria, e sulla Provincia Autonoma di Bolzano.
Come preannunciato dagli istituti di previsione meteorologica, il mese di maggio si sta rivelando estremamente instabile a livello climatico per i territori dell’Emilia Romagna. Fino alla mezzanotte di oggi, è stata dichiarata inoltre l’allerta arancione per vento nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ravenna, Forlì Cesena e Rimini: verranno colpite soprattutto le aree dei crinali appenninici, ma in generale la ventilazione potrebbe raggiungere l’intensità di burrasca moderata (62-74 km/h) anche nelle zone collinari, in quelle pianeggianti e nelle città.
"Prepariamoci a un'altra ondata di maltempo sul nostro Paese. Dopo la goccia fredda che ha causato disagi con diffusi allagamenti su molte regioni , ecco che arriva un altro impulso perturbato dal Nord Europa che porterà aria fredda direttamente dalla Scandinavia". Così all'Adnkronos Federico Brescia, meteorologo iLMeteo.it.
Nella giornata di oggi, quindi, il Nord sarà bersagliato da temporali intensi, con possibili grandinate anche di medie dimensioni e colpi di vento. Attenzione in particolare alle aree di pianura. Il Centro invece vedrà rovesci sparsi e irregolari, - ha aggiunto Brescia - mentre il Sud sarà più fortunato con tempo in prevalenza stabile. Le temperature subiranno un temporaneo crollo che si avvertirà soprattutto venerdì mattina, quando assisteremo a un primo graduale miglioramento".
"Il tempo continuerà a fare i capricci anche nel weekend e la prossima settimana sebbene in un contesto più stabile con il sole che ce la metterà tutta per essere protagonista - conclude Brescia -. Estate? L'appuntamento per l'estate è previsto per il ponte del 2 giugno, quando l'anticiclone africano potrebbe inglobare definitivamente la nostra Penisola".
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(Adnkronos) - "Voglio lanciare un appello per Gaza". Veronica Gentili, conduttrice dell'Isola dei Famosi, durante la puntata del reality di Canale 5 lancia un appello alle istituzioni italiane e europee. "Voglio lanciare un appello - dice -. Noi siamo qui a giocare ad un gioco nel quale ci si mette alla prova e si accetta volontariamente di soffrire la fame".
"Purtroppo - prosegue - in questo momento, in un posto poco lontano da questo studio, a Gaza ci sono migliaia di bambini, e non solo bambini, che soffrono la fame non per scelta. Si trovano in guerra senza neppure la possibilità di ricevere aiuti umanitari". "Vedere tutti i giorni la loro disperazione e sapere di non poter fare nulla ci fa sentire inutili e impotenti. Quindi - conclude - questa sera io voglio chiedere a tutte le istituzioni italiane e europee che si facciano carico subito di questa situazione, perché davvero non si può più aspettare".
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(Adnkronos) - Le minacce ai diplomatici sono ''inaccettabili'' e ''Israele deve indagare'' e ''dare spiegazioni'' sui colpi d'arma da fuoco sparati contro una delegazione di 32 ambasciatori e consoli di Paesi europei e arabi in visita nel campo profughi di Jenin, in Cisgiordania. E' unanime il coro di condanne dopo gli spari, ''colpi di avvertimento'' come ha detto l'Idf esprimendo ''rammarico'' per l'accaduto, rivolti alla delegazione che secondo Israele si stava avvicinando a un posto di blocco dell'esercito e ''si era allontanata dal percorso previsto arrivando in una zona in cui non era autorizzata ad andare''. Tra loro anche il vice console italiano a Gerusalemme, Alessandro Tutino.
''L'ho sentito al telefono, sta bene'', ha dichiarato ieri il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani su 'X'. ''Chiediamo al governo di Israele di chiarire immediatamente l'accaduto. Le minacce contro i diplomatici sono inaccettabili'', ha aggiunto Tajani, che ha convocato alla Farnesina l'ambasciatore di Israele a Roma Jonathan Peled per chiedere spiegazioni.
Lo stesso hanno fatto il ministro degli Esteri francese Jean Noel Barrot e il capo della diplomazia spagnola José Manuel Albares, convocando gli ambasciatori di Israele a Parigi e a Madrid.
"Qualsiasi minaccia alla vita dei diplomatici è inaccettabile", ha ribadito l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione Europea, Kaja Kallas, che ha ''chiesto a Israele di indagare su quanto accaduto e di individuare i responsabili'', chiamandoli a rispondere. Kallas ha quindi ricordato che Israele è ''firmatario della Convenzione di Vienna che regola la protezione dei diplomatici''.
Tra gli altri, ''ferma condanna'' è stata espressa anche da Madrid, un diplomatico spagnolo faceva parte della delegazione finita nel mirino del fuoco israeliano. "C'era uno spagnolo nel gruppo di diplomatici, che sta bene. Siamo in contatto con gli altri Paesi colpiti per coordinare congiuntamente una risposta a quanto accaduto, che condanniamo fermamente", hanno fatto sapere dal ministero degli Esteri spagnolo. ''Sono scioccato nell'apprendere che oggi l'esercito israeliano ha aperto il fuoco su una ventina di diplomatici, tra cui un collega belga. Per fortuna sta bene', ha scritto su 'X' il ministro degli Esteri belga, Maxime Prevot, spiegando che ''questi diplomatici stavano effettuando una visita ufficiale a Jenin, coordinata con l'esercito israeliano, con un convoglio di circa venti veicoli chiaramente identificabili. Il Belgio esige da Israele spiegazioni convincenti''.
Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha detto che ''il governo israeliano deve fare immediatamente luce sulle circostanze di quanto accaduto e garantire l'immunità dei diplomatici''. Di questo, Wadephul parlerà con il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar, come si legge in una nota diffusa da Berlino che esprime ''ferma condanna'' per l'attacco. Anche il vice primo ministro irlandese Simon Harris si è detto ''scioccato e inorridito'' per l'attacco ''totalmente inaccettabile'' alla delegazione di cui ''facevano parte anche due diplomatici irlandesi''.
Nella delegazione di diplomatici a Jenin c'erano rappresentanti di diversi Paesi dell'Unione Europea e arabi, ma non solo. Secondo la lista del ministero degli Esteri palestinese erano rappresentati una trentina di Paesi e organizzazioni internazionali: Portogallo, Giordania, Cina, Austria, Bulgaria, Turchia, Spagna, Lituania, Polonia, Russia, Giappone, Romania, Messico, Canada, Egitto, Cile, Francia, Regno Unito, Corea, Wfp, Uruguay, Olanda, Finlandia, Italia, Germania, Unrwa, Ue, Danimarca, Belgio. Presente anche l'Italia.
L'Idf si è detta pronta a indagare sull'accaduto, ha affermato che ''non ci sono stati né danni né feriti'' e che ''saranno immediatamente contattati i rappresentanti dei Paesi coinvolti. Nei prossimi giorni l'Idf condurrà colloqui personali con i diplomatici per aggiornarli sui risultati preliminari dell’indagine''.
Ma per il ministero degli Esteri dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) la delegazione diplomatica ''stava svolgendo una missione ufficiale per osservare e valutare la situazione umanitaria e documentare le violazioni dell'esercito israeliano contro il popolo palestinese. Questo atto deliberato e illecito costituisce una palese e grave violazione del diritto internazionale''.
Condanne sono arrivate anche dai Paesi arabi. L'Egitto, rappresentato nella delegazione a Jenin dal suo ambasciatore presso i Territori palestinesi, ha ''condannato con fermezza'' l'attacco israeliano definendolo ''una violazione di tutte le norme diplomatiche'' e chiedendo a Israele di ''fornire i chiarimenti necessari''.
Anche la Giordania ha condannato ''l'attacco israeliano'' come ''una violazione palese del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario, un atto criminale''. Il portavoce del ministero degli Esteri giordano, Sufian Qudah, ha ricordato che l'azione costituisce una violazione della ''Convenzione di Vienna del 1961 sulle relazioni diplomatiche, che stabilisce le procedure e le tutele per le missioni diplomatiche e garantisce loro l'immunità". Qudah ha poi esortato la comunità internazionale a fare pressione su Israele affinché cessi immediatamente la sua aggressione contro Gaza e ponga fine alla pericolosa escalation in Cisgiordania.
(Adnkronos) - La Russia frena su possibili colloqui in Vaticano con l'Ucraina: niente è stato ancora deciso né è arrivata alcuna proposta specifica. E risponde alle accuse di Kiev e dei Paesi europei, per cui Mosca starebbe "trascinando" i negoziati, secondo la tattica già sperimentata in questi mesi, a dispetto delle telefonate tra Vladimir Putin e Donald Trump.
Mosca accoglie con favore "la disponibilità e gli sforzi di tutte le parti che vogliono contribuire a una rapida soluzione" della crisi ucraina, ma niente è stato ancora deciso sulla prossima sede dei colloqui, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, rispondendo a una domanda sull'ipotesi di negoziati in Vaticano, all'indomani della disponibilità confermata da Papa Leone XIV alla premier Giorgia Meloni. E poi dal Vaticano, chiarisce, non è ancora arrivata "alcuna proposta specifica" di mediazione.
Al momento, confermano all'Adnkronos fonti informate, "non risultano contatti diretti che lascino presagire sviluppi immediati" sulla possibilità di colloqui in Vaticano tra russi e ucraini.
A sottolineare come il passaggio sia tutt'altro che facile anche Berlino, dove il portavoce del cancelliere tedesco Friedrich Merz ha affermato: "Al momento è un po' speculativo parlare di una data o di un formato" per un possibile incontro. "Penso che dopo l'esperienza degli ultimi dieci giorni e di Istanbul, sappiamo che è prioritario che si svolgano discussioni serie e che la delegazione, da chiunque sia formata, debba avere anche il potere di negoziare un cessate il fuoco - ha affermato Stefan Kornelius - Credo che un incontro del genere richieda una preparazione molto intensa".
Intanto, però, a chi gli chiede per quando ci si potrebbe aspettare il memorandum "per una pace futura" di cui Putin ha parlato con Trump lunedì, Peskov assicura: "Nessuno è interessato a trascinare il processo" negoziale, "tutti stanno lavorando in modo dinamico". Una reazione alle accuse a Mosca di "prendere tempo" ribadite dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, e dagli europei. La Russia, fa sapere ancora, presenterà "una lista di condizioni per il cessate il fuoco", come concordato venerdì scorso nei primi contatti diretti con gli ucraini a Istanbul.
Con gli europei, che cercherebbero di mettere Mosca contro Washington, si fa sentire anche il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, che attacca: "Macron, Starmer, von der Leyen e altri leader ora chiedono istericamente agli Stati Uniti di unirsi alle azioni antirusse e di aumentare il numero delle sanzioni" contro la Russia.
Se sul fronte diplomatico l'attività è intensa, altrettanto lo è sul fronte militare. Russia e Ucraina hanno lanciato attacchi nelle ultime ore con oltre 150 droni e che hanno coinvolto principalmente le regioni di confine, ma anche Mosca, dove ancora una volta all'aeroporto della capitale sono stati sospesi temporaneamente arrivi e partenze.
E in un ennesimo gesto di sfida, proprio poche ore dopo la telefonata con Trump, Putin ha visitato il Kursk, per la seconda volta in poche settimane, ma per la prima volta da quando ad aprile i russi hanno annunciato di aver riconquistato la regione, teatro ad agosto di un'incursione a sorpresa degli ucraini. Una visita che per gli osservatori dovrebbe segnalare la 'forza' della Russia agli Stati Uniti e agli europei, mentre continuano le pressioni perché accetti una tregua di 30 giorni.
(Adnkronos) - Si è giocata in serie B l’andata delle semifinali dei playoff promozione, a vincere la Juve Stabia in casa per 2-1 contro la Cremonese e lo Spezia 2-0 a Catanzaro. Il ritorno è previsto domenica 25 maggio con il ritorno a Cremona alle 17:15 e alle 19:30 a La Spezia.
Nella partita giocata al Romeo Menti di Castellammare di Stabia i padroni di casa, arrivati al 5º posto in campionato e capaci di surclassare 1-0 il ben più quotato sulla carta Palermo, vincono contro la Cremonese, arrivata sopra di loro con 6 punti di differenza e mai sconfitta dai campani nei 4 precedenti. A segno per gli stabiesi Pierobon al 34’ e il giustiziere dei siciliani Adorante al 58’. Per gli ospiti a segno al 76’ Johnsen, 13 minuti dopo il rigore sbagliato dal compagno De Luca. Risultato che sta stretto alla Juve Stabia che ha dominato per la maggior parte della partita e che conquista la possibilità di avere due risultati buoni su tre a Cremona. Gli ospiti per lunghi tratti sono stati impalpabili ma che sperano nel passaggio del turno grazie all’unico momento di disattenzione della retroguardia di casa al momento del gol.
Allo stadio Nicola Ceravolo di Catanzaro lo Spezia, 3º in campionato, regola la squadra di casa nel secondo tempo con le reti di Di Serio al 49’ e la punizione imprendibile di Francesco Pio Esposito al 60’. Dopo i primi 90 minuti la squadra di D’Angelo ha messo un’ipoteca sul passaggio in finale, con il Catanzaro che dovrà per forza vincere con 3 gol di scarto allo stadio Alberto Picco di La Spezia.
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(Adnkronos) - Nella finale tutta inglese dell'Europa League a Bilbao la spuntano gli Spurs del Tottenham per 1-0 contro il Manchester United. A decidere il gol di Johnson nel primo tempo, dopo una serie di confusi rimpalli in area. Il Tottenham conquista, oltre alla coppa, l'ingresso diretto alla prossima Champions League e interrompe un digiuno di trofei durato 17 anni.
All’inizio di questa stagione, una delle più fallimentari della storia recente degli Spurs con il 17° posto in campionato, il tecnico del Tottenham ha avvisato: ‘Vinco sempre qualcosa al mio secondo anno’. Così è successo: a 17 anni dall’ultimo trofeo, a 41 anni dall’ultimo trionfo europeo, il Tottenham vince l’Europa League all’Estadio San Memés di Bilbao grazie alla rete di Brennan Johnson con la complicità dell'avversario Shaw al 42’.
La partita nel primo tempo va a folate con il Manchester United che fa il doppio dei passaggi del Tottenham ma quest’ultima è brava nel fare un pressing di squadra, mettendo in difficoltà la costruzione dei Red Devils. Nel secondo tempo la squadra di Amorim costringe quella di Postecoglu a chiudersi, soprattutto con gli ingressi di Garnacho e Zirkzee, ma soprattutto l’avanzamento di Bruno Fernandes, che mettono in difficoltà i londinesi, che chiudono la partita con il 5-4-1. Decisivi gli interventi di van de Ven e Vicario a preservare il risultato. Dopo più di 90 minuti la squadra di Vicario e Udogie può festeggiare: terza Coppa Uefa/Europa League della storia, il prossimo anno il Tottenham sarà in Champions League e la stagione da fallimentare diventa improvvisamente positiva.
Partita tesa con il primo che va a folate, entrambe le squadre che arrivano comunque in zone pericolose, senza mai tirare in porta, ma con gli inserimenti da dietro che possono far male: da una parte l’esterno Dorgu, dall’altra Sarr. All’11’ Maguire è croce e delizia: prima non allontana il pallone in zona laterale con il pressing alto degli Spurs che è efficace, quindi Johnson crossa in mezzo con Onana che respinge, arriva Sarr che ci prova dal limite dell’area ma ancora Maguire allontana questa volta il pericolo. Al 16’ la risposta dei Red Devils con Diallo, il migliore dei suoi e capace di far girare la testa all’italiano Udogie: sugli sviluppi di un calcio d’angolo, l’ex Atalanta in area di rigore finta di tirare con il mancino e si sposta sul destro con cui prova la conclusione, palla a lato del secondo palo, alla destra di Vicario.
Proprio del 2002 è il primo tiro in porta della partita: al 40’ si accentra dopo gli sviluppi di un calcio di punizione e conclude: il tiro passa tra le gambe di Richarlison ma è facile preda dell’estremo difensore Spurs. Al 42’ cambia il risultato proprio grazie al pressing della squadra londinese con Bruno Fernandes che sbaglia un passaggio orizzontale nel cerchio di centrocampo, Sarr ruba il pallone ma è il più avanzato dei suoi quindi prima avanza e poi aspetta i suoi, palla a Richarlison che serve Bentancur che passa la palla nuovamente a Sarr nei pressi della linea laterale: cross preciso, sbuca Johnson in mezzo a Shaw e Dorgu ma manca inizialmente l’intervento, è decisivo però il tocco con il braccio del difensore inglese con la palla, leggermente toccata dal gallese, che finisce tra Onana e il palo alla sua destra. Negli ultimi minuti del primo tempo i Red Devils mettono sotto pressione il Tottenham che in 11 difende allontanando tutti i pericoli.
Il secondo tempo comincia sulla falsariga del primo, con il Manchester United che cerca di mettere in difficoltà il Tottenham, che difende con tutta la squadra. I Red Devils però rischiano: al 62’ ripartenza fulminea degli Spurs con Udogie che ruba palla a Diallo nella propria trequarti e poi fa 100 metri palla al piede servendo Solanke sulla trequarti: il centravanti sarebbe solo davanti a Yoro ma manca l’aggancio ottimale con il pallone, che va fuori. Al 68’ van de Ven salva la squadra di Postecoglou: punizione United, Vicario manca la presa con la palla che rimbalza sul suo volto e poi arriva a Hojlund che prova il pallonetto con un colpo di testa, il difensore olandese sulla riga, in acrobazia, allontana il pericolo. Occasione ancora per lo United al 72’: scambio Zirkzee-Mazraoui con il cross del marocchino dalla trequarti che pesca la testa di Bruno Fernandes, tutto solo nei pressi del dischetto, con la conclusione che termina a lato del palo alla sinistra di Vicario.
Il pressing dello United è asfissiante: al 74’ Garnacho tenta la conclusione con il destro alle porte dell’area di rigore in mezzo a Porro e Romero, la palla passa tra le loro gambe ma Vicario è attento e si distende in un attimo, mandando in angolo con la mano sinistra. Ultimo quarto d’ora di assedio mancuniano con il Tottenham che difende in 11 uomini e attacca in due, la punta Solanke e il capitano Son, ancora non al meglio. Sono almeno 7 i minuti di recupero in cui gli Spurs rimangono in apnea: lo United allarga il gioco e con gli esterni, offensivi e difensivi, va al cross ma la retroguardia londinese è un muro con Danso sugli scudi, lasciando van de Ven e Romero a occuparsi delle marcature strette. Al 97’ Vicario vola e salva il risultato: cross di Dalot, colpo di testa all’ingresso dell’area piccola di Shaw ma Vicario si tuffa e respinge con entrambe le mani. Sugli sviluppi del calcio d’angolo, rovesciata di Casemiro nel traffico in area di rigore, ma la palla va sulla rete esterna della porta. I tifosi londinesi possono tirare un sospiro di sollievo, come l’allenatore Postecoglou: ha mantenuto la promessa, il Tottenham ha vinto un trofeo.
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(Adnkronos) - Omicidio a Palermo. Un uomo è stato accoltellato in viale dei Picciotti. La vittima, un clochard, presenta diverse ferite di arma da taglio al torace e all'addome.
A dare l'allarme, poco prima delle 20, sarebbero stati dei senzatetto: sul posto sono intervenuti sanitari del 118, ma ogni tentativo di rianimarlo si è rivelato vano. Sul luogo del delitto non è stata trovata l'arma, ma da un primo esame medico si tratterebbe di un coltello. L'uomo, sui 40anni, non aveva con se i documenti. Sul caso indaga la Squadra mobile della Questura di Palermo.
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(Adnkronos) - "Con Israele non si stanno incrinando i rapporti. C'è un rimarcare dei paletti. Siamo amici, i nostri rapporti non si rovinano, ma agli amici si dice: non esagerare...". È così che fonti autorevoli di via della Scrofa, interpellate dall'Adnkronos, descrivono l'approccio attuale di Fratelli d'Italia, partito 'leader' della maggioranza che sostiene l'esecutivo Meloni, nei confronti del governo israeliano di Benjamin Netanyahu, in un momento particolarmente delicato nei rapporti tra Israele e le democrazie occidentali.
L'esecutivo italiano ha sempre confermato la propria amicizia e il sostegno a Israele, pur non mancando di sottolineare la drammaticità della situazione nella Striscia di Gaza, ribadendo la posizione storica a favore della soluzione "due popoli, due Stati" come unico possibile sbocco del conflitto. Tuttavia, gli ultimi avvenimenti hanno segnato un cambio di tono, in particolare dopo il grave episodio che ha coinvolto l'Idf (l'esercito israeliano), accusato di aver aperto il fuoco nei pressi di Jenin contro una delegazione diplomatica internazionale.
Da qui la reazione del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha annunciato su X di aver dato disposizione al segretario generale della Farnesina di convocare l'ambasciatore israeliano a Roma "per avere chiarimenti ufficiali su quanto accaduto". Una decisione presa dopo un colloquio telefonico tra lo stesso Tajani e la premier Giorgia Meloni. Secondo fonti di governo, i due si sono confrontati e hanno concordato la convocazione del diplomatico israeliano. La mossa arriva non solo in risposta al grave fatto avvenuto nei pressi del campo profughi di Jenin (che ha coinvolto, tra gli altri, anche il vice console italiano a Gerusalemme, Alessandro Tutino) ma anche alla luce del contesto più ampio, segnato da un'escalation della crisi umanitaria nella Striscia.
Parole molto dure quelle del ministro degli Esteri, che sui social ha fatto sapere di aver parlato direttamente con Tutino, il quale sta bene, e che era tra i membri della delegazione colpita. "Chiediamo al governo di Israele di chiarire immediatamente l'accaduto. Le minacce contro i diplomatici sono inaccettabili", ha dichiarato Tajani.
Il vicepremier ha inoltre aggiornato sugli sviluppi umanitari: "Il governo italiano continua a seguire da vicino la situazione dei civili coinvolti nel conflitto. Un nuovo gruppo di 52 cittadini palestinesi di Gaza, parenti di persone già arrivate in Italia con precedenti evacuazioni sanitarie, è stato trasferito in Giordania. Arriveranno presto in Italia con voli di linea". E ha poi concluso con un nuovo appello a Tel Aviv: "Ho chiesto nuovamente a Israele di fermare le operazioni militari che coinvolgono civili e di aprire immediatamente tutti i valichi per far entrare gli aiuti umanitari. Vogliamo il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi: la guerra a Gaza deve finire".
A prendere una posizione netta è anche il governo britannico. Il premier Keir Starmer ha definito "intollerabile" la situazione nella Striscia, convocando l'ambasciatore israeliano a Londra e sospendendo i negoziati commerciali con lo Stato ebraico.
Arrivano critiche, però, dalle opposizioni italiane, che giudicano tardiva la presa di posizione del governo. "Ben svegliato", commenta sarcastico Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, riferendosi all'intervento di Tajani. Nel frattempo, in Parlamento, è stata bocciata la mozione di minoranza firmata da Pd, M5S e Avs, che chiedeva, tra le altre cose, la condanna "del criminale Netanyahu" e il riconoscimento dello Stato di Palestina. A passare è stato invece il documento della maggioranza, che impegna il governo a lavorare affinché "le parti, nel rispetto del diritto internazionale umanitario e della legalità internazionale, giungano all'immediata cessazione dei combattimenti, alla liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas" e "al ripristino delle condizioni che consentano l'assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza". (di Antonio Atte)
Leggi tutto: Spari su diplomatici a Jenin, FdI: "Noi amici di Israele, ma non si esageri"
(Adnkronos) - Il progetto del Ponte sullo stretto ottiene il via libera del ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica. È quanto si apprende da fonti del Mase. Secondo il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini si tratta di "un altro fondamentale passo in avanti".
Leggi tutto: Ponte sullo stretto di Messina, via libera Mase al progetto
(Adnkronos) - Sono 107 le impronte contate in casa Poggi tra adesivi dattiloscopici e fotografie, ma su 36 frammenti si focalizza l'attenzione dei consulenti incaricati dalla Procura di Pavia di trovare elementi utili sul delitto di Chiara Poggi del 13 agosto 2007 a Garlasco. In particolare si tratta di 28 frammenti digitali-palmari-papillari con "utilizzabilità comparativa" e otto impronte (sette digitali e una palmare) di "utilità dattiloscopica".
Gli esiti dei confronti dattiloscopici - con le impronte del nuovo indagato Andrea Sempio e del condannato Alberto Stasi - restituiscono esiti non utili tranne l'impronta 33: "È il palmo della mano destra di Andrea Sempio" e si trova nella "seconda parete destra della scala ove è stato rinvenuto il corpo esanime della vittima" si legge nella relazione firmata dai consulenti Gianpaolo Iuliano e Nicola Caprioli.
Un match - sono 15 le minuzie identificate - determinato mediate "scansione ottica" e confermato "con la tecnica dell'inchiostrazione". Quanto a un'impronta digitale sulla superficie interna del portone d'ingresso - l'impronta 10 ritenuta dai carabinieri di interesse investigativo - è ritenuta comparabile, ma non è attribuibile né a Sempio, né a Stasi, ciò non ha quelle caratteristiche utili per un confronto. Confronto che ha esito negativo anche con le impronte dattiloscopiche dei genitori di Chiara, Giuseppe Poggi e Rita Preda, il fratello Marco, le gemelle Stefania e Paola Cappa, i tre amici della comitiva di Sempio.
Delle otto impronte "utili", cioè con una valenza dattiloscopica, una è riconducibile a Sempio (l'impronta 33 sulle scale che portano in cantina), una a Stasi (mignolo della mano sinistra sul cartone della pizza mangiata la sera prima), tre di un falegname (che lavorava in casa) e tre non attribuibili né a Sempio, né a Stasi sempre sui cartone della pizza.
Leggi tutto: Garlasco, una impronta di Sempio su 8 utili: tre sono di un falegname
(Adnkronos) - Dopo il Salvador, il Sud Sudan, la nazione più giovane del mondo che vissuto una sanguinosa guerra civile subito dopo la sua indipendenza nel 2011, diventa destinazione per le deportazioni di Donald Trump. E' quanto è stato denunciato dagli avvocati di 12 migranti provenienti dal Sud est asiatico, che, secondo alcune mail, sarebbero già stati deportati in violazione dell'ordine emesso il mese scorso da un giudice federale che vieta al governo la possibilità di mandare migranti in Paesi terzi senza aver dato loro "la reale opportunità" di contestare la deportazione.
Non solo. La deportazione, in particolare di un cittadino birmano indicato come N.M. e di uno vietnamita indicato come T.T.P., viola una mozione di emergenza che i loro avvocati avevano presentato il 7 maggio quando notizie di stampa indicavano che il governo stava per deportarli in Libia e Arabia Saudita. La corte aveva accolto il loro ricorso e il gruppo "dopo essere rimasto sulla pista per tre o quattro ore era stato riportato nel centro di detenzione".
Ora invece i migranti sarebbero stati deportati "in un Paese che sta ritornando in una piena e catastrofica guerra civile", aggiungono gli avvocati facendo riferimento alla crisi del fragile accordo di pace che nel 2018 avrebbe messo fine al conflitto in Sud Sudan. Il giudice Brian Murphy ha accolto il ricorso, dicendo agli avvocati del dipartimento di Giustizia, che "sulla base di quello che ho ascoltato ci sarebbe una violazione" della sua precedente sentenza.
Da parte sua, il dipartimento per la Sicurezza Interna ha difeso e confermato la decisione di deportare il gruppo di otto migranti, definiti pericolosi criminali e "mostri" in South Sudan, senza però sbilanciarsi sul fatto che questa possa essere la loro "destinazione finale". "Nessun Paese sulla terra vuole accettarli perché i loro crimini sono così particolarmente mostruosi e barbari. Questi orribili individui hanno terrorizzato le strade americane per troppo tempo", ha detto Tricia MCLaughlin, la portavoce del dipartimento, affermando che i deportati sono stati condannati per stupro e omicidio.
"Ora un giudice locale del Massachussets, sta cercando di costringere gli Stati Uniti a riportare questi mostri che rappresentano una chiara e immediata minaccia alla sicurezza del popolo americano", ha concluso la portavoce attaccando Murphy che ieri notte ha chiesto all'amministrazione di "mantenere la custodia e la custodia delle persone rimossa in Sud Sudan o ogni altro Paese, per assicurare la possibilità del ritorno nel caso che la corte stabilisca che queste rimozioni sono state illegali". "Questi sono mostri che il giudice distrettuale sta cercando di proteggere", conclude McLaughlin.
Leggi tutto: Trump deporta migranti in Sud Sudan nonostante stop del giudice
(Adnkronos) - Benjamin Netanyahu si dice pronto ad "un cessate il fuoco temporaneo" a Gaza per garantire la liberazione degli ostaggi, aggiungendo che 20 sono "certamente" vivi.
"Se c'è un'opzione per un cessate il fuoco temporaneo per liberare ostaggi, noi siamo pronti", ha detto il premier israeliano in un discorso trasmesso in televisione. "Ci sono 20 ostaggi che sono sicuramente vivi", ha poi aggiunto.
"Tutta la Striscia di Gaza sarà sotto il controllo dell'esercito israeliano" alla fine dell'operazione militare in corso, ha poi aggiunto Netanyahu in una conferenza stampa a Gerusalemme, la prima in cinque mesi, aggiungendo: "Dobbiamo evitare una crisi umanitaria per preservare la nostra libertà di azione operativa".
Le parole di Netanyahu arrivano nel giorno in cui le forze israeliane hanno aperto il fuoco su una delegazione diplomatica in visita al campo profughi di Jenin, in Cisgiordania. Coinvolto anche il vice console italiano a Gerusalemme Alessandro Tutino.
L'esercito israeliano ha poi espresso "rammarico per l'inconveniente causato" dopo aver - durante un’operazione coordinata per l’ingresso della delegazione - sparato colpi di avvertimento per allontanare i membri del gruppo, che secondo un’indagine preliminare avevano "deviato dal percorso approvato ed erano entrati in un’area non autorizzata", riporta Haaretz.
"L'Iran resta una minaccia seria contro Israele, speriamo che sia possibile raggiungere un accordo che gli impedisca di avere l'arma nucleare", ha poi detto Netanyahu, assicurando che sul dossier iraniano agisce "in pieno coordinamento con gli Stati Uniti, parliamo con loro tutto il tempo".
Impedire a Teheran di avere l'arma nucleare "significa impedirle di avere la capacità di arricchire l'uranio", ha sottolineato Netanyahu, secondo cui se questo obiettivo "sarà raggiunto, naturalmente lo accoglieremo con favore". In ogni caso, ha avvertito, "Israele si riserva il diritto di difendersi contro un regime che minaccia di distruggerci".
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(Adnkronos) - In Cina è crollato improvvisamente il tetto della Torre del Tamburo, costruita nel 1375 durante la dinastia Ming. Nei video circolati online è possibile vedere i visitatori del sito turistico allontanarsi mentre centinaia di tegole cadono a cascata per oltre due piani, si schiantano al suolo e sollevano un'enorme nuvola di polvere.
La torre si trova a Mingzhongdu, nella città di Chuzhou, nella provincia di Anhui, ed è una delle principali attrazioni turistiche della zona. Secondo i media cinesi, si tratta di una delle torri di questo tipo più grandi del Paese. Non ci sono vittime, ma i danni al sito storico sono ingenti e le autorità indagano sulle cause. Il crollo è avvenuto appena un anno dopo la ristrutturazione della torre, in seguito a lievi danni al tetto.
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