
“L’Assemblea Anci è un momento fondamentale di confronto con i Comuni, nostri principali interlocutori”. Lo ha dichiarato Alessandro Moricca, amministratore unico di PagoPa spa, ribadendo il ruolo della società come partner strategico nel percorso di trasformazione digitale del Paese.
Moricca ha ricordato come PagoPa sia una tech company pubblica incaricata di sviluppare un ecosistema di piattaforme che semplificano la vita dei cittadini e agevolano il lavoro degli enti. Tra queste, la piattaforma dei pagamenti – che quest’anno ha già gestito oltre 389 milioni di transazioni per un valore di circa 85 miliardi di euro –, l’app IO, canale unico di accesso ai servizi pubblici che ha registrato più di 13 milioni di utenti attivi negli ultimi dodici mesi e Send, il sistema di notifiche digitali a valore legale, con più di 26 milioni di invii già realizzati.
Il manager ha sottolineato come questi strumenti abbiano reso standard e omogenei i processi digitali sul territorio nazionale, favorendo una relazione più diretta ed efficace tra Pa e cittadini.
Nel corso dell’assemblea Anci Moricca, ha presentato Pari, la nuova piattaforma realizzata da PagoPa per l’erogazione di bonus e incentivi welfare. “Pari rappresenta l’ultimo tassello di un sistema integrato di servizi che punta a semplificare la vita delle persone e il lavoro degli enti”, ha spiegato.
Pari è già operativa e nei prossimi giorni consentirà l’erogazione del bonus elettrodomestici permettendo una gestione digitale, uniforme e trasparente dei benefici destinati ai cittadini.
Moricca ha evidenziato come Parisi inserisca in un percorso più ampio di innovazione che comprende la gestione dei pagamenti, l’app IO e Send: elementi che, insieme, costituiscono l’infrastruttura digitale pubblica su cui si basa la modernizzazione dei servizi erogati dai Comuni.

“Anci è per noi un appuntamento prezioso, un luogo di confronto con Comuni, ministeri e amministrazioni centrali con cui collaboriamo tutto l’anno”. Lo ha affermato Jessica De Napoli, direttrice affari istituzionali & comunicazione di PagoPa.
De Napoli ha ricordato il mandato istituzionale di PagoPa sotto la guida del Dipartimento per la Trasformazione digitale con l'obiettivo di realizzare infrastrutture tecnologiche semplici, sicure e interoperabili.
“Il nostro obiettivo è evitare disparità geografiche e garantire inclusione nei progetti che portiamo avanti”, ha aggiunto, sottolineando il valore del confronto diretto con gli enti per assicurare soluzioni realmente utili ai territori.

Torna 'La promessa 2025', la maratona live in cui musica, spettacolo e storie di vita si intrecciano per sostenere la ricerca sulla sclerosi laterale amiotrofica (Sla). L'appuntamento è per giovedì 20 novembre, dalle 19 alle 22, in piazza Mastai a Roma, con diretta streaming, per chi vorrà seguirla da casa. Al centro della scena Ron, artista iconico che da sempre trasforma le parole in cura e vicinanza che però non sarà solo: attori, sportivi, medici e rappresentanti del mondo sociale e culturale si alterneranno sul palco, tutti uniti dallo stesso obiettivo: dire insieme 'ci siamo, sempre'.
L’evento non è solo da seguire comodamente da casa: piazza Mastai sarà aperta al pubblico con ingresso gratuito, per vivere l’emozione dal vivo, respirare la magia delle luci e degli applausi, e condividere connessioni autentiche in un momento di comunità senza filtri.
"Ogni promessa è una scintilla", afferma Fulvia Massimelli, presidente Aisla- Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica. "Questa serata - aggiunge - è la nostra occasione per accendere insieme la speranza, ricordando che la cura e la vicinanza non sono mai gesti isolati, ma un impegno collettivo". L'invito è di partecipare, condividere vivere l’emozione: 2 ore intense, piene di musica, storie vere e solidarietà concreta. 'La Promessa 2025' non è solo uno spettacolo - ricorda Aisla - "è una chiamata a esserci, insieme, per la ricerca e per le persone con Sla".

Per un miglioramento del Servizio sanitario nazionale "confidiamo che l'acquisizione di ulteriori competenze possa innovare i percorsi e rendere le tecnologie pienamente utilizzabili e accettate". Lo ha detto Giuseppe Pompilio, Market access director di Johnson & Johnson Innovative medicine Italia, oggi a Roma, all’incontro per il lancio di ‘Officina delle competenze’, l’iniziativa della farmaceutica, realizzata in collaborazione con Altems, l’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’università Cattolica del Sacro Cuore, che mira a formare figure professionali e manageriali a supporto del Ssn.
Sulla scelta dell'azienda di investire anche nelle competenze e nei modelli organizzativi del Sistema sanitario nazionale, Pompilio spiega che "sono molte le situazioni in cui abbiamo introdotto tecnologie o farmaci che non hanno poi espresso il loro pieno potenziale come accade anche negli studi clinici. Questo succede perché il contesto in cui vengono applicati spesso non soddisfa le condizioni necessarie. Questa è una presa di coscienza critica nei nostri confronti. Il punto è evidenziare quanto sia importante lavorare sui miglioramenti nei percorsi e nei processi e favorire l’acquisizione di competenze nuove, diverse da quelle attuali. Lo step di oggi è parte di un percorso più ampio e si concentra proprio su questo", conclude.

Il Lazio è tra le regioni più colpite dalle malattie tiroidee, soprattutto nelle province di Latina e Frosinone, con circa 360 mila casi diagnosticati. L’ipotiroidismo e la tiroidite di Hashimoto sono al terzo posto tra le patologie più diffuse nella Regione, dopo ipertensione e ipercolesterolemia, con un incremento di quasi il 9% in soli cinque anni. Eppure non sempre i disturbi della tiroide provocano sintomi evidenti e riconoscibili, anche per molti anni, con conseguenze a lungo termine su tutto l’organismo, se non diagnosticati. Nel caso dell’ipotiroidismo, ad esempio, può portare a disturbi cardiovascolari, metabolici, ormonali, cognitivi.
Per aiutare i cittadini del Lazio a intervenire prima che sia troppo tardi, Fondazione Consulcesi ha scelto di lanciare la 'Campagna di prevenzione Tsh – Focus ipotiroidismo', in collaborazione con Fimmg Roma e il contributo non condizionante di Merck. Dopo la tappa dello scorso 7 novembre, dove la popolazione ha potuto richiedere consulenza e screening gratuiti nel gazebo sanitario allestito presso il Centro Commerciale Roma Est, l'11 novembre - informa una nota - è stata la volta dei dipendenti del Consiglio Regionale del Lazio, su iniziativa del presidente del Consiglio regionale del Lazio, Antonello Aurigemma, che si è avvalso del patrocinio della Regione. In gran numero i dipendenti regionali hanno colto l’occasione della presenza di medici e operatori nel gazebo e nell’Unità mobile salute e inclusione della Fondazione Consulcesi - nel piazzale antistante gli uffici della Pisana - per effettuare la misurazione della pressione arteriosa, il test rapido per la rilevazione del Tsh e un colloquio con esperti, qualora i risultati degli esami avessero segnalato un’anomalia.
L’iniziativa è stata inserita all’interno del programma gratuito di prevenzione 'Un consiglio in salute', voluto dal Consiglio regionale del Lazio, rivolto ai dipendenti. L’obiettivo è quello di promuovere, in questo caso, la prevenzione delle malattie tiroidee per favorire diagnosi precoce e tutelare la qualità della vita. "Ora, proseguiremo su questa strada - ha dichiarato il Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Antonello Aurigemma - al fine di promuovere e diffondere la cultura della prevenzione, che genera ricadute positive sulla salute e sul benessere, e al fine di educare a sani e corretti stili di vita. Continua quindi il nostro impegno, entrando nei luoghi di lavoro, di ritrovo, proprio perché è fondamentale andare incontro alle persone, per far comprendere quanto la prevenzione sia una priorità assoluta”.
"Uno dei principali obiettivi che l'Amministrazione Rocca si è posto è quello di curare i pazienti della Regione Lazio tramite la prevenzione – ha ribadito Fabio De Lillo, responsabile Coordinamento Attività strategiche spesa farmaceutica della Regione Lazio – Quindi, cercando di diffondere una politica di informazione molto accurata e una politica di screening attenta e personalizzata sulla fascia di popolazione a rischio. Voglio dire veramente grazie a tutti coloro che, come oggi, vogliono aiutare la Regione Lazio a raggiungere il grande scopo condiviso, che è quello della salute e della cura dei nostri pazienti".
"Questa è un’iniziativa importante – ha spiegato Pierluigi Bartoletti, vicesegretario nazionale e segretario provinciale di Roma della Fimmg – perché si tratta di patologie spesso asintomatiche, e la medicina del futuro sarà la medicina personalizzata. Si farà non soltanto su coloro che accusano sintomi di malattie, ma sugli esami della prevenzione, così da intervenire prima con cure mirate che possano impedire l’aggravamento della patologia”.
"Voglio ringraziare sia la Regione Lazio per il patrocinio e la collaborazione ormai storica della nostra Unità mobile della Fondazione con la Fimmg Roma e anche il sostegno ricevuto da Merck – ha affermato Simone Colombati, presidente della Fondazione Consulcesi – Abbiamo visto anche l'attenzione che il Governo ha messo adesso nella Legge di bilancio, stanziando sempre più fondi sulle attività preventive. Noi non ci fermeremo qui, abbiamo già in campo alcune altre iniziative in cui proseguiremo attività di screening su patologie oncologiche. Stiamo inoltre già dialogando nuovamente con la Regione per altre iniziative sempre di screening, siamo a disposizione perché crediamo nella prevenzione".

Proseguono i lavori che restituiranno alla Capitale il nuovo Mercato dell’Unità di via Cola di Rienzo, nel cuore di Prati. Passo avanti fondamentale è stato l’arrivo nel cantiere delle prime “lanterne”, i moderni box luminosi che sostituiranno i tradizionali banchi di vendita. Le nuove strutture, veri e propri dispositivi architettonici multifunzionali, potranno trasformarsi in elementi illuminanti durante eventi e manifestazioni, contribuendo a rendere il mercato un luogo vivo anche nelle ore pomeridiane e serali. Nel nuovo mercato troveranno posto 41 box, di cui 29 “lanterne” mobili, dotate di luce interna regolabile e meccanismo di sollevamento telescopico. I banchi saranno affiancati da postazioni dedicate anche alla somministrazione di cibi e bevande, mentre il nuovo layout prevede percorsi centrali di sosta e incontro concepiti come una piazza coperta, pensata per favorire la socialità e la fruizione degli spazi durante tutto l’arco della giornata.
Il progetto, finanziato con fondi giubilari per circa 4 milioni di euro, rientra nel programma di riqualificazione e valorizzazione dello spazio pubblico promosso da Roma Capitale ed è gestito da Giubileo 2025 Spa in qualità di Soggetto Attuatore. Il disegno architettonico è firmato dall’architetto Antonio Atripaldi di Adat Studio, con sviluppo ingegneristico a cura di LaSIA SpA. L’intervento comprende inoltre il restauro delle facciate esterne, il rifacimento dei pavimenti e dei lucernai e una nuova illuminazione capace di valorizzare la monumentalità dell’edificio. Se i lavori proseguiranno secondo programma, il mercato sarà pronto a riaprire al pubblico nei primi mesi del 2026.
“Il nuovo Mercato dell’Unità rappresenta un tassello centrale nella trasformazione di tutto il quadrante di Prati – dichiara Lorenza Bonaccorsi, Presidente del Municipio I Roma Centro –. Non sarà solo un luogo di commercio, ma un vero punto di aggregazione, in grado di vivere anche di sera e durante gli eventi. Intorno al mercato stiamo ridisegnando un intero quartiere, con la riqualificazione di via Ottaviano, di piazza Risorgimento e delle vie principali di Prati: un insieme di interventi che restituiranno ai cittadini spazi più belli, più funzionali e finalmente a misura di comunità”. “Il mercato dell’Unità è uno dei simboli più riconoscibili di Prati – aggiunge Jacopo Scatà, Assessore al Commercio del Municipio I Roma Centro–. Restituirlo ai cittadini completamente rinnovato, più accessibile e capace di ospitare nuove forme di socialità, significa rafforzare il tessuto economico e commerciale del quartiere, ma anche dargli una nuova identità contemporanea che unisce tradizione, innovazione e vita di comunità”.

"Siamo alla vigilia di un importante cambiamento del Servizio sanitario nazionale, che abbiamo fortemente voluto attraverso gli investimenti del Pnrr e con il Decreto ministeriale 77 del 2022, con l’obiettivo di portare il Servizio sanitario più vicino ai cittadini. A questo processo abbiamo dedicato molte risorse che stanno trasformando tecnologicamente il sistema grazie alla digitalizzazione, al Fascicolo sanitario elettronico 2.0, all’ecosistema dei dati sanitari e alla piattaforma nazionale di telemedicina. Ma tutto questo richiede una reale trasformazione organizzativa e un aggiornamento delle competenze". Così Americo Cicchetti, commissario straordinario Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali intervenendo, oggi a Roma, all’incontro per il lancio di ‘Officina delle competenze’, l’iniziativa di Johnson & Johnson, realizzata in collaborazione con Altems, l’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’università Cattolica del Sacro Cuore.
Sul cambiamento del Ssn, Cicchetti evidenzia che si tratta di "riconnettere ciò che accade sul territorio con le competenze specialistiche degli ospedali. Ciò implica la revisione dei profili di ruolo e, di conseguenza, del modello di competenze necessario per operare in modo efficace. Analizzare e comprendere i gap - conclude - è fondamentale per raggiungere questo obiettivo".

"È strategico investire sulle competenze del sistema salute. L’innovazione da sola non basta: servono persone formate, competenti e preparate al cambiamento". Lo ha detto Mariella Mainolfi, direttore generale delle Professioni sanitarie e delle politiche in favore del Servizio sanitario nazionale del ministero della Salute, partecipando, oggi a Roma all’incontro per il lancio di 'Officina delle competenze', l’iniziativa di Johnson & Johnson, realizzata in collaborazione con Altems - l’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’università Cattolica del Sacro Cuore, che punta a tradurre l’innovazione sanitaria in nuove figure professionali e manageriali a supporto del Servizio sanitario nazionale.
"Si parla molto di dati e di intelligenza artificiale - osserva Mainolfi - ma senza professionisti in grado di governare i processi non si riesce a trasformare gli strumenti disponibili in un reale avanzamento operativo di un sistema complesso. Al centro deve rimanere sempre il fine del Servizio sanitario nazionale: la cura dei cittadini. In quest’ottica - conclude - è fondamentale non perdere di vista l’obiettivo e creare, accanto alle figure già esistenti, nuove professionalità capaci di supportare, mediare e integrare gli strumenti dell’innovazione".
Sassari, Fiori in primo grado era stato assolto... 
Jannik Sinner batte Ben Shelton alle Atp Finals oggi, venerdì 14 novembre, e rompe... la racchetta. Il fuoriclasse azzurro ha risolto agevolmente la pratica contro l'americano, in due set, ma un momento del match merita un focus. Nel secondo parziale, durante il settimo game (poi conquistato da Jannik per il 4-3) Sinner ha addirittura rotto la sua racchetta per la potenza messa nel servizio.
A Torino succede anche questo. Jannik è stato così costretto al cambio al termine del game, tornando in campo per chiudere al tie-break un confronto controllato fin dall'inizio e gestito senza particolare fatica.

Anche Lorenzo Musetti rinuncia alla Coppa Davis dopo Jannik Sinner, ma l'ondata di indignazione social non c'è stata per il toscano, a differenza di quanto accaduto all'altoatesino. "Forse, dopo la rinuncia di Sinner, probabilmente un po' tutti abbiamo accettato la situazione e la possibilità che un giocatore possa rinunciare alla Davis per determinate motivazioni: riaprire questo tipo di discorso è completamente inutile". Lo dice all'Adnkronos l'ex capitano di Davis, vincitore della Coppa nel '76 ed ex n.7 in era Atp Corrado Barazzutti.
"Tutto sommato se ne è parlato tanto già con Sinner; la decisione di giocare la Davis deve essere rispettata, soprattutto per giocatori che hanno già giocato. Ritengo che sia un argomento che si è esaurito e le motivazioni di Sinner sono valide anche per Musetti. Penso che non si senta il bisogno di quella gogna social, di quei cecchini che si divertono tanto a colpire tutti".
E non si tratta neanche di trattamento diverso causa 'etnia'. "Per niente, Sinner è assolutamente italiano e non deve dimostrarlo", dice secco Barazzutti, sottolineando che il mondo dei social "è pieno di scemi, e continuerà a esserlo, per cui dobbiamo non curarci di loro e andare avanti".
Tornando a Musetti ha fatto bene perché era abbastanza sfiatato? "Ha fatto quello che lui riteneva fosse la scelta migliore. Ha giocato moltissimo, ricordiamoci che è sempre stato presente in tutte le Coppe Davis, è sempre stato a disposizione, ora viene da non so quanti tornei consecutivi, c'è anche la nascita del secondo figlio che capita proprio in quel periodo: scelta assolutamente più che da rispettare".
"Poi va detto che, preso atto che Sinner e Musetti hanno rinunciato alla Davis, mi sembra inutile parlarne: non ci sono. Parlerei invece della bella squadra che abbiamo, estremamente competitiva. Da addetto a lavori, penso che sia giusto soprattutto in questo momento ricordarci che noi abbiamo una squadra di giocatori molto, molto forti. Non c'è dubbio che con Sinner e con Musetti la squadra sarebbe stata più forte, ma abbiamo una squadra estremamente competitiva con i giocatori che Volandri ha convocato: abbiamo uno dei doppi più forti del mondo, forse il più forte dopo queste Finals e speriamo che vincano".
"Abbiamo giocatori di grandissimo valore, come Berrettini che in Coppa Davis ha sempre dato il massimo, ha portato risultati importanti, c'è Sonego, poi un giovanissimo come Cobolli che è in grande crescita. Insomma, mi occuperei più di loro che di Sinner e di Musetti in questo momento". Coppa Davis morta come dice Bertolucci[1]? "Morta no ma sicuramente è stata svilita molto. Poi ci sono anche le dichiarazioni di Binaghi che dice 'meglio avere un numero uno del mondo che vincere una Coppa Davis': questo non aiuta, ecco".

Re Carlo III compie oggi 77 anni e Buckingham Palace diffonde una nuova foto ufficiale del sovrano. L'immagine, scattata da Millie Pilkington, ritrae il re nella sua tenuta di Sandringham, nel Norfolk, mentre tiene in mano un bastone da pastore.
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È stata pubblicata sui social media con un'emoji a forma di palloncino e il messaggio: "77 anni oggi! Grazie per le gentili parole e gli auguri per il compleanno di Sua Maestà”. Carlo trascorre il suo compleanno nel Galles del Sud in compagnia della regina Camilla, dove tra gli impegni in programma c'è l'incontro con Ruth Jones, protagonista della serie della Bbc 'Gavin and Stacey'.
Prevista anche la presenza del re e della regina Camilla e un ricevimento in occasione del 200mo anniversario del castello di Cyfarthfa.
Riconoscimento a Genova per il terzo anno consecutivo... 
Filippo Magnini è crollato in lacrime tra le braccia di Barbara D'Urso che lo ha accolto e consolato in silenzio durante uno dei suoi momenti più complessi a Ballando con le stelle.
La clip, mostrata oggi a La volta buona, documenta lo sfogo di Magnini dopo un confronto con la giuria. Nella scorsa puntata infatti c'è stato un vero e proprio dibattito che ha portato Magnini a togliersi qualche "sassolino dalla scarpa". "Voglio far bene ma non è che mi cambia la vita", ha confidato dietro le quinte, visibilmente provato, riferendosi al peso dei giudizi ricevuti.
"Essere costantemente giudicati... io sono venuto qui a ballare se va bene ok, altrimenti amen", ha detto poi il concorrente tra le braccia di Barbara D'Urso. Per poi ripetere più volte l'espressione: "Figli e figliastri... Anzi, figli, figliastre e figliastri", lasciando intuire di percepire spesso un trattamento non equo.
L'atleta alla giuria aveva spiegato: "Ho l'impressione che a me facciate le pulci. Fate notare sempre qualcosa che non va, a prescindere dai voti. Io non sono Roberto Bolle, sono un concorrente. Non capisco cosa pretendiate da me".[1]

"E' stato importante aver raggiunto la vittoria anche se nel finale perché, come si dice, vincere aiuta a vincere, ora però mi aspetto da questa Nazionale miglioramenti nel gioco". Così all'Adnkronos il campione del mondo 1982 Alessandro Altobelli all'indomani della stentata vittoria degli azzurri sulla Moldavia.
"Gattuso ci sta mettendo il massimo dell'impegno e il suo carattere che tutti conosciamo, i giocatori sono questi e quindi se non vogliamo correre rischi a marzo al playoff è assolutamente necessario che la squadra migliori dal punto di vista del gioco - ribadisce l'ex attaccante di Inter e Juventus -. Non voglio nemmeno immaginare che l'Italia manchi il terzo mondiale di fila. Se accadesse mi aspetto che chi guida il nostro calcio ci spiegasse i motivi e ne traesse le conseguenze, perché le colpe non sarebbero solo del ct e dei giocatori".
Unica luce nel buio l'esplosione di Francesco Pio Esposito. "Conosco lui e la famiglia, sta facendo un bellissimo percorso, è già un attaccante importante e avendo solo vent'anni mi aspetto che faccia ulteriori progressi e diventi uno dei più forti in circolazione". conclude Altobelli.
Dell'Italia ha parlato all'Adnkronos anche Renzo Ulivieri, presidente dell'Assoallenatori (Aiac): "Intanto con Gattuso in panchina ci sono state 5 partite 5 vittorie, si può discutere sul livello degli avversari ma le partite sono state vinte e non è mai facile, la squadra si è compattata intorno al ct e quindi la valutazione sul lavoro di Rino è positiva".
"Al playoff ci si va con fiducia - sottolinea Ulivieri - Dobbiamo prepararci bene, ci si deve pensare da subito perché bisogna arrivare nella condizione migliore possibile e sono convinto che il campo ci darà ragione anche perché abbiamo una squadra di buona levatura con giocatori di provata esperienza internazionale".
Sui criteri di qualificazione al mondiale che Gattuso ha criticato l'ex allenatore del Bologna taglia corto: "Fa strano vedere una nazionale con sei vittorie di fila non essere già qualificata ma il regolamento per adesso è questo ed è inutile pensarci. C'è solo da arrivare al meglio a marzo".

Le 22 fotografie che compongono il Calendario Pirelli 2026 ritraggono 11 protagoniste del mondo del cinema, della moda, dello sport e della musica: l'attrice scozzese Tilda Swinton, l'attrice britannica Gwendoline Christie, la cantautrice britannica FKA twigs, l'attrice e filmmaker italo-americana Isabella Rossellini (FOTO[1]).
E ancora, la campionessa di tennis statunitense Venus Williams, la stilista ed ex modella inglese Susie Cave, moglie del musicista Nick Cave (già apparsa nelle edizioni di Clive Arrowsmith del 1991 e di Helmut Newton del 1986, presentata nel 2014), l'attrice italiana Luisa Ranieri, la modella russa Irina Shayk, la modella e attrice cinese Du Juan (già nel Calendario 2008 di Patrick Demarchelier), la top model ceca Eva Herzigová (presente nelle edizioni 1996 di Peter Lindbergh e 1998 di Bruce Weber) e l'attrice portoricana Adria Arjona.
A Praga, nella città ‘magica’ per eccellenza, debutta The Cal 2026, un’edizione che sembra nascere da una collisione poetica tra natura e tecnologia.
L'emozione tra natura e tecnologia
La natura è una forza che respira e si trasforma nel Calendario Pirelli 2026 (FOTO[2]). E così la tecnologia: non un artificio ma lo strumento che permette di catturarla, amplificarla e reinventarla. A firmare il calendario è il fotografo e regista norvegese Solve Sundsbo, sperimentatore visionario che da anni indaga i confini tra immaginazione, materia e innovazione digitale. Il risultato è un calendario che riporta al centro il corpo femminile, ma lo fa trasformandolo in un territorio simbolico: terra, aria, fuoco, acqua, energia, etere, luce. Gli elementi naturali come specchio di stati d’animo ed emozioni. Un viaggio nel rapporto degli esseri umani con il mondo che li circonda e con i tempi che stiamo vivendo.
Chi è il fotografo norvegese Solve Sundsbo
Solve Sundsbo è il fotografo norvegese che ha scattato il calendario Pirelli 2026. Ha realizzato alcune delle immagini più memorabili e sorprendenti degli ultimi anni, conquistando il rispetto del settore, grazie alla sua visione senza compromessi e ai suoi concept ultraterreni, che spesso mettono in discussione la percezione della realtà e spingono il linguaggio della moda oltre il semplice scatto fotografico. Sundsbo è celebrato per la sua versatilità, sia per la sua apertura verso le nuove tecnologie – dalla scansione 3D al ritocco dipinto a mano – sia per l’ampiezza del suo stile.
Nato in Norvegia nel 1970, si è trasferito a Londra nel 1995 per studiare fotografia al London College of Printing. Pur vivendo ancora oggi a Londra con la moglie e i quattro figli, il suo Paese d’origine continua a ispirarlo e l'influenza dell’estetica norvegese – pulita e naturale – è evidente in molte sue immagini. Le sue collaborazioni commerciali hanno dato vita a immagini e film iconici per alcuni dei principali marchi della moda e della bellezza, tra cui Bulgari, Cartier, Chanel, Estée Lauder, Giorgio Armani, Gucci, Guerlain, Hermès, Lancôme, Louis Vuitton, Narciso Rodriguez, Prada, Thierry Mugler e Tom Ford. Sundsbo nutre una particolare passione per la pubblicazione del suo lavoro nel contesto editoriale e ha realizzato numerosi editoriali e copertine pionieristici. Collabora regolarmente con Harper’s Bazaar Italia, i-D, Love, The New York Times Magazine, Numéro, Perfect, Re-Edition, V, Vogue Italia e W. "Non volevo essere troppo letterale - spiega il fotografo -. Il calendario non si limita ai quattro elementi tradizionali. Ho voluto catturare emozioni, istinti e stati d’animo centrali nella vita umana…una sorta di mistero, immaginazione, passione, libertà, il legame con la natura e il nostro rapporto con il tempo e lo spazio".
Tronchetti Provera: "Il prossimo calendario in fabbrica? Non abbiamo limiti"
Il prossimo calendario Pirelli verrà scattato in fabbrica? “Non abbiamo limiti. Ci sono 30mila famiglie che lavorano per la Pirelli e devono essere orgogliose, forse è un concetto antico ma io voglio mantenerlo” ha detto il vicepresidente esecutivo di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, presentando The Cal 2026 a Praga, replicando a chi gli chiedeva se, visto che come afferma il top manager “oggi si parla troppo di finanza e poco di industria e di prodotto” abbia intenzione di realizzare The Cal in fabbrica. “The Cal è libero, non deve promuovere niente, ma esprimere qualità e avere un artista che sappia dare qualcosa di speciale. Solve aveva il desiderio di esprimere la sua arte e ci ha proposto qualcosa di molto interessante, con la natura e gli elementi, e un cast di donne e non ragazze, ognuna, in mondi diversi, con una storia vera”.
“Prima abbiamo scelto Praga, che è una città magica, e poi è venuto il calendario e l'ha resa un luogo naturale” dove presentarlo ha osservato il top manager. Il fatto che dall’anno scorso sul The Cal sia tornato il corpo femminile, secondo Tronchetti Provera è una reazione ai tempi. “Ci sono cicli e momenti - sottolinea - e abbiamo ritenuto che fosse giusto così, per non dare idea un po’ paludata di calendario. The Cal rappresenta quello che l’artista che lo realizza vuole esprimere, ed è figlio dei tempi. Tutto avviene in modo assolutamente naturale e coincide con il mondo che ci circonda. E’ la libertà che diamo al fotografo per potersi esprimere”.
Quanto alla scelta del cast, quest’anno di sole donne, Tronchetti Provera ribadisce che è il fotografo a occuparsene: “Noi abbiamo condiviso l’idea che fossero donne che arrivano da diversi campi di lavoro e attività - spiega - che avessero uno spessore in quello che hanno fatto, con natura e bellezza legate a qualità personali. Direi che ne è uscito un mix particolare e la magia di Praga, in questo senso, ci ha aiutati”. “Entrare in altri mondi per noi oggi sarebbe un errore”. Lo ha detto il vicepresidente esecutivo di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, a chi, durante la presentazione a Praga del Calendario Pirelli 2026, gli chiedeva se il gruppo avesse in mente di partecipare a un piano di riassetto con altri gruppi industriali italiani per preservare l’italianità del marchio Giorgio Armani.
“Noi siamo totalmente focalizzati” sul nostro business “abbiamo un futuro molto sfidante - ha proseguito -. Abbiamo idee sulle tecnologie che vanno non solo coltivate, ma ci vuole un’attenzione costante e continua alla luce della velocità dei cambiamenti”. Oggi, al di là delle capsule collection, il top manager ha spiegato che non ci sono altri progetti legati al mondo della moda all’orizzonte: “Sono capsule sempre più rilevanti ma non vogliamo fare un’azienda di moda, tutto è legato alla qualità” ha assicurato.
Venus Williams: "Sinner 'on fire', lo sarà a lungo"
“Sinner è ‘on fire’, è incendiario, bravissimo e strepitoso, non solo adesso ma lo sarà a lungo” dice la campionessa di tennis statunitense Venus Williams, uno dei volti del calendario. Sinner “sta crescendo sempre di più - ha osservato -. E’ affascinante e vi divertirete molto a seguire la sua carriera tennistica. Sono davvero felice di questa popolarità del tennis in Italia”. Quanto alla sua personale carriera, Venus Williams parteciperà all'Asb Classic di Auckland, in Nuova Zelanda, a gennaio 2026. L'evento segna il ritorno della tennista, 45 anni, in competizione dopo una pausa. “Inizierò in Nuova Zelanda a gennaio e ho tanti bei ricordi lì” conclude. (dall'inviata Federica Mochi)

Le 22 fotografie che compongono il Calendario Pirelli 2026 ritraggono 11 protagoniste del mondo del cinema, della moda, dello sport e della musica: l'attrice scozzese Tilda Swinton, l'attrice britannica Gwendoline Christie, la cantautrice britannica FKA twigs, l'attrice e filmmaker italo-americana Isabella Rossellini (FOTO[1]).
E ancora, la campionessa di tennis statunitense Venus Williams, la stilista ed ex modella inglese Susie Cave, moglie del musicista Nick Cave (già apparsa nelle edizioni di Clive Arrowsmith del 1991 e di Helmut Newton del 1986, presentata nel 2014), l'attrice italiana Luisa Ranieri, la modella russa Irina Shayk, la modella e attrice cinese Du Juan (già nel Calendario 2008 di Patrick Demarchelier), la top model ceca Eva Herzigová (presente nelle edizioni 1996 di Peter Lindbergh e 1998 di Bruce Weber) e l'attrice portoricana Adria Arjona.
A Praga, nella città ‘magica’ per eccellenza, debutta The Cal 2026, un’edizione che sembra nascere da una collisione poetica tra natura e tecnologia.
L'emozione tra natura e tecnologia
La natura è una forza che respira e si trasforma nel Calendario Pirelli 2026 (FOTO[2]). E così la tecnologia: non un artificio ma lo strumento che permette di catturarla, amplificarla e reinventarla. A firmare il calendario è il fotografo e regista norvegese Solve Sundsbo, sperimentatore visionario che da anni indaga i confini tra immaginazione, materia e innovazione digitale. Il risultato è un calendario che riporta al centro il corpo femminile, ma lo fa trasformandolo in un territorio simbolico: terra, aria, fuoco, acqua, energia, etere, luce. Gli elementi naturali come specchio di stati d’animo ed emozioni. Un viaggio nel rapporto degli esseri umani con il mondo che li circonda e con i tempi che stiamo vivendo.
Chi è il fotografo norvegese Solve Sundsbo
Solve Sundsbo è il fotografo norvegese che ha scattato il calendario Pirelli 2026. Ha realizzato alcune delle immagini più memorabili e sorprendenti degli ultimi anni, conquistando il rispetto del settore, grazie alla sua visione senza compromessi e ai suoi concept ultraterreni, che spesso mettono in discussione la percezione della realtà e spingono il linguaggio della moda oltre il semplice scatto fotografico. Sundsbo è celebrato per la sua versatilità, sia per la sua apertura verso le nuove tecnologie – dalla scansione 3D al ritocco dipinto a mano – sia per l’ampiezza del suo stile.
Nato in Norvegia nel 1970, si è trasferito a Londra nel 1995 per studiare fotografia al London College of Printing. Pur vivendo ancora oggi a Londra con la moglie e i quattro figli, il suo Paese d’origine continua a ispirarlo e l'influenza dell’estetica norvegese – pulita e naturale – è evidente in molte sue immagini. Le sue collaborazioni commerciali hanno dato vita a immagini e film iconici per alcuni dei principali marchi della moda e della bellezza, tra cui Bulgari, Cartier, Chanel, Estée Lauder, Giorgio Armani, Gucci, Guerlain, Hermès, Lancôme, Louis Vuitton, Narciso Rodriguez, Prada, Thierry Mugler e Tom Ford. Sundsbo nutre una particolare passione per la pubblicazione del suo lavoro nel contesto editoriale e ha realizzato numerosi editoriali e copertine pionieristici. Collabora regolarmente con Harper’s Bazaar Italia, i-D, Love, The New York Times Magazine, Numéro, Perfect, Re-Edition, V, Vogue Italia e W. "Non volevo essere troppo letterale - spiega il fotografo -. Il calendario non si limita ai quattro elementi tradizionali. Ho voluto catturare emozioni, istinti e stati d’animo centrali nella vita umana…una sorta di mistero, immaginazione, passione, libertà, il legame con la natura e il nostro rapporto con il tempo e lo spazio".
Tronchetti Provera: "Il prossimo calendario in fabbrica? Non abbiamo limiti"
Il prossimo calendario Pirelli verrà scattato in fabbrica? “Non abbiamo limiti. Ci sono 30mila famiglie che lavorano per la Pirelli e devono essere orgogliose, forse è un concetto antico ma io voglio mantenerlo” ha detto il vicepresidente esecutivo di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, presentando The Cal 2026 a Praga, replicando a chi gli chiedeva se, visto che come afferma il top manager “oggi si parla troppo di finanza e poco di industria e di prodotto” abbia intenzione di realizzare The Cal in fabbrica. “The Cal è libero, non deve promuovere niente, ma esprimere qualità e avere un artista che sappia dare qualcosa di speciale. Solve aveva il desiderio di esprimere la sua arte e ci ha proposto qualcosa di molto interessante, con la natura e gli elementi, e un cast di donne e non ragazze, ognuna, in mondi diversi, con una storia vera”.
“Prima abbiamo scelto Praga, che è una città magica, e poi è venuto il calendario e l'ha resa un luogo naturale” dove presentarlo ha osservato il top manager. Il fatto che dall’anno scorso sul The Cal sia tornato il corpo femminile, secondo Tronchetti Provera è una reazione ai tempi. “Ci sono cicli e momenti - sottolinea - e abbiamo ritenuto che fosse giusto così, per non dare idea un po’ paludata di calendario. The Cal rappresenta quello che l’artista che lo realizza vuole esprimere, ed è figlio dei tempi. Tutto avviene in modo assolutamente naturale e coincide con il mondo che ci circonda. E’ la libertà che diamo al fotografo per potersi esprimere”.
Quanto alla scelta del cast, quest’anno di sole donne, Tronchetti Provera ribadisce che è il fotografo a occuparsene: “Noi abbiamo condiviso l’idea che fossero donne che arrivano da diversi campi di lavoro e attività - spiega - che avessero uno spessore in quello che hanno fatto, con natura e bellezza legate a qualità personali. Direi che ne è uscito un mix particolare e la magia di Praga, in questo senso, ci ha aiutati”. “Entrare in altri mondi per noi oggi sarebbe un errore”. Lo ha detto il vicepresidente esecutivo di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, a chi, durante la presentazione a Praga del Calendario Pirelli 2026, gli chiedeva se il gruppo avesse in mente di partecipare a un piano di riassetto con altri gruppi industriali italiani per preservare l’italianità del marchio Giorgio Armani.
“Noi siamo totalmente focalizzati” sul nostro business “abbiamo un futuro molto sfidante - ha proseguito -. Abbiamo idee sulle tecnologie che vanno non solo coltivate, ma ci vuole un’attenzione costante e continua alla luce della velocità dei cambiamenti”. Oggi, al di là delle capsule collection, il top manager ha spiegato che non ci sono altri progetti legati al mondo della moda all’orizzonte: “Sono capsule sempre più rilevanti ma non vogliamo fare un’azienda di moda, tutto è legato alla qualità” ha assicurato.
In merito all’industria nazionale Tronchetti Provera ha osservato: “L’Italia era il Paese dell’industria, tutto si è sciolto e nessuno se ne è preoccupato. Questo è accaduto per degli errori, ci siamo un po’ persi. Bisognerebbe tornare a fare cose belle, sappiamo fare cose belle, siamo più creativi degli altri”. Come Paese, ha aggiunto, “riusciamo a fare cose che alle spalle hanno un elemento fondamentale: la passione”. E poi, ha sottolineato, ci sono la competenza e gli strumenti tecnologici a fare la parte del leone. “In Pirelli, da Settimo Torinese al Brasile alla Romania, nessuno viene lasciato indietro e c’è un Welfare che protegge le persone”.
Venus Williams: "Sinner 'on fire', lo sarà a lungo"
“Sinner è ‘on fire’, è incendiario, bravissimo e strepitoso, non solo adesso ma lo sarà a lungo” dice la campionessa di tennis statunitense Venus Williams, uno dei volti del calendario. Sinner “sta crescendo sempre di più - ha osservato -. E’ affascinante e vi divertirete molto a seguire la sua carriera tennistica. Sono davvero felice di questa popolarità del tennis in Italia”. Quanto alla sua personale carriera, Venus Williams parteciperà all'Asb Classic di Auckland, in Nuova Zelanda, a gennaio 2026. L'evento segna il ritorno della tennista, 45 anni, in competizione dopo una pausa. “Inizierò in Nuova Zelanda a gennaio e ho tanti bei ricordi lì” conclude. (dall'inviata Federica Mochi)

"La prima cosa che ho pensato di lui è che fosse uno sborone". Con queste parole, Roberta Bellesini ricorda il suo primo incontro con Giorgio Faletti, l'attore e scrittore morto il 4 luglio 2014, in seguito a una lunga battaglia contro un tumore, a 63 anni.
Lui aveva 35 anni, e lei appena 15: "Eravamo davanti al bar Cocchi di Asti con gli amici. Lui arriva con una Ferrari rossa accompagnato da una modella bellissima con le gambe lunghe otto metri. Ho pensato fosse un cafone", ha raccontato sorridendo Roberta.
Col tempo quel giudizio si è trasformato in un grande amore. Poi, ha raccontato un aneddoto curioso, che la stessa Roberta definisce come "un segnale del destino": "Quando stavamo insieme da qualche mese scoprimmo che la casa dove io avevo vissuto con i miei nonni da bambini, successivamente fu acquistata dai suoi genitori. Quindi dopo di me, ci visse anche lui in quella casa. Era comunque ad Asti, una città molto grande...".
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Costruire la sanità del futuro significa investire non solo in ricerca e tecnologie, ma anche nelle persone e nelle competenze che le rendano realmente efficaci. Da questa convinzione nasce ‘Officina delle competenze’, l’iniziativa di Johnson & Johnson, realizzata in collaborazione con Altems – Alta scuola di economia e management dei Sistemi sanitari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore che traduce l’innovazione sanitaria in nuove figure professionali e manageriali a supporto del Servizio sanitario nazionale. Il progetto di ricerca applicata, presentato oggi a Roma alla presenza di rappresentanti istituzionali e del mondo sanitario - informa la farmaceutica in una nota - nasce in un momento di profonda trasformazione del Ssn con l’obiettivo di colmare l’attuale gap organizzativo e professionale che ancora limita la piena attuazione di importanti riforme. Riduzione delle liste di attesa, migliore integrazione tra ospedale e territorio, e accesso tempestivo alle terapie: sono queste le sfide su cui ‘Officina delle competenze’ intende incidere, rendendo l’innovazione davvero operativa e alla portata di tutti.
Molte strutture sanitarie oggi dispongono già di tecnologie avanzate, ma spesso mancano figure in grado di integrarle, gestirle e valutarne l’impatto reale. Il progetto si propone quindi come un laboratorio nazionale di progettazione e sperimentazione di nuovi profili manageriali capaci di connettere innovazione, dati e percorsi di cura, costruendo una sanità più efficiente, integrata e vicina ai bisogni dei pazienti.
“La sanità italiana sta attraversando una fase evolutiva in cui il vero elemento distintivo non sarà l’innovazione in sé, ma la capacità delle persone di accoglierla, integrarla e utilizzarla in modo consapevole - commenta Mariella Mainolfi, direttore generale, Direzione generale delle professioni sanitarie e delle politiche in favore del Ssn – ministero della Salute Le professioni sanitarie sono oggi al centro di un cambiamento epocale, che richiede nuovi ruoli, competenze digitali e una visione sempre più multidisciplinare. È indispensabile valorizzare il capitale umano del nostro Servizio Sanitario Nazionale, perché senza competenze adeguate anche le migliori innovazioni rischiano di non tradursi in valore reale per i cittadini”. Aggiunge Americo Cicchetti, commissario straordinario dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas): “La riforma avviata con il decreto ministeriale 77 è una delle colonne portanti su cui costruire una sanità moderna e sostenibile. Ma per farla funzionare serve una vera integrazione tra ospedale e territorio, tra governance clinica e organizzativa. È qui che progetti come Officina delle Competenze assumono un valore concreto, perché non si limitano a descrivere nuovi modelli, ma li sperimentano, formando figure capaci di rendere operativa l’integrazione tra i livelli di assistenza e di ottimizzare i percorsi di cura”.
Il progetto introduce 3 nuovi ruoli, definiti scientificamente da Altems, che saranno sperimentati e validati in 3 strutture pilota d’eccellenza a livello nazionale – Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs (Lazio), Asl4 Chiavarese (Liguria) e la Asl Salerno (Campania) – per costruire modelli replicabili su scala nazionale: Chief Innovation Officer, il Direttore sanitario 4.0 e il Patient Journey Manager. Nel dettaglio, i Chief Innovation Officer - riferisce la nota - è il regista che guida l’introduzione di tecnologie avanzate, l’integrazione dei sistemi informativi e la cultura dell’innovazione all’interno di ospedali e aziende sanitarie e coordina l’adozione di strumenti come AI, telemedicina e robotica, ne misura l’impatto clinico ed economico e garantisce la sostenibilità dei processi di trasformazione. Il Direttore sanitario 4.0 evoluzione della figura tradizionale, diventa un leader della trasformazione: coniuga la leadership clinica con la capacità di utilizzare i dati come leva decisionale, guidando team multidisciplinari nella transizione digitale e integrando AI e analisi predittiva nei processi assistenziali e promuove una sanità basata sul valore e garantisce la sostenibilità ambientale, economica e sociale delle strutture, migliorando al contempo la qualità percepita dai pazienti. Infine, il Patient Journey Manager, la figura più innovativa e vicina al cittadino e al paziente, è un navigatore dei percorsi di cura, capace di connettere ospedale e territorio: coordina professionisti e servizi, riducendo tempi di attesa, duplicazioni e interruzioni, e opera sul territorio per garantire continuità assistenziale e presa in carico personalizzata dei pazienti fragili e cronici. È l’interprete di una sanità di prossimità, dove innovazione e organizzazione si traducono in percorsi di cura più rapidi, integrati ed efficienti.
“Officina delle competenze - sottolinea Federica Morandi, professore associato in Organizzazione aziendale Facoltà di Economia e direttrice dei programmi accademici e ricerca Altems, Università Cattolica del Sacro Cuore - nasce dall’esigenza di passare dalla teoria all’azione. Abbiamo progettato e validato tre ruoli che non sono esercizi accademici, ma risposte operative a problemi reali: percorsi frammentati, digitalizzazione disomogenea, carenza organizzativa e di governance dei dati. L’obiettivo del progetto è costruire modelli replicabili e misurabili, capaci di dimostrare che investire in competenze non è un costo, ma un moltiplicatore di efficienza e qualità per tutto il sistema. Questa iniziativa tiene insieme ricerca, policy e impatto reale sul campo”.
“Come Johnson & Johnson abbiamo l’obbligo e la responsabilità di essere un partner di sistema, non solo un’azienda che porta innovazione scientifica - afferma Giuseppe Pompilio Market Access Director di Johnson & Johnson Innovative Medicine Italia - L’innovazione, da sola, non basta. Serve un sistema pronto ad accoglierla. Per questo investiamo anche nelle competenze dei professionisti, perché crediamo che solo chi è ben formato e consapevole possa agire il cambiamento”.
L’Officina delle competenze “nasce da questa visione - continua Pompilio - mettere in moto un ciclo positivo in cui ricerca e innovazione alimentano nuove competenze, e queste, a loro volta, permettono all’innovazione di tradursi in benefici concreti per il sistema. Secondo noi, solo collaborando con tutti gli attori del sistema e superando alcune barriere burocratiche e culturali attualmente presenti, possiamo costruire un Servizio Sanitario Nazionale più moderno, equo e sostenibile”. Del resto, “l’evoluzione del sistema sanitario passa dalla capacità di fare rete, di integrare le competenze e di valorizzare l’esperienza di ciascun attore, pubblico o privato - osserva Paolo Petralia, direttore generale Asl4 Chiavarese e Vicepresidente Nazionale Fiaso - Le nuove figure professionali di Officina delle Competenze rappresentano una risposta concreta a questa esigenza: professionisti che non lavorano in silos, ma costruiscono ponti tra reparti, territori e istituzioni. La collaborazione pubblico-privato diventa così non un’opzione, ma una necessità per trasformare l’innovazione in un bene comune, generando valore condiviso per il sistema e i cittadini”.
In un territorio “ampio e complesso come quello salernitano - evidenzia Gennaro Sosto, direttore generale Asl Salerno e vicepresidente nazionale Federsanità - la sfida non è solo innovare, ma garantire prossimità e continuità di cura anche dove la distanza geografica è un limite reale. Con Officina delle competenze avviamo un modello che unisce organizzazione e capitale umano, rendendo l’innovazione realmente funzionale ai bisogni locali. La figura del Chief Innovation Officer, ad esempio, sarà fondamentale per integrare strumenti avanzati – dall’intelligenza artificiale alla telemedicina – nei processi clinici e organizzativi, valutandone l’impatto e garantendone la sostenibilità. È un approccio replicabile che può diventare strutturale per l’intero Servizio Sanitario Nazionale, con benefici concreti”.
Conclude Daniele Piacentini, direttore generale Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs: “Il Policlinico Gemelli è da sempre un hub di innovazione e ricerca applicata, dove la tecnologia e la conoscenza si incontrano per migliorare la vita dei pazienti. Oggi il passo successivo è far sì che l’innovazione diventi parte integrante dei processi gestionali e clinici, grazie anche alla nascita di nuovi ruoli e l’evoluzione di quelli classici come il Direttore Sanitario. Questa figura dovrà rappresentare il punto di sintesi tra scienza dei dati, qualità clinica e visione strategica: è la chiave per una sanità capace di apprendere, adattarsi e crescere. Progetti come Officina delle Competenze ci aiutano a costruire questa visione, trasformando la complessità in valore”.
(Adnkronos) - Portare una 'cultivar' di riso 'made in Calabria' in Cina, dalla Piana di Sibari alla provincia di Jiangsu, per arrivare poi a realizzare la prima risotteria italiana in Cina. E' la sfida imprenditoriale delle tre giovani sorelle Praino, Maria, Giusi e Sara, titolari del marchio di riso 'Magisa', con il quale dal 2020 producono riso in 400 ettari di risaie a Villapiana, in provincia di Cosenza, con una produzione media di 240mila tonnellate. E ora puntano verso la Cina, come racconta ad Adnkronos/Labitalia, Sara, una delle tre sorelle.
"Il nostro progetto è un ponte comunicativo verso Oriente per arrivare a sperimentare una 'cultivar' in un terreno diverso dal nostro per portare il 'made in Calabria' e il 'made in Italy' a livello culinario in Cina. Loro sono grandi consumatori di riso però hanno una cultura totalmente diversa perché usano il riso pilaf, un chicco diverso molto amidoso. Noi vogliamo portare proprio il format di una 'cultivar' da risotto in Cina, sperimentarla con la coltivazione lì e poi trasformarla formando una prima risotteria italiana in Cina. Quindi creare una filiera corta, dalla terra alla tavola, portando il made in Italy della cucina mediterranea in Cina. Una delegazione cinese del dipartimento di Jurong avente sede in Jurong, Provinca di Jiangsu, è stata qui in Calabria, abbiamo firmato un memorandum d'intesa, e ha potuto visitare la nostra realtà con le nostre risaie", spiega Sara che con le sorelle rappresenta la quarta generazione familiare di agricoltori.
Ma come nasce la storia di Magisa e della coltivazione del riso in Calabria? "Magisa è l'acronimo dei nomi di noi tre sorelle Maria, Giusi e Sara. La coltivazione del riso nella nostra regione -spiega Sara Praino- risale all'epoca della Magna Grecia. E poi nel corso del Regno delle Due Sicilie si coltivava il risone, che era considerato un cereale povero. Noi nel 2020 -continua- abbiamo deciso di riprendere le antiche coltivazioni della Piana di Sibari e avviare la produzione, grazie soprattutto ai terreni delle risaie che sono di natura salina. Quindi il ph del sale conferisce delle qualità organolettiche al riso che poi lo rende particolare, diverso da altre qualità. La piana di Sibari in passato era paludosa, è stata poi bonificata ma i suoi terreni hanno un medio impasto di natura salina e soprattutto godono della vicinanza al mare", sottolinea Sara.
Ma non solo, c'è altro. "Le nostre risaie 'godono' delle acque del torrente Raganello, acqua potabile. Noi facciamo una semina ad inondazione corrente, scorrevole, non di raccolta di acqua, di ristagno come si fa in altre coltivazioni al Nord Italia. E questo ci permette di non usiamo né anti-crittogamici né pesticidi, non facciamo né concimazioni chimiche. Proprio perché godendo di quest'acqua potabile riusciamo anche a gestire le malattie fungine e tutto quello che è di infestante per il riso", sottolinea ancora l'imprenditrice.
Acqua e terreno, dono di madre Natura, che insieme all'iniziativa imprenditoriale delle sorelle Praino fanno sì che oggi, come sottolinea Sara, "l'azienda agricola Msg della famiglia Praino, con il suo brand Magisa è l'unica filiera corta, l'unica riseria del Centro-Sud Italia. Da Ferrara a Lampedusa siamo gli unici a coltivare e trasformare fino a portare un prodotto finito sulle tavole dei consumatori e di chi apprezza questo prodotto che oggi è definito un'eccellenza calabrese", sottolinea orgogliosa Sara.
Ma come avviene la coltivazione del riso nella Piana di Sibari? "Noi gestiamo 400 ettari di risaie. Il ciclo della cultura risicola è di 120-150 giorni, si semina ad aprile-maggio e si raccoglie in questi periodi, novembre-dicembre proprio perché ha bisogno di tanta acqua, di tanto sole e di questa temperatura mite", sottolinea Sara Praino dal 2015 inserita in azienda insieme alle sorelle da papà Giancarlo. E diverse sono le qualità di riso prodotte nelle risaie di Magisa che si affacciano sul mare della Piana di Sibari. "Carnaroli, Arborio, Originario, Grandi Chicchi, il Gange che è un similare del Basmati quindi è una cultivar aromatica molto profumata, il Carnaroli integrale, il Rosso solitario e poi lo Jemma che è una cultivar autoctona nera, che è stata brevettata proprio da noi grazie allo studio di dieci anni di mio padre e di GianDomenico Polenghi riconosciuta dall'ente nazionale Risi. Inoltre facciamo anche le seconde elaborazioni quindi facciamo una linea di risotti già conditi con prodotti di alta qualità disidratati, le gallette di riso e la farina di riso", sottolinea
E il riso di Magisa ha varcato da tempo i confini regionali e nazionali. "Il grosso della nostra attività è regionale e nazionale, ma abbiamo dei contratti con la Germania, la Francia, gli Emirati Arabi e gli Stati Uniti. Ci stiamo allargando insomma piano piano verso l'estero. In Italia riusciamo ad agire anche nella grande distribuzione, nonostante il nostro sia un prodotto di alta qualità. E con il nostro shop on line raggiungiamo anche grossisti e privati", sottolinea Sara che in azienda si occupa di risorse umane e fornitori, mentre Maria, amministratore unico, gestisce la parte agricola e Giusi cura invece la parte commerciale.
E mentre nel Nord Italia è sempre vivo l'allarme sul calo di produzione di riso per Magisa e le sorelle Praino le criticità sono altre. "Le annate per fortuna stanno andando bene -sottolinea Sara Praino- il problema è l'ingresso in Italia dall'estero di cultivar diverse dalle nostre ma vengono poi merceologicamente definite similari. Un riso 'tipo' carnaroli che poi passa come il nostro Carnaroli. Quindi quello che manca è la tutela delle cultivar made in Italy. E poi per noi in Calabria non è facile fare impresa soprattutto al femminile, anche se negli ultimi anni l'amministrazione regionale ci sta dando una mano a dare la giusta visibilità a quanto di buono si realizza nella nostra regione", conclude.
(di Fa

Sarà il Circo Massimo di Roma, il prossimo 12 settembre, il porto finale di un viaggio epico, un'avventura che parte dalla Capitale per tornarvi dopo aver abbracciato il mondo intero. Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, presenta ‘L’Arca di Lorè’, un progetto ambizioso nato con un duplice obiettivo: portare speranza e dimostrare che, attraverso la musica, non esistono confini. Un'iniziativa che si dividerà in due grandi atti: una prima fase di esplorazione globale e una seconda di festa totale in Italia, con il ‘Jova Summer Party’ dove l’artista si muoverà in bici.
“Andremo a suonare la mia musica ovunque, anche dove non siamo mai stati e nessuno sa chi sono. Per dimostrare che i confini sono solo dentro la testa e nelle culture”, racconta Jovanotti. Questa prima parte del viaggio, che si svolgerà da marzo a luglio, lo vedrà "giocare con il mappamondo", portando il suo ritmo in luoghi inaspettati, per un pubblico nuovo, alla ricerca di una connessione universale. Un viaggio che lo porterà fino a settembre dell’anno prossimo quando compirà 60 anni. Tempo di bilanci? “Non si tratta tanto di scegliere cosa salvare dei miei 60 anni, ma di decidere cosa portare di me nel futuro”, spiega. La scelta è chiara: “Tra le cose che voglio salvare e portare con me ci sono la musica e il ritmo. Voglio portarli dove non mi conoscono, dove non sanno chi è 'Jova'”.
Dopo l'avventura internazionale, ‘L’Arca di Lorè’ approderà finalmente in Italia per la seconda fase del progetto, il ‘Jova Summer Party’, interamente girata in bici. Niente ‘beach party’, dunque, per evitare le polemiche relative all’impatto ambientale delle edizioni precedenti che, assicura Jovanotti, non avevano fondamento. Dall'inizio di agosto a metà settembre, l'artista è pronto a “gettarsi tra le braccia della sua gente e del suo pubblico”.
Sarà un ritorno a casa itinerante, una grande festa che, partendo dal Sud, risalirà la penisola. Il calendario prevede tappe a Olbia (7 agosto – Arena sound Park), Montesilvano (12 agosto – Music Arena), Barletta (17 agosto - Music Arena), Catanzaro (22 agosto – Calabria Music Arena), Palermo (29 agosto – Ippodromo La Favorita) e Napoli (5 settembre – Ippodromo di Agnano), fino all'evento conclusivo che trasformerà il Circo Massimo di Roma, il 12 settembre, nel più grande "summer party" della capitale.
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