(Adnkronos) - "È un onore per me essere il primo ambasciatore di vita dell'Osservatorio che anche quest'anno con il progetto 'ampioni di Vita' ha ottenuto grandi e importanti risultati nelle scuole". A dirlo è l'attore e regista Carlo Verdone, intervenendo tramite un videomessaggio di saluto, all'evento 'Maratona Bullismo', in corso al Palazzo dell'Informazione dell'Adnkronos. La giornata è l'occasione per presentare il primo Rapporto dell'Osservatorio Nazionale Bullismo e Disagio Giovanile.
"Un grazie speciale a tutti coloro che hanno partecipato al sondaggio di ben 12mila studenti -dice Verdone- dati fondamentali per comprendere e costruire progetti futuri. Grazie a tutti per il vostro impegno e buon lavoro". E in merito a cosa si possa fare per contrastare questo fenomeno, il popolare regista romano sottolinea: "Combattiamo veramente questo bullismo che oggi è una piaga per chi lo subisce e diventerà una piaga anche nella psiche di chi lo pratica perché finirà così. Combattiamolo con lo sport, con la vita, col fare, con lo stare insieme, con l'aggregazione, con la condivisione", conclude Verdone.
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(Adnkronos) - “Sono qui, oltre che come Presidente dell’associazione nazionale funzionari di polizia, come polizia intera, perché noi siamo piena parte di questa battaglia. Ho avuto l’avventura, o si potrebbe dire disavventura, di occuparmene molto direttamente, a cominciare dalla metà degli anni 90 e da lì in avanti. Su questo tema venni chiamato nel 2016 appena promosso questore a fondare un ufficio presso la direzione centrale anticrimine del dipartimento della pubblica sicurezza che si occupava di questi temi, sotto l’aspetto della prevenzione e delle misure. Da questo momento è stato intrapreso un percorso importante, ancora più significativo negli ultimi anni, la cui parte operativa è seguita dalla polizia delle telecomunicazioni, oggi polizia cibernetica che scandagli ail web e fa una mansione di prevenzione che di intervento e di polizia giudiziaria”. Così Emanuele Ricifari, questore di Agrigento e membro del comitato scientifico dell’Osservatorio Nazionale Bullismo, intervenendo alla Maratona Bullismo, in corso al Palazzo dell'Informazione dell'Adnkronos a Roma, durante cui è stato presentato il primo rapporto dell'Osservatorio nazionale bullismo e disagio giovanile.
“Venendo ai temi, - ha continuato Ricifari - la terza parte del nostro sondaggio parla di episodi di insulti online, atti di bullismo o cyberbullismo, di cui l’impatto è molto reale sulla vita personale e familiare dei ragazzi. I dati dicono che per il 65% del campione, quasi mai o mai è capitato di avere avuto a che fare con atti di bullismo, ma la mia esperienza dice l’opposto, perché questi atti non sono stati molto spesso riconosciuti. Invece, il 35% che li ha riconosciuti, dal quasi mai a ogni giorno, dice che è falso il primo dato. Dobbiamo ripartire da questo 35%, da chi questi atti li riconosce. Il cyberbullismo è un fenomeno degli ultimi vent’anni ed è in crescita. Nel mio passato individuo almeno due episodi di cui sono stato vittima e tanti altri in cui in qualche modo, per stupidità, mi sono lasciato andare a definire in modo un amico, un compagni di squadra. La differenza tra allora e adesso va marcata, i ragazzi non la comprendono oggi. La differenza è che quando io ho subito questi atti è finita lì, oggi gli insulti hanno un effetto permanente e viene sentito come permanente. Il quarto sondaggio ha come domanda ‘ti capita di prendere in giro o insultare qualcuno online?’ Anche qui abbiamo un dato drammatico, il 26.5% infatti dice quasi mai, anche questo un dato che denuncia la verità del secondo dato ma la fallacia del primo, per chi ha dato le risposte. L’emergenza educativa è il tema. In questo dato viene posto il focus sull’autore, non sulla vittima. Tutti dobbiamo rivedere i nostri comportamenti e riconoscerci almeno qualche volta come autori. Bisogna agire sul rispetto. Ai miei tempi avevamo agenzie educative come la scuola, la famiglia e la tv, quest’ultima oggi credo che sia diseducante. Ma anche noi spesso siamo diseducanti nei comportamenti, abbiamo la tendenza a polarizzare la discussione, non ad aprire un dibattito. Il ruolo dell’argomentare è il reale, non il virtuale”.
“La quinta domanda posta, ‘hai mai pubblicato video di risse o scherzi pesanti?’, evidenzia che 10.858 persone hanno detto di no e 84 hanno detto di si, e anche qui la consapevolezza gioca un ruolo importante. Infatti, - ha sottolineato il questore - quelli che hanno risposto di no hanno magari partecipato mettendo un like, condividendo il video, il post. Prima dei nostri ragazzi abbiamo bisogno noi, perché oggi viviamo e lavoriamo sugli smartphone. C’è necessità dell’ascolto attivo, perché i nostri ragazzi molto spesso non sono consapevoli. Dobbiamo riuscire a rendere noi stessi consapevoli e soprattutto loro”.
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(Adnkronos) - “Quella di oggi è una giornata importante. Sono 15 anni che portiamo avanti questo osservatorio e oggi, insieme al nostro comitato scientifico presentiamo oggi una ricerca importante. Siamo riusciti a toccare il cuore di 11.321 studenti che in forma anonima hanno risposto ai nostri quesiti”.
Così il presidente dell’Osservatorio nazionale bullismo e disagio giovanile Luca Massaccesi intervenendo alla Maratona Bullismo, in cui viene presentato il primo rapporto dell'Osservatorio nazionale bullismo e disagio giovanile, in corso al Palazzo dell'Informazione dell'Adnkronos a Roma. “È importante oggi - prosegue - stare vicino ai ragazzi, che rappresentano non solo il futuro ma hanno bisogno di aiuto”. Secondo Massaccesi, dai dati emerge un quadro in chiaroscuro dei giovani: “Non danno il giusto valore alla vita, sono scontenti, arrabbiati, impauriti, l’ansia è diventata un dato strutturale”.
(Adnkronos) - Indivisibili. Da quando alcune 'colleghe' intraprendenti sono saltate da un pipistrello e si sono attaccate a un Neanderthal che usciva da una grotta 60mila anni fa, le cimici dei letti hanno goduto di un rapporto fiorente con i loro ospiti umani, prosperando nei secoli e finendo periodicamente sotto i riflettori per le loro maxi infestazioni, soprattutto in occasioni di eventi di massa, che siano competizioni sportive o eventi culturali. A un ben più triste destino sono invece andate incontro le comunità senza spirito di avventura che sono rimaste con i pipistrelli: le loro popolazioni hanno continuato a diminuire dall'era glaciale, circa 20mila anni fa, in poi. A ricostruire le gesta di queste due 'casate' è stato un team guidato da ricercatori della Virginia Tech, che ha confrontato l'intera sequenza del genoma di questi 2 lignaggi geneticamente distinti di cimici dei letti. I risultati pubblicati su 'Biology Letters' mostrano che il lignaggio associato all'uomo ha seguito un modello demografico simile a quello degli esseri umani e queste cimici potrebbero dunque essere, secondo l'ipotesi degli autori, il primo vero parassita urbano della storia, il primo ospite scomodo e indesiderato dell'uomo. Parassiti vecchi come il mondo.
"Volevamo esaminare i cambiamenti nella dimensione effettiva della popolazione, che è il numero di individui riproduttivi che stanno contribuendo alla generazione successiva" di cimici dei letti "perché questo può dirci cosa è successo nel loro passato", spiega l'autrice principale Lindsay Miles, Dipartimento di entomologia. Secondo i ricercatori, la relazione simbiotica storica ed evolutiva tra esseri umani e cimici dei letti potrà fornire dei modelli che prevedono la diffusione di parassiti e malattie legata all'espansione della popolazione urbana. Mettendo direttamente in relazione l'espansione globale umana all'emergere e all'evolversi dei parassiti urbani come le cimici dei letti, i ricercatori possono identificare i tratti che si sono co-evoluti sia negli esseri umani che nei parassiti durante questo processo.
Un grafico realizzato dagli autori mostra che i modelli a livello di genoma della demografia delle cimici dei letti rispecchiano l'espansione umana globale. "Inizialmente, con entrambe le popolazioni, abbiamo visto un declino generale coerente con l'Ultimo massimo glaciale; il lignaggio associato ai pipistrelli non è mai rimbalzato e sta ancora diminuendo di dimensioni", evidenzia Miles che è affiliata al Fralin Life Sciences Institute. "Ma la parte davvero entusiasmante" di questa storia "è che il lignaggio associato all'uomo si è ripreso e la loro popolazione effettiva è aumentata".
Miles punta l'attenzione sulla prima creazione di grandi insediamenti umani che si sono espansi in città come la Mesopotamia circa 12mila anni fa. "Ha senso - ragiona Warren Booth, professore associato di Entomologia - perché gli esseri umani moderni sono usciti dalle grotte circa 60mila anni fa. C'erano cimici dei letti che vivevano nelle grotte con questi umani. Quando questi si sono trasferiti fuori hanno portato con sé un sottoinsieme della popolazione di parassiti, quindi c'è meno diversità genetica in quel lignaggio associato all'uomo".
Man mano che gli uomini aumentavano le dimensioni della loro popolazione e continuavano a vivere nelle comunità e nelle città che si espandevano, il lignaggio delle cimici dei letti associato all'uomo vedeva crescere esponenzialmente la dimensione effettiva della popolazione. Utilizzando i dati dell'intero genoma, i ricercatori hanno ora una base per ulteriori studi su questa divisione del lignaggio di 245mila anni fa. Poiché i 2 lignaggi hanno differenze genetiche, ma non sufficienti per essersi evoluti in due specie distinte, i ricercatori sono interessati a concentrarsi sulle alterazioni evolutive della discendenza associata all'uomo rispetto a quelle della 'famiglia' associata ai pipistrelli, alterazioni che hanno avuto luogo più di recente.
"Sarà interessante guardare cosa è successo negli ultimi 100-120 anni", spiega Booth. "Le cimici dei letti erano abbastanza comuni nel vecchio mondo, ma da quando è stato introdotto il Ddt per il controllo dei parassiti, le popolazioni sono crollate. Si pensava che fossero stati essenzialmente eradicati, ma nel giro di 5 anni hanno iniziato a riapparire, stavano resistendo al pesticida". Booth, Miles e la studentessa laureata Camille Block hanno già scoperto una mutazione genetica che potrebbe contribuire a quella resistenza agli insetticidi in uno studio precedente, e stanno esaminando ulteriormente l'evoluzione genomica delle cimici dei letti e la rilevanza per la resistenza agli insetticidi del parassita. Ora conclude Booth, si sta "indagando sull'evoluzione della resistenza agli insetticidi e sulla diffusione delle specie utilizzando esemplari museali raccolti a partire da 120 anni fa fino ai nostri campioni attuali.
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(Adnkronos) - Sono oltre 50mila le opportunità di lavoro tramite agenzia in arrivo con l’estate. Queste le stime di Assolavoro Datalab, l’osservatorio dell’associazione nazionale delle agenzie per il lavoro, per la bella stagione 2025. Da maggio a settembre le figure ricercate sono quelle più classiche per il periodo, e riguarderanno soprattutto i servizi di accoglienza turistica, dagli hotel ai villaggi, alle attività balneari. Largo, dunque, agli animatori per spiagge, baby club e crociere, bagnini e beach manager. In aumento anche la domanda nel settore horeca, con una forte richiesta di chef de rang e commis di cucina, oltre a camerieri, bartender e barback.
Dagli studi dell’Osservatorio Assolavoro Datalab condotti sui principali portali di vacancy e tramite analisi dirette, le occasioni di lavoro riguarderanno anche il settore dei trasporti e dell’assistenza, che coinvolgerà le assunzioni di conducenti di bus e navette, addetti all’accoglienza e assistenti delle persone con disabilità. Seguono poi gli operatori della logistica, con facchini e tuttofare, mozzi e lavapiatti. Inoltre, cresce la richiesta per quelle professioni legate alla filiera agroalimentare, con operai stagionali, commessi e addetti ai reparti e al confezionamento.
I gruppi professionali di riferimento ai quali appartengono le professioni estive alimenteranno in tutto circa 600mila richieste di profili stagionali nel periodo in esame. Tra queste le opportunità tramite Agenzie per il Lavoro sono più di 50mila.
Il 31% delle assunzioni sarà localizzato al Nord-Est, il 16,1% al Nord-Ovest, il 17,5% al Centro, il 21,9 al Sud. Chiudono le Isole che assorbiranno il 13,1% della richiesta. La somministrazione, inoltre, entro settembre 2025 offrirà complessivamente in tutti i settori e nelle attività anche non stagionali circa 400mila opportunità di lavoro. Buona conoscenza di almeno una lingua straniera, ottime capacità comunicative, flessibilità negli orari e disponibilità a lavorare nei weekend e nei giorni festivi. Queste le caratteristiche più spesso ricercate dalle aziende.
Si tratta di contratti di lavoro in somministrazione, ovvero con le stesse tutele e la stessa retribuzione del lavoro dipendente e – per quelli a tempo determinato – con occasioni doppie di reimpiego allo scadere del rapporto di lavoro. Le agenzie, poi, rappresentano la porta di ingresso preferenziale per i giovani nel mondo del lavoro con più di un occupato su due che ha meno di 35 anni. I giovani che entrano nel mercato del lavoro tramite una Agenzia hanno più rapidamente accesso a un contratto di lavoro stabile.
Per candidarsi è possibile contattare le singole agenzie per il lavoro. L’elenco delle principali filiali delle agenzie, accreditate presso l’apposito albo del ministero del Lavoro, è disponibile sul sito di Assolavoro (https://assolavoro.eu/trova-la-filiale/).
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(Adnkronos) - Solidarietà per aiutare, insieme si vince, apertura verso l'altro, rispetto e diritti, inclusione e lavoro, inclusione medico-paziente. Con queste parole, che superano la nozione standard per raggiungere un significato più universale, più di 30 persone con malattie rare (e non solo) hanno definito il loro concetto di 'inclusione'. Da queste parole 10 artisti, tra i più apprezzati sulla scena nazionale e protagonisti di un'attività creativa unica, hanno preso spunto per renderle "visibili" e realizzare delle illustrazioni basate proprio sul'idea di Health Equity, ossia dell'equità in salute. Si è giunti così a 'Ridefiniamo l'inclusione: parole e immagini per la Health Equity', la mostra realizzata da Omar - Osservatorio malattie rare e ospitata da Palazzo Merulana, museo di Roma, presentata a un gruppo ristretto di associazioni di pazienti, esperti della comunità medico-scientifica, rappresentati istituzionali e giornalisti.
L'intero progetto, le cui illustrazioni in mostra sono di fatto il risultato finale, ha una genesi e uno sviluppo lunghi e strutturati. Ideato da Omar con il contributo non condizionante di Sobi, è stato patrocinato da Amare Onlus - Associazione malattie rare ematologiche, Fondazione Paracelso e La Lampada di Aladino Ets, e ha visto il coinvolgimento nelle fasi preliminari anche di Aipit - Associazione italiana porpora immune trombocitopenica e Aiepn - Associazione italiana emoglobinuria parossistica notturna. Le patologie prese come 'case-study' sono state emofilia, emoglobinuria parossistica notturna (Epn), trombocitopenia immune (Itp) e linfoma diffuso a grandi cellule B (Dlbcl).
"La progettualità ha avuto come obiettivo principale quello di creare una nuova narrazione condivisa sull'inclusione, largamente intesa, percepita dalle persone con malattie rare. E così è stata presentata ai presidenti di alcune associazioni di pazienti con le patologie scelte come casi studio. Le associazioni hanno accolto la proposta di partecipare attivamente estendendo l'invito all'intera comunità. Prima sfida del progetto, quindi, è stata l'inclusione all'interno delle stesse associazioni - spiegano Ilaria Vacca e Francesca Gasbarri, rispettivamente caporedattrice e Digital & social media manager di Osservatorio malattie rare - I partecipanti, non solo persone con una patologia, ma anche caregiver e familiari, si sono impegnati, attraverso un percorso di riflessione e consapevolezza condotto dallo psicologo e psicoterapeuta Jacopo Casiraghi, nello svolgimento di una serie di focus group durante i quali hanno fatto emergere la propria visione dell'inclusione. I risultati di questo itinerario semantico e narrativo sono stati poi raccolti in una Pubblicazione disponibile in formato e-book. Non solo: gli illustratori hanno tradotto in immagini le esperienze, le emozioni e i bisogni emersi, creando 10 opere che esplorano differenti prospettive sull'inclusione. La loro diversità di tecniche e stili ha consentito infatti di scavare temi complessi con uno sguardo che promuove una rappresentazione più ricca e sfaccettata della realtà".
La scelta di esporre le opere in questione a Palazzo Merulana non è stata casuale: importante centro di cultura e arte contemporanea, il museo - riporta una nota - si è posto sin dagli esordi una missione, cioè sviluppare azioni concrete per garantire l'accessibilità a tutti i tipi di visitatori, supportando la fruizione in piena autonomia dei suoi contenuti e ponendosi in maniera responsiva rispetto alle esigenze specifiche dell'utenza all'insegna dell'inclusione. Le illustrazioni in questione sono state dunque esposte integrandosi con la Collezione permanente di Palazzo Merulana e la mostra personale di Matteo Pugliese 'Nelle tue mani'.
"Dare valore pubblicamente a un percorso così introspettivo e personale, ma di grande rilevanza sociale, è stato per noi estremamente stimolante - affermano congiuntamente le realtà associative Amare Onlus, Fondazione Paracelso e La lampada di Aladino Ets - Mettersi in gioco come persona con malattia rara, come caregiver o come familiare non è mai facile, i timori e i giudizi sono difficili da superare. Ma con questo progetto ci siamo sentiti coinvolti fin dal principio e i concetti di uguaglianza, di inclusione, di parità li abbiamo percepiti subito nostri, facendo sì che ciascuno di noi potesse liberamente esprimersi, confrontarsi e arricchirsi. Ascoltare e ascoltarsi. Insomma, parole, azioni e immagini sono stati effettivamente elementi che hanno saputo rappresentare a tutti i livelli cosa sia la health equity".
"In tutti i gruppi è emerso il concetto di reciprocità dell'inclusione: 'includere' non è solo una responsabilità della società (o del gruppo) verso l'individuo, ma anche viceversa: è l'individuo che trova il 'coraggio' di raccontarsi nella speranza di essere ascoltato e capito e infine incluso nonostante la (o in ragione della) sua storia - racconta Casiraghi, psicologo e psicoterapeuta, coordinatore degli psicologi dei Centri clinici Nemo - Per gli intervistati l'inclusione parte già dal momento della diagnosi in cui le parole del medico, se sono pesate e corrette, permettono l'alleanza e la compliance alle cure. Includere - continua Casiraghi, co-autore della pubblicazione 'Ridefiniamo l'inclusione' - richiede uno sforzo cognitivo, sociale ed emotivo non automatico, a prescindere dalla storia personale o dalle sfide affrontate. Il concetto di inclusione è allora complesso, stratificato e multidimensionale. Cercando di ridefinirlo, si può dire che è un processo dinamico che integra accettazione reciproca, valorizzazione della diversità, partecipazione volontaria, accesso alle pari opportunità e linguaggio inclusivo. Si realizza quando le persone si sentono libere di esprimersi, riconosciute per ciò che sono e accolte in un contesto che promuove l'interazione positiva e la reciproca accettazione".
"In Sobi crediamo che dare voce alla comunità di persone con malattie rare sia fondamentale, in quanto rappresenta un atto concreto per dare spazio alle loro emozioni, ai loro bisogni più profondi e alle parole con cui scelgono di raccontarsi. Inclusione, per ogni individuo, ha un significato unico e personale - dichiara Fabrizio Capetta, VP Global Head of Haemophilia& General Manager di Sobi Italia, Grecia, Malta e Cipro - Per questo abbiamo voluto sostenere in modo incondizionato il progetto 'Ridefiniamo l'inclusione', che non solo promuove una riflessione collettiva sul concetto di Health Equity, ma restituisce voce, colore e forma al vissuto personale e profondo delle persone con malattie rare. E' un modo concreto per contribuire a costruire un patient journey accessibile e realmente orientato sulla persona, sviluppando un approccio di ascolto profondo e connessione tra le parti, elementi fondanti di Unite4Rare, la nostra visione nelle malattie rare".
Sono Marco Cazzato, Mara Cerri, Manuel Fior, Gianluca Folì, Pax Paloscia, Antonio Pronostico, Francesca Protopapa, Silvia Rocchi, Andrea Serio ed Elisa Talentino ad aver tradotto in immagini ciò che i focus group hanno generato in termini di emozioni, esperienze e concetti. Ne deriva una sorta di 'atlante emotivo' dell'inclusione in cui i 10 artisti, attraverso un'interpretazione personale, hanno realizzato delle illustrazioni ciascuna delle quali si fa portavoce di un frammento di umanità che, pur partendo da una condizione di fragilità, rivendica dignità e appartenenza. La pluralità dei linguaggi artistici rappresentati riflette la complessità del concetto di inclusione stesso: non c'è un'unica forma d'inclusione, così come non esiste un'unica estetica per raccontarla.
Anche i rappresentati delle istituzioni, in occasione della mostra, hanno posto l'accento sull'importanza dell'inclusione e sugli effetti positivi di questa per l'intera comunità. "Desidero esprimere tutto il mio apprezzamento per un progetto che, attraverso l'arte e la condivisione delle esperienze, ci invita a ripensare il significato più autentico dell'inclusione e dell'equità nella salute - sottolinea in una lettera la ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli - Mettere al centro la persona, valorizzare i vissuti di chi affronta ogni giorno una malattia rara, dare voce ai bisogni e ai diritti delle famiglie significa costruire insieme una società più consapevole, sensibile e giusta. L'unione tra parole e immagini, così come quella tra riflessione scientifica e linguaggio creativo, può contribuire ad aprire nuovi spazi di comprensione e rispetto".
"In Italia circa 2-2,5 milioni di persone convivono con una malattia rara e più di 1 milione di bambini e ragazzi sono coinvolti, spesso senza una diagnosi certa. Questa realtà ci impone di guardare oltre i dati e di ascoltare le voci di chi vive quotidianamente queste sfide", commenta in un messaggio l'onorevole Valentina Grippo, Commissione VII Cultura, Scienza e Istruzione della Camera.
"E' fondamentale superare la frammentazione degli interventi e riconoscere la persona nella sua interezza e nel suo valore unico. L'accomodamento ragionevole, già riconosciuto nel nostro ordinamento - conclude - deve trovare piena attuazione non solo nelle scuole, ma anche nei luoghi di lavoro e in ogni ambito della vita sociale".
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(Adnkronos) - Lorenzo Musetti torna in campo per il secondo turno del Roland Garros 2025. Oggi, mercoledì 28 maggio, il tennista azzurro affronterà - in diretta tv e streaming - il colombiano Daniel Galan, numero 122 del mondo, nello Slam parigino, il secondo della stagione dopo l'Australian Open, vinto da Jannik Sinner lo scorso gennaio. Nel primo turno del torneo, il numero 7 del ranking ha superato il tedesco Hanfmann.
In caso vittoria per Musetti ci sarà la sfida, al terzo turno del Roland Garros 2025, con il vincente della sfida tra lo statunitense Reilly Opelka e l'argentino Mariano Navone.
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(Adnkronos) - Un bonifico da circa 400mila euro, e un accusa di frode. È successo in Argentina, dove una donna, Veronica Acosta, si è ritrovata da un giorno all'altro 500 milioni di pesos (circa 400mila euro) sul conto, e li ha spesi per sé e la famiglia, ma ora rischia l'arresto. Secondo quanto riporta il media argentino La Nacion, Acosta era in attesa, come ogni mese, di un bonifico da parte dell'ex marito, che le corrisponde con cadenza regolare circa ottomila pesos, ma un giorno ha ricevuto una 'sorpresa'.
La donna, che risiede nel comune di Villa Mercedes, in provincia di San Luis, si è ritrovata sul conto un bonifico da parte del governo provinciale pari a 500 milioni di pesos e non ha esitato un secondo a spenderli. Il tesoriere governativo però ha individuato l'errore e ha provveduto a segnalarlo, ma era troppo tardi. Acosta aveva già effettuato infatti oltre 60 bonifici acquistando una macchina, un frigorifero, due televisori e non solo.
Il governo ha disposto il congelo del conto e l'incriminazione della donna insieme ad altre cinque persone, considerate 'complici', con l'accusa di frode ai danni dello Stato. Il 90% del denaro è stato, in ogni caso, già recuperato, una parte restituito da Acosta e la rimanente attraverso i conti bloccati. La 'cauzione' per evitare l'arresto fissata dal giudice è pari a 30 milioni di pesos, da consegnare entro tre giorni lavorativi.
Una cifra troppo alta per la donna, come confermato dai suoi legali: "Stiamo parlando di persone umili, senza precedenti penali, che non hanno mai agito in malafede", ha spiegato l'avvocato Hernan Echevarria ai media argentini, "non è una rete di truffatori. È stato un errore dello Stato, che ora sta cercando di incolpare queste sei persone come se fossero criminali". A stretto giro è arrivata anche la spiegazione di Acosta: "Mi sono ritrovata questi soldi sul conto e, dato che ero in un momento di forte difficoltà economica, li ho spesi per aiutare la mia famiglia. Ho pensato che fosse un dono di Dio".
Leggi tutto: Lo Stato le 'regala' 400mila euro, lei li spende. Ora però rischia l'arresto
(Adnkronos) - "Playa Dos è durissima, vivo delle difficoltà enormi". Il naufrago Mario Adinolfi si sfoga in un video condiviso sui social dell'Isola dei Famosi. Dopo il "trasloco", che ha portato i naufraghi da Playa Uva a Playa Dos, il giornalista non ha nascosto le difficoltà che sta riscontrando, in particolare a causa del forte vento e dello spazio ristretto che non gli permette di entrare in acqua.
"Le notti cominciano con un vento che fa diventare matti - prosegue Adinolfi -. Io amavo fare i bagni notturni, qui non c'è spazio per la balneazione perché c'è subito roccia. Dunque non si riesce a fare una nuotata".
"Mi rende impossibile ascoltare i discorsi degli altri. Vivo una forte sensazione di appesantimento. E anche il telo sopra di me mi rende impossibile vedere sopra", ha detto il giornalista in un video condiviso sulla pagina ufficiale del reality show condotto da Veronica Gentili, in onda su Canale 5. "Prima quando andavo in acqua respiravo, ero leggero e potevo fare del mio corpo quello che volevo", ha aggiunto.
Leggi tutto: Isola dei Famosi, le difficoltà di Mario Adinolfi: il racconto del naufrago
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