
A più di 6 anni dall’arrivo in Italia della prima terapia genica anticancro, le Car-T (Chimeric Antigens Receptor T-Cells) - terapie avanzate basate sulla modifica e sul potenziamento dei linfociti T, che in questo modo riescono a riconoscere e aggredire le cellule tumorali - sono oramai una realtà ben presente e utilizzata nella pratica clinica di numerosi centri italiani. Ma il ‘viaggio nel futuro’ continua: il numero di terapie eseguite è passato dalle 35 del 2019 alle 498 nel 2024 e i laboratori di tutto il mondo continuano a ricercare nuovi e difficili bersagli da colpire. Le Car-T come le conosciamo oggi sono solo il primo passo su un cammino in profonda evoluzione, e ancora molti sono gli interrogativi ai quali dare risposte. In questa prospettiva Ail - Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma ha deciso di proseguire il ‘viaggio’ di ‘Car-T – Il futuro è già qui’, con la tappa di Firenze. L’incontro - spiegano gli organizzatori in una nota - è stato introdotto dai saluti istituzionali di Nicola Paulesu, assessore deleghe a Welfare, Accoglienza e integrazione del comune di Firenze. La campagna itinerante e online è nata nel 2021, per informare pazienti, familiari, caregiver e specialisti, e migliorare la conoscenza, l’accesso e la gestione dei trattamenti, con uno sguardo alle esperienze cliniche maturate, ai successi dei pazienti trattati e ai futuri ambiti di applicazione.
"L’arrivo delle Car-T in Italia è stato atteso per lungo tempo e, quando finalmente queste terapie si sono rese disponibili, hanno generato molte aspettative e domande. Ail ha subito avvertito la necessità di scendere in campo con una informazione chiara e corretta: è nata così la campagna 'Car-T - Destinazione futuro', ideata con l’obiettivo di fare educazione su queste innovative terapie cellulari – afferma Giuseppe Toro, presidente nazionale Ail – La prima edizione della campagna ha raggiunto 10 Regioni italiane con 11 tappe da Nord a
Sud del Paese, grazie al sostegno delle sezioni locali Ail”. L’Associazione è consapevole che il viaggio nel futuro delle Car-T continua: da qui la decisione di proseguire il ‘viaggio’ con questa seconda edizione dell’iniziativa e 4 nuove tappe. Anche se rimangono ancora molte sfide da affrontare per la ricerca e per i clinici e alcuni interrogativi importanti a cui dare risposte, le Car-T rappresentano più che una speranza concreta per quei pazienti che non rispondono alle terapie convenzionali, e il loro impiego sta ottenendo successi insperati fino a pochi anni fa in pazienti che non avevano più alcuna possibilità terapeutica. In questo scenario entusiasmante e in continua e veloce evoluzione - aggiunge Toro - Ail è decisa a restare al fianco dei pazienti e delle famiglie e vuole continuare a promuovere una informazione il più possibile esaustiva e corretta che sia in grado di aiutare i pazienti e gli stessi medici verso le scelte terapeutiche più sicure ed efficaci".
In Italia sono 5 le Car-T approvate, sulle 6 approvate in Europa, e con indicazioni in aumento nell’adulto e nel bambino e sono tra i 1.500 e i 1.800 pazienti trattati nei circa 44 i Centri abilitati. "Le terapie Car-T attualmente rimborsate in Italia – sottolinea Alessandro Maria Vannucchi, professore di Ematologia, direttore Sod Ematologia, direttore Dipartimento Oncologia Aou Careggi, Università degli Studi di Firenze, presidente Sies - Società italiana di ematologia sperimentale – vengono utilizzate per alcune leucemie, come la leucemia linfoblastica acuta, per alcuni linfomi aggressivi quali il linfoma a grandi cellule B, il linfoma mantellare e il linfoma follicolare e di recente nel mieloma multiplo. Le indicazioni sono diverse a seconda dello stadio di malattia, delle linee di trattamento effettuate in precedenza, dell’età e della fitness del paziente".
Pilastro fondamentale per lo sviluppo delle cellule Car-T è la ricerca di base e clinica nel campo dell’immunoterapia. "Altre terapie ancora più innovative sono in arrivo – spiega Monica Bocchia, professoressa ordinaria di Ematologia, dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Neuroscienze, Università degli Studi di Siena; direttrice Uoc Ematologia, Aou Siena – i farmaci in grado di inibire specificamente un determinato gene mutato, farmaci specifici e mirati che non distruggono la cellula leucemica, ma attraverso l’inibizione genica ne promuovono la differenziazione e la normale maturazione. Una nuova speranza nei pazienti più anziani e fragili in quanto si tratta di farmaci meno tossici rispetto alla chemioterapia".
Le cellule Car-T rappresentano un eccezionale modello di ricerca traslazionale. "Sarà importante capire per quale motivo alcuni pazienti non rispondono in maniera adeguata o perché in alcuni di loro la malattia si ripresenta - osserva Francesco Annunziato, professore ordinario di Patologia generale, direttore dipartimento di Medicina sperimentale e clinica, direttore, Sodc Diagnostica citofluorimetrica e immunologica, Aou Careggi, Firenze – Questo processo di conoscenza viene definito ‘reverse translation’, cioè si parte dalla base per arrivare ad una applicazione clinica, poi si osserva l’applicazione clinica per capire come provare a migliorare la cellula Car-T. Questo processo accelera lo sviluppo di nuove cure e migliora quelle già disponibili".
I risultati sorprendenti ottenuti nel mieloma multiplo riflettono la consistente efficacia della terapia Car-T. "Oggi, con le Car-T, la sopravvivenza può superare i 2-3 anni, con casi di remissioni prolungate e Mrd negatività – evidenzia Elisabetta Antonioli, dirigente medico Sodc Ematologia, Aou Careggi Firenze – È necessario, tuttavia, un nuovo approccio organizzativo per la presa in carico di questi pazienti che deve essere multidisciplinare e per le strutture che somministrano queste Car-T, i pazienti devono essere gestiti in centri accreditati per la manipolazione cellulare e la gestione delle tossicità specifiche (Crs, Icans)".
Alcune Car-T "sono utilizzabili già a partire dalla seconda linea di trattamento, altre dalla terza o dalla quarta linea, configurando un panorama terapeutico in progressiva espansione", rimarca Benedetta Puccini, dirigente medico di Ematologia, Sodc di Ematologia dipartimento di Oncologia, Aou Careggi Firenze e Coordinatrice Gruppo Oncologico Multidisciplinare per le Malattie Linfoproliferative. "I centri, pediatrici e adulti – puntualizza Chiara Nozzoli, responsabile programma Trapianti di cellule staminali emopoietiche e Terapie cellulari, Sodc Ematologia, Aou Careggi, Firenze – per poter essere autorizzati alla somministrazione delle terapie Car-T, devono essere in possesso di specifici requisiti organizzativi e infrastrutturali". Si possono distinguere “due livelli di Car-T Team - chiarisce Ilaria Cutini, dirigente medico Sod Ematologia, Aou Careggi, Firenze – Il primo è dedicato alla gestione delle complicanze precoci post-infusione, composto da trapiantologo, intensivista. Il secondo team interviene invece in una fase più avanzata del percorso, ed è orientato alla valutazione della risposta al trattamento e alla definizione del percorso di follow up più appropriato”. Il costo delle immunoterapie innovative "è certamente elevato - precisa Sara Galimberti, professoressa ordinaria, dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università di Pisa; direttrice Uoc Ematologia, Aou Pisana - Sarebbe necessario garantirne l’accesso equo su tutto il territorio nazionale e l’appropriatezza prescrittiva, ragionando non solo in termini di costo del prodotto, bensì di costo/efficacia, perché le Car-T rappresentano oggi un’opportunità terapeutica che offre sopravvivenze e buona qualità di vita a molti pazienti".
Attualmente "Ail Firenze ha la possibilità di accogliere gratuitamente in 22 stanze della Casa di Accoglienza intitolata al Professor Rossi Ferrini, i pazienti e le loro famiglie in cura presso i centri ospedalieri di Careggi e Meyer – racconta Alberto Bosi, presidente Ail Firenze, professore ordinario onorario di Malattie del Sangue, Università degli Studi di Firenze – Da gennaio a settembre 2025 abbiamo ospitato circa 7.300 persone, con un’affluenza giornaliera media di 27 persone; dal 2010 al 2015, un totale di oltre 195 mila presenze. Circa il sostegno alla ricerca, AukFirenze collabora con la Cattedra di Ematologia dell’Università di Firenze, diretta attualmente dal professor Alessandro Maria Vannucchi, e nel 2025 abbiamo contribuito con un sostegno, ad oggi, di circa 70.000 euro".
Le attività dell’edizione 2024-2025 della campagna ‘Car-T – Il futuro è già qui’ - conclude la nota - è realizzata con il sostegno non condizionante di Bristol Myers Squibb, Gilead Sciences e Johnson&Johnson. Prevede una landing page dedicata all’interno del sito ali.it mentre eventi locali coinvolgono specialisti, pazienti, caregiver, volontari Ail e i media. Le attività di informazione sono arricchite da un video-racconto orale, disponibile sulla landing page di campagna, nel quale Andrea Grignolio, docente di Storia della Medicina e Bioetica dell’Università San Raffaele di Milano - Cnr Ethics narra il percorso di scoperta che ha portato a questo approccio rivoluzionario nel trattamento dei tumori.
Medici e infermieri davanti al Santissima Annunziata... 
Svelato il percorso completo del Viaggio della Fiamma Olimpica, un itinerario che dal 6 dicembre 2025 al 6 febbraio 2026 attraverserà l’Italia mostrando al mondo la sua bellezza senza tempo. Oltre alle 60 città di tappa, annunciati anche gli oltre 300 comuni che accoglieranno la Fiamma lungo i suoi 12.000 km di viaggio: un mosaico unico di territori, storie e comunità che, tappa dopo tappa, daranno vita a una celebrazione nazionale diffusa. Il Viaggio prenderà vita il 26 novembre 2025, con l’accensione del sacro fuoco a Olimpia, luogo simbolo della tradizione olimpica. Il 4 dicembre, in Grecia, avverrà il passaggio di consegne all’Italia, un momento solenne che segna l’inizio del percorso verso i Giochi di Milano Cortina 2026. Subito dopo, la Fiamma arriverà a Roma, da cui il 6 dicembre partirà ufficialmente il Viaggio della Fiamma Olimpica: un itinerario che toccherà tutte le regioni italiane, illuminando città d’arte, borghi, luoghi simbolo della memoria collettiva e paesaggi riconosciuti in tutto il mondo.
"Ogni passo del Viaggio attraverso le nostre città ricorderà al mondo il potere dello sport nel costruire ponti e abbattere barriere - afferma Giovanni Malagò, presidente di Fondazione Milano Cortina 2026 -. Sarà un percorso che intreccia radici e futuro, accoglienza e innovazione, celebrando il meglio dello Spirito Italiano". Ad accompagnare la Fiamma ci saranno i due Presenting Partner del Viaggio della Fiamma Olimpica: Coca-Cola ed Eni, che arricchiranno ogni tappa con attivazioni speciali, contribuendo a rendere il Viaggio un’esperienza ancora più coinvolgente.
Una macchina organizzativa imponente, frutto di oltre due anni di progettazione, accompagnerà un convoglio lungo quasi 200 metri che si muoverà a una velocità di circa 4 km/h. Ogni giornata inizierà alle 7.30 con la partenza del convoglio e culminerà intorno alle 19.30 con l’accensione del braciere nella città di tappa, durante la city celebration, momento festoso e partecipativo dedicato alle comunità locali. Dal Colosseo alla Fontana di Trevi, dal Duomo di Milano al Canal Grande di Venezia, la Fiamma attraverserà simboli del nostro patrimonio culturale, insieme a luoghi che rappresentano resilienza e rinascita, come Amatrice e il quartiere Scampia.
"L’itinerario è stato pensato per valorizzare i paesaggi più suggestivi del Paese e le storie di talento, coraggio e solidarietà che lo animano - ottolinea Maria Laura Iascone, Direttrice delle Cerimonie della Fondazione -. Un percorso che celebra la creatività e l’inclusione, valori che i Giochi portano nel mondo". Sarà a Napoli per Natale, festeggerà il Capodanno a Bari, e il 26 gennaio 2026 tornerà a Cortina d’Ampezzo, esattamente 70 anni dopo la Cerimonia d’Apertura dei Giochi del 1956, prima di concludere il suo percorso a Milano, entrando a San Siro la sera del 6 febbraio 2026. Il Viaggio sarà arricchito da iniziative che condurranno la Fiamma in luoghi straordinari: l’ascesa a Punta Gnifetti sul Monte Rosa (4.554 metri), la visita alla Cascata delle Marmore, la magia della Costiera Amalfitana illuminata dai tedofori, il passaggio sull’acqua lungo il Canal Grande di Venezia.

“Vogliamo dare un segnale, affermare che sul nucleare gli ingegneri hanno molto da dire. Vogliamo mettere a disposizione tutti i dati di cui disponiamo, in modo che chi di dovere possa prendere le decisioni più corrette in merito al nucleare italiano”. Con queste parole Remo Giulio Vaudano, vicepresidente vicario del Cni, ha dato avvio al convegno 'La nuova stagione nucleare. Prospettive di ripresa produttiva alla luce della Legge Delega 27/02/2025', un’occasione per riflettere su un tema di rilevanza strategica come l’energia, in particolare quella nucleare civile.
“Nell’ambito della transizione energetica - ha affermato Angelo Domenico Perrini, presidente del Cni - il nucleare è fondamentale. Ancora oggi paghiamo le conseguenze delle decisioni del passato che hanno indotto il nostro Paese ad abbandonare questa fonte di approvvigionamento. Abbiamo condiviso la scelta del Ministero di ricominciare a discutere di nucleare e come Cni abbiamo deciso di dedicarvi uno specifico gruppo di lavoro. In tutte le attività umane il rischio zero non esiste ma può essere minimizzato. Il discorso vale anche per il nucleare che occorre perseguire riducendo il più possibile i rischi”.
Nel corso della mattinata è intervenuto, in rappresentanza del Mase, Nicola Ippolito (coordinatore della Piattaforma nazionale per il nucleare sostenibile-Pnss) che ha ricordato come il Paese venga da quasi quaranta anni di assenza di produzione nucleare, sebbene abbia conservato tutte le competenze necessarie: si pensi che l’Italia sforna il 10% degli ingegneri nucleari europei. “Abbiamo messo assieme tutti i soggetti interessati - ha detto - al fine di fare il quadro della situazione e nel luglio dello scorso anno abbiamo inviato a Bruxelles il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima dal quale si evince che, relativamente alla domanda di energia elettrica, abbiamo la potenzialità per far sì che tra l’11 e il 22% di quel fabbisogno provenga dal nucleare. A quel punto mancava un quadro normativo organico che ora si è concretizzato attraverso la legge delega. Puntiamo a far sì che l’Italia torni ad essere protagonista”.
Alberto Taglioni (gruppo di Lavoro del Cni sul nucleare, già funzionario Enea) che ha richiamato la stesura di un position paper sullo stato del nucleare italiano. Massimo Sapielli (gdl nucleare del Cni, già funzionario Enea) si è soffermato sul Programma nazionale per la produzione di energia nucleare sostenibile nell’ambito degli obiettivi di neutralità carbonica del 2050. Ha sottolineato come il nuovo approccio parta dal superamento delle esperienze nucleari precedenti con l’obiettivo di giungere ad un mix di produzione elettrica che comprenda anche l’elettronucleare. Ha richiamato, infine, il ruolo che possono svolgere in materia il Cni e gli ordini degli ingegneri, con particolare riferimento alla formazione. Roberto Ranieri (già funzionario Ispra) ha illustrato il quadro formativo e il licensing di nuovi impianti, soffermandosi sulla gestione e lo smaltimento dei rifiuti radioattivi. Quest’ultimo tema ha caratterizzato anche l’intervento di Angelo Papa (già direttore generale impianti nucleari del ministero dell’Ambiente) che si è soffermato sulle tecnologie e le procedure di smaltimento dei rifiuti radioattivi e il Deposito nazionale.
Nella sessione dedicata alla progettualità ingegneristica e alla sicurezza del nucleare Franco Baretich (esperto ingegneria nucleare) ha approfondito la fonte di energia nucleare dall’emergenza energetica alla transizione ecologica. Ha rilevato che, tra gli elementi che hanno ostacolato lo sviluppo nel nostro paese, c’è il tema dei costi e alcune componenti psicologiche quali la paura di incidenti e lo smaltimento delle scorie che in realtà comportano un livello di rischio assai inferiore a molte altre attività umane. Ha sottolineato che il recupero della soluzione nucleare diventa necessario col crescere in maniera esponenziale del fabbisogno di energia, anche a causa dello sviluppo dell’uso delle criptovalute e dell’Ia.
Massimo Sapielli, nel ricordare come l’Italia sia stata la pioniera a livello mondiale in tema di nucleare, a partire dal gruppo di via Panisperna guidato da Enrico Fermi, ha ripercorso l’evoluzione tecnologica nella costruzione dei reattori, sottolineando i vantaggi e l’efficacia dei moderni impianti. Gian Piero Bisceglie (già funzionario Ispra) ha illustrato il tema della protezione dalle radiazioni e del monitoraggio ambientale, soffermandosi su alcuni casi di scuola. Alberto Taglioni, poi, ha illustrato i programmi e le proposte del Cni in tema di formazione tecnica sul nucleare e di comunicazione. Infine, Sonia Bertocci (Ordine ingegneri di Torino) e Fosco Bianchi (Ordine ingegneri di Arezzo) hanno proposto il punto di vista sul tema dal loro osservatorio territoriale.

Il Tribunale del Riesame di Brescia ha annullato il sequestro dei dispositivi informatici dell'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti accusato di corruzione in atti giudiziari nel caso Garlasco. Venditti è sospettato di aver favorito nel 2017 l'archiviazione di Andrea Sempio, nuovamente indagato per l'omicidio in concorso di Chiara Poggi.
Il sequestro di pc, cellulari e hard disk - 11 dispositivi elettronici in tutto - era scattato lo scorso 26 settembre. La corte "annulla il sequestro probatorio emesso dal pubblico ministero il 24 ottobre e, per l'effetto, ordina la restituzione ai ricorrenti di tutti i beni sequestrati", si legge nell'avviso. Il provvedimento riguarda anche gli ex carabinieri Silvio Sapone e Giuseppe Spoto.
Per quanto riguarda l'ex magistrato Venditti si tratta del terzo annullamento - se si conta anche quello sul cosiddetto 'sistema Pavia' dove è indagato per corruzione e peculato -, ma questo non gli consente comunque di rientrare in possesso di computer e telefoni su cui pende un incidente probatorio per poter analizzare il materiale contenuto tramite parole chiave.
Con il secondo round - il primo era stato in parte respinto per la genericità del decreto firmato dal procuratore capo di Brescia Francesco Prete e dalla pm Claudia Moregola - Spoto e Sapone, ex componenti della squadra di polizia giudiziaria di Venditti, possono rientrare in possesso di quanto sequestrato a fine settembre in un'inchiesta che li vede entrambi non indagati. In questa indagine oltre all'ex pm risulta indagato Giuseppe Sempio, padre di Andrea, nella veste di corruttore.
La Procura di Brescia - competente a indagare in presenza di magistrati del distretto di Pavia - sostiene che all'interno del cellulare "sono sicuramente contenuti elementi utile alla prova del reato", ma fino ad ora non è stata in grado di indicare parole chiave - come stabilisce una recente sentenza della Corte di Cassazione - per la ricerca delle eventuali prove della corruzione sostenendo piuttosto la necessità di indagare a tutto tondo "sui rapporti tra gli inquirenti (pm e polizia giudiziaria) con la famiglia Sempio o i loro avvocati e consulenti tecnici, sul versamento di denaro agli inquirenti, anche attraverso terzi soggetti".
Nella richiesta di indagare su presunte "anomalie" che avrebbero visto protagonisti i due ex carabinieri che si occupano dell'indagine su Andrea Sempio, la Procura di Brescia chiede dunque di aver libero accesso a 11 anni di informazioni contenute nei dispositivi informatici di Venditti (mail, messaggi, foto) e anche a chat eventualmente cancellate. Non è escluso che dopo le motivazioni la Procura guidata dal procuratore capo Prete possa far ricorso in Cassazione contro la decisione del Riesame presieduta dal giudice Giovanni Pagliuca.

Arriva al cuore di Roma la voce della Fondazione Carlo Mendozzi Ets, che mercoledì 19 novembre, dalle 15 alle 17.30, promuove presso l’Avvocatura dello Stato – Sala Convegni Vanvitelli (v. dei Portoghesi 12) il convegno 'La prevenzione dell’obesità tra diritto e scienza medica', un appuntamento pensato in particolare per dirigenti e docenti della scuola primaria e per i genitori, con un obiettivo semplice e concreto: trasformare i principi della prevenzione in pratiche quotidiane, dentro e fuori le aule.
Negli ultimi anni l’obesità infantile cresce a ritmo elevato e preoccupa pediatri, docenti delle scuole e famiglie. La Fondazione Carlo Mendozzi Ets propone a livello nazionale di unire corrette abitudini alimentari, educazione affettiva e alfabetizzazione scientifica nell’ambito scolastico. Il convegno si inserisce nella nostra campagna "Allungati la vita, non allargarla", che è già operativa e punta a introdurre percorsi sperimentali di educazione alimentare nelle scuole primarie. Il pomeriggio alternerà sguardi istituzionali e clinici, dalla nuova legge sull’obesità agli aggiornamenti della pediatria, dal diritto degli alimenti alla salute integrata in ambito scolastico, fino al ruolo di docenti, dirigenti e associazioni nell’avvio dei corsi di prevenzione. Gli interventi coinvolgeranno rappresentanti di ministero della Salute, Società italiana di pediatria, Gruppo Carabinieri per la Salute, ospedale pediatrico Bambino Gesù, Corte dei Conti, ministero dell’Istruzione e del Merito, Istituto superiore di sanità, Associazione dirigenti scuola, Moige, Aippi. A moderare i lavori sarà l’Avvocato di Stato, Gaetana Natale.
Spazio anche agli strumenti operativi, la Fondazione Carlo Mendozzi ripresenterà "Bignotto! Dalla parte dei bambini", la webApp che con 20 fiabe narrate, giochi e consigli nutrizionali per i genitori, aiuta a costruire, giorno dopo giorno, scelte alimentari consapevoli. Un tassello educativo che dialoga con il percorso scolastico e con la vita in famiglia. Per partecipare al convegno è opportuno accreditarsi compilando il form tramite il sito web della Fondazione Carlo Mendozzi ETS, al link: https://www.fondazionecarlomendozzi.org/Obesit%C3%A0.html
"La salute dei bambini è un diritto da tutelare, e si costruisce grazie a chi è accanto a loro, genitori e docenti. Portiamo a Roma la proposta di rendere la prevenzione dell’obesità infantile una pratica costante – afferma Sergio Galzigna segretario della Fondazione Carlo Mendozzi Ets – perché, seppure la Campania sia la prima regione come obesità e sovrappeso infantile (e malgrado sia anche la culla della Dieta mediterranea), è tutta l’Italia a risentire di questa condizione pre-patologica. Sarà importante partire sperimentalmente in alcuni istituti per poi creare una routine e rendere la prevenzione un’azione quotidiana". La "nostra proposta alle Istituzioni nazionali verte su esempi, piccoli gesti da fare divertendosi, insegnando l’educazione alimentare affinché la salute dei bambini non sia solo un proposito, ma diventi una realtà; guardando al futuro non basta crescere, è fondamentale crescere sani" conclude.

Scoperto un nuovo modo con cui il sistema nervoso può influenzare la produzione di cellule del sistema immunitario che hanno impatto nello sviluppo della sclerosi multipla. E' il risultato, appena pubblicato sul Cell Reports, di uno studio dell’Irccs ospedale Policlinico San Martino e dell’Università di Genova cofinanziato dal Programma Mnesys, il primo e più grande progetto di ricerca sul cervello mai realizzato in Italia e in Europa, insieme alla Fondazione italiana sclerosi multipla (Fism).
La ricerca evidenzia che è nel cervello la regia della produzione delle cellule del sistema immunitario: in un modello sperimentale di sclerosi multipla è stato dimostrato che i neuroni dell’ipotalamo chiamati AgRP non funzionano bene, e questo determina l’aumentata produzione, nel midollo osseo, di cellule immunitarie coinvolte nello sviluppo della sclerosi multipla e nel timo, un’alterazione dei linfociti T regolatori.
Possibili nuove terapie
In questo modello, la correzione dell’attività dei neuroni AgRP modifica le alterazioni del midollo osseo e del timo e migliora la patologia aprendo la strada a possibili nuove terapie. I neuroni AgRP inoltre producono una proteina che può essere dosata con una semplice analisi del sangue nelle persone con sclerosi multipla: i livelli sono correlati alla gravità della malattia e la proteina potrebbe perciò diventare un nuovo biomarcatore. Questa la duplice scoperta che apre nuove prospettive di cura.
"La sclerosi multipla è una malattia su base autoimmune, in cui cioè le cellule del sistema immunitario ‘deragliano’ e attaccano le fibre del sistema nervoso", spiega il coordinatore dell’indagine Antonio Uccelli, professore ordinario di Neurologia all’Università di Genova, direttore scientifico dell’Irccs ospedale San Martino di Genova, e direttore scientifico del progetto Mnesys.
"Nel nostro corpo, le cellule del sistema immunitario si sviluppano nel midollo osseo e nel timo, una ghiandola, a partire dalle cellule staminali del sangue. Questo processo è governato dalla noradrenalina, un neurotrasmettitore rilasciato da fibre nervose che originano dall’ipotalamo", aggiunge Uccelli.
"Nel nostro studio abbiamo utilizzato un modello animale di sclerosi multipla, l’encefalite autoimmune sperimentale, per indagare se e come il cervello influenzi la produzione delle cellule immunitarie coinvolte nell’attacco al sistema nervoso", osserva Tiziana Vigo dell’Irccs ospedale Policlinico San Martino di Genova, co-coordinatrice dello studio.
"I risultati ottenuti - aggiunge Vigo - dimostrano che i segnali cerebrali che modulano la produzione di cellule immunitarie originano da speciali neuroni, chiamati AgRP. Quando i neuroni AgRP si attivano, il midollo osseo produce meno monociti e neutrofili, cellule immunitarie coinvolte nello sviluppo della sclerosi multipla, mentre nel timo aumenta la produzione delle cellule T regolatorie, fondamentali perché la risposta immunitaria non venga diretta contro l’organismo. Nel modello di sclerosi multipla i neuroni AgRP non funzionano correttamente e questo provoca un aumento nel midollo di monociti e neutrofili e una diminuzione di linfociti regolatori. Il ripristino del corretto funzionamento dei neuroni AgRP attraverso molecole che permettono di accendere o spegnere selettivamente i neuroni migliora il decorso della malattia e riduce l’attacco immunitario al cervello".
La proteina prodotta dai neuroni AgRP
I ricercatori hanno anche scoperto che una proteina prodotta dai neuroni AgRP, il neuropeptide AgRP, può essere misurata nel sangue di persone con sclerosi multipla: livelli più alti di questa proteina si associano a una malattia più grave e a più segni di infiammazione nel cervello, visibili attraverso risonanza magnetica. "Il neuropeptide AgRP potrebbe perciò diventare un nuovo biomarcatore della gravità della malattia ma soprattutto questo studio mostra un nuovo modo con cui il sistema nervoso può influenzare la produzione di cellule immunitarie rilevanti per malattie come la sclerosi multipla e aprire nuove prospettive per terapie in grado di ripristinare il dialogo fra neuroni e sistema immune", conclude Uccelli.

In collaborazione con Ringo
C’è un bisogno profondo, spesso poco riconosciuto, che attraversa l’infanzia e la preadolescenza: tempi e luoghi tra coetanei, liberi ma sicuri, dove costruire autonomia e relazioni autentiche: il cosiddetto ‘Terzo Spazio’. Una ricerca promossa da Ringo, in collaborazione con AstraRicerche, ha esplorato, intervistando i genitori, come i loro figli tra i 7 e i 14 anni vivono oggi tempo libero, uso del digitale e supervisione di un adulto, mettendo a fuoco il ruolo del 'Terzo Spazio' al di fuori di casa e scuola. In continuità con la campagna 'Tra di noi c’è più gusto!', on air da settembre, Ringo sceglie di dare voce a questo bisogno, facendo conoscere, in primis ai genitori, l’importanza dei 'Terzi Spazi', momenti in cui i tween sono completamente liberi di essere loro stessi e creano rapporti più profondi: ridono, scherzano, scoprono il mondo e crescono, insieme.
Piccoli spazi che restano tra loro ma che legano, un po’ come fa la crema di Ringo con i suoi due biscotti, per creare qualcosa di unico. Dare fiducia e creare occasioni di autonomia significa quindi investire nelle nuove generazioni e, di riflesso, in quello dell’intera società. Ciò si concretizza nella routine familiare e nei momenti di condivisione tra ragazze e ragazzi che Ringo accompagna da generazioni con i suoi biscotti dal gusto inimitabile.
La ricerca fotografa la quotidianità di ragazzi e ragazze, divisa fra momenti in famiglia, routine scolastica, hobby e tempo libero con i coetanei. Infatti, il 66% dei tween riserva almeno un’ora a compiti e studio, con sport e TV (entrambi al 52%) a completare il quadro. In mezzo, trova posto il tempo dedicato agli amici, che dà forma alle relazioni e all’autonomia. Ed è così che il Terzo Spazio prende forma nei luoghi di prossimità: cortili scolastici, campi sportivi, biblioteche, panchine. La sua importanza per autonomia e indipedenza è riconosciuta dall’87% dei genitori, che in larga maggioranza credono che rafforzi le abilità sociali (66%).
Nella pratica però i momenti senza supervisione sono rilevati nel 33% dei casi, e salgono al 47% nella fascia 13–14 anni. A incidere ci sono il timore dei genitori per la sicurezza fisica e le “cattive compagnie” (entrambi al 34%), ma anche come gestire il controllo online (33%). I momenti di autonomia, infatti, non si sviluppano più solo all’esterno, ma anche nel digitale, con internet, utilizzato da quasi la metà dei preadolescenti (44%), che diventa a tutti gli effetti un nuovo Terzo Spazio da considerare.
Online, l’attenzione di ragazzi e ragazze è catturata dai social media (59%), specialmente nella fruizione di video brevi (YouTube e TikTok). In preadolescenza poi l’uso del web si allarga: tra gli 11–14 anni entra nello studio (47%) e diventa il modo per restare in contatto con gli amici (46%), più che tra i 7–10 anni (35% e 21%). Cambiano anche le modalità con cui ci si collega: i più grandi navigano più spesso da soli (39%), i più piccoli lo fanno affiancati dai genitori (56%). E gli effetti? Più occasioni di dialogo (33%) ma anche qualche momento di isolamento (26%), segnali che descrivono un uso del digitale in continua trasformazione.
“Questa ricerca restituisce tutta la verità della complessità educativa attuale. I genitori sono consapevoli dei rischi connessi all’uso eccessivo di internet e contemporaneamente non si fidano del mondo reale, percepito come inospitale e pericoloso. Allo stesso tempo riconoscono che l’autonomia individuale e sociale di bambini e preadolescenti possa svilupparsi solo attraverso esperienze di gioco e socializzazione fuori dal controllo adulto”, commenta lo psicologo e psicoterapeuta Matteo Lancini.
“Non bastano la scuola, lo sport e le attività ricreative, serve anche -continua- la sperimentazione graduale di sé nel mondo. L'aggregazione libera tra coetanei. I rapporti di amicizia in assenza degli adulti sono fondamentali per la crescita. Per questo a noi adulti tocca lasciarli andare e non solo organizzare”.
La fotografia restituita dalla ricerca guidata da Ringo è quella di una quotidianità tangibile: pomeriggi tra compiti, sport e TV; passioni digitali che scorrono tra social media e video ultrabrevi e la rete che, in preadolescenza, diventa anche studio e modo per restare in contatto con gli amici. Dentro questo ritmo, il Terzo Spazio è fatto di momenti e luoghi semplici in cui autonomia e relazioni prendono forma, delineando un equilibrio contemporaneo tra presenza adulta, coetanei e digitale.
Come sottolinea lo psicologo e psicoterapeuta Matteo Lancini, la complessità educativa di oggi chiede agli adulti di favorire esperienze di autonomia graduale e di fidarsi dell’aggregazione tra ragazzi e ragazze, permettendo legami e tempi tra amici senza una regia costante. Lasciarli andare, senza scomparire, è l’atto educativo più difficile, eppure necessario.

Simone Vagnozzi sorride dopo il trionfo di Jannik Sinner alle Atp Finals e guarda già al 2026: “Come sarà ripartire da zero l’anno prossimo? Siamo già ripartiti e non pensiamo più a ciò che è successo. Nelle fasi difficili siamo stati bravi a pensare a quel che potevamo controllare in quei momenti, quindi il campo da tennis. Sarà entusiasmante ripartire, io sono un allenatore che ama costruire e non gestire. Quindi cercheremo di mettere cose nuove in Jannik, per aumentare il suo arsenale e farlo diventare un tennista migliore, è il nostro obiettivo". Il coach del fuoriclasse azzurro ha parlato in conferenza stampa al termine del Torneo dei maestri, accanto a Darren Cahill.
Vagnozzi ha analizzato passo dopo passo la stagione di Sinner: “L’Australian Open è stata la conferma di quanto fatto l’anno prima. Wimbledon è il sogno di ogni giocatore e di ogni allenatore, forse vincere lì ci ha fatti arrivare un po’ scarichi a New York. E la vittoria qua a Torino significa andare in vacanza felici”. Coach Darren Cahill ha invece analizzato alcuni miglioramenti di Sinner dopo la sconfitta contro Alcaraz agli Us Open: “Il primo colpo di scambio è il più importante, e con Simone è stato fatto un lavoro incredibile. A volte Jannik rallenta un po’ la velocità della prima palla, ma è molto preciso vicino alle righe. Il primo servizio, il primo colpo di scambio e la risposta sono le chiavi del tennis oggi. La bellezza di lavorare con uno come Sinner è che è già molto forte, ma allo stesso tempo può ancora migliorare in tanti aspetti”. Vagnozzi ha anche chiarito che la preparazione di Sinner si svolgerà tra Dubai, nella prima parte, e Monte Carlo, nella seconda.

È disponibile in Italia quizartinib per il trattamento di pazienti adulti con leucemia mieloide acuta (Lma) Flt3-Itd positiva (mutazione del gene Flt3 con duplicazione tandem interna) di nuova diagnosi, in associazione a chemioterapia di induzione standard a base di citarabina e antraciclina e chemioterapia di consolidamento standard a base di citarabina, seguite da quizartinib come monoterapia di mantenimento. Lo annuncia Daiichi Sankyo Italia, in una nota, sottolineando che la rimborsabilità di quizartinib, il primo farmaco lanciato nel nostro Paese dalla farmaceutica in ematologia, è stata approvata in base ai risultati dello studio Quantum-First, e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana lo scorso 24 ottobre 2025.
La leucemia mieloide acuta - informa la farmaceutica - è una forma aggressiva di tumore del sangue e del midollo osseo caratterizzata dalla rapida proliferazione di cellule mieloidi anomale. Nel 2022 sono stati segnalati più di 480 mila nuovi casi di leucemia in tutto il mondo, con oltre 305 mila decessi. La Lma rappresenta il 23,1% dei casi totali di leucemia a livello globale: è la forma di leucemia più comune negli adulti. La Lma ha un’incidenza di circa 3-4 casi per 100.000 persone all’anno: in Italia si registrano ogni anno 2mila nuovi casi. Tuttavia, il rischio di sviluppare la malattia varia con l’età, e nella maggioranza dei casi si presenta in età avanzata, con un’età media alla diagnosi di 68 anni. Nei pazienti eleggibili alla chemioterapia ad alte dosi, le linee guida della Società europea di oncologia (Esmo) 2020 prevedono un trattamento diviso in 3 fasi: induzione, consolidamento, mantenimento. La fase di induzione ha l’obiettivo di ridurre al minimo le cellule leucemiche e raggiungere la remissione completa. A questa fase segue il consolidamento, il cui scopo è quello di ridurre il rischio di ricadute. Ad alcuni di questi pazienti può essere proposto un trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche. Altri possono essere sottoposti a una terapia di mantenimento. Il trattamento iniziale di induzione e la successiva terapia di consolidamento e mantenimento vengono scelti in base all'età del paziente, al suo stato di salute generale e al rischio citogenetico/molecolare.
"Nel 40-50% dei casi, sebbene i pazienti rispondano al trattamento di prima linea, si verifica una recidiva - spiega Roberto Cairoli, direttore della Struttura complessa di Ematologia, Ospedale Niguarda Ca' Granda di Milano e professore associato di Ematologia all’Università Milano-Bicocca - Negli ultimi anni abbiamo fatto passi avanti importanti nella gestione e nella conoscenza di questa malattia. In particolare, la possibilità di individuare le sue caratteristiche genetiche e molecolari ha consentito di sviluppare terapie mirate".
In particolare - chiariscono gli esperti - nella Lma sono state identificate le mutazioni Flt3 (tirosina chinasi 3 tipo Fms), tra le più comuni. Circa l'80% delle mutazioni Flt3 sono Flt3-Itd (duplicazione tandem interna) che promuovono la crescita neoplastica e contribuiscono a una prognosi particolarmente sfavorevole, tra cui un aumento del rischio di recidiva, una scarsa percentuale di risposta alla terapia di salvataggio e un’attesa di sopravvivenza più breve rispetto ai pazienti senza mutazione. Le mutazioni Flt3-Itd sono presenti in circa il 25-30% di tutti i casi di Lma. Grazie all’approvazione di quizartinib è ora disponibile un ulteriore trattamento mirato sul bersaglio molecolare che ha dimostrato di migliorare significativamente la sopravvivenza globale nella Lma.
"Quizartinib - afferma Adriano Venditti, direttore dipartimento di Onco-Ematologia e professore ordinario di Ematologia all’Università Tor Vergata di Roma - è un inibitore orale della tirosin-chinasi del recettore Flt3 che agisce selettivamente sulle mutazioni Flt3-Itd ed è stato sviluppato specificatamente per i pazienti con Lma Flt3-Itd positiva. Si tratta di un inibitore di tipo II di Flt3 approvato in Europa e negli Stati Uniti per questi pazienti di nuova diagnosi eleggibili a chemioterapia ad alte dosi. È un farmaco prezioso per trattare questa patologia aggressiva fin dalla prima linea così da diminuire il rischio, consistente, di ricaduta della malattia: quizartinib ha infatti dimostrato di ridurre il tasso di mortalità e di raddoppiare la sopravvivenza globale mediana".
La leucemia mieloide acuta è legata alla moltiplicazione incontrollata di blasti (cellule cancerose di derivazione mieloide) che invadono il midollo osseo, che non è più in grado di funzionare correttamente e, in particolare, di garantire la produzione di cellule del sangue normali. Questa insufficienza midollare porta all'insorgenza di anemia (affaticamento, pallore, difficoltà a respirare e tachicardia), a una predisposizione alle infezioni, anche gravi, dovuta alla diminuzione dei granulociti neutrofili. Infine, la diminuzione del numero di piastrine (trombocitopenia) può causare emorragie, in particolare a livello della cute e delle mucose. "Il paziente con Lma - evidenzia Davide Petruzzelli, presidente dell’associazione pazienti La Lampada di Aladino Ets - è spesso anziano e quindi fragile per definizione. La malattia lo debilita ulteriormente provocando una diminuzione della sua qualità di vita, una condizione che condivide con molti altri malati ematologici. È fondamentale- aggiunge - garantire un’assistenza globale a questi pazienti, che includa supporto psicologico, nutrizionale e una gestione efficace del follow-up. È necessario inoltre ridurre le disuguaglianze nell'accesso alle cure e promuovere una sinergia tra ospedale e territorio, passando da una logica di prestazione a una di presa in carico".
Nello studio Quantum-First - di fase 3 in doppio cieco, controllato con placebo, condotto su 539 pazienti e pubblicato sulla rivista The Lancet a maggio 2023 - quizartinib è stato valutato in combinazione con chemioterapia standard di induzione e consolidamento, incluso il trapianto di cellule staminali emopoietiche (Hsct), e come monoterapia di mantenimento per un massimo di 36 cicli, in pazienti adulti di età compresa tra 18 e 75 anni con Lma di nuova diagnosi positiva per la mutazione Flt3-Itd. "Siamo orgogliosi di portare quizartinib ai pazienti italiani, il primo trattamento in ambito ematologico sviluppato da Daiichi Sankyo - dichiara Gilda Ascione, Medical Director, Head of Oncology Medical Affairs di Daiichi Sankyo Italia - Con questa approvazione, l’azienda conta ora 2 farmaci approvati e rimborsati in Italia in oncologia: un anticorpo farmaco-coniugato (Adc) e quizartinib, segnando un importante traguardo nella nostra missione di innovazione". Con questa approvazione "i pazienti affetti da leucemia mieloide acuta con mutazione Flt3-Itd possono accedere a una terapia mirata sviluppata e approvata specificamente per questa sottopopolazione di malattia".
"Daiichi Sankyo è da sempre profondamente impegnata nell’ascolto e nella comprensione dei bisogni clinici non soddisfatti - rimarca Mauro Vitali, Head of Oncology Business Division di Daiichi Sankyo Italia - con l’obiettivo di sviluppare soluzioni terapeutiche innovative che possano fare la differenza nella vita dei pazienti. Ma la nostra responsabilità va oltre il farmaco: vogliamo contribuire concretamente a migliorare la qualità di vita delle persone, accompagnandole lungo tutto il percorso di cura. Per questo, lavoriamo in sinergia con istituzioni, clinici e associazioni, promuovendo anche una cultura della prevenzione e della salute. In tre parole: innovazione, cura del paziente e partnership".

"Oggi, alla luce dell’attuale formulazione del comma 7 dell’articolo 33 della Costituzione, si impone la necessità di radicare la disciplina dello sport nel tessuto sociale ed economico del Paese. Tale orientamento richiede un approccio non più meramente settoriale, ma assiologico, sistemico e multidisciplinare, capace di cogliere la complessità e la trasversalità del fenomeno sportivo". A dirlo all'Adnkronos/Labitalia, Lilla Laperuta, esperta di Diritto del lavoro e contratti pubblici, parlando del suo libro 'La gestione dell’impianto sportivo. Guida all’amministrazione e management dello sport' (Editoriale Scientifica).
"In questo contesto - spiega - assume una rilevanza strategica il settore degli impianti sportivi, rilevanza peraltro già in passato sottolineata in più punti dalla Carta europea dello sport e, più di recente, avvalorata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza , che alla Missione numero 5 'Inclusione e coesione' ha previsto l’investimento numero 3.1 'Sport e inclusione sociale'. Gli impianti sportivi non devono essere intesi soltanto come infrastrutture fisiche, ma leve strategiche di 'valore pubblico', funzionali al perseguimento di obiettivi sociali, educativi, sanitari ed economici. Nella bidimensionale prospettiva di creare spazi civici per la comunità e assecondare il neocodificato paradigma dell’amministrazione di risultato (D.Lgs. 36/2023), diventa quindi fondamentale apprendere l’iter procedurale per la sostenibile gestione degli impianti sportivi e relativo ammodernamento (D.Lgs. 38/2021)".
"Di qui - continua - la redazione di un manuale concepito come strumento guida e come riferimento per operatori del settore, enti pubblici, federazioni, gestori privati e professionisti. In particolare il manuale, redatto con taglio multidisciplinare e improntato all’operatività, si propone di: sistematizzare i principi giuridici, gestionali e tecnici alla base della moderna governance degli impianti sportivi (D. Lgs. 36/2023, D. Lgs. 81/2008, D. Lgs. 231/2001); analizzare modelli gestionali replicabili e adattabili a diversi contesti (pubblico, privato, misto), con un focus specifico sull’istituto del partenariato quale operazione economica; fornire le competenze necessarie per amministrare la gestione di strutture sportive di diversa tipologia e dimensione garantendo efficienza operativa e sostenibilità economica. L’analisi degli istituti è fluida e schematica e l’utilizzo di accorgimenti grafici agevola il percorso di apprendimento. Il volume è aggiornato al dl 30 giugno 2025, n. 96 (Decreto Sport)".

In Italia l'economia sommersa "ha dimensioni significative". Lo ha detto il governatore della Banca d'Italia Fabio Panetta, nel suo discorso all’inaugurazione del nuovo anno di studi della scuola di Polizia Economico-Finanziaria, in corso oggi a Lido di Ostia. "Secondo le stime dell'Istat, quella non osservata nel 2023 generava un valore aggiunto pari a 218 miliardi di euro e al 10% del Pil; il peso economico della criminalità organizzata è invece difficile da quantificare e privo di una valutazione ufficiale. Questi fenomeni comportano costi sociali ingenti e incidono sull’intera economia nazionale".
La distribuzione dell'economia sommersa nel Paese
"Quasi la metà dell’economia non osservata è localizzata nel Nord Italia, circa un terzo nel Mezzogiorno. Se rapportata al valore aggiunto di ciascuna area, l'incidenza è inferiore al 10% al Nord e superiore al 16% nel Mezzogiorno" sottolinea Panetta. "Il lavoro sommerso alimenta lo sfruttamento e penalizza le fasce più vulnerabili della popolazione, spesso costrette ad accettare condizioni di vita e di lavoro degradanti e prive di tutela. L'azione delle mafie, fondata su violenza e intimidazione, compromette la libertà di impresa, ostacola la partecipazione civica e indebolisce la fiducia nelle istituzioni", aggiunge il governatore. "I territori dove la criminalità organizzata è più radicata registrano ritardi nello sviluppo, un più basso livello di occupazione e un minore dinamismo imprenditoriale. Nel medio e nel lungo periodo, essi subiscono una perdita di prodotto pro capite stimata nel 16%".
"Dal 2011 l'evasione fiscale si è ridotta di un terzo"
"Dal 2011 l'incidenza dell'economia non osservata sul Pil è diminuita di 2 punti percentuali. La quota dei lavoratori irregolari è scesa e l'evasione fiscale in rapporto al prodotto si è ridotta di quasi un terzo. Questi progressi riflettono la trasformazione del sistema economico e il rafforzamento della capacità operativa della Pubblica amministrazione". "I benefici - ricorda- non si misurano solo in termini di gettito". La maggiore efficienza della pubblica amministrazione e i progressi nella digitalizzazione, sottolinea Panetta, "hanno infatti migliorato la relazione tra amministrazione e cittadini, favorendo il rispetto spontaneo delle norme e rafforzando il patto civico su cui si regge la convivenza economica e sociale".
La tecnologia e il valore umano
"La tecnologia svolge un ruolo decisivo nel migliorare l'ambiente economico", ma "la tecnologia da sola non basta. Richiede persone capaci di utilizzarla al meglio. È necessario accompagnare l'investimento in strumenti digitali con un pari investimento in capitale umano, diffondendo le competenze necessarie a sfruttarne pienamente i benefici che ne derivano". "L'uso di strumenti tecnologici così potenti e di grandi moli di dati personali comporta il rischio che vengano lesi i diritti fondamentali dei cittadini. Vi è una tensione fisiologica tra innovazione e tutela della riservatezza, che il legislatore è chiamato a governare" aggiunge Panetta. Contrastare l’economia irregolare “è un investimento nella capacità dell’Italia di crescere in modo duraturo ed equo. Dobbiamo proseguire con determinazione sulla via delle riforme, rendere più efficiente l’Amministrazione pubblica, sostenere il tessuto produttivo”. "La tecnologia semplifica i procedimenti, migliora i controlli, favorisce la tracciabilità e la correttezza delle attività economiche. Non dobbiamo temerla, ma governarla con intelligenza e lungimiranza".
L'azione dell'antiriciclaggio
"La Banca d'Italia e la Guardia di Finanza collaborano assiduamente in tema di vigilanza sugli intermediari, trattamento delle banconote, antiriciclaggio e contrasto al finanziamento del terrorismo. Non si tratta solo di una leale cooperazione tra istituzioni, ma di un vero e proprio presidio a tutela della sicurezza economica e della fiducia dei cittadini". "A fini di antiriciclaggio la Banca d’Italia vigila su circa 1.100 intermediari. Nel 2024 sono state condotte 600 azioni di vigilanza conoscitiva e correttiva e 43 accertamenti ispettivi. L'Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia (Uif) ha trasmesso 3.000 segnalazioni di operazioni sospette alle Procure" conclude.

Uno strumento per superare la frammentazione degli obblighi dichiarativi in capo ai datori di lavoro e una semplificazione significativa dei flussi informativi. Sono alcuni degli effetti del potenziamento della piattaforma Siisl, previsto dal decreto legge n.159/2025, secondo il Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, ascoltato in audizione al Senato sul decreto lo scorso 12 novembre. Nel documento, depositato oggi in Parlamento e contenente le osservazioni della categoria, si sottolinea grande soddisfazione per il provvedimento, che rappresenta un passo importante verso una nuova stagione della cultura della sicurezza, più moderna, digitale e integrata.
Forte apprezzamento, dunque, viene espresso per l’ammodernamento del mercato del lavoro attraverso la pubblicazione delle offerte sul Siisl, da parte dei datori di lavoro che richiedono benefici contributivi e delle agenzie per il lavoro, e l’utilizzo della piattaforma come canale d’invio delle comunicazioni obbligatorie. “Un passo fondamentale verso la costruzione di un sistema basato sull’evidenza, nel quale le decisioni pubbliche e private possono poggiare su basi documentali solide e non contestabili”, si legge nel documento.
Secondo la categoria, la produzione di dati affidabili e interoperabili costituisce un presidio di legalità, trasparenza e correttezza amministrativa, con effetti benefici sulle politiche del lavoro. Positivi, inoltre, l’ampliamento della tutela assicurativa agli studenti impegnati in percorsi di formazione scuola-lavoro (con l’estensione della copertura assicurativa anche agli incidenti in itinere) e la previsione di risorse ingenti e programmate su un orizzonte pluriennale, che consente di superare l’approccio frammentato del passato. Bene anche l’inserimento di misure per contrastare le molestie e le violenze nei luoghi di lavoro, che ampliano il concetto di salute anche alla sfera psicosociale. Ma affinché la riforma possa dispiegare a pieno i suoi effetti è necessaria, secondo i consulenti, un’attuazione tempestiva dei decreti attuativi e degli accordi Stato-Regioni; il coinvolgimento effettivo delle parti sociali e degli Ordini professionali, in particolare nei processi formativi e nella definizione delle misure di prevenzione; e un coordinamento unitario tra Ispettorato del Lavoro, Inail, Regioni e Carabinieri, con interoperabilità dei sistemi informatici e condivisione delle banche dati
E' stato un 2025 che ha visto l'implementazione di progetti - per un valore complessivo di circa 60 mila euro, toccando diverse aree di intervento - quello dell’Associazione no profit “Bea a Colori” che ha dicembre festeggerà il suo quinto anno di attività. Nata da una grande perdital'associazione ha come missione il sostegno e la promozione di iniziative di utilità sociale, socioassistenziali, sociosanitarie e sanitarie, attraverso progetti rivolti a ragazzi, famiglie e alla ricerca scientifica. In questi anni sono stati realizzati 21 progetti, costruendo collaborazioni con ospedali, associazioni e fondazioni, sia italiane che internazionali.
Grazie al contributo di numerosi partner (fra cui Codere Italia, Gruppo Lottomatica e Novasistemi) nel 2025 l’Associazione - diventata Centro di Formazione BLSD - ha seguito progetti come 'Ricoloriamo una vita' che ha permesso di donare un defibrillatore al quartiere Certosa, oppure - in collaborazione con il Consultorio Anthera - 'Terapia Sospesa', a sostegno di ragazzi in condizione di fragilità mentale e fisica.Ma un sostegno è andato anche a favore del progetto “Taxi Clown va dove ti porta il cuore” dell’Associazione Clownterapia Paciok o anche - con il Centro Antiviolenza Iside - la copertura per 12 mesidel costo dell’affitto di un piccolo appartamento per una donna e i suoi figli. Questo supporto ha permesso alla signora di investire nella propria formazione, conseguire la licenza media e accedere ai corsi per Operatore Socio-Sanitario: un passo fondamentale verso l’autonomia economica e la costruzione di un futuro indipendente. A novembre è stata donata una macchinina elettrica alla Fondazione Gabriele Monasterio, polo d’eccellenza cardiologica, per accompagnare i piccoli pazienti dalla loro camera alla sala operatoria con un sorriso.
Per il 2026 - in cui ha programmato di realizzare progetti per circa 90 mila euro - Bea a Colori confermerà il sostegno a lungo termine al Consultorio Anthera, alla Cooperativa Iside e alla Onlus Emergenza Sorrisi, oltre a rinnovare il supporto a WeAfrica per realizzare un secondo pozzo d’acqua in Burkina Faso e a offrire un contributo concreto all’Associazione Salvamamme. Nel 2026, infine, Bea a Colori volerà in Brasile dove getterà le fondamenta per la costruzione di un asilo nido a Salvador de Bahia, in collaborazione con l’Associazione dei residenti del Complesso Santa Luzia. Il progetto si inserisce nel contesto della Scuola Comunitaria Luiza Mahin, nata nel 1990 per offrire uno spazio sicuro dove le madri potessero lasciare i propri figli. Attualmente la scuola accoglie 275 bambini. Con il sostegno alla costruzione dell’asilo nido, Bea a Colori vuole offrire a 70 bambini un luogo protetto, con personale specializzato, dove crescere serenamente e gettare le basi per formare cittadini consapevoli e capaci di lottare per i propri diritti.

La Cooperativa Sociale Nuova Sair e il Municipio Roma I Centro, rappresentato dalla presidente Lorenza Bonaccorsi, hanno siglato un Protocollo di Intesa finalizzato alla promozione del benessere psicologico e dell’inclusione scolastica degli studenti del territorio. L’accordo, della durata di 24 mesi, mira a sviluppare una collaborazione stabile tra istituzioni, scuole e famiglie per favorire la prevenzione, l’individuazione precoce e la presa in carico dei disturbi del neurosviluppo, tra cui autismo, Adhd, Dsa, disturbi del linguaggio e della comunicazione.
“Questo accordo rappresenta un impegno concreto per sostenere il percorso di crescita e apprendimento dei nostri bambini e ragazzi, promuovendo una cultura di attenzione, ascolto e inclusione”, ha dichiarato la presidente del Municipio I Roma Centro, Lorenza Bonaccorsi. “Grazie a questa collaborazione potremo attivare strumenti concreti di prevenzione, modulare percorsi educativi innovativi e assicurare maggiore accessibilità ai servizi sul territorio”, ha aggiunto l’assessore alle Politiche Sociali e Pari Opportunità, Claudia Santoloce.
“La firma di questo protocollo rappresenta per noi un passo prezioso: portare il benessere psicologico dei bambini dentro le scuole significa costruire insieme una comunità più attenta, capace di ascolto e di cura - commenta Maria Elena Tagliacozzo, Vicepresidente Nuova Sair - Come cooperativa sociale, da anni accogliamo e sosteniamo bambini, famiglie e adulti che vivono difficoltà legate al neurosviluppo e al comportamento. Oggi rinnoviamo il nostro impegno con ancora più forza, al fianco del Comune, dei Dirigenti e degli insegnanti, per offrire a ogni bambino l’opportunità di crescere sereno, compreso e valorizzato. È un investimento nel presente e nel futuro della nostra comunità”.
Il Polo Riabilitativo Nuova Sair, centro accreditato dalla Regione Lazio con sede in Via F. Paciotti 21 a Roma, metterà a disposizione professionisti altamente specializzati per la realizzazione di attività gratuite e agevolate rivolte a studenti, famiglie e personale scolastico. Tra le principali iniziative previste: Giornate di screening gratuito per l’individuazione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (Dsa) e del Linguaggio; Colloqui psicologici gratuiti per adolescenti della scuola secondaria; Percorsi agevolati per le famiglie, con tariffe calmierate e accesso prioritario ai servizi riabilitativi; Sportelli psicologici, laboratori esperienziali, corsi di formazione per docenti ed educatori; Attivazione di una rete pediatrica territoriale per favorire il dialogo tra professionisti, famiglie e scuole.
Il Municipio Roma I Centro si impegnerà a promuovere le iniziative nelle scuole del territorio, sostenendo la diffusione delle attività di sensibilizzazione e collaborando al monitoraggio e alla valutazione dei risultati. L’obiettivo condiviso è creare una comunità educante capace di riconoscere e sostenere precocemente i bisogni di ogni bambino e adolescente, rafforzando il legame tra scuola, famiglia e territorio.

A 'infastidirlo' sarebbe stata la frase 'questo figlio è della mamma', cantata dalla compagna al proprio bimbo nella ninna nanna nel tentativo di addormentarlo. Così davanti a quelle parole il 41enne avrebbe picchiato la propria moglie. Adesso per lui è scattato un ammonimento per maltrattamenti in famiglia e atti persecutori emesso dal questore di Caltanissetta, Pinuccia Albertina Agnello
Come lui altri sei sono stati raggiunti dallo stesso provvedimento nell'ultima settimana. Tutti si sono resi protagonisti di atti persecutori, lesioni personali e percosse nei confronti di compagni ed ex. Così, a esempio, una donna di 40 anni è stata ammonita per l'incessante stalking nei confronti dell’ex fidanzato, raggiunto da oltre cento telefonate al giorno e un 57enne per aver fatto irruzione nell’abitazione dell’ex compagna distruggendo mobile e suppellettili.
Sette avvisi orali, invece, sono stati notificati ad arrestati e denunciati che si sono resi protagonisti di condotte pericolose e antisociali, come tentato omicidio, ricettazione, detenzione di armi, furti, resistenza a pubblico ufficiale, minacce e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Un daspo fuori contesto è stato emesso nei confronti di un 24enne di Gela arrestato dalla Polizia per lesioni personali gravissime e porto abusivo di coltello. Il giovane, dopo aver partecipato a una aggressione, ha sferrato una coltellata alle spalle della vittima. Per i prossimi tre anni, non potrà accedere ai luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive. Un 21enne, residente nella provincia di Catania, arrestato a Niscemi poiché trovato nel cortile di una scuola con cocaina e hashish, invece, è stato colpito dal foglio di via obbligatorio, con divieto di far ritorno in quel comune tre anni.

E' morto dopo due mesi Umberto Catanzaro, il calciatore 23enne gravemente ferito in un agguato avvenuto lo scorso 15 settembre a Napoli. Il giovane era stato ricoverato all’ospedale Pellegrini.
Per questo episodio i Carabinieri avevano eseguito lo scorso 19 ottobre 4 fermi di indiziato di delitto e un’ordinanza di custodia.
La vittima si trovava ancora nel Reparto di rianimazione per le lesioni riportate. La salma resta a disposizione per la successiva autopsia. La sparatoria era nata dopo una presunta Revenge porn, con la diffusione di un video esplicito che ritraeva la figlia di un affiliato a un clan di camorra della zona, ed era avvenuta in via San Mattia.

L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha approvato la rimborsabilità di mavacamten per il trattamento della cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva (Cmio) sintomatica (classe II-III secondo la classificazione NYHA) in pazienti adulti nei quali la terapia standard risulta insufficiente. In totale, in Italia, sono circa 11mila le persone che soffrono di questa patologia cardiaca, spesso ereditaria, debilitante e progressiva che può causare ai pazienti sintomi anche molto gravi. Il nuovo farmaco orale è il primo inibitore selettivo e reversibile della miosina cardiaca, la proteina responsabile della malattia, nonché l’unico attualmente disponibile. L’annuncio oggi a Roma in una conferenza stampa, realizzata con il supporto di Bristol Myers Squibb.
"Si tratta di una patologia in cui la componente muscolare del cuore, il miocardio, va incontro ad un eccessivo ispessimento, definito ipertrofia – spiega Iacopo Olivotto, ordinario di Cardiologia e direttore Cardiologia pediatrica, Aou Meyer di Firenze; direttore Servizio Cardiomiopatie Aou Careggi di Firenze -. Quando l’ispessimento coinvolge il setto che divide i due ventricoli, si può generare un ostacolo al flusso in uscita dal ventricolo sinistro. Tali forme vengono definite 'ostruttive', molto spesso sintomatiche anche nei giovani. Mavacamten apre nuove ed interessanti prospettive di cura. La sua azione consiste nel ridurre l’eccessiva contrazione del miocardio e l’ostruzione al flusso in uscita dal ventricolo sinistro. Come è stato evidenziato dagli studi clinici, mavacamten può ridurre nell’oltre 80% dei pazienti il ricorso al trattamento chirurgico, che nei casi più gravi ha rappresentato finora l’unica opzione disponibile. Al tempo stesso il farmaco ha dimostrato di migliorare in modo rilevante la qualità di vita, riducendo l’entità dei principali sintomi in modo paragonabile alla chirurgia, con un buon profilo di tollerabilità. Mavacamten rappresenta pertanto una svolta innovativa nella pratica clinica, che deve essere implementata nell’ambito di centri specializzati dotati di team multidisciplinari specifici".
"Le cardiomiopatie diminuiscono fortemente l’efficienza e il regolare funzionamento del cuore - aggiunge Gianfranco Sinagra, ordinario di Cardiologia, direttore Dipartimento cardio-toracovascolare Azienda sanitaria universitaria integrata Trieste e presidente eletto Società italiana di cardiologia (Sic) -.In Italia, oltre 350mila persone sono colpite da una forma di cardiomiopatia, di cui più di 100 mila presentano forme ipertrofiche. Queste patologie sono spesso sottovalutate da parte della popolazione, ma hanno importanti ricadute anche dal punto di vista economico per il Ssn. Richiedono elevate risorse per il monitoraggio continuo della malattia oltre che per la gestione delle complicanze cliniche. La forma ipertrofica ostruttiva presenta una forte componente genetica. Si stima infatti che circa il 50% dei pazienti abbia una conclamata predisposizione ereditaria. I sintomi invalidanti rendono difficili anche le attività quotidiane più semplici, tra i più frequenti dolore toracico, palpitazioni, senso di stordimento, svenimenti improvvisi e stanchezza persistente. La cardiomiopatia può portare a gravi complicanze come lo scompenso cardiaco e, nei casi più critici, ad arresto cardio-circolatorio".
"La diagnosi di cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva colpisce in modo improvviso e profondo i pazienti e le loro famiglie. Questa cardiomiopatia può avere un forte impatto sulla qualità della vita - sottolinea Franco Cecchi, Presidente dell’Aicarm Aps (Associazione italiana cardiomiopatie) – già associato di cardiologia all’Università degli Studi di Firenze -. Aicarm, con il supporto di specialisti e volontari, da anni garantisce informazione e sostegno attraverso servizi dedicati come 'Cuori in ascolto', linea telefonica che offre ascolto attivo e fornisce indicazioni utili per comprendere la propria condizione e imparare a convivere con la cardiomiopatia. L’associazione promuove inoltre eventi formativi, come i corsi per pazienti esperti in malattie ereditarie del miocardio, webinar su temi specifici, corsi di rianimazione cardiopolmonare per i familiari e una comunicazione costante attraverso il sito web e i suoi canali digitali e social. Nel percorso dei pazienti restano ancora importanti lacune legate sia a diagnosi spesso tardive che alle difficoltà di accesso alle terapie più avanzate, farmacologiche e cardiochirurgiche. Garantire un accesso rapido e uniforme alle cure è essenziale per migliorare concretamente la qualità di vita di chi convive con la cardiomiopatia ipertrofica".
"Da oltre 70 anni mettiamo la nostra passione e competenza al servizio delle persone con malattie cardiovascolari, sostenendo la ricerca scientifica e l’innovazione per migliorare la loro qualità di vita – afferma Alessandro Bigagli, Senior Country Medical Director di Bristol Myers Squibb -. L’approvazione da parte di Aifa della rimborsabilità di mavacamten rappresenta un importante traguardo per i pazienti con cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva in Italia. Siamo profondamente orgogliosi del nostro contributo, che può davvero cambiare il percorso di cura e offrire nuove prospettive a chi convive con questa malattia. Continuiamo il nostro impegno nell’area cardiovascolare per sviluppare soluzioni terapeutiche innovative".
La terapia standard della cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva sintomatica – riporta una nota – è a base di β-bloccanti cardioselettivi β-1 non vasodilatanti (atenololo, bisoprololo, acebutololo, metoprololo) e calcio-antagonisti non diidropiridinici (verapamil, diltiazem).

"Da oltre 70 anni ci dedichiamo alle malattie cardiovascolari, mettendo in campo competenze scientifiche e una forte passione con un obiettivo preciso: migliorare la qualità di vita e la prognosi dei pazienti. Nel corso del tempo abbiamo sviluppato farmaci innovativi, spesso i primi con specifici meccanismi d’azione nelle rispettive aree terapeutiche. Oggi il nostro impegno si concentra anche sulla cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva, una malattia debilitante che può aumentare il rischio di morte improvvisa e che, purtroppo, può manifestarsi anche in età giovane. Negli anni ci siamo occupati soprattutto della prevenzione del tromboembolismo venoso, della prevenzione e del trattamento della trombosi arteriosa, delle malattie metaboliche e dell’ipertensione". Così all’Adnkronos Salute Alessandro Bigagli, Senior Country Medical Director di Bristol Myers Squibb, durante l’annuncio – oggi a Roma – dell’approvazione di Aifa alla rimborsabilità di mavacamten per il trattamento della cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva (Cmio) sintomatica (classe II-III secondo la classificazione NYHA) in pazienti adulti nei quali la terapia standard risulta insufficiente.
"Più recentemente abbiamo esteso la nostra ricerca e il nostro sviluppo proprio alle miocardiopatie ipertrofiche ostruttive, e continueremo a lavorare in quest’area integrando i nostri sforzi anche con quelli sullo scompenso cardiaco. Il nostro obiettivo rimane sempre lo stesso: migliorare la vita delle persone e cambiare la storia naturale di malattie importanti come la cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva" ha poi concluso.

Il ct della Nigeria Éric Chelle ha accusato la Repubblica Democratica del Congo di aver fatto “qualche voodoo” durante i calci di rigore che hanno posto fine alle possibilità della sua squadra di qualificarsi per i Mondiali del 2026 negli Stati Uniti, in Canada e in Messico. "Durante tutte le decisioni sui rigori, un ragazzo del Congo ha fatto un po' di voodoo ogni volta. Ecco perché ero un po' nervoso", ha detto Chelle ai giornalisti, spiegando perché sono volate le scintille tra lui e lo staff della Repubblica Democratica del Congo.
Alla domanda su cosa avesse visto, Chelle ha agitato il braccio destro, ma non ha potuto confermare i dettagli della sua affermazione. “Qualcosa del genere (agitando il braccio, ndr). Non so se fosse acqua o qualcosa del genere”, ha detto.
La Repubblica Democratica del Congo si è assicurata un posto negli spareggi interconfederali per i Mondiali del 2026 dopo aver battuto la Nigeria di Victor Osimhen 4-3 ai rigori, dopo un pareggio per 1-1 domenica. La sconfitta, subita contro una squadra classificata 19 posizioni sotto di loro, ha condannato la Nigeria ad un'ulteriore assenza ai Mondiali dal 2026. Gli spareggi interconfederali si svolgeranno a marzo, con il sorteggio giovedì.

Elementi acquisiti in indagini difensive potrebbero dare nuovo impulso all’inchiesta ancora aperta sull’omicidio dell'ambasciatore italiano Luca Attanasio, ucciso con il carabiniere Vittorio Iacovacci in Congo il 21 febbraio 2021, in un’imboscata al convoglio del World Food Program nel Nord Kivu. A piazzale Clodio infatti, dopo che nel febbraio 2024 il gup di Roma ha dichiarato il non luogo a procedere per “difetto di giurisdizione” per i due dipendenti del Pam Rocco Leone e Mansour Luguru Rwagaza, è ancora aperto un fascicolo nel quale si procede per omicidio a carico di ignoti.
La novità ora, a quanto apprende l'Adnkronos, è una testimonianza diretta di uno degli operatori presenti sulla scena dell’agguato, depositata in procura nell’ambito delle indagini difensive condotte dal legale dei genitori di Attanasio, coadiuvato da esperti di livello internazionale, che potrebbe aprire un nuovo scenario. Documenti, fotografie e cartografie a supporto della testimonianza diretta indicherebbero come “destinazione finale” del convoglio “non precisamente identificata” la zona di Ruthsuru e Lueshe, dove si trova una miniera di pirocloro-niobio storicamente legata a interessi russi: il niobio è un materiale raro e sensibile a livello strategico, fondamentale per lo sviluppo di veicoli ipersonici top secret di Mosca perché le sue leghe resistono a temperature estreme e all'ossidazione e per questo è ricercatissimo dall'industria militare.
Nell’imboscata, avvenuta in area Kibumba il 21 febbraio 2021, gli assalitori uccidono l’autista, estraggono dall’auto l’ambasciatore italiano e tentano di portarlo in un’area collinare, coperta da vegetazione. Qui avviene però l’incontro imprevisto con personale ranger addetto alla sicurezza degli operai impegnati nella zona delle ‘Tre Antenne’, e a quel punto, come riferito da testimoni oculari e da chi ha fatto i primi rilievi, gli assalitori uccidono il carabiniere e feriscono gravemente all’addome Attanasio, che muore poco dopo essere stato trasferito all’ospedale dell’Onu di Goma.
La ‘fonte’, contattata nell'ambito delle indagini difensive e protetta per ragioni di sicurezza, parla di coordinate, mappe, fotografie e informazioni che inequivocabilmente indicherebbero che l’ambasciatore fosse diretto verso Ruthshuru- Lueshe, “dove c’è la miniera di niobio, una faccenda molto sensibile” ha sottolineato l’operatore. Non solo. L’uomo ha raccontato di aver avuto diversi furti nella sua abitazione e di temere gravi ritorsioni per sé e per la famiglia. “State indagando su un dossier sensibile perché finora la verità resta un incubo, dato che nessuno sa la missione che aveva l’ambasciatore”, ha detto il testimone al consulente legale della famiglia Attanasio. Tutte informazioni che sono ora all’attenzione dei magistrati capitolini. (Di Assunta Cassiano e Daniele Dell'Aglio)

L'Italia ai playoff del Mondiale 2026, in attesa del sorteggio e di conoscere le avversarie. La Nazionale azzurra è stata battuta anche nell'ultima giornata del gruppo I, valido per le qualificazioni alla rassegna iridata di scena il prossimo giugno in Stati Uniti, Messico e Canada, dalla Norvegia di Haaland, che si è imposta a San Siro per 4-1. La squadra allenata da ct Gattuso, per tornare a giocare la fase finale di un Mondiale, dovrà quindi passare, ancora una volta, per gli spareggi.
Il sorteggio dei playoff per il Mondiale 2026 andrà in scena giovedì 20 novembre alle ore 13 a Zurigo, in Svizzera. Il format l'Italia lo conosce bene. Le sedici partecipanti agli spareggi saranno divise in quattro percorsi diversi, ciascuno composto da quattro squadre.
Ogni Nazionale disputerà una semifinale e, eventualmente, una finale, entrambe in gara secca. Le partite sono in programma il 26 (semifinale) e il 31 marzo (finale) 2026.
Ai playoff per il Mondiale 2026 parteciperanno le dodici seconde classificate dei gironi di qualificazione più le quattro vincitrici dei gironi di Nations League, a cui, in caso avessero già staccato il pass, si sostituirebbero le altre Nazionali meglio piazzate della competizione. L'Italia sarà inserita in prima fascia e sfiderà quindi in semifinale una proveniente dalla quarta, mentre in finale troverà una dalla seconda o terza fascia. Ecco le possibili avversarie degli azzurri:
Insieme all'Italia la prima fascia del sorteggio si comporrebbe con Turchia, Ucraina e Polonia, mentre in seconda si trovano Repubblica Ceca, Albania, Slovacchia e Scozia. Dalla terza invece arriva la Macedonia del Nord, che eliminò gli azzurri nel 2022, Irlanda, Bosnia e Kosovo. In semifinale invece gli azzurri affronteranno una tra Romania, Svezia, Irlanda del Nord e Galles.
Altri articoli …
- Sorgono, tenta truffa ad anziani fingendosi carabiniere
- Aggredisce passanti in centro a Olbia, arrestato dai carabinieri
- Il Consiglio regionale attende la manovra finanziaria
- Lancia bomba carta contro una casa, denunciato a San Sperate
- Fedez accusa: "Luis Sal ci ha denunciati per plagio". E lui risponde
- Inflazione rallenta a ottobre: +1,2% su anno. Frenata per il carrello della spesa
- Colpo grosso da Louis Vuitton in via dei Condotti, vetrina sfondata con l'auto e merce rubata
- Pil, Ue taglia stime Italia: nel 2025 +0,4%. Cala il deficit
- A 12 anni dal ciclone Cleopatra commemorazioni in Gallura
- Piantedosi a Cagliari, riunione prefettura e incontro con Todde
- Lega del Filo d’oro, familiari: "Volontari un supporto concreto e umano"
- Esposito segna, Adani urla: "Adesso, Erling, lo conosci?". Ma Haaland fa doppietta
- Lega del filo d’oro, a Pisa oltre 200 volontari per il forum nazionale
- Polonia, bomba devasta la linea Varsavia-Lublino. Tusk: "E' sabotaggio"
- Malgioglio a 'Belve': "Sulla natica ho tatuata la bocca di J.Lo"
- Bartoli (Lega filo d’oro): "I volontari sono il ponte tra le persone sordocieche e il mondo"
- Non solo i titoli, re Carlo toglierà ad Andrea anche i cani della regina
- Bangladesh, ex premier Sheikh Hasina condannata a morte
- La storia di Giulia Cecchettin diventa un film, alla regia Paola Randi
- Sinner, quando può sorpassare Alcaraz e tornare numero uno del ranking
Pagina 9 di 972
Leggi Tutte le Notizie di oggi in Sardegna
Sarda News - Notizie in Sardegna
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Per proporre i tuoi feed o un contenuto originale, scrivici a info@sardanews.it
Per tutti gli aggiornamenti seguici su TELEGRAM
o su Facebook https://www.facebook.com/sardanotizie



