
Le serrande dei negozi italiani continuano ad abbassarsi inesorabilmente, un'emorragia che negli ultimi dodici anni in Italia ha registrato una riduzione di oltre 140mila attività di commercio al dettaglio, tra negozi e attività ambulanti, con cali particolarmente accentuati nei centri storici e nei piccoli comuni. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio in vista dell’iniziativa nazionale "inCittà – Spazi che cambiano, economie urbane che crescono", dedicata al futuro delle città e delle economie urbane, organizzato dalla Confederazione che si terrà a Bologna, a Palazzo Re Enzo, il 20 e 21 novembre prossimi.
Serrande chiuse, i dati
Un trend che, senza nuove ed efficaci politiche di rigenerazione urbana e senza interventi per riutilizzare gli oltre 105mila negozi sfitti (un quarto dei quali da oltre un anno), è destinato ad aggravarsi ulteriormente con il rischio di perdere, da qui al 2035, altre 114mila imprese al dettaglio. In pratica, oltre un quinto delle attività oggi esistenti sparirebbe con gravi conseguenze per l’economia urbana, la qualità della vita e la coesione sociale.
In particolare, analizza l'Ufficio Studi di Confcommercio, dal 2012 al 2024 hanno chiuso quasi 118mila imprese del commercio al dettaglio in sede fissa e circa 23mila attività ambulanti, per una riduzione totale di oltre 140mila unità, risultato di un eccesso di chiusure rispetto alle aperture.
Perché chiudono i negozi e quali sono i settori più colpiti
Le cause sono riconducibili a una crescita insufficiente dei consumi interni, al cambiamento dei comportamenti di spesa dei consumatori e alla diffusione delle tecnologie digitali che hanno favorito gli acquisti online. Non a caso, nello stesso periodo le imprese attive operanti prevalentemente su internet o nella vendita per corrispondenza sono aumentate di oltre 16mila unità (+114,9%).
Per quanto riguarda il commercio al dettaglio in sede fissa, le contrazioni più rilevanti si registrano nei seguenti comparti: distributori di carburante (-42,2%), articoli culturali e ricreativi (-34,5%), commercio non specializzato ( 34,2%), mobili e ferramenta (-26,7%), abbigliamento e calzature ( 25%).
Città del Centro-Nord più a rischio
Molte città medio-grandi del Centro-Nord sarebbero quelle più esposte a questo fenomeno, mentre per alcuni Comuni del Mezzogiorno il calo sarebbe più contenuto, soprattutto per la riduzione dei residenti e il minor ricorso agli acquisti online. A fronte di questa emergenza Confcommercio, anche attraverso il progetto Cities, propone un’Agenda Urbana Nazionale da definire insieme a Governo, Regioni e Comuni, per rigenerare i centri urbani valorizzando le economie di prossimità e le imprese del terziario di mercato con l'obiettivo di creare un quadro stabile e integrato delle politiche urbane, armonizzando i Distretti Urbani dello Sviluppo Economico e promuovendo strumenti condivisi contro la desertificazione commerciale e per una logistica urbana sostenibile.

“Negli ultimi anni abbiamo assistito a un avvicinamento significativo tra Italia e Brasile, sul piano politico, economico e culturale. Il nostro rapporto oggi è a un livello altissimo: lo dimostra la crescita degli scambi commerciali, la cooperazione culturale e perfino quella giuridica. L’Italia ha molto da esportare da noi – dalle tecnologie ai prodotti agroalimentari, al reparto farmaceutico– e con l’accordo UE-Mercosur si aprirà un nuovo orizzonte di opportunità.” Ha dichiarato l'ambasciatore del Brasile in Italia, Renato Mosca de Souza, durante la celebrazione della Festa Nazionale del Brasile, a Palazzo Pamphilj, sede dell'Ambasciata a Roma. In questa occasione la riapertura della Galleria Pietro da Cortona, ha segnato il momento più alto della celebrazione.
Parlando del negoziato europeo, Mosca de Souza ha sottolineato che “ci sono circa mille aziende italiane in Brasile” e l’intesa “offrirà benefici concreti per le imprese italiane” e che “il consumo di prodotti italiani in Brasile è in forte crescita. L'apertura ovviamente non sarà immediata, ci vorranno alcuni anni per la riduzione dei dazi, ma sono convinto che ci sarà un'invasione dei prodotti italiani in Brasile”. Secondo l’ambasciatore, le divergenze politiche europee sulla firma dell'accordo “possono essere superate” perché “il contesto internazionale rende evidente la necessità di rafforzare le alleanze economiche”.
Guardando alla COP30 di Belém, l’ambasciatore ha ribadito gli impegni climatici del Brasile: "Abbiamo l'ambizioso obiettivo di azzerare la deforestazione entro il 2030 e arrivare a un’economia a zero emissioni totali entro il 2050. La protezione delle foreste è centrale perché il problema brasiliano dell'emissione di carbono sta nella deforestazione, che non è una pratica o una politica pubblica, al contrario, è un'attività criminale. Abbiamo già una matrice energetica pulita al 50% e una matrice rinnovabile al 90% nella produzione di elettricità. Ora è il momento di passare dalla negoziazione all’implementazione, con risorse internazionali adeguate per i Paesi in via di sviluppo”.

Donald Trump smorza la tensione 'nucleare' delle ultime settimane e tende la mano a Russia e Cina. Il presidente degli Stati Uniti ha infatti dichiarato oggi, sabato 15 novembre, che vorrebbe organizzare un incontro con i due Paesi per discutere proprio della riduzione degli arsenali nucleari. "Quello che vorrei fare è denuclearizzare, anzitutto organizzando un incontro con le tre maggiori potenze nucleari per ridurre le armi nucleari. Noi siamo i numeri uno, la Russia il numero due, la Cina il numero tre", ha detto ai giornalisti a bordo dell'Air Force One.
Gli Stati Uniti hanno "più armi nucleari di qualsiasi altro Paese", ha aggiunto Trump. "La Russia è seconda, e la Cina è terza, ma entro quattro o cinque anni saranno al nostro livello", ha sottolineato.
I test nucleari 'minacciati' da Trump
Le parole di Trump 'smorzano' la tensione che era cresciuta nelle ultime settimane, con minacce incrociate con la Russia di Putin. "La Russia e la Cina testano armi nucleari senza dirlo. Anche gli Usa faranno test", aveva annunciato il presidente degli Stati Uniti, facendo intendere in maniera diretta che gli Usa sarebbero tornati a effettuare test nucleari dopo uno stop di circa 30 anni.
Il numero 1 della Casa Bianca si è espresso a riguardo nella lunga intervista trasmessa da 60 Minutes, storico programma della Cbs. "Abbiamo più armi nucleari di qualsiasi altro Paese. La Russia è seconda. La Cina è terza, molto distante, ma sarà al livello della Russia tra cinque anni", ha detto accendendo i riflettori sul tema della denuclearizzazione: "E' un tema molto importante. Abbiamo abbastanza armi nucleari per far saltare in aria il mondo 150 volte".
Perché Washington deve riprendere i test? "Beh, perché bisogna vedere come funzionano" le armi. "La Russia ha annunciato che li avrebbe eseguiti. Se ci fate caso, la Corea del Nord esegue test costantemente. Anche altri paesi li stanno facendo. Siamo l'unico paese che non li testa, e io voglio essere l'unico Paese che non li testa. Abbiamo un'enorme potenza nucleare che ci è stata data in gran parte perché quando ero presidente (e detestavo farlo, ma era necessario) ho ricostruito l'esercito durante il mio primo mandato. Sto dicendo che testeremo armi nucleari come fanno gli altri paesi, sì", aveva concluso Trump.
La risposta di Mosca
Immediata la risposta russa, con Putin che, in una riunione del Consiglio di sicurezza, aveva dichiarato di dover "rispondere in modo adeguato" a test nucleari "condotti dagli Stati Uniti o da altri Paesi". Il presidente della Russia aveva quindi ribadito chiaramente che "se gli Stati Uniti o altri Paesi, che fanno parte del Trattato" di non proliferazione nucleare, "avessero condotto i test, la Russia avrebbe dovuto adottare misure adeguate in risposta".
Mosca, nei giorni seguenti, non ha ricevuto alcun chiarimento da Washington in merito al significato preciso delle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sulla ripresa dei test nucleari nel suo Paese. A dirlo era stato il portavoce presidenziale russo Dmitrij Peskov durante un briefing, dichiarando che la Russia non ha chiarezza su cosa esattamente gli Stati Uniti intendano testare. Trump non ha specificato a quali test si riferisse, né se questi includessero l'utilizzo di testate nucleari.
"Gli Stati Uniti stanno aumentando attivamente le armi strategiche offensive", aveva aggiunto inoltre il ministro della Difesa russo, Andrei Belousov, aggiungendo che Washington "pianifica la creazione di un nuovo missile intercontinentale, la produzione di un sottomarino strategico, la riattivazione di sistemi di lancio". "L'analisi delle dichiarazioni di alti funzionari statunitensi indica che Washington è orientata alla preparazione e allo svolgimento di test nucleari", ha incalzato il generale Valery Gerasimov, capo di stato maggiore.
Anche la Nato 'avverte' Putin
La Nato ha importanti capacità di deterrenza nucleare, in particolare contro la Russia, ed è necessario parlarne di più in futuro perché "le nostre società devono saperlo". E' quanto ha sottolineato il segretario generale dell'Alleanza atlantica, Mark Rutte, in un'intervista all'edizione domenicale di Die Welt anticipata dalla Dpa, proprio mentre aumentava la tensione tra Washington e Mosca sul fronte dei test nucleari.
"È importante parlare di più della deterrenza nucleare con le nostre società, per assicurare che capiscano come questa contribuisca alla nostra sicurezza complessiva”, ha dichiarato Rutte, secondo cui "quando la Russia usa una retorica nucleare pericolosa e sconsiderata, le nostre popolazioni devono sapere che non c'è motivo di farsi prendere dal panico, perché la Nato dispone di un forte deterrente nucleare per preservare la pace, prevenire la coercizione e scoraggiare l'aggressione”.
E ancora ha insistito il numero uno dell'Alleanza: "La deterrenza nucleare della Nato è la garanzia ultima della nostra sicurezza. È importante che la nostra deterrenza nucleare rimanga credibile, sicura, protetta ed efficace”. Il presidente russo Vladimir Putin, ha ammonito, "deve sapere che una guerra nucleare non può mai essere vinta e non deve mai essere combattuta".
La posizione dell'Iran e l'appello dell'Aiea
Tra i Paesi non citati da Trump per l'incontro sulle armi nucleari c'è l'Iran, con cui gli Usa sono già in trattative sfociate nell'attacco americano a tre siti nucleari iraniani lo scorso giugno. L'Iran non mira a dotarsi di bombe nucleari, ma vuole raggiungere un "accordo pacifico sul nucleare" e non scenderà a compromessi sulla sicurezza nazionale. Lo ha detto il viceministro degli Esteri iraniano Saeed Khatibzadeh al 12mo dibattito strategico di Abu Dhabi.
"Teheran non è alla ricerca di bombe nucleari - ha dichiarato - E' pronta a rassicurare il mondo su questo punto. Siamo molto orgogliosi del nostro programma nucleare nazionale". Khatibzadeh ha aggiunto che gli Stati Uniti stanno inviando all'Iran, attraverso Paesi terzi, messaggi contraddittori sui colloqui sul nucleare.
il presidente Masoud Pezeshkian ha però sottolineato che l'Iran non intende abbandonare il proprio programma nucleare né la propria "programmazione missilistica difensiva". In un intervento trasmesso dalla tv di Stato ha infatti dichiarato che Teheran "cerca la pace, ma non si piegherà alla coercizione". Il leader iraniano ha aggiunto che il Paese è disposto a "riprendere i colloqui sul programma nucleare", ma ha precisato che "il dossier missilistico non è sul tavolo dei negoziati".
Intanto l'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha chiesto all'Iran di ''rispettare gli obblighi'' e di autorizzare ''il prima possibile'' l'accesso alle sue scorte di uranio, per ''calmare le preoccupazioni degli alleati''. In una nota l'Aiea ha spiegato che dalla guerra di giugno con Israele non è stata in grado di verificare lo stato delle scorte di uranio.
"E' fondamentale che l'agenzia sia in grado di verificare quanto prima possibile gli inventari di materiale nucleare precedentemente dichiarato in Iran", ha affermato l'Aiea nel suo rapporto, aggiungendo che le scorte di uranio di grado quasi nucleare erano "una questione di seria preoccupazione".
Presidente: 'segnale inquietante, solidarietà al mio assessore'... 
Marco Bezzecchi conquista la pole position del MotoGp di Valencia, che chiude la stagione del circo a due ruote. Il pilota dell'Aprilia ha fatto segnare il miglior tempo oggi, sabato 15 novembre, in 1’28”809. Dietro di lui Alex Marquez e Fabio Di Giannantonio.
Delusione per Pecco Bagnaia, che si ferma durante il Q1 e partirà quindi in sedicesima posizione. Ecco la griglia di partenza per l'ultimo Gran Premio dell'anno.
La griglia di partenza del Gran Premio di Valencia:
1. M. Bezzecchi (Q1)
2 A. Marquez (Q2)
3 F. Di Giannantonio (Q2)
4 R. Fernandez (Q2)
5 P. Acosta (Q2)
6 F. Quartararo (Q2)
7 F. Morbidelli (Q2)
8 J. Miller (Q2)
9 F. Aldeguer (Q2)
10 J. Mir (Q2)
11 J. Zarco (Q2)
12 A. Ogura (Q2)
13 L. Marini (Q1)
14 A. Espargarò (Q1)
15 B. Binder (Q1)
16 F. Bagnaia (Q1)
17 J. Martin (Q1)
18 M. Oliveira (Q1)
19 A. Rins (Q1)
20 E. Bastianini (Q1)
21 M. Vinales (Q1)
22 N. Bulega (Q1)
23 A. Fernandez (Q1)
24 S. Chantra (Q1)

Nella pancia della Inalpi Arena capita (anche) di vederli giocare a carte. I raccattapalle delle Atp Finals si rilassano così, tra un match e l'altro nel Torneo dei maestri. Con una partita a scopa o a briscola, per allentare la tensione prima di andare in campo sul Centrale accanto a gente come Sinner e Alcaraz. A Torino 'giocano' anche loro. E, come i mostri del tennis, non possono permettersi distrazioni.
Ne abbiamo incontrati alcuni tra una super sfida e l'altra, in spogliatoio. Ludovico Massa, 18 anni, è di Torino ed è alla terza partecipazione alle Atp Finals: "È sempre una grande emozione vedere giocatori di altissimo livello - racconta all'Adnkronos - quando ci andava bene potevamo osservarli dalla tribuna. Stare in campo accanto a loro, passare le palline e l'asciugamano è ogni volta un'emozione. A me tremano le mani". Allegra Spinelli, 19 anni, conferma il concetto: "Vederli da vicino è pazzesco, che ve lo dico a fare". Aspirante tennista, lei è una veterana alle Finals: "È il mio quarto anno qui, ma ogni volta è sempre come la prima".
Le Atp Finals viste dai raccattapalle
Allegra racconta come alle Atp Finals nulla sia lasciato al caso: "Prima del torneo partecipiamo a quattro incontri di formazione. Facciamo simulazioni di tie-break, mini-partite e proviamo tutto. Siamo in 80, alla fine ne scelgono 40". Sono parte dello spettacolo e la festa del tennis della Inalpi Arena, per loro, è scandita in turni: "Siamo divisi per mattine e pomeriggi - interviene Ludovico -. I primi devono essere qui intorno alle 10:30, mentre i secondi verso le 17. Siamo sulle partite, ma anche sugli allenamenti, come quelli al Centrale e al Sebastopoli, il 'secondo' campo dell'impianto".
"Furia Alcaraz" e il 'sosia' di Sinner
Il loro racconto, inevitabile, passa per aneddoti. Ludovico se la ride: "Mi dicono che sono il sosia di Sinner, è successo spesso. Addirittura mi è stato detto da membri dello staff di Jannik e, due anni fa, da un importante dirigente". 'Colpa' dei capelli rossi e un po' disordinati, ma anche di una carnagione chiara. Per lui, quest'anno, anche un momento non proprio piacevole: "Dopo un punto sbagliato da Alcaraz contro De Minaur, Carlos era una furia. Gridava 'Una mas, una mas' ed era arrabbiatissimo. Mi ha chiesto l'asciugamano, l'ha preso in mano continuando a guardarmi senza dire nulla, poi lo ha tirato via. Ma lo capisco, succede a me di innervosirmi in partita, figuriamoci a lui. A quei livelli ci si gioca tutto". Ad Allegra è invece capitato di sistemare il campo insieme a uno dei maestri. "In un match di doppio con Granollers e Zeballos, lo spagnolo ha lanciato a terra una bottiglietta piena d'acqua. Abbiamo subito rimesso il campo in ordine, pulendo con gli asciugamani. E lui ci ha dato una mano". Cartoline dalle Finals, ricordi da incorniciare per ragazzi che vivono il tennis a cento all'ora. Non i soli. "Alla fine, un paio di palline a casa riusciamo a portarle". Privilegi mica male. (di Michele Antonelli, inviato a Torino)

Allarme account falsi per Holger Rune. Il tennista danese, ai box a causa di un grave infortunio un mese fa, quando si è rotto il tendine d'Achille durante l'Atp 250 di Stoccolma, è alle prese anche con questioni extra campo. Con un post su X, Rune ha infatti denunciato oggi la nascita di un profilo falso che finge di essere lui: "Questo è un account falso! Segnalatelo a X se questa persona vi contatta", ha scritto.
Oltre al possibile danno di immagine, la preoccupazione, secondo alcuni, per Rune potrebbe essere anche un'altra. Qualcuno ha fatto infatti notare che, oltre a essere palese che fosse un account falso, il danese avesse paura che l'impostore potesse scrivere a qualche tennista, dopo le 'figuracce' con Anna Kalinskaya, giocatrice russa ed ex fidanzata di Jannik Sinner, e la connazionale Veronika Kudermetova.
Il botta e risposta con Kalinskaya
A raccontare tutto era stata proprio Kalinskaya[1]: "Qualcuno mi ha scritto 10 volte prima di arrendersi. Chi è stato? Lo dico, Holger Rune... Scrive a tutte... Forse ha un'opinione troppo elevata di se stesso o forse è senza speranza, ma non è l'unico", ha detto la russa in un'intervista diventata rapidamente virale proprio su X.
Il tweet è finito nel radar di Rune, che prima ha replicato con una risata fragorosa e poi ha piazzato lo smash. "Potrebbero esserci differenze culturali in base alle quali scambia un commento a una storia" su Instagram "per un invito a uscire. Se voglio uscire per un appuntamento, lo chiedo. Non preoccupatevi", ha concluso il danese.
Le avances a Kudermetova
Rune aveva scritto un messaggio su Instagram anche a Veronika Kudermetova, scontrandosi però con il rifiuto della tennista russa, sposata dal 2017 con l'ex tennista, oggi allenatore, Sergei Demekhine.
"Mi ha scritto Rune di recente", aveva rivelato proprio Kudermetova[2] al podcast di Elena Vesnina, "Io gli ho detto: ‘Cavolo, probabilmente sono troppo vecchia per te. E se hai guardato il mio Instagram, ho un marito'. Lui ha risposto: ‘Oh, scusa'. Da allora non mi ha più salutata", ha concluso sorridendo.

"La mia presa di posizione sull'Ucraina nasce anche da affettività. Quello ucraino è un popolo straordinario, con cui ho un legame forte. Il mio tatuaggio è un segno di vicinanza all'Ucraina". Così Carlo Calenda, a Sky Agenda torna sul tryzub, il tridente simbolo nazionale dell'Ucraina che figura spesso sulle divise del suo esercito e che il leader di Azione si è tatuato sul polso[1].
"Ci sono posizioni nella vita - ha proseguito - che si tengono perché sono fondamentali. E il governo Meloni ha molti tentennamenti su Kiev".
La critica russa e la risposta di Calenda
Nei giorni scorsi l'ambasciata russa a Roma aveva criticato il leader di Azione proprio per il tatuaggio. "Ma il politico italiano Carlo Calenda capisce l'essenza del simbolo che ha applicato sul suo corpo?", scriveva l'ambasciata in un post su Facebook, sottolineando che la "bravata" del leader di Azione "non è altro che un ingresso volontario nella comunità di seguaci di Petlyura, Bandera, Shukhevich e altri nazisti e collaboratori di nazionalità ucraina, le cui mani sono coperte dal sangue di ebrei, zingari, ungheresi, russi, ucraini".
La risposta di Calenda non si era fatta attendere. "Verrete sconfitti. Come è stata sconfitta l’Urss. La libertà alla fine vince sempre sulla tirannia. E se vi mettete paura di un tatuaggio vuol dire che ne siete già consapevoli", le parole su X. E a conclusione del tweet, il senatore aggiungeva l'hashtag 'Slava Ukraïni'.
Il botta e risposta con Luca Bizzarri
Tra i commenti al post sul tatuaggio di Calenda, anche quello del comico genovese Luca Bizzarri che ha dato luogo a un lungo botta e risposta social.
"Quelle cose che è giusto e bello fare, a 16 anni", la battuta di Bizzarri, prontamente commentata dal leader di Azione. "Mi sei diventato anche trombone ora?", la domanda di Calenda cui Bizzarri ha replicato: "No, vorrei lo diventaste voi. Mi piacerebbe poter votare per degli adulti. Invece Salvini dice 'Bro' e tu posti i tatuaggi. E a noi tocca scegliere tra i due".
"Senti Luca. Passi le tue giornate a parlare di pippe, canne e videogiochi. Ora, per me l’Ucraina è una battaglia ideale, umana e di libertà. E il tatuaggio ha questo valore. Quando ti metti a fare il censore dei comportamenti altrui sei un tantino da 'avranno degli amici'", la controreplica di Calenda. "Pardon - la risposta del comico -, non essendo né eleggibile né eletto, non credo che il problema sia quello di cui parlo io. Il problema è una classe politica fatta di adolescenti che cercano cuoricini su X mostrando il tatuaggio come influencer, e poi vorrebbero essere credibili come statisti".
"Luca, ti sbagli. Per me l’Ucraina - ha provato a spiegare ancora Calenda - è la battaglia politica più importante. E il tatuaggio simboleggia questo. Il tuo continuo 'è tutto un magna magna' è diventato stucchevole. Come sai molto bene passo la mia vita a fare proposte profonde e dettagliate su energia, industria etc. quindi cortesemente Salvini lo paragoni ad un altro. Detto ciò ti si vuole bene comunque. A presto".
Alle parole del politico, ecco però un'altra replica: "Proprio perché fai proposte profonde e dettagliate dovresti avere un amico vicino che dice 'Abbiamo 60 anni. Magari il tatuaggio lo facciamo fare ai compagni di scuola dei nipoti, e se proprio ci tieni fallo, ma sii buono, non postarlo'. E invece qualcuno (che paghi) ti ha pure detto che era una bella idea. E tu dai del qualunquista all’unico che ti vuole bene gratis. Questo è il tuo dramma".
Infine la chiusura di Calenda: "Vabbè possiamo convenire che siamo in disaccordo? Un abbraccio".

Un femminicidio dopo una colluttazione oppure un drammatico incidente domestico. Sono queste le due ipotesi principali sulle quali stanno lavorando gli investigatori che indagano sulla morte di Nunzia Cappitelli, la donna di 51 anni trovata senza vita con una ferita alla testa nella sua abitazione nel quartiere Piscinola a Napoli. La Procura partenopea ha aperto un'inchiesta e disposto il trasferimento della salma in obitorio in attesa dell'autopsia che servirà per chiarire le cause della morte della 51enne.
Le indagini sono affidate agli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, del Commissariato Chiaiano e della Squadra Mobile della Questura di Napoli.
Secondo quanto si apprende, gli esperti della Polizia scientifica hanno già effettuato i rilievi nell'appartamento ed hanno sequestrato una bottiglia di vetro rotta: in caso di femminicidio, potrebbe essere l'arma del delitto. Al momento, gli investigatori tendono a non escludere nessuna pista.

Un femminicidio dopo una colluttazione oppure un drammatico incidente domestico. Sono queste le due ipotesi principali sulle quali stanno lavorando gli investigatori che indagano sulla morte di Nunzia Cappitelli, la donna di 51 anni trovata senza vita con una ferita alla testa nella sua abitazione nel quartiere Piscinola a Napoli. La Procura partenopea ha aperto un'inchiesta e disposto il trasferimento della salma in obitorio in attesa dell'autopsia che servirà per chiarire le cause della morte della 51enne.
Le indagini sono affidate agli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, del Commissariato Chiaiano e della Squadra Mobile della Questura di Napoli.
Secondo quanto si apprende, gli esperti della Polizia scientifica hanno già effettuato i rilievi nell'appartamento ed hanno sequestrato una bottiglia di vetro rotta: in caso di femminicidio, potrebbe essere l'arma del delitto. Al momento, gli investigatori tendono a non escludere nessuna pista.
All'Agricoltura dovrebbe subentrare capogruppo Progressisti Agus... 
Vittoria di Rai1 nel prime time di ieri sera con 'The Voice Senior' che ha totalizzato 3.297.000 telespettatori e il 22,6% di share. Secondo gradino del podio per Canale 5 con 'Tradimento' che ha realizzato 2.000.000 telespettatori raggiungendo uno share del 14,6%. Terzo posto per Retequattro con 'Quarto Grado' che ha interessato 973.000 telespettatori (share del 7,6%).
Fuori dal podio il Nove con 'Fratelli di Crozza' ha ottenuto 961.000 telespettatori (share del 5,4%) mentre su La7 'Propaganda Live' è stata seguita da 761.000 telespettatori (5,7% di share). Su Italia1 il programma 'Le Iene presentano: Inside' ha ottenuto 678.000 telespettatori e il 5,7% mentre su Tv8 'Hanno ucciso l’uomo ragno' ha conquistato 606.000 telespettatori (3,2% di share) nel primo episodio e 708.000 telespettatori (4,6%) nel secondo. Su Rai3 'FarWest' ha intercettato, invece, 397.000 telespettatori pari a uno share del 2,6%. Su Rai2 'Challengers' è stato visto da 302.000 telespettatori (1,8% di share).
Nell'access prime time su Rai1 'Cinque Minuti' è stato seguito da 3.836.000 telespettatori (share del 20,2%) mentre 'Affari Tuoi' ha ottenuto 4.422.000 telespettatori (share del 22,2%). Su Canale5 'Gira La Ruota della Fortuna' ha interessato 4.089.000 telespettatori (20,9% di share e 'La Ruota della Fortuna' è stata vista da 5.270.000 telespettatori (share del 26,5%). Nella fascia preserale Rai1 con 'L’Eredità – La Sfida dei 7' ha totalizzato 3.344.000 telespettatori (share del 23,8%) mentre 'L’Eredità' è salita a 4.588.000 telespettatori (share del 27,8%). Su Canale5, invece, il programma 'Avanti il Primo' è stato visto da 2.242.000 telespettatori (17,1% di share), mentre 'Avanti un Altro' ha interessato 2.987.000 telespettatori (19% di share).

Carlos Alcaraz torna in campo. Oggi, sabato 15 novembre, il numero uno del ranking Atp affronta Felix Auger Aliassime nella seconda semifinale del Torneo dei maestri a Torino. Alcaraz ha vinto il suo girone, battendo tutti gli avversari. Auger-Aliassime ha chiuso al secondo posto il suo, dopo il decisivo successo contro Zverev. Ecco orario, precedenti, dove vederla in tv e streaming.
Alcaraz-Auger Aliassime, orario e precedenti
Il match tra Alcaraz e Auger Aliassime è previsto non prima delle 20:30 oggi, sabato 15 novembre. I precedenti raccontano un 4-3 per il numero uno, che ha battuto il canadese negli ultimi 4 confronti.
Alcaraz-Auger Aliassime, dove vederla
Alcaraz-Auger Aliassime sarà visibile in diretta tv sui canali Sky Sport. Inoltre, sarà possibile seguire l'evento in streaming sulle piattaforme SkyGo, NOW Tv e Tennis Tv.
Iniziativa del Comune di Cagliari lunedì 17...
Accusati di traffico di droga e ritenuti pericolosi...
Decisione della Prefettura dopo valutazioni Comitato sicurezza... 
Rispetto alla situazione dell'ex Ilva "siamo davvero molto preoccupati perché aver sentito che c’è la possibilità di aumentare il numero dei cassaintegrati ci fa pensare che probabilmente ancora non c’è una soluzione 'potabile' che possa coniugare lavoro, salute e ambiente. Auspichiamo che nell’incontro del 18 ci possano essere forniti elementi più concreti. In ogni caso, per noi non ci può essere un incremento della cassa integrazione perché il territorio di Taranto soffre tantissimo da 12 anni e non si intravede una soluzione definitiva, e bisogna fare ogni sforzo, anche un forte intervento dello Stato che possa traghettare lo stabilimento in questo momento critico verso un tempo una situazione di stabilità. Auspichiamo che il 18 possa essere data qualche rassicurazione in più, poi valuteremo". Così all'AdnKronos la segretaria generale della Cisl Daniela Fumarola a margine dell'assemblea nazionale della Cisl.
Sulla legge di Bilancio, continua Fumarola a margine dell'evento, "abbiamo incontrato i gruppi parlamentari, presentato anche noi degli emendamenti e fatta un’audizione. Abbiamo apprezzato una serie di risposte che ci sono state date attraverso delle scelte messe nella legge di Bilancio ma abbiamo chiesto attenzioni particolari rispetto al mondo della scuola, dell’università e della ricerca, perché servono più risorse ma anche rispetto ai pensionati. Abbiamo chiesto che si possa ripristinare Opzione donna e chiesto con molta forza il rifinanziamento del fondo della legge 76 sulla partecipazione perché non è una bandierina della Cisl ma governo e forze politiche, anche quelle di opposizione che l’hanno sostenuta, devono continuare a mantenere quella attenzione perché serve una cultura della partecipazione. Siamo certi che governo e parlamento ascolteranno questa nostra richiesta e ci aspettiamo che venga finanziata".

Donald Trump ha affermato oggi, sabato 15 novembre, di non sapere nulla delle e-mail di Jeffrey Epstein rivelate questa settimana, aggiungendo di esser stato in pessimi rapporti per anni, in un momento in cui i suoi legami con il molestatore sessuale sono oggetto di nuove domande. "Non ne so nulla. Altrimenti, l'avrei detto molto tempo fa", ha detto il presidente degli Stati Uniti a bordo dell'Air Force One mentre si recava nella sua residenza in Florida.
"Jeffrey Epstein e io siamo stati in cattivi rapporti per molti anni", ha spiegato Trump, "dovete scoprire cosa sapeva, soprattutto riguardo Bill Clinton e tutte le persone che conosceva, inclusa Jp Morgan, Chase".
Il caso Epstein è stato recentemente riacceso dalla pubblicazione delle e-mail del finanziere newyorkese in cui si afferma, tra le altre cose, che Donald Trump "era a conoscenza delle ragazze" che erano state vittime di abusi sessuali.
La difesa di Trump
Già ieri Trump si era difeso da ogni accusa con un post[1] pubblicato sul suo profilo Truth Social: "I democratici stanno facendo tutto il possibile per promuovere nuovamente la bufala Epstein - nonostante il Dipartimento di Giustizia abbia pubblicato 50.000 pagine di documenti - al fine di distogliere l'attenzione dalle loro politiche inadeguate e dalle loro sconfitte, in particolare dall'imbarazzante shutdown, che ha causato il caos totale nel loro partito". Lo ha scritto il presidente americano Donald Trump in un post su Truth Social.
"Alcuni repubblicani deboli sono caduti nelle loro grinfie perché ingenui e poco risoluti. Epstein era un democratico ed è un problema dei democratici, non dei repubblicani! - ha proseguito - Chiedete di Epstein a Bill Clinton, Reid Hoffman e Larry Summers, loro sanno tutto di lui, non perdete tempo con Trump. Ho un Paese da governare!".
"Chiederò alla procuratrice generale Pam Bondi, al Dipartimento di Giustizia e ai grandi patrioti dell'Fbi di indagare sul coinvolgimento e i rapporti di Epstein con loro, con J.P. Morgan, Chase e molte altre persone e istituzioni, per determinare quello che accadeva tra di loro", ha annunciato Trump. "Tutte le frecce puntano ai democratici - ha aggiunto - i file indicano che questi signori, come molti altri, hanno passato gran parte della loro vita con Epstein e sulla sua 'isola'".
Bondi affida indagine a procuratore Ny
Poche ore dopo la richiesta di Trump, la ministra della Giustizia, Pam Bondi, ha affidato al procuratore federale di Manhattan, Jay Clayton, il compito di indagare "con urgenza e integrità" i presunti legami tra Epstein e Bill Clinton, e gli altri democratici nominati nelle mail del finanziere pedofilo morto in carcere nel 2019.
L'attorney general nel post in cui annuncia l'avvio dell'indagine scrive un "grazie" rivolto al presidente Trump per la sua sollecitazione. "Il procuratore Clayton è uno dei più capaci e fidati procuratori del Paese ed ho chiesto a lui di prendere la guida. Come con tutte le altre questioni, il dipartimento si applicherà a questa con urgenza e integrità per dare risposte agli americani", scrive su X Bondi.
Pressing Trump per bloccare pubblicazione file
Trump ha intanto avviato una campagna di pressioni sui deputati repubblicani che appaiono intenzionati a votare la prossima settimana con i democratici, permettendo quindi l'approvazione della mozione che chiede la pubblicazione di tutti i file del dipartimento di Giustizia relativi a Jeffrey Epstein. I contatti con questi repubblicani si sono intensificati da quando Mike Johnson ha dovuto fissare per la prossima settimana la votazione della mozione, che lui per diversi mesi ha cercato in tutti i modi non portare in aula.

Follia a Marsala dove un banale diverbio nel parcheggio di un supermercato per un urto tra due veicoli si è trasformato in una violenta lite tra gli occupanti, con tanto di martellata e ben cinque persone che hanno riportato lesioni.
I Carabinieri della Compagnia di Marsala, in provincia di Trapani, a seguito di segnalazioni giunte ai numeri di emergenza sono intervenuti per l'animata lite in corso. Dagli elementi raccolti dai militari intervenuti, sembrerebbe che un 55enne abbia colpito al capo un 24enne con un martello da carpentiere. Il pronto intervento di un equipaggio della Radiomobile di Marsala è riuscito a fermare le violenze, scongiurando ulteriori conseguenze.
Tutti coloro che hanno partecipato alla lite sono stati identificati. Il martello è stato posto sotto sequestro e l’accaduto è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria per le valutazioni del caso.
Governatrice: 'Investimenti su sanità, scuola e cultura'... 
Rischio 'big' ai playoff per l'Italia. Gli azzurri sono stati (quasi) ufficialmente 'condannati' a disputare, ancora una volta, i playoff per sperare di qualificarsi alla fase finale dei Mondiali 2026, di scena il prossimo giugno in Stati Uniti, Canada e Messico. La Nazionale del ct Gattuso chiuderà infatti, a meno di un'improbabile goleada da quasi 10 gol contro la Norvegia nell'ultimo turno, al secondo posto il girone I proprio dietro agli scandinavi, che potranno festeggiare l'accesso diretto alla rassegna iridata, anche in caso di arrivo a pari punti, grazie alla migliore differenza reti.
Ma l'Italia non è l'unica big che potrebbe trovarsi, contro ogni pronostico, a giocare gli spareggi. Con il fiato sospeso ci sono infatti anche per Germania e Portogallo, che si giocheranno tutto nell'ultima gioranta. La Nazionale tedesca ha battuto 'soltanto' 2-0 il Lussemburgo grazie alla doppietta di Woltemade, talento del Newcastle, e si ritrova in testa al gruppo A a pari punti con la Slovacchia, avversaria lunedì nell'ultima e decisiva partita e già vittoriosa all'andata.
Agli uomini di Nagelsmann potrebbe bastare anche un pareggio, in virtù della migliore differenza reti, mentre a Calzona servirebbe un trionfo per volare direttamente ai Mondiali e costringere la Germania ai playoff.
Destino nelle proprie mani anche per il Portogallo. I lusitani sono stati battuti dall'Irlanda a Dublino per 2-0 nell'ultimo turno, in una partita che ha visto la prima espulsione in Nazionale per Cristiano Ronaldo[1], e si ritrovano al primo posto del girone F a quota 10 punti, a +2 sull'Ungheria, impegnata nella sfida casalinga all'Irlanda. Per qualificarsi e non correre rischi il Portogallo dovrà quindi necessariamente battere l'Armenia in casa nell'ultima giornata.

Russia all'assalto dei treni in Ucraina, con attacchi via drone che sarebbero "triplicati" a partire da luglio, segno di un'escalation massiccia contro il sistema ferroviario di Kiev, cruciale per il Paese.
Assalto al treno, la strategia di Mosca
La strategia di Mosca, ha spiegato il vice primo ministro ucraino responsabile delle infrastrutture Oleksii Kuleba, dall'inizio del 2025 ha causato danni per un totale di 1 miliardo di dollari.
"Se si confrontano solo gli ultimi tre mesi, gli attacchi sono triplicati", ha poi continuato Kuleba, affermando: "Dall'inizio dell'anno ci sono stati 800 attacchi alle infrastrutture ferroviarie e più di 3.000 strutture ferroviarie sono state danneggiate. Ciò che abbiamo visto in questi attacchi sempre più intensi è che prendono di mira i treni, cercando soprattutto di uccidere i macchinisti".
Aeroporti fermi, perché le ferrovie sono fondamentali per Kiev
In un paese grande come l'Ucraina, le ferrovie sono fondamentali. Secondo l'istituto statistico statale, la rete ferroviaria trasporta oltre il 63% del traffico merci nazionale, compresi i carichi di grano, e il 37% del traffico passeggeri. Gli aiuti militari provenienti da paesi stranieri arrivano spesso in treno.
Dall'invasione russa su vasta scala non sono più operativi gli aeroporti civili, quindi la maggior parte delle persone entra ed esce dal Paese, compresi i leader mondiali in visita, in treno. "Non è solo una questione della quantità degli attacchi, ma anche dell'approccio delle forze nemiche", ha commentato Oleksandr Pertsovskyi, capo delle ferrovie statali ucraine, Ukrzaliznytsia. "Ora, grazie ai droni Shahed molto precisi, stanno prendendo di mira singole locomotive".
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