
(Adnkronos) - "L’XI Consiliatura del Cnel sta ponendo particolare attenzione ai temi relativi al welfare e ai servizi sociali. Temi che trovano concretezza anche grazie all’attività dell’Osservatorio nazionale sui servizi sociali territoriali, istituito presso il Consiglio e che sin dal suo insediamento ha lavorato intensamente per fornire un quadro aggiornato sulle politiche sociali del nostro Paese. Cito, tra l’altro, la fotografia fornita dalla relazione sui Servizi sociali territoriali 2024. Questo lavoro di analisi si è poi tradotto in iniziative legislative, come il Ddl Cnel che interviene in revisione della legge quadro 328 del 2000 e il Ddl in materia di Aziende pubbliche di servizi alla persona (Asp), che si trova già sotto lo scrutinio della Commissione parlamentare competente”. Lo ha affermato Fiovo Bitti, consigliere del Cnel, intervenendo nel corso dell’incontro 'Salute, imprese e lavoro', promosso dal Cnel in collaborazione con la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.

(Adnkronos) - “La Relazione annuale del Cnel sui servizi pubblici consolida la prospettiva della valutazione dell’impatto. L’obiettivo non è solo verificare spesa e quantità dei servizi ma capire cosa producono in termini di benessere economico, sociale e ambientale, in termini di ricadute sulla vita delle persone e sulle imprese. Questo cambio di paradigma sposta l'attenzione dal semplice output all’outcome, segnando una rivoluzione culturale per la Pubblica amministrazione. Ciò implica abbandonare la logica della rendicontazione formale per abbracciare la responsabilità sostanziale, assumendo come riferimento gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030. In questa visione, il ruolo delle Regioni e degli Enti locali è decisivo, essendo il primo presidio di prossimità dove le politiche prendono forma e dove si misura la fiducia nello Stato. I dati della Relazione 2025 ci ricordano che ancora permangono significativi divari territoriali, non solo lungo l’asse Nord-Sud ma anche fra aree urbane e aree interne. Colmare questi divari vuol dire garantire i diritti di cittadinanza e in questo le Regioni sono fondamentali”. Così la consigliera Cnel Marcella Mallen intervenendo nel corso dell’incontro 'Salute, imprese e lavoro', promosso dal Cnel in collaborazione con la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.
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(Adnkronos) - “Il lavoro che abbiamo svolto si è sviluppato da un lato con il documento sulle politiche industriali realizzato in sinergia con il ministero delle Imprese e del Made in Italy e dall’altro con un’analisi specifica sulle dinamiche e le buone pratiche regionali. L'esperienza storica dimostra come le Regioni siano attori fondamentali nei processi di riconversione industriale e di programmazione negoziata. Oggi, il Paese è alle prese con fenomeni che pesano sulle capacità di crescita e di sviluppo, come il calo demografico e la desertificazione bancaria e per affrontarli occorre superare una visione frammentata, selezionando impegni strategici sulle transizioni energetica e digitale. In questo contesto, le Regioni non devono essere spettatori, ma attori qualificati che partecipano alla definizione di politiche in grado di incidere sui territori e sullo sviluppo economico complessivo”. Così il consigliere Cnel Paolo Pirani, intervenendo nel corso dell’incontro 'Salute, imprese e lavoro', promosso dal Cnel in collaborazione con la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.
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(Adnkronos) - L'età ideale è un concetto relativo? A quanto pare, sì. Soprattutto se si parla di 'testa'. Lo sottolinea in particolare il professor Gilles E. Gignac, docente di psicologia alla University of Western Australia, che ha firmato uno studio pubblicato sulla rivista Intelligence.
La 'mente' di ogni essere umano arriva al top in fasi differenti. Ma per molti di noi, afferma l'accademico, il picco delle prestazioni non coincide con il momento d'oro a livello fisico. Qualità come la capacità di risolvere problemi complessi o di guidare un team si sviluppano progressivamente e si manifestano nella loro pienezza nel 'secondo tempo' della vita.
Se a livello fisico, come confermano molti studi, il top viene raggiunto tra i 25 anni e l'inizio dei 30, il discorso cambia quando si parla di capacità di ragionare, ricordare e processare rapidamente informazioni.
"Nel nostro studio -afferma Gignac- ci siamo concentrati su tratti psicologici consolidati, oltre alla capacità di ragionamento, che possono essere misurati accuratamente e rappresentano caratteristiche durature. La nostra ricerca ha identificato 16 dimensioni psicologiche idonee ai criteri: tra queste, abilità cognitive fondamentali come ragionamento, capacità di memoria, velocità di elaborazione, conoscenza e intelligenza emotiva". La ricerca ha preso in considerazione anche 5 elementi distintivi della personalità: "Estroversione, stabilità emotiva, coscienziosità, apertura all'esperienza e gradevolezza".
I risultati, evidenzia il professore, sono stati sorprendenti. "Molti dei tratti che abbiamo misurato raggiungono il loro picco molto più tardi nella vita" rispetto al top a livello fisico. "Ad esempio, la coscienziosità ha raggiunto il picco intorno ai 65 anni. La stabilità emotiva ha raggiunto il picco intorno ai 75 anni. Anche elementi in genere meno considerati, come il ragionamento morale, sembrano raggiungere il picco in età adulta avanzata. E la capacità di resistere ai pregiudizi cognitivi – scorciatoie mentali che possono indurci a prendere decisioni irrazionali o meno accurate – potrebbe continuare a migliorare fino ai 70 e persino agli 80 anni".
E' possibile indicare un parametro unico, una sorta di media? "Il funzionamento mentale complessivo ha raggiunto il picco tra i 55 e i 60 anni, prima di iniziare a diminuire a partire dai 65 anni circa. Il declino si accentua dopo i 75 anni: questo suggerisce che le riduzioni del funzionamento in età avanzata possono accelerare una volta iniziate".
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(Adnkronos) - È stato firmato oggi un Protocollo d’intesa tra il Cnel e la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome. L’accordo - sottoscritto dal presidente del Cnel, Renato Brunetta, e dal presidente del Consiglio regionale del Lazio e coordinatore della Conferenza, Antonello Aurigemma - consolida la collaborazione istituzionale tra il Consiglio e le Assemblee legislative regionali, definendo un quadro stabile di cooperazione su temi di comune interesse e in particolare: servizi per il lavoro, formazione professionale, apprendistato e politiche attive del lavoro, contrattazione collettiva, salute e sicurezza sul lavoro, nonché gli ambiti relativi alle politiche industriali e al sostegno alle imprese, al rafforzamento della rete integrata dei servizi sociali territoriali, alle aree interne, alle analisi dei flussi migratori e delle conseguenti problematiche connesse all’integrazione degli stranieri.
La collaborazione riguarderà anche le attività relative alla predisposizione della Relazione Cnel sui servizi pubblici e gli interventi volti a promuovere l’inclusione socio-lavorativa delle persone private della libertà personale, mediante il lavoro, lo studio e la formazione in carcere e fuori dal carcere. Inoltre, prevede azioni per la sperimentazione di quanto disposto dalla legge 15 maggio 2025 n. 76, soprattutto in materia di partecipazione gestionale e organizzativa nelle aziende a partecipazione pubblica le cui quote di maggioranza sono possedute dalle Regioni.
“Questo accordo - ha dichiarato il presidente del Cnel, Renato Brunetta - assume per noi un grande significato, perché si colloca nel quadro di un intenso lavoro di rete portato avanti dal Cnel sin dall’avvio della XI Consiliatura. In particolare, l’intesa va a rafforzare la tessitura di relazioni interistituzionali sul piano locale, quello più vicino alle esigenze dei cittadini e delle imprese sui territori. L’obiettivo è di rilanciare la collaborazione e il raccordo con le autonomie territoriali e al tempo stesso valorizzare il contributo delle Assemblee legislative regionali alla definizione delle politiche pubbliche”.
“Le sfide del lavoro che cambia, delle imprese che devono adattarsi all’innovazione tecnologica e adottare modelli sostenibili, e della sanità che deve essere sempre più integrata e vicina ai cittadini, richiedono - ha dichiarato Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio regionale del Lazio e coordinatore della Conferenza - una rete di cooperazione istituzionale. Ecco perché il protocollo che oggi firmiamo ha un valore strategico: consente di condividere analisi, studi, dati, buone pratiche, e di promuovere proposte e indirizzi comuni su temi che toccano da vicino la vita quotidiana delle persone. L’intesa che oggi inauguriamo, quindi, non è solo un impegno reciproco tra istituzioni, ma un patto nei confronti dei cittadini, per l’eliminazione delle diseguaglianze, la valorizzazione delle specificità dei singoli territori e la realizzazione di un Paese più competitivo e più solidale”.
Il Protocollo d’intesa è stato siglato a Villa Lubin al termine dell’evento 'Salute, imprese e lavoro', promosso dal Cnel in collaborazione con la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome. L’incontro ha rappresentato un momento di confronto istituzionale sui temi della qualità dei servizi pubblici, delle politiche per il lavoro e dello sviluppo territoriale.
Ad aprire i lavori è stato il presidente del Cnel, Renato Brunetta, seguito dall’introduzione della consigliera Marcella Mallen, coordinatrice del Gruppo di lavoro sulla Relazione al Parlamento e al governo in materia di livelli e qualità dei servizi delle pubbliche amministrazioni. Nel corso dei lavori sono intervenuti i consiglieri Cnel Fiovo Bitti, Rossana Dettori, Mario Braga e Paolo Pirani, oltre a rappresentanti e funzionari delle Regioni e ai presidenti dei Consigli regionali Roberto Ciambetti (Veneto), Quintino Pallante (Molise) e Stefano Balleari (Liguria). Le conclusioni sono state affidate ad Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio regionale del Lazio e coordinatore della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.

(Adnkronos) - Donald Trump non può correre per un terzo mandato. La Costituzione americana lo vieta con chiarezza. Eppure, l’ipotesi è ormai entrata nel discorso pubblico statunitense: non come esercizio teorico, ma come possibile strategia di potere. A parlarne nella sua newsletter “Blue Blaze” è stato l’analista Jeremy Shapiro (a capo dell’ufficio di Washington dello European Council on Foreign Relations), secondo il quale Trump "non rinuncerà mai volontariamente alla scena" e tenterà in ogni modo di restare il centro del sistema politico repubblicano. Non si tratta, sostiene Shapiro, di una previsione giuridica, bensì di una previsione caratteriale: Trump "non può non correre, perché per lui uscire di scena sarebbe una forma di resa".
L’idea, rilanciata in queste ore da dichiarazioni e allusioni dello stesso Trump, non riguarda solo la partita del 2028: è la proiezione di un disegno politico che punta a sfidare i limiti costituzionali per ridefinire, ancora una volta, le regole del gioco.
Cosa dice la Costituzione americana
Il punto di partenza è il 22° emendamento della Costituzione, ratificato nel 1951 dopo i quattro mandati di Franklin Delano Roosevelt. Il testo è inequivocabile: "No person shall be elected to the office of the President more than twice". La clausola nasce per impedire derive plebiscitarie e per preservare la rotazione del potere, pilastro del costituzionalismo americano.
Gli studiosi mainstream giudicano impossibile aggirare questo vincolo. Il costituzionalista David A. Super (Georgetown University) ha definito l’interpretazione "espansiva" dell’emendamento proposta da alcuni ambienti conservatori "giuridicamente insostenibile". Paul Gowder (Northwestern) ricorda che la ratio della norma era "impedire deliberatamente a un uomo di usare la presidenza più di due mandati, a prescindere dai metodi". In altre parole, sul piano legale, il caso sembra chiuso.
Il consenso che vince sul diritto?
Perché, dunque, questa ipotesi esiste? La risposta è politica, non giuridica. La logica della leadership trumpiana si fonda sull’identificazione totale tra l’uomo e il movimento. Trump ha costruito un marchio - politico, mediatico e culturale - che vive di centralità e proiezione permanente. L’idea stessa di "successione" è percepita come minaccia.
Shapiro sostiene che, per Trump, "il partito è il suo palcoscenico" e non esiste un copione che contempli l’uscita di scena finché il pubblico applaude. A ciò si aggiunge una motivazione strategica: continuare a evocare il terzo mandato serve a congelare possibili eredi interni, a mantenere la base mobilitata e a restare l’unico asse attorno a cui ruota il campo repubblicano.
È una tecnica già vista nel 2020 e nel 2024: alzare la posta per costringere le istituzioni a inseguire e per trasformare ogni limite in una battaglia politica.
La strategia della confusione: dal "birthright citizenship" al 22° emendamento
Il precedente più utile non è presidenziale, ma giurisprudenziale. Il caso del "birthright citizenship", cioè il diritto di cittadinanza per chi nasce sul territorio americano garantito dal 14° emendamento e messo in discussione il primo giorno del secondo mandato Trump, è esemplare. Anche lì, come ricordano studiosi della Harvard Kennedy School, l’amministrazione ha scelto una strategia chiara: non vincere subito, ma "creare confusione, aprire una controversia, delegittimare una certezza giuridica e costringere le istituzioni a difendersi".
Secondo Shapiro, la stessa tecnica potrebbe essere applicata alla questione del terzo mandato: una candidatura sarebbe immediatamente impugnata ma l’obiettivo non è ottenere una sentenza favorevole, bensì trascinare la disputa nei tribunali, nei media e nelle legislature statali fino a rendere politicamente costoso escludere Trump dalla scheda elettorale. In attesa di un verdetto, che può impiegare anni, chi ha il potere di escludere il presidente in carica? Il vero obiettivo sarebbe "normalizzare il dubbio", in un contesto in cui, come osserva FactCheck.org, i tribunali americani hanno già mostrato grande esitazione nel "interferire con il processo democratico" su temi legati alle candidature presidenziali.
Le teorie legali e i loro limiti
Alcuni giuristi più vicini alla destra trumpiana sostengono che l’emendamento proibisca solo di essere "eletti" due volte, ma non necessariamente di essere "insediati" tramite percorsi indiretti. La comunità accademica considera queste tesi "speculative" e contrarie allo spirito costituzionale. Inoltre, il 12° emendamento renderebbe inapplicabile la scorciatoia della vicepresidenza usata come ponte (Trump viene nominato vice di un nuovo presidente, che si dimette e lascia il posto al suo predecessore).
In ogni caso, riformare la Costituzione è praticamente impossibile: serve una maggioranza di due terzi del Congresso e la ratifica di tre quarti degli Stati.
Lo scenario politico: l’improbabile che può diventare possibile
È qui che si apre la vera questione. Un terzo mandato di Trump è giuridicamente improbabile, ma politicamente possibile come strumento di potere. L’obiettivo, più che ottenere il via libera finale, è restare al centro della scena fino all’ultimo minuto utile. Con una base attiva, Stati rossi compatti e un Partito repubblicano plasmato sul personalismo, Trump potrebbe costringere l’America istituzionale a inseguire la sua tattica, come già è successo. Per testare il confine tra consenso popolare e limite legale.
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(Adnkronos) - Utilizzo smisurato e bisogno di curarsi. Sono queste le motivazioni che spingono alcuni tossicodipendenti a recarsi a San Patrignano. All'interno della struttura lavora il responsabile terapeutico Antonio Boschini, che spiega all'Adnkronos come si arriva all'ultima fase: la dipendenza. "La storia di chi è dipendente inizia in adolescenza, con la cannabis o il binge drinking. Poi alcuni progrediscono tra i 18 e i 20 anni, iniziando a utilizzare le droghe sintetiche, come le anfetamine, stimolanti, ecstasy, chetamina e allucinogeni", dice Boschini.
Il responsabile su un aspetto è chiaro, la sostanza che dà più dipendenza e che porta la maggior parte delle persone a San Patrignano "è la cocaina, per via nasale, che solitamente si usa insieme all'alcol, e sotto forma di crack, spesso associato alla cannabis e all'eroina". Boschini sostiene, invece, che il "fentanyl non sia ancora entrato nel mercato. Di persone che lo usano sapendo di farlo ce ne sono pochissime, poi non escludo che, ogni tanto, l'eroina sia tagliata con un po' di fentanyl".
Un metodo insidioso, che utilizzano gli spacciatori, è quello di adescare i giovani per renderli dipendenti dalle sostanze e portarli a spacciare a loro volta. Secondo Boschini "non è una novità, perché chi fa uso di droga è costretto, per poi poterla avere a sua volta, a farsi dare dallo spacciatore qualche grammo per rivenderla e guadagnarsi la dose per sé. Si tratta di un mercato come un altro, la promozione c'è a tutti i livelli". Il terapeuta spiega anche che gli adolescenti "è raro che siano dipendenti, nel nostro centro vengono perché sono mandati da un Giudice in maniera preventiva, non hanno un uso continuativo ma strumentale delle sostanze".
Eppure, qualcosa è cambiato nel rapporto tra gli adolescenti e le droghe. "Ora ci sono molte più sostanze disponibili rispetto a una volta - continua Boschini - ed è per questo che per prevenire la tossicodipendenza bisogna iniziare a dire che le droghe non vanno usate perché il nostro cervello, quando le assume, viene alterato. Ma è una messaggio che bisogna iniziare a dare precocemente, non a 17 anni", conclude.

(Adnkronos) - Ogni giorno, milioni di persone in Italia ricevono un pasto grazie alla ristorazione collettiva: un servizio essenziale che opera silenziosamente nelle scuole, nelle strutture sociosanitarie e nei luoghi di lavoro. Con quasi 1 miliardo di pasti serviti all’anno e più di 100.000 professionisti impiegati e circa 5 miliardi di fatturato complessivo, il settore è una delle infrastrutture sociali più capillari e strategiche per il welfare del Paese. Eppure, il suo valore resta spesso invisibile, anche a causa della frammentazione delle responsabilità politiche e istituzionali che lo riguardano.
Per il terzo anno consecutivo, Cirfood ha così promosso il Summit della Ristorazione Collettiva, con l’obiettivo di colmare questo vuoto di riconoscimento e proporre un patto sistemico tra imprese, istituzioni, pubbliche amministrazioni, sistema sanitario e filiera agroalimentare. La sfida: costruire politiche pubbliche dedicate e garantire un nuovo equilibrio tra sostenibilità economica, sociale e ambientale per il comparto, in risposta alle trasformazioni demografiche e ai bisogni emergenti della società. Un patto per riconoscere il giusto prezzo ad un servizio di welfare pubblico essenziale per il nostro Paese.
Dall’evento è emerso l’importante segnale d’allarme del settore: oggi, più che mai, come sottolineato da Simone Gamberini, Presidente di Legacoop Nazionale, la sostenibilità economica della ristorazione collettiva è a rischio. La mancata revisione dei prezzi negli appalti, l’inasprimento dei requisiti normativi e la crescita dei costi di produzione stanno spingendo molte aziende a rinunciare alla partecipazione alle gare, per non incorrere in perdite strutturali. Un ipotetico scenario che rischia di tradursi in una crisi sistemica in grado di mettere in discussione la continuità stessa di un servizio essenziale per milioni di cittadini italiani.
Una crisi che non riguarda solo le imprese, ma rischia di compromettere un presidio educativo e sociale fondamentale, come evidenzia il dibattito quanto mai urgente sul futuro dei servizi pubblici in un Paese segnato dal calo demografico. In questo scenario, mense scolastiche e ristorazione collettiva – infatti - si confermano presidi educativi e sociali fondamentali, capaci di promuovere abitudini alimentari sane, ridurre le disuguaglianze e favorire la conciliazione vita-lavoro. Come evidenzia il white paper “Evoluzione demografica. Il futuro della società, dei servizi e della ristorazione collettiva” elaborato da Alessandra De Rose per l’Osservatorio Cirfood District presentato durante il Summit, la demografia condizionerà sempre più il settore della ristorazione collettiva, visti i molti cambiamenti in corso nel mondo della scuola, del lavoro, delle famiglie e considerata la crescente consapevolezza di consumatrici e consumatori verso temi come sostenibilità ambientale, salute e varietà di opzioni alimentari.
E a proposito di salute pubblica, l’intervento di Denise Giacomini, direttore della UOC "Valutazione del rischio in sicurezza alimentare e Focal Point Efsa" (Ufficio 3 della Direzione generale dei corretti stili di vita e dei rapporti con l’ecosistema, Diretta dal dottor Alessio Nardini), ha evidenziato l’importanza della ristorazione collettiva come uno degli strumenti di educazione alimentare a livello nazionale e framework di prevenzione, anche attraverso l’implementazione di programmi specifici che possano aiutare l'empowerment dei cittadini in tutte le fasce d’età (studenti, famiglie, insegnanti e operatori), diffondendo i principi della dieta mediterranea, sana e sostenibile, capace di valorizzare l'approccio One Health e che rappresenta un vero e proprio modello di prevenzione.
Ettore Prandini, Presidente Nazionale Coldiretti, ha sottolineato come la ristorazione collettiva rappresenti l’approdo naturale di una filiera agroalimentare che ogni giorno porta sulle tavole di bambini, pazienti, lavoratori e lavoratrici prodotti sani e autenticamente Made in Italy. In questa prospettiva, ha ribadito l’impegno a costruire un percorso condiviso tra produttori e imprese della ristorazione, per valorizzare la qualità delle materie prime — comprese quelle delle filiere agroalimentari tradizionali — garantire il giusto valore economico al pasto e sostenere i piccoli produttori nell’adeguamento a norme e certificazioni.
Un impegno condiviso che non può fermarsi alla filiera. L’on. Laura Cavandoli, componente della Commissione Finanze alla Camera dei Deputati, ha evidenziato come la ristorazione collettiva meriti grande attenzione da parte delle istituzioni perché incide direttamente sulla qualità di vita dei cittadini e sull’equità sociale. “Anche per questo, con il correttivo del codice appalti è stata introdotta la possibilità di applicare clausole di revisione straordinarie per adeguare i corrispettivi all’aumento dei costi e garantire la sostenibilità economica del servizio. Ora è necessario diffondere la conoscenza di questa norma e favorirne l’applicazione, anche grazie alle linee guida e allo studio del tavolo tecnico istituito al MIT dal viceministro Rixi a tal fine”.
A tal proposito, nel corso dell’evento è stato, letto un messaggio inviato dal Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi, che ha affermato “è necessario che venga riconosciuto al comparto della Ristorazione Collettiva il ruolo fondamentale che ricopre, attraverso politiche pubbliche dedicate. Desidero quindi rinnovare il mio sostegno e quello del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a un percorso di dialogo costruttivo, volto a valorizzare una filiera che costituisce una componente essenziale del sistema Paese”.
Michele De Pascale, Presidente della Regione Emilia-Romagna, ha dichiarato: “La ristorazione collettiva è uno dei pilastri silenziosi, ma fondamentali del nostro welfare quotidiano. Garantire il giusto valore economico a questo servizio significa rafforzare una rete che, ogni giorno, sostiene famiglie, studenti, lavoratori, anziani e persone fragili. In Emilia-Romagna riconosciamo a questo comparto un ruolo che va ben oltre la sola funzione nutrizionale: la ristorazione collettiva è un presidio educativo e culturale, capace di promuovere la consapevolezza verso un’alimentazione sana e varia, la sostenibilità ambientale e la coesione sociale. Investire in questo settore significa anche fare prevenzione, perché la salute si costruisce anche a tavola, a partire dalle scelte quotidiane. A questo fine, nella legge regionale sulla prevenzione che stiamo predisponendo, la ristorazione collettiva avrà sicuramente un ruolo importante. Anche con l’obiettivo di sostenere un modello di ristorazione collettiva equo, accessibile e di qualità”.
Un modello che si conferma fondamentale, anche secondo Daniele Ara, Assessore a Scuola e Agricoltura del Comune di Bologna, oggi in rappresentanza della Commissione Istruzione ANCI, secondo cui la ristorazione collettiva è un tema molto sentito all’interno dell’associazione dei Comuni perché promuove corretti stili di vita, educazione ed equità. Per continuare a far sì che questo comparto prosegua il suo impegno è necessario intervenire con azioni mirate e studiare nuovi modelli di produzione e consumo responsabile.
Un altro esempio concreto di collaborazione virtuosa arriva da Modena, dove il Comune – come raccontato dal Sindaco Massimo Mezzetti – ha avviato un progetto di Partenariato Pubblico Privato con Cirfood, per la realizzazione di un centro pasti innovativo e sostenibile, finanziato dall’impresa di ristorazione e che diventerà, a tutti gli effetti, patrimonio della città di Modena.
«Vedere oggi tanti interlocutori impegnarsi concretamente per dare valore al nostro settore è il risultato che ci eravamo prefissati. Ora serve trasformare le parole in azioni: dobbiamo costruire tavoli di lavoro stabili, mettere a sistema competenze e ruoli diversi e dare finalmente il giusto prezzo a un servizio di welfare essenziale, soprattutto alla luce dei cambiamenti strutturali cui va incontro la nostra società. La pubblicazione della circolare interpretativa sui CAM, di cui si è discusso lo scorso anno al Secondo Summit della Ristorazione Collettiva e pubblicata alcune settimane fa dal MASE, è un primo passo concreto: dimostra che il dialogo tra istituzioni e imprese può portare risultati. Ora dobbiamo continuare, insieme, su questa strada» ha dichiarato Chiara Nasi, Presidente Cirfood.
Dalla scuola alla sanità, dalla filiera agroalimentare alle amministrazioni locali, il Summit ha mostrato come la ristorazione collettiva necessiti di alleanze volte a costruire soluzioni che guardino alle prossime generazioni, cogliendo l’opportunità di definire una prospettiva di sistema che valorizzi il comparto, per continuare a nutrire il futuro, insieme.
Leggi tutto: A Reggio Emilia un summit per riconoscere valore della ristorazione collettiva

(Adnkronos) - "Dobbiamo impostare il nostro futuro sul concetto One Health come integrazione tra la salute dell'ambiente, quella animale e quella umana. Solo così riusciremo ad andare avanti in modo sostenibile e lasceremo un futuro valido per i nostri figli". Lo ha detto Stefano Marini, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'università degli Studi di Roma Tor Vergata, all'evento 'One health: educazione, ricerca e cooperazione per un futuro sostenibile', oggi alla Camera, dedicato alla presentazione della rete formativa istituita dalla Facoltà di Medicina dell'ateneo per il corso di laurea in Medicina veterinaria.
"I nostri ragazzi - sottolinea - vivono già in un contesto globale, quindi è importante per loro andare a vedere, studiare e vivere in un contesto diverso dall'Italia. Loro, con tutti i mezzi di cui disponiamo, come Internet, vivono già una realtà virtuale internazionale, bisogna anche fargliela sperimentare davvero".
Leggi tutto: Università, Marini (Tor Vergata): "Impostare nostro futuro su concetto One Health"

(Adnkronos) - Il premier britannico Keir Starmer ha annunciato ad Ankara la firma di un accordo con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan per la vendita di caccia Eurofighter Typhoon, in un’intesa decennale dal valore di circa 9,5 miliardi di euro.
"Si tratta di un accordo davvero significativo, perché vale 8 miliardi di sterline in ordini - posti di lavoro che dureranno per dieci anni nella produzione dei Typhoon, quindi una grande opportunità per il nostro Paese", ha dichiarato Starmer. Secondo il ministero della Difesa britannico, il contratto prevede la fornitura di 20 velivoli da combattimento all'aeronautica turca.
Erdogan ha definito l'accordo "storico", presentandolo come un "nuovo simbolo delle relazioni strategiche tra due alleati stretti". L’intesa, ha aggiunto il presidente turco dopo la firma ad Ankara con il premier britannico Starmer, "rafforza la nostra cooperazione nel campo della difesa e contribuirà allo sviluppo tecnologico e industriale della Turchia".

(Adnkronos) - “Ringrazio il presidente Brunetta per l’averci ospitato al Cnel, che è punto di partenza importante che avrà sviluppi altrettanto importanti. I vari presidenti dei Consigli regionali intervenuti hanno posto in essere istanze fondamentali e non banali da cui partire nell’agenda dei lavori da svolgere d’ora in poi. Questo incontro è nato in maniera casuale ma convergente, partendo dalle relazioni annuali che da qualche anno a questa parte ci segnalano punti di criticità: inverno demografico; aumento della speranza di vita e intelligenza artificiale. L’unico modo per avere una rappresentanza reale su questi temi è avere una convergenza tra i consigli regionali e il Cnel, come sta iniziando a capitare già da oggi in maniera pratica e attiva”. Così Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio regionale del Lazio, intervenuto oggi a Roma all’incontro interistituzionale tra Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome e Cnel, che segna l’inizio di una collaborazione su alcune tematiche specifiche come salute, imprese e lavoro.
“Il protocollo investirà in mondo della formazione, che ha necessità di avere una politica che dia risposte immediate a bisogni che mutano in continuazione. Cercare di connettere queste due dimensioni di rappresentanza economica e sociale con le assemblee legislative significa costruire una sinergia stabile per una progettazione basata su evidenze condivise. In un tempo in cui i processi economici e sociali cambiano a velocità altissima, i temi della salute, dell’impresa e del lavoro sono tutti uniti e comunicanti tra loro: la salute dei cittadini può garantire sostenibilità alle imprese, che a loro volte possono contribuire al sostentamento del sistema sanitario. Infine il lavoro, che è il collante che tiene tutto unito: senza lavoro non ci sono crescita, dignità, sviluppo e futuro”, ha specificato il presidente del Consiglio regionale del Lazio.
I primi passi, secondo Aurigemma, “vanno stilati subito tramite un programma, partendo dalle assemblee regionali, dove la politica incontra i problemi reali delle comunità rappresentate e governate". "Per questo, uno Stato che ascolta le Regioni che sanno dialogare tra loro - ha detto - è uno Stato all’altezza dell’Italia che vogliamo ricostruire. Nel campo della salute, le Regioni hanno competenze cruciali. Dobbiamo porre un freno ai cosiddetti ‘viaggi della speranza’, che danneggiano sia la salute dei pazienti, sia le casse delle varie Regioni. La prima tappa da organizzare va centrata su questa tematica. Dobbiamo creare un Drg che sia uguale a livello nazionale, così come dobbiamo investire in formazione a livello di Intelligenza Artificiale, rendendo questa storica innovazione una possibilità per le nostre imprese. La connessione che va creata può colmare il gap che sussiste tra il mondo della formazione universitaria e quello delle imprese. Non basta più parlare di incentivi, ma creare un ambiente che premi innovazione, sostenibilità e qualità del lavoro. Dobbiamo produrre una norma per regolamentare il problema delle gare al ribasso, che portano spesso le imprese a tagliare su salari o, peggio ancora, sui dispositivi di sicurezza. Il protocollo che oggi firmiamo deve essere una convergenza tra l’attività di analisi e quella legislativa. Va creata una rete che possa mettere in contatto le diverse realtà del nostro Paese. Il primo tavolo che verrà costituito è quello della salute”, ha concluso il presidente del Consiglio regionale del Lazio.
La fibra ottica Ftth connette 134 Comuni dell'isola... 
(Adnkronos) - “Ringrazio il presidente Brunetta e il presidente Aurigemma per aver dato l’opportunità oggi di questo importante confronto istituzionale. Come già affermato in precedenza, abbiamo ricostruito un percorso che riguarda il diritto alla salute. L’articolo 32 della Costituzione Italiana è uno dei più belli, ma l’esigibilità del diritto che sancisce deve essere il tema centrale di discussione. Le difficoltà nascono anche da vicende storiche”. Così Egidio Schiavetti, responsabile della Segreteria tecnica/Europa del Consiglio regionale del Lazio, intervenuto oggi a Roma all’incontro interistituzionale tra Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome e Cnel, che segna l’inizio di una collaborazione su alcune tematiche specifiche come salute, imprese e lavoro.
“Oggi al Cnel, organo costituzionale di primo piano, vanno approfondite - ha detto - le difficoltà d’accesso al Servizio Sanitario pubblico. Le Regioni, in questo, sono centrali: quarant’anni fa, con la riforma della legge 833, momento fondante e universale a livello parlamentare con un voto unanime, si è portata a compimento una delle più grandi infrastrutture della storia del nostro Paese. Le riforme del 1992 e del 1999 hanno puntato a temi di collaudo e gestione delle aziende. Questo modello aziendalista ha guardato troppo alle esigenze individuali. Nel 2001 siamo andati a rafforzare il ruolo delle Regioni, che oggi governano questo sistema. Lo Stato stabilisce le regole, il finanziamento e i Lea. Il binomio rappresenta il quadro costituzionale, dove va rafforzata la governance per una nuova unità nazionale. In tutte le Regioni italiane i cittadini devono poter trovare eguali livelli di accoglienza".
"La legge 311 del 2004 - ha proseguito Schiavetti - sui commissariamenti delle Regioni, a lungo termine, non ha portato alle soluzioni che il legislatore aveva auspicato. Purtroppo, le Regioni sono uscite dalle situazioni di difficoltà, peggiorando però complessivamente l’offerta a beneficio dei cittadini. Il finanziamento del Fondo sanitario nazionale ha raggiunto livelli altissimi, con 137 miliardi nel 2025, a salire poi nei prossimi anni secondo la legge di bilancio appena presentata. La Corte Costituzionale ci ha detto nel 2024 che le spese per la salute sono costituzionalmente necessarie. Il rapporto tra lo Stato e le Regioni deve essere forte, ma vanno trovate sintesi sulle liste d’attesa e sulle altre criticità del sistema. Credo che questa opportunità che ci viene data oggi possa essere quella di aprire una nuova visione all’interno del sistema della salute, con una riforma bipartisan che ricalchi il coraggio del 1978, senza guardare bandiere politiche”, ha concluso il membro del Consiglio Regionale del Lazio.

(Adnkronos) - “La nostra è la rete più vera e profonda dell’Italia. L’idea di questo incontro viene da Antonello Aurigemma e dal nostro segretario generale Massimiliano Monanni. Mi misi in testa già quarant’anni fa il fatto che ogni Regione dovesse avere internamente il suo Cnel. Ne sono nati pochissimi, uno anche nel Lazio, purtroppo con poca fortuna. Questa dimensione di rappresentanza della società civile faceva fatica a trovare un suo insediamento. Grazie all’intuizione di un bravo ministro della Pubblica Istruzione, attorno al 2009/2010, siamo stati costretti dal Parlamento a redarre un rapporto sui servizi pubblici, che sono l’oggetto più importante per gli Stati sotto il profilo della spesa pubblica. Noi, ogni anno, produciamo questo rapporto sui servizi pubblici, con Marcella Mallen che con grande pazienza mette insieme le analisi dirette e indirette sui servizi pubblici italiani". Così Renato Brunetta, presidente del Cnel, intervenendo oggi a Roma all’incontro interistituzionale tra Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome e Cnel, che segna l’inizio di una collaborazione su alcune tematiche specifiche come salute, imprese e lavoro.
"Abbiamo scoperto che a Roma e nel Lazio - ha sottolineato - esiste un ente che è preposto all’analisi dell’efficienza dei servizi pubblici, dipendendo dal Consiglio comunale della Capitale. Ho pensato che, qualora dovessimo coinvolgere tutti i consiglieri, avendo per ogni Consiglio regionale il giusto numero di interlocutori, avremmo una rete operativa straordinaria. Immaginate la valenza a livello regionale di un rapporto sui servizi pubblici redatto direttamente dai consiglieri regionali della data regione. Se riuscissimo a parlare pure di sanità, che a livello regionale non è un tema casuale, di lavoro e di imprese, noi potremmo avere un sistema di monitoraggio straordinario".
"Questa è l’idea di base: siamo un organo di rilevanza costituzionale così come voi (Regioni, ndr); allo stesso modo siamo entrambi dei legislatori, pure se noi al Cnel non abbiamo la prerogativa di approvare le modifiche legislative. Un giorno mi ha chiamato un presidente di Regione dell’Italia centrale, chiedendomi dell’algoritmo di distribuzione del fondo sanitario regionale e segnalandomi di come penalizzasse le regioni italiane con minor densità di popolazione e con orografia complicata sotto il profilo territoriale", ha ribadito.
"Se su questi argomenti - ha proseguito Brunetta - riuscissimo a mettere in piedi un algoritmo diverso, con un bel disegno di legge da presentare in Parlamento con l’appoggio delle Regioni, forse riusciremmo a riaprire il dibattito sull’efficacia degli attuali algoritmi di distribuzione dei fondi sanitari su base regionale. Questo è solo un piccolo esempio delle decine dei problemi che abbiamo da risolvere, partendo proprio dalla sottoscrizione dell’accordo odierno, col quale potremo veramente cambiare l’Italia”.
“Noi, lato Cnel, abbiamo necessità di avere rilevanza e impatto regionale; voi, lato Consigli regionali, avete l’esigenza di un coordinamento e di una verticalizzazione. Dobbiamo far confluire i bisogni comuni nel protocollo d’intesa che firmeremo alla fine del nostro incontro: abbiamo già messo in piedi tre gruppi di lavoro con focus specifici su Sanità, Lavoro e Imprese. Alla fine del nostro incontro, stilato il protocollo d’intesa, metteremo in piedi subito la tabella di marcia", ha detto.
"Sono solito dire due cose, che sono sempre le stesse. In lingua italiana la parola ospite ha due significati distinti, riferiti a chi ospita e a chi viene ospitato. Oggi, come Cnel, sto ospitando qui le Regioni. Il Cnel è ospitato parimenti da voi Regioni e ho la netta sensazione di essere dentro i Consigli regionali sia dal punto di vista contenutistico sia dal punto di vista delle prerogative istituzionali. Questo è l’atteggiamento più fecondo che possiamo avere. Oggi, con quel che sta succedendo in demografia, nel mondo delle energie e della geopolitica, chi ha una rete ha un tesoro e voi siete una straordinaria rete territoriale fatta di popolazione, imprese e welfare. Voglio approfittare della vostra straordinaria rete democratica e rappresentativa”, ha concluso il presidente del Cnel.

(Adnkronos) - Una volta erano considerate delle neoplasie rare, ma oggi i gliomi sono sempre più diffusi. In Italia i casi annui ammontano a oltre 3mila e corrispondono al 40% di tutti i tumori cerebrali primitivi. Tra i gliomi, quelli di basso grado di frequenza più rara rappresentano una sfida clinica rilevante anche per la loro evoluzione e l'assenza di trattamenti mirati, oltre alla resistenza che dimostrano ai trattamenti convenzionali. Sono malattie orfane di cui si parla poco anche fra i clinici, tra le istituzioni e sui media. Perciò la Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) ha lanciato nei mesi scorsi 'I gliomi', una campagna nazionale online di formazione e informazione. Sono stati organizzati webinar rivolti agli oncologi medici e alle altre figure sanitarie coinvolte nel team multidisciplinare. Sono stati indirizzati a pazienti e caregiver ulteriori eventi online insieme a un'attività di sensibilizzazione sui principali social media. I risultati dell'iniziativa sono presentati oggi in una conferenza stampa virtuale promossa da Fondazione Aiom. Il progetto è stato realizzato con il contributo non condizionante del Gruppo Servier in Italia.
"Sono tumori cerebrali molto complessi e che spesso vengono diagnosticati in età giovanile - afferma Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom - Si sviluppano da cellule del cervello chiamate gliali e possono avere una prognosi variabile, ma potenzialmente a lungo termine. La gestione della patologia richiede una stretta collaborazione fra neurochirurgo, radioterapista e oncologo medico. Attraverso il bisturi è possibile rescindere la massa tumorale oppure eseguire una biopsia grazie a nuove e sofisticate tecnologie. La radioterapia permette di ridurre il rischio di recidiva o eliminare quella parte di cancro che non è stato possibile rimuovere chirurgicamente. Viene somministrata insieme alla chemioterapia e le sedute sono di solito diluite nel corso del tempo, per limitare l'impatto degli effetti collaterali. Infine, l'oncologo medico deve scegliere i farmaci da somministrare e deve selezionarli valutando le condizioni cliniche del singolo paziente".
"Anche per il trattamento dei gliomi, in particolare quelli di basso grado, si può ricorrere all'oncologia di precisione che potrà ridisegnare la pratica clinica nel prossimo futuro - illustra Enrico Franceschi, direttore dell'Oncologia del sistema nervoso all'Irccs Istituto delle scienze neurologiche di Bologna - E' molto importante verificare la presenza o meno delle mutazioni Idh1 e Idh2. Questi biomarcatori indicano specifiche patologie caratterizzate da una prognosi decisamente più favorevole e maggiore sensibilità dei gliomi alla radio e chemioterapia. Al momento della diagnosi è quindi essenziale l'esecuzione precoce di alcuni test molecolari per identificare al meglio i diversi sottotipi di gliomi. Tra le terapie di nuova generazione vi è anche vorasidenib, un farmaco orale inibitore Idh1 e Idh2 che ha dimostrato di essere un trattamento efficace nel posticipare la radio e chemioterapia nei gliomi di basso grado ed è una rilevante innovazione medico-scientifica".
"Come tutti i tumori cerebrali - prosegue Cinieri - anche i gliomi di basso grado hanno un forte impatto sulla vita del paziente. Sono tante le complicanze che possono verificarsi durante l'intero percorso di cura, perché intervenire sul cervello umano con radiazioni ionizzanti o con interventi chirurgici può comprometterne alcune funzioni basilari. Tra queste vi sono le capacità di parlare o di movimento. Si rendono a volte necessari interventi riabilitativi di logopedisti, fisioterapisti o altri professionisti come lo psiconcologo. Ricevere la notizia della presenza di un tumore in una zona così particolare e delicata porta quasi sempre a depressione e ansia, soprattutto quando il primo approccio è un periodo di osservazione privo di un trattamento attivo. Le terapie innovative sono in grado di prolungare in modo significativo la sopravvivenza libera da progressione e garantiscono un buon profilo di sicurezza e tollerabilità".
"Ancora una volta l'oncologia medica è centrale nella gestione multidisciplinare di neoplasie estremamente complesse ed insidiose - sottolinea Franceschi - Il trattamento dei gliomi inizia nel momento della diagnosi che deve essere sia morfologica che molecolare. Esistono infatti 150 diversi sottotipi di neoplasia cerebrale ed è fondamentale riconoscere fin da subito le caratteristiche del singolo caso per poter così selezionare le terapie più appropriate. Fino a pochi anni fa avevamo a disposizione solo chirurgia, radioterapia e chemioterapia. Ora i farmaci ad azione mirata sono una realtà anche nella cura dei tumori cerebrali che esprimano specifiche alterazioni molecolari".
"Nasce da questo rapido progresso nei trattamenti la nostra campagna d'informazione rivolta principalmente a specialisti clinici e pazienti - conclude Cinieri - L'oncologia medica è in costante evoluzione ed è compito di associazioni e fondazioni garantire sempre un aggiornamento scientifico qualificato. L'oncologia di precisione è una realtà consolidata in molte forme di cancro ed è un approccio che indirizza sempre più le nostre scelte terapeutiche. Sta portando a risultati davvero interessanti ed inimmaginabili fino a pochi anni fa anche per neoplasie rare e difficili da trattare come i gliomi di basso grado Idh mutati".
Leggi tutto: Neoplasie cerebrali, in Italia ogni anno 3mila casi di glioma

(Adnkronos) - Nextalia, per conto del fondo Nextalia Capitale Rilancio , annuncia il perfezionamento del secondo investimento in Flo S.p.A., primario gruppo italiano specializzato nel packaging alimentare, con posizioni di leadership a livello europeo in specifici segmenti e accesso a tecnologie innovative e sostenibili. Flo è un player internazionale nella produzione di contenitori per alimenti realizzati in plastica, bioplastica, carta e materiali sostenibili premium (tra cui Alpha, la linea realizzata con carta e Qwarzo). Nata nel 1973 e guidata dalla famiglia Simonazzi, l’azienda ha costruito un percorso di crescita che l’ha portata a servire oltre 2.600 clienti, con circa 680 dipendenti e 5 stabilimenti produttivi (3 in Italia, 1 in Francia e 1 nel Regno Unito), fino a raggiungere €180m di ricavi nel 2024.
L’operazione – realizzata tramite un aumento di capitale – sostiene il rafforzamento patrimoniale, operativo e competitivo di Flo, con focus su efficientamento, valorizzazione del capitale umano e investimenti in capacità produttiva per lo sviluppo di prodotti sempre più innovativi e sostenibili.
La struttura prevede l’acquisizione da parte di Nextalia di una quota di minoranza, mentre la famiglia Simonazzi manterrà la maggioranza, a conferma della collaborazione di lungo periodo e delle prospettive di ulteriore consolidamento del Gruppo.
Francesco Canzonieri, Ceo di Nextalia, ha commentato: "L’investimento in Flo conferma il potenziale della strategia di Nextalia Capitale Rilancio: affiancare imprenditori e imprese italiane d’eccellenza in un percorso di rafforzamento competitivo, apportando capitale e competenze operative. Supporteremo Flo nel consolidare la leadership in un settore trainato da tendenze strutturali come sostenibilità e riciclabilità”.
Daniele Simonazzi, Ceo di Flo, ha aggiunto: “L’ingresso di Nextalia segna un momento chiave per la nostra crescita. Condividiamo una visione strategica in cui innovazione, sostenibilità ed economia circolare sono pilastri fondamentali. Insieme potremo accelerare lo sviluppo di progetti ad alto valore aggiunto e rafforzare la nostra leadership in un settore in continua evoluzione” .
Nextalia si è avvalsa dell’assistenza di Alvarez & Marsal per la due diligence finanziaria, Bain & Company per la business due diligence, STS Deloitte per la due diligence fiscale, Alma LED per gli aspetti legali, WST per gli aspetti IP, Ashurst in qualità di financing legal advisor a supporto degli istituti di credito, Ethica Group in qualità di M&A e Debt advisor, Greenberg Traurig per gli aspetti di Golden Power e Antitrust, Marsh per gli aspetti assicurativi, ERM per gli aspetti EHS / ESG. Flo è stata assistita da Marco Polo e Banca Investis come financial e debt advisor, da Studio Industria e Studio Belli Bertora come legal advisor e da AGFM come tax advisor.
Leggi tutto: Imprese, fondo Nextalia perfeziona nuovo investimento in Flo
Valore aggiunto +3,7%. Todde, 'capacità di valorizzare risorse'...
Accordo con il ministero degli Esteri, Muroni incontra Tajani... 
(Adnkronos) - "Siamo stati contattati nel 2020 per dare una mano a costituire una Facoltà di Veterinaria nel Lazio e abbiamo prontamente aderito. Oggi siamo strutturati per poter dare la nostra assistenza e disponibilità a questi giovani laureandi che vengono in azienda". Lo ha detto Claudio Destro, Ceo azienda agricola Maccarese, in occasione dell'evento 'One health: educazione, ricerca e cooperazione per un futuro sostenibile', oggi alla Camera dei deputati, dedicato alla presentazione della rete formativa istituita dalla Facoltà di Medicina dell'università di Roma Tor Vergata per il corso di laurea in Medicina veterinaria.
"Maccarese è il più grande allevamento di vacche da latte in Italia, oltre ad avere un allevamento di bovini da carne e un modello di economia circolare - spiega Destro - Pertanto gli studenti potranno apprendere la cura dal punto di vista sanitario, ma anche di benessere animale e di sicurezza alimentare. Inoltre, è importante oggi anche il tema della sostenibilità ambientale, un aspetto che gli studenti potranno altresì verificare in quanto la nostra azienda conta 1.200 ettari di oasi che abbiamo dato in gestione al Wwf".
Leggi tutto: Università, Destro (azienda agricola Maccarese): "Strutturati per accogliere laureandi"
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