
"Il progetto Mdt (Multidisciplinary team) ha avuto l'obiettivo di delineare un percorso diagnostico e terapeutico per i pazienti con epatocarcinoma che fosse condiviso dai 13 centri del territorio nazionale coinvolti e risultasse in linea con le raccomandazioni nazionali e internazionali. L'ottenimento della certificazione ha rappresentato un momento molto importante, perché con essa abbiamo ricevuto l'approvazione di tutti quegli indicatori ed obiettivi che ci eravamo posti". Così Maurizio Russello, direttore dell'Unità operativa complessa di Medicina a indirizzo epatologico dell'Arnas (Azienda ospedaliera di rilievo nazionale e di alta specializzazione) Garibaldi di Catania, intervenendo a Genova al 46esimo Congresso nazionale Sifo - Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie.
"Il progetto prevedeva la costituzione di un team multidisciplinare, così come raccomandato dalle linee guida - prosegue Russello - perché l'epatocarcinoma è un tumore con prerogative e caratteristiche che solamente un team del genere può gestire. Le attuali opzioni terapeutiche per questo carcinoma vanno dalla resezione chirurgica al trapianto, dalle terapie loco-regionali (chemioembolizzazione e termoablazione) fino alla terapia sistemica, che oggi dà risultati sbalorditivi rispetto ad anni fa. Dunque le competenze multidisciplinari sono necessarie per gestire al meglio questi pazienti, non solamente al momento della diagnosi, ma anche in tutte le fasi successive in cui bisogna prendere una nuova decisione terapeutica, un momento di cui necessariamente tutti i componenti del team devono prendere coscienza".
L'esperto ha quindi presentato i risultati preliminari del progetto Mtd, realizzato con il contributo tecnico di Iqvia Solutions e il supporto non condizionante di AstraZeneca. "Questo percorso - sottolinea - ha migliorato gli esiti clinici del paziente, mettendolo nelle condizioni di avere i migliori trattamenti e la migliore efficacia terapeutica. Non è poi da meno il fatto che il percorso delineato da Mdt metta i pazienti in una condizione di equità, permettendo che tutti vengano gestiti e discussi nell'ambito di un team multidisciplinare. Essere seguito in un centro che ha ricevuto una certificazione esterna da un ente internazionale è inoltre un elemento di sicurezza per il paziente, perché garantisce la qualità e l'efficienza dei percorsi diagnostici e terapeutici. Le cure dell'epatocarcinoma sono molto complesse - rimarca l'epatologo - Non tutti i centri e non tutti gli ospedali possono avere le competenze, le discipline e le attrezzature per poterlo trattare. Noi mettiamo a disposizione il nostro team multidisciplinare a tutti i centri che vogliono e possono riferire il paziente al nostro centro, così che possa essere preso in carico. Il tutto in un'ottica di rete per l'epatocarcinoma, in cui un centro hub multidisciplinare può prendersi carico anche di quei pazienti riferiti da centri che non hanno le attrezzature per affrontare la diagnostica e la terapia".
La missiva sarebbe stata recapitata ad alcuni conoscenti... 
Ecco una selezione delle novità in libreria, tra romanzi, saggi, libri d'inchiesta e reportage, presentata questa settimana dall'AdnKronos.
E' in libreria con Rizzoli l'ultimo saggio del giornalista e scrittore Maurizio Molinari 'La scossa globale. L'effetto-Trump e l'età dell'incertezza'. Il ritorno di Trump alla Casa Bianca genera una scossa globale che ha ripercussioni a pioggia sull’ordine internazionale e sulla vita di ognuno di noi. Cambiano gli equilibri fra grandi potenze, i legami fra alleati, le aree di conflitto, l’idea di leadership, le risorse più contese, le sfide economiche e anche il rapporto fra media e democrazia. Tutto ciò può portare nuovi rapporti di forza nelle sfere di influenza fra Washington, Mosca e Pechino, ma anche a un conflitto globale. È l’ordine internazionale sospeso il cuore di queste pagine, l’oggetto della riflessione di Maurizio Molinari, tra i più attenti e preparati osservatori del panorama geopolitico mondiale. Con l’accuratezza degli scenari descritti, impreziositi dall’uso delle mappe e dei grafici, Molinari ci permette di affacciarci sul precipizio dell’'età dell’incertezza' che caratterizza il nostro tempo, partendo dagli eventi cruciali degli ultimi anni – in primis i due conflitti caldi in Ucraina e in Medio Oriente – e focalizzandosi sul terremoto arrivato con la presidenza di Donald Trump.
La sfida politico militare, la competizione economica, la contesa per la supremazia tecnologica: tutte le dimensioni del confronto tra superpotenze globali e attori regionali sono segnate dal nuovo corso alla Casa Bianca, generando un panorama imprevedibile, incandescente, traumatico. È uno scenario che ci riguarda tutti, e che tutti dobbiamo aver presente per orientarci nel presente. Questo libro prova a raccontarci dove siamo, e dove rischiamo di trovarci nel prossimo futuro.
'Ti telefono stasera' (Feltrinelli) di Lorenzo Marone
Giò Coppola - protagonista di 'Ti telefono stasera', il libro di Lorenzo Marone sugli scaffali con Feltrinelli - ha cinquant’anni, per lavoro legge delle poco affidabili previsioni meteo e ha una vita sentimentale che assomiglia a una giostra. Ma la vera rivoluzione arriva quando l’ex moglie parte per lavorare un anno all’estero e lui si ritrova, dopo tanto tempo, a vivere con suo figlio: Duccio, nove anni, un concentrato di domande scomode e innocente saggezza. Con lui, Giò ha sempre avuto un rapporto che definisce minimalista, ma adesso, tra risvegli caotici, pranzi improvvisati e compiti di matematica che sfidano la logica, scopre il bello – e il difficile – di essere un padre a tempo pieno. Ma non è solo, intorno a lui si muove un cast di personaggi straordinari e strampalati: sua madre, sempre pronta a dispensare consigli non richiesti, e il padre, che parla poco ma, quando lo fa, lascia il segno.
La sorella minore Lulù, con due matrimoni falliti alle spalle e un adolescente da crescere, che si è rifugiata in casa con la sua gatta Mafalda, amante dei talent show. E poi c’è Paco Meraviglia, l’amico di sempre, ottimista irriducibile e padre modello, innamorato della vita e delle persone, in perpetua ricerca dell’amore puro ed eterno, convinto che i genitori compiano gesti eroici ogni giorno. 'Ti telefono stasera' è l’ironico e tenero racconto di una famiglia attualissima – con le sue complicazioni, il caos e l’invincibile voglia di far prevalere la fantasia – e di un rapporto tra padre e figlio di cui Lorenzo Marone illumina con sguardo partecipe fragilità e slanci temerari, paure e desideri. E attraverso la bellezza dell’imperfezione restituisce un nuovo, profondo significato all’essere padre oggi. Perché, forse, crescere un figlio è la più grande avventura di tutte.
'La figlia del cronista mondano' (Gallucci) di Peter Orner
Gallucci manda in libreria 'La figlia del cronista mondano' dello scrittore statunitense Peter Orner. A pochi giorni dall’assassinio di John F. Kennedy una giovane attrice, figlia del famoso cronista mondano soprannominato 'Mister Chicago', viene rinvenuta morta nella sua casa. Nuda, come Marilyn. Picchiata, forse strangolata. La tempistica e le circostanze sono tanto sospette che la stampa si scatena con le ipotesi di complotto. Eppure il caso rimane irrisolto. Sessant’anni dopo, Jed è uno scrittore al palo in cerca di una buona idea per rilanciare la propria carriera. Recupera la vicenda che lo aveva sfiorato tanto tempo prima e si mette al lavoro. Tuttavia questo per lui non è un mistero come un altro, ma uno spartiacque nella storia della sua famiglia: i suoi nonni e i genitori.
"In alcune delle sue foto dell’epoca - si legge nel libro - c’è un’atmosfera un po’ ambigua. Una certa vaghezza nello sguardo che permette a chiunque le guardi di inventarsi una propria fantasia su chi lei sia o possa diventare. Immagini dove il suo sguardo è quasi troppo accogliente, troppo invitante. Allo stesso tempo, forse si nasconde? Per tutta la vita, dentro e fuori dall’appartamento sulla East Lake Shore, Cookie era stata circondata da gente che era così amata, rispettata, adulata e venerata per la propria capacità di diventare altre persone. In fondo, come poteva essere una cosa così difficile?".
'Zenobia' (Mondadori) di Valerio Massimo Manfredi
'Zenobia Il romanzo della regina guerriera' è il titolo dell'ultima fatica di Valerio Massimo Manfredi appena pubblicato da Mondadori. III secolo d.C. Odenato, sovrano della fiorente colonia orientale di Palmira, in Siria, viene assassinato vilmente insieme al figlio Erode. Il regno spetta di diritto a Vaballato, ma l’ultimogenito del re è ancora troppo piccolo e così a sedersi sul trono è Zenobia, la giovane vedova. I notabili di Palmira sperano che la sovrana segua le orme del marito, e confermi la politica filoromana che tanti commerci e denari ha portato nelle loro tasche, ma scoprono presto che in Oriente si è alzato un vento ben diverso: colta, ambiziosa e bellissima, abile a cavallo e nella lotta, Zenobia non vuole vivere all’ombra di nessuno, tantomeno di Roma. Perché secondo lei l’Impero è fragile, e i tempi sono maturi per l’impresa più grande mai vagheggiata prima: sconfiggere i Romani e proclamarsi imperatrice.
Dal regno di Palmira inizia così una partita complessa, fatta di trame segrete, alleanze inedite e strategie astute, ma anche battaglie fulminee, attentati e sangue innocente versato: Zenobia è presto costretta a guardarsi le spalle, perché le insidie si nascondono dietro ogni volto, nemico e soprattutto amico… Valerio Massimo Manfredi torna a esplorare la storia dell’Impero Romano in terre lontane dalla capitale, ma non per questo meno intimamente legate al suo destino. Zenobia è il ritratto appassionante e appassionato di una figura straordinaria e modernissima.
'Sotto mentite spoglie' (Sellerio) di Antonio Manzini
Antonio Manzini riporta in libreria Rocco Schiavone. E' sugli scaffali, infatti, l'ultima indagine del vicequestore in Valle d'Aosta: 'Sotto mentite spoglie' pubblicato da Sellerio. Ad Aosta impazzano i preparativi per il Natale. Jingle a ogni angolo di strada, loschi ceffi sotto le barbe di babbi natale, la solita melassa che Rocco Schiavone metterebbe in elenco tra le massime rotture, se non la prima. In più fa un freddo cane. E ancora non sa cosa lo aspetta. È forte il rimpianto di un amore possibile, una storia che avrebbe potuto essere e che invece è solo l’ennesima voce da aggiungere alla lista dei rimorsi, mentre diventa sempre più insostenibile il vuoto del fantasma di Marina che non si fa più vedere. In questa malinconia che alimenta l’ombrosità del vicequestore, piomba il caso di una rapina in una banca.
Un bottino apparentemente magro e una giostra di ostaggi che si rivela un’astuzia dei delinquenti, una rapina dentro una rapina. Cose complicate ma a sé stanti, almeno in apparenza, dal ritrovamento di un cadavere in un laghetto di montagna. Chi è costui? Si sospetta all’inizio che sia un importante chimico sparito. In seguito viene una vicenda più complessa. Big Pharma, sport, affari, grande criminalità e tutte le vie, le traversie e le connessioni imprevedibili in cui lo svogliato Rocco è costretto a indagare. Lo aiutano, in questa nuova avventura che richiede qualche mano lesta e irregolare in più, gli amici di sempre, Brizio e Furio; e hanno una parte maggiore, rispetto al solito, i cervelli della polizia, la commissaria della scientifica Michela Gambino e l’anatomo-patologo Alberto Fumagalli. Si tratta infatti di superare porte ben blindate, di decifrare formule occultate, e di svelare identità nascoste.
'Quello che possiamo sapere' (Einaudi) di Ian McEwan
Lo scrittore britannico Ian McEwan torna in libreria con 'Quello che possiamo sapere', pubblicato da Einaudi. Nel maggio del 2119 Thomas Metcalfe, studioso di letteratura del periodo 1990-2030, si reca per l’ennesima volta alla biblioteca Bodleiana per consultarne gli archivi, a lui arcinoti, nel tentativo di scovare qualche scampolo di informazione inedita sull’oggetto dei suoi interessi, la fantomatica Corona per Vivien del grande poeta Francis Blundy, mai ritrovata. Il viaggio è disagevole, ora che la Bodleiana è stata trasferita nella Snowdonia, nel Nord del Galles, per sottrarre il suo prezioso contenuto alle acque che, dopo il Grande Disastro e l’Inondazione che ne seguì, sommersero l’originaria sede, a Oxford, e gran parte della terra.
Ma gli abitanti del ventiduesimo secolo, sopravvissuti a quella catena di eventi, sono avvezzi al disagio e alla penuria, e inclini a guardare alla ricchezza e alla varietà del mondo precedente ora con rabbia ora con sognante nostalgia. Forse anche cosí si spiega l’ossessione di Metcalfe per il poemetto perduto. Miracolo di costruzione poetica, la Corona di Blundy fu composta poco più di cent’anni prima, nel 2014, in occasione del compleanno della moglie Vivien, e recitata un’unica volta durante i festeggiamenti presso il Casale dei Blundy, in un tripudio di vini e cibi deliziosi e ora introvabili, alla presenza della loro cerchia di amici. Facendo riferimento al celebre banchetto del 1817, cui parteciparono Keats e Wordsworth, l’evento fu successivamente definito 'Secondo Immortal Convivio'. La profusione di diari, corrispondenze e messaggi disponibili racconta delle correnti di amore e invidia che attraversavano tutti i partecipanti, del primo marito di Vivien, il liutaio Percy, e della malattia degenerativa che si era impossessata del suo cervello, delle ambizioni represse della donna. Ma dell’agognata Corona per Vivien neanche l’ombra.
Che fine ha fatto la sublime poesia della cui stessa esistenza ormai i più dubitano? Quale verità si cela dietro la sua scomparsa? E quale differenza potrebbe mai fare il suo ritrovamento? Sarà un’intuizione geniale a fornire l’indizio che orienterà Metcalfe in una caccia al tesoro stevensoniana nell’ignoto. Il suo viaggio svelerà una storia d’amore e di compromessi e un crimine impunito, e getterà una luce nuova su figure che le parole tramandate gli avevano fatto credere di conoscere intimamente. Al lettore il nuovo strabiliante viaggio letterario di McEwan offre una chiave per riscattare il presente dal senso di catastrofe imminente che lo attanaglia e per immaginare un futuro in cui non tutto è perduto.
'Il libro bianco' (Adelphi) di Han Kang
È in una tiepida primavera di Seoul, quando le magnolie in fiore parlano di rinnovamento e rinascita, che Han Kang matura l’idea di scrivere un libro sul bianco. Ma solo nel corso di un lungo soggiorno all’estero, mentre vaga per le strade di una città sepolta sotto la neve, il suo progetto comincia a prendere corpo intorno al ricordo della sorella maggiore, morta poche ore dopo la nascita. Nasce così 'Il libro bianco' del premio Nobel per la letteratura 2024 Han Kang e pubblicato da Adelphi. Narrare la sua storia è un modo di restituirle la vita che non ha avuto, facendole dono di tutte quelle cose bianche, in cui si rivela la "parte di noi che rimane intatta, pulita, indistruttibile a dispetto di tutto".
Le prime che Han Kang ci pone sotto gli occhi sono proprio le fasce cucite per la neonata, il camicino che la madre prepara per lei e la bimba stessa, simile a un dolcetto di riso. E bianco sarà tutto ciò che alla sorella la scrittrice offrirà: una zolletta di zucchero, un pugno di sale grosso, il volto della luna, la schiuma delle onde, il respiro che il gelo condensa e rende visibile, la neve – materia "fragile, effimera eppure di una bellezza impetuosa» – e le stelle limpide e fredde della Via Lattea, capaci di "lavare lo sguardo all’istante". Perché la purezza del bianco e il potere curativo delle parole possano lenire il dolore e alleviare la perdita.
'Voglio uccidere Mussolini' (Laterza) di Bruno Manfellotto
Il giornalista e scrittore Bruno Manfellotto firma per Laterza 'Voglio uccidere Mussolini'. Colpi di fucile e di pistola, bombe a mano, coltelli, veleni: tra il 1925 e il 1932 furono ben quattro gli attentati alla vita di Mussolini e cinque quelli progettati e non realizzati; più tardi, altri ancora saranno inventati dall’Ovra. Ma chi erano gli attentatori? Agivano da soli o erano parte di una rete organizzata? E come reagì il regime fascista? Il 4 novembre 1925, in una stanza d’albergo in piazza Colonna, a Roma, la polizia fascista arresta Tito Zaniboni prima che spari al Duce. Di lì a poco, infatti, Mussolini si sarebbe affacciato dal balcone di fronte, da Palazzo Chigi.
Ma il tentativo vano di Zaniboni, deputato socialista, ex valoroso ufficiale degli alpini, non resta isolato. Ne seguono altri tre. Il 7 aprile 1926 una aristocratica irlandese, Violet Gibson, spara a Mussolini, che si salva per caso: la donna, dichiarata pazza, finirà la sua vita in manicomio; l’11 settembre l’anarchico Gino Lucetti lancia sull’auto del capo del governo una bomba a mano che rimbalza sul cofano ed esplode lontano; il 31 ottobre, a Bologna, la folla lincia il quindicenne Anteo Zamboni accusato di voler uccidere il Duce: è disarmato. Tra il 1931 e il 1932, poi, sono progettati e non realizzati altri cinque attentati. Successivamente, tra il ’37 e il ’39, è invece l’Ovra a montarne altri, uno attribuito addirittura a Galeazzo Ciano, allo scopo di rafforzare l’immagine del Duce o di regolare i conti all’interno della nomenklatura fascista. Per i colpevoli, veri o no, c’è il carcere e il confino, per alcuni di loro la condanna a morte. Bruno Manfellotto racconta la vita di ogni attentatore, i motivi che li spingono, le deboli alleanze che li sostengono, la solitudine in cui sono lasciati, le trame in cui cadono. E ricostruisce gli eventi che in pochi anni cancellano la democrazia e aprono la strada alla dittatura e alla tragedia finale.
Uscirà l'11 novembre per La Nave di Teseo l'ultimo libro di Vittorio Sgarbi 'Il cielo più vicino. La montagna nell’arte'. Vittorio Sgarbi, sulle orme di René de Chateaubriand, conduce i lettori in un viaggio inedito attraverso la storia dell’arte per raccontare la natura e la montagna interpretata dai più grandi artisti, dal Trecento ad oggi. Dal primo pittore a raffigurarla, Giotto, il più umano di tutti, alle Dolomiti nei quadri di Mantegna, dalla purezza dei paesaggi di Masolino agli scorci aspri di Leonardo, dove le rocce incorniciano le vergini senza tempo, agli impalpabili acquerelli alpini di Dürer in viaggio da Venezia verso la Germania. A fianco dei maestri celebrati, Bellini, Giorgione, Tiziano, Turner, Friedrich, Sgarbi ricorda capolavori di artisti meno noti, cresciuti in provincia, come Ubaldo Oppi, Afro Basaldella, Tullio Garbari. Un viaggio che attraversa le Alpi e le altre vette d’Italia raccontate dal realismo di Courbet e dal simbolismo di Segantini, nei colori di Van Gogh, nell’espressionismo di Munch e nei fantasmi di Böklin, nelle intuizioni di Italo Mus, Dino Buzzati, Zoran Mušič, fino alla nascita del turismo montano, della fotografia e della grafica che raccontano con una lingua nuova la spiritualità delle terre alte.
“Nulla - scrive Vittorio Sgarbi - è più vicino all’eterno della montagna e allo stesso tempo niente permette di intendere meglio i limiti dell’uomo, la sua fragilità. L’uomo e la montagna hanno una storia, che l’arte ha raccontato nella sua autonomia espressiva. Un racconto che inizia con Giotto e arriva fino ai testimoni del nostro tempo. Un lungo percorso, ricco di sfumature, ma che ha una stessa sostanza, un solo pensiero. Che è il pensiero di un assoluto”.

Marco Bezzecchi con la sua Aprilia ha conquistato la pole position nel Gran Premio del Portogallo di MotoGp di domani domenica 9 novembre, con il tempo di 1.37.556. Il pilota romagnolo ha preceduto Pedro Acosta (Ktm) e Fabio Quartararo (Yamaha), mentre si è piazzato in quarta posizione Francesco Bagnaia (Ducati) che apre la seconda fila davanti ad Alex Marquez (Ducati Gresini) e Johann Zarco (Honda LCR). Settimo posto per Joan Mir (Honda), seguito da Jack Miller (Yamaha Pramac), e Fabio Di Giannantonio (Ducati VR46), mentre chiude la top ten Pol Espargaro (Ktm Tech3).
Ecco la griglia di partenza del Gp di Portogallo di domani, domenica 9 novembre:
1 M. Bezzecchi (Q2)
2 P. Acosta (Q2)
3 F. Quartararo (Q2)
4 F. Bagnaia (Q2)
5 A. Marquez (Q2)
6 J. Zarco (Q2)
7 J. Mir (Q2)
8 J. Miller (Q2)
9 F. Di Giannantonio (Q2)
10 P. Espargarò (Q2)
11 F. Aldeguer (Q2)
12 A. Ogura (Q2)
13 L. Marini (Q1)
14 B. Binder (Q1)
15 F. Morbidelli (Q1)
16 E. Bastianini (Q1)
17 A. Rins (Q1)
18 N. Bulega (Q1)
19 M. Oliveira (Q1)
20 L. Savadori (Q1)
21 S. Chantra (Q1)
22 R. Fernandez (Q1)

L'Urologia universitaria del Policlinico di Foggia diretta da Giuseppe Carrieri, presidente della Società italiana di urologia (Siu) e preside della Facoltà di Medicina dell'università di Foggia, è protagonista al Congresso nazionale della Siu, evento di punta in ambito urologico, in corso a Sorrento. Due interventi chirurgici di altissima specializzazione sono stati eseguiti nelle sale operatorie dell'Urologia del policlinico foggiano e trasmessi, in collegamento live, in diretta nazionale al meeting Siu, permettendo a urologi di tutta Italia di assistere in tempo reale alle innovative procedure.
Gian Maria Busetto e Nicola d'Altilia, della Struttura di Urologia del Policlinico di Foggia, hanno effettuato due interventi di chirurgia mininvasiva d'avanguardia: rispettivamente, una enucleazione con laser ad olmio (HoLep) per il trattamento dell'iperplasia prostatica benigna e una colposacropessia robotica (Csp) per la correzione del prolasso degli organi pelvici femminili. Queste procedure rappresentano l'eccellenza della moderna chirurgia urologica, poiché permettono di intervenire con la massima precisione e sicurezza, riducendo al minimo il trauma chirurgico e i tempi di recupero. "La partecipazione al congresso Siu con interventi trasmessi in diretta è motivo di orgoglio e testimonia la competenza, l'innovazione e la qualità clinica che caratterizzano la Scuola urologica del Policlinico di Foggia", afferma il commissario straordinario del policlinico, Giuseppe Pasqualone.
"Siamo particolarmente orgogliosi che l'università di Foggia sia protagonista di un appuntamento scientifico di così alto livello, che riunisce esperti di rilievo nazionale e internazionale nel campo dell'urologia - commenta il rettore Lorenzo Lo Muzio - Eventi come questo rappresentano non solo un'occasione di confronto scientifico, ma anche un momento di crescita per la nostra comunità accademica. Desidero ringraziare il professor Giuseppe Carrieri, i colleghi del Dipartimento di Medicina e Chirurgia e i professionisti coinvolti per l'impegno con cui contribuiscono a consolidare il ruolo dell'università di Foggia come centro di eccellenza nella ricerca e nella formazione medico-specialistica". Conclude Carrieri: "L'impiego delle più avanzate tecnologie laser e robotiche conferma l'Urologia di Foggia come centro di riferimento nazionale ad altissima complessità".

È partita oggi alle ore 12 esatte, con la pubblicazione sui canali social ufficiali del presidente veneto, la campagna “Dopo Zaia scrivi Zaia” realizzata per le elezioni regionali del 23 e 24 novembre prossimi. A guidare il racconto sarà Leoncino, mascotte creata con l’intelligenza artificiale, che accompagnerà Luca Zaia in sette puntate, una per ogni provincia del Veneto. La prima, pubblicata oggi, è dedicata a Venezia. Ogni due giorni verrà pubblicata una nuova puntata.
“Con questa campagna parlo ai veneti dal cuore - afferma Zaia in una nota -. È un viaggio fatto di emozioni, bellezza, identità. Dopo Zaia? Scrivi ancora Zaia: perché questa storia non finisce qui. C’è ancora tanto da fare, da difendere, da costruire insieme, passo dopo passo, provincia dopo provincia”.
Fedagripesca,Sicilia-Toscana più colpite,Masaf ha evitato peggio... 
In Italia in 15 anni (2009-2023) gli studi clinici no profit, cioè non sponsorizzati dall'industria, sono diminuiti del 57%. Nel 2009 erano il 40,3% del totale delle sperimentazioni, e sono calati fino al 17,3% nel 2023. Dati che evidenziano la crisi della ricerca clinica indipendente, in cui l'oncologia svolge un ruolo predominante. Mancano però risorse e personale. Devono essere strutturate figure professionali indispensabili, come i coordinatori di ricerca clinica, gli infermieri di ricerca, i biostatistici, gli esperti in revisione di budget e contratti. E vanno eliminati i vincoli burocratici che ritardano i tempi di avvio dei lavori scientifici. Serve pertanto un cambio di passo per sostenere e rilanciare la ricerca indipendente. E' la richiesta degli oncologi che, nel 27esimo Congresso nazionale Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) in corso a Roma, dedicano ampio spazio agli studi no profit.
"Nel 2023 sono state autorizzate in Italia 611 sperimentazioni cliniche e 212, il 34,7% del totale, riguardavano i tumori, l'area in cui si concentra il maggior numero di trial autorizzati - afferma Francesco Perrone, presidente Aiom - Nel 2023 gli studi indipendenti sono tornati a crescere, raggiungendo quota 106 contro i 98 dell'anno precedente. Ma non basta. Il potenziale della ricerca oncologica in Italia è significativo e i nostri studi sono in grado di cambiare la pratica clinica, ma servono più risorse. Il finanziamento in questo settore è, da sempre, sottodimensionato nel nostro Paese, che si colloca agli ultimi posti in Europa per sostegno pubblico. E' indispensabile attuare un piano nazionale che preveda anche l'aumento del personale". Per Perrone "è importante che la ricerca indipendente esplori nuovi modelli di pianificazione e gestione degli studi clinici, sfruttando quanto più possibile le opportunità che derivano dagli strumenti digitali. La gestione dei trial clinici sta diventando sempre più complessa - osserva - e richiede competenze multidisciplinari. E' fondamentale disporre di diverse figure professionali. In particolare, i coordinatori di ricerca clinica, cioè i data manager, sono fondamentali, perché deputati alla gestione dei dati all'interno delle sperimentazioni. Un vuoto normativo non permette di strutturarli all'interno dei team, limitando il loro impiego con contratti libero professionali, borse di studio e assegni di ricerca. Purtroppo, si assiste alla migrazione di personale qualificato verso aziende farmaceutiche e organizzazioni di ricerca a contratto".
Nel 2024 in Italia, sono state stimate 390.100 nuove diagnosi di cancro. I tumori su cui si concentra il maggior numero di sperimentazioni sono quelli gastrointestinali, mammari, toracici, urologici e ginecologici. "Una dimostrazione del valore della ricerca clinica indipendente è costituita dallo studio Cassandra, interamente finanziato da 5 associazioni di pazienti - sottolinea Michele Reni, direttore di Oncologia medica all'Irccs ospedale San Raffaele di Milano - Sono stati coinvolti 17 centri italiani, che hanno arruolato 260 pazienti con adenocarcinoma duttale del pancreas candidati alla chirurgia. Il regime chemioterapico standard preoperatorio con mFolfirinox, finora considerato il più efficace, è stato confrontato con Paxg, una combinazione di farmaci chemioterapici nata da un precedente studio indipendente italiano. I risultati hanno dimostrato che la sopravvivenza senza eventi sfavorevoli, cioè progressione, recidiva, inoperabilità e decesso, è stata significativamente migliore nei pazienti trattati con Paxg. Si apre così una concreta possibilità di migliorare la sopravvivenza dei pazienti colpiti da uno dei tumori più aggressivi. Un risultato possibile grazie alla collaborazione fra il mondo della scienza e la società civile".
"L'oncologia è uno degli ambiti clinici in cui l'associazionismo ha raggiunto un elevato grado di competenze, con un ruolo attivo e riconosciuto nei processi decisionali - evidenzia Flori Degrassi, presidente Andos (Associazione nazionale donne operate al seno) - Le associazioni di pazienti possono rivelarsi un prezioso alleato anche della ricerca, perché hanno la capacità di favorire il reclutamento dei pazienti nelle sperimentazioni. Vanno superati i pregiudizi ancora presenti per la partecipazione agli studi clinici, che consentono di accedere, anche anni prima dell'approvazione, a terapie innovative e contribuire alla disponibilità della cura per altri pazienti colpiti dalla stessa neoplasia. Inoltre, anche alla luce della mia esperienza come direttore generale di Asl, ritengo che i risultati ottenuti grazie agli studi indipendenti debbano costituire un parametro per valutare il lavoro dei direttori generali".
"A valle degli studi registrativi dei nuovi farmaci, restano irrisolti molti quesiti per il miglior utilizzo delle terapie nella pratica clinica quotidiana - spiega Giuseppe Procopio, presidente eletto Ficog (Federation of Italian Cooperative Oncology Groups) - Si tratta di interrogativi che richiedono l'iniziativa della comunità accademica. Gli ambiti degli studi no profit riguardano principalmente la risposta a bisogni ancora insoddisfatti, non oggetto prioritario della ricerca promossa dal'industria farmaceutica, e la valutazione di efficacia e sicurezza di un trattamento nella reale pratica clinica, su una popolazione più ampia e con follow-up più a lungo termine. Negli studi non sponsorizzati trova spazio anche la definizione del migliore 'place in therapy', cioè il miglior utilizzo dei farmaci, definendo strategie terapeutiche di associazione, di uso sequenziale e la combinazione con altri tipi di trattamento".
"Chiediamo supporto ad Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, sia in termini di finanziamento che di supporto regolatorio, per facilitare la realizzazione degli studi indipendenti - continua Perrone - Aifa dal 2005 al 2023 ha messo a disposizione circa 160 milioni di euro per studi indipendenti, consentendo di condurre lavori su aree rilevanti. Complessivamente, ad oggi, sono stati finanziati dall'agenzia regolatoria quasi 300 studi clinici. Lo scorso anno sono stati assegnati 3 bandi Aifa sulla ricerca indipendente nel tumore del polmone non a piccole cellule, nel carcinoma renale e nell'epatocarcinoma. Il finanziamento è stato pari a 7 milioni e 500mila euro, un passo avanti significativo per sostenere gli studi no profit in oncologia. E' molto importante - conclude - che siano promossi anche altri bandi per la ricerca indipendente che, se supportata, può realizzare la triplice missione di migliorare la pratica clinica, aumentare il livello di conoscenza sui nuovi farmaci e fungere da supporto alle politiche di rimborsabilità".

È una notte che resterà nella storia dello sport bolognese: Pamela Malvina Noutcho Sawa è la nuova campionessa mondiale Ibo dei pesi leggeri. Davanti a circa duemila spettatori entusiasti, il PalaDozza si è trasformato nel teatro di un’impresa memorabile: per la prima volta Bologna ha ospitato un match valido per una cintura iridata di boxe, e a trionfare al centro del ring è stata proprio la sua beniamina, battendo ai punti la più esperta Karen Elizabeth Carabajal.
Pamela Malvina Noutcho Sawa campionessa mondiale
La 33enne atleta della A.S.D. Bolognina Boxe corona così un percorso di crescita inarrestabile, iniziato due anni fa con la conquista del titolo italiano professionisti, proseguito con due cinture europee, fino al sogno mondiale IBO. Determinazione che Pamela dimostra ogni giorno non solo in palestra, ma anche nel suo lavoro da infermiera all’Ospedale Maggiore di Bologna, dove continua a prestare servizio con la stessa dedizione che la contraddistingue sul ring.
Nella “notte magica” del Madison di Piazza Azzarita, Pamela ha superato la temibile Karen Elisabeth Carabajal, atleta argentina dal curriculum più ricco e già protagonista di due match titolati mondiali. Ma la fame di riscatto della sfidante non è bastata di fronte alla forza, alla lucidità e al cuore dell’atleta bolognese, che porta così il suo record a 10 vittorie su 10 incontri disputati, confermandosi una delle migliori pugili mondiali in assoluto.
Il sogno di Pamela
Con questa vittoria, la Bolognina Boxe e l’intera città di Bologna celebrano una campionessa capace di incarnare i valori più autentici dello sport: impegno, umiltà e perseveranza. Raggiante in conferenza stampa, Pamela ha voluto dedicare la vittoria a chi lotta ogni giorno per la propria dignità, riflettendo lo spirito del motto della ASD Bolognina Boxe – “Gente che lotta dentro e fuori dal ring”: “Dedico questa vittoria a tutte le persone che non riescono a vivere con dignità, in particolare a chi sta subendo gli effetti della guerra e della crisi economica, dalla Palestina al Sudan, all’Ucraina e a tutti i conflitti che in questo momento stanno infiammando il pianeta. È stato un match duro, contro un’avversaria di grandissimo spessore e della quale nutrivo tanto rispetto – e dopo essermici confrontata, ne nutro ancora di più. Come mi sento a essere sul tetto del mondo? Ho paura di svegliarmi domani mattina e rendermi conto di essermi sognata tutto".

Oggi la radiologia spegne 130 candeline: dall'8 novembre del 1895 - quando il professore di fisica Wilhelm Conrad Röntgen scoprì, svolgendo degli esperimenti, l'esistenza dei raggi X (che denominò X proprio in quanto sconosciuti) e successivamente eseguì la prima radiografia alla mano di sua moglie - a oggi, con la radiologia che rappresenta una delle specializzazioni mediche più rilevanti, parte dei processi diagnostico-terapeutici della maggior parte delle patologie, l'evoluzione della disciplina è stata lunga e ricca di innovazioni.
"Da allora siamo passati dalle immagini impressionate su pellicole radiografiche a quelle digitali di oggi, visibili su appositi monitor e archiviabili su apposite sistemi informatici, ma il principio fisico dei raggi X è rimasto lo stesso. L'innovazione tocca la nostra disciplina in modo particolare - spiega all'Adnkronos Salute Nicoletta Gandolfo, presidente della Sirm, Società italiana di radiologia medica e interventistica - e con il tempo si sono aggiunte altre fonti di energia fisica: gli ultrasuoni dell'ecografia, i campi magnetici della risonanza, le radiazioni ionizzanti utilizzate in radiologia convenzionale, nella Tac e nella radiologia interventistica. Queste tecnologie ci permettono di guardare l'interno del corpo umano con precisione sempre maggiore, distinguendo il normale dal patologico e contribuendo in modo decisivo alle cure sempre più mirate e personalizzate".
Ogni anno in Italia si eseguono 70 milioni di procedure di diagnostica per immagini, numeri che mostrano l'importanza del ruolo del medico radiologo e delle tecnologie dedicate: dalle prime che sfruttano i raggi X, come la radiologia convenzionale, la Tac e l'angiografia, a quelle che si basano su altre fonti di energia, come risonanza magnetica ed ecografia. "Se un tempo eravamo considerati soprattutto esperti di tecnologia - sottolinea Gandolfo - oggi il medico radiologo ha un ruolo clinico a tutti gli effetti. Siamo presenti in ogni percorso diagnostico-terapeutico e ci occupiamo in modo trasversale della maggior parte delle patologie, dalle malattie cardiovascolari e oncologiche a quelle infiammatorie/degenerative e traumatiche, dalle fratture alle patologie oncologiche fino alle malattie neurologiche o pediatriche. Le nostre immagini servono a porre una diagnosi, a valutare la risposta alle terapie, a orientare le decisioni chirurgiche o farmacologiche".
Inoltre, prosegue la presidente Sirm "la radiologia interventistica ha aperto scenari straordinari: attraverso manovre minimamente invasive, sotto guida radiologica, possiamo arrestare un vaso che sanguina, disostruire un'arteria chiusa, embolizzare la neoangiogenesi di un tumore o direttamente trattare con tecniche ablative di raffreddamento o riscaldamento alcune lesioni. Sono procedure mini-invasive - precisa - che spesso evitano o talvolta preparano a interventi chirurgici complessi e non scevri di rischi, accelerando la ripresa del paziente. Oggi il radiologo è un medico che dialoga costantemente con altri specialisti - chirurghi, oncologi, internisti, radioterapisti ortopedici, neurologi, pediatri, patologi - per costruire percorsi di cura personalizzati. E' una figura clinica, ma anche etica e formativa: abbiamo il ruolo di garanti dell'appropriatezza prescrittiva, quindi dobbiamo aiutare a scegliere l'esame giusto per il paziente giusto, riducendo gli sprechi e assicurando qualità e sicurezza".
Riguardo al tema dell'appropriatezza prescrittiva centrale anche per ridurre le liste d'attesa, Gandolfo non ha dubbi sul contributo della radiologia: "Il medico radiologo - secondo quanto previsto anche dal DM 77 del 2022 che ridefinisce l'assistenza territoriale - ha un ruolo determinante nell'orientare i colleghi nella scelta delle indagini più utili e scoraggiare quelle superflue, allo scopo di migliorare la qualità dei percorsi diagnostico-terapeutici e contribuire alla sostenibilità del Ssn. Capita spesso che vengano richiesti esami per eccesso di cautela, ma ogni indagine inutile sottrae tempo e risorse a chi ne ha davvero bisogno. Per questa ragione dovremmo lavorare sempre di più in rete, in particolar modo con medici di medicina generale e specialisti di altre discipline. Una migliore comunicazione può contribuire concretamente alla riduzione delle liste d'attesa per un sistema più efficiente. Abbiamo anche un ruolo educativo nei confronti dei pazienti, per spiegare loro quando un esame non serve realmente e perché. E' parte della nostra responsabilità etica, insieme a quella di garantirne la sicurezza, controllando la dose di radiazioni somministrate e verificando costantemente la qualità delle apparecchiature".
A proposito di macchinari e tecnologia, quanto stanno cambiando le cose con l'intelligenza artificiale e che ruolo ricopre la radiomica? "L'Ia è uno strumento straordinario, che ci aiuta a migliorare la qualità del lavoro e la precisione diagnostica - rimarca Gandolfio - Può ottimizzare le immagini, ridurre la dose di radiazioni, standardizzare i protocolli diagnostici e migliorare la gestione organizzativa di un reparto. Grazie alla sua implementazione oggi possiamo contare sulla radiomica, una nuova frontiera della radiologia che permette l'analisi quantitativa delle immagini per ottenere informazioni sul comportamento di un tumore, prevedere terapia più efficace e controllarne la risposta alla terapia costruendo percorsi personalizzati. E' ormai un pilastro della radiologia oncologica di precisione. L'innovazione tecnologica ha risvolti impattanti anche sulla radiologia interventistica: gli interventi guidati dalle immagini offrono infatti alternative meno invasive e più sicure. E' però importante ricordare che l'intelligenza artificiale può essere un supporto del medico, ma non un suo sostituto: al centro rimangono il giudizio umano, la capacità comunicativa e la responsabilità del radiologo".
"Accanto al medico radiologo - prosegue Gandolfo - lavorano altre figure fondamentali per il funzionamento del reparto: il fisico medico, che controlla la qualità delle apparecchiature, la dose erogata e l'esposizione, per la sicurezza di pazienti e operatori; il tecnico di radiologia, che collabora con il medico ed esegue le diverse indagini diagnostiche; gli infermieri dedicati alla radiologia, professionisti altamente specializzati nella gestione di sofisticati dispositivi medici e farmaci particolari quali ad esempio i mezzi di contrasto, completamente diversi da quelli utilizzati nei reparti tradizionali. Oggi auspichiamo la valorizzazione della figura dell'infermiere dedicato alla radiologia, perché dove ci sono professionisti specificatamente formati e stabili il sistema è più efficiente, le procedure sono più sicure e la qualità del lavoro è più alta. In medicina la qualità nasce dal team: se la squadra è forte e coesa, la cura del paziente risulta maggiormente efficacie".
"La Sirm - conclude la presidente - è una delle maggiori società scientifiche riconosciute a livello internazionale e federata di Fism (Federazione italiana delle società medico scientifiche). Promuove la crescita delle scienze radiologiche attraverso formazione e divulgazione delle diverse potenzialità diagnostiche, l'innovazione tecnologica, l'appropriatezza delle indagini richieste e l'etica nell'accesso agli esami. Collabora inoltre con istituzioni e con numerose altre società scientifiche per l'elaborazione di linee guida, modelli organizzativi e percorsi diagnostico-terapeutici applicabili e sostenibili su tutto il territorio nazionale. Uno dei temi da sempre sostenuti è la promozione a tutte le forme di prevenzione delle patologie oncologiche e non. Abbiamo partecipato attivamente supportando Fism e Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) a numerose iniziative promosse, portate all'attenzione delle istituzioni agli Stati generali della prevenzione a giugno a Napoli. Abbiamo infine collaborato con Aiom al progetto del Tour Vespucci, promosso dal ministero della Difesa e sostenuto da 12 ministeri: una nave che, attraversando vari porti italiani, ha portato il tema della prevenzione oncologica a tutta la popolazione, fornendo ai cittadini informazioni sugli stili di vita sani e sulle campagne di screening. Prevenzione primaria e diagnosi precoce possono davvero salvare la vita, ed è un concetto che crediamo sia importante trasmettere a tutta la popolazione".

Rigenerare la cornea malata con un'iniezione, invece di sostituirla in tutto o in parte con il trapianto. "Non siamo mai stati più vicini a una cura contro la cecità", è l'annuncio dal primo congresso nazionale congiunto della Società italiana di scienze oftalmologiche (Siso) e dell'Associazione italiana medici oculisti (Aimo), che si chiude oggi a Roma. Al centro dei lavori anche i progressi della medicina contro la cecità corneale, "una delle principali cause di perdita della vista a livello globale, che colpisce ogni anno circa 10 milioni di persone nel mondo", ricordano gli specialisti. Ora, sottolineano, uno studio pubblicato su 'Nature Biotechnology' indica che "la terapia cellulare è prossima a essere consacrata a cura contro la cecità corneale da disfunzione endoteliale, ovvero legata a patologie a carico dello strato più interno della cornea".
La cornea
"La cornea, il tessuto trasparente che rappresenta la parte anteriore dell'occhio, è essenziale per fare entrare immagini chiare nell'occhio - spiega il consigliere Siso Vincenzo Sarnicola, direttore della clinica degli occhi Sarnicola di Grosseto, esperto trapiantatore e visiting professor in diverse cliniche oculistiche internazionali - Quando è danneggiata si opacizza, trasformando il mondo in una nebbia costante. Il trapianto di cornea perforante (a tutto spessore), da donatore, nel secolo scorso ha consentito il recupero visivo a milioni di persone nel mondo, anche se complicanze intraoperatorie e postoperatorie, a volte importanti, si sono registrate con una certa frequenza".
I trapianti
Poi, dall'inizio del Duemila, la grande svolta dei trapianti lamellari di cui l'Italia è stata pioniera. "La chirurgia lamellare - descrive Sarnicola - trova spazio progressivamente e diventa il gold standard grazie alla riduzione dell'invasività dell'intervento, migliorando la sopravvivenza dei tessuti innestati e riducendo i rigetti. Consegue a corrette diagnosi laddove si finisce per trapiantare solo il segmento malato e non l'intera cornea. I trapianti di limbus trovano indicazioni nelle malattie della superficie oculare; il trapianto dello stroma Dalk (il foglietto intermedio corneale) nelle malattie dello stroma, come il cheratocono; il trapianto dell'endotelio nella cheratopatia bollosa e nella distrofia di Fuchs. Le tecniche lamellari sono più complesse - precisa lo specialista - con curve di apprendimento non semplici, ma hanno reso i trapianti di cornea sicuri. Le sopravvivenze dei trapianti lamellari sono incredibilmente rassicuranti".
Resta tuttavia il problema della disponibilità di tessuti per il trapianto di cornea, "tuttora problematica in molte parti del mondo", evidenzia Sarnicola. Se "in Italia, grazie a un ottimo lavoro di raccolta delle banche degli occhi, i tessuti raccolti risultano in soprannumero e vengono anche esportati all'estero, questo avviene anche e solo in Sri Lanka e negli Stati Uniti. La maggior parte degli altri Paesi", invece, "lamentano un deficit di donazioni". Anche in questo senso, prospettano gli oftalmologi, "di grande aiuto potranno essere le imminenti terapie cellulari per le patologie endoteliali, che rappresentano circa il 50% delle ipovisioni corneali".
I donatori
"La tecnica sarà molto semplice", illustra Sarnicola: "Un'iniezione nell'occhio consentirà alle cellule iniettate di rendere nuovamente trasparente una cornea diventata opaca per una disfunzione endoteliale. Dove si prendono queste cellule, chi può donare, chi è il miglior donatore, che risultati si possono ottenere sono i quesiti che ricorrono. I risultati, ad oggi (è in corso la terza fase di sperimentazione in Nord America), dimostrano che i donatori migliori sono i giovani al di sotto dei 30 anni. Si ipotizza che da una cornea di un donatore giovane potranno essere preparate centinaia di iniezioni 'miracolose', forse mille". Significa che da una cornea giovane potranno essere riabilitati alla visione fino a mille occhi con disfunzione endoteliale.
"Le terapie cellulari rigenerative rappresentano dunque la vera nuova frontiera per la cura della cecità corneale endoteliale", conclude Vito Romano, professore associato di Oftalmologia all'università di Brescia.
Dife debutta a Ecomondo 2025, la fiera internazionale dedicata alla transizione ecologica e all’economia circolare, portando con sé una visione chiara: rendere la gestione dei rifiuti un processo sempre più sostenibile, trasparente e digitale. Lo si legge in una nota.
Cuore dello stand è l’Albero della Sostenibilità, un’installazione che racconta in modo immediato e accessibile l’impegno di Dife rispetto agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite. Ogni “ramo” dell’albero rappresenta un ambito in cui l’azienda genera impatto positivo e mostra le azioni concrete messe in campo per contribuire al raggiungimento degli obiettivi, in pieno spirito di trasparenza e rendicontazione. La partecipazione a Ecomondo è stata anche l’occasione per presentare il nuovo Bilancio di Sostenibilità, redatto come sempre su base volontaria, a testimonianza della volontà di Dife di comunicare in modo chiaro e misurabile il proprio impegno ambientale e sociale.
Fondata nel 1978, Dife nasce come realtà dedicata alla gestione dei rifiuti di carta e cartone per piccole aziende del territorio pistoiese. Oggi, dopo oltre quarant’anni di attività, offre un servizio integrato su tutto il territorio nazionale, supportando imprese di diversi settori nella gestione responsabile dei propri rifiuti speciali. Un percorso di crescita che prosegue anche sul fronte tecnologico, con lo sviluppo delle prime soluzioni digitali, e la pubblicazione della prima edizione del Dife Magazine, la testata giornalistica attraverso cui l’azienda promuove la cultura della sostenibilità e racconta progetti e buone pratiche di altre realtà del settore.
Tra i progetti presentati a Ecomondo figurano Green Safe, il servizio digitale che combina sicurezza e tracciabilità nella gestione dei rifiuti. Scegliere Dife significa affidare la gestione dei rifiuti a una realtà con conoscenza ed esperienza diretta nel settore, con vantaggi in termini di sicurezza dei processi e ottimizzazione dei costi. Una soluzione che garantisce al cliente tranquillità operativa, permettendogli di concentrarsi pienamente sul proprio core business. “Le aziende oggi non cercano più di marginalizzare sulla gestione dei rifiuti. Preferiscono concentrarsi sul proprio business, delegando la gestione dei rifiuti a un unico partner affidabile”, afferma Alessio Tissi, Responsabile Commerciale di Dife.
Parallelamente, Dife continua a investire nella digitalizzazione dei propri servizi, sviluppando strumenti che semplificano la gestione dei flussi, migliorano la tracciabilità e permettono un monitoraggio costante dei dati. “Stiamo investendo le nostre risorse sia in ambito operativo, ma con una grande importanza anche nella sostenibilità. Per quanto riguarda il futuro, abbiamo risorse destinate alla digitalizzazione e alla raccolta dati.”, commenta Franco Romani, presidente di Dif.

"Quereleremo tutti coloro che danno dati falsi e alimentano la macchina del fango contro Evelina Sgarbi". Lo annuncia in una nota l'avvocato Giampaolo Iacobbi, legale della figlia di Vittorio Sgarbi, replicando duramente a Sabrina Colle (Groppelli) e alle cifre circolate sul mantenimento che la sua assistita avrebbe ricevuto dal padre. "La panzana messa in giro ad arte che Evelina Sgarbi avrebbe preso 800 mila euro in 25 anni, poi oggi scesi a 700 mila, è una menzogna inconfutabile", dichiara l'avvocato. "Fa parte di una macchina del fango sapientemente mossa da chi evidentemente non vuole che esca la verità sulla salute del Professore".
Il legale precisa che il suo ruolo "non è quello di postino di lettere e letterine con numeri immaginari", ma di basarsi su "dati veri". Iacobbi fornisce la sua versione dei fatti: "Fino a 8 anni Evelina Sgarbi non ha percepito un euro da suo padre, dopo di che è stata costretta a far intervenire sempre i Tribunali per far valere i propri diritti di figlia. Basti pensare – e anche questo non è un dato smentibile – che in realtà il Professore non ha mai versato dal suo conto corrente, quindi in maniera volontaria, gli alimenti ai tre figli".
"È ora di smetterla di mandare il tutto in caciara per non voler affrontare il vero problema, che è quello della salute del padre della mia assistita", prosegue la nota. L'avvocato Iacobbi sottolinea inoltre come la sua assistita, "contrariamente a Sabrina Colle, non si è mai permessa di voler approfondire gli incassi delle società della compagna Sabrina Colle e della sorella Elisabetta Sgarbi riferibili a spettacoli, perizie, conferenze e pubblicazioni, tutti fatti in questi 25 anni esclusivamente dal Professore Vittorio Sgarbi".
"Consiglio ai postini di tutta Italia di non prestarsi a diffondere informazioni e dati falsi perché su questo saremo inflessibili. Preannuncio pertanto che quereleremo tutti coloro che continuano a rendersi corresponsabili di una pericolosa quanto insidiosa macchina del fango che opera scientificamente per depistare e impedire di far emergere la verità dei fatti e la salute di Sgarbi", conclude.
Sindaco Mascia, 'grandi potenzialità e ambizioni'... 
Le sfide dell’Intelligenza Artificiale, cosa significa crescere come studenti e professionisti oggi alla luce di questa “nuova era”, che ruolo avranno la cultura e lo sviluppo del pensiero critico con l’avvento delle nuove tecnologie. Sono questi alcuni dei temi che saranno affrontati nel corso dell'inaugurazione dell’anno accademico 2025-26 del Progetto Jump. Lo si legge in una nota.
L’evento si svolgerà a Roma presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma e vedrà oltre 400 studenti in dialogo con Maria Chiara Carrozza, Ordinaria di Bioingegneria Industriale presso l’Università degli Studi di Milano - Bicocca, Andrea Maccarini, Ordinario di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi presso l’Università degli Studi di Padova, Simone Ungaro, Co-General Manager Strategy & Innovation, Leonardo,, introdotti dal professor Rocco Papalia, Rettore dell’Università Campus Bio-Medico e Giuseppe Ghini, Presidente di Fondazione Rui.
L’incontro segna l’avvio del nuovo anno accademico di Jump-Job University Matching Project-, un percorso interdisciplinare triennale che si realizza in tutti i collegi di merito della Fondazione Rui con l’obiettivo di integrare il sapere accademico con i contenuti e le dinamiche proprie del mondo del lavoro, sviluppare le competenze trasversali, cognitive e manageriali, contribuire alla formazione globale dello studente.
Giuseppe Ghini, Presidente di Fondazione Rui, ha dichiarato: “L’Intelligenza Artificiale prefigura a breve termine una nuova rivoluzione tecnologica. E, come sempre avviene in questi casi, la società si polarizza in due fazioni, quella degli apocalittici e quella degli entusiasti. Entrambe falliscono il vero bersaglio, che consiste nel prepararsi al nuovo, nell’affrontarlo con uno spirito critico che, abbeveratosi una volta ancora alle ricchezze della tradizione umanistica e del realismo cristiano, sia tuttavia capace di rinnovarsi autenticamente“.
Il professor Rocco Papalia, Rettore di Ucbm, ha dichiarato: “L’Università Campus Bio-Medico di Roma investe in una didattica sempre più esperienziale, innovativa e internazionale, orientata a preparare persone in grado di leggere la complessità del presente e di mettersi al servizio della società. Le nuove tecnologie, compresa l’Intelligenza Artificiale, sono strumenti preziosi solo se guidati da una visione autenticamente umana e responsabile. È questa l’idea di università che vogliamo costruire, dove la conoscenza diventa servizio e l’innovazione cresce nella relazione con l’altro sviluppando quelle soft skills che fanno la differenza nel lavoro e nella vita.”
Andrea Rossi, Amministratore Delegato e Direttore Generale dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, ha proseguito sottolineando: “Siamo molto lieti di organizzare e ospitare questo appuntamento insieme alla Fondazione Rui. Molti dei nostri studenti hanno scelto di vivere nelle Residenze Universitarie Rui, dove trovano un ambiente stimolante e coerente con il progetto formativo della nostra Università, anche grazie alle borse di studio che la nostra Università stanzia ogni anno insieme alla Fondazione Rui. Interdisciplinarietà, internazionalizzazione, trasversalità dei saperi e sviluppo delle soft skills rappresentano leve decisive per accompagnare i giovani verso il mondo del lavoro. Il percorso annuale offerto da JUMP rafforza questa visione, perché promuove una formazione integrale capace di guardare al futuro professionista come alla persona nel suo insieme.”
Maria Chiara Carrozza, Ordinaria di Bioingegneria Industriale presso l’Università degli Studi di Milano - Bicocca, ha dichiarato: “L’Intelligenza Artificiale si è trasformata da oggetto di studio in strumento per lo studio e l’accelerazione della ricerca, per questo oggi è importante investire in progetti come JUMP, che mettono al centro la personalità dello studente e le sue competenze trasversali, per affrontare il mondo del lavoro con consapevolezza e capacità di scelta. Dobbiamo insegnare agli studenti come affrontare le scelte professionali e come posizionarsi all’intersezione fra il mondo virtuale e quello reale, perché capiscano che è la sperimentazione nella realtà fisica a dare senso ai modelli, che non hanno valore in sé ma come mezzi per l'accelerazione dell’indagine scientifica”.
Andrea Maccarini, Ordinario di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi presso l’Università degli Studi di Padova, ha dichiarato: “L’Intelligenza Artificiale porta con sé una sfida all’intera infrastruttura relazionale ed emozionale su cui si fondano le nostre società, con la trasformazione di comportamenti e capacità umane fondamentali in cui queste nuove tecnologie potranno giocare un ruolo sempre più fondamentale. Grazie alla formazione continua e al confronto critico, potremo essere in grado di cogliere queste sfide, identificando queste innovazioni come strumenti abilitanti e arricchenti, potenzialmente anche nell’ambito delle relazioni, a servizio dell'uomo e della piena dignità umana”.
Simone Ungaro, Co-General Manager Strategy & Innovation di Leonardo, ha dichiarato: “In un contesto geopolitico sempre più complesso, segnato da minacce ibride e conflitti cibernetici, la sicurezza deve evolvere oltre la difesa tradizionale. Leonardo sta per questo investendo in Intelligenza Artificiale, Big Data, High Performance Computing e tecnologie quantistiche per rafforzare la propria trasformazione digitale e garantire sicurezza globale, innovazione e sovranità tecnologica italiana ed europea”.
Jump è aperto a studenti di tutte le aree disciplinari e viene realizzato con il contributo di docenti universitari, professionisti e manager che ne curano i moduli didattici. I contenuti si sviluppano su tre assi: Soft Skills, per accrescere le competenze nel campo delle relazioni, della comunicazione e dell’organizzazione mediante casi pratici, lavori di gruppo e discussioni guidate. Corsi interdisciplinari, un percorso di riflessione aperta e approfondita tra etica, antropologia e grandi tematiche di attualità, politica ed economia. Percorsi tematici, in particolare di ambito giuridico, economico e medico, con un approccio orientato alla professione attraverso il metodo del ‘case study’ guidato da professionisti di settore e con la collaborazione di aziende.
A integrazione del programma triennale, per gli studenti di laurea magistrale è attivo il percorso Jump+: attività di orientamento al lavoro che aiutano lo studente a sviluppare la propria identità professionale, attraverso la collaborazione con società di consulenza, di selezione del personale e aziende internazionali.
Jump+ è un ponte ideale verso il mondo del lavoro e, attraverso la collaborazione con Business School internazionali come IESE e AESE, introduce alle dinamiche imprenditoriali e manageriali inserendo lo studente in contesti altamente formativi e internazionali. Nei suoi quasi 20 anni di vita JUMP ha formato ogni anno oltre 450 studenti, con più di 900 ore di formazione annue erogate e oltre 130 docenti coinvolti, provenienti dal mondo accademico, manageriale e imprenditoriale. Al progetto Jump partecipano gli studenti residenti nei Collegi Universitari di Merito della Fondazione Rui e studenti universitari non residenti, motivati a crescere nelle proprie competenze e a scoprire i propri talenti attraverso un percorso di formazione personalizzato.

Un cittadino italiano è rimasto vittima di un incidente aereo nei pressi di Nuuk, in Groenlandia, il 25 ottobre scorso, mentre era a bordo del proprio velivolo da turismo proveniente dal Canada. Lo fa sapere la Farnesina in una nota, informando che, allertata dalle autorità locali, l’ambasciata d’Italia a Copenaghen ha seguito il caso, in raccordo con il Console onorario.
Le autorità locali hanno individuato il relitto nella giornata di ieri, insieme al corpo del connazionale. L’ambasciata d’Italia a Copenaghen è in contatto con i familiari della vittima.
Inaugurato nel reparto di Chirurgia Generale dell'ospedale... 
Dolci, succosi e dal colore arancio intenso, i cachi sono il frutto simbolo dell’autunno. Di origine orientale, oggi sono coltivati anche in Italia e conquistano i mercati con il loro sapore zuccherino e la polpa morbida o croccante, a seconda della varietà. Ma oltre a essere deliziosi, i cachi nascondono numerosi benefici per la nostra salute, dall’energia che ci danno al sostegno per intestino e sistema immunitario.
Frutto ricco di nutrienti
I cachi non sono solo dolci: sono un concentrato di acqua, fibre, vitamine e minerali. Erroneamente considerati 'troppo calorici', in realtà forniscono circa 70 calorie per 100 grammi e apportano zuccheri semplici, che insieme a fibre e acqua vengono assimilati lentamente, dando senso di sazietà senza picchi glicemici eccessivi. Contengono vitamina A e C, potassio e composti antiossidanti come carotenoidi e polifenoli, che proteggono le cellule dallo stress ossidativo.
Dal punto di vista digestivo, i cachi hanno un delicato effetto lassativo: un alleato prezioso per chi soffre di stitichezza, da consumare senza esagerare e nelle giuste quantità.
Varietà e caratteristiche
In Italia i cachi sono coltivati soprattutto in Emilia-Romagna, Campania, Veneto e Sicilia. Tra le varietà più diffuse troviamo:
- il Loto di Romagna: eccellenza Igp, polpa dolce e succosa.
- varietà Vaniglia: profumata e aromatica, ricorda la spezia da cui prende il nome.
- il Cioccolatino: al completo maturazione ricorda il gusto del cioccolato.
- il Rojo Brillante: antica varietà spagnola, polpa soda e croccante.
A seconda della maturazione e del contenuto di tannini, i cachi possono essere astringenti, da consumare solo quando ben maturi, o non astringenti, già pronti da mangiare. La polpa matura, dolce e morbida, è perfetta anche per dolci, crostate, mousse o da abbinare a formaggi e salumi.
I 6 benefici principali dei cachi
1. Potere antiossidante - Grazie a vitamina C e beta-carotene, i cachi aiutano a proteggere le cellule dai radicali liberi, sostenere il sistema immunitario e contrastare i segni dell’invecchiamento.
2. Amici dell’intestino - Fibre e acqua rendono i cachi ottimi per il transito intestinale e per chi soffre di stitichezza. Consumati a colazione, magari in una bowl con yogurt e cereali, diventano un vero alleato per iniziare la giornata sazi e in forma.
3. Benefici per cuore e pressione - Il potassio aiuta a bilanciare i livelli di sodio, regolare la pressione e favorire la funzione muscolare. Perfetti per chi pratica sport o ha bisogno di supporto nella contrazione muscolare.
4. Energia naturale - Dolci ma nutrienti, i cachi forniscono zuccheri di pronto utilizzo, minerali e vitamine, ideali per bambini, anziani, sportivi e chiunque abbia bisogno di una ricarica di energia rapida e sana.
5. Pelle e vista al top - Beta-carotene e vitamina A aiutano a mantenere pelle e occhi in salute, proteggendoli dall’invecchiamento e dalla luce dannosa.
6. Perfetti anche a dieta - Nonostante il loro sapore zuccherino, i cachi sono ottimi alleati per chi vuole mantenere la linea. Grazie all’acqua e alle fibre, saziano rapidamente e idratano, permettendo di soddisfare la voglia di dolce senza ricorrere a dessert confezionati.
I cachi non sono solo frutti autunnali irresistibili: sono un concentrato di salute da gustare ogni giorno. Come ci ricorda il nutrizionista Dott. Simone Gabrielli, non esiste un alimento “miracoloso”, ma inserire frutta e verdura in modo equilibrato nella dieta quotidiana fa davvero la differenza.

"Le patrimoniali ricompaiono ciclicamente nelle proposte della sinistra. È rassicurante sapere che, con la destra al Governo, non vedranno mai la luce". Lo scrive sui social la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Secondo quanto emerge da un sondaggio realizzato da Izi, azienda di analisi e valutazioni economiche e politiche, presentato ieri mattina nel corso della trasmissione l'Aria che Tira condotta da David Parenzo su La 7, la stragrande maggioranza degli elettori italiani, quasi l’84%, è favorevole all’introduzione di un'imposta sui super patrimoni.
La 'Mamdani tax' è dunque un provvedimento di redistribuzione della ricchezza che convince la stragrande maggioranza degli italiani, a prescindere dall’orientamento politico. Alla domanda sulla opportunità di introdurre una tassa sui super patrimoni da oltre 10 milioni di euro, una tantum, l’83,8% degli italiani si dice favorevole e il 16,2% contrario.
Andando poi a vedere le scelte degli elettori secondo il voto, il risultato si discosta leggermente dalla media: tra coloro che si riconoscono nei partiti di governo l’81,4% è favorevole alla patrimoniale, mentre tra chi vota i partiti di centrosinistra (Pd, M5s e Avs) l’84,5% dice sì alla tassa sulla ricchezza.
"L’81% degli elettori della destra è favorevole all’introduzione di una tassa sulle grandi ricchezze, e l’84% degli elettori di centrosinistra è d’accordo con questa ipotesi. Una tassa che si rivolgerebbe a un settore limitatissimo del nostro Paese, e che non metterebbe in povertà nessuno, ma i cui benefici per tanti sarebbero evidenti - ha commentato su X Nicola Fratoianni di Avs - Allora ci muoviamo? Meloni e Tajani accoglierete le nostre proposte su questo?".
"Tassare i patrimoni e le rendite elevate, oltre una soglia ragionevolmente alta, attraverso un contributo solidale allo sforzo del Paese per ridurre l’ingiustizia sociale crescente è una misura riformista non radicale. Tutti dovrebbero trovarsi d’accordo - ha sottolineato in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut - E si può fare in Italia senza attendere decisioni europee. In Italia si può subito intervenire, per esempio, sulla fiscalità urbana graduando il prelievo degli oneri di urbanizzazione sulla base del profitto generato dalla rendita immobiliare e urbana. L’Italia, in questo specifico ambito, è la Cenerentola d’Europa. Il prelievo tocca in media il 2% del valore aggiunto delle trasformazioni urbane. Mentre in Europa oscilla tra il 20 e il 50%”.
Per Giuseppe Conte però la super patrimoniale "non è risolutiva". "Oggi sono tre le emergenze da risolvere subito con la legge di Bilancio: imprese, famiglie e sicurezza. La soluzione potrebbe essere anche questa super patrimoniale, io l'ho anche valutata da presidente del Consiglio, ma non è risolutiva, questi grandi patrimoni non daranno grosse risorse per le emergenze che abbiamo", ha detto il leader M5S a L'aria che tira.

'Ballando con le stelle' torna stasera sabato 8 novembre per la settimana puntata. Lo show dance condotto da Milly Carlucci, su Rai1 dalle 21.25, va in onda tra diversi punti interrogativi. Francesca Fialdini sta meglio dopo l'infortunio al piede destro? Cosa succede a Nancy Brilli dopo il k.o. di Carlo Aloia, bloccato da un problema al polpaccio a poche ore dallo spareggio con la coppia formata dalla Signora Coriandoli e Simone Di Pasquale? Tra tante domande, in attesa dell'auspicato ritorno di Andrea Delogu dopo la tragica scomparsa del fratello Evan, Ballando si affida alle certezze.
Ballerina per una notte sarà Monica Guerritore, protagonista e regista del film dedicato alla vita di una delle attrici italiane più apprezzate e famose: Anna Magnani. Dal 6 novembre la pellicola sarà nelle sale italiane, ma intanto il pubblico di Rai1 potrà vederla sul palcoscenico dell'auditorium del foro italico in Roma proprio in un omaggio ad Anna Magnani, danzando in coppia con Luca Urso.
La puntata di sabato scorso è stata vinta dalla coppia Fabio Fognini e Giada Lini, mentre Beppe Convertini è stato il primo eliminato. Domani si dovrebbe scoprire chi sarà il secondo, tra Emma Coriandoli e Nancy Brilli: l'infortunio di Carlo Aloia, però, rischia di modificare la situazione.
Come sempre, una coppia al termine della puntata, potrebbe essere eliminata, ma tutte, a distanza di qualche settimana, avranno la possibilità di rientrare in gara. I concorrenti dovranno sottoporsi a prove a sorpresa che saranno valutate dalla giuria di esperti e da quella popolare. A capitanare la giuria in studio è Carolyn Smith, affiancata da Guillermo Mariotto, Fabio Canino, Ivan Zazzaroni e Selvaggia Lucarelli, protagonista finora di una serie di 'duelli' verbali con i concorrenti, in primis Barbara D'Urso.
Al fianco di Rossella Erra, invece, ci sono i volti di Sara Di Vaira e Matteo Addino, sempre nella veste di 'Tribuni del popolo'. Le tre voci avranno la possibilità di contestare le votazioni e in una fase della gara di smentirle premiando qualcuno dei concorrenti penalizzati. Il giudizio finale su eliminazioni e promozioni spetterà sempre al pubblico da casa che potrà votare sui social dai profili ufficiali di Ballando con le stelle. Sulla classifica incide anche il tesoretto legato alle decisioni di Alberto Matano, conduttore di 'Vita in Diretta'.

Nonostante il positivo andamento del mercato del lavoro, al Mezzogiorno è sempre più marcato il sorpasso dei pensionati sui lavoratori: nel Sud e nelle Isole il numero degli assegni erogati è nettamente superiore a quello di dipendenti e autonomi. Nel 2024, infatti, a fronte di 7,3 milioni pensioni pagate si registravano poco più di 6,4 milioni di occupati. Lo certifica il Centro Studi della Cgia che segnala come nel Mezzogiorno - unica ripartizione geografica che presenta questo squilibrio - la regione con il disallineamento più marcato è la Puglia che registra un saldo negativo pari a 231.700 unità. Ad eccezione della Liguria, dell’Umbria e dalle Marche, invece, le regioni del Centro-Nord mantengono un saldo positivo che si è rafforzato, grazie al buon andamento dell’occupazione avvenuto negli ultimi 2/3 anni. Dalla differenza tra i contribuenti attivi (lavoratori) e gli assegni erogati ai pensionati, spicca, sempre nel 2024, il risultato della Lombardia (+803.180), del Veneto (+395.338), del Lazio (+377.868), dell’Emilia Romagna (+227.710) e della Toscana (+184.266).
Nel frattempo, comunque, la situazione è destinata a peggiorare, anche al Centro-Nord. Tra il 2025 e il 2029, infatti, si stima che poco più di 3 milioni di italiani lasceranno il posto di lavoro. Di questi ultimi, infatti, 2.244.700 (pari al 74 per cento circa del totale) riguarderanno persone che lavorano nelle regioni centro settentrionali, aggravando i problemi di imprenditori che già adesso faticano a trovare personale disponibile a recarsi in fabbrica o in cantiere.
Dall’analisi del saldo tra il numero di occupati e le pensioni erogate nel 2024, la provincia più “squilibrata” d’Italia è Lecce: la differenza è pari a -90.306. Seguono Reggio Calabria con -86.977, Cosenza con -80.430, Taranto con -77.958 e Messina con -77.002. La Cgia segnala comunque che l’elevato numero di assegni erogati nel Sud e nelle Isole non è ascrivibile alla eccessiva presenza delle pensioni di vecchiaia/anticipate, ma, invece, all’elevata diffusione dei trattamenti assistenziali e di invalidità che si 'scontrano' con un tasso di occupazione molto inferiore alla media UE e la presenza di troppi lavoratori irregolari. La combinazione di questi fattori ha ridotto progressivamente il numero dei contribuenti attivi e, conseguentemente, ingrossato la platea dei percettori di welfare.
Verosimilmente, nei prossimi anni la situazione è prevista in peggioramento in tutto il Paese, anche nelle zone più avanzate economicamente. Tuttavia, già oggi ci sono 8 province settentrionali che al pari della quasi totalità di quelle meridionali registrano un numero di pensioni erogate superiore a quello dei lavoratori attivi. Esse sono: Rovigo (-2.040), Sondrio (-2.793), Alessandria (-6.443), Vercelli (-7.068), Biella (-9.341), Ferrara (-9.984), Genova (-10.074) e Savona (-13.753). Due province della Liguria su quattro presentano un risultato anticipato dal segno meno, mentre in Piemonte sono tre su otto. Delle 107 province d’Italia monitorate in questa analisi dell’Ufficio studi della Cgia, “solo” 59 presentano un saldo positivo. Infine, le uniche realtà territoriali del Mezzogiorno che registrano una differenza positiva sono Matera (+938), Pescara (+3.547), Bari (+11.689), Cagliari (+14.014) e Ragusa (+20.333).
Con sempre più pensionati e un numero di occupati che, tendenzialmente, dovrebbe rimanere stabile, nei prossimi anni - ricorda l'associazione - la spesa pubblica è destinata ad aumentare e nel giro di poco tempo queste dinamiche potrebbero compromettere l’equilibrio dei conti pubblici e la stabilità economica e sociale dell’Italia. Per frenare questa tendenza è fondamentale ampliare la base occupazionale, facendo emergere i tanti lavoratori in nero presenti nel Paese, incrementando, in particolare, i tassi di occupazione dei giovani e delle donne che, in Italia, restano tra i più bassi d’Europa.
Con tanti pensionati e pochi giovani, anche le imprese sono in seria difficoltà. Reperire sul mercato del lavoro figure professionali altamente specializzate è ormai diventata un’impresa quasi impossibile. Ad oggi, la regione che presenta l’indice di anzianità dei dipendenti privati più elevato è la Basilicata (82,7). Significa che ogni 100 dipendenti al di sotto dei 35 anni, ve ne sono 82,7 che hanno oltre 55 anni. Seguono la Sardegna (82,2), il Molise (81,2), l’Abruzzo (77,5) e la Liguria (77,3). Il dato medio nazionale è pari al 65,2. Le regioni meno “colpite” da questo fenomeno - anche se già da alcuni anni sono costrette comunque a fare i conti con questa criticità - sono l’Emilia Romagna (63,5), la Campania (63,3), il Veneto (62,7), la Lombardia (58,6) e il Trentino Alto Adige (50,2).

Stasera, sabato 8 novembre, in prima serata su Canale5 l’appuntamento è con una nuova puntata di ‘Tu si que vales’ e con nuove eccellenti performance di artisti di tutte le età e provenienti da tutto il mondo.
Uno show ricco di artisti capaci di dimostrare tutto il loro talento. Tra questi: maghi, mentalisti, ballerini, acrobati, cantanti, attori, sportivi, giocolieri…pronti a esibirsi sul palco per provare a conquistare il sì dalla giuria composta da: Maria De Filippi, Paolo Bonolis, Rudy Zerbi, Luciana Littizzetto e Sabrina Ferilli che anche questa settimana vestono i panni di grandi artisti della musica insieme a Mara Venier, Elodie, Paolo Conticini, Alessandro Cattelan e Garrison.
A condurre lo show l’affiatato trio formato: Giulia Stabile, Alessio Sakara e Martin Castrogiovanni.
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