
Era conservato nel locale lavanderia e coperto da più strati di lenzuola il cadavere mummificato dell'anziana di Borgo Virgilio, in provincia di Mantova, di cui il figlio non aveva denunciato la morte per poter continuare a incassarne la pensione.
Una truffa all'Inps, durata probabilmente diversi anni e scoperta solo quando la carta d'identità della donna, che oggi avrebbe 85 anni, è scaduta. Per non 'perdere' la pensione, il figlio di 56 anni si è vestito da donna, ha indossato la parrucca e lo scorso 11 novembre si è presentato all'ufficio anagrafe di Borgo Virgilio. Fingendosi la madre, ha firmato tutti i documenti necessari al rinnovo e consegnato le fototessere, prima di allontanarsi.
L'addetta allo sportello lo ha lasciato andare, ma insospettita ha allertato la Polizia locale del Comune in provincia di Mantova. L'ufficio anagrafe a quel punto ha ricontattato la finta anziana, chiedendole di tornare negli uffici per nuove firme la mattina del 19 novembre. All'appuntamento si è nuovamente presentato il figlio, sempre travestito da donna, con trucco e smalto sulle unghie. Scoperto dalla Polizia locale, ha ammesso tutto.
Agli agenti che gli chiedevano dove si trovasse la madre, ha dato indicazioni infondate. A quel punto, avvertito il pm di turno, è partito il controllo nell'abitazione del 56enne. Lì - fa sapere il comando provinciale dei carabinieri di Mantova in una nota - all'interno del locale lavanderia, vicino a un armadio, è stato ritrovato un involucro di grosse dimensioni, composto da due sacchi a pelo. All'interno, avvolto con più strati di lenzuola, è stato scoperto il cadavere in evidente stato di mummificazione e inodore.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri del nucleo investigativo di Mantova, per i rilievi tecnici, durante i quali sono stati repertati alcuni oggetti d'interesse investigativo. Sul cadavere, portato all'ospedale 'Carlo Poma' di Mantova, è stata disposta l'autopsia, necessaria a stabilire cause e data della morte dell'anziana. Un elemento necessario per calcolare l'importo che il 56enne - denunciato per occultamento di cadavere, truffa ai danni dello Stato, sostituzione di persona e falso in atto pubblico - avrebbe truffato all'Inps, percependo la pensione mensile della madre, comprensiva anche della reversibilità di quella del padre, un medico del posto morto anni fa.

L’Agidae, associazione gestori istituti dipendenti dall’autorità ecclesiastica, in occasione del 65mo anniversario della sua istituzione, organizza il convegno nazionale di studi e l’assemblea ordinaria, dal tema: 'Identità e missione - le attività degli enti religiosi tra norma canoniche e leggi civili'. L’evento si terrà sabato 22 novembre 2025, alle ore 8.30, presso la Pontificia Università Urbaniana – Scv. Il convegno vuole costituire un momento di confronto e di crescita condivisa per gli Istituti associati i quali saranno chiamati ad accettare le sfide future a partire dalla riforma del codice civile sugli adeguati assetti amministrativi per gli enti collettivi, dalla soluzione prospettata in tema di Imu, dal ricorrente confronto tra le attività svolte dal terzo settore e le opere degli enti ecclesiastici, ai nuovi scenari collegati all’utilizzo dell’intelligenza artificiale e la cyber security in materia di tutela dei dati e rischi e responsabilità dei gestori degli istituti ai sensi del d.lgs 231/2001.
Ampio spazio sarà dedicato all’introduzione del Previfonder, ossia, della Previdenza complementare per tutti i lavoratori degli enti ecclesiastici aderenti ai tre Ccnl Agidae: istruzione, socio-sanitario assistenziale e Università pontificie. L’evento avrà inizio con la lettura del messaggio che il Santo Padre, Papa Leone XIV, ha rivolto all’Agidae, sulla necessità “dell’armonizzazione tra principi del diritto civile italiano e la normativa canonica e di proseguire nel prestare l’attenzione ai valori sociali e civili, come pure alla formazione permanente dei gestori e dei dipendenti”.
Seguirà la concelebrazione eucaristica, presieduta da S.e. mons. Michele Di Tolve, vescovo ausiliare della Diocesi di Roma, dal presidente di Agidae - Padre Francesco Ciccimarra e dai sacerdoti componenti del consiglio direttivo. Tra gli interventi al convegno si segnalano la presenza di Maurizio Leo, vice-ministro dell’Economia e Finanza, Mario Pepe, Presidente Covip, Fulvio Baldi, sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione, Ciro Santoriello, procuratore aggiunto Procura di Cuneo, Rosa Del Prete, magistrato Corte di Appello Napoli e Filippo Trefiletti, direttore generale di Accredia.
Abbanoa, sospese per questo fine settimana le interruzioni... 
Circa 2.500 persone, tra cui numerosi aderenti alla galassia anarco-antagonista, sono partiti oggi, venerdì 21 novembre, da piazza Maggiore a Bologna per il corteo, organizzato da Potere al Popolo, in occasione dell'incontro di basket di Virtus-Maccabi Tel Aviv, al palazzetto dello sport. Protestano contro la scelta di far disputare una partita con una squadra israeliana.
La partita al PalaDozza e la polemica
Alle 20.30 è, infatti, in programma al PalaDozza la sfida di Eurolega tra Virtus Bologna e Maccabi Tel Aviv, che si svolgerà dopo le polemiche dei giorni scorsi, con l'area intorno al palazzetto blindata. Alla manifestazione partecipano, tra gli altri, Potere al popolo, sindacati di base, giovani palestinesi e collettivi, rilanciando la campagna 'Show Israel the red card'. Insieme a loro anche l'attivista Patrick Zaki.
Le critiche della Lega
"È folle trasformare uno spettacolo sportivo in un momento di scontro e violenza: certa sinistra che soffia sul fuoco della rabbia si dimostra irresponsabile e indegna" si legge in una nota della Lega. "Affettuosa e totale solidarietà alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine".

La vicenda della famiglia anglo-australiana stabilitasi nei boschi di Palmoli, a Chieti, con i tre bambini trasferiti con la madre in una casa famiglia su decisione della magistratura, è all'attenzione del governo.
A quanto apprende l'Adnkronos, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni avrebbe avuto sulla vicenda un colloquio con il ministro della Giustizia Carlo Nordio e non si esclude che da via Arenula possano essere inviati gli ispettori per fare luce sulle misure del Tribunale per i minorenni dell’Aquila che ha disposto l’allontanamento urgente dei tre figli[1] della coppia.
Quello delineato dai giudici è un quadro di "grave pregiudizio per l’integrità fisica e psichica dei bambini, l'assistenza materiale e morale, la vita di relazione e la riservatezza". I bambini, di 6 e 8 anni, sono stati collocati in casa-famiglia, mentre ai genitori è stata sospesa la responsabilità genitoriale.
Secondo i giudici, presieduti da Cecilia Angrisan, i bambini hanno finora vissuto in un "rudere fatiscente e privo di utenze", oltre che in una piccola roulotte. La perizia depositata dai genitori ha confermato “l’assoluta assenza di impianti elettrico e idrico/sanitario", oltre alla mancanza di infissi e rifiniture.
Per i giudici è inoltre "del tutto insufficiente" a garantire la sicurezza dei bambini, mancando collaudo statico, certificazioni e verifiche sulle condizioni igienico-sanitarie. Il provvedimento afferma che, in assenza di requisiti di abitabilità, "l'assenza di agibilità… comporta una presunzione ex lege dell’esistenza di pericolo di pregiudizio per l’incolumità e l’integrità fisica dei minori”. Si cita inoltre il rischio sismico, l’assenza di prevenzione incendi e problemi legati all’umidità, che potrebbero incidere a lungo andare “sullo sviluppo di patologie polmonari”.

La vicenda della famiglia anglo-australiana stabilitasi nei boschi di Palmoli, a Chieti, con i tre bambini trasferiti con la madre in una casa famiglia su decisione della magistratura, è all'attenzione del governo.
A quanto apprende l'Adnkronos, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni avrebbe avuto sulla vicenda un colloquio con il ministro della Giustizia Carlo Nordio e non si esclude che da via Arenula possano essere inviati gli ispettori per fare luce sulle misure del Tribunale per i minorenni dell’Aquila che ha disposto l’allontanamento urgente dei tre figli[1] della coppia.
Quello delineato dai giudici è un quadro di "grave pregiudizio per l’integrità fisica e psichica dei bambini, l'assistenza materiale e morale, la vita di relazione e la riservatezza". I bambini, di 6 e 8 anni, sono stati collocati in casa-famiglia, mentre ai genitori è stata sospesa la responsabilità genitoriale.
Secondo i giudici, presieduti da Cecilia Angrisan, i bambini hanno finora vissuto in un "rudere fatiscente e privo di utenze", oltre che in una piccola roulotte. La perizia depositata dai genitori ha confermato “l’assoluta assenza di impianti elettrico e idrico/sanitario", oltre alla mancanza di infissi e rifiniture.
Per i giudici è inoltre "del tutto insufficiente" a garantire la sicurezza dei bambini, mancando collaudo statico, certificazioni e verifiche sulle condizioni igienico-sanitarie. Il provvedimento afferma che, in assenza di requisiti di abitabilità, "l'assenza di agibilità… comporta una presunzione ex lege dell’esistenza di pericolo di pregiudizio per l’incolumità e l’integrità fisica dei minori”. Si cita inoltre il rischio sismico, l’assenza di prevenzione incendi e problemi legati all’umidità, che potrebbero incidere a lungo andare “sullo sviluppo di patologie polmonari”.
“Bene che l’appello della Lega e di migliaia di cittadini venga ascoltato. Adesso si vada fino in fondo per riportare quei bambini tra le braccia di mamma e papà. Sono pronto ad andare in Abruzzo già nei prossimi giorni”, il commento di Matteo Salvini, commentando la notizia.

Scene di guerriglia urbana oggi, venerdì 21 novembre a Bologna. Lancio di razzi e fuochi d'artificio contro le forze dell'ordine al corteo di protesta contro la partita Virtus Bologna-Maccabi Tel Aviv tra via Marconi e via delle Lame a Bologna. Gli agenti hanno risposto con idranti e lacrimogeni.
Partito da piazza Maggiore, il corteo - circa 5mila i partecipanti secondo gli organizzatori - si è diviso, poi, in più tronconi. Una parte ha proseguito lungo via Marconi, un'altra verso Ugo Bassi, un'altra ancora verso piazza Malpighi. Per due volte si è fermato a pochi metri dal cordone delle forze dell'ordine per intonare slogan come 'Governo Meloni dimissioni!', 'Se non cambierà, intifada pure qua' e 'Blocchiamo tutto'.
La partita al PalaDozza e la polemica
Protestano contro la decisione di far giocare stasera una squadra israeliana al PalaDozza la sfida di Eurolega tra Virtus Bologna e Maccabi Tel Aviv. Alla manifestazione partecipano, tra gli altri, Potere al popolo, sindacati di base, giovani palestinesi e collettivi, rilanciando la campagna 'Show Israel the red card'. Insieme a loro anche l'attivista Patrick Zaki.
Le critiche della Lega
"È folle trasformare uno spettacolo sportivo in un momento di scontro e violenza: certa sinistra che soffia sul fuoco della rabbia si dimostra irresponsabile e indegna" si legge in una nota della Lega. "Affettuosa e totale solidarietà alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine".

Scene di guerriglia urbana oggi, venerdì 21 novembre a Bologna. Lancio di razzi e fuochi d'artificio contro le forze dell'ordine al corteo di protesta contro la partita Virtus Bologna-Maccabi Tel Aviv tra via Marconi e via delle Lame a Bologna. Gli agenti hanno risposto con idranti e lacrimogeni.
Partito da piazza Maggiore, il corteo - circa 5mila i partecipanti secondo gli organizzatori - si è diviso, poi, in più tronconi. Una parte ha proseguito lungo via Marconi, un'altra verso Ugo Bassi, un'altra ancora verso piazza Malpighi. Per due volte si è fermato a pochi metri dal cordone delle forze dell'ordine per intonare slogan come 'Governo Meloni dimissioni!', 'Se non cambierà, intifada pure qua' e 'Blocchiamo tutto'.
La partita al PalaDozza e la polemica
Protestano contro la decisione di far giocare stasera una squadra israeliana al PalaDozza la sfida di Eurolega tra Virtus Bologna e Maccabi Tel Aviv. Alla manifestazione partecipano, tra gli altri, Potere al popolo, sindacati di base, giovani palestinesi e collettivi, rilanciando la campagna 'Show Israel the red card'. Insieme a loro anche l'attivista Patrick Zaki.
Le critiche della Lega
"È folle trasformare uno spettacolo sportivo in un momento di scontro e violenza: certa sinistra che soffia sul fuoco della rabbia si dimostra irresponsabile e indegna" si legge in una nota della Lega. "Affettuosa e totale solidarietà alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine".
Sino al 4/1 percorso in quattro sezioni dal disegno a fotografia... 
“Siamo di fronte a uno scenario apocalittico e a 59 guerre aperte, ma ciò che manca tragicamente alla politica internazionale è una visione universale”. Lo ha dichiarato monsignor Vincenzo Paglia intervenendo all’università degli studi Link durante la conferenza su 'Pace e risoluzione dei conflitti globali'. Richiamando Papa Francesco e l’enciclica ‘Laudato si’, Paglia ha sottolineato come il Pontefice ricordi che “il pianeta è la casa comune di tutti” e che “di fronte alle crisi globali non ci si salva da soli». Una prospettiva che, secondo Paglia, la politica non ha ancora fatto propria: "È questa la visione che manca, la dimensione del noi universale”.
Il presidente della Pontificia Accademia per la Vita ha ricordato come “dopo l’89 avremmo potuto sognare la pace universale” citando Mozambico, Oslo e la fine dell’apartheid in Sudafrica, “momenti in cui si capì che si poteva stare insieme”. Oggi invece, ha affermato, "assistiamo al ritorno dei nazionalismi etnici, alla balcanizzazione del mondo”, una dinamica che paragona al conflitto nell’ex Jugoslavia: “Negli anni ’92-’93 c’erano un milione e mezzo di matrimoni misti: la convivenza era possibile”.
Per Paglia “la guerra giusta non ha più senso” perché “i conflitti moderni fanno più vittime civili che militari” e manca un’architettura giuridica internazionale capace di dichiarare la guerra “fuori legge”. La pace, ha ribadito, “non è solo un compito della politica, ma di università, economie, chiese, informazione e società civile”.

“Spero che da questa partnership con l’Università possano nascere opportunità per alcuni studenti timoresi di iscriversi qui e proseguire gli studi nei campi offerti dalla Link”. Lo ha dichiarato il presidente di Timor Est e Premio Nobel per la Pace, José Manuel Ramos-Horta, a margine del suo intervento alla Link Campus University di Roma.
Il leader timorese ha ricordato l’investimento massiccio del suo Paese nella formazione internazionale: “Abbiamo studenti in molti Paesi del mondo. Abbiamo investito decine di milioni di dollari per mandarli nelle università di Asia, Australia, Cina, Vietnam e altri. Il 60% della nostra popolazione ha meno di 30 anni, il 50% meno di 20: abbiamo tantissimi giovani che devono continuare la loro formazione”.
Ramos-Horta ha poi allargato lo sguardo al contesto internazionale, sottolineando la difficoltà di essere ottimisti di fronte alle crisi globali, ma trovando un segnale di speranza nelle mobilitazioni popolari: “Mi rincuora vedere milioni di persone negli Stati Uniti e in Europa protestare contro le politiche dei loro governi sulla tragedia di Gaza. C’è un grande divario tra i popoli e le élite europee”. Duro il giudizio del presidente timorese sulle posizioni di parte dell’Occidente: “La politica dell’Occidente su Israele ha portato la cosiddetta civiltà occidentale in un abisso di immoralità. Se sei indifferente a un genocidio, cosa sei? In cosa credi?”. Ramos-Horta ha concluso affermando di non voler più ascoltare lezioni sui diritti umani da parte di leader europei: “Se qualcuno parla di democrazia o diritti umani, gli dico: per favore, parli di Gaza. Voglio sentirli parlare di Gaza.”
Acquisite quote consistenti, ma Giulini rimane alla guida... 
Meno di 48 ore alla nuova tornata elettorale in Veneto, Campania e Puglia, dove domenica 23 e lunedì 24 novembre si voterà per scegliere i nuovi governatori delle tre Regioni e i componenti del Consiglio regionale. Sono quasi 12 milioni in totale i cittadini chiamati alle urne, migliaia le sezioni coinvolte. I seggi saranno aperti dalle 7 alle 23 di domenica e quindi lunedì dalle 7 alle 15. Ma quali sono i candidati e come si vota? Ecco un vademecum regione per regione.
Il voto in Veneto
Sono 4.296.562 gli elettori che in Veneto domenica e lunedì saranno chiamati a eleggere il nuovo presidente della Regione che, con il suo avversario diretto e altri 49 nuovi consiglieri regionali eletti tra gli 845 candidati delle 16 liste che si presentano al voto, andranno a comporre il nuovo consiglio regionale di Palazzo Ferro Fini.
Sono 5 i candidati alla presidenza: Alberto Stefani per il centrodestra (Lega, Fdi, Fi, Udc, Noi Moderati, Liga Veneta Repubblica); Giovanni Manildo per il campo largo (Pd, M5s, Avs, Il Veneto che Vogliamo, Rete delle Civiche Progressiste, +Europa, Volt Italia, Psi, Movimento Socialista Liberale); Fabio Bui per i Popolari per il Veneto; Marco Rizzo per Democrazia sovrana popolare; Riccardo Szumski per la lista Resistere.
Rispetto a cinque anni fa saranno chiamati a votare complessivamente 140mila elettori in più, tra i quali ci sono 252.238 ragazzi e ragazze al loro primo voto regionale - il 5,87% del totale – e 22.076 neo-diciottenni al loro primo voto in assoluto.
Le sette circoscrizioni elettorali corrispondono alle province, tra le quali è Treviso quella con più elettori. Ne conta quasi 830mila (19,3% del totale), seguita da Padova (18,4%), Vicenza (18%), Verona (17,7%), Venezia (16,6%) a chiudere Belluno e Rovigo co poco più di 200mila elettori. Dal computo degli elettori vanno però tolti i veneti iscritti all’Aire che non votano alle regionali, a meno che non tornino appositamente per farlo. Attualmente sono 524.000, il 12% degli aventi diritto, e anche in questo caso la provincia che ne conta di più in assoluto è Treviso (28,6%), seguita da Vicenza (20,4%), Padova (13%), Venezia, Verona, Belluno e Rovigo (solo il 4,4%). Ed è inoltre da considerare che il 76% degli elettori veneti iscritti all’Aire risiede al di fuori dell’Unione europea. Una singolarità è però la loro incidenza sul totale degli elettori di ogni singola provincia che fa cambiare il quadro complessivo. In questo caso, la percentuale più elevata si registra a Belluno (25,7%), seguita da Treviso (18,1%), Vicenza (13,8%) e Rovigo (11,3%) e le restanti tre con valori inferiori al 10%. Una circostanza che fa sì che in 115 comuni (il 21% del totale) il numero degli iscritti alle liste elettorali superi quello della popolazione residente. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di piccoli comuni della fascia pedemontana e di montagna.
In Veneto le donne rappresentano il 50,9% del corpo elettorale chiamato al voto, con Venezia (51,34%), Padova (51,07%) e Rovigo (51,02%) che registrano una presenza femminile superiore alla media regionale, ma il divario con gli elettori maschi si è progressivamente ridotto negli ultimi dieci anni. Urne aperte domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15.
Il voto in Campania
Circa 5 milioni di elettori in Campania saranno chiamati a scegliere il nuovo governatore della Regione e i 50 componenti del Consiglio regionale. Domenica 23 e lunedì 24 novembre, i cittadini campani sceglieranno il successore di Vincenzo De Luca, che conclude il suo secondo mandato. Il 20 e 21 settembre 2020, l'ex sindaco di Salerno stravinse le elezioni sfiorando il 70% dei consensi, in piena emergenza Covid. Il dato più significativo, però, fu quello dell'astensione: alle urne si recò solo il 55% degli aventi diritto.
Sono 5825 le sezioni in cui si vota, delle quali la metà - 2896 - a Napoli. La soglia di sbarramento per tutte le liste è passata dal 3% al 2,5%, che sarà sufficiente per assegnare uno dei 50 seggi. La ripartizione per la composizione del Consiglio regionale della Campania prevede 27 seggi assegnati a Napoli e provincia, 9 a Salerno, 8 a Caserta, 4 ad Avellino e 2 a Benevento.
Sono 20 le liste a sostegno dei 6 candidati alla presidenza: 8 ciascuno per il candidato di centrosinistra Roberto Fico e di centrodestra Edmondo Cirielli, ed una ciascuna a sostegno degli altri 4 candidati indipendenti Nicola Campanile (Per - per le persone e la comunità), Giuliano Granato (Campania popolare), Carlo Arnese (Forza del popolo) e Stefano Bandecchi (Dimensione Bandecchi).
Il voto in Puglia
Devono scegliere tra quattro candidati alla presidenza e 13 liste gli oltre 3 milioni e 500 mila elettori pugliesi che domenica e lunedì 23 e 24 novembre sono chiamati alle urne per designare il governatore, che subentrerà a Michele Emiliano (in carica per 10 anni), e per rinnovare il Consiglio regionale.
Sono sei le circoscrizioni elettorali per cinque province (Foggia, Bat, Taranto, Brindisi e Lecce) e un'area metropolitana (Bari). I seggi sono 4.032, distribuiti nei 258 comuni della regione. Si vota domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15. Rispetto al 2020 sono diminuiti i candidati alla presidenza: allora furono 8. E anche il numero di liste è sensibilmente calato: sono 13 e all'epoca furono addirittura 29.
Gli aspiranti alla guida della Regione sono Ada Donno, per Puglia pacifista e popolare (con una unica lista che raggruppa Partito comunista italiano, Potere al Popolo, Risorgimento socialista); Sabino Mangano per l'Alleanza civica della Puglia, con una unica lista che mette insieme i movimenti Marziani e Next Italia; Antonio Decaro, candidato dei Progressisti con sei liste: Partito democratico, Movimento 5 stelle, Alleanza Verdi Sinistra, Decaro presidente, Per la Puglia–Decaro Presidente, Avanti Popolari con Decaro (dove c'è anche il Psi che presenta alcune candidature in Salento); Luigi Lobuono candidato della coalizione di centrodestra con cinque liste: Fratelli d'Italia, Forza Italia, Lega (insieme a esponenti di Udc, Nuovo Psi e Puglia popolare), Noi Moderati-Civici per Lobuono, La Puglia con Noi (solo nelle circoscrizioni Bat, Lecce, Taranto).
In Puglia è consentito il voto disgiunto tra la lista e il candidato presidente. Cinquanta i seggi in palio in Consiglio regionale più il presidente eletto. La legge elettorale prevede una soglia di sbarramento più abbordabile, il 4%, per le liste che si presentano in coalizione, più ostica, l'8% , per quelle che si presentano da sole a sostegno del candidato. Sono al massimo due le preferenze che gli elettori possono esprimere ma soltanto se sono a favore di candidati di sesso diverso e che facciano parte della stessa lista. Se si indicano candidati dello stesso sesso o di liste diverse la scheda viene annullata.

"La Sla è una patologia eterogenea: identificare i vari sottogruppi significa identificare i bersagli terapeutici da colpire. Penso che il passo più concreto dal 2026 sarà la stessa trasformazione che abbiamo visto in oncologia: una terapia diversa per ogni tipo di tumore. Perché anche la Sla, come il cancro, non è uguale per tutti. La tecnologia esiste, ma va sostenuta". Così Piera Pasinelli, fondatrice e direttrice del Weinberg Als Center alla Thomas Jefferson University di Philadelphia, e membro del'advisory board di Arisla, la Fondazione italiana di ricerca per la sclerosi laterale amiotrofica (Sla), partecipando all'evento di sensibilizzazione e beneficenza organizzato da Aisla, l'Associazione italiana Sla, 'La promessa 2025', a Roma.
Pasinelli auspica per il 2026 "l'arrivo di trial sempre più mirati, sia per le persone con mutazioni genetiche sia per quelle senza mutazioni note. Si tratta di studi clinici focalizzati su sottogruppi definiti da biomarcatori molecolari, identificati grazie alle biobanche e alle analisi delle firme cellulari che caratterizzano ogni piccolo sottogruppo di pazienti". Un ottimismo dettato anche dai recenti risultati scientifici. "Fino a 2 anni fa pensavamo che la Sla fosse una malattia incurabile - ricorda la specialista - ma l'efficacia di qalsody, la prima terapia contro la mutazione del gene Sod-1", la mutazione responsabile della Sla, "ha dimostrato che se individuiamo il target giusto la Sla può essere affrontata terapeuticamente".
Per permettere alla scienza di progredire fino a identificare i bersagli terapeutici citati da Pasinelli, sono però necessari "biobanche e registri coordinati, test genetici al momento della diagnosi, collaborazioni solide e investimenti adeguati", approfondisce Pasinelli che conclude con l'augurio "che il 2026 sia l'anno in cui anche in Italia entreremo pienamente nell'era della medicina di precisione per la Sla. Anche se ci arriveremo un passo alla volta, sarà un passo concreto e molto importante".

Cristian Camisa è stato confermato presidente di Confapi per il prossimo triennio nel corso dell’assemblea generale privata svoltasi oggi al Parco dei Principi Grand Hotel di Roma. Piacentino, 51 anni, Camisa è presidente e amministratore delegato della T.T.A., azienda che opera nel settore meccanico. Alla guida della Confederazione italiana della piccole e medie industrie private italiane da novembre del 2022, è attualmente anche membro del Cese, il Comitato economico e sociale europeo.
“Sono commosso e onorato – le prime parole del presidente Camisa dopo l’elezione – ringrazio l’assemblea e tutte le imprenditrici e imprenditori di Confapi per la fiducia che mi è stata rinnovata. Una grande responsabilità nel rappresentare una parte così importante del sistema produttivo italiano in un momento storico così delicato e carico di sfide, tra cui quelle legate a innovazione e sostenibilità, per continuare a essere competitivi sui mercati internazionali. Continueremo a portare avanti con ancora più forza e determinazione le istanze delle nostre imprenditrici e dei nostri imprenditori, staremo loro vicini, saremo il megafono delle loro esigenze senza compromessi e alchimie dialettiche”.
Nel corso del suo intervento in assemblea, Camisa ha ricordato i risultati conseguiti in questo triennio da Confapi. “Abbiamo consolidato in modo significativo – ha detto – il nostro ruolo nel sistema della rappresentanza imprenditoriale italiana, ampliando la nostra presenza non solo nei principali tavoli decisionali nazionali, ma anche in quelli europei. Siamo rientrati nel Cnel, siamo stati riconfermati al Cese e siamo stati nominati nella Cabina di regia del Piano Mattei e dell’Internazionalizzazione. Sempre sul fronte dell’internazionalizzazione abbiamo stipulato protocolli d’intesa con Sace e Simest e collaboriamo fattivamente con Ice per supportare le nostre aziende per massimizzare l’efficacia delle azioni internazionali sotto ogni punto di vista. Sul fronte della bilateralità, vero pilastro del welfare e dell’assistenza sanitaria per i nostri dipendenti, collaboriamo con Cgil, Cisl e Uil”.
Il presidente ha quindi presentato il programma strategico per il suo prossimo mandato che metterà i territori ancora di più al centro della Confederazione. “La ricchezza di Confapi – ha sottolineato – risiede proprio nella pluralità dei nostri territori: farli dialogare, metterli in rete e valorizzarne le specificità significa rendere l’Associazione più forte, più rappresentativa e al servizio di chi fa impresa. Promuoveremo un’agenda di dialogo e proposte per affrontare le crisi industriali del Centro-Nord, il cuore produttivo del Paese, rafforzare le filiere, sostenere la transizione verde e digitale nonché valorizzare il capitale umano come leva di competitività e coesione. Per il Sud del Paese, invece, avvieremo un progetto che punterà su legalità, innovazione, reti e sviluppo sostenibile, creeremo sportelli territoriali e percorsi di formazione per dirigenti. Continueremo a svolgere il nostro ruolo all’interno delle Istituzioni, italiane ed europee, e a incidere sulle politiche industriali, promuovendo un modello di sviluppo fondato su innovazione, equità e competitività”.
“I prossimi tre anni saranno fondamentali per rimanere competitivi sui mercati nazionali e internazionali. Per farlo – ha concluso - vogliamo sempre di più essere un punto di riferimento come l’unica vera Confederazione della piccola e media industria privata italiana”.
L’assemblea di Confapi ha eletto all’unanimità Filiberto Martinetto presidente emerito della Confederazione che prende il posto di Maurizio Casasco che da oggi non ricopre più alcun ruolo all'interno di Confapi. Martinetto, 91 anni, è uno dei pilastri di Confapi dove ricopre l’incarico di tesoriere nonché di presidente della commissione dei saggi.
Assemblea dei lavoratori, 'il governo faccia la sua parte'... 
A Cinecittà World si accendono le luci del Natale. Fino al 6 gennaio il Parco divertimenti del cinema e della tv di Roma diventa un magico set cinematografico dove adulti e bambini possono vivere in prima persona il più bel film delle feste.
“Il Natale a Cinecittà World -spiega ad Adnkronos/Labitalia David Tommaso, direttore generale Cinecittà World- rappresenta un momento speciale per i nostri ospiti, che qui nel Parco divertimenti di Roma possono vivere in prima persona il più bel film delle Feste. Quest’anno possiamo contare su una squadra di oltre 220 persone, che con professionalità e dedizione, contribuisce a rendere unica l’esperienza nel Parco".
"La nostra offerta natalizia -aggiunge- si rinnova di anno in anno e registra una crescita significativa di affluenza di pubblico. Anche per Natale abbiamo ampliato le attività dedicate alle famiglie e ai bambini con tante novità per tutti, tra cui: la nuova Casa di Babbo Natale, la pista di pattinaggio e gli spettacoli a tema completamente inediti. Per il Capodanno, inoltre, stiamo preparando la festa di Capodanno più grande d’Italia con eventi, djset, discoteche, cene, cenoni, fuochi d‘artificio e attrazioni aperte fino a notte”.
L’esperienza a Cinecittù world nel periodo natalizio inizia sulla Christmas Street, una scintillante New York anni ’20 vestita a tema tra luci, carrozze e pacchi regalo giganti, qui gli ospiti vengono avvolti da un’atmosfera incantata fatta di attrazioni, spettacoli dal vivo inediti e novità degne dei migliori film natalizi, tra cui la nuova pista di pattinaggio, icona dei grandi classici delle feste, e la suggestiva nevicata di Natale che imbianca la Street.
Ad aprire le porte alla magia è il Christmas Show, lo spettacolo che accende il Parco sulle note delle più amate colonne sonore natalizie, insieme ai personaggi simbolo del periodo. È così che inizia una giornata al Polo Nord…ma senza spostarsi dalla Capitale.
Grandi novità anche per la Casa di Babbo Natale: Santa Claus ha traslocato in un luogo ancora più grande e magico ed è pronto ad accogliere i piccoli ospiti nel suo caldo e accogliente salotto per scattare insieme la foto più emozionante delle feste. I bambini possono scrivere la letterina e inviarla direttamente dalla Sala degli Elfi, dove i laboriosi aiutanti smistano la posta diretta al Polo Nord. Per completare l’esperienza, c’è il viaggio su I-Fly, la montagna russa virtuale che trasporta gli ospiti sulla slitta di Babbo Natale sfrecciando in volo per consegnare i doni in tutto il mondo.
Lo spirito del Natale si fa sentire anche nei cuori più freddi con il nuovo spettacolo 'La notte che cambiò il Natale', la storia del Maestro Fiocco, un burbero giocattolaio che, grazie a un incontro speciale, riscopre la magia del Natale e torna a donare sorrisi ai bambini, celebrando i valori più autentici delle feste. Tra le vie del Far West, invece, arriva l’inedito 'Elf Express – Lettere dal West', un divertente show in cui gli elfi postini devono consegnare tutte le letterine in tempo per la Vigilia, tra colpi di scena e risate. Ma attenzione: tra le vie del Parco si aggira anche il dispettoso Grinch, riuscirà a resistere alla magia del Natale?
Per concludere l’anno in grande stile, Cinecittà World si prepara per la festa di Capodanno più grande d’Italia. Il 31 dicembre dalle 18 fino alle prime luci del nuovo anno, il Parco diventa un enorme villaggio del divertimento con 40 attrazioni aperte fino a notte, spettacoli dal vivo, concerti, dj set, discoteche, cene, cenoni e dinner show e la mezzanotte con i fuochi d’artificio. A chiudere le festività, il 6 gennaio, arriva la Befana con dolci, sorprese e tanta allegria per tutti i bambini.
Dal 25 col tema "Non siete sole" contro la violenza sulle donne... 
Il Consiglio di amministrazione di Assilea, Associazione italiana leasing, ha deliberato la nomina del prof. Giuseppe Schlitzer come nuovo Direttore Generale dell’Associazione per il triennio 2025- 2027. Schlitzer assumerà l'incarico a partire dal 24 novembre 2025, succedendo al Dott. Luca Ziero, in carica dal luglio 2022. Nato a Napoli, 63 anni, Schlitzer vanta una lunga e solida carriera nel mondo finanziario, istituzionale e delle associazioni di impresa avendo ricoperto ruoli di rilievo, tra gli altri, in Banca d'Italia, Confindustria, Febaf e da ultimo presso l’Asif, l’autorità di vigilanza e antiriciclaggio della Santa Sede. È inoltre docente di finanza internazionale presso l’Università Europea di Roma.
Nel ruolo di Direttore Generale, Giuseppe Schlitzer avrà la responsabilità di realizzare gli obiettivi associativi previsti dalle linee guida programmatiche definite dal Consiglio associativo e dal Presidente Paolo Guzzetti per il triennio 2025-2027 riguardanti in particolare il rafforzamento dell’azione di rappresentanza in tutte le sedi istituzionali per far conoscere il prodotto leasing e tutelarne le peculiarità. L’impegno di Assilea si concentrerà nel triennio in particolare su tre temi prioritari di grande rilevanza per il settore del leasing, la definizione di un quadro normativo prudenziale (Crr3 - Basilea 3+) che valorizzi il ruolo del leasing a supporto dell’economia, la promozione del ruolo del leasing come strumento per lo sviluppo di un’economia più verde e digitale e infine il riconoscimento della piena ammissibilità del leasing in tutti i programmi di agevolazione e incentivo per le imprese.
Il leasing si conferma come il principale strumento finanziario utilizzato dalle pmi per investire, innovare e crescere. Nonostante il contesto di elevata incertezza per le imprese causato dalle tensioni geopolitiche e dalla ridefinizione dei rapporti commerciali in atto a livello globale, cresce infatti il credito leasing alle imprese italiane nei primi dieci mesi del 2025 (+5,7%) con un volume di nuove operazioni di oltre 29,3 mld di euro.

"In alcuni casi la miastenia gravis è difficile da diagnosticare e purtroppo molto spesso è diagnosticata in ritardo. Questo accade non per la difficoltà, ma perché è una malattia rara e i medici che per primi visitano il paziente non ci pensano. Mediamente passa più di un anno tra l'esordio dei sintomi e la diagnosi corretta". Così Francesco Habetswallner, direttore Uoc Neurofisiopatologia Aorn Cardarelli di Napoli, durante l'evento 'Tutela del paziente con malattie rare: la miastenia gravis come paradigma', organizzato a Roma e promosso da Omar - Osservatorio malattie rare con il contributo non condizionato di Ucb Pharma.
"Altri ostacoli che si possono incontrare - prosegue Habetswallner - riguardano il non trovare gli anticorpi, le forme sieronegative o i test effettuati che non sono di livello adeguato. Tutti questi problemi si riflettono sulla salute e sulla qualità di vita del paziente, perché una diagnosi ritardata significa negare al paziente le terapie di cui ha necessità e, in alcuni casi, esporlo a terapie che sono nocive per la sua salute". I rischi sono quindi molteplici: "Le conseguenze di una mancata diagnosi sono importanti. Tra queste - precisa lo specialista - l'assenza di una presa in carico, il ritardo delle cure, l'accumularsi di disabilità. E' importante sensibilizzare tutti gli operatori sanitari per facilitare la diagnosi e anticiparla".

"Negli ultimi anni abbiamo terapie innovative per la miastenia gravis. Per il momento sono limitate a un certo tipo di pazienti ed esistono criteri piuttosto ristretti di accesso. Sono terapie molto ben tollerate, sicure e soprattutto hanno dimostrato di essere efficaci anche in quei pazienti che non rispondevano alle terapie precedenti". Queste le parole dic, direttore Neuroimmunologia e Malattie neuromuscolari, Fondazione Irccs Istituto neurologico Carlo Besta di Milano, durante l'evento organizzato a Roma da Omar - Osservatorio malattie rare con il contributo non condizionante di Ucb Pharma, intitolato 'Tutela del paziente con malattie rare: la miastenia gravis come paradigma'.
"I bisogni insoddisfatti dei pazienti con miastenia gravis sono due - prosegue Maggi - Il fatto che le terapie tradizionali funzionano poco o solo parzialmente, causando continui disturbi alle persone affette da questa patologia, e gli effetti collaterali legati sempre alle terapie tradizionali. C'è ancora tanto da fare, ma queste nuove terapie credo abbiano spianato la strada verso un controllo della malattia veramente soddisfacente".

"La spesa messa in campo per ricerca e sviluppo di farmaci di precisione per patologie rare merita un'attenzione particolare. I costi iniziali possono essere più alti, ma la resa in prospettiva è molto soddisfacente se gli investimenti vengono fatti nei modi e nei tempi giusti". Così Guido Quintino Liris (Fdi), membro della V Commissione Bilancio del Senato, intervenendo all'evento 'Tutela del paziente con malattie rare: la miastenia gravis come paradigma', organizzato a Roma e promosso da Omar - Osservatorio malattie rare, con il contributo non condizionato di Ucb Pharma.
"Affrontare queste patologie con le scoperte scientifiche e tecnologiche che abbiamo oggi a disposizione - sottolinea Liris - mette in condizioni il Servizio sanitario nazionale di non essere inflazionato", per questo "intervenire prima e meglio significa dare qualità di vita al paziente e un'opportunità in più in termini di guarigione. Inoltre - conclude - viene data una prospettiva di maggiore tenuta di conti pubblici a una nazione che deve rivedere il Servizio sanitario nazionale così come lo conosciamo alla luce di una platea di riferimento che è cambiata e di patologie nuove e rare che meritano di essere affrontate alla stessa maniera".
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