(Adnkronos) - Scatta oggi, 27 maggio 2025, l’emissione della ventesima edizione del Btp Italia, il titolo di Stato pensato specificamente per i piccoli risparmiatori che vogliono proteggere i propri soldi dall’erosione dei prezzi. Il rendimento minimo reale minimo garantito è stato fissato all’1,85%, a cui si aggiunge l’adeguamento semestrale all’inflazione italiana misurata dall’Istat. La cedola definitiva, ha comunicato il ministero dell’Economia e delle Finanze, sarà invece stabilita con successiva comunicazione nella mattinata di venerdì 30 maggio, all’apertura della quarta giornata di emissione, e potrà essere confermata o rivista al rialzo.
Ogni sei mesi, il capitale investito viene rivalutato in base all’andamento dei prezzi al consumo. Se l’inflazione sale, cresce anche il valore del titolo e delle cedole. Se invece i prezzi scendono o si verifica deflazione, lo Stato garantisce comunque il rendimento minimo dell’1,85%.
Il nuovo titolo ha una durata di sette anni, con scadenza fissata al 4 giugno 2032. Per chi lo acquista durante l’emissione e lo mantiene fino alla fine è previsto un premio fedeltà aggiuntivo dell’1% sul capitale iniziale investito.
La tassazione è agevolata al 12,5% invece del 26% applicato alla maggior parte degli investimenti finanziari. Il titolo è inoltre esente dalle imposte di successione e, fino a 50.000 euro investiti, non concorre al calcolo dell’Isee per l’accesso ai servizi pubblici.
La Prima Fase del periodo di collocamento, dedicata a risparmiatori individuali e affini, si svolgerà dal prossimo martedì 27 maggio fino a giovedì 29 maggio, salvo chiusura anticipata. Il numero indice dell’inflazione calcolato alla data di godimento e regolamento del titolo è 121,39000.
Per coloro che sottoscriveranno il titolo in questa fase e lo deterranno fino a scadenza (4 giugno 2032), è previsto un premio fedeltà pari all’1% del capitale investito. Per la sottoscrizione del BTP Italia, oltre a recarsi in banca o all’ufficio postale, è possibile anche l’acquisto online mediante il proprio home-banking (con funzione di trading abilitata).
La Seconda Fase, dedicata agli investitori istituzionali, avrà luogo nella giornata di venerdì 30 maggio dalle ore 10 alle 12. La data di regolamento di tutti gli ordini di acquisto eseguiti nella Prima e nella Seconda Fase è unica e coincide con quella di godimento.
Chi compra nei primi giorni si assicura il tasso minimo dell’1,85%, anche se venerdì 30 maggio potrebbe essere rivisto al rialzo. L’investimento minimo è di 1.000 euro e non sono previsti tetti massimi.
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(Adnkronos) - "La Perla è salva! Il simbolo del Made in Italy sarà rilanciato da un investitore che garantirà marchio, sito produttivo e tutti gli occupati". È quanto ha annunciato, secondo quanto si apprende, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al tavolo La Perla a Bologna, presso lo stabilimento di via Mattei.
"Sono qui con voi, perché questa era la battaglia del Made in Italy e l'abbiamo combattuta insieme, senza mai mollare. Grazie all’impegno straordinario dei commissari, dei curatori italiani, dei liquidatori inglesi e dello staff del Mimit, abbiamo individuato una soluzione industriale per una delle crisi più emblematiche del settore moda, tra le più complesse mai affrontate dal Ministero, per la prima volta alle prese con più procedure in diversi Paesi, con una complessità legale che appariva inestricabile. Un grande successo frutto di un lavoro di squadra", ha affermato Urso, secondo quanto si apprende.
"Siamo pronti ad assegnare La Perla - ha aggiunto - a un soggetto unitario che ha manifestato il proprio interesse per il marchio, il sito produttivo e i lavoratori, presentando un progetto industriale concreto per il rilancio di questa storica realtà, icona della moda italiana. Abbiamo voluto che questo momento decisivo si svolgesse qui - ha continuato Urso -, nel sito produttivo di Bologna, di fronte ai sindacati, ai lavoratori e alle istituzioni di questo territorio, perché lo devo alle lavoratrici che avevo incontrato all'inizio di questa vertenza e che mi hanno spronato a non mollare. Qui, in questo stabilimento è cominciata la storia di una grande icona del Made in Italy e qui si misura la resilienza del Made in Italy che stupisce e affascina il mondo".
"Anche in questo caso una crisi si è trasformata in opportunità, con più investimenti e più occupazione", ha affermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, che ha ringraziato il sottosegretario con delega alle crisi d’impresa Fausta Bergamotto per l’impegno profuso nel dossier.
"Il piano industriale presentato - ha aggiunto - prevede non soltanto l’assunzione dei 210 dipendenti coinvolti nelle procedure Lpm e Lpmg Ita, ma anche un incremento della forza lavoro con ulteriori 40 nuove assunzioni. Elemento qualificante del progetto è la volontà di mantenere e rilanciare il sito produttivo di Bologna, investendo nella sua progressiva riattivazione come cuore manifatturiero del marchio. Una scelta che, ben oltre il valore simbolico, riflette una strategia chiara di valorizzazione del Made in Italy come tratto identitario del brand".
"Il 10 giugno al Mimit presenteremo il soggetto industriale ai sindacati e alle istituzioni - ha detto Urso - e stiamo definendo con il ministero del Lavoro la norma per la proroga della cassa integrazione in attesa che si compiano tutte le procedure per il trasferimento al nuovo soggetto, norma che sarà presente nel prossimo decreto-legge. Abbiamo mantenuto tutti gli impegni in una battaglia che sembrava impossibile. Grazie anche alle lavoratrici che ci hanno sempre creduto".
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(Adnkronos) - La nuova avventura di Jimmy Spithill lucida i principi di una vita. “Nello sport - spiega all'Adnkronos - la certezza è che ci saranno sempre sfide, difficoltà ed errori. Prima o poi, bisognerà rialzarsi e imparare l’arte della resilienza, la capacità di reagire e adattarsi alle situazioni. Per diventare atleti e persone migliori”. Skipper da record, con alle spalle una carriera da film, l’australiano è pronto a ricominciare a capo del Red Bull Italy SailGP, la neonata squadra italiana di vela di cui è ceo, fondatore e co-proprietario, che rappresenterà la penisola nel campionato SailGP. Un torneo velico di grande prestigio, in cui team nazionali battagliano in varie tappe in giro per il mondo.
Spithill, come nasce questa sfida?
“Nel 2021 ho partecipato all’America’s Cup con Luna Rossa, sfidando New Zealand. In quei giorni, molti di noi guardavano la prima stagione di SailGP. Io poi sono entrato nel team Usa da Ceo e timoniere e lì ho avuto la conferma. Come atleta, mi piace gareggiare e voglio farlo sempre. Con l’America’s Cup, invece, questo sport non ha mai avuto una stagione regolare. Al termine di un’edizione, nessuno sa mai cosa succede per un po’ di tempo. Con SailGP no. Ed è qui che sta l’appeal, nell’avere la possibilità di competere in una stagione regolare”.
SailGP Italia è stata acquisita dal Muse Consortium, con lei, Assia Grazioli-Venier e Gian Luca Passi de Preposulo. Qual è il vostro obiettivo?
“Non ci nascondiamo, vogliamo diventare la prima squadra in SailGP. L'Italia è una nazione fantastica, con molti fan di sport di corsa e velocità. Dalla Formula 1 alla MotoGP, ce n’è per tutti i gusti. L'ho visto durante tutta la mia carriera e me ne sono reso di nuovo conto in questa prima fase. Un dato interessante? Questo sport ha circa l’85% di fan provenienti dal mondo delle corse, che fanno da traino. Gli appassionati di vela puri sono in minoranza”.
Quindi è una sfida anche commerciale?
“Sappiamo che qui c'è un talento incredibile. Ci sono molti atleti fantastici, ma crediamo anche che, fuori dall'acqua, si possa avere successo su più fronti. È appena finita la quarta stagione del campionato, ora ci sono 12 squadre e 13 eventi. I numeri dell’audience e sponsor importanti come Rolex, lo stesso della Formula 1, fanno intuire la portata del movimento”.
Si intuisce anche dai nomi di alcuni investitori...
“Sebastian Vettel, ex pilota di Formula 1, è il proprietario del Team Germania. Kylian Mbappé, stella del Real Madrid, ha invece investito nel team francese. Si tratta di campioni che comprendono il valore di questo sport, una prova banale che il discorso funziona”.
Con il team Red Bull Italy SailGP ci sarà anche Ruggero Tita, due volte oro olimpico. Quale valore può dare?
“Ruggi, come lo chiamo io, è un atleta incredibile e una brava persona. L’ho conosciuto durante le campagne dell'America’s Cup con Luna Rossa. È corretto e ha molto talento, è già una star e un punto di riferimento di questo sport. Sta crescendo con un ruolo da leader in una squadra importante ed è una cosa fantastica”.
A proposito di America’s Cup, quanto aiuta l’esperienza accumulata in un’avventura del genere?
“Ho amato tutte le otto le edizioni dell’America’s Cup a cui ho partecipato, ma la sfida principale è sempre stata la mancanza di una stagione regolare e di regole stabili, il non sapere se una squadra potrà essere ai blocchi di partenza l’anno dopo. Una cosa molto strana, che non succede per esempio in sport mainstream come calcio e Formula 1. Avere continuità è importante per far crescere il team, gli atleti e la disciplina stessa. Con relativi investimenti”.
Nel 2027, l’America’s Cup arriverà in Italia e sarà Napoli a ospitare la manifestazione. Cosa ne pensa?
"Incredible. È uno spettacolo. Per Napoli e per il movimento in generale è un’opportunità grandiosa e il bello è che ora ci saranno due competizioni per gli italiani, con il Red Bull Team in SailGP e Luna Rossa in America's Cup. I tifosi avranno più cose da seguire e non si annoieranno”.
La rivedremo all’America’s Cup?
"Non lo so. Non ho ancora fatto piani per l’America’s Cup e al momento sono concentrato su Red Bull Italy SailGP. Penso che i giovani talenti come Ruggero Tita e Marco Gradoni siano molto forti, lo abbiamo già visto. Sono ancora un grande appassionato di questo sport e amo competere, ma adesso il focus è sul mio lavoro. L’Italia è in ottime mani con questa nuova generazione di talenti".
Il fascino di SailGP si lega in primis ai catamarani F50, le Formula 1 del mare. Ce li racconta?
"La faccio breve. Sono barche foiling ad alte prestazioni, velocissime ma difficili da guidare. Più di quelle dell’America’s Cup. In SailGP il discorso è più impegnativo, perché c’è meno automazione e una componente fisica maggiore. La comunicazione a bordo dev’essere perfetta. Dal mio punto di vista, sono le barche più belle e complesse al mondo. Volano sull’acqua".
L’altro grande tema di SailGP riguarda gli avversari.
"Sulla linea di partenza ci sono 12 barche, è come un Gran Premio di MotoGp o di Formula 1. L'adrenalina sta nella competizione stessa, un aspetto unico è che tutto è pensato per avvicinare i tifosi al campo di gara. Molto diverso dalle regate tradizionali, dove gli spettatori non sono una priorità e le gare si svolgono spesso lontano dalla costa, tenendo il pubblico a distanza".
In questi giorni le voci su "Uncharted", docuserie sulla sua carriera, dominano la scena.
"Penso che in tutti gli sport ci sia interesse e voglia di capire il dietro le quinte e la vita dei campioni, che magari intraprendono un’altra carriera dopo l'agonismo. Con ‘Drive to survive’, per esempio, abbiamo visto quanto questo aspetto sia interessante e ricco di fascino in Formula 1. È bello che le persone possano vedere come funziona. Nel caso di SailGp, alle telecamere non viene nascosto nulla e penso sia anche curioso vedere atleti che diventano proprietari di team, come successo a me e a Ben Ainslie".
Lei è stato il più giovane skipper dell’America’s Cup, ma anche il più giovane vincitore del trofeo e oggi si sta cimentando in una sfida visionaria che promette successo. Ce l’ha un segreto?
"Sono stato fortunato, ho avuto brave persone attorno a me. Campioni di alto livello, che hanno però sempre pensato in primis alla squadra e non al loro ego. E poi, lo sport dà tantissime lezioni di vita. Qualche volta si perde e ogni tanto si vince, ma di sicuro ogni giorno si impara. Basta stare attenti". Jimmy Spithill insegna. (di Michele Antonelli)
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(Adnkronos) - Incidente mortale sulla strada regionale 71 nei pressi della località Il Riccio di Cortona, in provincia di Arezzo. Un uomo di 39 anni, residente a Tuoro sul Trasimeno (Perugia) e di origini albanesi, è stato travolto e ucciso da un’auto mentre camminava sul ciglio della strada. L’incidente è avvenuto oggi, martedì 27 maggio, alle 7:44. La vittima è morta sul colpo.
Alla guida della vettura, un ragazzo di 19 anni di Cortona che avrebbe perso il controllo del mezzo per cause ancora in corso di accertamento. Secondo le prime ricostruzioni, l’auto avrebbe invaso il margine della carreggiata colpendo il pedone in pieno, senza lasciargli scampo.
Sul posto sono intervenuti immediatamente i soccorsi del 118, con l’automedica Alfa 3 della Valdichiana e l’ambulanza Blsd di Cortona. Era stato anche allertato l’elisoccorso Pegaso, ma il personale sanitario non ha potuto fare altro che constatare il decesso. I rilievi sono affidati ai Carabinieri della compagnia di Cortona, che stanno lavorando per ricostruire con precisione la dinamica dell’incidente e accertare eventuali responsabilità. Il tratto interessato, una delle arterie più trafficate della zona, è stato temporaneamente chiuso al traffico per consentire le operazioni di soccorso e i rilievi tecnici.
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(Adnkronos) - SailGp Italia non è solo una squadra: è un manifesto, un ritorno alle origini e insieme uno scatto nel futuro. “L’Italia ha il 70% di costa: la vela è nel nostro Dna”, dice all'Adnkronos Assia Grazioli-Venier, mente e cuore dietro Muse Sport, il consorzio che ha acquisito il team nazionale. Eppure, prima ancora di avere una barca in acqua, l’Italia era già nella top 5 globale per fanbase. “Abbiamo 8,6 milioni di fan della vela nel Paese, ma quasi 2 milioni sono già consapevoli di SailGP: è un’opportunità tutta da esplorare. Ma il dato più impressionante è questo: una volta scoperto il prodotto, il tasso di conversione è del 79%. Significa che 8 persone su 10 diventano fan attivi. È un dato eccezionale nel panorama sportivo”.
A Taranto, senza nemmeno una squadra ufficiale, 10,3 milioni di global audience e oltre 6 milioni di euro di impatto economico per la città. “Questa non è la vela di mio padre,” dice Grazioli-Venier, il cui padre – come quello di Gian Luca Passi de Preposulo – ha partecipato alla Whitbread, la regata intorno al mondo, 50 anni fa. “SailGP è velocità, innovazione e sostenibilità. E sta conquistando persone che prima non si sarebbero mai avvicinate alla vela. SailGP Italia è un brand, sì. Ma prima di tutto è un cambio di paradigma. Non potremmo essere più entusiasti di portare il meglio del Made in Italy nel mondo".
Un esempio concreto di quel potenziale?
Taranto. Nel 2023, prima ancora dell’annuncio della squadra italiana, Sailgp ha organizzato lì una tappa. Abbiamo registrato 25.000 spettatori dal vivo – uno dei numeri più alti in assoluto a livello globale. L’evento ha raggiunto un’audience televisiva globale dedicata di 10,3 milioni di spettatori, secondo YouGov – cioè persone che si sono sintonizzate globalmente ed intenzionalmente per seguire la regata. Inoltre, ha generato oltre 6,1 milioni di euro di impatto economico diretto per la città, secondo Deloitte. È il tipo di legacy che vogliamo costruire: non solo spettacolo, ma valore concreto per i territori. Quando annunceremo la città che ospiterà la nostra prima gara “home race”, sarà importante comunicare che SailGP non è solo sport, ma una piattaforma strategica con ricadute economiche, turistiche e culturali. Non è un semplice evento di due giorni – è un asset strategico".
Assia Grazioli-Venier, partiamo dalle presentazioni.
"Sono co-fondatrice di Muse Capital, un fondo di venture capital che da oltre dieci anni investe in settori trascurati come la salute femminile, la sostenibilità e l’intrattenimento tecnologico. In parallelo, abbiamo creato Muse Sport – la nostra piattaforma di consulenza nello sport – che supporta proprietà consolidate ed emergenti, sia maschili che femminili".
Come è cominciato tutto?
"Nel 2012 sono entrata nel Consiglio di Amministrazione della Juventus. Ci sono rimasta nove anni, durante i quali abbiamo sviluppato progetti commerciali come Juventus Academy, Juventus Village e il lancio della squadra femminile nel 2016. È lì che ho iniziato a riflettere seriamente sugli “emerging sports” – la prossima generazione dello sport tradizionale – e ho cominciato a mappare nuove opportunità all’incrocio tra cultura, tifosi e innovazione".
Cosa avete fatto finora con Muse Sport?
"Abbiamo investito nei Washington Spirit nella NWSL, e Sports Innovation Lab – che fornisce dati in tempo reale sul comportamento dei fan a livello globale, e realtà emergenti come Miami Pickleball e la WPBL (Women’s Pro Baseball League). Cerchiamo momenti in cui la crescita commerciale si intreccia con l’impatto culturale".
E la vela come è entrata nel radar?
"Circa due anni fa mi è stata proposta l’opportunità di investire in un team americano di SailGP. Ammetto che inizialmente ero scettica. Pensavo fosse simile all’America’s Cup – élite, tradizionale, poco appetibile dal punto di vista commerciale. Invece, studiando meglio il modello, ho scoperto il contrario: SailGP è moderno, veloce, inclusivo e guidato da una missione. Una piattaforma racing globale sotto forma di lega velica".
Cosa ti ha colpito?
"Diversi aspetti. Innanzitutto il calendario: è internazionale e mensile, con tappe in alcune delle località costiere più iconiche del mondo. Poi l’economia del modello: un tetto di spesa annuo di 10 milioni di dollari rende tutto scalabile e sostenibile. Ma è stato anche lo storytelling: una lega in cui uomini e donne gareggiano insieme, con trasparenza totale sui dati, open-source AI integrata per migliorare le prestazioni e un impegno profondo verso la sostenibilità ambientale. Anche il linguaggio è cambiato: non si parla più solo di vela, ma di 'racing'. Non solo 'sailors', ma 'drivers' e 'players'. È una nuova era".
Hai iniziato quindi con un investimento nel team USA?
"Esatto. Sono entrata come investitore di minoranza per capire meglio il modello dall’interno. Più osservavo, più mi rendevo conto che si trattava di una delle opportunità di crescita più sottovalutate nello sport globale. Quando Jimmy Spithill ha espresso la volontà di lasciare il team americano per fondare un team italiano, mi sono mossa subito. Gli ho proposto un consorzio strategico e l’ho convinto che eravamo il partner giusto, per esperienza, visione e network".
Ed è lì che entra Gian Luca Passi de Preposulo?
"Sì – Gian Luca è un amico da oltre vent’anni. È un imprenditore straordinario con un background profondo nel lusso e nel branding. Quando gli proposi inizialmente di entrare nel team americano, mi disse: 'Chiamami quando c’è l’Italia'. E così è stato. Insieme a Jimmy, abbiamo costruito un team con radici italiane ma visione globale – unendo competenze in sport, cultura e strategia commerciale. Con Gianluca come chairman, abbiamo costruito un team radicato nel mercato italiano, ma con una visione internazionale".
Come avete strutturato l’investimento?
"Siamo entrati con una valutazione di 45 milioni di dollari – competitiva ma proiettata al futuro. Era una cifra coerente sia per gli investitori di fascia alta che per la lega, che ci voleva come partner strategici. Da quando ho investito nella squadra USA, le valutazioni sono cresciute di 3–4 volte, quindi il nostro ingresso è arrivato al momento giusto. E siamo orgogliosi di essere la prima squadra SailGP co-acquisita da un fondo guidato da donne. Dal punto di vista commerciale, ci sono vari settori che oggi dominano le sponsorship SailGP: automotive, banche e fintech, luxury & fashion, media & intrattenimento, healthcare & beauty e consumer tech. Brand come Rolex, Oracle, Mubadala, Cognizant, T-Mobile, Range Rover sono già saliti a bordo. Il valore commerciale per le squadre è aumentato del 300% negli ultimi due anni".
Perché l’Italia è così importante per SailGP?
"L’Italia è una nazione marittima – da sempre. Ma ciò che colpisce è che, prima ancora di avere una barca , eravamo già uno dei primi cinque mercati globali per SailGP. Non è solo una questione di tradizione – è potenziale reale. A differenza di Paesi come Australia o Regno Unito, noi non avevamo ancora gareggiato. Eppure il pubblico era già pronto. In Germania, l’annuncio del team nazionale ha generato un +200% di visibilità in una notte. Questo è il tipo di slancio che stiamo costruendo".
Perché uno sport considerato “di nicchia” sta crescendo così velocemente?
"Perché SailGP non è più nicchia. È veloce, data-driven, sostenibile, inclusivo e pensato per il digitale. L’85% dei fan globali non arriva dalla vela, ma dal motorsport. È un pubblico da racing, non da regata. E SailGP parla la loro lingua. In più, i campionati misti uomo-donna rappresentano una straordinaria opportunità commerciale. Mi entusiasma l’idea di dimostrare che avere uomini e donne come fan core dello stesso prodotto è una strategia vincente. Gli studi dimostrano che le donne sono fan più fedeli, più coinvolte e con maggiore potere d’acquisto – quindi è anche una scelta di business intelligente. Non è solo questione di chi è a bordo – ma di chi guarda, chi condivide e chi compra".
E’ anche un pubblico più giovane?
"Assolutamente. Fin dall’inizio, SailGP ha puntato su piattaforme come TikTok, Instagram e YouTube. Oggi la lega ha superato 1,8 miliardi di visualizzazioni video e continua a crescere tra Gen Z e Millennial. Il prodotto è visivo, cinematografico e globale – proprio ciò che le nuove generazioni cercano".
E ora?
Adesso inizia il vero lavoro. SailGP Italia non è qui solo per gareggiare, siamo qui per costruire qualcosa di iconico. In acqua, abbiamo un oro olimpico come Ruggero Tita. Fuori dall’acqua, e con Red Bull come title sponsor, abbiamo costruito un team capace di far crescere brand, cultura e risultati. Perché, alla fine, il team è tutto. Dentro e fuori dall’acqua". (di Andrea Persili)
Leggi tutto: Grazioli-Venier: "Ecco perché SailGp è un nuovo capitolo per la vela italiana”
(Adnkronos) - Gli inviati speciali di Donald Trump, Steve Witkoff e Adam Boehler, hanno detto ai parenti degli ostaggi a Gaza che gli Stati Uniti non hanno ricevuto al momento una risposta di Hamas relativamente a quello che hanno definito "l'unico piano di cessate il fuoco sul tavolo". A scriverne è 'Haaretz', all'indomani di una serie di annunci e smentite su presunte intese. Gli sforzi volti ad individuare una soluzione vanno avanti, hanno ancora detto i due inviati, chiedendo alle famiglie di non commentare le notizie relative ad accordi o alla mancanza di intese sul rilascio degli ostaggi.
L'inviato statunitense ha proseguito affermando che "Israele accetterà un cessate il fuoco temporaneo che comporterebbe il ritorno della metà degli ostaggi vivi e deceduti e porterebbe a negoziati sostanziali per trovare un percorso verso un cessate il fuoco permanente, che ho accettato di presiedere". "Quell'accordo è sul tavolo. Hamas dovrebbe accettarlo", ha detto Witkoff.
Due missili lanciati dallo Yemen sono stati intercettati dalle difese aeree israeliane alle prime ore di oggi, a poche ore di distanza l'uno dall'altro. A darne notizia è il Times of Israel, citando le Idf. Il primo missile ha fatto scattare le sirene dell'allarme aereo in Cisgiordania, per il secondo non è risuonato alcun allarme perché nessun centro abitato è risultato a rischio.
Leggi tutto: Gaza, Israele pronto ad accettare tregua. Witkoff: "Nessuna risposta di Hamas"
(Adnkronos) - "Questo capitolo è finito". Inizia così il post pubblicato da Cristiano Ronaldo sui social. Il messaggio lascia intendere che il fuoriclasse portoghese potrebbe non rinnovare il contratto con l’Al Nassr. "La storia? Ancora da scrivere. Grato a tutti”, ha poi aggiunto.
Il post è arrivato a poche ore dalla conclusione della Saudi Pro League. Ronaldo, quaranta anni, è passato dal Manchester United all'Al-Nassr nel 2022. Il suo contratto in Arabia Saudita sta per scadere, ma il fuoriclasse portoghese ha messo nel mirino la partecipazione al nuovo Mondiale per Club, al via a giurno. Le pretendenti, per lui, non mancano.
Leggi tutto: Cristiano Ronaldo lascia l'Al Nassr? Il post: "Questo capitolo è finito"
(Adnkronos) - “Tutto è nato da una foto in bianco e nero nell’ufficio di mio padre.” Così Gian Luca Passi de Preposulo, imprenditore, venture capitalist e advisor, racconta all'Adnkronos l’incipit di una storia che sembra scritta dal destino. Una barca, due padri, un’amicizia ventennale con Assia Grazioli Venier. E poi, SailGP: “La Formula 1 della vela”, ma con barche identiche, inclusione obbligatoria, trasparenza totale. “Mi interessava solo se ci fosse stato un team italiano,” confessa. Detto, fatto. Con Jimmy Spithill al timone e Ruggero Tita a bordo, il consorzio guidato da Muse Sport ha portato l’Italia dove mancava: in una lega globale, sostenibile, spettacolare. “Vogliamo elevare il percepito del brand Italia.” Non solo mare, ma visione.
Partiamo dalla notizia. SailGP Italia, la squadra nazionale di vela che rappresenta l’Italia nell’ambito del prestigioso campionato SailGP, è stata acquisita da un consorzio guidato da Muse Sport. Muse Sport è guidato da lei e Assia Grazioli Venier. Come vi è venuto in mente?
"A livello personale, io vengo da un’esperienza di oltre vent’anni nel mondo della moda e del lusso, tra cui Giorgio Armani e poi Moncler. Circa dieci anni fa mi sono trasferito negli Stati Uniti, dove ho iniziato a fare da advisor per alcuni brand e aziende della Silicon Valley. In seguito ho creato una mia piattaforma di investimento. Inizialmente aiutavo gli imprenditori a far emergere i loro marchi, poi sono diventato anche investitore in alcune di queste realtà. È stato naturale per me, a un certo punto, coinvolgere anche alcune celebrities di Hollywood, che sono entrate come advisor e investitori. Da lì, in modo molto organico, ho iniziato a presentare opportunità anche ad alcune famiglie italiane, che conoscevo bene grazie ai dodici anni trascorsi a Milano".
Poi cosa è successo?
"Con il tempo, la piattaforma si è strutturata sempre di più, e ho raccolto capitali anche attraverso Azimut – il mio primo partner ufficiale – con cui abbiamo creato un fondo chiamato Festina Lente. Assia, una mia amica da vent’anni, è diventata venture capitalist a Los Angeles. Ha fondato un suo fondo e ha sempre avuto un forte interesse e competenza nel mondo dello sport".
Ma come vi è venuta in mente la vela?
"Qualche anno fa Assia era a Venezia e le ho suggerito di andare a trovare i miei genitori – siamo originari di Carbonera, un paesino vicino a Treviso. Nell’ufficio di mio padre ha notato una foto in bianco e nero di lui su una barca. Gli ha chiesto dove e quando fosse stata scattata. Mio padre le ha raccontato che risale alla prima edizione della Whitbread Round the World Race nel 1973, durante la tappa da Portsmouth a Cape Town. Assia, stupita, ha risposto: “Anche mio padre ha partecipato alla prima Whitbread!”. Questo ha creato un legame ancora più forte tra di noi, oltre all’amicizia che già ci univa da anni".
Un legame che vi ha portato ad investire nella Formula 1 della vela
"Sì, l’anno scorso Assia mi ha chiamato e mi ha detto: “Sto pensando di entrare in un consorzio che sta acquistando una quota del team americano di SailGP.” Le ho risposto che l’idea era molto interessante, ma che mi sarebbe piaciuto far parte di un’operazione simile solo se ci fosse stato un team italiano. La conversazione si è chiusa lì, ma dopo qualche settimana mi ha richiamato dicendomi: “Gianluca, Larry Ellison ha deciso di aprire due nuovi team in franchising: uno brasiliano e uno italiano.” In più, mi ha raccontato che Jimmy Spithill sarebbe diventato azionista di maggioranza del team italiano, e che c’era l’opportunità di entrare come co-proprietari".
Quindi?
"Abbiamo fatto una proposta alla Lega – quella di Larry Ellison – e Assia ha incontrato Jimmy a San Diego. Poco dopo ci siamo trovati tutti su Zoom per discutere l’idea.Dopo qualche confronto, abbiamo ricevuto il via libera per investire attraverso il nostro veicolo nel team italiano. Ovviamente, all’epoca non c’era ancora una barca: era tutto su carta. Le competenze disponibili in quel momento erano soprattutto legate alla storia dell’America’s Cup".
SailGp, la Formula 1 della vela, è ancora giovane.
"Esatto, non dobbiamo dimenticare è nata nel 2019: siamo solo alla quinta stagione. Se guardiamo all’esplosione che ha avuto, ad esempio, la Formula 1, ricordiamoci che parliamo di uno sport con 70-75 anni di storia alle spalle. Siamo ancora in una fase iniziale, ma l’aspetto interessante è che in Italia abbiamo una tradizione velica straordinaria, sia nel passato che nel presente. Basti pensare a figure come Raul Gardini, Gianni Agnelli, Patrizio Bertelli. Abbiamo una vera e propria passione multigenerazionale per la vela. Negli ultimi decenni, però, l’unico grande evento che il pubblico ha potuto seguire è stata l’America’s Cup che però si svolge ogni quattro anni e dura un mese e mezzo. A parte quello, poco altro. È da lì che abbiamo capito che esisteva una reale opportunità".
A quel punto arriva Henry (Larry) Ellison, ceo di Oracle e ideatore di SailGp.
"Grande appassionato di vela. Racconto un aneddoto. Henry (Larry) Ellison aveva un sogno sin da ragazzo: possedere una barca a vela. Si racconta che la sua prima moglie lo lasciò perché, invece di comprare una casa dopo il matrimonio, acquistò una barca a vela e si trasferirono a vivere lì, in California. Appena ne ebbe la possibilità, entrò nel mondo dell’America’s Cup, vincendola in modo leggendario con Jimmy Spithill, che oggi è considerato un’icona nel mondo della vela e dello sport in generale. Nel 2013, durante l’America’s Cup a San Francisco, la sua imbarcazione, Oracle, stava perdendo 8 a 1 contro i neozelandesi. Per vincere l’America’s Cup bisogna arrivare per primi a nove regate. Jimmy e il team americano riuscirono in un’impresa incredibile: ribaltare il risultato e vincere 9 a 8. Un'impresa considerata tra le più grandi nella storia dello sport".
Ecco ma SailGp è profondamente diversa dall’ America’s Cup.
"Certo, Larry Ellison capì che, per quanto affascinante, l’America’s Cup era un evento elitario, con barriere d’accesso altissime e costi proibitivi. Così decise di creare una nuova Lega, fondata su cinque pilastri fondamentali".
Cioè?
"Parità tecnica: tutte le barche devono essere identiche. In Formula 1, chi ha più risorse economiche può investire in tecnologia e ottenere l’auto più veloce. Qui no: le prestazioni dipendono solo dal talento dell’equipaggio. Inclusività: ogni team deve essere misto. È obbligatoria la presenza di almeno una donna a bordo. Esclusività e appeal globale: ogni team rappresenta un solo Paese e ogni tappa si svolge in location spettacolari: Dubai, Saint-Tropez, Rio de Janeiro, New York, Los Angeles. È come avere un “Gran Premio di Monaco” per ogni evento. Gli spettatori possono seguire la gara da terra o dai loro yacht. Sostenibilità economica: la maggior parte dei team sportivi, a livello globale, perde soldi. Per questo, la League ha introdotto un salary cap: ogni team ha un tetto massimo di spesa fissato a 10 milioni di dollari l’anno. Una cifra importante, ma irrisoria rispetto agli stipendi di molti sportivi nei principali campionati mondiali. Trasparenza totale: tutti i dati delle barche sono condivisi in tempo reale. Ogni team può monitorare in diretta i dati degli avversari durante le regate. Nessun segreto, tutto è alla luce del sole. In questo modo la competizione si basa davvero solo sulla bravura dell’equipaggio, sulla loro capacità, sulla loro strategia e resistenza. Una cosa rara nello sport moderno, soprattutto a questi livelli".
Così arriviamo al 2025 quando, insieme alla venture capitalist e imprenditrice Assia Grazioli-Venier e al celebre velista australiano Jimmy Spithill, due volte vincitore dell’America’s Cup, lei decide di lanciarsi nel SailGp e diventa proprietario del Red Bull Italy SailGP Team. Quale è la peculiarità del vostro progetto?
"Siamo una vera piattaforma globale per un team italiano nel mondo della vela, e questa piattaforma offre alle aziende italiane la possibilità di entrare in contatto diretto con un team sportivo che ha visibilità mondiale. Si tratta di una piattaforma per creare valore, per coinvolgere partner in settori diversi — dall’hospitality alla moda, dalla tecnologia all’intrattenimento. Abbiamo la fortuna di contare su un team di altissimo livello: Ruggero Tita, due volte medaglia d’oro olimpica, come skipper, e Jimmy Spithill come Ceo. Siamo solo all’inizio di questa avventura, ma crediamo che le opportunità di collaborazione siano molte".
Cosa ispira questo progetto?
"Quello che porto in questo progetto è il desiderio di elevare il percepito del brand Italia e più nello specifico del team SailGp Italia. E voglio farlo rivolgendomi a un pubblico che, in Italia ma anche all’estero, è molto sensibile a questi valori. Il team è, per me, una piattaforma perfetta: una vetrina in cui possono convergere mondi diversi, come l’ospitalità la moda, la tecnologia".
Ci sono precedenti
"C'è già un precedente importante, quello di Prada con Luna Rossa, e il lavoro fatto da Bertelli va sicuramente riconosciuto. Quello che stiamo cercando di fare è simile, ma con una visione ancora più aperta a tanti ambiti: vogliamo dare accesso al team a imprese italiane di eccellenza".
Quanti investimenti avete fatto?
"Posso dirti che il valore del team è stimato intorno ai 45 milioni. A questo si aggiungono investimenti molto significativi: inizialmente parliamo di centinaia di milioni da parte della League voluta da Larry Ellison. E oggi ci sono investimenti continui, nell’ordine di decine o anche centinaia di milioni, da parte dei Global Sponsors. Il nostro obiettivo ora è riuscire a coinvolgere anche brand italiani, portandoli a scoprire le opportunità offerte dal progetto SailGp Italia e a diventare nostri partner".
Quale è il tratto di italianità – se c’è- che portate in questo progetto?
"Direi che il primo elemento è la possibilità di portare una regata in Italia, in una nazione che ha il 70% del territorio bagnato dal mare. Questo vuol dire poter scegliere tra tantissime location straordinarie. Il secondo è il concetto di ospitalità, che è centrale nella cultura italiana. Quando saremo in Italia, tutto ciò che ruoterà attorno al team sarà pensato per valorizzare questo aspetto. E anche quando saremo all’estero, con “Casa Italia” come punto di riferimento, ci impegneremo a portare questo spirito in ogni tappa. Insomma: tradizione, valori, accoglienza. E, ancora una volta, la voglia di ispirare i giovani e creare nuove opportunità nel mondo della vela". (di Andrea Persili)
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(Adnkronos) - Chiudi gli occhi, immagina il vento. Quello che sibila tra le sartie di un catamarano lanciato ad altissima velocità sul mare di Sydney. E' il vento della Formula 1 del mare: SailGp. La notizia, in fondo, è semplice: Muse Sport Consortium ha acquisito SailGp Italia, la squadra nazionale che rappresenterà il tricolore nel campionato più spettacolare della vela mondiale. Ma la notizia vera è un’altra: l’Italia è tornata nel grande mare. Perché Muse Sport non è solo un consorzio. È un’idea. Un progetto che parla la lingua antica della vela ma con l’accento del futuro. I tre demiurghi: Assia Grazioli Venier, imprenditrice e investitrice. Gian Luca Passi de Preposulo, advisor per i più grandi marchi del lusso, con la cultura del bello come orizzonte. E Jimmy Spithill: leggenda vivente. Il ragazzo di Pittwater che nel 2013, alla guida di Oracle, compì l’impresa delle imprese. Da 8 a 1 a 9 a 8. Contro i neozelandesi. “È come chiudere un cerchio,” racconta Assia Grazioli Venier, che ricorda all'Adnkronos l'amicizia ventennale con Passi de Preposulo. “I nostri padri hanno navigato insieme nella Whitbread del ’73. Quella vera, quella epica. Adesso siamo noi a riportare il tricolore nella vela.”
Ma attenzione: la Formula 1 del mare non è l'America's Cup. Qui ci sono dodici nazioni, barche identiche, inclusione obbligatoria, zero segreti. "Conta il talento del team", dice De Preposulo all'Adnkronos. Tappe da New York a Sydney, da Saint-Tropez ad Abu-Dhabi. Numeri da capogiro: 1,8 miliardi di visualizzazioni globali nel 2024, 133 milioni di fan, 6,5 milioni di euro di impatto economico medio a tappa. Audience digitale e televisiva superiore a molti sport olimpici. Un'opportunità straordinaria per l’Italia. Una nazione con l’anima d’acqua e il corpo di costa: il 70% del territorio nazionale si affaccia sul mare. “La vela è nel nostro Dna,” dice Grazioli Venier. E quando lo dice, lo accompagna con i numeri: 8,6 milioni di fan della vela nel Paese. Quasi 2 milioni già consapevoli di SailGp. E soprattutto, 79% di conversione. Tradotto: otto italiani su dieci che scoprono SailGp se ne innamorano.
Potenziale economico espolosivo. Nel 2022, Taranto ha ospitato una tappa SailGp senza una barca tricolore in gara. Eppure i numeri dicono che è come se ci fosse: 25.000 spettatori in due giorni, 10,3 milioni di audience globale, oltre 6 milioni di euro di ricadute economiche per la città. Perché? La risposta è già scritta nel mare. Red Bull Italy SailGp non vuole essere solo una squadra, un team. Ma un cambio di paradigma. Non solo perché al timone c'è Spithill, che promette all'Adnkronos: "Vogliamo diventare il team numero uno della SailGp". E perché a bordo c’è Ruggero Tita, oro olimpico, atleta totale. Ma perché dietro ci sono visione e progetto, davanti un orizzonte: fare della vela una piattaforma. “Vogliamo creare un ecosistema che unisca sport, design, turismo, media, tecnologia, sostenibilità. Dove la vela è la punta dell’iceberg e sotto c’è il meglio del Made in Italy", dice Passi de Preposulo.
"Siamo entrati con una valutazione di 45 milioni di dollari – competitiva ma proiettata al futuro. Era una cifra coerente sia per gli investitori di fascia alta che per la lega, che ci voleva come partner strategici. Da quando ho investito nella squadra Usa, le valutazioni sono cresciute di 3–4 volte, quindi il nostro ingresso è arrivato al momento giusto. E siamo orgogliosi di essere la prima squadra SailGP co-acquisita da un fondo guidato da donne", sottolinea Grazioli Venier. Un'opportunità commerciale vera: ci sono vari settori che oggi dominano le sponsorship SailGp: automotive, banche e fintech, luxury & fashion, media & intrattenimento, healthcare & beauty e consumer tech. Brand come Rolex, Oracle, Mubadala, Cognizant, T-Mobile, Range Rover sono già saliti a bordo. Il valore commerciale per le squadre è aumentato del 300% negli ultimi due anni.
Le città in lizza per la tappa italiana del 2026 sono più di una: Venezia, Napoli, Palermo, Roma. Città di mare, certo. Ma soprattutto, città di storie. E SailGp, in fondo, è questo: uno sport che si fa racconto. Basti pensare a Henry (Larry) Ellison, ceo di Oracle e ideatore di SailGp. Si dice che Ellison aveva un sogno sin da ragazzo: possedere una barca a vela. Si racconta che la sua prima moglie lo lasciò perché, invece di comprare una casa dopo il matrimonio, acquistò una barca a vela e si trasferirono a vivere lì, in California. Storie di vela ma soprattutto di passione, capaci di unire mondi distanti. "Dalla Formula 1 alla MotoGP, c’è qualcosa per tutti", dice Spithill. "L’ho visto in tutta la mia carriera ed è ancora più evidente adesso. Un dato interessante? Circa l’85% dei fan di SailGP proviene dal mondo del motorsport. Un Campionato non solo per i veri appassionati di vela". (di Andrea Persili e Michele Antonelli)
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(Adnkronos) - Le vendite di Tesla nell'Ue hanno registrato un calo del 52,6% e dall'inizio dell'anno del 46,1%. E' quanto emerge dai dati dell'Acea, l'Associazione dei costruttori di auto europeo. La quota di mercato di Tesla è scesa all'1,1% nei primi 4 mesi dell'anno con 41.677 veicoli immatricolati (77.314 nei primi 4 mesi del 2024).
Leader delle vendite di auto elettriche fino al 2024, Tesla è stata superata in questa categoria in Europa ad aprile da 10 marchi tra cui Volkswagen, Bmw, Renault ma anche la cinese Byd secondo i dati di Jato Dynamics.
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(Adnkronos) - Le sessanta impronte rilevate dal Ris di Parma con polveri e adesivi per evidenziarle e asportarle dalle superfici all’interno della villetta di via Pascoli a Garlasco sono a "forte rischio contaminazione". E' il nuovo elemento che si aggiunge all’indagine della Procura di Pavia su Andrea Sempio, indagato per l’omicidio di Chiara Poggi. I para adesivi sono stati repertati dagli esperti poco dopo il delitto del 13 agosto 2007 e dopo quasi 18 anni saranno al centro dell’incidente probatorio che prenderà il via il prossimo 17 giugno.
Le impronte, prelevate in particolare al piano terra della villetta e attribuite a persone note o non approfondite in quanto non ritenute utili, si trovano anche sulla porta d'ingresso toccata da più soccorritori e carabinieri, alcuni dei quali entrati senza guanti. Una di queste in particolare, la numero 10, vicino alla maniglia interna della porta d’ingresso ha catturato l’attenzione dei nuovi inquirenti e la difesa di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata, che punta ora a trovare un Dna utile all’indagine in corso. La consulenza tecnica dei pubblici ministeri ha già escluso che l’impronta sia riconducibile a Sempio, a Stasi o dei familiari della vittima.
Ora, però, il consulente della famiglia Poggi, il genetista Marzio Capra che ha partecipato fin dall’inizio all’indagine sull’omicidio, solleva una questione: "Sui para-adesivi - svela all'Adnkronos - c’è un forte rischio contaminazione, l’ipotesi è che non avendo utilizzato pennelli singoli per evidenziare ciascuna traccia, non si può escludere che ci sia stato un ‘trasferimento’ di materiale pennellando da una all’altra”. Difficile per lui anche pensare di poter ottenere ulteriori risultati dall’impronta 33, la traccia palmare - attribuita dai consulenti della procura a Sempio - trovata sulla parete della scala dove giaceva il corpo senza vita di Chiara. Un'impronta senza sangue - come mostrano i test fatti subito dal Ris - trovata vicino ai gradini che tuttavia l’assassino non calpesta. "L'intonaco grattato dalla traccia 33 è andato interamente consumato nel tentativo di trovare del Dna che comunque non sarebbe stato databile", conclude il genetista.
Ma tra battaglia di indizi e speranza di prove certe, la nuova inchiesta della Procura di Pavia riapre il dibattito sul caso Garlasco. Mentre sull'amico del fratello della vittima c’è un’indagine coperta da segreto istruttorio, per l’allora fidanzato resta una condanna definitiva che ha seguito le regole.
La Procura di Pavia non si è mai occupata di Alberto Stasi, all'epoca c'era Vigevano poi la Corte d'Appello di Milano. Le richieste di archiviazione di Sempio, firmate dall'ex pm di Pavia Mario Venditti, hanno ottenuto l’approvazione di due diversi giudici e fanno parte dei sette tentativi della difesa Stasi di riaprire i giochi, tra cui due tentativi di revisione davanti Corte d'Appello di Brescia (nel secondo caso anche dalla Cassazione). Di recente il ricorso alla Corte europea dei Diritti dell'Uomo ha stabilito che il processo a Stasi è stato equo. I magistrati (circa 40) che si sono occupati del condannato hanno tutti riconosciuto la responsabilità di Stasi oltre ogni ragionevole dubbio.
Quando Stasi va a processo la legge gli consente di scegliere il rito abbreviato (non più possibile nei casi più efferati come dimostrano le condanne di Alessandro Impagnatiello o Filippo Turetta) e viene punito “con il massimo della pena” prevista per l’omicidio. Alberto Stasi "non appare meritevole di alcuna attenuante” visto il comportamento “tenuto contemporaneamente e dopo l'omicidio” data l’assenza di pietà per la vittima e avendo da subito sviato le indagini. La pena di 24 anni deve essere ridotta di un terzo per la scelta del rito abbreviato e si arriva così ai 16 anni di condanna.
Chiara viene colpita all’ingresso, trascinata fino alle scale della cantina, sollevata con le mani sporche di sangue e gettata giù. Le suole insanguinate delle scarpe ‘a pallini’ dicono che l’assassino si ferma al gradino zero, poi si lava in bagno. E’ certo che l’assassino si pulisce le mani ed essendoci sul dispenser (pulito) solo le impronte di Stasi questo fa di lui l’ultimo che l'ha toccato e quindi il killer, si legge in sentenza. Una prova rafforzata dalla suola insanguinata sul tappetino del bagno davanti al lavabo: scarpa Frau numero 42 che combacia con la taglia del fidanzato. Stasi ha una bici nera da donna vista da una testimone e non ha un alibi in quei 23 minuti (tra le 9.12 e le 9.35).
Ma allora le scarpe immacolate? Stasi uccide la mattina, torna a casa e finge di lavorare alla tesi. Prova a chiamare più volte Chiara e solo dopo quattro ore, pur sapendola sola in casa, va da lei in auto indossando le scarpe Lacoste. Dice di entrare, ma la perizia dell’appello bis (che in primo grado il gup Stefano Vitelli non fa fare) dimostra che quando il laureando dice di aver sceso un paio di gradini e di aver visto Chiara senza vita sta mentendo. E’ statisticamente impossibile su quelle macchie di sangue fresco non sporcarsi le scarpe. Ed è fisicamente impossibile vedere il corpo senza scendere, le conclusioni dei giudici.
Il fidanzato parla di un incidente domestico difficile da credere guardando la scena del crimine. La vittima non ha il volto pallido: il sangue le ricopre il viso. Inoltre, Stasi nasconde di avere una bici nera da donna che verrà sequestrata solo alcuni anni dopo. Il processo d’appello bis svelerà che sono stati sostituiti i pedali su quella ‘Umberto Dei’ e che su altri pedali non sospetti è stato trovato il Dna della vittima.
Diversi carabinieri entrano in casa senza guanti e senza calzari, le scarpe di Stasi verranno sequestrate solo il giorno dopo. Passano 40 giorni e i militari notano un sistema d’allarme nell’officina di biciclette del padre dell’allora sospettato, ma è tardi: conserva solo cento eventi e i dati del 13 agosto sono cancellati. Il computer acquisito la mattina del 14 agosto viene aperto e rovistato dai carabinieri senza rispettare le procedure forensi.
E poi c'è la bici. La scelta "anomala" - costata un processo all’allora carabiniere Francesco Marchetto - di non sequestrare la bici nera da donna di Stasi “ha avuto indubbie ripercussioni negative sull'andamento delle indagini, senz'altro non limpido, caratterizzato anche da errori e superficialità”, scrive la Cassazione.
C’è il movente? Il ragazzo perbene e lo studente modello con "la passione per la pornografia" (a dire dei giudici) uccide con disprezzo Chiara Poggi diventata "per un motivo rimasto sconosciuto, una presenza pericolosa e scomoda, come tale da eliminare". La ventiseienne viene colpita a morte "dall'uomo di cui si fidava e a cui voleva bene, che l'ha fatta definitivamente 'scomparire' in fondo alle scale". Dopo averla uccisa "è riuscito con abilità e freddezza a riprendere in mano la situazione, e a fronteggiarla abilmente, facendo le sole cose che potesse fare, quelle di tutti i giorni: ha acceso il computer, visionato immagini e filmati porno, ha scritto la tesi, come se nulla fosse accaduto”.
Gli strani suicidi che avvengono a Garlasco, la pista satanica, lo strano mondo che si muove intorno al Santuario della Bozzola e sensitive che dicono di sapere chi è stato. Il presunto segreto fatale alla vittima e il sicario, l'assassino fumatore e l'ipotesi della rapina senza bottino, ogni ipotesi alternativa è stata vagliata. E le gemelle K? Dopo quasi 18 anni resta il fotomontaggio delle sorelle Stefania e Paola Cappa, cugine della vittima, e l’odio social. Hanno un alibi e di loro non c’è traccia vicino al corpo di Chiara.
Sui social c’è chi mette in dubbio anche il fratello Marco Poggi che era in vacanza in Trentino insieme ai genitori. Mamma Rita Preda e papà Giuseppe non hanno saltato una sola udienza dei cinque processi durati otto anni. Mai una parola di rabbia verso chi avevano accolto in casa e che hanno poi scoperto essere l’assassino. Si sono affidati alla giustizia e il verdetto di condanna “oltre ogni ragionevole dubbio” è stato pronunciato in nome del popolo italiano. Per lo Stato Alberto Stasi è il colpevole dell'omicidio di Chiara Poggi.
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(Adnkronos) - Almeno 27 persone, tra cui un bambino in gravi condizioni, sono state trasportate in ospedale tra le circa 50 che sono rimaste ferite dopo che un'auto è piombata sulla folla durante la parata per la vittoria della Premier League del Liverpool. Tra questi ci sono anche quattro bambini. A renderlo noto sono state le forze di sicurezza locali, spiegando che due tra i feriti ricoverati in ospedale sono gravi, uno di loro è un bambino.
Il vice capo della polizia del Merseyside, Jenny Sims, ha reso noto che l'incidente non viene trattato come un fatto terroristico, che si ritiene si tratti di un episodio isolato e che nessuno viene attualmente ricercato in relazione a esso dopo il fermo di un uomo di 53 anni, britannico, originario della regione di Liverpool e proprietario dell'auto.
Il primo ministro britannico Keir Starmer ha definito “terribili" le scene di Liverpool e ha affermato: “Penso a tutte le persone ferite e colpite. Voglio ringraziare la polizia e i servizi di emergenza per la rapida risposta che stanno dando a questo scioccante incidente”, ha dichiarato in un comunicato ufficiale. “Mi tengo informato sugli sviluppi. Chiedo di lasciare alla polizia lo spazio necessario per indagare”, ha aggiunto. "Tutti, soprattutto i bambini, dovrebbero essere in grado di celebrare i loro eroi senza questo orrore”, ha concluso.
Migliaia di tifosi hanno festeggiato lunedì, mentre un autobus che trasportava i giocatori attraversava le strade della città britannica in mezzo a una moltitudine di razzi rossi, il colore della squadra.
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